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Autore: rocchi68    20/03/2017    4 recensioni
Lui aveva sempre creduto che quello fosse il suo mondo.
Che tutto fosse destinato a rimanere com'era, senza possibilità di rifiuto.
Quell'ennesimo anno universitario non sarebbe stato poi troppo diverso dagli altri.
Rivisitazione di una mia vecchia storia già pubblicata e che ho migliorato.
Spero.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Scott
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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La pila di vestiti che Dawn voleva provare, diminuiva sempre più.
All’inizio sembrava destinata a rimanere intatta, cosa che a Scott non sarebbe dispiaciuta più di tanto.
Insomma quale uomo avrebbe avuto da ridire se avesse visto una ragazza cambiarsi d’abito e chiedere un’opinione?
Lui di certo non avrebbe mai disdegnato un compito così particolare.
Purtroppo però anche quel bizzarro passatempo avrebbe avuto una fine.
Mentre lei continuava a cambiarsi d’abito, Scott si era alzato e si era aggirato per quelle file alla ricerca di un qualcosa di unico solo per lei.
Trovò quello che desiderava nei vestiti da sera.
Si trattava di un qualcosa di semplice, di non troppo scollato e di un celeste molto delicato.
Quando ritornò al suo posto, Dawn aveva finito di provarsi anche l’ultima maglietta ed era propensa a uscire.
“Credo d’aver finito.” Borbottò, scostando appena la tenda, prima che Scott le passasse un nuovo vestito.
“Provalo.”
“Ma questo…”
“Voglio vedere come ti sta.” Ridacchiò il giovane, facendola arrossire.
Con tutto il tempo che avevano passato insieme non voleva deluderlo.
Seppur in imbarazzo avrebbe provato anche quel nuovo vestito.
Nel frattempo Scott si torturava le mani.
Fissava la tendina con impazienza e dopo qualche secondo si rialzò.
Non appena scorse le persone che si aggiravano per quel negozio, iniziò a sudare freddo.
E come lui l’aveva notata, allo stesso modo lei si era accorta della sua presenza.
Infatti si avvicinò come se niente fosse e si volse verso il suo ragazzo.
“Scott…che sorpresa.”
“Perché sei qui, Courtney?”
“Forse perché questo è il mio negozio preferito e lo sapresti se ogni tanto mi accompagnassi in giro.” Sorrise lei.
“Non credevo fossi sempre fedele allo stesso negozio.”
“Offrono grandi marche a prezzi vantaggiosi.” Ribatté, sfiorando una maglietta.
“Devo pensare che tu sia qui per caso?”
“Per caso non direi proprio.”
“Se hai da dire qualcosa, ti ascolto.” Borbottò Scott, mentre Dawn ascoltava con attenzione il dialogo tra i 2.
Di certo non aveva intenzione di uscire allo scoperto e di rovinare quel momento.
Anche perché aveva imparato che mettersi in mezzo non era mai la soluzione migliore.
“Perché non ricominciamo daccapo Scott?”
“È una cosa che ho già visto fare diverse volte.”
“Quella di chiedere una seconda possibilità?” Domandò Courtney, mentre il rosso si allontanava leggermente.
“Anche se ti concedessi una possibilità, non è detto che io possa essere felice.”
“Ti aiuterò io.”
“Courtney…io non sarò mai felice.”
“Ma…”
“Puoi essere tu o qualunque altra ragazza: alla fine vi renderò infelici.” Sbuffò Scott, appoggiandosi a uno scaffale.
“E la ragazza che hai portato oggi?” Chiese la castana.
“È improbabile che lei riesca in qualcosa in cui molti hanno fallito.”
“A volte sei impossibile.”
“Non è mia intenzione illudervi, ma non sono un tipo che s’innamora facilmente.” Ghignò, facendo sobbalzare le due.
“E poi tu non sei veramente interessato a quella, vero?”
“Come l’hai capito?” Chiese il rosso, mentre Dawn iniziava a singhiozzare.
“Semplice intuizione femminile.”
“Non nego che lei sia carina, ma non è sufficiente.”
“Vorrei sapere cosa stai cercando in realtà.” Ricominciò Courtney, sperando che lui si esponesse in qualche modo.
“È inutile che cerchiate di capire ciò che voglio, in quanto non lo so nemmeno io.”
“Non hai ancora risposto alla mia domanda.” Si spazientì la castana, mentre Dawn, nascosta ancora nel camerino, era in una valle di lacrime.
Di certo se si fosse immaginata che da lì a breve avrebbe ricevuto un ulteriore mazzata, lei sarebbe scappata di corsa e non avrebbe più messo piede in quel negozio.
Poco, ma sicuro si sarebbe rinchiusa nella casa dei suoi benefattori fino alla prossima primavera per evitare di ritrovarselo davanti.
“Non ti garantisco nulla, Courtney.”
“Credevo che volessi scappare con quella.” Sbuffò lei, abbracciando il fidanzato e cercando un suo bacio.
“Ma che dici? Era solo un preconcetto che la tua gelosia ha creato.”
“Non hai intenzione di fare nulla in proposito?”
“E dovrei perdermi i suoi tentativi?” Chiese lui con un semplice ghigno e baciando delicatamente la sua ragazza.
“L’hai ingannata per tutto il tempo.”
“Era così lampante.”
“Lo sai? Per un momento ho creduto che…”
“Che io tenessi a lei? A quella stupida ragazzina? Sciocchezze.”
“E ora come pensi di sbrogliartela?” Domandò Courtney, incrociando lo sguardo freddo e calcolatore del suo fidanzato.
“Nel modo migliore.” Sussurrò, facendola sorridere.
Nel vederla felice il rosso si sentì soddisfatto.
Sapere d’avere ora il coltello dalla parte del manico lo portava in una posizione di netto vantaggio.
Tuttavia sentiva di non potersi arrischiare troppo sul terreno della gelosia.
La sua Courtney non era una ragazza semplice e poi c’era qualcun altro di cui liberarsi.
Qualcuno che doveva aver ascoltato tutto il discorso e che, nascosta dalla tenda, continuava a piangere.
Scott nel salutare la sua fidanzata tornò al suo posto, aspettando che Dawn uscisse dalla sua tana.
Prima o poi doveva uscire e confrontarsi con l’orribile verità: Scott l’aveva sempre e solo presa in giro.
Non era mai stato veramente interessato alla sua salute o alla sua felicità.
Lui si era mosso solo per l’iniziale senso di colpa e per l’obbligo che sua nonna gli aveva imposto.
 
Lentamente la ragazza scostò la tendina, mantenendo lo sguardo basso e ferito e avviandosi verso le casse.
Non incrociò mai lo sguardo dell’accompagnatore che, comunque, la seguiva a qualche passo di distanza.
Dawn, per un attimo, aveva creduto d’aver trovato un ottimo amico.
Un qualcuno che avesse a cuore la sua felicità e che potesse custodire i suoi segreti, ma non era così.
In confronto al bagno con il caffè questa era una pugnalata alla schiena.
Ora lei non poteva che desiderare di nascondersi nella sua casa con la speranza che nulla la riportasse sulla retta via.
Di Scott e Courtney, lei non voleva più saperne nulla.
Lei voleva solo essere lasciata in pace e, infatti, uscita dal centro, alzò gli occhi e si girò rabbiosa verso il rosso.
“Vattene!” Ordinò, facendolo sussultare.
“Immagino che tu abbia ascoltato quello che ho detto a Courtney.”
“Già.”
“Non è colpa tua, Dawn.” Sorrise il rosso, facendo aumentare la rabbia della giovane.
“Perché sarebbe colpa mia?”
“Non dovevi ascoltare quelle parole.”
“Scusami tanto se non sono ancora così vecchia dall’essere sorda.”
“Non ho detto questo.”
“Allora cosa?”
“Quello che ho detto a Courtney non è del tutto esatto.”
“Ah già…dimenticavo che tu sei già felice, ma con lei.” Riprese Dawn, dandogli le spalle e riprendendo a camminare.
“Si può sapere qual è il problema?”
“Io non ho problemi, ma ti chiederei di non usarmi come un mezzo per farla ingelosire.”
“Ti sembra che fosse questo il mio intento?”
“Scott…lasciami in pace.” Ribatté Dawn, mentre il rosso si avvicinava e la faceva girare verso di sé.
“No.”
“Ti ho detto di lasciarmi.”
“Ed io ti ho detto che non lo farò.”
“Non ho intenzione di diventare un tuo giocattolo.” Sbottò lei, spaventandolo appena.
“Io volevo solo…”
“Lasciami!” Gli ordinò, colpendolo con uno schiaffo e scappando lontana.
Nel vedere la sua figura correre lontana con le borse cariche di magliette e nel sentire la guancia pulsare, Scott intuì in quale guaio si era cacciato.
Quando aveva parlato con Courtney, si era convinto che lei non meritasse d’essere lasciata solo per qualche difetto e si era messo a ferire Dawn come se fosse la cosa migliore da fare.
Poi era capitato solo con Dawn e stava per ripetere lo stesso gioco.
Era questo che non riusciva a capire.
Lui amava Courtney, nonostante i problemi che si portavano dietro.
Incomprensioni, gelosie e vendette sarebbero sempre state all’ordine del giorno con lei, ma c’era qualcosa che lo attirava.
E questo non sapeva ancora cosa fosse.
Dall’altra parte della barricata vi era Dawn.
Da quel poco che aveva capito sul suo conto, lei aveva un carattere insolito.
Gentilezza, comprensione e allegria potevano essere elementi utili per ricucire il suo problema.
Ma la sua gentilezza quel pomeriggio aveva lasciato posto a rabbia e odio.
E Scott sapeva bene che non esisteva cattivo più cattivo di un buono quando diventava cattivo.
Lei avrebbe sempre trovato qualcosa con cui ferirlo, magari rinfacciandogli quell’orribile pomeriggio.
Qualsiasi cosa avesse fatto si sarebbe sempre scontrato con quella verità.
Inoltre, per lui, Dawn sarebbe diventata ancora più distante e irraggiungibile.
Con la testa piena di dubbi si avviò verso il vecchio parco.
Per un po’ la casa dei suoi nonni sarebbe stata off-limits.
Non perché temesse i sensi di colpa, ma solo per la vendetta che avrebbe accumunato Dawn e sua nonna.
Di certo non voleva andare a fare compagnia a suo nonno che probabilmente ne avrebbe avuto ancora per molto con la sua povera anca.
E nell’appartamento con Courtney rischiava seriamente di capitolare.
Sotto questo punto di vista era molto meglio evitare con la speranza d’incontrare, spaparanzato su una delle panchine, una sua vecchia conoscenza.
 
Infatti seduto a crogiolarsi al sole un tizio con i capelli grigi, probabilmente tinti, uno sguardo perennemente aggressivo e un sorriso forzato, stava fissando la natura tutt’intorno.
Era evitato come la peste e questo anche a causa del suo abbigliamento.
Sembrava un teppista con tanto di maglietta e jeans lacerati e con un tatuaggio sulla spalla a forma di squalo.
Fu quando il sole che tanto amava scomparve e una piccola ombra occupò il suo volto che lui riaprì gli occhi.
“Zanna.” Ghignò il rosso.
“Grrr…”
“Come stai?”
“Ti ha mai detto nessuno che svegliarmi mentre dormo, non è una scelta saggia?” Chiese, estraendo un piccolo coltello.
“Ho un problema e devo parlarne con qualcuno.”
“Courtney?” Domandò Zanna, voltandosi verso l’amico.
“Non solo.”
“Mai una visita di cortesia.”
“Ho appena comprato le tue sigarette preferite.” Ribatté il rosso, sedendosi vicino.
“Benvenuto allora.”
“Se mi dai un ottimo consiglio, ti regalerò l’intero pacchetto.” Ridacchiò Scott, facendo annuire Zanna che già pregustava il tabacco.
“Farò del mio meglio.”
“Non so, però, da dove cominciare.”
“Scott il mio tempo è prezioso.” Borbottò l’amico, stiracchiandosi appena.
“Ho combinato un casino.”
“Peggio di quella volta che hai rotto la vetrata della nonna di Harold?”
“Abbiamo rotto.” Lo corresse Scott.
“Non rigirare le mie domande e rispondi.”
“Temo di sì.”
“Quale vetrata hai rotto stavolta?” Chiese Zanna, abbassando lo sguardo e scrutando con i suoi occhiacci i bambini che si dondolavano sull’altalena.
“Le cose con Courtney vanno bene, ma credo d’aver ferito un’altra ragazza.”
“2 ragazze insieme? Non perdi tempo, amico mio.” Ghignò, demoralizzando appena il compagno di tante avventure.
“Tu sai com’è Courtney e con Dawn ho esagerato.”
“Frena un attimo: mi sono perso qualcosa.”
“Ho conosciuto una ragazza a casa dei miei nonni e ho iniziato a uscire con lei. Courtney, ovviamente, si è ingelosita e sono finito con l’offendere Dawn.”
“Hai rischiato di perdere entrambe al prezzo di una.” Borbottò annoiato Zanna, accendendosi l’ultima sigaretta del suo pacchetto.
“E ora non so come sistemare le cose con Dawn.”
“Hai provato a chiederle scusa?”
“Sarei qui, secondo te, se fossi riuscito a convincerla?” Chiese il rosso, mentre l’amico ispirava l’aroma intenso.
“Cosa vuoi sapere infine?”
“Non so come comportarmi.”
“Tutto dipende da cosa vuoi ottenere.” Sbuffò Zanna, fissando il vuoto.
“Come?”
“Le persone fanno le domande in base a ciò che vogliono sentirsi dire.” Spiegò il grigio, facendo uscire una piccola nuvoletta di fumo.
“Mi chiedo perché tu non abbia completato il corso di strizzacervelli.”
“Forse perché sono troppo alternativo per seguire certi schemi.” Borbottò, sbadigliando e facendo annuire l’amico.
“Io vorrei sapere quali scelte mi restano.”
“Se vuoi che le cose con Courtney si sistemino, lascia perdere la ragazza che hai conosciuto.”
“Però…”
“Se invece vuoi sistemare le cose, devi essere più aperto e confidare a tutti quel segreto che nascondi.”
“Io…”
“Non muoverti con troppa fretta Scott: stai giocando su un terreno scivoloso e con una mossa sbagliata cadi in mare con gli squali.”
“Sei sempre molto ottimista.”
“Io ti ho avvertito.” Borbottò il grigio, gettando a terra la sigaretta ormai conclusa e calpestandola appena.
“Mi consigli di affrontarla subito o di farla sbollire?” Chiese il rosso, facendo riflettere l’amico.
“Dipende da cosa vuoi ottenere.”
“Cioè?”
“Se vuoi che stia lontana, non devi mai affrontarla.”
“Ti sembro il tipo che desidera questo?” Domandò Scott, facendo negare il grigio.
“Se la vuoi come amica devi pazientare un po’.”
“Bene.”
“Se invece volessi qualcosa in più…beh è già tardi.” Ghignò Zanna, tornando a fissare il panorama che si stendeva dinanzi a loro.
“Qualcosa in più?”
“Sei ancora troppo giovane e inesperto per capire.” Nicchiò il grigio, ricevendo il pacchetto che Scott gli aveva promesso.
“Le promesse vanno mantenute.” Borbottò il rosso, mentre l’amico si apprestava a consumare un’altra sigaretta.
“Ovviamente.”
“Ci penserò con calma, grazie Zanna.”
“E di cosa, vecchio mio?” Chiese con calma glaciale, facendo scattare l’accendino e aspirando con calma l’aroma che avrebbe azzerato ogni suo pensiero.
 
Angolo autore:

Ryuk è leggermente in ritardo.

Ryuk: Et voilà.

Non si è mica accorto di cosa ho fatto.

Ryuk: Che? Io non ricordo d'aver scritto sta roba.

Era tutto troppo zuccheroso.
Non ti dispiace se metto un po' di zizzania giusto per non rendere il tutto troppo scontato?
E poi la forma umana di Zanna meritava una comparsata.

Ryuk: Io ti...

Zitto o ti licenzio.
E detto questo vi saluto.
Alla prossima.
   
 
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