Inizio
della Resistenza
La folla si era diradata e le
bancarelle che prima
avevano attirato mezza città in
strada, stavano sgomberando il
passaggio, prima che il caldo diventasse insopportabile. I cavalli
venivano
imbrigliati ai carretti e le merci, le spezie e la frutta riposta, al
riparo
dal sole battente. Nell’aria ancora poche tracce del
persistente aroma dei
limoni che sostavano sui banchi, mentre il vento salmastro invadeva le strade.
Le
sue mani
stringevano una logora sacca bianca che, grossomodo, conteneva gran
parte della
sua vita. Suo fratello al suo annuncio aveva riso e suo nonno
lisciandosi la
barba grigia le aveva dato un paio di mesi, dicendo che sarebbe poi
impazzita
nel trovarsi circondata da muri di pietra. Sua madre con le lacrime
agli occhi
l’aveva salutata con un dolce bacio. Guardandosi intorno non
poteva contraddire
l’anziano : intorno a lei si snodava un labirinto di pietra
che la agitava, ma
cercò di non darlo a vedere ai suoi nuovi amici.
Percepiva il nano girarsi per osservarla. Quando i
loro sguardi alla
fine si incrociarono lei strizzò l’occhio con fare
allegro. Bronn attirato dal
tintinnare dentro la sacca le rivolse la parola.
«Senti ragazzina, se quella
sacca pesa troppo posso
portartela io. »
«Mi chiamo Kayla. E no, non
pesa, è praticamente vuota. »
« Alla Fortezza Rossa avrai
tutto ciò che ti serve... »
intervenne
Lord Varys « Troveremo delle vesti che non adatte ad una dama
di compagnia. »
«Se le prestassi una delle
tue tuniche sgargianti non
dovresti nemmeno impegnarti a presentarla come tua protetta »
sentenziò il
Lannister.
«L’importante
è che vi possa celare sotto queste. »
concluse la ragazza toccando le spade che le imbrigliavano
le
cosce.
Gli appartamenti di Lord Varys erano
limitati ma sontuosi e
colorati. Le pareti erano rivestite con tappezzerie colorate ed esotice
e
l’aroma dell’ incenso
stordiva i sensi.
Per ora lei avrebbe dormito in una piccola stanza adiacente a quella di
Varys,
mentre lui disponeva per trovarle alloggio insieme alle altre ancelle.
Il letto
occupava quasi la totalità della superficie della sua
celletta, ma per lei che da
sempre aveva condiviso lo spazio vitale con l’intera ciurma,
quella inaspettata
privacy era lusinghiera.
L’enorme letto di piume di
Varys troneggiava nel mezzo della
stanza principale, adornato con un meraviglioso copriletto dorato. La
luce e
l’aria circolavano nella stanza grazie all’enorme
finestra e al terrazzo. Con
le gambe nude e solo una leggera sottoveste a coprirle il busto stava
studiando
come nascondere le spade sotto la tunica che le aveva dato
l’eunuco, in attesa
che arrivasse l’ancella per lavarla. In parte sperava non
venisse. Nessuno a
parte sua madre la aveva mai lavata e l’idea che
un’altra donna stesse li a
fissarla, la imbarazzava. Si sedette sul prezioso copriletto
chiedendosi se mai
prima una donna vi era mai stata sopra mezza nuda.
Stava stringendo la fibbia della
fodera sulla gamba quando
bussarono. Distrattamente disse avanti, ma la persona che
aprì la porta quasi
scardinandola non era una ancella. Immediatamente schizzò in
piedi gettando la
fodera tra cuscini
approfittando dello
stupore dell’uomo.
«Tu chi sei?! »ringhiò.
Portava una spessa armatura nera e una lunga spada sul fianco. Era
alto, più
alto di qualunque uomo lei avesse mai conosciuto per mare.
« Sono l’ancella
di Lord Varys. » si
affrettò a dire lei. Un sorriso divertito le
solcò per un istante il viso quando
lo sguardo di lui si posò sulle sue gambe nude mentre la
squadrava.
«Cos’è,
un nuovo modo di dire puttana? »
disse lui senza muoversi di un centimetro e tornando a
fissarla in volto. Solo allora lei noto la strana cicatrice che lui
celava
sotto i capelli lunghi.
«Non sono una puttana. » rispose
secca « e se lo fossi, sarei inutile a Lord Varys. »
Lui la fisso e poi pose
l’occhio sulla spada che ancora
riposava sul letto.
«Ehm…
» esordì
lei entrando nel suo campo visivo in modo
felino.«…mi chiamo Kayla.»
Pochi passi e fu ad una manciata di
centimetri dal soldato. Poté
notare i freddi occhi grigi incorniciati dalle folte sopracciglia,
mentre le
sue orecchie erano all’altezza giusta per sentirgli il cuore
battere nel petto
come un tamburo anche attraverso la spessa armatura. Decisamente non
aveva mai
visto un uomo tanto alto su di una nave.
Lui sospirò e senza
staccarsi dai profondi occhi viola si
congedò:
« Se Lord Varys torna digli
che Re Joffrey lo sta
aspettando. »
Lei sorrise ed annuì,
sospirando mentre la porta si chiudeva
fragorosamente. Si
voltò verso l’arma e
maledì se stessa.
Sansa osservava la capitale
dall’alto della sua stanza nella
Fortezza Rossa. Sembrava che nessuno soffrisse da lassù,
mentre lei nel cuore
portava un dolore immenso. Stava per lasciarsi andare ad un pianto
quando
bussarono alla sua porta.
Li invitò ad entrare
tentando di ricacciare in gola il nodo
che la opprimeva.
«
Lady Stark, il Re Jeoffrey le porta queste vesti
perché lei possa scegliere quella che più la
aggrada per il banchetto della
Festa del Vino »
Sansa osservò
distrattamente i tre abiti che le vennero
presentati. Poco tempo prima sarebbe andata in estasi
all’idea di indossare
qualcosa di così prezioso, ma in quel momento i colori e i
ricami più elaborati
le apparivano grigi e senza valore.
« Li lasci pure li, li
guarderò dopo. » stava per rivolgere il suo
sguardo nuovamente
alla finestra quando aggiunse «
fai venire Shae per favore.»
La serva annuì
sommessamente e scivolò fuori com’era
entrata.
Tyrion versò
dell’altro vino nelle coppe di fronte a lui.
Mentre Varys non aveva nemmeno terminato il primo bicchiere Kayla e
Bronn se
n’erano già scolati quattro o cinque. Shae era
già riversa sul letto ed ogni
tanto rantolava qualcosa sul suo giovane leone.
« Bene bene, lentamente ma
inesorabilmente stiamo costruendo
la nostra resistenza, non è vero Varys? »
chiese il nano divertito.
«Se non ti sforzassi per
annientarne le funzioni motorie
sarebbe meglio. »rispose
l’eunuco.
I due guerrieri risero di gusto e il
baccano risvegliò la
donna sul letto.
« Oh cielo! Devo tornare da
Sansa, è tardi! »
disse
tentando goffamente di tirarsi su.
«Forse
è il caso di mandare un’altra serva… »esclamò
Varys alzandosi.
Kayla allora lo fermò
« Lasciate stare, Varys, la accompagno io. » disse
aiutando Shae ad alzarsi.
«Facciamo questi quattro
passi e ci svegliamo… e poi devo
ancora conoscere Sansa. »
« Quale occasione migliore
per farle una buona impressione…portarle
la sua ancella ubriaca! »
esordì Bronn biascicando lievemente.
Le due donne uscirono ridacchiando e
tentando di assumere
una postura il più possibile eretta.
«
Com’è questa Sansa? >> chiese la
ragazza sistemando
la veste per nascondere le armi che portava.
« Sansa è
deliziosa…è gentile e molto caritatevole. Peccato
per le sciagure che ha dovuto passare.
Il passaggio di due guardie reali le
ammutolirono e
cautamente bussarono alla porta della giovane Stark
« Sansa , lei è
Kayla. E’ la nuova ancella di Lord Varys. >>
esordì
Shae entrando.
La
giovane si girò e
squadrò la donna che le sorrideva. Portava una lunga veste
di cuoio e delle
protezioni sugli avambracci anch’esse in cuoio.
« Sono qui per aiutarti
Lady Stark. >>
disse
« Non sembri
un’ancella. >> rispose
Sansa
Kayla allora sguainò le
spade e le fece roteare ad un
centimetro dalle sue stesse orecchie.
« Tenteremo di non darlo a
vedere Lady. >>
Kayla stava
appoggiata alla porta dove pochi minuti prima aveva bussato. Quando la
giovane
era scoppiata a piangere tra le braccia di Shae aveva preferito
lasciarle sole.
Lei non aveva mai conosciuto suo padre ma non poteva immaginare quale
orrore
fosse stato vederlo morire in un modo tanto atroce.
In lontananza un membro della Guardia
Reale si stava
avvicinando puntando alla porta sulla quale era appoggiata. Quando fu a
pochi
metri spostò le mani sull’ elsa delle spade.
«Spostati , devo prelevare
Lady Stark. >> tuonò il
cavaliere
« Lady Stark non vuole
essere disturbata. >> rispose
senza indugio.
Il Cavaliere ci mise qualche istante
per analizzare la
frase.
« E’ il Re che lo
comanda. >>
« Il Re dovrà
aspettare finché Lady Sansa non sarà pronta ad
uscire. >>
A quella risposta Ser Merryl
sguainò la spada e la portò ad
un centimetro dalla gola della donna, che ,senza scomporsi, in un istante sguaino la
propria e
allontanando quella del cavaliere.
«Ma chi
diavolo…>>
« Che sta succedendo qui?
>> li interruppe una voce roca ma potente
come il ruggito di un
leone.
Il guerriero che era entrato nelle
stanze di Lord Varys
apparve dalla penombra.
« Devo portare la Stark dal
Re ma questa puttana mi sta
facendo perdere tempo. >>
« Bada a come
parli…>> sussurrò lei stringendo la
spada
« Ci penso io a portare la
Stark dal Re.>> rispose
lui frapponendosi tra la spada della
donna e Ser Merryl.
« Come vuoi Mastino, ti
aspetto alla Sala del Trono. Ma non far
attendere il Re o ne risponderai tu.>>
Lui annuì e prima di
girarsi aspettò che il cavaliere
voltasse l’angolo.
« Cosa credi di fare?
>> ringhiò feroce quanto il suo
nome a pochi centimetri dal volto della guerriera.
«No, tu cosa credi di fare?
>> rispose lei sostenendo
il suo sguardo.
« Io sto evitando che la
testa di qualcuno finisca su una
picca. >>
« E per le nostre teste
deve pagare una ragazzina? >>
incalzò portandosi sulle punte .
Non ricordava l’ultima
volta che un uomo l’aveva
sovrastata in modo così lampante. La
sicurezza di non poter vincere contro uno come lui la agitava in modo
profondo.
Era abituata a uomini che non sarebbero mai stati in grado di sfiorarla
e
quella vulnerabilità non le apparteneva.
Lui non rispose immediatamente, ma
fece due profondi respiri
che si infransero sulla spada sguainata. Non capitavano spesso
all’interno di
una fortezza donne in grado di usare. Ma la pelle bruciata dal sole e
il fisico
asciutto suggerivano che non provenisse da un bordello o un castello.
« Ti assicuro che
finché sarò presente non le faranno del
male. >> si limitò a dire
Le ci vollero un paio di secondi per
analizzare le sue
parole. Non riusciva a leggere alcuna traccia di menzogna in quei
freddissimi
occhi grigi.
Lentamente poggiò i
talloni a terra e ritrasse la spada.
Con l’elsa
bussò alla porta e chiese a
Sansa di uscire, senza perdere il contatto con gli occhi freddi del
Mastino.
Lui mantenne in suo sguardo, sicuro, e solo quando lei posò
gli occhi sulla sua
deformità sembrò indispettirsi
« Dove mi porta?
>> li interruppe Sansa impaurita,
uscendo dalla stanza seguita da Shae
« Dal Re. Ma non temere
verrò con te.>> le sorrise
Kayla.
Sansa seguì docile il
Mastino, tremando come una foglia.
Quando fu a pochi metri la guerriera afferrò
Shae per un braccio e le sussurrò
« Corri a chiamare Tyrion.
>>