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Autore: SweetAinwen    26/03/2017    2 recensioni
- E tu? - Adrien si ritrovò il viso della piccola a pochi centimetri di distanza. - Tu sei la verità o la bugia? -
Restò dei secondi in silenzio, fissando le sue iridi oltremare che lo avevano catturato dal primo istante e sorrise. Ah, ormai era stato stregato!
Sorrise: - Adesso... sono la verità. - vide lentamente le labbra di lei andare verso l'alto e mostrare i denti, per poi trovarsi avvolto il collo dalle sue esili braccia.
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Adrien è un famoso ladro che terrorizza il mondo da ben quattro anni, denominato Chat Noir. Da quando ha compiuto diciotto anni e lasciato la casa, ha deciso che la sua vita sarà spericolata e un continuo rubare, ma... avrà la stessa opinione dopo aver incontrato due iridi oltremare, un sorriso birbante e... la dolcezza che, in un attimo, cattura il tuo cuore?
Cosa succerebbe se un ladro incontrasse la dolcezza incarnata in una bambina? Verrà sopraffatto da essa o continuerà per la sua strada?
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nathanaël
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo III.






Entrò in punta di piedi, osservandosi attorno. Il letto era vuoto, come la stanza. 
Aggrottò la fronte, poi ridacchiò: - Mmh. Dove sarà finita? - canticchiò sottovoce.
Marinette si tappò la bocca con le mani, cercando di trattenere le risate. Non l'avrebbe mai trovata, ne era sicura! 
Chat intravide, grazie alla luce lunare che filtrava nella camera, una chioma blu-corvina spuntare alle spalle della casa delle bambole. 
Sorrise sghembo: - Mmh. Vediamo... - si inginocchiò e fece finta di dare un'occhiata sotto al letto. - qui! -
Marinette sporse di poco il viso, vedendo in quella posizione e fece una linguaccia silenziosa.
"Ah-ha! Non sono lì-ì, non sono lì-ì.", cantilenò, dopo essere ritornata al suo posto, guardando il muro di fronte a sé. 
Chat si alzò e decise di trovare un altro metodo. 
Sospirò: - Una veeera peste. - la piccola mise il broncio.
"Ma io non sono una peste!"
- Non ho mai visto una peste così peste! - continuò, mettendosi a braccia conserte e allo stesso modo fece Marinette.
"Io non sono una peste!"
- Non riesco proprio a credere che devo giocare con una peste. - 
Marinette uscì allo scoperto, con le mani sui fianchi e il labbro inferiore all'infuori: - Io-non-sono-una-peste! - 
- Trovata. - sorrise innocente.
- Eh? Non vale. - batté un piede per terra e lo indicò. - Hai imbrogliato! - corse nella sua direzione e si diede uno slancio, venendo presa al volo dal ragazzo. - Monello! -
Lui rise. Essere chiamata in quella maniera la faceva arrabbiare parecchio, di conseguenza sarebbe uscita e gli avrebbe detto: << Non sono una peste! >>. Infatti era successo. 
Dei passi felpati si avvinarono velocemente alla porta, che fu aperta poco dopo. 
- Marinette? Sei ancora sveglia? - formulò sorpresa, dando uno sguardo all'interno.
Udiva soltanto il silenzio e la bimba era situata sotto le coperte. Scosse la testa, sbattendo più volte le palpebre. Se l'era immaginato? Giurava di averla sentita parlare con qualcuno. 
- Devo guardare meno film. - e richiuse la porta.
Certi che la donna se ne fosse del tutto andata, Marinette scese dal materasso e Chat ne fuoriuscì da sotto. 
La piccola saltellò sul posto, divertita: - Mi sto divertendo un mondo con te! - 
Sorrise. Quella volta non era Chat Noir a farlo, ma colui che c'era dietro la maschera: Adrien. Notò lo sguardo fisso di Marinette e i secondi che passarono lo insospettirono subito. 
- Quando mi fai vedere la tua faccia? - 
Ed eccola lì... 
Sbuffò. Da un po' di tempo gli chiedeva di togliersi la maschera e lui non sapeva come reagire. Doveva o no? Se si fosse lasciata sfuggire qualche cosa sulla sua doppia identità sarebbero stati guai. 

Chat Noir smascherato: il figlio del famoso stilista Gabriel Agreste, Adrien Agreste, in manette. L'incubo del ladro notturno è ormai giunto al termine.
Vent'anni di carcere. Il padre se ne tira fuori. 


Sarebbe comparsa sicuramente come notizia shock. Forse stava esagerando con i vent'anni, ma... quattro anni di rapine in case benestanti e non quanto valevano? Mettendo anche quante ne aveva visitate?
Era diviso in due: da una parte voleva e dall'altra no. Che strazio!
- Quando, quando? - mise il broncio, guardandolo male. - Non puoi sempre nasconderlo. Devi farlo vedere, no? - 
- Avrei dovuto lasciarti cadere dall'altalena, mi sarei levato una peste dalla vista! - alzò gli occhi al cielo, divertito. - Non sarei dovuto venire questo pomeriggio. -
Marinette sollevò l'indice: - Adrien! -
- Cosa?! - sgranò gli occhi, saettando le iridi da una parte all'altra.
Aveva parlato ad alta voce? 
- Lo sapevo! Lo sapevo che tu sei Adrien! - iniziò a trotterellare, avanzando verso di lui e acchiappando i suoi polsi, senza fermare i saltelli. - Che bello, che bello, che bello! -
Già, lo aveva fatto. Che idiota! 
- Non devi dirlo a nessuno. Intesi? -
- Sììì! - 
- Shh! - la zittì, l'indice posato sulle labbra. - Vuoi che tua madre venga di nuovo qui? -
- Ma prima non era mamma. -
Si stranì: - Ah, no? -
- Mmh-mmh. - assentì, andando a prendere le bambole poste vicine al comodino. - Era la zia Nathalie. - Chat si stupì. - Mamma e papà dormono al lavoro. Questo mi dice la zia Nathalie, così lei dorme qui. -
"Il loro lavoro è talmente importante da trascurare la loro figlia, che ha bisogno di affetto. Incredibile!", pensò disgustato. 
- Chat/Adrien, vieni qui! Che giochiamo! -
Adesso, però, c'era lui... e le avrebbe dato tutto ciò che desiderava. Tutto. Era una promessa.
Sorrise: - Arrivo, peste. -
- Non sono una peste! -



Marinette era seduta a tavola, mentre colorava il suo disegno e le gambe facevano su e giù per la felicità. Aveva sempre avuto dei sospetti, i capelli e gli occhi erano del medesimo colore, come quello stupido soprannome che ripeteva ogni volta che ne aveva occasione. Insomma! Persino un bambino se ne sarebbe reso conto! Non avevano di certo problemi di vista e di intelletto. I suoi due migliori amici erano la stessa persona, un colpo di fortuna!
Prese tra le dita il foglio e lo alzò, osservandolo con un sorriso a trentadue denti. Oggi suo padre andava più tardi al lavoro, rispetto alla mamma, e poteva farglielo vedere. 

<< Bravissima, Marinette! >>

Avrebbe detto certamente questo. Non stava più nella pelle! 
- Che cos'hai disegnato, Buginette? - le chiese Nathalie, sedendosi accanto a lei, che mostrò il suo capolavoro.
C'era il sole a destra, un prato verde chiaro, uno scivolo e un'altalena. Su quest'ultima c'era una bambina, che veniva spinta da una persona dalla chioma bionda e le iridi verdi e sorridevano entrambi. 
Ridacchiò e la osservò: - È Adrien? - Marinette annuì - È bellissimo, Buginette. - 
Nathalie era davvero contenta di scorgere quel luccichio negli occhi della piccola, non aveva mai assistito a quella sua spensieratezza e ora ne aveva la possibilità. 
Non avrebbe ringraziato abbastanza Adrien per tutto quello che stava facendo e scommetteva che nemmeno il ragazzo sapeva come sdebitarsi per aver ritrovato la serenità perduta da tempo. 





Adrien si sedette sulla panchina a peso morto, sotto le risate di Nathalie.
Sbuffò: - Non c'è niente di divertente. - la guardò male, mentre cercava di riprendere fiato. 
- È impossibile. Ti ha stracciato. - lo beffeggiò e il ragazzo drizzò il busto, poggiando gli avambracci sulle cosce.
- Grazie per avermelo ricordato. - mise il broncio, osservando Marinette che saliva gli scalini dello scivolo a casetta e sorrise. - Grazie. -
Nathalie corrugò la fronte: - E per cosa? -
- Per avermi permesso di conoscerla... di... - ridacchiò e la fissò - ritrovare la serenità che avevo ormai perso. -
Nathalie sorrise dolcemente. Eccolo... l'Adrien spensierato era venuto a galla!






Marinette sorrise a trentadue denti, finché non sentì i passi del padre farsi vicini e si issò di scatto. Doveva fare in fretta, prima che se ne andasse!
- Papà, papà, papà! - al richiamò della figlia si fermò e la guardò. - Guarda! Ti piace? - 
L'uomo spostò l'attenzione su quel disegno colorato in modo grossolano e alzò un sopracciglio. Doveva commentare quel... come doveva chiamarlo? Le sue iridi si mossero su Marinette, a cui iniziò a spegnersi il sorriso.
- Non... ti piace? - formulò titubante, era più una constatazione che una domanda.
- Devi soltanto... migliorare. - posò delicatamente il palmo sulla testa di lei, sorpassandola.
Marinette lo vide allontanarsi sempre di più, finché la porta non fu aperta e chiusa. Abbassò lo sguardo e mollò la presa sul foglio, facendolo cadere a terra.
Nathalie, dopo essersi avvicinata, lo raccolse e le toccò una spalla in segno di conforto. Marinette la agitò, liberandosi della mano della donna e arrancò velocemente verso la sua stanza, buttandosi sul letto a pancia in giù e il viso nascosto dalle braccia. Nathalie afferrò il suo cellulare e lo portò all'orecchio. 



Adrien sospirò di sollievo, mentre si frizionava i capelli bagnati con l'asciugamano e si dirigeva nel salone. Gli ci voleva proprio una bella doccia rilassante, dato che quella peste di Marinette lo aveva stressato non poco ieri sera. Ridacchiò. Eh, parlava in quella maniera... ciò nonostante gli piaceva molto. Scosse la testa. Che contraddizione la sua! Il cellulare iniziò a squillare sul tavolino rettangolare di fronte al sofà e lo prese, leggendo il nome sul display.
"Nathalie?", pensò confuso.
- Pronto, Adrien? - 
- Nathalie, che succede? - le domandò in ansia.
Non sapeva perché, ma aveva la sensazione che c'entrasse Marinette.
- Sei disponibile? Dovresti venire alla villa Dupain-Cheng. -
- Alla villa?! C'entra Marinette? -
- Sì. - 
"Lo sapevo. Le è successo qualcosa.", meditò preoccupato.
- Arrivo subito. - e chiuse la comunicazione.

Suonò il campanello e fu subito aperto da Nathalie, che lo invitò ad entrare. Si osservò attorno. Quella struttura poteva eguagliare perfettamente quella del padre.
- Ha disegnato questo. - glielo mostrò e lui lo prese tra le mani, sorridendo nel capire chi erano i due. - Voleva farlo vedere al padre, per avere un suo apprezzamento, ma... - sospirò - come al solito non gradisce ciò che la figlia crea, - alzò gli occhi al cielo - dicendo che deve migliorare. - guardò Adrien, che invece fissava le scale.
Voleva andare da lei e confortarla, abbracciandola e accarezzandole la testa per rassicurarla. Nathalie sorrise, capendo al volo le sue intenzioni. 
- A te darà più ascolto. - quelle parole attirarono la sua attenzione - Vai. - 
Adrien non se lo fece ripetere due volte e salì in fretta le scale, avvertendo il cuore restringersi nel trovarla in posizione fetale, mentre si strofinava un occhio con una mano e stringeva a sé il suo pupazzetto.
- Ehi, peste. -
Il suono della sua voce le fece alzare la testa e guardare davanti a sé. Adrien era sull'uscio, con un sorriso rassicurante e calmante. Abbassò il capo, distogliendo lo sguardo e lui si sedette sul bordo del letto. 
Sospirò: - Buginette, il tuo papà non l'ha fatto apposta. Ha tante cose per la testa e lo avrà detto senza pensarci. Non ci ha fatto caso. Su, fammi un sorriso. - tentò di rallegrarla, invano.
Osservò ancora il disegno e sorrise. Non era un capolavoro, certo, in fondo lo aveva disegnato una bambina di otto anni. Poteva comprendere, però, che c'era amore in quel disegno e quello bastava.
- Questo disegno è bellissimo, lo sai? Sei stava bravissima. -
Marinette si girò dalla sua parte, stringendo la presa sul pupazzo: - Davvero, Adrien? -
- Davvero. -
- Davvero, davvero? - chiese conferma, reggendosi con una mano sul materasso. 
Ridacchiò: - Davvero, davvero. -
- Che bello!! - urlò, saltandogli addosso e facendolo ridere. - Ti voglio tanto bene, Adrien. - lui ricambiò l'abbraccio. 
- Anche io, Marinette. -
- Ma stasera vieni? - sussurrò al suo orecchio, facendolo sorridere.
- Ovviamente, peste. -
- Sììì! E non sono una peste! - 
Nathalie assistette alla scena poggiata allo stipite della porta.
"Grazie. Grazie mille.", pensò, rivolta al cielo.
Già, ringraziava Dio per averlo messo sulla strada della piccola. Lui non era un ragazzo, era un Miracolo.

Un Miracolo divino.







*Angolino dell'autrice* 
Buon salve! ^--^ Come state? Siamo solo al terzo capitolo, ma c'è così tanta dolcezza! *--* Ok, vi svelo un mio piccolo pensiero: pedofilia portami via. xD 
Sul serio, ho pensato che questo legame, Adrien provasse troppo affetto... insomma... ehm... >.< Scusateee! xO Sono davvero cattiva ad avere un pensiero del genere! *si nasconde dietro un albero* Ho avuto solo io questa impressione...? xD Cioè... Mon Dieu ditemi che non l'ho pensato solo io! xD Ok, ok, ritiro tutto. È da maniaci dire cose del genere >.> smettila subito Ainwen! xO *si copre gli occhi con le mani* 
Adrien si rispecchia in lei, perché i suoi genitori sono sempre via e lei, ovviamente, prova la stessa solitudine e lo stesso abbandono... Sì, Ainwen, è così! Quindi... stop ai pensieri cattivi! xD
Spero sia stato di vostro gradimento ^--^ 
A presto!
Da: SweetAinwen
  
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