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Autore: vero511    26/03/2017    1 recensioni
Ellie Wilson 24 anni, appena arrivata a New York insieme alla sua gioia più grande: il figlio Alex. Lo scopo della giovane è quello di ricominciare da zero, per dare la possibilità ad Alex di avere un futuro diverso dal passato tumultuoso che lei ha vissuto fino al momento del suo trasferimento. Quale occasione migliore, se non un prestigioso incarico alla Evans Enterprise per riscattarsi da vecchi errori? Ma Ellie, nei suoi progetti, avrà preso in considerazione il dispotico quanto affascinante capo e tutte le insidie che si celano tra le mura di una delle aziende più influenti d’America?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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ZACK’S POV

Fortunatamente sono un guidatore eccezionale e in poco tempo riesco a riprendere il controllo della vettura e ad uscirne illeso, ma vorrei davvero capire che accidenti mi ha tagliato la strada, così accosto a lato e dopo aver constato di essere solo e di non dare fastidio a nessuno, scendo dalla vettura. Il buio regna sovrano ed è interrotto solo da alcuni lampioni posti ad un’ampia distanza gli uni dagli altri. Il silenzio è quasi inquietante e qualcosa non mi torna: un animale non farebbe così attenzione a non fiatare, tanto più dopo aver rischiato di essere investito. Ciò significa che probabilmente non sono solo. Mi allontano verso l’altro lato dell’autostrada guardandomi intorno circospetto. Improvvisamente una goccia di pioggia mi colpisce il viso e decido di continuare il mio viaggio per arrivare a destinazione il prima possibile, ma quando guardo verso la macchina, un’ombra più o meno della mia stessa statura si sta piegando sul sedile del passeggero alla disperata ricerca di qualcosa. Il ricevitore. Comincio a correre con l’intento di scacciare il ladro e ringrazio me stesso per aver preso lezioni di kick boxing, ignorando le parole di mio padre, il quale preferiva che io avessi guardie del corpo anziché difendermi da solo. Prendo lo sconosciuto per le spalle e con tutta la forza che ho in corpo cerco di scaraventarlo lontano per poi chiudere velocemente la portiera alle mie spalle. È ancora in piedi e a causa della notte che incombe su di noi, non riesco a distinguere il suo volto. “Chi sei?” Domando minaccioso. Ovviamente non si degna di rispondermi, ma si getta con prepotenza verso di me con l’intento di attaccarmi. Riesce a darmi un pugno sul viso e sento il labbro bruciare, il dolore fa sì che una scarica di adrenalina si propaghi in tutto il mio corpo in modo che io reagisca. Lo colpisco a mia volta nello stomaco e appena si piega in due lo spingo per farlo cadere a terra. Non vedo auto sulla strada quindi è improbabile che riesca a seguirmi, così decido di mettermi velocemente al volante e sfrecciare via.

Appena giunto a destinazione, mando un messaggio a Matt per avvisarlo di essere arrivato. Tengo per me il fatto di essere stato aggredito, non voglio che si preoccupi inutilmente anche se dovrei capire il motivo di quell’attacco: anche Ellie potrebbe essere in pericolo. Accantono per un po’ l’idea e mi preoccupo di medicare il mio labbro dopo aver lasciato il borsone con le mie cose nel salotto dell’appartamento. Questo luogo è rimasto lo stesso a distanza di anni e ogni singolo oggetto mi ricorda il periodo migliore della mia vita vissuto qui. Solo una donna delle pulizie vi ha messo piede poco prima del mio arrivo, nessun altro oltre a me lo aveva mai fatto. So perfettamente come muovermi e dove trovare l’armadietto con i medicinali. Mi guardo allo specchio e noto che la situazione è peggiore di quanto pensassi: il labbro inferiore si è gonfiato e i miei vestiti sono sporchi di sangue. Mentre applico la medicazione, noto che anche le mie nocche sono lievemente graffiate.
Mi faccio una doccia calda e piuttosto lunga per distendere i muscoli tesi dallo scontro di prima e per cercare di alleviare il mal di testa causato dai troppi punti interrogativi che si affollano all’interno di essa. Quell’uomo sicuramente sapeva cosa stava cercando, quindi qualcuno sa del nostro piano. Ma come è possibile? Siamo in pericolo? Il nostro piano non può funzionare? Per quanto ci provi, non ho le risposte che mi servono. Spero che questa mia “vacanza” possa aiutarmi a schiarirmi le idee, ma soprattutto, spero che nessuno si faccia male.

Tengo acceso il ricevitore sia di notte che di giorno e gli unici momenti in cui lo spengo, sono quelli che dedico solamente alla mia arte. In questo appartamento c’è il mio studio dove producevo le mie creazioni. È piccolo, ma accogliente. I muri con i classici mattoncini rossi rendono caldo l’ambiente e l’odore di tempere si propaga ovunque facendomi sentire a casa come mai prima d’ora. Vorrei davvero essere in grado di spegnere la mente e dedicarmi esclusivamente alla mia passione, ma non appena do libero sfogo alla mia creatività, ecco che sulla tela compare un’ombra scura di cui la mia mano si appresta a disegnarne i contorni scuri.

ELLIE’S POV

Sono passati ormai quattro giorni da quando Zack è partito per la sua destinazione segreta e ancora non ho avuto sue notizie. Matt mi ha assicurato che non ci sono novità per quanto riguarda Allen e questo mi rende più tranquilla. La vita procede monotona e il mio ex ragazzo, a parte pochi semplici sms, non si è fatto sentire e in assenza di Zack abbiamo pensato tutti che sarebbe stato meglio fingermi particolarmente impegnata con il lavoro. “Che noia!” “Se ti annoi così tanto, fatti dare più impieghi da Matt”. “Buongiorno signorine, c’è qualche problema?” Neanche lo avessimo chiamato, eccolo sbucare con un caffè in mano. “Jennifer desidera avere più compiti, Evans la teneva molto più impegnata” ridacchio. “Beh, se ti annoi, potresti venire a cena con me stasera” ammicca il ragazzo. Sapevo che prima o poi glielo avrebbe chiesto, ma non pensavo l’avrebbe fatto così. “Non stai uscendo con una ragazzina?” “Ragazzina? E tu come fai a saperlo?” Matthew la guarda con un misto di confusione e curiosità e io ricordo l’azione di spionaggio della mia amica di qualche settimana fa. “Ehm…io…” “Lascia perdere, vieni o no?” Mi sembra strano che abbandoni così la questione, magari ha semplicemente in testa di ritornarci più tardi. Ricevo una telefonata e mi allontano: mi dispiace non poter sentire la risposta di Jen, ma sicuramente dopo me ne parlerà e questo è il giusto pretesto per non essere più la terza in comodo.
Si tratta di un numero sconosciuto, ma anche se titubante, decido di rispondere: “Pronto, chi parla?” “E-Ellie” Zack. “Zack è successo qualcosa?” “Vai a casa, prendi Alex  e raggiungimi qui.” “Cosa?” “Fa’ come ti ho detto.” “E come diavolo faccio ad arrivare da te se non so nemmeno dove tu sia?” “Ho detto ad un mio amico fidato di portarti in un posto, poi ti raggiungerò”. “Okay, sei ubriaco?” “Wilson, chiudi il becco e fai quello che ti ho detto. Adesso.” Starei tutto il giorno a ribattere ad ogni suo ordine, ma una certa urgenza nel suo tono, mi fa capire che forse devo davvero sbrigarmi. “Va bene”.

Liquido velocemente Kim, dandole un extra per il suo ottimo lavoro così che se ne vada il prima possibile. Prendo una valigia non troppo grande e ci butto dentro alcuni vestiti per me e mio figlio. Quando finalmente sono pronta, scendo di gran carriera verso l’uscita del St. Regis ed ecco che una macchina dai vetri oscurati mi si para davanti. Il finestrino dal lato del passeggero si abbassa mostrandomi un viso conosciuto: Hamilton. “Ellie! Che piacere rivederti, coraggio salite” il suo sorriso bonario scaccia per un attimo la preoccupazione che è montata in me a seguito della telefonata con Zack. “Hamilton! Sono così contenta di vederti, sei stato reclutato da Evans?” Cerco di mantenere il clima leggero per Alex, che dopo l’improvvisa partenza sembra essere confuso. “Quando mi ha detto che dovevo scortarti in un posto ho acconsentito subito. La strada non è molta ed è un piacere accompagnartici”. “Zack ti ha spiegato il motivo di tutto questo?” “Sì, so che avete una riunione fuori città. O meglio, lui aveva una riunione, ma si è accorto di aver bisogno di un’assistente”. Non mi stupisce che non gli abbia detto il reale motivo per cui siamo su questa macchina, ma non capisco come abbia fatto l’uomo accanto a me a cascarci.
“Tranquilla, sarà circa un’oretta di macchina. Se il piccolo ha bisogno di qualsiasi cosa possiamo fare una sosta” mi rassicura pensando che la mia irrequietezza sia dovuta al bambino. Se Zack ha ritenuto che Hamilton non dovesse sapere, evidentemente ha avuto i suoi buoni motivi; ma al tempo stesso, non posso fare a meno di pensare che sia accaduto qualcosa di brutto. Altrimenti perché non tornare indietro o semplicemente aggiornarmi per telefono?

“Ecco là”. Alex si è addormentato da poco ed io non ho fatto altro che osservare il panorama scorrere dietro al finestrino. Sono contenta che Hamilton non abbia fatto troppe domande o non abbia voluto intraprendere particolari conversazioni, non avrei avuto la forza di sostenerle. Accostiamo accanto ad un'auto che non è la solita usata dal capo. Siamo in una zona piuttosto anonima e non ci sono molte persone. “Hamilton! Grazie per essere accorso in mio aiuto, non avevo tempo di tornare fino in città” “Oh non preoccuparti ragazzo, è stato un piacere”. I due uomini si salutano mentre io prendo in braccio il bambino, non posso fare a meno di notare il taglio che ha Zack sul labbro, ma lascio le domande a quando saremo soli. “Aspetta, vai pure in macchina, prendo io la valigia” si offre gentilmente Zack. “Ci vorrà un po’ ad arrivare a destinazione quindi mettiti comoda” mi dice. “Puoi spiegarmi cosa sta succedendo?” Vorrei usare un tono più alto e arrabbiato, ma non ho alcuna intenzione di svegliare Alex. “Non ora. Manda un messaggio alla tua amica, dille che hai avuto un imprevisto e sei dovuta andare a casa di alcuni parenti.” Non voglio iniziare subito a litigare, quindi faccio come mi ha detto. “Adesso spegni il telefono e togli la schedina” “Devo spaventarmi?” “Devi fare tutto quello che ti dico senza fare troppe domande. E sì, dovresti avere qualche preoccupazione, ma non farti prendere dal panico.” Ciò non mi rassicura. Lo guardo ed è veramente teso e concentrato. “Zack, rischio di impazzire se non mi dici qualcosa. Ti prego.” Lo vedo titubante, qualcosa lo sta tormentando e penso che tra poco mi strapperò i capelli uno per uno. Poi finalmente, un sospiro e si decide a parlare; ma forse, avrei preferito che non lo facesse. “Qualcuno ci ha traditi”.  



-N/A-
Buongiorno ragazze! Ecco il nuovo capitolo che spero vi piaccia! Colgo l'occasione per ringraziare tutti di cuore dati i fantastici risultati che sta dando la storia. Fatemi sapere cosa ne pensate di questo nuovo capitolo, e niente, un bacio. 
  
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