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Autore: __Lily    30/03/2017    1 recensioni
"Nonostante tutto Jon rimase nell’ombra mentre Sansa Stark fece un passo verso l’oscurità. [...] Jon aveva osservato la sorella: la veste smossa dal vento, il metalupo degli Stark ricamato nel suo vestito e i suoi occhi blu come quelli della madre si erano fatti freddi - quasi glaciali - come il vento del Nord. 
I suoi capelli rossi come le fiamme del fuoco illuminavano l’oscurità nella quale si stava addentrando.

«Fai ciò che devi Sansa» aveva sussurrato guardando la sorella scomparire dentro quel canile."
Genere: Azione, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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VENTITRE

 


 

 

 

Fu strano prendere in mano una spada, era la prima volta che la usava e non sapeva bene come maneggiarla.
Erano sempre stati altri ad usarla per lei sia nel bene che nel male, le tornò vivido nella mente il ricordo del Mastino che la salvava quando la folla inferocita l’aveva aggredita.
Arya le spiegò pazientemente ricordando gli insegnamenti di Syrio, il suo maestro di danza.
In breve Sansa riuscì a maneggiarla e tenerla nel modo giusto.
Fin da bambina al contrario di sua sorella era stata la lady perfetta, ora era una giovane e bella donna con cui molti avevano giocato, un uomo in particolare e sarebbe stato lui a pagare i suoi debiti prima di Cersei Lannister.
Dallo studio Jon osservava Sansa e Arya, quando l'aveva vista la prima volta in abiti maschili e con una spada in mano il ricordo di Ygritte era riemerso e per un solo istante i loro volti si erano fusi, e le sue cicatrici invisibili avevano sanguinato di nuovo.
Come poteva lasciarle sole a Grande Inverno? Come poteva impedire a Petyr Baelish di fare altro male a Sansa?
Avrebbe davvero fatto di tutto per lei, anche scatenare una nuova guerra, anche mettersi contro la Valle.
Chiuse gli occhi e cercò di calmarsi ricordando le parole di Sansa, lei non voleva nessuna guerra, desiderava solo poter vivere in tranquillità a Grande Inverno con lui e con ciò che restava della loro famiglia.
Jon non era Rhaegar e Sansa non era Lyanna.
«Jon?» fu la voce di Bran a riportarlo con i piedi per terra, accompagnato da Meera si era recato da lui.
«Bran, Meera entrate.»
Meera adagiò Bran sulla sedia dall’altro lato del tavolo poi lasciò soli i due fratelli.
«Scusami se non sono venuto da te prima Bran, ma avevo bisogno di pensare.»
«Lo so, spero che tu non mi odi per ciò che ti ho detto.»
Anche se era quasi un uomo per lui sarebbe stato sempre il suo fratellino, gli si avvicinò e si mise alla sua altezza.
«Non potrei mai odiarti Bran, sei mio fratello. Ho pensato a molte cose in questi giorni. Ora che sei tornato e dopo aver scoperto la verità, intendo rinunciare al titolo di re del Nord.»
«No, non puoi!»
«E’ la cosa più giusta da fare. Io non sono uno Stark e per quanto mi sforzi non riesco ancora ad accettare di essere un Targaryen. Questo titolo dovrebbe essere tuo. Sei tu il signore di Grande Inverno.»
Bran guardò suo fratello, se le cose fossero state diverse, se solo non fosse diventato il Corvo con tre occhi…
«Non sarò io il re del Nord, non è il mio destino. E’ il tuo Jon, sarai tu a guidarci nella lunga notte che verrà.»
«Sai bene quanto me che nessuno accetterà di essere guidato da un Targaryen.»
«Ti hanno voluto come loro re, hanno giurato di combattere al tuo fianco.»
«Lo avevano giurato anche a Robb e a cosa è servito? Quando sapranno la verità, quanto pensi che durerà il loro giuramento?»
«Jon, tu sei nato per questo. E’ il tuo destino, lo è sempre stato.»
«E tu sei dovuto cadere da una torre per scoprirlo.»
Bran abbassò gli occhi a terra, nonostante tutto ciò che ora sapeva la sua caduta restava ancora avvolta nel mistero.
«Portami nel Parco degli Dei, voglio mostrarti una cosa.»
Jon si alzò e prese in braccio Bran, poi scese le scale e uscireono dal castello, fuori era tutto bianco e con molte probabilità quella notte avrebbe nevicato ancora.
«Vicino all’albero» disse Bran, così suo fratello lo adagiò nelle neve bianca e fredda, «Ti fidi ancora di me?»
«Sei mio fratello, questo non cambierà mai.»
«Nemmeno per me. Non so se funzionerà, non ho mai provato a portare qualcuno nelle mie visioni. Dammi la mano.»
Jon colto da un misto di paura ed eccitazione diede la mano a Bran, poi suo fratello allungò l'altra e toccò il ruvido legno con la faccia scolpita, sentì qualcosa di strano, una luce bianca lo avvolse e quando riaprì gli occhi era ancora nel Parco degli Dei ma c’era qualcosa di diverso.
Meno neve, altri colori, il cielo non prometteva neve ed era notte, e suo fratello era in piedi accanto a lui.
«Bran!» esclamò Jon osservando suo fratello, avevano quasi la stessa altezza.
«Nelle mie visioni posso ancora camminare e correre. Non credevo che avrebbe funzionato, che ci sarei riuscito.»
«Siamo ancora a Grande Inverno» constatò Jon.
«Guarda» disse Bran indicando un uomo in piedi poco più in la di loro, la schiena poggiata contro un tronco ruvido, la luna faceva risplendere i suoi capelli argentei quanto lei, i suoi occhi erano viola, a Jon mancò il respiro anche se per poco.
«Padre» sussurrò, era la prima volta che chiamava così Rhaegar Targaryen, si sentì strano a dirlo ad alta voce, era come un tradimento nei confronti di chi lo aveva cresciuto, un tradimento nei confronti di Eddard Stark.
Indossava un mantello rosso con l’emblema di un drago e aveva una spilla sempre con un drago solo che nella spilla c’erano tre teste.
Fuoco e sangue, pensò ricordando il motto dei Targaryen.
Iniziò a camminare verso di lui, ma i suoi passi non facevano rumore, vedeva, sentiva, toccava ma non era lì, quello era solo il passato, un ricordo perso ormai nel tempo.
«Non può vederci né sentirci Jon, mi dispiace.»
«Non dispiacerti Bran, è più di quanto avessi mai sperato.»
Jon sentì un fruscio leggero, qualcuno stava arrivando dietro di loro, passò loro d’avanti senza nemmeno rendersene conto.
«Rhaegar!» urlò la voce di una giovane donna, il principe si voltò e sorrise alla ragazza dai capelli scuri e l’abito azzurro come una giornata d’estate.
Lyanna Stark corse incontro al suo principe d’argento, si teneva il vestito per correre e non inciampare, aveva il volto arrossato e anche gli occhi probabilmente aveva pianto.
Lui le andò incontro e la abbracciò, la tenne stretta a se, poi la baciò.
«Sei venuta» rispose sorridendole e facendole una carezza.
«Non posso sposare Robert, io… non posso farlo, non è lui che amo.»
Rhaegar Targaryen le sorrise nuovamente, l’espressione corrucciata di prima se ne era andata, era la stessa che Jon aveva avuto per gran parte della sua vita.
«Vieni con me allora, sposami.»
«Ma tu hai già una moglie.»
«Sai che non amo Elia, le voglio bene ma non la amo. I miei antenati avevano più mogli perché io non posso farlo? I miei genitori erano fratelli e si sono sposati lo stesso. Ti porterò ad Approdo del re, farò reintegrare il matrimonio poligamo. Sarai mia moglie, la mia regina un giorno.»
«Non mi importa del tuo titolo, non mi è mai importato.»
«Lo so Lyanna. Accetti?»
Per tutta risposta Lyanna Stark lo baciò, ancora una volta Jon diede ragione a Sansa, non era mai stata sua prigioniera, aveva scelto liberamente di seguirlo.
Era così vicino a loro, studiava i loro volti, ascoltava le loro voci così da poterle ricordare.
Sua madre assomigliava davvero ad Arya, stessi occhi, stessa ribellione innata.
Aveva i capelli scuri come i suoi e ricci, gli occhi grigi.
Bran posò una mano sulla spalla di Jon, sapeva quanto fosse triste per lui vedere tutto quello e non poter fare nulla.
«Verrò con te Rhaegar, ovunque vorrai andare io ti seguirò.»
Le loro teste erano una contro l’altra, le scostò una ciocca di capelli scuri e le fece una carezza sul volto.
«Voglio che tu sia sicura di questa decisione.»
«Non sono mai stata così sicura di qualcosa in vita mia, se la tua proposta è ancora valida verrò con te, altrimenti resterò a Grande Inverno e sposerò Robert, e un giorno ti guarderò diventare il re che i Sette Regni meritano di avere.»
«Lyanna, sono disposto a tutto, anche a rinunciare a diventare re pur di averti.»
«No, non lo permetterò è il tuo destino Rhaegar e sarà lo stesso per Aegon. Sei un buon padre, non voglio separarti dai tuoi figli.»
«Sarà solo per poco tempo, li rivedrò presto e impareranno a volerti bene. Rhaenys già te ne vuole, non vede l’ora di venire al Nord per giocare con la neve.»
Gli occhi del principe si illuminarono non appena pronunciò quel nome, Rhaenys sarebbe dovuta essere sua sorella come lo erano state Arya e Sansa e Aegon suo fratello, come Robb e Bran e Rickon; ma erano morti entrambi.
«Non voglio prendere il posto di Elia, hanno già una madre.»
«Quando saranno abbastanza grandi da capire spiegherò loro che è possibile amare più persone e in modo diverso.»
Lei prese la mano di lui e la baciò.
«Verrai con me lady Stark?»
«Ovunque.»
«Saremo felici insieme, ricordi ciò che ti dissi ad Harrenhall?»
«Mi hai detto molte cose ad Harrenhall.»
«E’ vero, molte cose sono state dette. Saremo felici insieme, i nostri figli lo saranno.»
«Lo pensi davvero?»
«Si. Il drago ha tre teste. Prepara qualcosa per il viaggio, ti aspetto qui, domani. Ci sposeremo al cospetto degli antichi Dei del Nord e faremo lo stesso ad Approdo del re al cospetto dei Sette Dei.»
«Aspetterò domani con impazienza.»
Lyanna gli diede un ultimo bacio assaporando tutto di lui, era così bello, l’uomo più bello che avesse mai visto, era il suo drago.
«Madre» disse Jon, in quel momento Lyanna si voltò verso di lui come se lo avesse sentito ma non vide nessuno, Bran conosceva quella sensazione perché l'aveva provata nella visione di Dorne.
«Lyanna?»
«E’ meglio che vada ora, fa attenzione.»
«Anche tu mia signora.»
Lyanna Stark si incamminò di nuovo verso il castello lasciando Rhaegar solo nel Parco degli Dei, il vento soffiò scompigliando i suoi capelli chiari, gonfiò il suo mantello rosso, rimase ad osservare la donna che amava finché non scomparve dietro agli alberi diga.
«A domani Lyanna» sussurrò lui, nonostante fosse rimasto solo.
Bran prese la mano di Jon e nuovamente una luce bianca lo avvolse, quando riaprì gli occhi era ancora nel Parco degli Dei, ma Bran non era in piedi e i suoi genitori non erano lì.
Per la prima volta Jon Snow aveva visto i loro volti e sentito le loro voci.
In quel momento prese una decisione, sarebbe andato a incontrare la madre dei draghi.

  
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