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Autore: LanceTheWolf    03/04/2017    0 recensioni
Korra è tornata a combattere sul fronte del Regno della Terra, con lei alcuni dei compagni di sempre. Una figura sconosciuta è stata in grado di mettere sotto il suo controllo alcuni dei vecchi nemici del passato e questo comporta la necessità di schierare in battaglia vecchi e nuovi amici. A Città della Repubblica continuano le selezioni per i nuovi Furetti di Fuoco.
Genere: Azione, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Iroh, Korra, Lin Beifong, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Avatar: Storia dell’erede perduto'
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Cap. XLV: Attacco al Treno
-Sesta parte-


 
-Complimenti! Un ottimo lavoro, Avatar. - Disse l’uomo col camice, dopo aver smesso di battere le mani, seduto sulla sua sedia come se nulla fosse.
-Ti aspettavamo. - Continuava, scavallando le gambe e puntando le mani sui braccioli di metallo per sporgersi in avanti con gli occhi fissi in quelli di Korra. –Sapevamo che saresti giunta anche se, in tutta onestà, speravamo che il regalino che ti avevamo spedito ti avesse fatto cambiare idea, ma a quanto pare ci sbagliavamo. Non avrei mai pensavo che la grande Avatar Korra avesse il coraggio di spezzare così tante vite, ma con mia grande sorpresa non hai avuto nessuno scrupolo al riguardo. Eravamo preparati al tuo arrivo eppure sei riuscita a sgominare tutto il nostro esercito. Un vero peccato, non trovi? Tutti quegli uomini morti solo perché fedeli ai loro ideali. Tanto spreco di sangue per non concludere niente. -
-Dopo che avrò finito con te vedremo se avrai ancora voglia di dire che non abbiamo concluso niente! - Bolin parlò per primo, irritato forse più di lei dalle parole di quel tizio, constatò Korra, ma… dove aveva già visto quel tizio?
-Taci leccapiedi! - Inveì l’uomo urlando verso Bolin. –Sto forse parlando con te? – Quegli occhi sgranati lasciavano trapelare la furia verso chi gli aveva rotto le uova nel paniere e la sua più completa follia.
Il resto dei presenti non parlava.
Iroh e Lin se ne stavano a lato, crucciati, braccia conserte.  Sembravano ascoltare pensierosi quanto quell’uomo aveva da dire.
-Leccapiedi? Dovresti stare più attento a chi hai di fronte, ometto! - Rispose iroso Bolin che superandola afferrava l’uomo per il bavero tirandolo finalmente su da quella sedia.
-Puoi dire quello che vuoi, ma come puoi leggere negli occhi del mio amico, ti conviene stare zitto e venire con noi! -
Di nuovo l’uomo scoppiò in una fragorosa risata al dire di Korra.
“Occhi gialli, capelli neri, carnagione chiara, statura nella media. Sicuramente un uomo della Nazione del Fuoco, ma dove l’ho già visto?” Pensava la ragazza, mentre…
-Ridi? Vediamo se riesco a toglierti questo riso dalla faccia! -
-Calmati Bolin, non ne vale la pena, abbiamo vinto! Solo questo conta. Andiamo! -  Intervenne ulteriormente l’Avatar, onde evitare che il ragazzo rovinasse quella loro ‘preziosa’ fonte d’informazioni.
Bolin sbuffando sembrò ritrovare contegno, allentando la presa intorno al collo dell’uomo. -Ritieniti fort… - Accennò a dire, mentre quello: -Vinto? Oh sì, vinto! Se per voi vincere vuol dire saltare per aria con il vostro intero esercito e qualche villaggio nelle vicinanze, direi di sì… avete vinto! - Ancora rideva.
Bolin lo teneva appeso, ma Korra a quel dire gli fu immediatamente accanto e strappandolo dalle mani del compagno lo attaccò violentemente alla parete.
–Cosa stai dicendo? -
Rideva. Lo aveva appena sbattuto con tutta la forza che aveva in corpo contro una parete di metallo e lui rideva.
-Allora? - Intimò ulteriormente la ragazza, lasciando che l’uomo ripetesse l’esperienza, una seconda e una terza volta.
-Dottor Yakamochi. Siete voi, non è vero? - La Domanda di Iroh, finalmente, suscitò qualcosa in quel pazzo.
-Principe Iroh! Che piacere incontrarla, quel che si dice sul suo acume a quanto pare corrisponde a verità. Non a caso siete stato l’unico dei presenti a riconoscermi. -
“Il professor Yakamochi. Possibile? Come aveva fatto a non riconoscerlo?” Pensò l’Avatar. “Nipote dell’uomo che, sotto il governo di Ozai, grazie all’ausilio delle sue scoperte in ambito bellico, aveva reso le forze militari della Nazione del Fuoco devastanti al punto da essere paragonate a veri e propri demoni. Ecco perché mi tornava famigliare il suo volto, quest’uomo è il più grande ingegnere della Nazione del Fuoco e una delle maggiori menti belliche al servizio... al servizio della terra del fuoco, al nostro…” Era esterrefatta al punto da non riuscire a parlare.
-Ecco dove ti ho già visto! - Esclamò Bolin ancora più furioso che mai. –Sei tu allora. E’ tutta colpa tua se il nemico sembrava conoscere in anticipo ogni nostra mossa. Non sembrava: la sapeva! -
Glielo strappò di mano gettandolo malamente su quella sedia.
-Ohh! Il Cagnolino dell’Avatar vuole un osso! - Ebbe il coraggio di commentare l’uomo.
-Com’è possibile professore. Io ho sempre creduto che lei fosse dei nostri, mio nonno si è sempre fidato ciecamente di voi! - Intervenne Iroh. –Siete parte del Loto Bianco, avreste dovuto essere al servizio dell’Avatar e invece…-
L’uomo ancora non si toglieva quel ghigno dalla faccia.
Tutto a Korra tornava adesso: già aveva pensato che ci fossero degli infiltrati, ma non a livelli così profondi.
-Già, talmente importante per l’Avatar che neanche ricordava chi fossi. Bell’Avatar… proprio l’Avatar che tutti aspettavamo. - Parlava quel traditore.
-Korra. - La chiamò Bolin. –Dimmi che non ti serve, ti prego! -
Lo guardò ancora pensierosa, ma non gli rispose. Chissà quanti altri che riteneva fidati in realtà stavano tramando contro di loro.
-Parte del Loto, sì. - Giunse la voce di Lin. –Ma del colore sbagliato a quanto pare. -
“Il Loto Rosso.” Pensò Korra a seguito di quelle parole, poi Lin continuò: -Piuttosto sono l’unica ad aver fatto caso alla parte del ‘Saltare in aria’ in questa… ehm… ‘stanza’? -
-Accidenti è vero! - Disse Bolin. –Cosa diavolo intendi con il far saltare in aria? -
-Proprio quello che ho detto, Scherzo della Natura. - Rispose quello, di nuovo con il collo stretto pericolosamente nella presa del ragazzo.
-Questo vuole farsi uccidere! Non ci cascare, moccioso! - Intervenne Lin. -Parla Professore! O la morte sarà l’ultimo dei tuoi problemi, credimi! - 
Era furiosa. Adesso Korra era davvero fuori di se. Senza quasi rendersene contò un turbine d’aria partendo da lei lo stappò violentemente dalle mani del ragazzo sbattendolo sulla parete al lato opposto.
-Apri quella lurida bocca e parla, maledizione! –


-Fortuna che c’era il letto! - Si lasciò sfuggire Lin sarcastica, mentre Korra sul limite dello stato d’Avatar scagliava quel tizio addosso alla parete sopra quel letto... appunto!
Non era stata certo una carezza: il sangue gli colava copiosamente sul volto da sotto la frangia di capelli scuri, mentre tossiva via un fiotto di sangue dalla bocca e dal naso.
Lin lo vide osservare il sangue sulle mani che si era portato alle labbra e scoppiare di nuovo in una fragorosa risata.
–Volete sapere cosa è successo e cosa succederà? - Disse ancora con quel sorriso tatuato in faccia. –Non c’è problema, tanto a breve saremo tutti morti! Non ci potrai far niente piccola Avatar. -
Il tempo passava e quello… “Ma certo, sta perdendo tempo! Il suo piano era questo sin dall’inizio, quindi… forse siamo ancora in tempo.” Pensò la donna, movendo un passo verso di lui decisa a fargli vomitare tutto quel che sapeva, quando… l’uomo cominciò da solo a dare le risposte che cercavano.
-Sapevamo che saresti arrivata, te l’ho già detto, non ricordi? Credevi che davvero vi avremmo fatto trovare qui i risultati delle nostre ricerche? Questo che vedete, se già non lo sapevate, non è solo un mezzo di trasporto, ma uno dei laboratori ingegneristici più avanzato al mondo. Abbiamo messo insieme il meglio della tecnologia dei tre regni, ma non avrete nulla di quanto abbiamo creato. Non saprete mai con cosa avrete a che fare fino all’ultimo. E questo perché appena abbiamo saputo che conoscevate la nostra locazione abbiamo spostato al sicuro quanto avevamo già progettato e tutte le mie ricerche con loro. Quello che vedete qui non è né più, né meno di quanto avevate già visto in passato, ma quello che vi aspetta… ahhhh… non potete nemmeno immaginarlo! -
“Sta ancora temporeggiando!” Pensò Lin ringhiandogli contro: -Parlaci dell’Esplosione, accidenti! -
-Ogni cosa a tempo debito signora Beifong. Non sono neanche troppo sicuro che vi siate resi conto, nella vostra ottusità, di essere caduti in una trappola… beh, in effetti una trappola che non ha funzionato un granché dato che il piano principale prevedeva di farvi trovare ad attendervi truppe quattro volte superiori a quelle che vi aspettavate, ma, a quanto pare… dovremmo cercare altre spie tra le nostre fila, quella ragazzina delicata non doveva essere l’unica… ricordo ancora il suono delle sue ossa mentre si spezzavano. Tragico, ma necessario purtroppo! - Disse sadicamente. –Ma torniamo a noi, dicevano? A sì, la trappola. Purtroppo per voi avete superato il Piano A del nostro piccolo stratagemma e siamo stati costretti a passare al meno gradito Piano B. Sapete, speravamo di salvare armi e bagnagli e tornare a casa con la graziosa testolina dell’Avatar come trofeo e invece… ahhhh! Tutto questo ben di Dio sprecato! Ma chi se lo aspettava che l’Avatar avrebbe avuto il fegato di giustiziare così tanti uomini inermi, nel sonno poi…proprio un comportamento degno di un Avatar, non c’è che dire! - Ironizzò.
-Basta perdere tempo o ti giuro che non avrai la fortuna di morire rapidamente! - Sbottò Lin.
-Su, su, non si arrabbi Capo Beifong! - Disse questo senza sapere che doveva temere maggiormente chi sovente era portato a parlar anche troppo, ma che in quel momento lo guardava silenziosamente con occhi lucenti e il suo ‘cagnolino’: aveva visto i muscoli del ragazzo fremere dal desiderio di spaccare le ossa a quel tipo proprio come aveva saputo avevano fatto alla sua giovane allieva.
-Piano B, dicevano. – Riprese l’uomo. –Il piano B comprendeva, ahimè, la bizzarra idea di un tizio di vostra coscienza, sapete si fa chiamare il Luogotenente, vi ricordate di lui o devo rinfrescarvi la memoria? - Il ringhiare sommesso dell’Avatar e la pressione dell’aria improvvisa che lo schiacciava nuovamente contro la parete fu l’incentivo giusto per continuare: -Il piano B consisteva nell’avviare l’autodistruzione di questo treno. Sapete oltre a essere un gigantesco e pregevole gioiello tecnologico è anche una potentissima testata esplosiva di enorme gittata. Devo ringraziare per questo gli studi di un altro vostro vecchio amico di cui ho rinvenuto gli studi: Varrick. Un tizio geniale, un po’ strano, ma geniale non c’è che dire! Continuando… purtroppo l’attivazione di questo ordigno è un tantino complessa, o volevamo essere certi che se fossimo stati costretti ad attivarla l’Avatar sarebbe morto su questo treno, quindi… è stato necessario da parte mia aspettarvi qui e, come ben detto dalla signora Beifong, perdere un po’ di tempo. Sapete, la giusta durata, dato i danni che avete apportato al mio sistema… siete disastrosa Avatar, per poco rischiavate di non farci andare a segno neanche il Piano B, cosa che sarebbe stata decisamente un problema dato che non avevamo un Piano C. Immagino capiate. -
-Questo… Questo posto sta per saltare in aria? - Domandò Iroh, guardandosi in torno.
-Si, principino, direi proprio di sì, tra circa…- Disse l’uomo guardando l’orologio al polso. –Un sette, otto minuti al massimo. Per carità potete anche provare a scappar via, nessun problema, tanto il raggio dell’esplosione, come vi ho detto, coprirà un aria molto vasta. Pensate che verrà rasa al suo anche la piccola e graziosa cittadina di Xìng huā. Povera gente inconsapevole, ma l’Avatar non ha voluto perdere. E…-
-Dimmi dove si trova la bomba. - Disse categorica Korra.
-Se proprio ci tieni, tanto non farai in tempo a disinnescarla anche perché non esiste un modo, credimi lo so bene, altrimenti non sarei qui a morire per i miei ideali. -
-Si, si, tutto molto nobile, ora parla: dove si trova? -
-Tempo perso, ma come vuoi. Ce l’hai proprio sotto i piedi, ma tanto è inutile. -
-Sotto…- Disse Korra abbassandosi a controllare il pavimento.
Neanche il tempo di pensarci che il generale Iroh tirato via il tappeto scoprì una botola.
Korra sollevò il portello e immediatamente fu visibile a tutti quel terribile conto alla rovescia: 6.47… 6.46 … 6.45 …
-Lin, Iroh! - Chiamò l’Avatar. –Radunate tutti i dominatori del fuoco, se davvero non dovessimo riuscire a bloccare quest’esplosione cercheremo almeno di contenerla. -
-Stupida illusa, secondo te, qualche dominatore del fuoco…- Cercò di intervenire il folle scienziato.
-Taci! Non conosci i miei dominatori, e voi andate! Bolin vediamo se riusciamo a smembrare questa cosa, tu hai lavorato per Varrick in passato, dovresti capirne qualcosa. - Fu rapido l’intervento dell’Avatar.
Lin e Bolin annuirono, ma Iroh… -La conosco! - Esordì.
I presenti si voltarono a fissarlo.
-La testata esplosiva sarà anche simile a quella ideata da Iknik, ma questa è ingegneria della Nazione del Fuoco! -
-Perfetto allora. -  Disse Korra. –Bolin con Lin. Iroh con me e vediamo di portare a casa la pelle! -
I dominatori della Terra annuirono e rapidamente si allontanarono da quel vagone col traditore.
-E dire che ero convinta che questa battaglia sarebbe stata la prima di molti successi! - Disse Lin in corsa.
-Mai dire ‘mai’! - Rispose il ragazzo rapido al suo fianco, che portava sottobraccio quasi fosse un sacco di patate quello scienziato. –Ho piena fiducia nell’Avatar! -
Lin sorrise al dominatore della lava, ormai fuori da quel treno. –Anch’io, ma non diciamoglielo, ok? –
Quell’uomo era improvvisamente calmo, notò Lin mentre Bolin richiamava i suoi uomini.
L’ultima volta che lo aveva visto, quel timer segnava 5.59 minuti.


-Hayato, raduna immediatamente tutti i dominatori del fuoco! Izanami, anche tu! - Ordinò Bolin al capitano del Gruppo Roku e alla sua vice, subentrata al posto di Suzume, messi al comando rispettivamente della prima e della seconda divisione dell’esercito al servizio del Generale Iroh.  
-Heng, Xia, fate lo stesso con i dominatori della Terra sotto di voi. - Comandò ai due dominatori del metallo a capo dei due battaglioni specializzati rimasti.
Bolin non li vide annuire, ma ne fu certo, come era sicuro della loro devozione nell’Avatar.
-Atsuko, ho bisogno anche di te! - L’arciera del gruppo Yangchen, al comando del gruppo misto e più rapido dei cinque, apparve davanti a lui silenziosa come un’ombra. –Mi servono i tuoi dominatori del fuoco e della terra. Radunali e passali sotto il comando di Hayato e Heng. Immediatamente! -
La ragazza annuendo sparì così come era apparsa.
Gli eserciti del fuoco e della terra impiegati in quella battaglia si mossero rapidamente mettendosi in formazione, lo stesso i dominatori richiesti al quinto battaglione.
-Gruppo Roku, Atsuko, qui! - Non passò un secondo che i quattro ragazzi e l’arciera si trovarono a fronteggiare il loro comandante.
-Gruppo Roku, presente, signore! - Dichiarò Hayato per tutti.
-Perfetto, abbiamo poco tempo. A quanto pare questo treno è un enorme ordigno esplosivo sul punto di esplodere. L’Avatar e il Generale Iroh, stanno facendo il possibile per evitarlo, ma noi dobbiamo comunque essere pronti. Hayato, Heng c’è bisogno dell’aiuto di tutti, ho dunque posto sotto i vostri comandi anche i dominatori del fuoco e della terra della quinta divisione. -
-Si, signore! - Risposero i due ragazzi all’unisono.
-Heng, Xia, fate innalzare e mantenere ai vostri uomini cerchi concentrici di pareti frangi-fiamme usando come epicentro i vagoni di testa del treno. E’ da lì che eventualmente si espanderà l’esplosione. Le pareti non dovranno essere continue in modo da permettere ai dominatori di procedere per contenere l’esplosione e rialzare le pareti abbattute dal primo impatto e retrocedere se dovesse essere necessario. -
-Si, signore! - Risposero a una voce.
-Hayato, Izanami, i dominatori del fuoco prenderanno posizione accanto ai dominatori della terra. Cercheranno di contenere le fiamme e procederanno con questi per ridurre la portata dell’incendio e soffocarlo, tutto chiaro? -
-Si, signore! - Ribadirono i due dominatori del fuoco.
-Appena verranno innalzate le pareti, posizionate i vostri uomini intorno alla penultima cerchia, in modo che l’esplosione vi arrivi già parzialmente attutita, almeno così voglio sperare. Gruppo Roku, Andate! -
-Agli ordini, signore! - Dissero dileguandosi rapidamente.
-Atsuko, avvisa il generale Monraq e metti al riparo le sue truppe e il resto del tuo battaglione dietro l’ultima cerchia di Frangi-fiamme. Conto su di te! -
La ragazza annuì prima di andare.
Bolin controllò il cronometro al suo polso: tutto quel da fare aveva dimezzato il tempo a loro disposizione.
 

 
Iroh era inginocchiato accanto a Korra davanti a quella botola.
Osservava la ragazza fissare il timer silenziosa da quando Bolin e Lin si erano allontanati con il professore.
La vide sospirare per poi accennare un ghignetto scrocchiandosi le nocche delle mani tra loro, per poi… -Forza al lavoro! -
Si limitò ad annuire mentre la ragazza dalla tasca tirava fuori un ritaglio di carta ripiegato.
La vide aprirlo e allisciarlo a terra accanto alle sue gambe.
Sapeva di cosa si trattava: era lo schema del generatore che alimentava quel treno, che avevano trovato sul corpo di Suzume.
-Iroh, guarda questo straccio di schema, guarda questo marchingegno davanti a noi e dimmi cosa ne pensi? -  
-E’ stata aggiunta una carica esplosiva all’accumulatore d’energia del treno in modo da innescarne l’esplosione. -
-Dici di conoscere questo tipo di ordigno. Pensi che si possa staccare senza problemi da questa roba? -
-Se lo facessimo la carica interna salterebbe sicuramente. Il meccanismo è collegato in maniera sensibile sia al timer che all’oggetto a cui è ancorato-
-E questa cosa che dici come si connette alla carica? -
-L’esplosivo all’interno viene innescato da dei collegamenti elettrici che attraverso una semplice scarica ne determinano l’esplosione. -
-Una scarica, quindi… capisco. E se distaccassi tutto l’involucro contemporaneamente da questa carica interna? -
-Basterebbe distaccare i cavi contemporaneamente, ma come pensi di fare? -
La vide sorridere.
-Questo affare è di metallo, semplice e magnifico metallo. Si vede che pensavano fosse uno spreco usare del platino per qualcosa destinata a saltare in aria. -
Iroh rimase un secondo stupito, poi… -Non può essere così semplice! -
-Qualcuno non dice sempre che tanto vale rischiare? Oltretutto il professor Yakamochi parlava da non-dominatore. Sai come sono fatti i non-dominatori, no? Tendono sempre a dimenticare fino a che punto si possono spingere i nostri poteri e poi… io sono l’Avatar! - Ancora se la rise strizzandogli un occhio e rigirandogli contro quanto aveva dichiarato solo poco prima, mentre posando una mano leggera sull’ordigno lo sguardo le baluginò lievemente. –Ok. - Disse quando quella lieve luminescenza si disperse. –Questa cosa che dovrebbe esplodere è una specie di panetto con sei distinti fili metallici che vi entrano dentro? -
-Sì. - Si limitò a rispondere sbalordito dell’analisi che la ragazza aveva fatto della bomba. –Ma attenta Korra, se non esegui il tutto contemporaneamente... –
-Sai che ho pensato? - Lo interruppe lei. -Distacco i fili, invece che dal panetto, da dove sono attaccati più saldamente, qualcosa vorrà dire se si sono impegnati tanto a fissarli a quel modo, no? E’ da lì che dovrebbe partire la scossa, giusto? -
-Non è esattamente così, come posso spiegarti… è un circuito: se interrompi il circuito…-
-Esplode, ok. Ma sono già passati due minuti e non ne capisco molto di questa roba, quindi dimmi solamente se la mia idea può funzionare o meno. – Lo interruppe di nuovo.
-Si. Dovrebbe funzionare, ma deve avvenire tutto nel medesimo istante. -
-Bene! Allora augurami buona fortuna! - E nel dirlo i suoi occhi si illuminarono.
A Iroh mancò il fiato: quell’ordigno, in meno di un secondo, si apri, dividendosi nei suoi componenti principali e fluttuando in aria di fronte ai suoi occhi.
Korra aveva smontato del tutto anche il timer fermo ormai a 2.35 minuti.
Il tempo di un battere di ciglia e quel metallo si radunò in una sfera perfetta lontana dal panetto d’esplosivo e dal generatore del treno.
Quella benedetta ragazza gli aveva fatto perdere dieci anni di vita, ne era sicuro.
-Ok. - Disse l’Avatar dopo un sospiro. Sbattendo le mani tra loro a lavoro compiuto. –Siamo vivi, quindi penso che ce l’abbiamo fatta. Non è stato forte? - Alzandosi gli allungò una mano per aiutarlo a fare lo stesso.
Ancora imbambolato raccolse quell’invito.
-Andiamo. - Disse con tono dolcissimo socchiudendo quegli occhi blu come se nulla fosse.
Il cuore, finalmente, riprese a battergli in petto.
-Ma… non ti avevo ancora augurato Buona Fortuna. - Disse con tono turbato.
-Ahh già, è vero! – Commentò lei, portandosi entrambe le mani sui fianchi e cominciando a camminare verso l’uscita. –Prometto che me ne ricorderò la prossima volta! -
-Cos… Prossima volta? - Disse andandole dietro. –Quale prossima volta? Voglio sperare che non ci sia una ‘prossima volta’! -
 


Lin era poco distante dallo squarcio nel vagone dal quale erano usciti. Accanto a lei quel professore, che, adeguatamente ammanettato, dopo tanto parlare sembrava finalmente aver trovato la pace. Lei sperava solo che l’Avatar riuscisse nel suo intento altrimenti quella vittoria rischiava di trasformarsi in una terribile disfatta.
Sospirò pesantemente, erano passati solo una manciata di minuti da quando erano lì, eppure l’ansia le faceva sembrare che fosse passata un’eternità.
Vide finalmente il dominatore della lava accostarsi a lei.
- Se li vedremo arrivare di corsa vorrà dire che non ce l’hanno fatta, quindi rimaniamo pronti a dargli supporto erigendo una barriera. - Disse Bolin bloccandosi accanto a lei.
Lin si limitò ad annuire, quando quel professore, ritrovando la voce, domandò: -Quanto manca? -
Vide Bolin assottigliare lo sguardo senza rispondergli, mentre lei… -Un minuto adesso. –
Sollevò lo sguardo dal suo orologio in tempo per vedere l’uomo sorridere.
–Bene. Addio allora, ormai siamo agli sgoccioli, se avete qualcosa di bello a cui pensare vi consiglio di farlo adesso. -
-Stai zitto, uccello del malaugurio! Korra ce la farà. Lei ce la fa sempre. - Gli rispose Bolin senza inflessione nel tono.
-Ne dubito, ma anche se avesse trovato il modo per disinnescare quella bomba, non cambierebbe nulla! - Continuò lui con una nota di compassione nella voce.
-Cosa stai blaterando? - Domandò Lin, irritata da quell’atteggiamento.
-Il vostro Avatar mi ha chiesto dove si trovava la bomba, non quante ce ne fossero. - Rispose questo riprendendo a ridere. -Non esiste un modo, non perché sia un ordigno complesso da disinnescare, ma perché c’è un secondo dispositivo collegato alla testata del generatore. -
-Cosa? - Esordirono all’unisono Lei e il ragazzo al suo fianco.
Di getto si voltarono verso l’apertura: videro in lontananza le sagome dei due compagni procedere lentamente.
-Korra. - Un sussurro di Bolin prima di lanciarsi in corsa verso l’amica.
Lo stesso fece Lin al suo fianco.
Una corsa forsennata, fin quando Lin, cosciente che non li avrebbero raggiunti in tempo, radunando tutto il fiato che aveva in corpo, urlò: -C’è un’altra bomba, correteeee! -


Iroh e Korra stavano prendendosela comoda ormai sventato il pericolo, quando…
-C’è un’altra bomba, correteeee! - Arrivò la voce del capo della polizia di Città della Repubblica.
Iroh si voltò rapidamente verso l’uscita e in lontananza vide Bolin e Lin.
-Un’altra…- Il tempo di quel bisbiglio dalla voce di Korra che entrambi cominciarono a correre verso i due compagni.
-Usa il fuoco, Korra! - Urlò alla ragazza accanto a lui, che annuendo cominciò letteralmente a volare attraverso quei vagoni, usando le fiamme come i propulsori di un aereo.
Lui le era accanto, facendo lo stesso.
Poi fu un attimo. Lo percepì così nitidamente: un fuoco potentissimo stava divampando verso di loro. Il generatore era appena esploso.
Un millesimo di secondo e gli fu chiaro cosa doveva fare: Bolin e Lin erano ormai così vicini, ma il fuoco di Korra non era abbastanza forte. Era l’Avatar, era il maestro di tutti gli elementi, ma il suo fuoco, non possedeva il pieno potenziale se non in forma d’Avatar e da quando aveva perso le coscienze dei suoi predecessori non riusciva più a entrarci coscientemente in modo da guidare al meglio i suoi intenti. Vide tutto così chiaramente in quel microscopico lasso di tempo: il fuoco di Korra non era sufficiente, era vero, ma il suo sì.
Sorrise, mentre ancora in piena velocità stappava uno dei ripiani dei tavolini di metallo di quel treno e afferrata la sua amica, riparandola di peso dietro quella lastra, caricava a pieno il suo potenziale elementale.
Il fuoco radunato tra le sue mani si scatenò contro quel metallo.
Vide quel visetto dagli occhi grandi allontanarsi da lui con la stessa rapidità con cui il calore delle fiamme lo raggiunsero, avvolgendolo senza pietà.
 

Hayato sapeva perfettamente quando dare il segnale: se ci fosse stata un’esplosione avrebbe percepito immediatamente l’ardere intenso del suo elemento dentro di sé. Ed… eccolo!
Un secondo e come lui anche Izanami diede il via a quei dominatori che percependo come loro la fiamma si trovarono focalizzati e pronti a contenere quell’esplosione nel momento stesso in cui l’avvertirono prendere vita.
“Una potenza di fuoco mai sentita prima!” Pensò, mentre, insieme agli uomini al suo comando, mantenevano la posizione schermati dai dominatori della terra. Un calore tanto dirompente che sollecitava il loro elemento a espandersi e divampare invece che contenersi.
Per un secondo temette di dover dar l’ordine d’indietreggiare, ma erano troppi e troppo addestrati per non riuscire, gli gridò il suo ego amplificato da tanto fervore.
Poi il fischio di quella freccia!
Conosceva quel suono, non era per lui o per gli altri dominatori della fiamma, era il richiamo all’ordine dei dominatori dell’aria.
Un ghigno gli si aprì in volto.
“Quell’arciere non imparerà mai a stare al suo posto!” Pensò cosciente che l’ordine che aveva dato l’Avatar a Eizo era quello di osservare e intervenire solo se necessario, ma era grato a quell’inaspettato arrivo che concedeva loro di respirare.
“Forse, ma solo forse…” Pensò, mentre il suo addestramento gli adduceva un po’ d’umiltà a quell’orgoglio che gli bruciava dentro come non mai, aizzato da quelle fiamme. “…un pizzico di aiuto era quello che serviva!”.


Korra venne presa alla sprovvista dall’intervento di quel dominatore del fuoco accanto a lei.
Fece appena in tempo a notare il suo sorriso, dietro la lastra di metallo che parò tra di loro, prima che la spingesse via con una potenza inaudita.
Lo vedeva sorridere mentre il contraccolpo lo spingeva verso quell’inferno, inghiottito dalle fiamme che lo avvolgevano come onde di fuoco liquido.
Fu un secondo forse, forse meno, ma quell’immagine le dilaniò l’anima mentre il suono della sua voce gridava disperatamente: -No, maledizione, nooo! -
Poi…
D’improvviso l’oscurità le coprì lo sguardo e attutì il rombare di quell’esplosione divampante.
-No, Iroh, no. - Erano le uniche parole che aveva nella testa, pronunciate forse sommessamente, mentre si trovava stretta tra le braccia di Lin dietro una salda parete di roccia e metallo.
Le lacrime scendevano copiose a bagnarle il viso. Quando avevano cominciato a scendere non lo sapeva, sapeva solo che non riusciva a fermarle, non poteva, non voleva.


-No, maledizione, nooo! - Urlava Korra spinta rapidamente verso di loro, sentì Lin in quel attimo. Immediatamente si preparò a bloccare la furia di quella spinta e a riparare la ragazza, quando, un millesimo di secondo dopo quel richiamo, un’altra voce al suo fianco ringhiava furente: -Non te lo permetto. -
“Bolin!” Pensò, intravedendo in tutto quel clamore un lampo verde attraversargli lo sguardo.
Il ragazzo non accennò a ripararsi e appena strinse l’Avatar tra le braccia, riparò lei stessa e entrambi i ragazzi in una spessa cupola di pietra e metallo.
Quella maledetta esplosione, però, frammentò quasi immediatamente parte della sua difesa, malgrado, ne era certa, i dominatori del fuoco stessero facendo il loro lavoro; perché altrimenti non sarebbe riuscita a resistere neanche quel poco che le era servito per lasciar passare l’onda d’urto di quell’esplosione su di loro senza venirne distrutti.
Sentiva il fiato corto mentre rinsaldava in continuazione il suo dominio per tenere alta quella parete curva… curva a sufficienza da creare il meno attrito possibile con quelle fiamme che l’investivano nel pieno della loro furia.
Fremeva sotto la tensione causata da quello sforzo, mentre il ragazzo, ancora immobile, se ne stava imbambolato con lo sguardo di un verde rilucente fisso nel vuoto.
Aveva bisogno di lui… doveva farlo reagire.
Ignorò quel sibilare udibile anche attraverso quel divampare di fiamme.
-Basta Bolin! Fermati non c’è più niente che puoi fare! - Gli intimò anche lei con il cuore spezzato per la sorte del giovane generale.
Forse quella triste consapevolezza, forse il lavoro dei dominatori alle loro spalle, ma quel fuoco le parve meno severo.
-Non direi, capo Beifong. Sempre che tener bassa la temperatura per evitare di arrostirgli quel poco di cervello che gli è rimasto, sia una cosa inutile. - Rispose lui lucido… troppo lucido e sarcastico e non scioccato come credeva.
L’acqua che sentì tornare a bagnarle le ginocchia fu la riprova che la sua non era un’impressione: davvero quel fuoco stava indietreggiando.
-Korra preparati. È maledettamente rovente! - Ordinò la voce del ragazzo all’Avatar che ancora con sguardo disperato fissava davanti a lei.
Fu questione di un attimo: le sembrò di vedere qualcosa muoversi tra quelle fiamme, ma cosa…
Un altro millesimo di secondo e quell’ombra indefinita tra le vampe prendeva forma umana… Una sagoma umana che avanzava verso di loro.
Meno di un secondo e quella cosa uscì da quell’inferno: un uomo in armatura fumante.
“Ma com’è possibile!” Pensò e… no, non era un’armatura, era… metallo, metallo rovente plasmato attorno a un corpo…
-Iroh. - Sentì pronunciare al suo cuore e alla voce di Korra.
La ragazza subitamente reattiva animò l’acqua intorno a loro, investendo quell’armatura.
Freddandosi e fumando, quel metallo mostro la sua vera natura: brillando di un colore più chiaro e lucente dell’argento.
Non poteva credere ai suoi occhi, mentre quell’uomo di ‘latta’ sfilava il suo elmo senza non poca fatica: mostrando il volto bruciacchiato, ma vivo, del Principe del Fuoco.
“Bruciacchiato, solo bruciacchiato… incredibile!” Pensò, ragionando solo in quel momento che il moccioso accanto a lei aveva aperto un varco nella parete che aveva eretto, per mettere quell’uomo al sicuro… fuori dalle fiamme.
-Ma… è platino? - Esordì Korra.
-Un… ‘sono felice di vederti ancora vivo e vegeto’, andava anche bene! - Ironizzò Iroh, come ogni sciocco sangue di fuoco che gli spiriti avessero mai mandato a camminare su questa terra.
Poi le divenne chiaro quanto appena udito, mentre voltandosi verso Bolin lo vedeva prendere posizione e difendere anche lui l’integrità del muro.
-Come è possibile? Da quanto puoi dominare il platino? - Sentì l’urgenza di domandare Lin a quel dominatore ora che finalmente sentiva il cuore più leggero.
Korra non le era più accanto, stava abbracciando quello sprovveduto suicida.
-Non è come sembra. - Le rispose Bolin. -Non è platino puro. Ho agito d’istinto, cercando qualcosa che facesse al caso mio, quando ho visto Iroh avvolto dalle fiamme e... lì, non c’era solo platino. C’erano vetri, cavi elettrici in rame e altri minerali. Nel momento che l’esplosione ha lacerato il treno, cosa avvenuta l’attimo prima che divampasse avvolgendo Iroh, ne ho approfittato. Ho richiamato la lava dal terreno sottostante e il mio calore ha fuso tra loro questi vari elementi prima dell’esplosione stessa. E dopo non ho fatto altro che approfittarne. Come freddo il manga posso freddare qualunque cosa sia sotto il mio comando, ehh… ma davvero vuoi che te la spieghi nei minimi particolari, Signorina Beifong? Non sarebbe invece meglio ricordare a quei due lì, abbracciati a non far niente, di utilizzare il loro dominio sul fuoco per aiutarci? - Terminò ironizzando come suo solito.
-Come stai? Tutto a posto? - Domandava ancora Korra incredula.
-Sto bene. Davvero! Grazie al tuo amichetto…- Rispondeva lui, interrotto da Lin…
-Ehi! Avete sentito o no il dominatore al mio fianco? Che ne dite di finirla con le smancerie e darci una mano viste che siete tutti interi? -
Neanche il tempo di dirlo che Iroh si concentrò immediatamente su quelle fiamme, proprio accanto al moretto dagli occhi verdi.
Gli occhi di Korra, accanto a lei, avevano finalmente ritrovato la loro spavalderia.
-Korra, se non l’hai sentito, qualche secondo fa il tuo arciere preferito ha richiamato tutti i dominatori dell’Aria e, senza offesa, ma con Iroh qui a controllare le fiamme, cosa ce ne facciamo di te? - Lo scherzoso strizzare di un occhio da parte del dominatore della lava gli evitò probabilmente la furia dell’Avatar, notò Lin.
-Vai, ti copriamo noi. – Le disse e per una volta la ragazza accettò senza storie.
–Bene. - Disse ancora Bolin appena Korra fu andata. –Visto che ci siamo tutti adesso, che ne dite se cominciamo a indietreggiare per riunirci al resto delle truppe e toglierci da questo calvario? -
Iroh si limitò ad annuire a quella richiesta, mentre lei… -Ovvio che sì! - Sentì di rispondere sorridendogli.


Un respiro profondo e Tenzin, insieme a Zoe e Amaranto, cominciò la sua danza per soffocare quell’incendio così come richiesto da quell’arciere tatuato.
Eizo era accanto a loro se bene i suoi occhi fossero assottigliati a guardare, sembrava, oltre quelle fiamme. Passò poco più di un minuto che lo scorse con la coda dell’occhio mettersi sull’attenti.
-Avatar. - Lo sentì salutare.
-Vedo che state rapendo l’aria al fuoco. - Udì la voce di Korra. –Un’ottima intuizione, bravo Eizo, ma dimmi, come sta andando? -
-Lentamente, mia signora. Abbiamo solo tre dominatori dell’aria. -
-Hai il Grande Maestro dell’Aria, amico mio, non lo chiamerei ‘solo un dominatore’. -
Tenzin non riuscì a trattenere un sorriso al dire della ragazza volgendo appena lo sguardo verso di lei.
La vide arrotolarsi le maniche e accostandosi a loro tre… -Da adesso siamo in quattro! - Disse immediatamente raggiunta dal sorriso dell’arciere accompagnato da una voce che conosceva anche troppo bene: -Dì pure cinque! -
“Jinora.” Pensò, mentre l’aria spostata dal grosso e silenzioso bisonte dell’aria annunciava la sua scesa accanto a loro.
-Jinora, ma che ci fai tu qui! - Disse Korra prima che lui potesse intervenire con una bella strigliata.
-Passavo da queste parti. - Disse la più grande delle sue bambine ironizzando con un’alzatina di spalle.
-Sei proprio come tuo padre. Non sai stare lontana dall’azione! -
-Che vuoi farci Korra, mi annoiavo. – La vide rispondere facendo l’occhiolino.
Il tempo di armonizzarsi con i loro movimenti e anche le due ragazze cominciarono a piegare l’etere al loro volere.
Tenzin si sentì preoccupato e al contempo orgoglioso per presenza della giovane maestra lì accanto a loro.
Un sospiro, intimamente compiaciuto, per poi tornare a controllare l’elemento che gli apparteneva.

   
 
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