Capitolo 26: Chi ha tempo
non aspetti tempo
Sabato 5
Marzo
Spesso e volentieri
quell'anno si era svegliata sudando freddo, tesa o con
una smorfia dipinta sulle labbra.
Quella mattina invece
Isabelle aprì gli occhi sorridendo leggermente,
memore di una lunga notte di sonno senza incubi o bruschi
risvegli.
L’occhio le era
subito caduto sul comodino, trovandoci sopra una busta…
aperta.
Subito un mucchio di
campanelli d'allarme suonarono nella testa della
ragazza, che si tirò a sedere di colpo sul letto e
spostò gli occhi sulla sua
poltrona, immobilizzandosi quando vi vide seduto suo zio.
“Vedo che per una
volta mi ha ascoltato e hai fatto quello che ti ho
chiesto… brava.”
“Quella era per
me. Avrei dovuto leggerla io per prima!”
Isabelle fece per alzarsi,
ma un’occhiata raggelante da parte di suo zio la
costrinse a non muoversi, mentre l'uomo ripiegava là
pergamene e gliela
lanciava con disinvoltura:
“Nessuno ti
impedisce di leggerla. Shafiq si è reso utile allora, quasi
mi
pento di aver ucciso il suo unico figlio. Immagino che avere legami
stretti con
un ex Auror che ora controlla i servizi segreti britannici abbia i suoi
vantaggi.”
Isabelle prese la lettera
del padre di Alastair tra le mani, rifiutandosi
di aprirla… non in sua presenza, voleva leggerla da
sola.
“Ora hai scoperto
quello che volevi? Smetterai di assillarmi almeno sul
fronte Jude Verräter?”
“Beh, credo che
sia tutto più interessante di quanto non avessi
pensato… ma
so che leggerai quello che ti ha scritto Morgan Shafiq e che trarrai le
tue
conclusioni. Sei sicura di non avergli detto più del
necessario?”
“Sicura.”
“Lo
spero.” Si strinse nelle spalle come se stesse parlando del
tempo
mentre Isabelle contraeva leggermente la mascella, stringendo quel
foglio di
pergamena tra le dita.
“Tornando a noi,
Isabelle… un mese fa ti ho messa davanti ad un bivio,
ricordi? Ti ho dato un limite di tempo preciso per darmi una risposta
che non è
arrivata… speravo saresti riuscita a racimolare un pezzo
mancante del puzzle ma
così non è stato. E se quella ragazza
è ancora viva, è solo perché la tua
amica
si è accorta che c'era qualcuno nel Lago e si è
tuffata.”
“Lo
so.”
“Se lo sai
perché non mi dai quello che voglio? La mia pazienza ha un
limite ristretto Isabelle… ma lo sai. Infondo nemmeno tu sei
mai stata molto
paziente, no?”
Sorrise leggermente mentre
si alzava, con Isabelle che si ostinava a non
guardarlo.
"Non fare quel muso lungo,
Isabelle... andrà tutto bene, se mi darai
quello che voglio.”
“Non so
dov’è. Nessuno lo sa, né l’ha
mai saputo! Cosa ti fa credere che io
potrei trovarlo?”
“Non devi per
forza trovarlo, mia cara nipote… devi semplicemente capire
dove potrebbe trovarsi e dirmelo, nient’altro. Non vogliamo
certo che il libro
finisca in mani sbagliate, vero?”
“Già,
sarebbe una vera tragedia.”
Il borbottio decisamente
ironico della nipote non sembrò scalfirlo, tanto
che lo ignorò mentre le passava davanti, lanciandole
soltanto un’ultima
occhiata eloquente:
“Non dimenticare
quello che devi fare Isabelle… ti ho dato un po’
di
respiro, ma non è ancora finita.”
Come se avesse potuto
dimenticarlo…
Solo quando fu finalmente
sola Isabelle abbassò gli occhi sulla lettera del
suo padrino, spiegando il foglio per leggerne il contenuto. Non sapeva
nemmeno
bene, ma si sentiva quasi nervosa… cercò di
scacciare quel pensiero, di dirsi
che non era poi così importante, ma infondo sapeva
perfettamente di dare molto
peso a quello che stava per leggere, a ciò che aveva chiesto
a Morgan
Shafiq.
Certo si era resa conto di
non sapere nulla di Jude, ma non era nemmeno una
tale impicciona da iniziare a chiedere informazioni riservate in
giro… no, era
stato suo zio a chiederle di farlo, perché da qualche tempo
aveva iniziato ad
interessarsi – o forse più semplicemente a
preoccuparsi – di quel ragazzo che
sembrava sempre sapere più del dovuto di tutta quella
storia.
In effetti si sentiva un
po’ a disagio, sapeva che era sbagliato e che
stava invadendo fortemente la privacy di un'altra persona…
ma allo stesso tempo
sapeva anche che il diretto interessato non si era mai curato molto
della
privacy altrui, quindi forse non era nemmeno poi così
immorale leggere quelle
righe.
*
“La
prego…”
“No.”
“Ma
è
un’emergenza!”
“Chiedi
ad un
professore allora!”
Jude continuò a
sorridere, gli occhi puntati sulla donna che gli stava
davanti e lo stava osservando di rimando con un’espressione
piuttosto neutra:
“Non mi daranno il
permesso così su due piedi. Sa, sono vagamente prevenuti
nei miei confronti.”
“Chissà
perché Verräter…”
“Già,
me lo chiedo anche io. La prego Eloise, mi faccia un
permesso!”
Jude continuò a
sorridere, sfoggiando il suo tono più gentile mentre la
bibliotecaria alzava gli occhi al cielo, assolutamente certa che non
sarebbe
riuscita a scollarsi il ragazzo di dosso prima di concedergli il
permesso di
entrare nel Reparto Proibito:
“D'accordo Jude,
ma ti prego di lasciare tutto in ordine, come l'hai
trovato. Siamo intesi?”
“Naturalmente.”
Jude sorrise e quando ebbe
finalmente ottenuto la tanto agognata firma si
diresse quasi di corsa verso la sua destinazione, con un sorriso
soddisfatto
stampato in faccia.
Mentre entrava
incrociò Isabelle che stava invece uscendo, lanciandole
un’occhiata confusa:
“E tu da dove
arrivi?”
“Ehm…
dal Reparto Proibito?”
“Non
intendo… chi ti ha fatto la firma?”
“Eloise.
È bastato chiedere.”
“Che storia
è mai questa, io sono qui da mezz'ora! Che cosa prendi,
comunque?”
Jude tese il collo per
sbirciare i due libri che la compagna teneva tra le
braccia, ma come da manuale Isabelle se la svignò,
borbottando che era sempre
il solito ficcanaso.
“Scappa pure mia
cara, tanto per prendere i libri in prestito devi annotare
tutto sul registro!”
Jude ridacchiò
prima di sparire dentro il Reparto Proibito, mentre Isabelle
invece sbuffò prima di avvicinarsi ad un tavolo:
disgraziatamente aveva
ragione.
Si era appena messa a
sfogliare il primo tomo quando un’altra figura
piuttosto nota le si avvicinò, sedendosi accanto a lei:
“Dobbiamo
parlare.”
“Volentieri, ma
devo leggere quest-“
“Dopo. Ora
parliamo di quello che ti ha scritto Shafiq. Mi spieghi
perché
gli hai fatto una simile richiesta? Non sei mai stata una
ficcanaso!”
“Non è
stata una mia idea. Al caro zietto di recente interessa Jude, credo
che abbia paura che io possa avergli detto più del
dovuto.”
Isabelle sbuffò,
parlando a bassa voce mentre Phoebe annuiva, prima di
parlare di nuovo:
“Che cosa ha
scoperto?”
“Mio zio ha
già letto tutto stamattina, non si dire se fosse soddisfatto
o
meno… ma zio Morgan non ha trovato granché, solo
che la famiglia di Jude si è
spostata in Inghilterra subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Suo
padre fa
l'avvocato e sua madre è morta di parto, a quanto sembra. Ha
fatto anche
ricerche per capire perché è stato trasferito
improvvisamente qui alla
Cimmeria, ma era tutto dannatamente privato. In generale ha scritto che
sulla
sua famiglia girano “strane voci” in Germania, ma
non ha specificato
niente.”
“Beh, speriamo che
non finisca nei guai… non che io apprezzi
particolarmente Verräter, ma non vorrei vederti stare ancora
male.”
“Io sto benissimo.
E ora scusa, ma devo proprio leggere qui, o davvero qualcuno
finirà nei guai molto presto.”
“Ti posso dare una
mano?” Phoebe sorrise e Isabelle annuì,
spingendo
verso di lei il secondo libro che aveva trovato nel Reparto Proibito:
“Sai cosa sto
cercando… se trovi anche solo un piccolo accenno, fammi un
fischio.”
*
“Camila e Frankie
sono andate a fare una passeggiata e noi dobbiamo marcire
qui dentro! Ti sembra corretto?”
“Forse,
se ci
fossimo presi avanti con i compiti…”
Mathieu sbuffò,
facendo un gesto con la mano come a voler liquidare il
discorso. Adrianus sorrise leggermente ma obbedì e non disse
altro, tornando a
concentrarsi sui compiti… o almeno per cinque minuti,
finché l'amico non parlò
di nuovo:
“Che si fa
stasera?”
“Pistole. Confesso
di essere vagamente nervoso, non vorrei che ci fosse
qualche incidente…”
O magari che Jude
Verräter gli sparasse accidentalmente per averlo preso in
giro per giorni… era pur sempre un’ipotesi da
considerare, ma non espresse quei
dubbi ad alta voce.
“Rilassati, Camila
mi ha detto che Phoebe le ha detto che non usano quasi
mai proiettili veri e propri… solo quando sparano
all’aperto per centrare i
bersagli mobili. Una specie di tiro al piattino.”
“Piattello.”
“Piattino,
piattello, sai che differenza! Non fare il pignolo Steb, seguo
Babbanologia ma non si può pretendere più di
tanto!”
“Mal che vada ti
farò ripetizioni.”
“No grazie, Cami
si è già autoproclamata mia nuova Pozionista
personale,
controlla sempre che io segua le ricette quando LEI non lo fa quasi
mai! Ma
perché le ragazze non seguono un filo logico
sensato?”
“Non
saprei… mio fratello dice sempre che sono un controsenso
vivente. Ma
se vuoi possiamo chiedere direttamente a Camila e a Frankie
più tardi!”
Adrianus sorrise con aria
divertita, immaginandosi già gli sbuffi e i
borbottii sulla loro idiozia che avrebbero ottenuto come
risposta.
*
“VERRATER!”
Oh
merda…
“Scusami, sono in
ritardo per… beh devo lavarmi i capelli prima di
sera!”
“Torna qui,
screanzato!”
Jude provò a
darsela a gambe fuori dalla Biblioteca, ma Phebe Selwyn era
evidentemente più rapida di quanto non si potesse pensare e
lo raggiunse in fretta,
piazzandosi davanti a lui. E anche se la differenza di altezza era di
circa 25
centimetri, Jude capì che era il caso di ascoltarla a causa
della sua faccia
poco allegra:
“Ehm…
hai bisogno di qualcosa Selwyn?”
“No. Ma tu! Sai
Verräter, se fossi in te IO cercherei di farmi amica la
migliore amica della ragazza che ti piace. E tu mi devi un aiuto in
Pozioni,
non credere che me ne sia dimenticata!”
“Smettila di
ripetere che mi piace Isabelle.”
“Lo
farò quando la smetterete di fare le teste dure come il
marmo.”
Phoebe sbuffò
leggermente e stava per reclamare un aiuto per i compiti di
Pozioni quando si auto-maledisse per quello che aveva appena
detto.
Ops
Stava già
immaginando alla morte cruenta che Isabelle avrebbe scelto per
lei mentre l'espressione del ragazzo che le stava davanti mutava alla
velocità
della luce: da perfettamente impassibile Jude sollevò un
sopracciglio e lo
sguardo parve come illuminarglisi mentre un lievissimo accenno di
sorriso si
faceva largo sul suo volto:
“Hai
detto
“smetterete”?”
“No.”
“Si
invece.”
“No,
hai
capito male. Hai trovato niente di
interessante nel Reparto Proibito?”
Jude sbuffò come
a volerla ammonire di non cambiare discorso, ma il sorriso
di Phoebe riportò la sua attenzione a ciò che
Isabelle stava cercando e che si
rifiutava di dirgli.
“Perché,
tu che ne sai? Fammi indovinare, Isabelle ti ha detto qualcosa che
a me non ha detto.”
“Jude, capisco che
tu ultimamente abbia iniziato a guardare Isabelle come
se fosse una fonte d'acqua e tu non bevessi da due giorni, ma da qui a
pensare
di surclassare la migliore amica ce ne vuole di
strada.”
“MA IO NON GUARDO
AFFATTO…”
“Si sì,
va bene, lo so. Ora, per favore, mi aiuteresti con il dannato
tema?”
Phoebe sfoggiò un
sorriso e Jude sbuffò, chiedendosi perché dovesse
essere
proprio lei la migliore amica di Isabelle… del resto
però Selwyn aveva ragione,
lo sapeva: non poteva certo inimicarsela.
“Ok, va
bene… ma ti concedo solo un quarto
d'ora!”
“Come sei
magnanimo.”
“Lo so, grazie.
Ora, tornando a noi… dicevi sul fatto che anche Isabelle
sia testarda?”
“Ma non dovevi
lavarti i capelli?”
“Beh, ripensandoci
lo farò dopo… su, racconta.”
*
“Ecco qui! Mi
chiedevo dove fossi finita…. Sei viva, per
fortuna.”
“Ero in
Biblioteca, mi sono fatta aiutare da Verräter per i compiti di
Pozioni!”
Phoebe sorrise con fare
vittorioso e Faye sbuffò leggermente, facendo per
chiederle di lascarle copiare il tema prima di rendersi conto di un
piccolo
dettaglio: Phoebe non aveva la borsa con sé.
“Emh... Phoebs,
temo che tu abbia dimenticato la borsa.”
“Come dici? Oh,
sì… l’ho accidentalmente lasciata in
Biblioteca, sai che
sono molto sbadata. Ma non preoccuparti, ho mandato Isabelle a
recuperarla.”
Phoebe sorrise, facendo
l’occhiolino a Faye prima di prenderla sottobraccio
e dirigersi con lei verso la Sala Comune… il tutto mentre
l’amica collegava i
pezzi e scoppiava a ridere, imitata ben presto anche da Phoebe:
“Sei tremenda. Per
questo ti adoro!”
“Lo faccio per
lei, lo capirà… anche se probabilmente dopo
arriverà
sputando fuoco, sarà meglio prepararci.”
*
“Tu che studi di
sabato? Che cosa succede, un cataclisma è in
avvicinamento?”
Faye rise mentre prendeva
posto accanto a Sebastian, che invece le rivolse
un’occhiata torva, come a volerle dire di non prenderlo in
giro e di farsi
invece gli affari propri:
“Hai poco da
ridere… mi annoio, e visto che stasera abbiamo un incontro
mi
prendo avanti. Sai, a volte mi sento solo.”
“Disse quello che
aveva sempre 5 ragazze intorno…”
“Dico sul serio.
Non è facile.”
Le labbra di Faye persero
l’inclinazione verso l’alto nell’udire
quel tono così
combattuto… e anche nel cogliere l’espressione
sinceramente cupa sul volto del
cugino. Capendo che era serio annuì, allungando una mano per
dargli una
piccola, affettuosa pacca sulla spalla:
“Lo so
cuginetto… non so cosa provi, posso immaginarlo
però… E spero
davvero di non doverlo mai sperimentare. Ma non sei solo Bas, ci sono
io! Ci
sarò sempre per te, lo sai anche tu.”
Sebastian si
voltò verso di lei e accennò un piccolo sorriso,
sforzandosi
di non fare troppo il musone mentre la cugina sorrideva, sistemandosi
meglio
sulla sedia e avvicinandola leggermente al tavolo:
“Ok, ho deciso che
starò qui a farti compagnia… ti do una mano, che
cosa
stai facendo?”
“Pozioni.”
“…
Materia di riserva no, vero?”
Sebastian sorrise
sinceramente al vedere l’espressione schifata della
cugina, che aveva cambiato faccia non appena sentita la parola
“Pozioni”. Forse
non gli sarebbe stata di grande aiuto
per i compiti, ma almeno gli teneva compagnia e gli impediva di pensare
a tutto
quello che stava succedendo, che era successo e che aveva perso.
*
Isabelle entrò in
Biblioteca sbuffando, chiedendosi come diamine avesse
fatto Phoebe a dimenticare la borsa… e anche a come avesse
fatto l'amica a
convincerla ad andare a recuperarla.
Aveva appena cominciato a
chiedersi se non ci fosse qualcosa sotto quando
si fermò accanto ad uno degli scaffali dedicati alla
storia… e al tavolo più
vicino c'era Jude. E sulla sedia accanto, la borsa di Phoebe
Selwyn.
In men che non si dica una
serie di maledizioni affollarono la mente della
ragazza, che si ripromise di uccidere l'amica mentre prendeva in
considerazione
l'idea di Appellare la borsa… Ma Jude, che stava sfogliando
un libro con
impazienza, la batté sul tempo parlando:
“Non essere
ridicola Van Acker.”
Le dava le spalle e Isabelle
non ebbe idea di come avesse fatto ad
accorgersi della sua presenza, ma si limitò a sbuffare e ad
avvicinarsi al
ragazzo:
“Phoebe ha
accidentalmente scordato la borsa… che cosa
fai?”
“Cerco di dedurre
da me cosa ti ostini a non volermi dire. Ho recuperato i
libri che hai restituito un'ora fa.”
C’era
da
immaginarselo, quindi Isabelle non disse nulla, avvicinandosi al
ragazzo per
prendere la borsa dell’amica. Il suo piano originario era di
prenderla, girare
sui tacchi e andarsene, ma l’occhio le cadde comunque sulle
righe che Jude
stava leggendo… le stesse che aveva letto lei solo quella
stessa mattina.
“Trovato
nulla di
interessante?”
“E’
difficile,
visto che non so cosa cerchi di preciso… di sicuro ha a che
fare con la scuola
in sé. Che c’è, devi trovare una specie
di tesoro nascosto e dimenticato da
anni?”
Fece
per sbuffare
e dirgli di non dire cavolate, ma finì con
l’esitare più del necessario… e a
quel punto Jude alzò gli occhi su di lei, sorridendo con
aria quasi vittoriosa:
“E’
così? Forse dovrei
darmi alla Divinazione, dopotutto.”
“Non
essere
sciocco. Anche se ti ci vedrei a fare cattivi presagi davanti ad una
sfera di
cristallo…”
“Ne ho fatto uno,
ricordi? Il giorno in cui
Jackson è morto, ti dissi che non sarebbe finita bene. E
ancora non sapevo quasi
nulla, molto meno rispetto ad oggi. Ironico, non torvi? Solo poche ore
dopo
abbiamo trovato Jax morto.”
“Già, ironico.”
Isabelle
sbuffò
appena, ricordando improvvisamente le parole che il ragazzo le aveva
rivolto
durante una lontana lezione di Divinazione… se
n’era scordata, in effetti. Ma
di certo non aveva ancora dimenticato cosa era successo quella stessa
sera, e
non aveva nessuna voglia di ripensarci.
“Quindi
la nostra
Isabelle sta davvero cercando qualcosa nascosto qui da qualche parte?
Interessante… strano, non ho mai sentito di una specie di
tesoro da quando sono
qui.”
“Già,
perché non
ce n’è uno! Forse leggi troppi libri
Jude.”
“E
tu pensi
troppo. So di aver ragione, o almeno in parte… magari non si
parla di uno
scrigno pieno d’oro come nei libri, ma di certo qualcosa da
trovare c’è. E se
tuo zio insiste tanto, deve essere anche parecchio
importante… forse più del
denaro.”
Era
diventata piuttosto
brava a mentire e a dissimulare, ma Jude Verräter era una di
quelle persone con
cui farlo risultava molto difficile… Specialmente quando
sapeva di aver
ragione. Così Isabelle non disse niente, sistemandosi la
borsa di Phoebe sulla
spalla prima di voltarsi e allontanarsi, lasciandolo di nuovo da solo,
sì, ma
forse con qualche consapevolezza in più.
*
“Credo
che sia
praticamente la prima volta in cui lo dico, ma mi sento
l’ultimo della classe.”
Adrianus
sbuffò
mentre invece sia Mathieu che Camila ridacchiavano, entrambi lieti di
aver
battuto l’amico in qualcosa… ma mai quanto Frankie
o Jude, che ogni tanto passava
accanto all’ex Corvonero ridendo sotto i baffi.
“Non
prendertela,
non si può certo essere bravi in tutto… anche se,
non per vantarmi ovviamente,
io ho centrato tutti i bersagli.”
Francisca
sfoggiò un
sorrisetto mentre si sistemava gli occhiali protettivi e per tutta
risposta
Adrianus borbottò qualcosa di incomprensibile su quanto
fossero tutti
estremamente simpatici quella sera.
“Non
fare il
musone, è pur sempre sabato!”
Francisca sorrise prima di voltarsi nuovamente verso il
bersaglio e, una
volta sollevato il braccio, centrarlo all’altezza dello
stomaco.
“Si,
e come
intrattenimento c’è lo show di Jude… ma
come fa?”
In
effetti l’ex
Serpeverde si stava probabilmente divertendo più di tutti
gli altri messi
insieme, continuando a centrare ripetutamente i bersagli e sempre sulla
testa.
“Non
saprei, è
sempre stato molto bravo con le armi da fuoco.”
“Si
beh, meglio
stare al largo…”
Adrianus
parlottò
a bassa voce proprio mentre Jude, quasi come se lo avesse sentito, si
voltava
verso di lui e gli sorrideva appena, sollevando persino una mano per
salutarlo.
Inutile
dire
quanto fosse contento di potergli ricambiare il favore prendendolo
finalmente
in giro a sua volta…
“Ma perché non va?”
“Tesoro, forse se togliessi la
sicura…”
“Ops.
Stasera sono
un po’ rimbambita… non so, sarò
stanca.”
Phoebe
si strinse
nelle spalle prima di puntare al bersaglio, evitando di far notare ad
Isabelle
di avere una specie di strana sensazione. O
forse era davvero solamente stanca dopo l’ennesima
lunga settimana….
“Che
hai Bibi? Hai
una faccia un po’ tesa…”
“Non
so, ho mal di
stomaco…. O una cosa simile.”
Un
attimo dopo
aver parlato l’ennesimo sparo echeggiò nella
grande sala… e ancora una volta
Phoebe si chiese cosa sarebbe successo se non avessero usato la magia
per
insonorizzare totalmente quell’area del vecchio maniero: di
sicuro non sarebbe
stato divertente per gli insegnanti o gli altri studenti svegliarsi a
tarda ora
per colpa di spari da arma da fuoco.
“Cattivo
segno?”
“Spero
di no… per
fortuna non sono una veggente.”
“Già,
beh… ora che
ci penso, gradirei che tu non iniziassi a fare la Cupida della
situazione! La
prossima volta la borsa la Appelli!”
“Non so proprio di che cosa tu stia
parlando…”
“Come no, e io sono la Regina!”
*
“Beh,
è stata una
serata veramente lunga… sono felice che sia
finita.”
Adrianus
sorrise
con sincero sollievo mentre camminava accanto a Francisca, tenendole un
braccio
sulle spalle. La ragazza sorrise e alzò gli occhi verdi per
guardarlo con aria
divertita, trattenendosi dal ricordargli di essere stata più
brava di lui alle prese
con le armi das fuoco.
No,
forse Jude aveva
già contribuito a sufficienza…
“Me
ne sono
accorta Steb, continuavi a guardare l’ora!”
“Già,
non vedevo l’ora
che finisse.”
Adrianus
annuì,
sperando che nell’incontro successivo avrebbero dovuto
affrontare prove di intelligenza
o simili più che usare armi Babbane. Per lo meno non usavano
proiettili veri,
quindi nessuno correva il rischio di farsi male… o almeno
non troppo.
Mathieu
e Camila
camminavano qualche metro davanti a loro… e quando
arrivarono al bivio per i
due Dormitori Camila si appoggiò al muro per aspettare
l’amica, che si fermò
per salutare Adrianus.
“Beh,
ci vediamo
domattina… Sogni d’oro Steb, anche se sei pessimo
a sparare io ti apprezzo
moltissimo comunque.”
“E
meno male!”
Adrianus sorrise mentre la ragazza ridacchiava,
strizzandogli l’occhio prima di voltarsi e fare per
raggiungere Camila.
Tuttavia,
prima
che Francisca potesse allontanarsi troppo, Adrianus si sporse
leggermente e
strinse una mano intorno al suo braccio per avvicinarla, sottolineando
di
pretendere il bacio della buonanotte prima di stringerla in un
abbraccio e
baciarla.
“Oh,
ricominciano…
lo sanno anche i muri ormai che siete perdutamente
innamorati!”
Mathieu
roteò gli
occhi e Camila per tutta risposta lo colpì sul braccio,
intimandogli di tacere
e di avere maggior tatto mentre Adrianus si staccava dalla fidanzata
sbuffando
e borbottando che Mat fosse un gran guastafeste mentre Francisca invece
sorrideva:
“Povero
Mat… In
effetti è molto tardi, meglio andare o dormire o domani
mattina avrò una faccia
da zombie.”
“Per
me saresti
carina lo stesso… ma buonanotte comunque.”
Adrianus le sorrise un’ultima volta prima di
darle un bacio sulla fronte
e sciogliere l’abbraccio, guardandola avvicinarsi ad una
Camila sbadigliante
mentre invece Mat lo superava per andare finalmente a dormire.
“Ehy,
Frankie.”
“Si?”
Le
due ragazze si
fermarono contemporaneamente ed entrambe si voltarono verso di lui,
guardandolo
in attesa… specialmente Francisca, che gli rivolse
un’occhiata carica di
curiosità. Ma Adrianus si limitò ad esitare per
un istante prima di sorridere e
scuotere leggermente il capo:
“Niente…
vado o
Mathieu mi trascinerà con la forza.”
“Esatto, datti una mossa o dormo qui sul
pavimento!”
Le
parole del
francese fecero ridacchiare sia Camila che Frankie, che prima di
voltarsi
rivolse un’occhiata incerta in direzione di Steb:
chissà cosa stava per dirle…
Forse
sarebbe
riuscita ad estorcerglielo il giorno seguente, corrompendolo con una
fetta di
torta alle mele?
*
Continuava
a
rigirarsi nel letto e guardare periodicamente l’orologio,
cercando di ricordare
se non esistesse un incantesimi per
d’addormentarsi… Forse un sonnifero sarebbe
stato l’ideale, ma per sua gran sfortuna lei non era Jude
Verrater e non aveva
una specie di dispensa privata in camera da letto.
Si
sollevò,
mettendosi a sedere sul materasso sbuffando: non sapeva
perché, ma si sentiva
un po’ nervosa… continuava risentire squarci di
parole, di conversazioni.
Rivedeva la lettera di Morgan, sentiva le parole di suo zio,
così minacciose e
brutali ma sfortunatamente vere…
E
continuava anche
a pensare a Jude, sicura che prima o poi avrebbe saputo tutta la
storia… se lo
conosceva almeno un po’ di certo lui pensava che non si
fidasse, ma la realtà
era che non voleva sinceramente metterlo nei guai.
Forse
la prima
opzione sarebbe stata molto più semplice da gestire.
Isabelle
allungò
una mano per prendere dal comodino l’orologio ticchettante di
Al.
Chissà
che cosa
avrebbe detto o fatto lui…
Nel
guardare quell’orologio
ripensò a quando Francisca era quasi morta, a tutti i guai
che stava causando
quella storia… non solo a lei, ma a tutti coloro che la
circondavano.
Jackson,
Etienne,
Alexandrine, Alastair… erano morte già quattro
persone. Non voleva affatto
dover allungare la lista.
Ripensò
a quando
suo zio le aveva posto un limite, minacciando senza veli di uccidere
qualcun
altro se non lpo avesse rispettato… ma Phoebe, per pura
casualità, aveva
evitato una tragedia e Francisca non era morta.
Ma
era passato un
mese ormai… e non era più successo nulla.
Perché?
Lei
non gli aveva
ancora dato una risposta… era ancora il suo turno? O il suo
tempo era davvero
scaduto e la mano era passata a lui?
Ripensò
a Phoebe,
quando le aveva detto di avere una strana sensazione.
In
un certo senso
le sue parole l’avevano fatta venire anche a lei…
Isabelle
si disse
di non pensarci e di dormire;
Si
disse di non
rivedere più quei volti nella sua testa;
Si
disse di non
pensare a sua madre, a dove fosse, a come stesse, a cosa le avessero
fatto
passare;
Si
disse di non
pensare a suo padre che non sapeva nulla, vivendo in una bolla che lei
stessa
aveva creato;
Si
disse di
chiudere gli occhi e di dormire come se niente fosse, con nessuna
preoccupazione, come tante persone erano in grado di fare…
eppure lei sembrava
essersi dimenticata come riuscirci.
Rimise
l’orologio
di Alastair sul suo comodino, e un attimo dopo la lancetta si
fermò
definitivamente sul’1, segnando l’una di notte.
Isabelle
fece per
stendersi di nuovo sul materasso, ma dopo qualche istante si
voltò nuovamente
verso l’orologio di legno a doppio quadrante… si
era abituata a quel rumore,
certo, e per questo ne sentì subito l’assenza.
La
lancetta dei
secondi si era fermata: il suo tempo era finito.
Agendo
completamente d’istino, Isabelle si alzò dal letto
senza nemmeno sapere dove
andare o cosa fare esattamente.
E
poi sentì lo
sparo.
*
“Tesoro!”
Si voltò, la fronte corrugata e gli
occhi
socchiusi mentre cercava di abituarsi a quella strana luce
improvvisa… anche
se, in un certo senso, quella situazione le era in qualche modo
familiare.
Un sorriso si fece largo sul suo volto,
riconoscendo
volto e voce… e quando le si fu avvicinava
l’abbracciò, sinceramente felice di
vederla.
“Mi sei mancata.” Annuì,
mentre gli occhi le si inumidivano.
“Anche tu… non sai
quanto.”
Si staccò leggermente dalla sua migliore
amica, per poterla guardare di nuovo in faccia… Alexandrine
Darwin aveva gli
occhi lucidi almeno quanto i suoi ma sorrideva, e mai le era sembrata
così
reale. Non vedeva quel sorriso da tanto tempo, ma
all’improvviso le sembrò che
quelle settimane non fossero mai passate.
In passato, lei le aveva chiesto se fosse
morta quando si erano incontrate nella sua testa… ma
Francisca non pronunciò di
nuovo quelle parole, limitandosi a stringere la mano della sua amica
come tante
volte aveva sognato di poter rifare.
Non
le domandò nemmeno dove fossero… forse non le
importava più.
Si limitò a seguirla, sapendo che era la
cosa giusta da fare.
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Angolo Autrice:
Io davvero non so cosa dire. E sono una
persona a cui difficilmente le parole mancano…
Lo so, vi dispiace tantissimo, vi assicuro
che vale anche per me se non di più. E giuro che non mi
è mai dispiaciuto tanto
eliminare un personaggio come oggi, avevo persino gli occhi lucidi
mentre terminavo
il capitolo. Non solo perché l’adoro, ma anche per
ovvi motivi, direi.
La solfa è sempre la stessa, non mi
dilungo
oltre…
Buona serata,
Signorina Granger