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Autore: Signorina Granger    08/04/2017    5 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
Agli occhi di molti la Cimmeria Academy è solo l'ennesima scuola privata, con le sue divise perfette e i suoi brillanti e ricchi studenti. La scuola ospita i figli delle più influenti e importanti famiglie di tutto il mondo, i ragazzi più promettenti e destinati a ricoprire ruoli di spicco nella società, come i loro genitori.
Ma mai giudicare un libro dalla copertina: la Cimmeria è molto di più e nasconde dei segreti, come alcuni suoi studenti già sanno... e presto anche altri se ne renderanno conto.
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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- Questa storia fa parte della serie 'Night School '
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Capitolo 26: Chi ha tempo non aspetti tempo

 

 

Sabato 5 Marzo 

 

 

 

Spesso e volentieri quell'anno si era svegliata sudando freddo, tesa o con una smorfia dipinta sulle labbra. 

Quella mattina invece Isabelle aprì gli occhi sorridendo leggermente, memore di una lunga notte di sonno senza incubi o bruschi risvegli. 

 

L’occhio le era subito caduto sul comodino, trovandoci sopra una busta… aperta. 

Subito un mucchio di campanelli d'allarme suonarono nella testa della ragazza, che si tirò a sedere di colpo sul letto e spostò gli occhi sulla sua poltrona, immobilizzandosi quando vi vide seduto suo zio. 

 

“Vedo che per una volta mi ha ascoltato e hai fatto quello che ti ho chiesto… brava.” 

“Quella era per me. Avrei dovuto leggerla io per prima!” 

 

Isabelle fece per alzarsi, ma un’occhiata raggelante da parte di suo zio la costrinse a non muoversi, mentre l'uomo ripiegava là pergamene e gliela lanciava con disinvoltura:

 

“Nessuno ti impedisce di leggerla. Shafiq si è reso utile allora, quasi mi pento di aver ucciso il suo unico figlio. Immagino che avere legami stretti con un ex Auror che ora controlla i servizi segreti britannici abbia i suoi vantaggi.” 

 

Isabelle prese la lettera del padre di Alastair tra le mani, rifiutandosi di aprirla… non in sua presenza, voleva leggerla da sola. 

 

“Ora hai scoperto quello che volevi? Smetterai di assillarmi almeno sul fronte Jude Verräter?” 

 

“Beh, credo che sia tutto più interessante di quanto non avessi pensato… ma so che leggerai quello che ti ha scritto Morgan Shafiq e che trarrai le tue conclusioni. Sei sicura di non avergli detto più del necessario?” 

“Sicura.” 

“Lo spero.” Si strinse nelle spalle come se stesse parlando del tempo mentre Isabelle contraeva leggermente la mascella, stringendo quel foglio di pergamena tra le dita. 

 

“Tornando a noi, Isabelle… un mese fa ti ho messa davanti ad un bivio, ricordi? Ti ho dato un limite di tempo preciso per darmi una risposta che non è arrivata… speravo saresti riuscita a racimolare un pezzo mancante del puzzle ma così non è stato. E se quella ragazza è ancora viva, è solo perché la tua amica si è accorta che c'era qualcuno nel Lago e si è tuffata.” 

 

“Lo so.” 

 

“Se lo sai perché non mi dai quello che voglio? La mia pazienza ha un limite ristretto Isabelle… ma lo sai. Infondo nemmeno tu sei mai stata molto paziente, no?”

 

Sorrise leggermente mentre si alzava, con Isabelle che si ostinava a non guardarlo. 

 

"Non fare quel muso lungo, Isabelle... andrà tutto bene, se mi darai quello che voglio.” 

“Non so dov’è. Nessuno lo sa, né l’ha mai saputo! Cosa ti fa credere che io potrei trovarlo?” 

 

“Non devi per forza trovarlo, mia cara nipote… devi semplicemente capire dove potrebbe trovarsi e dirmelo, nient’altro. Non vogliamo certo che il libro finisca in mani sbagliate, vero?” 

 

“Già, sarebbe una vera tragedia.” 

 

Il borbottio decisamente ironico della nipote non sembrò scalfirlo, tanto che lo ignorò mentre le passava davanti, lanciandole soltanto un’ultima occhiata eloquente:

 

“Non dimenticare quello che devi fare Isabelle… ti ho dato un po’ di respiro, ma non è ancora finita.” 

 

 

Come se avesse potuto dimenticarlo…

 

Solo quando fu finalmente sola Isabelle abbassò gli occhi sulla lettera del suo padrino, spiegando il foglio per leggerne il contenuto. Non sapeva nemmeno bene, ma si sentiva quasi nervosa… cercò di scacciare quel pensiero, di dirsi che non era poi così importante, ma infondo sapeva perfettamente di dare molto peso a quello che stava per leggere, a ciò che aveva chiesto a Morgan Shafiq. 

Certo si era resa conto di non sapere nulla di Jude, ma non era nemmeno una tale impicciona da iniziare a chiedere informazioni riservate in giro… no, era stato suo zio a chiederle di farlo, perché da qualche tempo aveva iniziato ad interessarsi – o forse più semplicemente a preoccuparsi – di quel ragazzo che sembrava sempre sapere più del dovuto di tutta quella storia. 

 

 

In effetti si sentiva un po’ a disagio, sapeva che era sbagliato e che stava invadendo fortemente la privacy di un'altra persona… ma allo stesso tempo sapeva anche che il diretto interessato non si era mai curato molto della privacy altrui, quindi forse non era nemmeno poi così immorale leggere quelle righe.

 

 

                                                                                *

 

 

“La prego…” 

“No.” 

“Ma è un’emergenza!” 

“Chiedi ad un professore allora!” 

 

Jude continuò a sorridere, gli occhi puntati sulla donna che gli stava davanti e lo stava osservando di rimando con un’espressione piuttosto neutra:

 

“Non mi daranno il permesso così su due piedi. Sa, sono vagamente prevenuti nei miei confronti.” 

“Chissà perché Verräter…” 

“Già, me lo chiedo anche io. La prego Eloise, mi faccia un permesso!” 

 

Jude continuò a sorridere, sfoggiando il suo tono più gentile mentre la bibliotecaria alzava gli occhi al cielo, assolutamente certa che non sarebbe riuscita a scollarsi il ragazzo di dosso prima di concedergli il permesso di entrare nel Reparto Proibito:

 

“D'accordo Jude, ma ti prego di lasciare tutto in ordine, come l'hai trovato. Siamo intesi?” 

“Naturalmente.” 

 

Jude sorrise e quando ebbe finalmente ottenuto la tanto agognata firma si diresse quasi di corsa verso la sua destinazione, con un sorriso soddisfatto stampato in faccia. 

Mentre entrava incrociò Isabelle che stava invece uscendo, lanciandole un’occhiata confusa:

 

“E tu da dove arrivi?” 

“Ehm… dal Reparto Proibito?” 

“Non intendo… chi ti ha fatto la firma?” 

“Eloise. È bastato chiedere.” 

 

“Che storia è mai questa, io sono qui da mezz'ora! Che cosa prendi, comunque?” 

 

Jude tese il collo per sbirciare i due libri che la compagna teneva tra le braccia, ma come da manuale Isabelle se la svignò, borbottando che era sempre il solito ficcanaso. 

 

“Scappa pure mia cara, tanto per prendere i libri in prestito devi annotare tutto sul registro!” 

 

Jude ridacchiò prima di sparire dentro il Reparto Proibito, mentre Isabelle invece sbuffò prima di avvicinarsi ad un tavolo: disgraziatamente aveva ragione.

 

  

Si era appena messa a sfogliare il primo tomo quando un’altra figura piuttosto nota le si avvicinò, sedendosi accanto a lei:

 

“Dobbiamo parlare.” 

“Volentieri, ma devo leggere quest-“

“Dopo. Ora parliamo di quello che ti ha scritto Shafiq. Mi spieghi perché gli hai fatto una simile richiesta? Non sei mai stata una ficcanaso!” 

 

“Non è stata una mia idea. Al caro zietto di recente interessa Jude, credo che abbia paura che io possa avergli detto più del dovuto.”  

 

Isabelle sbuffò, parlando a bassa voce mentre Phoebe annuiva, prima di parlare di nuovo:

 

“Che cosa ha scoperto?” 

“Mio zio ha già letto tutto stamattina, non si dire se fosse soddisfatto o meno… ma zio Morgan non ha trovato granché, solo che la famiglia di Jude si è spostata in Inghilterra subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Suo padre fa l'avvocato e sua madre è morta di parto, a quanto sembra. Ha fatto anche ricerche per capire perché è stato trasferito improvvisamente qui alla Cimmeria, ma era tutto dannatamente privato. In generale ha scritto che sulla sua famiglia girano “strane voci” in Germania, ma non ha specificato niente.” 

 

“Beh, speriamo che non finisca nei guai… non che io apprezzi particolarmente Verräter, ma non vorrei vederti stare ancora male.” 

“Io sto benissimo. E ora scusa, ma devo proprio leggere qui, o davvero qualcuno finirà nei guai molto presto.” 

 

“Ti posso dare una mano?”   Phoebe sorrise e Isabelle annuì, spingendo verso di lei il secondo libro che aveva trovato nel Reparto Proibito:  

 

“Sai cosa sto cercando… se trovi anche solo un piccolo accenno, fammi un fischio.” 

 

 

                                                                                         *

 

 

“Camila e Frankie sono andate a fare una passeggiata e noi dobbiamo marcire qui dentro! Ti sembra corretto?” 

“Forse, se ci fossimo presi avanti con i compiti…” 

 

Mathieu sbuffò, facendo un gesto con la mano come a voler liquidare il discorso. Adrianus sorrise leggermente ma obbedì e non disse altro, tornando a concentrarsi sui compiti… o almeno per cinque minuti, finché l'amico non parlò di nuovo:

 

“Che si fa stasera?” 

“Pistole. Confesso di essere vagamente nervoso, non vorrei che ci fosse qualche incidente…” 

 

O magari che Jude Verräter gli sparasse accidentalmente per averlo preso in giro per giorni… era pur sempre un’ipotesi da considerare, ma non espresse quei dubbi ad alta voce. 

 

“Rilassati, Camila mi ha detto che Phoebe le ha detto che non usano quasi mai proiettili veri e propri… solo quando sparano all’aperto per centrare i bersagli mobili. Una specie di tiro al piattino.” 

 

“Piattello.” 

 

“Piattino, piattello, sai che differenza! Non fare il pignolo Steb, seguo Babbanologia ma non si può pretendere più di tanto!” 

“Mal che vada ti farò ripetizioni.” 

“No grazie, Cami si è già autoproclamata mia nuova Pozionista personale, controlla sempre che io segua le ricette quando LEI non lo fa quasi mai! Ma perché le ragazze non seguono un filo logico sensato?” 

 

“Non saprei… mio fratello dice sempre che sono un controsenso vivente. Ma se vuoi possiamo chiedere direttamente a Camila e a Frankie più tardi!” 

 

 

Adrianus sorrise con aria divertita, immaginandosi già gli sbuffi e i borbottii sulla loro idiozia che avrebbero ottenuto come risposta. 

 

 

                                                                                     *

 

 

“VERRATER!” 

 

Oh merda… 

 

“Scusami, sono in ritardo per… beh devo lavarmi i capelli prima di sera!” 

“Torna qui, screanzato!” 

 

Jude provò a darsela a gambe fuori dalla Biblioteca, ma Phebe Selwyn era evidentemente più rapida di quanto non si potesse pensare e lo raggiunse in fretta, piazzandosi davanti a lui. E anche se la differenza di altezza era di circa 25 centimetri, Jude capì che era il caso di ascoltarla a causa della sua faccia poco allegra:

 

“Ehm… hai bisogno di qualcosa Selwyn?”

“No. Ma tu! Sai Verräter, se fossi in te IO cercherei di farmi amica la migliore amica della ragazza che ti piace. E tu mi devi un aiuto in Pozioni, non credere che me ne sia dimenticata!” 

 

“Smettila di ripetere che mi piace Isabelle.” 

“Lo farò quando la smetterete di fare le teste dure come il marmo.” 

 

Phoebe sbuffò leggermente e stava per reclamare un aiuto per i compiti di Pozioni quando si auto-maledisse per quello che aveva appena detto. 

 

Ops

 

Stava già immaginando alla morte cruenta che Isabelle avrebbe scelto per lei mentre l'espressione del ragazzo che le stava davanti mutava alla velocità della luce: da perfettamente impassibile Jude sollevò un sopracciglio e lo sguardo parve come illuminarglisi mentre un lievissimo accenno di sorriso si faceva largo sul suo volto:

 

“Hai detto “smetterete”?” 

“No.” 

“Si invece.”

“No, hai capito male. Hai trovato niente di interessante nel Reparto Proibito?” 

 

Jude sbuffò come a volerla ammonire di non cambiare discorso, ma il sorriso di Phoebe riportò la sua attenzione a ciò che Isabelle stava cercando e che si rifiutava di dirgli.

 

“Perché, tu che ne sai? Fammi indovinare, Isabelle ti ha detto qualcosa che a me non ha detto.” 

“Jude, capisco che tu ultimamente abbia iniziato a guardare Isabelle come se fosse una fonte d'acqua e tu non bevessi da due giorni, ma da qui a pensare di surclassare la migliore amica ce ne vuole di strada.” 

 

“MA IO NON GUARDO AFFATTO…” 

 

“Si sì, va bene, lo so. Ora, per favore, mi aiuteresti con il dannato tema?” 

 

Phoebe sfoggiò un sorriso e Jude sbuffò, chiedendosi perché dovesse essere proprio lei la migliore amica di Isabelle… del resto però Selwyn aveva ragione, lo sapeva: non poteva certo inimicarsela. 

 

“Ok, va bene… ma ti concedo solo un quarto d'ora!” 

“Come sei magnanimo.” 

“Lo so, grazie. Ora, tornando a noi… dicevi sul fatto che anche Isabelle sia testarda?” 

“Ma non dovevi lavarti i capelli?” 

“Beh, ripensandoci lo farò dopo… su, racconta.” 

 

 

                                                                                    *

 

 

“Ecco qui! Mi chiedevo dove fossi finita…. Sei viva, per fortuna.”

“Ero in Biblioteca, mi sono fatta aiutare da Verräter per i compiti di Pozioni!”  

 

Phoebe sorrise con fare vittorioso e Faye sbuffò leggermente, facendo per chiederle di lascarle copiare il tema prima di rendersi conto di un piccolo dettaglio: Phoebe non aveva la borsa con sé.

 

“Emh... Phoebs, temo che tu abbia dimenticato la borsa.”

 

“Come dici? Oh, sì… l’ho accidentalmente lasciata in Biblioteca, sai che sono molto sbadata. Ma non preoccuparti, ho mandato Isabelle a recuperarla.”

 

Phoebe sorrise, facendo l’occhiolino a Faye prima di prenderla sottobraccio e dirigersi con lei verso la Sala Comune… il tutto mentre l’amica collegava i pezzi e scoppiava a ridere, imitata ben presto anche da Phoebe:

 

“Sei tremenda. Per questo ti adoro!”

“Lo faccio per lei, lo capirà… anche se probabilmente dopo arriverà sputando fuoco, sarà meglio prepararci.”

 

 

                                                                                  *

 

 

“Tu che studi di sabato? Che cosa succede, un cataclisma è in avvicinamento?”

 

Faye rise mentre prendeva posto accanto a Sebastian, che invece le rivolse un’occhiata torva, come a volerle dire di non prenderlo in giro e di farsi invece gli affari propri:

 

“Hai poco da ridere… mi annoio, e visto che stasera abbiamo un incontro mi prendo avanti. Sai, a volte mi sento solo.”

“Disse quello che aveva sempre 5 ragazze intorno…”

 

“Dico sul serio. Non è facile.”

 

Le labbra di Faye persero l’inclinazione verso l’alto nell’udire quel tono così combattuto… e anche nel cogliere l’espressione sinceramente cupa sul volto del cugino. Capendo che era serio annuì, allungando una mano per dargli una piccola, affettuosa pacca sulla spalla:

 

“Lo so cuginetto… non so cosa provi, posso immaginarlo però… E spero davvero di non doverlo mai sperimentare. Ma non sei solo Bas, ci sono io! Ci sarò sempre per te, lo sai anche tu.”

 

 

Sebastian si voltò verso di lei e accennò un piccolo sorriso, sforzandosi di non fare troppo il musone mentre la cugina sorrideva, sistemandosi meglio sulla sedia e avvicinandola leggermente al tavolo:

 

“Ok, ho deciso che starò qui a farti compagnia… ti do una mano, che cosa stai facendo?”

“Pozioni.”

“… Materia di riserva no, vero?”

 

Sebastian sorrise sinceramente al vedere l’espressione schifata della cugina, che aveva cambiato faccia non appena sentita la parola “Pozioni”.  Forse non gli sarebbe stata di grande aiuto per i compiti, ma almeno gli teneva compagnia e gli impediva di pensare a tutto quello che stava succedendo, che era successo e che aveva perso.

 

 

                                                                                 *

 

 

Isabelle entrò in Biblioteca sbuffando, chiedendosi come diamine avesse fatto Phoebe a dimenticare la borsa… e anche a come avesse fatto l'amica a convincerla ad andare a recuperarla. 

 

Aveva appena cominciato a chiedersi se non ci fosse qualcosa sotto quando si fermò accanto ad uno degli scaffali dedicati alla storia… e al tavolo più vicino c'era Jude. E sulla sedia accanto, la borsa di Phoebe Selwyn. 

 

In men che non si dica una serie di maledizioni affollarono la mente della ragazza, che si ripromise di uccidere l'amica mentre prendeva in considerazione l'idea di Appellare la borsa… Ma Jude, che stava sfogliando un libro con impazienza, la batté sul tempo parlando:

 

“Non essere ridicola Van Acker.” 

 

Le dava le spalle e Isabelle non ebbe idea di come avesse fatto ad accorgersi della sua presenza, ma si limitò a sbuffare e ad avvicinarsi al ragazzo:

 

“Phoebe ha accidentalmente scordato la borsa… che cosa fai?” 

“Cerco di dedurre da me cosa ti ostini a non volermi dire. Ho recuperato i libri che hai restituito un'ora fa.” 

 

C’era da immaginarselo, quindi Isabelle non disse nulla, avvicinandosi al ragazzo per prendere la borsa dell’amica. Il suo piano originario era di prenderla, girare sui tacchi e andarsene, ma l’occhio le cadde comunque sulle righe che Jude stava leggendo… le stesse che aveva letto lei solo quella stessa mattina.

 

“Trovato nulla di interessante?”

“E’ difficile, visto che non so cosa cerchi di preciso… di sicuro ha a che fare con la scuola in sé. Che c’è, devi trovare una specie di tesoro nascosto e dimenticato da anni?”

 

Fece per sbuffare e dirgli di non dire cavolate, ma finì con l’esitare più del necessario… e a quel punto Jude alzò gli occhi su di lei, sorridendo con aria quasi vittoriosa:

 

“E’ così? Forse dovrei darmi alla Divinazione, dopotutto.”

“Non essere sciocco. Anche se ti ci vedrei a fare cattivi presagi davanti ad una sfera di cristallo…”

 

 “Ne ho fatto uno, ricordi? Il giorno in cui Jackson è morto, ti dissi che non sarebbe finita bene. E ancora non sapevo quasi nulla, molto meno rispetto ad oggi. Ironico, non torvi? Solo poche ore dopo abbiamo trovato Jax morto.”

 

“Già, ironico.”

 

Isabelle sbuffò appena, ricordando improvvisamente le parole che il ragazzo le aveva rivolto durante una lontana lezione di Divinazione… se n’era scordata, in effetti. Ma di certo non aveva ancora dimenticato cosa era successo quella stessa sera, e non aveva nessuna voglia di ripensarci.

 

“Quindi la nostra Isabelle sta davvero cercando qualcosa nascosto qui da qualche parte? Interessante… strano, non ho mai sentito di una specie di tesoro da quando sono qui.”

 

“Già, perché non ce n’è uno! Forse leggi troppi libri Jude.”

“E tu pensi troppo. So di aver ragione, o almeno in parte… magari non si parla di uno scrigno pieno d’oro come nei libri, ma di certo qualcosa da trovare c’è. E se tuo zio insiste tanto, deve essere anche parecchio importante… forse più del denaro.”

 

Era diventata piuttosto brava a mentire e a dissimulare, ma Jude Verräter era una di quelle persone con cui farlo risultava molto difficile… Specialmente quando sapeva di aver ragione. Così Isabelle non disse niente, sistemandosi la borsa di Phoebe sulla spalla prima di voltarsi e allontanarsi, lasciandolo di nuovo da solo, sì, ma forse con qualche consapevolezza in più.

 

                                                                                 *

 

“Credo che sia praticamente la prima volta in cui lo dico, ma mi sento l’ultimo della classe.”

 

Adrianus sbuffò mentre invece sia Mathieu che Camila ridacchiavano, entrambi lieti di aver battuto l’amico in qualcosa… ma mai quanto Frankie o Jude, che ogni tanto passava accanto all’ex Corvonero ridendo sotto i baffi.

 

“Non prendertela, non si può certo essere bravi in tutto… anche se, non per vantarmi ovviamente, io ho centrato tutti i bersagli.”

 

Francisca sfoggiò un sorrisetto mentre si sistemava gli occhiali protettivi e per tutta risposta Adrianus borbottò qualcosa di incomprensibile su quanto fossero tutti estremamente simpatici quella sera.

 

“Non fare il musone, è pur sempre sabato!”    Francisca sorrise prima di voltarsi nuovamente verso il bersaglio e, una volta sollevato il braccio, centrarlo all’altezza dello stomaco.

“Si, e come intrattenimento c’è lo show di Jude… ma come fa?”

 

In effetti l’ex Serpeverde si stava probabilmente divertendo più di tutti gli altri messi insieme, continuando a centrare ripetutamente i bersagli e sempre sulla testa.

 

“Non saprei, è sempre stato molto bravo con le armi da fuoco.”

“Si beh, meglio stare al largo…”

 

Adrianus parlottò a bassa voce proprio mentre Jude, quasi come se lo avesse sentito, si voltava verso di lui e gli sorrideva appena, sollevando persino una mano per salutarlo.

Inutile dire quanto fosse contento di potergli ricambiare il favore prendendolo finalmente in giro a sua volta…

 

 

“Ma perché non va?”

“Tesoro, forse se togliessi la sicura…”

“Ops. Stasera sono un po’ rimbambita… non so, sarò stanca.”

 

Phoebe si strinse nelle spalle prima di puntare al bersaglio, evitando di far notare ad Isabelle di avere una specie di strana sensazione.  O forse era davvero solamente stanca dopo l’ennesima lunga settimana….

 

“Che hai Bibi? Hai una faccia un po’ tesa…”

“Non so, ho mal di stomaco…. O una cosa simile.”    

 

Un attimo dopo aver parlato l’ennesimo sparo echeggiò nella grande sala… e ancora una volta Phoebe si chiese cosa sarebbe successo se non avessero usato la magia per insonorizzare totalmente quell’area del vecchio maniero: di sicuro non sarebbe stato divertente per gli insegnanti o gli altri studenti svegliarsi a tarda ora per colpa di spari da arma da fuoco.

 

“Cattivo segno?”

“Spero di no… per fortuna non sono una veggente.”

 

“Già, beh… ora che ci penso, gradirei che tu non iniziassi a fare la Cupida della situazione! La prossima volta la borsa la Appelli!”

“Non so proprio di che cosa tu stia parlando…”

“Come no, e io sono la Regina!”

 

                                                                                 *

 

“Beh, è stata una serata veramente lunga… sono felice che sia finita.”

 

Adrianus sorrise con sincero sollievo mentre camminava accanto a Francisca, tenendole un braccio sulle spalle. La ragazza sorrise e alzò gli occhi verdi per guardarlo con aria divertita, trattenendosi dal ricordargli di essere stata più brava di lui alle prese con le armi das fuoco.

 

No, forse Jude aveva già contribuito a sufficienza…

 

“Me ne sono accorta Steb, continuavi a guardare l’ora!”

“Già, non vedevo l’ora che finisse.” 

 

Adrianus annuì, sperando che nell’incontro successivo avrebbero dovuto affrontare prove di intelligenza o simili più che usare armi Babbane. Per lo meno non usavano proiettili veri, quindi nessuno correva il rischio di farsi male… o almeno non troppo.

 

Mathieu e Camila camminavano qualche metro davanti a loro… e quando arrivarono al bivio per i due Dormitori Camila si appoggiò al muro per aspettare l’amica, che si fermò per salutare Adrianus.

 

“Beh, ci vediamo domattina… Sogni d’oro Steb, anche se sei pessimo a sparare io ti apprezzo moltissimo comunque.”

“E meno male!”      Adrianus sorrise mentre la ragazza ridacchiava, strizzandogli l’occhio prima di voltarsi e fare per raggiungere Camila.

 

Tuttavia, prima che Francisca potesse allontanarsi troppo, Adrianus si sporse leggermente e strinse una mano intorno al suo braccio per avvicinarla, sottolineando di pretendere il bacio della buonanotte prima di stringerla in un abbraccio e baciarla.

 

“Oh, ricominciano… lo sanno anche i muri ormai che siete perdutamente innamorati!”

 

Mathieu roteò gli occhi e Camila per tutta risposta lo colpì sul braccio, intimandogli di tacere e di avere maggior tatto mentre Adrianus si staccava dalla fidanzata sbuffando e borbottando che Mat fosse un gran guastafeste mentre Francisca invece sorrideva:

 

“Povero Mat… In effetti è molto tardi, meglio andare o dormire o domani mattina avrò una faccia da zombie.”

“Per me saresti carina lo stesso… ma buonanotte comunque.”   Adrianus le sorrise un’ultima volta prima di darle un bacio sulla fronte e sciogliere l’abbraccio, guardandola avvicinarsi ad una Camila sbadigliante mentre invece Mat lo superava per andare finalmente a dormire.

 

“Ehy, Frankie.”

“Si?”

 

Le due ragazze si fermarono contemporaneamente ed entrambe si voltarono verso di lui, guardandolo in attesa… specialmente Francisca, che gli rivolse un’occhiata carica di curiosità. Ma Adrianus si limitò ad esitare per un istante prima di sorridere e scuotere leggermente il capo:

 

“Niente… vado o Mathieu mi trascinerà con la forza.”

Esatto, datti una mossa o dormo qui sul pavimento!”

 

Le parole del francese fecero ridacchiare sia Camila che Frankie, che prima di voltarsi rivolse un’occhiata incerta in direzione di Steb: chissà cosa stava per dirle…

Forse sarebbe riuscita ad estorcerglielo il giorno seguente, corrompendolo con una fetta di torta alle mele?

 

                                                                              *

 

Continuava a rigirarsi nel letto e guardare periodicamente l’orologio, cercando di ricordare se non esistesse un incantesimi per d’addormentarsi… Forse un sonnifero sarebbe stato l’ideale, ma per sua gran sfortuna lei non era Jude Verrater e non aveva una specie di dispensa privata in camera da letto.

 

Si sollevò, mettendosi a sedere sul materasso sbuffando: non sapeva perché, ma si sentiva un po’ nervosa… continuava risentire squarci di parole, di conversazioni. Rivedeva la lettera di Morgan, sentiva le parole di suo zio, così minacciose e brutali ma sfortunatamente vere…

 

E continuava anche a pensare a Jude, sicura che prima o poi avrebbe saputo tutta la storia… se lo conosceva almeno un po’ di certo lui pensava che non si fidasse, ma la realtà era che non voleva sinceramente metterlo nei guai.

Forse la prima opzione sarebbe stata molto più semplice da gestire.

 

Isabelle allungò una mano per prendere dal comodino l’orologio ticchettante di Al.

Chissà che cosa avrebbe detto o fatto lui…

Nel guardare quell’orologio ripensò a quando Francisca era quasi morta, a tutti i guai che stava causando quella storia… non solo a lei, ma a tutti coloro che la circondavano.

 

Jackson, Etienne, Alexandrine, Alastair… erano morte già quattro persone. Non voleva affatto dover allungare la lista.

 

Ripensò a quando suo zio le aveva posto un limite, minacciando senza veli di uccidere qualcun altro se non lpo avesse rispettato… ma Phoebe, per pura casualità, aveva evitato una tragedia e Francisca non era morta.

Ma era passato un mese ormai… e non era più successo nulla. Perché?

 

Lei non gli aveva ancora dato una risposta… era ancora il suo turno? O il suo tempo era davvero scaduto e la mano era passata a lui?

 

Ripensò a Phoebe, quando le aveva detto di avere una strana sensazione.

In un certo senso le sue parole l’avevano fatta venire anche a lei…

 

Isabelle si disse di non pensarci e di dormire;

Si disse di non rivedere più quei volti nella sua testa;

Si disse di non pensare a sua madre, a dove fosse, a come stesse, a cosa le avessero fatto passare;

Si disse di non pensare a suo padre che non sapeva nulla, vivendo in una bolla che lei stessa aveva creato;

Si disse di chiudere gli occhi e di dormire come se niente fosse, con nessuna preoccupazione, come tante persone erano in grado di fare… eppure lei sembrava essersi dimenticata come riuscirci.

 

Rimise l’orologio di Alastair sul suo comodino, e un attimo dopo la lancetta si fermò definitivamente sul’1, segnando l’una di notte.

Isabelle fece per stendersi di nuovo sul materasso, ma dopo qualche istante si voltò nuovamente verso l’orologio di legno a doppio quadrante… si era abituata a quel rumore, certo, e per questo ne sentì subito l’assenza.

 

La lancetta dei secondi si era fermata: il suo tempo era finito.

Agendo completamente d’istino, Isabelle si alzò dal letto senza nemmeno sapere dove andare o cosa fare esattamente.

 

E poi sentì lo sparo.

 

                                                                                       *

 

“Tesoro!”

 

Si voltò, la fronte corrugata e gli occhi socchiusi mentre cercava di abituarsi a quella strana luce improvvisa… anche se, in un certo senso, quella situazione le era in qualche modo familiare.

 

Un sorriso si fece largo sul suo volto, riconoscendo volto e voce… e quando le si fu avvicinava l’abbracciò, sinceramente felice di vederla.

 

“Mi sei mancata.”     Annuì, mentre gli occhi le si inumidivano.

“Anche tu… non sai quanto.”

 

Si staccò leggermente dalla sua migliore amica, per poterla guardare di nuovo in faccia… Alexandrine Darwin aveva gli occhi lucidi almeno quanto i suoi ma sorrideva, e mai le era sembrata così reale. Non vedeva quel sorriso da tanto tempo, ma all’improvviso le sembrò che quelle settimane non fossero mai passate.

 

In passato, lei le aveva chiesto se fosse morta quando si erano incontrate nella sua testa… ma Francisca non pronunciò di nuovo quelle parole, limitandosi a stringere la mano della sua amica come tante volte aveva sognato di poter rifare.  Non le domandò nemmeno dove fossero… forse non le importava più.

 

Si limitò a seguirla, sapendo che era la cosa giusta da fare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

……………………………………………………………………………………………………….

Angolo Autrice:

 

Io davvero non so cosa dire. E sono una persona a cui difficilmente le parole mancano…

Lo so, vi dispiace tantissimo, vi assicuro che vale anche per me se non di più. E giuro che non mi è mai dispiaciuto tanto eliminare un personaggio come oggi, avevo persino gli occhi lucidi mentre terminavo il capitolo. Non solo perché l’adoro, ma anche per ovvi motivi, direi.

La solfa è sempre la stessa, non mi dilungo oltre…

 

Buona serata,

Signorina Granger

 

   
 
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