Fumetti/Cartoni americani > I Pinguini di Madagascar
Segui la storia  |       
Autore: I_love_Beerus    09/04/2017    3 recensioni
Con un nuovo arrivo allo zoo di Central Park, ad uno dei nostri amici pinguini accadrà qualcosa di veramente impensabile.
Vi ho incuriositi? Spero proprio di sì.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Skipper, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sam entrò nella caverna di Marlene un minuto dopo.
Non poteva credere di essere all’interno di quella casa… quella che fino a poco tempo prima era anche casa sua oltre che di Marlene.
Ricordi improvvisi le affiorarono in mente per poi scacciarli dopo un istante: non poteva pensare a quelle cose, quando era entrata lì unicamente per concedersi un paio di minuti senza quel pulcinella appiccicoso e odioso… prima o poi avrebbe trovato il modo per toglierlo di mezzo una volta per tutte; non avrebbe sopportato a lungo l’umiliazione che stava subendo.
Di certo, non glielo avrebbe permesso ancora per molto, ma per ora era meglio fargli credere di essersi fidanzato con lei almeno per farla stare lontana da suo padre.
Il solo pensiero del genitore le fece salire un odio smisurato nelle vene, che riuscì a colmare solo quando avvertì uno strano suono provenire dalla parte più interna della caverna, precisamente nella cucina.
La pinguina vi si avviò e trovò la sua vecchia coinquilina in lacrime, con le mani che le coprivano il volto.
Sam rimase un po’ colpita dalla scena. Non aveva mai visto Marlene piangere e ora che lo stava facendo davanti ai suoi occhi, era sicura di aver avvertito una strana sensazione dentro di sé.
Era dispiacere? Sam non riuscì a spiegarselo, ma di una cosa era sicura: vedere la lontra piangere non le aveva fatto provare belle o normali sensazioni, anzi…
Una parte di lei voleva avvicinarsi per chiederle cosa non andava, ma l’altra, quella che prevaleva sempre per l’orgoglio, non voleva.
Fece per tornare indietro, quando per sbaglio andò a sbattere contro la chitarra spagnola tanto adorata da Marlene.
Quest’ultima si girò spaventata dalla direzione della pinguina, che le rivolse uno sguardo alquanto imbarazzato.
Marlene si asciugò immediatamente gli occhi.
-Che ci fai qui?- le chiese la lontra in un tono che non suscitava nessun’emozione.
-Volevo sfuggire ad Hans- le rispose semplicemente la pinguina, anche lei non guardando negli occhi Marlene.
-Tanto ti troverà lo stesso, se rimani qui- la informò la lontra.
La prima reazione della pinguina a quell’uscita fu di alzare finalmente lo sguardo per guardare gli occhi della sua vecchia coinquilina che ancora luccicavano per il pianto di poco prima che voleva tanto nascondere.
-Se vuoi, me ne vado-
E così dicendo girò i tacchi avviandosi verso l’uscita.
-Non ho detto che voglio- disse improvvisamente la lontra in tono piatto.
Sam frenò all’improvviso, non credendo alle sue orecchie. Si voltò bruscamente verso Marlene con sguardo incredulo.
-Puoi rimanere- disse ancora Marlene, guadagnandosi uno sguardo ancora più stranito da parte della pinguina.
Sam non riusciva a capire. Davvero Marlene voleva che restasse? Come mai non le aveva ancora urlato di andare via??
-Prego?- fece Sam in tono sospettoso, puntandole addosso i suoi occhi azzurri.
-Dobbiamo parlare- tagliò corto la lontra. Sam, per tutta risposta, rimase a bocca aperta; ma prima che riuscisse a ribattere qualcosa, Marlene la precedette.
-Sam, io mi sono stancata di questa situazione. Non importa se non vuoi, ma devi starmi a sentire!- replicò all’improvviso Marlene, in un tono che non ammetteva repliche.
Se fosse stato in un altro momento, di sicuro Sam le avrebbe risposto a tono, ma non questa volta.
La pinguina capì fin da subito che si trattava di qualcosa di importante, poteva leggerlo negli occhi giallognoli della ex amica.
Che cosa doveva dire di così importante?
-Ti ascolto- disse semplicemente Sam. Nel suo tono si poteva scorgere una nota di curiosità.
-E’ dalla sera del mio compleanno che non abbiamo l’occasione di parlarci tranquillamente. Bene. Da quando te ne sei andata, ho avuto molte occasioni per riflettere e, beh… penso che io abbia un po’ esagerato a incolparti per il “regalo” riuscito male che mi avevi fatto…- Marlene era un po’ imbarazzata.
Sam invece, la guardava sorpresa e incredula.
-Continua…- la incoraggiò a parlare la pinguina.
-Insomma, solo ultimamente ho capito come sono stata stupida…e mi sono resa conto di non averti neanche ringraziata per il pensiero. Ecco… se lo hai fatto vuol dire che in un certo senso tenevi a me e volevi rendermi felice per una sera, dandomi quello che desideravo da sempre. Per cui… grazie mille, Sam- disse tutta d’un fiato.
Nei suoi occhi, che nel frattempo si stavano riempiendo di lacrime, scorse la figura di una Sam ancora in piedi davanti a lei che non smetteva di fissarla stranita.
Marlene abbassò lo sguardo per evitare la discesa di due grosse lacrime. Era contenta di aver detto quelle cose, anche perché le pensava veramente e man mano che passava il tempo si sentiva sempre più in colpa.
Aspettava da un momento all’altro una reazione da parte di Sam, ma non arrivava.
Alzò leggermente lo sguardo e quello che vide le fece venire una stretta involontaria al cuore: la pinguina tosta e forte che aveva conosciuto mesi prima stava versando lacrime silenziose, respirando lentamente per nascondere i singhiozzi.
Entrambe non sapevano cosa dire…
Non sapevano come, ma all’improvviso tutte e due si trovarono a correre l’una verso l’altra, per poi bloccarsi in un forte abbraccio.
Non dissero niente. Solo, continuavano ad abbracciarsi senza darsi spiegazione, senza dirsi una parola.
Rimasero abbracciate per parecchi minuti, prima di staccarsi e ricominciare a parlare.
-Mi dispiace!- disse velocemente la Sam, cercando di fermare invano le lacrime che continuavano a inondare i suoi occhi azzurri.
-No, è stata colpa mia! Se non fosse stato per me adesso non avresti problemi con Hans, io…- ma la lontra non riuscì a finire la frase, perché vide la pinguina rabbuiarsi improvvisamente e girarsi dall’altra parte. Forse, pensò, provava un po’ di vergogna.
-Non ho voluto io mettermi con lui…- affermò Sam tra i singhiozzi. Era molto turbata e nervosa e Marlene non poteva far altro che consolarla.
-Ci credo! Sam, ma perché state insieme?! Che è successo quando te ne sei andata?!- chiese Marlene, curiosa e preoccupata allo stesso tempo.
Sam aspettò qualche secondo prima di risponderle.
-Ho dovuto farlo per non stare in Antartide con…- qui la pinguina ebbe un moto di odio –quello che dovrebbe essere definito mio padre- rivelò poi.
-In che senso? Tuo padre ti ha costretto ad andare via con lui? Per questo sei andata via?- chiese Marlene, incredula.
Sam rimase zitta. Dentro di sé provava molte emozioni, che non sapeva definire: un misto di odio, rabbia, ma anche vergogna e tristezza.
Tutto ciò che riuscì a fare fu scoppiare ancora di più in lacrime.
Marlene si accorse di non sopportare quella scena straziante; corse da lei e l’abbracciò forte ancora una volta.
-Risolveremo tutto, Sam, vedrai- cercava di rincuorarla, Marlene.
Non le piaceva per niente quella situazione.
In quel momento, la lontra si rese conto che in tutto quel tempo, Sam le mancava. Anche se per settimane non voleva ammetterlo a sé stessa, il fatto che la sua migliore amica fosse andata via le faceva male. Sperava che la cosa fosse reciproca, così rischiò il tutto e per tutto.
-Rimani qui- riuscì a dire infine la lontra.
-Cosa?- chiese la pinguina, asciugandosi leggermente le lacrime.
-Se ti va, puoi rimanere qui. I ragazzi non permetteranno ad Hans di darti fastidio…- spiegò Marlene, sperando con tutto il cuore che accettasse.
-Io…Sì, Marlene. Amiche come prima?- chiese imbarazzata Sam.
Anche se non voleva ammetterlo, voleva farlo da tantissimo tempo. Sperava solo che sarebbe stato lo stesso per la lontra.
-Certo che sì, amiche come prima!!- urlò di gioia la lontra, realizzando che il suo desiderio si fosse avverato.
Sam rise leggermente e si abbracciarono di nuovo forte.
-Beh ora… direi di smetterla- detto questo, Sam si staccò dall’abbraccio, guadagnandosi una risata da parte dell’amica.
-Questa è la Sam che mi piace!- esclamò Marlene.
Si diedero il cinque e pochi minuti dopo andarono a mangiare qualcosa. Sam le raccontò tutto quello che era successo da quando se ne era andata, tranne il sogno che aveva fatto su di lei e Skipper.
-Ma per quale motivo volevi sfuggire a tuo padre? Mi sorprende che ti sia messa addirittura insieme ad Hans per scappare da lui!- si ricordò all’improvviso Marlene, e rivolse a Sam uno sguardo indagatore.
Ecco. Quella era la domanda che Sam sperava non arrivasse mai.
Tuttavia, non poteva più nascondere nulla e in qualche modo si voleva sfogare. Sapeva di fidarsi di Marlene, ma dire un fatto così importante non lo aveva calcolato, anche perché non lo aveva detto a nessuno.
Prese coraggio e decise di raccontarle tutto.
-E’ successo molti anni fa… Non andavo d’accordo con mio padre e lui era sempre iperprotettivo nei miei confronti, cosa che io odio profondamente- iniziò a raccontare la pinguina.
-Certo…- Marlene la ascoltava con molta attenzione, incuriosita dalla misteriosa storia.
-E niente… un giorno capì che in realtà per lui non ero niente e me ne andai via senza lasciare traccia. Dopo dieci lunghi anni, si ripresenta e mi rovina la vita!- sbottò all’improvviso Sam, stringendo le pinne dalla rabbia.
-Non eri niente per lui? Sam, dai, non ci credo! Non esistono genitori che hanno questi pensieri, è…- disse Marlene, ma fu prontamente interrotta dalla pinguina, che in fondo sapeva che la lontra le avrebbe dato una risposta del genere.
-Beh, come vedi, mio padre è la prova che invece esistono esseri schifosi come quelli- detto questo si alzò in piedi nervosa, andando da una parte all’altra della stanza.
-Sam, calmati! Pensi veramente che ti odi? Glielo hai chiesto, per caso?-
-Non gliel’ho chiesto perché non ce n’era bisogno! L’ho sentito con le mie orecchie, Marlene, capisci?- le chiese Sam, girandosi di scatto verso di lei.
A quel punto, la lontra non sapeva proprio cosa dire. Avrebbe voluto dare dei consigli all’amica, ma non ci riusciva.
-Scusa se te lo chiedo… ma tua madre? Dov’è…?- chiese nervosamente Marlene, sapendo benissimo che si trattava di una domanda indiscreta. Sam non l’aveva nominata neanche una volta e si era incuriosita del perché.
Sam la guardò inespressiva. Poi le diede la risposta.
-E’ morta perché mi ha fatta nascere- disse semplicemente, con sguardo piatto.
A Marlene venne un colpo al cuore sentendo quelle parole. Forse era per quello che il padre la odiava tanto? Era per quello che a un certo punto Sam ha voluto scappare dalla sua terra natale?
Fatto stava che non disse nulla.
Ma in realtà cosa c’era da dire, quando ti trovavi a riabbracciare per l’ennesima volta la tua amica che per poco non era scoppiata in lacrime di nuovo?
-Non dirlo a nessuno- disse Sam, guardando seria la lontra.
-Puoi fidarti- le confermò Marlene.
In quel momento, Sam non credeva di essersi mai sentita così bene.
 
ANGOLO AUTRICE:
ALLORA, SALVE A TUTTI E VI CHIEDO GENTILMENTE DI PERDONARMI PER QUESTO IMMENSO RITARDO NELL’AGGIORNARE, COMUNQUE…
VISTO CHE E’ SUCCESSO?? CHE COLPO DI SCENA, EH;)
LA PICCOLA SAM HA CAPITO FINALMENTE CHE APRIRSI OGNI TANTO A QUALCUNO NON FA MAI MALE, E INFATTI LE HA FATTO BENE!
CHE NE PENSATE? DITEMI LA VOSTRA CON UNA RECENSIONE, A PRESTO:)
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > I Pinguini di Madagascar / Vai alla pagina dell'autore: I_love_Beerus