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Autore: michi_993    10/04/2017    0 recensioni
Non provengo da una famiglia povera e non sono rimasta sola. La vita di corte non fa per me, ingiustizie, complotti , tradimenti non fanno parte del mio essere. Il mio lavoro è concludere affari, sono simile ad un banchiere quanto ad una prostituta...
Mi chiamo Fiora Cavazza e ho deciso di servire me stessa.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Ezio Auditore, Leonardo da Vinci
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prelato e Fiorini  
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Credo sia stato il periodo più felice di tutta la mia esistenza, nonostante i giornalieri omicidi, fughe e l’ombra dello Spagnolo alle spalle.
Ora la mia vita era appesa ad un sottilissimo filo di ragnatela, tra templari e assassini sentivo il freddo della lama dello Spagnolo sul collo e il caldo delle mani di Ezio che mi tenevano stretta  a lui. Stavo camminando per il piccolo villaggio in cui ci eravamo fermati  a pochi chilometri da Firenze, avevo delle commissioni da fare per conto di Ezio: portare dalla sarta alcuni indumenti da rammendare,  ordinare il foraggio per i cavalli e passare dal medico per comprare delle scorte di medicine. Indossavo abiti civili, gonna lunga fino ai piedi con un corpetto marrone scuro legato da lacci neri, mi sentivo fin troppo impedita nei movimenti con tutta quella stoffa a coprirmi.
- Buongiorno mastro, avrei bisogno… ehm vediamo del foraggio per cavalli ne avete? –  puntai il dito sulla parola del foglietto.
- Buongiorno Madonna, si purtroppo il prezzo è salito dalla settimana scorsa, non riceviamo più merci da Siena a causa di un’epidemia che ha costretto la città alla quarantena –
- Capisco.. ehm ho 15 fiorini per il foraggio, spero bastino per far vivere quel maledetto cavallo! Anche se io lo lascerei morire di fame! –
- Si basterà madonna, non andate d’accordo? -  rise.
- Lasciate perdere ogni volta che mi avvicino è come se si avvicinassero il fuoco e  l’acqua! E io sono il fuoco ovviamente, spenta da un cavallo puff –
- Chiedete a vostro marito di aiutarvi, i cavalli scelgono le persone che vogliono prendersi cura di loro –
- Già…-                                                                        
- Vi preparo l’ordine prima del tramonto in modo che possiate venirlo a ritirare con vostro marito prima del buio –
- Vi ringrazio, messere –
 
Marito.
Eravamo questo per la nuova comunità in cui avevamo appena piantato le radici. Sposarsi è una privazione della libertà! Giammai! Ero libera e lo sarei stata per sempre. Una donna indipendente e libera!
Mentre analizzavo il mio piccolo pezzetto di carta con scritte le commissioni ,mi sentii trascinare per la vita da dietro e in un vortice di sottane dannatamente pesanti, mi trovai faccia a faccia con mio marito e le sue labbra si stamparono sulle mie in una morbida prigione dorata derubandomi dell’ultimo soffio di libertà.
- Liberatemi da questi abiti scomodi vi prego! –
- Fiora per l’amor del cielo così in pubblico! -  rise.
- Ma che avete capito! Mi impediscono di camminare! Voglio qualcosa di più comodo! –
- Farvi girare per il paese, per lo più di poche anime come questo, con le caviglie scoperte e con il corpetto attirerebbe attenzione che noi non desideriamo se vogliamo tenerci la testa sulle spalle, vero madonna? –
Sbuffai in tutta risposta.
- Quindi, sopportate la pesantezza di questi abiti fino a casa dove potrò aiutarvi molto volentieri a disfarvene! –  sussurrò.
- Qui quello che attira attenzione siete voi che.. –
- Buongiorno, messere. Madonna. –
- Buongiorno a voi Padre – disse scostandomi accanto a lui cingendomi il fianco. Io mi limitai a sorridere da buona mogliettina rispettosa dei ruoli.
- Ho visto che vi siete trasferiti da poco nel nostro umile villaggio, non ho avuto modo di darvi il benvenuto prima, purtroppo per un prete ci sono sempre più incarichi da gestire e Roma, ah… - si fece il segno della croce – è solo l’ombra di quello che era –
- Vi ringraziamo Padre, il villaggio è delizioso e tranquillo –
Liquidò la faccenda con un gesto della mano. – Non vi ho mai visto lavorare la terra, quindi non siete un contadino, non vi ho visto nemmeno trasportare merci in città, e quindi non siete un mercante… come vi mantenete messere? Gli abiti che portate sono di buona fattura. –
- Alla faccia della curiosità! – brontolai all’orecchio di Ezio che in tutta risposta mi piantò due dita nel fianco.
Sorrisi, di nuovo.
- Padre ehm, lavoro presso una bottega in città come apprendista e spesso mi usa come corriere per i suoi affari –
- Capisco – scrisse qualcosa sul piccolo libro che teneva tra le mani. – Quindi direi che posso applicarvi una tassa da artigiano, il che fanno 5 fiorini al mese –
 Ezio cambiò espressione come se gli avessero chiesto una cifra esorbitante, taccagno!
- Saremo felici di corrispondere il dovuto alla comunità – affermai con un sorriso sgargiante.
Il prelato mi guardò come se avesse parlato una fattucchiera, e rivolse il suo sguardo verso Ezio, ancora sconcertato dai 5 fiorini!
- ehm si.. – riuscì a balbettare.
Il Prete allungò la mano e io gli porsi i 5 fiorini che aveva chiesto, dato che avevo io i soldi per pagare le commissioni, sconcertato il prete ne morse un paio per controllare se fossero autentici. Una donna che gestiva le finanze doveva sembragli Satana in persona, avevo voglia di urlargli un faccia che ero la figlia della perdizione, l’amante di Satana, la figlia del peccato!
Ma…mi limitai al solito sorriso.
- Molto bene! -  chiuse la mano tutto soddisfatto poiché poteva allontanarsi da me.
- Una buona giornata a voi! – disse allontanandosi di pochi passi, per poi girarsi di scatto. – dato che sembrate guadagnare bene comprate più stoffa da mettere addosso a vostra  moglie! –
- Sarà fatto Padre, Buona giornata! –  salutò Ezio dopo essersi magicamente ripreso dalla catalessi del taccagno.
 
- Mi odia. – affermai vedendo il Prelato zampettare come un allegro capriolo lontano da noi.
- Mi ha detto di coprirti –
- Si infatti se metto altra roba addosso, dovrai raccogliere il mio cadavere o trascinami per il paese –
- Quindi…proporrei di far contento il Padre e andarti a togliere questi abiti sconci! –
Incrociai il suo sguardo da trota in amore e gli sventolai il foglietto che tenevo in mano con le commissioni, allontanando le sue fantasie sessuali con la forza dell’aria che produceva agitandolo.
Ma a quanto pare non bastava, nemmeno una tempesta avrebbe scacciato quelle fantasie.
Mi prese con la forza e mi spinse contro il muro della chiesetta del villaggio, dietro l’angolo che dava al piccolo cimitero sul retro.  Spinse il suo corpo contro il mio fino a farmi toccare la schiena contro la fredda roccia, gli passai le mani tra i capelli tirandolo verso di me.
- Mi avete contagiato, Ezio Auditore. Liberiamoci di questi abiti sconci –
Sorrideva mentre mi prendeva il volto tra le mani e poggiava la fronte sulla mia.
- Vi amo Fiora Cavazza, nemmeno Dio sa quanto –
   







MAD NOTE: La quotidianità sta stretta a Fiora...oltre che il corsetto!

  
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