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Autore: Amy2205    11/04/2017    6 recensioni
''Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior.''
Draco è diventato un mangiamorte eppure nessuno sembra farci caso, che aspettarsi dal figlio di Lucius Malfoy? Intanto la piccola di casa Weasley sempre più preoccupata dall'aspetto del giovane e spaventata dalle accuse di Harry nei confronti del Serpeverde, decide di fare qualcosa. Qualcosa di strano, innaturale, che una Weasley non avrebbe mai dovuto fare nei confonti di un Malfoy. Decide di salvarlo dal suo cupo destino. Nonostante le difficoltà iniziali, Ginny scoprirà un lato nuovo di Draco, una sfaccettatura quasi... umana. Come andranno a finire le cose tra i due?
Leggete e scoprite!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sulle ali di un angelo'
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Tell me would you kill to save a life
 30 second to Mars
 
 
 
No matter how many times that you told me
you wanted to leave
No matter how many breaths that you took
you still couldn't breathe
No matter how many nights that you'd lie wide awake
to the sound of the poison rain



Draco si fece avanti, controllando in fretta che lui e Silente fossero soli. Il suo sguardo si posò sulla seconda scopa.
 
-Chi altro c’è?-

-È la domanda che potrei fare io. O agisci da solo?-

Harry vide gli occhi pallidi di Malfoy spostarsi di nuovo su Silente nel bagliore del Marchio.    

-No- rispose -Ho dei rinforzi. Ci sono i Mangiamorte nella sua scuola, stanotte-

-Bene, bene- commentò Silente, come se Malfoy gli stesse mostrando un ambizioso progetto scolastico -Molto bene davvero. Hai trovato un modo per farli entrare, allora?-

-Sì-  ansimò Malfoy -Proprio sotto il suo naso, e non se n’è nemmeno accorto!-

-Ingegnoso- osservò Silente -Eppure… perdonami… dove sono adesso? Non li vedo-

-Avranno incontrato alcuni della sua guardia. Staranno combattendo di sotto. Non ci metteranno molto… Io sono venuto avanti. Io… ho un compito da svolgere-

Ma pronunciando quelle parole, Draco sperò che Ginny fosse al sicuro nella Torre dei Grifoni.

-Beh, allora devi sbrigarti, mio caro ragazzo- disse il Preside con dolcezza.

Silenzio.
Harry era imprigionato nel proprio corpo invisibile, paralizzato, e fissava entrambi, le orecchie tese nello sforzo di cogliere i rumori della battaglia lontana dei Mangiamorte. Davanti a lui Draco Malfoy guardava Albus Silente che, cosa incredibile, sorrise.

-Draco, Draco, tu non sei un assassino-
 
-Come fa a saperlo?- reagì Malfoy.
 
Parve accorgersi di quanto sembrassero infantili le sue parole. Harry lo vide arrossire alla luce verdognola del Marchio.
 
-Lei non sa di che cosa sono capace- insistette Malfoy con più forza -lei non sa che cosa ho fatto!-
 
-E invece sì- rispose Silente in tono mite -Hai quasi ucciso Katie Bell e Ronald Weasley. È tutto l’anno che, con crescente disperazione, cerchi di uccidermi. Perdonami, Draco, ma sono stati deboli tentativi… così deboli, in verità, che mi chiedo se tu ci metta davvero tutto te stesso…-
 
-Ma certo!-  ribatté Malfoy con veemenza -È tutto l’anno che ci lavoro, e stanotte…-
Da qualche parte, nelle profondità del castello, Harry udì un urlo soffocato. Malfoy s’irrigidì e si guardò alle spalle.
 
-Qualcuno sta proprio dando battaglia-  commentò Silente affabile -Ma stavi dicendo… sì, sei riuscito a far entrare i Mangiamorte nella mia scuola, cosa che, lo devo ammettere, ritenevo impossibile… Come hai fatto?-
 
Malfoy però non rispose: stava ancora cercando di ascoltare ciò che accadeva di sotto e sembrava paralizzato quasi quanto Harry.
 
Ginevra ti prego! Dimmi che non ti sei messa nei guai...
 
-Forse ti conviene continuare la tua missione da solo- suggerì Silente -E se i tuoi rinforzi sono stati fermati dalla mia guardia? Come avrai capito, stanotte ci sono anche membri dell’Ordine della Fenice. E del resto non hai veramente bisogno di aiuto… Non ho la bacchetta, al momento… Non posso difendermi-
 
Malfoy non si mosse né parlò. Continuava ad osservare il preside, pensando a Ginny.

-Capisco- continuò Silente con gentilezza -Hai paura di agire finché loro non sono con te-

-Io non ho paura!- ringhiò Malfoy, ma non fece nulla per colpire Silente -Dovrebbe averne lei!-
 
-Perché? Non credo che mi ucciderai, Draco. Uccidere non è nemmeno lontanamente facile come credono gli innocenti… Quindi dimmi, mentre aspettiamo i tuoi amici… come li hai fatti entrare? Sembra che ci sia voluto molto tempo, a trovare un modo-
 
Malfoy sembrava lottare contro il bisogno di urlare o di vomitare. Deglutì e respirò a fondo, scrutando torvo Silente, puntandogli la bacchetta sul cuore. Poi, come se non potesse evitarlo, rispose.
 
-Ho dovuto aggiustare quell’Armadio Svanitore rotto che nessuno usava da anni. Quello nel quale si è perso Montague l’anno scorso-
 
-Aaaah-

Il sospiro di Silente fu quasi un gemito. Chiuse gli occhi per un momento.
 
-Molto astuto… ce n’è una coppia, suppongo-

-L’altro si trova da Magie Sinister- continuò Malfoy -formano una specie di passaggio-

-Molto bene-  mormorò Silente -Così i Mangiamorte passando da Magie Sinister sono riusciti a entrare nella scuola per aiutarti… Un piano astuto, un piano molto astuto… E, come hai detto tu stesso, proprio sotto il mio naso-
 
-Esatto!- affermò Malfoy, che, bizzarramente, parve trarre coraggio e conforto dalla lode del Preside -Proprio così!-
 
-Ma ci sono stati momenti- continuò Silente -in cui non eri più sicuro di riuscire a riparare l’Armadio, vero? E sei ricorso a mezzucci volgari e sconsiderati come mandarmi una collana maledetta che è finita nelle mani sbagliate… avvelenare un idromele che aveva pochissime probabilità di essere bevuto da me…-
 
-Sì, beh, ma lei comunque non ha capito chi c’era dietro, no?- lo schernì Malfoy, mentre Silente scivolava un po’ più giù lungo il muro, le gambe sempre più deboli, e Harry lottava invano, in silenzio, contro l’incantesimo che lo legava.

-A dire il vero sì-  lo contraddisse Silente -Ero sicuro che fossi tu-
 
-Perché non mi ha fermato, allora?- chiese Malfoy.
 
-Sapevo che qualcun altro già ci stava provando...-
 
Draco perse un battito.
Possibile che lui sapesse di Ginevra?! Li aveva forse spiati?
 
No! Impossibile. O forse...
 
-Non aveva alcuna importanza per me! Mi divertivo e basta con lei...-

Ma cosa sto dicendo?!
 
-Naturalmente non ti aspetterai che io ci creda Draco, ma…-
 
-Facevo il doppio gioco, stupido vecchio, non sono mai stato sincero con lei-
 
-Dobbiamo rassegnarci a dissentire su questo punto, Draco. Si dà il caso che entrambi sappiamo che tu e la signora Weasley avevate un rapporto più che sincero-
 
-Beh, allora sta perdendo colpi!-  sogghignò Malfoy -Ginevra mi ha offerto aiuto… perché è un essere ingenuo e delicato, perché crede che l’amore vinca su tutto-
 
-Ginevra...- ripeté il preside sorridendo dolcemente.
 
Già Ginevra...
 
A Draco venne in mente il loro primo incontro, quel giorno d’estate a Diagon Alley. Ripensò alla prima volta che l’aveva chiamata con il suo vero nome, senza storpiarlo con ridicoli soprannomi.
 
Ecco Ginevra... io non sono molto bravo in queste cose, ma anche io volevo scusarmi per tutto. Dalla camera dei segreti a come ti ho trattato a Diagon Alley quest'estate... Mi dispiace
 
Si ricordava ancora le parole esatte.
Si accorse che nella torre era calato il silenzio e che Silente attendeva una risposta.
Prima che Draco potesse ribattere, si levò un urlo. Malfoy si guardò di nuovo nervosamente alle spalle, poi tornò a fissare Silente, che riprese:
 
-E così la povera Ginevra ha sprecato tutto il suo anno per una causa persa-
 
Draco stava per scoppiare a piangere.
 
-Esatto...- disse deglutendo –L’ho ingannata e lei c’è ingenuamente cascata-
 
Perché sto mentendo?!
 
-Ora, per tornare a stanotte- continuò Silente -non capisco bene com’è andata... Ginevra non ha cercato di fermarti?-
 
Draco non seppe come rispondere. Ricordava quell’addio scambiato minuti prima. Un addio semplice, ma complicato e doloroso allo stesso tempo. Proprio come il loro rapporto. Così semplice eppure così contorto.
 
Fare l’amore così, con te, ieri notte è stato bello, semplice, e un po’ complicato
 
Perché mi sta tornando in mente tutto?!
 
Draco cominciò silenziosamente a piangere e tremò. Abbassò la bacchetta.
Si udì un’esplosione, poi urla, più alte che mai; sembrava che la battaglia infuriasse sulla scala a chiocciola lì sotto, e il cuore di Harry tuonò inascoltato nel suo petto invisibile. Pazientemente aveva ascoltato tutto quello che Draco aveva confessato a Silente.
 
E così si è soltanto preso gioco di lei! Che bastardo! Io l’avrei resa così felice...
 
-Resta poco tempo, a ogni modo- riprese Silente -Quindi consideriamo le tue alternative, Draco-
 
 
As the days go by the night's on fire

Tell me would you kill to save a life
Tell me would you kill to prove you're right
Crash crash
Burn let it all burn
This hurricane's chasing us all underground
 
 
-Io non ho alternative!-  esclamò Malfoy, all’improvviso bianco come Silente -Devo farlo! Lui mi ucciderà! Ucciderà tutta la mia famiglia!-
 
-Mi rendo conto della gravità della tua posizione- convenne Silente -Perché credi che non ti abbia affrontato prima d’ora se no? Perché sapevo che saresti stato ucciso se Lord Voldemort avesse compreso che sospettavo di te-
 
Malfoy sussultò sentendo pronunciare quel nome.
 
-Sapevo della tua missione, ma non ho osato parlartene nel caso che usasse la Legilimanzia contro di te- continuò Silente -Ma ora possiamo parlare chiaro… non è stato fatto alcun male, non hai ferito nessuno, anche se devi solo alla fortuna se le tue vittime sono sopravvissute… Io posso aiutarti, Draco-
 
-Non può, invece-  ribatté Malfoy.
 
Ormai la sua bacchetta tremava incontrollabilmente.
 
-Nessuno può aiutarmi. Mi ha detto che se non lo faccio mi ucciderà. Non ho scelta-
 
-Passa dalla parte giusta, Draco. Non sei un assassino. Se non vuoi farlo per te stesso, fallo per lei. Ginny Weasley ti ama e anche tu la ami. Fallo per lei-
 
Draco ed Harry fissarono il Preside, sbalordito. Il biondo non parlò. Aveva la bocca aperta, e la mano con la bacchetta tremava ancora.
Stava per crollare.
 
Aveva ragione Ginevra
 
Aveva ragione dall’inizio e perché non l’aveva ascoltata?
 
Perché?!
 
All’improvviso dei passi rimbombarono per le scale e un attimo dopo Malfoy fu spinto da parte. Quattro persone vestite di nero si precipitarono fuori, sui bastioni. Sempre paralizzato, gli occhi fissi, senza poter battere ciglio, Harry vide terrorizzato quattro sconosciuti; a quanto pareva i Mangiamorte avevano vinto la battaglia di sotto.
 
-Buonasera, Amycus- lo salutò Silente, come se gli stesse dando il benvenuto a una festa.
 
-Fallo- ringhiò lo sconosciuto più vicino a Harry.
 
Era un omone dalle gambe lunghe con grigi capelli arruffati e le basette; era a disagio nella stretta veste nera da Mangiamorte. Aveva una voce come Harry non ne aveva mai udite: una sorta di abbaiare rasposo. Emanava un forte odore misto di polvere, sudore e, inconfondibile, sangue. Le mani sudice avevano lunghe unghie giallastre.
 
-Fenrir?- chiese Silente.
 
-Proprio così- rispose l’altro con voce stridula -Contento di vedermi, Silente?-
 
-No, non posso dire di esserlo Fenrir-
 
Il lupo sorrise, scoprendo i denti appuntiti. Del sangue gli colò sul mento, e si leccò le labbra lentamente, in un gesto osceno.
 
-Però sai quanto mi piacciono i ragazzi, Silente-
 
-Devo dedurre che adesso attacchi anche senza la luna piena? Questo è del tutto insolito… hai sviluppato un gusto per la carne umana che non può essere soddisfatto una volta al mese?
 
-Già- affermò Greyback.
 
Alzò un’unghia gialla e si ripulì i denti davanti, rivolgendo uno sguardo goloso a Silente.
In quel momento dal basso salirono nuovi scalpiccii e una voce gridò.
 
-Hanno bloccato le scale… Reducto! REDUCTO!-
 
A Harry balzò il cuore in petto: allora quei quattro non avevano annientato ogni resistenza, si erano solo aperti un varco nella battaglia per raggiungere la cima della Torre, ed evidentemente avevano creato una barriera dietro di sé.
 
-Ora, Draco, presto!- ripeté rabbioso l’uomo dalla faccia volgare.
 
-Draco, pensa a lei... salvati!- disse dolcemente il preside.
 
Ma la mano di Malfoy si alzò, tremava tanto da riuscire a stento a prendere la mira.
 
Perdonami Ginevra
 
No matter how many deaths that I die I will never forget
No matter how many lives I live I will never regret
There is a fire inside of this heart
and a riot about to explode into flames


 
In quel preciso istante la porta si spalancò ancora una volta e apparve Piton, la bacchetta in pugno. Guardò la scena, da Silente accasciato contro il muro ai quattro Mangiamorte, a Malfoy.
 
-Abbiamo un problema, Piton-  disse il goffo Amycus, senza distogliere da Silente lo sguardo e la bacchetta -Il ragazzo non sembra in grado-
 
Ma qualcun altro aveva pronunciato il nome di Piton, con dolcezza.
 
-Severus-
 
Quel suono atterrì Harry più di ogni altra cosa che aveva vissuto quella sera. Per la prima volta, Silente supplicava.
Piton non rispose.
Avanzò e spinse rudemente Malfoy di lato. I tre Mangiamorte si ritrassero senza una parola. Perfino il lupo mannaro era intimorito.
 
-Severus… ti prego-
 
Piton levò la bacchetta e la puntò contro Silente.
 
-Avada Kedavra!-
 
Uno zampillo di luce verde schizzò dalla punta della bacchetta di Piton e colpì Silente in pieno petto. L’urlo di orrore non uscì mai dalla bocca di Harry; silenzioso e immobile, fu costretto a guardare Silente scagliato in aria: per un istante parve restare sospeso sotto il teschio lucente, e poi cadde lentamente all’indietro, oltre le merlature, come un’enorme bambola di pezza, e scomparve.
 
Tell me would you kill to save a life
Tell me would you kill to prove you're right
Crash crash
Burn let it all burn
This hurricane's chasing us all underground


Quello che successe quella notte di primavera rimase leggenda. Silente, il mago più potente mai esistito scapicollò dalla torre di astronomia, i mangiamorte scapparono, tornarono striscianti e soddisfatti dal buco da cui erano venuti. Draco non rivide più la sua amata Ginevra. Harry una volta svanito l’incantesimo si sentì tradito da quell’uomo che soltanto un anno prima aveva cercato di salvarlo da Voldemort. Il Prescelto era corso nel cortile, lì dove il corpo del preside giaceva solitario. Un puntino bianco nell’immensa oscurità della notte. Dopo poco erano arrivati tutti gli studenti e davanti ai loro occhi impietositi, Harry aveva cominciato a piangere. Pianse si, ma non per la morte del preside. No. Pianse per coloro che avevano portato alla morte l’unica persona che Harry percepiva come famiglia. Ginny era morta dentro.

L’ha fatto veramente
E io che credevo di poterlo salvare
 
Si era lanciata verso Harry e aveva cercato di dargli il suo conforto. Si sentiva in debito con lui.
 
Harry... mi avevi messo in guardia. Me l’avevi detto che ne sarei uscita ferita. Che questa non era la mia battaglia...
 
Anche Hermione, abbracciata a Luna e a Neville, pianse. Si sentiva tremendamente complice.
 
Ed Harry che si fida di me...
 
Poi d’un tratto Madama Chips, gli occhi rossi, aveva alzato la bacchetta e una piccola e flebile luce ne era uscita. Rischiando impercettibilmente l’atmosfera oscura e maligna. E così avevano fatto gli altri studenti. Uno dopo l’altro. Tante luci pallide contro il mondo malvagio. Quella notte il mondo magico perse una vita preziosa.

 
The promises we made were not enough
The prayers that we had prayed were like a drug
The secrets that we sold were never known
The love we had the love we had
We had to let it go

 
Tutte le lezioni furono sospese, tutti gli esami posticipati. Alcuni studenti furono portati frettolosamente via da Hogwarts dai genitori nei due giorni che seguirono: le gemelle Patil partirono prima di colazione la mattina dopo la morte di Silente, e Zacharias Smith fu scortato fuori dal castello dal suo altezzoso padre. Seamus Finnigan, invece, si rifiutò categoricamente di seguire la madre a casa; fecero a chi urlava di più nella Sala d’Ingresso, e la sfida si risolse quando lei acconsentì a lasciarlo a scuola per il funerale.
Per Ginny e Hermione fu doloroso dire addio agli amici serpeverde. Si trovavano nel chiostro quando Astoria si era avvicinata alle due timidamente.

-Ragazze...- aveva cominciato –Devo lasciarvi, tra poco mia madre verrà a prendere me e Daphne-

Hermione l’aveva abbracciata stretta a sé.

-È stato tutto inutile- le aveva sussurrato all’orecchio.

Astoria sospirando si era scostata per osservarla bene in volto.

-Non tutto il male viene per nuocere Hermione. Draco ha fatto la sua scelta, ma grazie a questa io e te ci siamo conosciute e siamo diventate amiche-

Poi si avvicinò a Ginny.

-Gin... non aveva scelta- provò a rincuorarla.

-Invece si che l’aveva, ma lui non si è minimamente preoccupato di notarle. Che sia felice nel suo futuro di Mangiamorte-

Come darle torto?

Silente non era l’unica vittima della scelta sbagliata di Draco.
Nel pomeriggio anche Blaise e Theo le salutarono.

-Ma ci vedremo l’anno prossimo, no..?- aveva chiesto speranzosa come una bambina Ginny.

-Non lo so Gin, non lo so. Sta andando tutto storto- aveva risposto il moro, abbracciandola.

-Già! Nulla è andato secondo i piani- disse mestamente lei.

Dopo gli addii dei serpeverde Harry, Ron, Hermione e Ginny non si lasciarono mai. Il bel tempo sembrava prendersi gioco di loro; Harry immaginava come sarebbe stato se Silente non fosse morto e avessero trascorso quel periodo insieme, la fine della scuola, gli esami di Ginny alle spalle, il sollievo di non avere più compiti… e ora dopo ora, rimandava quello che sapeva di dover dire, di dover fare, perché era troppo difficile rinunciare al conforto più dolce.

-Dovrò abituarmi all’idea che tra poco torneremo tutti a casa- sospirò Ginny quella sera, seduta con Harry, Ron e Hermione accanto alla finestra aperta della sala comune a guardare fuori, verso il parco al crepuscolo.

-Non è poi così male- commentò Harry.

Harry si comportava in maniera insolitamente cortese con lei.

In fondo lui sa di me e Draco!
Cosa sarà successo quella sera sulla torre?

-È morto qualcun altro che conosciamo?- chiese Ron a Hermione, che stava scorrendo Il Profeta della Sera.

Hermione sussultò per la durezza forzata nella sua voce

-No- rispose in tono di rimprovero, ripiegando il giornale -Stanno ancora cercando Piton, ma non c’è traccia…-

Dopo quella notte, Piton era sparito nel nulla.

Come Draco...

-Naturalmente- sbottò Harry, che si scaldava ogni volta che si toccava l’argomento -Non troveranno Piton finché non trovano Voldemort, e visto che non ci sono mai riusciti in tutto questo tempo…-

Harry guardò Ginny pensierosa. Poi osservò Ron e Hermione: il volto di Ron era contratto come se stesse pensando a qualcosa di serio. Quello di Hermione era lucido di lacrime.

Ma certo! Anche lei era in combutta con le serpi. E io che mi fidavo di lei...

-Ragazzi, ascoltate- mormorò pianissimo – Ho capito che non potrò mai starecon voi tre. Dobbiamo smettere di vederci-

Ron chiese, con uno strano sorriso storto:

-E per quale stupida, nobile ragione?-

-Harry ti prego... tante persone ci hanno già lasciato...- mugugnò Ginny, rendendosi conto troppo tardi di quello che aveva detto.

-Voldemort usa le persone a cui i suoi nemici tengono. Ha già usato Ginny una volta come esca, e solo perché è la sorella del mio migliore amico. Pensa a quanto più grande è il pericolo che correte voi due. Cercherà di arrivare a me attraverso di voi- disse il Prescelto ai due amici, ignorando la rossa.

-E se a me non importasse?- ribatté Ron con forza.

-Importa a me- rispose Harry -Come credi che mi sentirei se dovessi andare al tuo funerale e fosse colpa mia-

Ron distolse lo sguardo per fissare Hermione, poi i due andarono  nelle loro stanze, lasciando Ginny ed Harry da soli.
Era la prima volta che rimanevano da soli dopo lo scontro nei bagni.

-Pensi che l’avrebbe fatto? Draco?- chiese Ginny.

-No...- si ritrovò a pensare stupito Harry –No, aveva abbassato la bacchetta-

Ginny si sentì impercettibilmente rincuorata e alzandosi andò verso la finestra.

Osservandola Harry se ne innamorò nuovamente e cancellò tutta la rabbia che provava per lei.
Quella piccola figura dai capelli rossi aveva qualcosa addosso, come una specie di infelicità.
 
Burn let it all burn
This hurricane's chasing us all underground
 
Qualche settimana più tardi, Ginny si trovava in camera sua. Tra le mani una piccola scatola rossa, che non aveva avuto il coraggio e la forza di aprire. Si sentiva strana Ginny. Non era triste e nemmeno arrabbiata. Semplicemente soffriva di uno strano dolore... Morire di nostalgia per qualcosa che non avrebbe mai vissuto.
Addormentandosi dolcemente pensò un’ultima volta a quella figura misteriosa che le aveva rapito il cuore.
E poiché la disperazione era un eccesso che non le apparteneva, si chinò su quanto era rimasto della sua vita, e riiniziò a prendersene cura, con l’incrollabile tenacia di un giardiniere al lavoro, il mattino dopo il temporale.
 
This hurricane
This hurricane
This hurricane
 


Sto per piangere. è finita... tutto finito. questa 'stupenda' che cominciai l'estate scorsa, dopo la maturità tra un test d'ingresso all'uniersità e un altro. Era ormai diventato parte della mia vita...
Mi mancherà.
Ma passiamo ai rigraziamenti (sembra un discorso da Oscar):

1) ringrazio i.... RECENSITORI! si dice così?
grazie mille per le 43 recensioni che mi avete lasciato. 43 recensioni positive che mi hanno sempre dato un piccolo incoraggiamento per continuare a scrivere.

2) grazie a... colore che hanno la storia tra le preferite.
Quindi grazie mille a:
ami3012
Catebbi94
luciav
Maga_Merlina
Maila Greenleaf
meryforever91
natalyesonny
vampirellaAnna
XenaMalfoy

3) grazie a chi ha messo la storia tra le seguite:
asizoe95
bookslovee
ChicaCate94
meryforever91
Roza
sincronette18
Speir
Terry
XenaMalfoy
zamby88
_purcit_  <3<3


4) ringrazio chi ha messo la storia tra ricordate:
asizoe95
dralewho

5) ringrazio i 300 e passa lettori di ogni capitolo. 300 lettori silenziosi, ma che per me volevano dire molto.


una bacione e un grazie infinito
amy2205
   
 
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