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Autore: Mew_vale    12/04/2017    1 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 57
 
 
[Camilla]
Vengo svegliata da un suono famigliare, ma non è il suono della sveglia che aiuta il nostro risveglio ogni mattina!
<< Amore… il tuo cellulare… >> Mugugna David, con il viso premuto contro il guanciale. Mi sollevo leggermente e afferro il cellulare. Sono le sette meno venti! Avevamo altri venti minuti di sonno di cui godere!
<< Mamma! Cosa succede? >> Chiedo allarmata, una volta accettata la chiamata. Che sia successo qualcosa a papà per farmi telefonare di prima mattina?
<< Ciao tesoro, buongiorno! Mi dispiace telefonarvi a quest’ora. Qui abbiamo un problemino non da poco. >> Esordisce.
<< P-papà? >> Balbetto.
<< No, tesoro! Papà sta bene. Ma se non venite subito qui ho paura che perda del tutto la pazienza! >> Risponde. Mi rilasso sentendo che non è successo niente a papà.
<< Mamma, spiegati! >> Le ordino.
<< Questa notte è venuto qui Giulio, ubriaco fradicio! Sta dormendo nella stanza di Diego. >> Mi racconta.
<< Eh?! E perché sarebbe venuto da voi? >> Le domando.
<< A cercare la compagnia di Lena, se capisci quello che voglio dire! Potete venire a riprenderlo? Giulio ha espressamente chiesto che Patrizia e Daniele non sappiano niente e non abbiamo avuto altra scelta se non quella di chiamare voi! >> Mi spiega. Mi passo una mano in fronte.
<< Ok, mamma. Il tempo di vestirci. A tra poco! >> Concludo mettendo fine alla telefonata.
<< Cosa succede? >> Mi domanda David, girandosi in posizione supina.
 
 
[Russell]
Apro gli occhi lentamente svegliato dalla musica di introduzione del telegiornale del mattino. Devo essermi addormentato con la televisione accesa e con il bicchiere in mano, il quale ora si trova in terra. Mi siedo e mi massaggio gli occhi. Ho perso tutto! Mi resta solo il mio lavoro! Ma a me non basta, io rivoglio la mia famiglia! Afferro il cellulare per controllare se ci sono dei messaggi e, ovviamente, non ci sono messaggi di Marcella! La chiamo perché deve assolutamente sapere che Alex è a conoscenza del mio tradimento, prima che vada in ospedale. Accidenti, non risponde! Non mi resta che andare a casa e dirglielo di persona, così avrò l’occasione di rivederla e di poter parlare face to face!
 
 
[Isabella]
L’acqua accompagna lo shampoo e il bagnoschiuma verso lo scarico della doccia, ma la stessa cosa non posso dire dei miei pensieri! Come mi accoglierà il piccolo Asier quando c’incontreremo? Mi accetterà come una sorella? Cosa dirò ad Ines riguardo mio padre? Di sicuro mi farà mille domande sulla mia presunta fuga! Domande a cui non potrò rispondere, visto che questa fuga non c’è mai stata! Ines come reagirà alla verità? Mi odierà?  M’impedirà di conoscere Asier? Chiudo l’acqua, esco dalla doccia, mi avvolto nell’accappatoio e infilo le pantofole. Mi scontro quasi con Diego quando apro la porta del bagno.
<< Che spavento! >> Esclamo.
<< Sono così poco avvenente da farti paura? >> Scherza. Mi attira a sé e mi bacia. Profuma di muschio bianco.
<< La colazione è pronta! >> Mi avvisa.
<< Mi vesto e ti raggiungo! >> Gli rispondo. Ci scambiamo un altro bacio. Quando sto per allontanarmi alla volta della stanza da letto Diego mi trattiene per un polso e mi volto.
<< Magari inizialmente non ti crederà, ti odierà e ti rifiuterà, persino! Ma sono certo che ti conquisterai la sua fiducia una volta passato lo shock di quello che le rivelerai. Sei un amore e Ines si renderà conto che non menti! >> Mi rassicura, come se mi leggesse nel pensiero!
 
 
[Massimiliano]
Entro nella nostra cucina e la osservo mentre cerca di estrarre il pane dal tostapane.
<< Cazzo! >> Impreca, per il fatto che si è scottata le dita. Ridacchio perché quelle cose nere che ha estratto non sono fette di pane ma somigliano di più al carbone della calza della befana! Giulia si volta e mette il muso.
<< Scusa! Io volevo prepararti una colazione decente, ma non lo so fare! >> Si giustifica. Mi avvicino a lei e catturo le sue labbra in un bacio.
<< Imparerai! E comunque non m’interessa che tu impari a cucinare per farmi felice, non ho scelto di vivere con te per avere una massaia a mia disposizione! >> La rassicuro. Io voglio una compagna, una fidanzata che mi faccia ridere, che mi ami e che mi coccoli! Mi allaccia le braccia al collo e riempie il mio viso di baci.
<< Cosa ne dici se ci penso io? >> Propongo sorridendo.
 
 
[Roberta]
Lorenzo questa mattina è di buonumore, nonostante quell’articolo che sta ancora girando sul web e dopo la litigata di ieri con Gonzalo, e sta cantando sotto la doccia. Vengo attirata dall’insistente suono del suo cellulare e salgo le scale per recarmi in camera da letto, quella che ora è la nostra camera da letto!
<< Amore, ti cercano! >> Esclamo a gran voce. Lorenzo non mi risponde, evidentemente con il rumore dell’acqua e il suo cantare non mi ha sentito! Mi affaccio per spiare il display. Mi irrito quando vedo che una certa Greta lo sta cercando! La chiamata giunge alla fine. Mi mordicchio l’unghia del pollice mentre faccio su e giù per la stanza, resistendo all’impulso di prendere il mano il suo cellulare! No, non lo posso fare! Inoltre ho paura di trovare vecchi messaggi delle sue fiamme! I miei buoni propositi vanno a farsi friggere quando arriva su whastapp un messaggio, proprio da parte di questa Greta. Al diavolo!
 
“Ciao tesoro, che fine hai fatto? Non ci sentiamo da un sacco di tempo. Il prossimo week end tornerò a Bogotà per fare visita alla mia famiglia, ti andrebbe di vederci? Un bacio!”
 
Questa Greta è una sua ex? Solo un’amica? Dove, come e quando di sono conosciuti? Scorro in su il cursore prestando poca attenzione al contenuto dei messaggi, tanti messaggi! La conversazione ha almeno qualche settimana di vita!
<< Hai trovato qualcosa di compromettente? >> Mi domanda Lorenzo, arrivando alle mie spalle. Trasalgo e poso il cellulare sul comodino. Assorta com’ero nei miei pensieri non mi ero resa conto che l’acqua non stava più scorrendo.
<< Bhe, vedi, il fatto è che continuava a squilla e così… >> Farfuglio. Lui afferra il telefono e controlla le chiamate e i messaggi.
<< Mi dispiace…. So che non dovrei spiare il tuo cellulare! >> Mi giustifico. So perfettamente che quel cellulare è pieno di numeri telefonici di ragazze stupende… Devo fidarmi di lui! Mi aspetto una ramanzina invece Lorenzo per tutta risposta mi prende per mano e mi accompagna verso il letto, dove ci sediamo.
<< Non sono arrabbiato con te perché non hai combattuto l’impulso di sbirciare. Vorrei solo farti una domanda: cos’hai pensato quando hai visto che mi stava cercando una ragazza? Che potrei nasconderti qualcosa? >> Mi domanda. Fatico a concentrarmi perché le sue nudità sono coperte solo da un asciugamano che lo avvolge dal girovita alle ginocchia! Mi sembra ancora surreale quest’evoluzione del nostro rapporto!
<< No, io non temo che tu possa andare in cerca di una di quelle ragazze. Non temo che tu possa tradirmi, ho scelto di fidarmi di te quando hai confessato di amarmi e credo nel nostro rapporto più che in ogni altra cosa al mondo! >> Lo rassicuro.
<< Ma non mi ha fatto piacere… So che te ne potranno arrivare altri di quei messaggi, almeno finché non renderemo pubblica la nostra relazione. >> Concludo. L’uomo che ho sempre desiderato e amato si protende verso di me e mi bacia con dolcezza.
<< Ne potranno anche arrivare altri ma tu non ti devi preoccupare di questo! Da me non riceveranno alcun tipo di risposta perché io sto con te, io voglio stare con te, io amo te, Roberta Mora! >> Mi assicura. Sorrido.
<< Perciò non ti devi preoccupare di nessuna Greta, Valentina o chi che sia! Tu sei l’unica donna che voglio nella mia vita! >> Mi ripete. Suggelliamo questa promessa con un bacio.
 
 
[Giulio]
Apro gli occhi con fatica. La stanza è semibuia ma mi rendo subito conto che non è né la stanza da letto del mio nuovo appartamento né tanto meno la mia stanza a villa Valencia! Ci metto qualche secondo a recuperare i ricordi della sera prima. Dannazione! Non solamente sono andato in cerca di Lena per spassarmela ma ho suonato in piena notte a casa Mendoza, svegliando i suoi abitanti e presentandomi ubriaco fradicio. Che figura di merda! Mi siedo sul letto e guardando in terra mi rendo conto che chi mi ha messo a letto mi ha privato delle scarpe. Le afferro e le calzo.
<< Che cazzo ho combinato… >> Borbotto massaggiandomi il viso.
<< Buongiorno! >> Mi saluta una vocina femminile pimpante. Trasalgo. Mi volto e osservo Lena che, appoggiata allo stipite della porta, regge una tazza. Si avvicina e posa l’oggetto sul comodino. Socchiudo gli occhi quando solleva la tapparella e la stanza s’inonda di luce, oggi è una bella giornata.
<< Grazie. >> Rispondo di cattivo umore, afferrando la tazza. Chiudo il naso e mando giù questo caffè amaro. Io non lo prendo mai amaro, ma se serve per svegliarmi!
<< Come ti senti stamattina? >> Mi domanda Lena accarezzandomi una spalla. Con la scusa di allungarmi verso il comodino per appoggiare la tazza riesco ad allontanarmi dal suo tocco.
<< Rincoglionito, non so se rendo l’idea! >> Rincoglionito per la sbronza, arrabbiato con me stesso per essere venuto in cerca di Lena e a pezzi perché lei si è messa con un altro uomo e a me neanche mi guarda!
<< Non ne dubito, visto che ci hai dato dentro ieri sera! E’ stato bello occuparmi di te… >> Mi soffia sul collo. Posa un bacio sulla mia guancia.
<< Lena, vorrei spiegarti come sono andate le cose ieri sera! >> Mi faccio avanti. Non vorrei avesse travisato la situazione! Devo spiegarle cosa mi ha spinto a bere e che non l’avrei mai cercata se non fossi stato sotto l’effetto eccitante dell’alcol!
<< Shh! Non serve nessuna spiegazione! >> Risponde, posando l’indice sulle mie labbra. Si avvicina a me con l’intento di baciarmi ma io la respingo.
<< Io penso di sì! Voglio che sia tutto chiaro. L’unico motivo per cui sono qui è perché quando sono sballato faccio tante cose stupide, come venirti a cercare. Mi dispiace per te, ma vale ciò che ho detto ieri sera! Tu per me sei stata una piacevole avventura e nient’altro, e non si ripeterà più! >> Preciso. Lena immerge le dita tra i miei capelli.
<< Eppure sei venuto a cercarmi, se pur spinto dall’effetto dell’alcol, non sei andato a cercare lei! Per tanto non credo che sia veramente tutto finito! Mi desideri ancora e credo che in questa tua testolina ci sia spazio anche per me! >> Risponde, per niente dissuasa dal mio ennesimo rifiuto.
<< Il bagno è accanto alla stanza di Diego, ovvero questa! >> Mi indica. Si allontana dopo avermi strappato un bacio.
 
 
[Armando]
Non si può vivere così! Evidentemente il desiderio di Giulio è lo stesso del padre ovvero quello di vedermi morto stecchito! A questo proposito questa notte ha suonato al nostro campanello: per procurarmi il secondo infarto! E, come se non bastasse, questa sera mi toccherà incontrare quel francese! Questa è una di quelle giornate da dimenticare! La domestica entra in soggiorno, dove usiamo consumare la colazione, e posa il vassoio sul tavolino.
<< Grazie! >> La ringrazia mia moglie.
<< Hai intenzione di tenere quella faccia per tutto il giorno? >> Mi domanda, accarezzandomi una guancia.
<< Sì, è la faccia che ho se la notte prima non ho dormito bene come vorrei! Sono quasi le otto, quando ha intenzione di liberarci della sua ingombrante presenza?! >> Mi domando, riferendomi a Giulio. Porto la mia attenzione sul ragazzo quando lo vedo arrivare dalla zona notte, accompagnato da Lena. Ha un aspetto di merda e la vergogna negli occhi.
<< Armando, Beatrice… Io vorrei prima di tutto scusarmi. Mi vergogno molto per aver invaso la vostra casa in piena notte e per di più ubriaco. >> Esordisce. E ci mancherebbe! Per sua fortuna non ha vomitato in giro o avrebbe passato la mattinata a pulire e smacchiare! Incrocio le braccia al petto e lo guardo torvo.
<< Mi dispiace. E vorrei ringraziarvi per la disponibilità e per non aver avvisato i miei genitori! >> Ci ringrazia.
<< Non è stata una mia concessione non avvisare Patrizia e Daniele! >> Preciso. Fosse per me gli avrei svegliati volentieri!
<< Questa mattina abbiamo telefonato a David e Camilla, stanno per venire qui a prenderti. Vuoi del caffè? >> Gli domanda gentilmente mia moglie. Pure?!
<< Delle uova? Del pane tostato? >> Domando sarcastico.
<< Zio! >> Mi riprende mia nipote a denti stretti. Ci mancava pure lei!
<< No, grazie Beatrice. >> Rifiuta il ragazzo, di fronte al mio sarcasmo.
<< Voi due avete una relazione? >> Domando fuori dal denti. Giulio mi guarda sgomento di fronte alla mia domanda diretta poi i due si scambiano uno sguardo.
<< Bhe, vedi… >> Balbetta mia nipote.
<< No, non abbiamo una relazione! >> Risponde con decisione il ragazzo. Dire che mia nipote ci rimane male è dire poco!
<< Allora mia nipote è solo il tuo passatempo? No, te lo domando perché ieri notte sei venuto qui per approfittare di lei, perciò sono curioso! >> Intervengo.
<< ZIO! >> Mi redarguisce mia nipote.
<< Giulio non ha mai e non avrebbe mai approfittato di me! Qualunque cosa ci sia stata tra di noi è stata voluta da entrambi! >> Lo difende Lena.
<< Se potessi cancellare ciò che ho successo ieri notte lo farei, signor Mendoza! >> Risponde il giovane.
<< Vebbè, siete liberissimi di avere una relazione del tipo che volete! Purché certe cose non avvengano in casa mia, sono stato chiaro? Inoltre devo essere in grado di informare tua madre sui tuoi spostamenti quindi non si passa la notte fuori! >> Metto in chiaro. Meglio porre dei paletti!
<< Armando, come le ho detto tra me e sua nipote non c’è alcuna relazione, per tanto non c’è pericolo che passi le notti da me! >> Ripete Giulio. E allora per quale arcano motivo ieri sera è venuto qui a cercarla? La conversazione viene interrotta dal campanello: devono essere mia figlia e il suo ragazzo che vengono a portare via questo individuo. Deo gratias!
 
 
[David]
Ci apre la porta mia suocera e, a giudicare dalle sue occhiaie, capisco subito che non hanno passato una buonanotte. Il padre di Camilla sarà intrattabile!
<< Buongiorno ragazzi. >> Ci saluta, sposandosi per farci entrare.
<< Buongiorno Betty. >> La saluto.
<< Ciao mamma. >> Saluta Cami, non reprimendo uno sbadiglio.
<< Buongiorno! >> Saluta perentorio mio suocero. E’ nero!
<< Buongiorno Armando. Ciao Giulio. Ciao Lena. >> Saluto. Quest’ultima con limitato entusiasmo.
<< Ciao papà, ciao anche a voi. >> Saluta la mia fidanzata.
<< Ciao Camilla, ciao David. Grazie per essere venuti! >> Ci ringrazia mio fratello. Che aspetto di merda che ha!
<< Non che avessimo molta scelta! >> Si lamenta la mia fidanzata. Giulio abbassa lo sguardo colpevole.
<< Vi offrirei un caffè o una brioches, ma sono certo che tuo fratello abbia fretta di andare a casa a darsi una ripulita! >> Interviene Armando. Reprimo un sorriso, non è il caso di mortificare così mio fratello! Si vede molto bene che mio suocero non vede l’ora di toglierselo dai piedi.
<< Armando! >> Lo riprende sottovoce sua moglie.
<< Sì, in effetti lei ha ragione Armando. Io mi scuso ancora! Mi dispiace! >> Ripete mio fratello. Raccoglie la sua giacca in pelle e ci avviamo verso la porta.
<< Buona giornata ragazzi! >> Ci augura Betty.
<< Ciao Camilla, arrivederci David! >> Ci saluta il padre di Camilla.
<< Buona giornata anche a voi! >> Salutiamo coralmente la mia ragazza ed io. Entriamo tutti e tre in ascensore. Giulio incrocia le braccia al petto, appoggia la testa alla parete e chiude gli occhi.
<< Non intendi spiegarmi cos’è successo? >> Gli domando. Quando mio fratello apre gli occhi Camilla ed io ci scambiamo uno sguardo di sconcerto! Giulio ha gli occhi lucidi da pianto!
<< Mi sto preoccupando! >> Intervengo.
<< Niente, mi passerà! Non c’è niente di cui tu debba preoccuparti. >> Risponde. Mha! A me sembra proprio il contrario!
<< Ed io invece mi preoccupo! Mi è concesso? >> Insisto, mentre procediamo verso il mio Wolksvagen Passat.
<< Merda, i fiori! >> Interviene improvvisamente, colpendosi la fronte con il palmo della mano.
<< Non avrà battuto la testa? E’ più matto del solito! >> Commenta sotto voce la mia ragazza, occupando il sedile del passeggero. Occupo il posto del conducente e Giulio si siede dietro.
<< Vuoi passare davanti? Non vorrei mi vomitassi in testa! >> Commenta Camilla. Le lancio un occhiata con espressione seria.
<< No, tranquilla! Potete dirmi che ore sono? Quanto manca alle otto? >> Domanda.
<< Dieci minuti! >> Riferisco.
<< Il corriere le consegnerà i fiori alle otto in punto. Devo arrivare prima io per intercettarlo! >> Asserisce. Sta parlando dei fiori che ha ordinato a Silvia per il suo compleanno, ora rammento.
<< Non puoi telefonare e annullare l’ordine? >> Propongo.
<< No, merda! Ho il cellula scarico, non ricordo il numero e il fiorista e dall’altra parte della città rispetto al mio appartamento, per tanto posso presumere che sia già in viaggio visto che mancano pochi minuti. Merda, merda, merda! >> Ripete in triplice copia, come la comanda al ristorante!
<< E’ per lei che ti sei ridotto così? >> Gli domando.
<< Lei chi? Mi fate capire qualcosa? Mi sento il terzo in comodo! >> S’intromette nella conversazione Camilla.
<< Lei sarebbe Silvia! Le avevo fatto una sorpresa per il suo compleanno, o meglio questa era l’intenzione! Ma devo arrivare al mio appartamento e intercettare quei fiori prima che le arrivino, e soprattutto il biglietto! >> Risponde Giulio. Se solo mi facesse capire perché vuole annullare questa sorpresa!
<< Ti piace Silvia?! >> Domanda con sorpresa Camilla che, come ogni donna, è eccitata da questo scoop!
<< Perché vuoi annullare tutto? Che fine ha fatto il buttarsi e il darsi da fare per conquistarla? >> Gli chiedo. Grossomodo è quello che gli ho consigliato ieri.
<< Mi sono buttato e avrei fatto meglio ad evitarlo! >> Risponde in modo sbrigativo.
<< Io non ho capito dove cacchio devo dirigermi! A casa tua o a casa sua per intercettare il corriere? Dove hai detto di consegnarli? >> Domando. Non ci sto capendo una mazza! Prima dice che deve intercettare il corriere, poi che bisogna andare al suo nuovo appartamento!
<< Casa mia è casa sua! O meglio, quasi! Vivo nell’appartamento di fronte al suo! >> Rivela. Ah mamma!
<< La tecnica dello stalker… e funziona? >> Scherza Cami mordace. Trattengo una risata.
<< Ah, ah! Me la sto davvero godendo, sei molto spiritosa! >> Risponde mio fratello.
<< Mi spieghi per bene cos’è successo di tanto grave?! >> Chiedo spazientito.
<< Ieri sera le ho chiesto di uscire e giuro che non ho fatto il prepotente o il maleducato! Ma lei ha rifiutato. Ad un certo punto è arrivato a casa sua quel tizio che fa l’avvocato, quello che stava con Roberta, e ho così scoperto che i due hanno una relazione! >> Racconta Giulio.
<< Cosa?! Silvia e Leon? >> Domanda sorpresa Camilla.
<< Magari era lì per una semplice visita di cortesia? So che vanno d’accordo! >> Suggerisco.
<< No, David! A meno che tu non baci tutte le tue amiche che vengono a trovarti! >> Risponde alterato.
<< Che notizia! >> Osserva Cami.
<< Ma la tragedia non finisce qui! Nello stesso momento in cui è arrivato Leon è arrivata anche Lena, a cercare me ovviamente! Quando troverò quello che le ha dato il mio nuovo indirizzo lo massacrerò di botte! Come minimo Silvia penserà che l’abbia invitata io. Capisci perché devo intercettare quei fiori? >> Mi domanda. Sospiro. Che bordello ha combinato! Così impara a tenerlo nei pantaloni!
<< Dai, so che muori dalla voglia di dire la tua! >> Osserva.
<< No, non è il caso che io condivida il mio pensiero! >> Rispondo, mentre Giulio smanetta con il navigatore per inserire il suo nuovo indirizzo.
<< E come ci sei finito a casa dei miei genitori? >> Gli domanda Camilla.
<< In taxi, suppongo! >> Risponde Giulio facendo lo gnorri.
<< Non credo che Cami intendesse questo. >> Specifico.
<< Perché avevo il morale sotto i piedi e cercavo un po’ di compagnia. Contenti?! >> Risponde spazientito da tutte queste domande.
<< Va bene, taccio! >> Interviene la mia fidanzata sollevando le mani.
 
 
[Silvia]
Questa notte è stata particolarmente agitata per me. Non sono riuscita a smettere di pensare a lui, alle sue parole di ieri sera, a come mi sono sentita quando ho visto quella sgualdrina uscire dall’ascensore: mi sono sentita presa in giro! Altro che rassicurante e sincero! Chiudo la porta di casa a doppia mandata e sto per scendere le scale quando, al pian terreno, vedo un fattorino con dei fiori che sta per salire le scale. Si ferma quando, evidentemente, qualcuno giunge alle sue spalle.
<< SI FERMI! >> Urla una voce che ho imparato a riconoscere! Spio la scena attraverso la tromba delle scale stando attenta a non farmi vedere. Insieme a Giulio intravedo anche Camilla e David. Ha addosso gli stessi vestiti della sera prima! Ha dormito chissà dove e so con chi! Stringo la ringhiera della scala.
<< Mi scusi, ma devo consegnare questi fiori all’appartamento numero cinque e sono già in ritardo! >> Risponde il fattorino. Deve consegnare quel bel mazzo di fiori a casa mia!
<< Lo so, ho fatto io l’ordine, sono Giulio Valencia. C’è stato un errore e vorrei che questi fiori lei non li consegnasse! >> Lo prega. Ha organizzato questa sorpresa per me? Evidentemente era un’altra sua manovra per sedurmi! Ma allora perché non mi sento sollevata dal fatto che sta annullando l’ordine?
<< In questo caso posso consegnarli a lei? >> Chiede conferma il fattorino a Giulio.
<< Sì, li dia a me, grazie! >> Conferma Giulio.
<< Buona giornata! >> Saluta il fattorino. Lo vedo sparire dalla visuale. Giulio sale di un gradino e mi nascondo per non essere vista.
<< Li butterò nel cassonetto dietro l’angolo. >> Propone a sé stesso Giulio.
<< Buttarli? Perché devi buttarli? >> Gli domanda David. Magari potrebbe riciclarli regalandoli alla sua puttanella o alla prossima vittima da sedurre!
<< Potresti sempre tenerli a casa per rallegrare l’ambiente! >> Suggerisce David.
<< Ti offendi se li regalo alla tua ragazza? Diciamo in segno di rinnovata pace? >> Chiede Giulio a David.
<< Li accettiamo volentieri, piuttosto che finiscano nella pattumiera! >> Accetta Camilla, dopo un attimo di esitazione.
<< Mi dispiace che con Silvia ti sia andata male! >> Afferma David solidale nei suoi confronti. Non ci posso credere! David lo incoraggia pure!
<< Bhe, sai come si dice! Morto un papa se ne fa un altro! >> Commenta Camilla. Bhe, non avrà problemi a trovare un’altra vittima, questo è sicuro!
<< Ci vediamo. Buona giornata! >> Li saluta Giulio.
<< Ciao, riposa che ne hai bisogno! >> Lo saluta David. M’immagino, con i numeri che avrà fatto questa notte!
<< Ciao! >> Lo saluta Camilla. Ritorno in casa prima che Giulio salga le scale. Giulio mi piace più di quanto vorrei!
 
 
[Mario]
<< Lei come si sente? >> Domando alla domestica di Marcella.
<< Meglio signor Calderon, la ringrazio. Venga, l’accompagno dalla signora! >> Mi fa strada.
<< Solo Mario comunque! >> Suggerisco. La domestica di Marcella mi accompagna nel cortile interno, dove lei e Bea stanno consumando una sontuosa colazione a bordo piscina.
<< Buongiorno! Sono venuto troppo presto? >> Osservo. Marcella si alza, mi raggiunge e ci scambiano un guancia a guancia.
<< Ciao Mario! >> Salutano le due coralmente.
<< Non preoccuparti! Vuoi favorire? >> M’invita Marcella.
<< No, ti ringrazio! Ma accetterei un caffè. >> Acconsento, prendendo posto attorno al tavolo. Brigida si allontana per pochi istanti e torna con un’altra tazza sul suo piattino, accompagnata dal suo cucchiaino.
<< Come prima cosa chiederò ai medici quando Alex potrà essere dimesso. >> M’informa Marcella, mentre mi verso il caffè.
<< Non avere fretta. Verrà dimesso quando starà bene al cento per cento! >> La rassicuro, accarezzando la sua mano che tiene sul tavolo.
<< Allora, quando direte ad Alex che Mario è il suo vero padre? >> Domanda Bea, addentando un biscotto.  
<< Questo discorso è rimandato, Bea. In ogni caso il prossimo weekend Patrizia e Daniele verranno a trovarci e a portare i loro saluti ad Alex. >> M’informa Marcella. Dovrò sopportare la presenza di Daniele!
<< Scusate! >> Ci interrompe la cameriera.
<< Brigida, cosa c’è? >> Le domanda Marcella. La donna non fa a tempo ad annunciare il visitatore, per modo di dire visto che questa è casa sua, che lui fa il suo ingresso nel cortile interno. Mi guarda torvo.
<< Russell! >> Esclama Marcella, alzandosi in piedi. Bea ed io l’imitiamo.
<< Ciao Russell! >> Lo saluta Bea.
<< Buongiorno Russell. >> Lo saluto.
<< Buongiorno a tutti. >> Risponde l’uomo con tono freddo. Mi guarda in modo minaccioso!
<< Potevi avvisare che saresti passato! >> Osserva Marcella.
<< Ho provato a chiamarti! Ma rifiuti tutte le mie chiamate. >> Le fa notare l’uomo.
<< Ho le mie buone ragioni per non volerti parlare, non credi? Mai sentito parlare di SMS? >> Lo provoca Marcella.
<< Adesso dovrei avvisarti per venire a casa mia? Mi prendi in giro? Anche se, ripensandoci, facendolo mi sarei risparmiato il supplizio di vedere un altro uomo fare colazione con mia moglie e per di più seduto sulla mia sedia! >> Inveisce il marito di Marcella. Ma che si è messo in testa?
<< No, un secondo! Punto primo io sono arrivato da cinque minuti e punto secondo per questa è una sedia come un’altra! >> Intervengo. Marcella è basita davanti all’illazione del marito.
<< Bhe, lì è dove mi siedo da 16 anni per consumare la colazione con mia moglie, mio figlio e mia cognata! >> Precisa.
<< Visto che non ho la palla di vetro, non lo sapevo! Per me è una sedia come tutte le altre. E ci tengo a precisare che nessuno mi ha invitato a fare colazione qui, mi sono presentato con largo anticipo per andare all’ospedale da Alexander. >> Mi lascio sfuggire. L’espressione dell’uomo diviene sempre più dura e lancia un’occhiataccia alla moglie. Mi mordo la lingua!
<< E COSì IO NON POSSO ACCOMPAGNARTI ALL’OSPEDALE A TROVARE NOSTRO FIGLIO MA QUESTO INDIVIDUO Sì?! >> Urla il tipo verso Marcella.
<< DACCI UN TAGLIO, RUSS! STAI ESAGERANDO! MARIO E’ UN MIO AMICO, OLTRE CHE IL PADRE BIOLOGICO DI ALEX, NON E’ IL MARITO CHE MI HA MESSO LE CORNA PER TANTO NON HO ALCUN PROBLEMA A PASSARE DEL TEMPO CON LUI! >> Risponde grintosa Marcella. Basta che questo tizio non vada a immaginare cose che non stanno né in cielo né in terra!
<< Ti rendi conto di ciò che hai detto? Che non vuoi più avere a che fare con me? >> Le chiede risentito Russell.
<< TU MI HAI TRADITO! HAI TRADITO IL NOSTRO AMORE E LA MIA FIDUCIA! COSA TI ASPETTI DA ME?! E’ OVVIO CHE IO NON DESIDERI LA TUA COMPAGNIA! >> Specifica Marcella. Bea ed io ci sentiamo un tantino di troppo! Russell si ravviva i capelli ed trae un profondo sospiro.
<< Ok, diamoci una calmata. Io non mi aspettavo di trovare questo tipo qui! Di prima mattina! >> Spiega per giustificare la sua reazione.
<< Sei un verme e ti meriteresti che ti cacciassi di qui a calci nel sedere, solo per aver pensato che Mario abbia passato la notte qui! Non lo hai detto chiaramente ma hai lasciato a intere i tuoi pensieri. Ti rammento che non sono io il coniuge infedele e bugiardo! >> Gli tuona contro Marcella.
<< Mettiti nei miei panni. Non mi vuoi vedere, non vuoi neanche che passi di qui, non vuoi che ti accompagni all’ospedale poi vengo qui e trovo questo tizio che fa colazione con te. E’ il padre di Alex da una settimana ed è più degno di me di andare a trovarlo in ospedale in tua compagnia! >> Asserisce Russell.
<< Non ti ho mai impedito di andare a trovare Alexander, mi pare! Non ci voglio andare con te perché il solo pensiero di condividere la stessa aria mi irrita! Hai capito o devo farti un illustrazione?! >> Domanda alterata Marcella.
<< Sì, ho capito. Per tua fortuna non rischierai di incontrarmi in ospedale! >> Interviene Russell. Bea ed io ascoltiamo in silenzio il ping-pong verbale, spostando lo sguardo da Russell a Marcella.
<< Che vuoi dire? >> Domanda Marcella.
<< Alexander sa del tradimento. Ieri sera mi ha brutalmente cacciato dalla sua stanza! Pare ne abbia parlato con Olga via messaggio e ha letto quella conversazione. >> Racconta Russell. Che pessimo modo per scoprirlo!
<< Lo immaginavo! Quanto alla sua reazione non è da biasimare. >> Risponde la moglie.
<< CERTO, SOTTOLINEAMOLO ANCORA UNA VOLTA! NON SONO VENUTO QUI PER LAMENTARMI DELLA SUA REAZIONE, MARCELLA, MA SOLO PER INFORMARTI CHE NE E’ A CONOSCENZA! A ME DISPIACE PER QUELLO CHE HO FATTO, NON CI DORMO LA NOTTE! COSA DEVO FARE PER FARVELO CAPIRE?! COME FACCIO A FARMI PERDONARE SE NON VUOI NEANCHE PARLARMI?! >> Inveisce Russell. Che sia a corto di sonno non ci piove. Ha un aspetto di merda! Marcella abbassa lo sguardo, gli occhi le diventano lucidi.
<< Ti ringrazio per aver cercato di darmi quest’informazione prima che vada in ospedale. Quanto al resto… Io non riesco neanche a guardarti negli occhi! La notte sogno che tu e lei… >> Interviene Marcella, facendo per bloccarsi sul finale della frase.
<< Scusate! >> Esclama allontanandosi, quando scoppia a piangere. Mariabeatrice le va dietro e fermo Russell il quale stava per imitarla. Guarda torvo la mia mano posata sulla sua spalla.
<< Non credo sia una buona idea! Marcella ha bisogno di tempo! >> Gli suggerisco. Russell si scrolla la mia mano di dosso.
<< A me non interessa un fico secco di quello che credi! >> Mi affronta a brutto muso.
<< Ok, sei un maschio alfa, lo abbiamo capito! Appurato questo intendi darti una calmata e abbracciare il confronto civile? Punto primo, escludendo la notte in cui è stato concepito Alex tra me e Marcella non potrà mai esserci niente. Lei mi conosce troppo bene per iniziare volutamente una relazione con me, e anche io la conosco molto bene, e per tale motivo non inizierei mai una relazione con lei! Punto secondo: io non sto cercando di toglierti proprio niente, voglio solo avvicinarmi al figlio che per 27 anni non sapevo di avere. Se tu hai perso qualcosa non è stato per causa mia. Il capolavoro lo hai fatto da solo! Perciò non trascinarmi nei tuoi drammi! Ti conviene abituarti alla mia presenza perché con il tempo sarò una costante nella vita di Alexander. E’ questo il mio desiderio. >> Sproloquio. Vedo perfettamente la vena sulla fronte di Russell gonfiarsi.
<< Signora Brigida, potrebbe dire a Marcella che l’attenderò fuori sotto al portico? >> Chiedo il favore alla domestica.
<< Certamente Signor Calderon. Signor Russell, apparecchio la colazione per lei? >> Mi risponde Brigida per poi rivolgersi a Russell.
<< No. Pare non sia ospite gradito in casa mia! >> Afferma quello, offeso. Procede con passo spedito verso la porta di casa e la sbatte quando se ne va.
 
 
[Olga]
<< Per fortuna eri sotto la doccia e non hai assistito alla scena… Immagino che tu abbia sentito ugualmente ogni parola!... Perciò tuo zio è geloso di Mario Calderon?... Scusa, per quel poco che conosco tua zia non credo sia il tipo da occhio per occhio, dente per dente, almeno in questa circostanza… Mich, stai scherzando, vero?... Magari hai sentito male… Porca vacca, che notizia!.. No, fai finta di niente e tieni la bocca chiusa…. Tanto sarà solo per poche ore, oggi tornerai a Bogotà e non rivedrai Alex e tua zia fino al prossimo weekend se tornerai a trovarmi… Ah, ci devi pensare? Stanno così le cose?... Ti detesto!... No, hai ragione… Ti amo alla follia… Sì, ci vediamo dopo. Ti amo. >> Ascolto la conversazione di mio fratello e sorride mentre parla con Michael. Lo vedo sereno e innamoratissimo come non lo è mai stato! Quando pone fine alla telefonata sorride, viste le smancerie che si sono detti, ma poco dopo torna serio e mi guarda.
<< Tutto bene? >> Domando. Ha una faccia!
<< Devo darti una di quelle notizie che non ricevi ogni giorno! >> Esordisce. Mi siedo, visto il prologo! Aggrotto le sopracciglia.
<< A quanto pare Russell e Mario Calderon si sono incontrati, anzi è più esatto dire scontrati, a casa di Marcella. Ben che Michael fosse sotto la doccia ha sentito tutto, visto che urlavano come aquile! Marcella ha detto che Mario Calderon è il padre biologico di Alexander. >> Mi riporta mio fratello. Dalla sorpresa il mio braccio cade lungo il fianco e la spazzola che reggevo cade in terra.
<< Mario Calderon non è quel tizio che zia Betty tanto ha odiato? E zio Armando in un occasione non ci ha raccontato che Marcella Valencia si sarebbe fatta segare gli arti piuttosto di passare cinque minuti nella stessa stanza con quel tipo? Papà non lo ha sempre dipinto come un pervertito, un pagliaccio da circo? >> Chiedo conferma. Mio fratello annuisce di fronte a tutte le mie domande poste a raffica.
<< Proprio lui, stiamo parlando della medesima persona! E, visto che la signora Marcella ha ancora tutti gli arti al loro posto, possiamo presumere che la sua compagnia non la disgustava più di tanto. >> Osserva mio fratello.
<< Probabilmente Alexander non lo sa! >> Osservo.
<< Probabilmente no. Ma sa già di non essere figlio di Russell, perciò Mario o un altro che differenza può fare? >> Si domanda mio fratello.
<< La fa eccome! Se davvero questo tizio è come ci hanno sempre detto, io non lo vorrei come padre. >> Commento.
<< Bhe, non che con il padre adottivo gli sia andata meglio. >> Mi fa notare mio fratello.
<< E il padre adottivo di Alex è andato a letto con sua cugina. Peggio di beautiful! >> Osservo.
 
 
[Paola]
Sbuffo. Sono stata costretta a fermarmi a causa di un ingorgo e, solo quando sento delle sirene in lontananza, mi vien in mente che potrebbe essere avvenuto un indicente. Speriamo non si sia fatto male nessuno! Sono costretta a togliermi la giacca, dato che oggi fa più caldo del solito! Guardo il mio cellulare e non vi sono telefonate o messaggi da parte di Alec. Del resto l’ho trattato talmente tanto freddamente che mi sembra normale questo silenzio. Non so cosa devo fare! Non mi sento pronta per una nuova storia e non voglio illudere Alec. Metto in folle e tiro il freno a mano, prima che mi venga un crampo alla gamba a forza di tenere premuto il pedale del freno! Tanto ho l’impressione che qui ne avrò per un bel po’!
<< Papà, buongiorno. Sono ferma nel traffico, pare ci sia stato un incidente, per tanto arriverò tardi. Un bacio! >> Registro su whastapp. Lascio andare il pulsante e il messaggio vocale si invia. Decido di telefonare ad Alec: vorrei almeno sapere se è arrabbiato con me! Il suo cellulare squilla per qualche volta dopo di che parte la segreteria. Ha rifiutato la chiamata! E’ davvero arrabbiato!
Cerco in rubrica il numero di quella cretina (oggi mi sento gentile) di Giulia che, a quanto pare, ha stretto amicizia con l’ex ragazzo di Isabella, visto che fanno anche i servizi fotografici insieme! Dentro di me spero che non risponda invece, dopo diversi squilli, accetta la chiamata.
<< Ciao cara! E’ da parecchio tempo che non ci sentiamo. Ieri non abbiamo avuto tempo di parlare! >> Starnazza. Ma come ho fatto a sopportare la sua voce?
<< Ciao. Già, diciamo che ieri avete avuto il vostro da fare. >> Rispondo fredda.
<< Visto che penoso lo spettacolo della ex di Lorenzo? >> Domanda. Qui l’unica cosa penosa è quel disgustoso video di sorveglianza! Deglutisco prima di avanzare la mia proposta. Speriamo che ne valga la pena e che la soddisfazione nel vederla svergognata a causa di quel video ripaghi il sacrificio che mi tocca fare!
<< E se spettegolassimo di questo davanti ad un aperitivo? >> Le propongo.
<< Non posso oggi, a quell’ora ho un impegno! >> Declina. Deo gratias!
<< Se facessimo un drink stasera? >> Contratta.
<< Va bene! >> Accetto contro voglia.
<< Ne approfitterò per presentarti la mia amica Kelly. >> L’informo.
<< Non vedo l’ora. A stasera! >> Mi saluta. Riuscirò a non strozzarla? Immersa in questi pensieri volto lo sguardo a sinistra e non posso credere ai miei occhi! Seduti ad un tavolino di un bar ci sono Alec e una ragazza che ridono e si comportano con molta disinvoltura.
<< Giulia devo andare. Ciao. >> La liquido, scioccata. Ho fatto bene a non lasciarmi andare l’altra sera! Sapendo quello che ho passato con Diego e com’è finita la nostra storia… E’ bastato un mio leggero tentennamento per far sì che andasse in cerca di un’altra. No, non ce la faccio a stare zitta, non è da me! Mi tolgo la cintura di sicurezza, smonto dalla mia auto e con ampie falcate raggiungo il bar. Apro la porta con talmente tanto impeto che alcuni clienti e dei baristi si voltano a guardarmi. Dopo un attimo di esitazione raggiungo il loro tavolo. Continuano a ridere, non si sono neanche accorti del mio ingresso!
<< Vi disturbo? >> Domando velenosa.
<< Paola! >> Esclama Alec, sorpreso di vedermi.
<< Chissà perché per un attimo ho creduto che tu avessi qualcosa di diverso rispetto agli altri! Anche per lei hai in programma dei fuochi d’artificio? O una romantica cenetta al lume di candela? >> Domando imbufalita. No, non sopporto di vederlo con questa tizia! L’altra sera ho creduto di contare qualcosa per lui! I due si scambiano uno sguardo con le sopracciglia aggrottate.
<< Scusa, ma ce l’hai con me? >> Domanda la tizia.
<< Non vedo altre poco di buono nei dintorni! >> Rispondo. La ragazza si alza.
<< Senti cocca, stai esagerando mi pare! Poco di buono ci sarai tu! Inoltre tra me ed Alec non c’è proprio niente, fatti curare! >> Mi risponde indietro.
<< Te lo puoi anche tenere, per quanto mi riguarda! >> Rispondo inferocita per poi fare retro front. Tutto il locale ci guarda.
<< PAOLA! >> Mi chiama Alec, seguendomi. Io non mi fermo e mi blocca afferrando il mio polso quando siamo in mezzo alla strada.
<< Si può sapere che diavolo ti è preso? >> Mi domanda.
<< PERDO LA PAZIENZA QUANDO MI RENDO CONTO DI ESSERE PRESA IN GIRO! I fuochi d’artificio, la cenetta romantica… Lo fai con tutte?! >> Gli tuono contro. Lui solleva l’angolo sinistro della bocca, divertito. Mi libero della sua presa e raggiungo l’auto.
<< Perciò quella lì era una scenata di gelosia? >> Mi domanda compiaciuto mentre apro la portiera della mia auto.
<< No! Non so cosa fosse, ma di sicuro non era una scenata di gelosia! >> Affermo negando l’evidenza! 
<< Ti ricordi quando ieri per telefono ti ho detto che oggi avrei incontrato il mio amico per comprare quei biglietti? >> Mi domanda.
<< Sì, amico! Di sesso maschile! >> Preciso. Quella lì non mi sembra un uomo né un trans!
<< Il mio amico ha avuto un imprevisto e ha mandato sua moglie! >> Mi spiega. Di colpo mi sento piccola come una formica!
<< Q-quella lì è sua moglie? >> Balbetto. Lui annuisce.
<< Perciò tra voi due non c’è niente? >> Chiedo conferma.
<< Esatto. >> Mi assicura. Mi porto una mano alla bocca. Che figura di merda! Le ho dato della sgualdrina davanti a tutti!
<< Io non so cosa dire… spero che porterai le mie scuse alla tua amica! >> Farfuglio facendo per entrare nella mia auto. Lui mi ferma e chiude la portiera.
<< Perciò sei gelosa! >> Constata. << E allora perché l’altra sera sei fuggita via come se non desiderassi la mia compagnia? >> Mi domanda fuori dal denti. Di colpo sento le fauci seccarsi!
<< T-te l’ho detto, dovevo andare a letto presto per accompagnare la mia amica all’aeroporto! >> Mento.
<< Questa è una palla! >> Afferma sicuro di sé.
<< Non te lo posso spiegare! >> Rispondo, ammettendo che quella dell’amica che deve andare all’aeroporto era una palla.
<< Provaci! Hai paura di me? Ti faccio schifo? Ti servo solo per il tuo piano di vendetta? >> Adduce come ipotesi.
<< NO! Non potrei mai fare una cosa del genere. E non mi fai schifo. >> Rispondo, abbassando notevolmente il tono di voce sul finale della frase. Lui avanza verso di me e sono costretta a retrocedere fino a che non mi trovo con la schiena contro l’auto. Nel frattempo pare che abbiano liberato la strada visto che le auto davanti alla mia procedono, e quelle dietro iniziano a strombazzare.
<< MUOVETEVI! >> Urla un tipo.
<< ANDATE A POMICIARE ALTROVE! >> Urla un altro.
<< Hai paura di me? >> Mi domanda di nuovo. In trappola, annuisco.
<< Come mai? >> Mi domanda.
<< Perché ho da poco chiuso una storia importante e che mi ha fatto soffrire… Ed io non lo se me la sento di cominciarne un’altra… >> Ammetto. Alec mi guarda negli occhi, ha uno sguardo intenso e questo mi intimorisce! Senza che io ne abbia un’anticipazione accarezza la mia guancia e mi bacia. Ha le labbra più morbide che io abbia mai assaggiato, avevo ragione! Sono rigida e impreparata!
<< Volevo tanto farlo l’altra sera! >> Mi rivela quando si separa da me. Mi riserva il più bel sorriso che mi sia mai stato dedicato! Smettendo di farmi mille paranoie allaccio le braccia al suo collo e ricambio il bacio di poco prima. Sento le sue mani accarezzarmi la schiena sopra la camicetta di seta. Mi attira a sé stringendomi più calorosamente. Nel frattempo le auto in coda continuano a strombazzare, alcuni fischiano e sento addirittura degli applausi!
 
 
[Berta]
Scarto il secondo plum-cake acquistato alla macchinetta e lo porto alla bocca quando sento delle voci! Delle ragazze sono entrate nella toilette. Resto immobile e sollevo i piedi.
<< Ti vedo di ottimo umore stamattina! >> Interviene una di queste ragazze.
<< Eccome! Avevi ragione tu… Giulio non potrebbe mai mettersi con una come quella! E poi lei ha una nuova relazione, con Leon, un avvocato! Così si è tolta dei piedi! >> Le risponde Lena Huber. La sua voce è inconfondibile!
<< La tua rivale è fuori gioco…. Per forza sei così felice! >> Osserva la prima ragazza.
<< Ma non è solo questo, Chiqui! Questa notte Giulio è venuto a cerarmi a casa dei miei zii, dove vivo ora! Vale a dire che non gli sono poi così indifferente! >> Risponde Lena. Non ha ancora chiamato per nome la nuova ragazza di Leon non che questa misteriosa rivale!
<< Stai allerta, comunque! Giulio è bello, di buona famiglia e un giorno erediterà una fortuna! Silvia non è l’unica gatta morta in circolazione! >> Risponde Chiqui, una delle modelle. Oddio! La misteriosa rivale sarebbe Silvia? Lei ha cominciato una liaison con Leon? Esco dal bagno solo quando mi sono assicurata che se ne siano andate e accorro dalle altre.
<< Berta! Ti sei chiusa nel bagno a riempirti di merendine, un’altra volta! >> Mi accusa Mariana, quando le raggiungo reggendo merendine e succhi di frutta.
<< Sapeste cos’ho da raccontarvi! Che scoop! >> Esordisco. Le mie vecchie amiche m’incitano a raccontare ogni minimo particolare!
 
 
[Silvia]
Parcheggio la mia auto nel garage sotterraneo e mentre scendo da essa mi arriva una telefonata sul cellulare. Sorrido quando leggo il mittente.
<< Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri a Silvia, tanti auguri a te! >> Intona la sua voce. Sorrido.
<< Leon, grazie mille! Non ho mai ricevuto degli auguri di compleanno più originali! >> Lo ringrazio.
<< Ma dai! >> Replica scettico.
<< Giuro! Ti ringrazio tanto. Hai anche un bel regalo per me? >> Chiedo curiosa.
<< Eh, eh! Ci siamo svegliate un po’ troppo curiose. Per quello dovrai attendere la cena di questa sera! >> Replica. Sbuffo. Per lo meno per telefono l’atmosfera tra di noi non è imbarazzante!
<< Sei all’Ecomoda? >> Mi domanda.
<< Sì e no! Sono nel garage sotterraneo, ho appena parcheggiato. Tu sei in ufficio? >> Chiedo.
<< No, sono in tribunale, mi sto preparando per entrare in aula. Ti lascio! Ci vediamo stasera. >> Mi saluta.
<< Non dimenticarti del mio regalo! Buon lavoro. >> Gli ricordo e gli auguro. Lui ridacchia.
<< Buon lavoro anche a te. >> Ricambia. Pongo fine alla telefonata e leggo i messaggi che mi sono arrivati su whastapp, il primo dalla mia migliore amica e il secondo dal suo ragazzo.
 
Buon giorno sorella mia! Lo so, di recente ci vediamo poco e parliamo poco da quando ho lasciato il palazzo. Spero che potremmo rimediare stasera, in questo giorno speciale! Auguri per il tuo venticinquesimo compleanno! Sembra ieri che ci siamo conosciute alle scuole medie! In ultima fila noi tre: Fra che non la smetteva di chiacchierare, tu che non facevi che disegnare e masticare la gomma (a proposito, quelle bolle che facevi erano molto fastidiose!) ed io che cercavo di concentrarmi per seguire la lezione. Ma non ho mai voluto spostarmi, stavo troppo bene in mezzo a voi due pazzi, i miei amici! Buon compleanno amica mia! Ti voglio bene!
 
Sorrido e mi commuovo al ricordo di quei giorni. La casualità ci ha messi a banco insieme e siamo subito andati tutti e tre d’accordo! Anche se la magia si è spezzata 4 anni più tardi, quando Isa è partita per l’Italia con sua nonna. Spero davvero che riesca a fare luce sul mistero che riguarda la sua vita. Digito subito la risposta:
 
Grazie, my sister! Non posso dimenticarmi di quel giorno. Mi sedetti nell’ultima fila, nel banco nell’angolo sotto la finestra, e poco dopo mi si avvicinò Fra chiedendomi se gli altri due banchi della fila fossero liberi. Devo dirti la verità: pensai subito che fosse uno sfigato, con la polo abbottonata fino al collo! Prese posto al banco che dava sul corridoio. Tu arrivasti in ritardo e fosti costretta a sederti nell’ultimo banco libero, in mezzo a noi due. Tempo una settimana e diventammo un trio inseparabile! La bella, la secchiona e il nerd, come nelle migliori serie tv! Siete la mia famiglia! Ti amo di bene!
 
Dopo aver risposto a Isa, leggo l’augurio di Diego.
 
Non aspettarti tante parole da parte mia! Anche se ti conosco da poco tempo sono contento che tu sia nella cerchia delle mie amicizie. Gli amici della mia principessa sono i miei amici e sono contento di prestarti la mia casa per la festa del tuo compleanno. Mi raccomando, sii puntuale! Sei l’ospite d’onore e devi accogliere i commensali! Ti auguro buon compleanno Silvia. Ci vediamo dopo! Diego.
 
Questo Diego è molto diverso dal Diego delle riviste, l’ho sempre immaginato come uno con la puzza sotto al naso! Sarà anche merito della mia amica? Rispondo subito al suo messaggio:
 
Grazie Diego! Non preoccuparti, so perfettamente che risparmi le parole per la tua principessa! Grazie ancora per esserti offerto di tenere la cena del mio compleanno, tante persone nel mio minuscolo appartamento non sarebbero entrate! Tieni stretta la mano di Isabella da parta mia durante il difficile colloquio con Ines. Ci vediamo dopo! 
 
Quanto ho terminato di rispondere ai messaggi sono pronta per slacciare la cintura di sicurezza e scendere dalla mia auto. Trasalgo quando sento due mani fredde coprirmi gli occhi e un bacio posarsi sulla mia guancia.
<< Buon compleanno, bionda! >> Mi augura la voce del mio migliore amico. Mi volto e gli allaccio le braccia al collo.
<< Grazie, Fra! Ti voglio bene! >> Gli ricordo, ricambiando il bacio sulla guancia. Ci separiamo leggermente e lui mi strizza l’occhio. A braccetto, ci avviciniamo all’ascensore mentre un’auto scende lungo lo scivolo del garage. Sono David e Camilla. Mi torna alla mente ciò che è successo stamattina nella hall del mio palazzo!
<< Buongiorno. >> Saluta Francesco quando i due si avvicinano a noi all’ascensore.
<< Buongiorno. Silvia, tantissimi auguri di compleanno! >> Mi augura sorridente Camilla, come se nulla fosse! Si avvicina a me e accarezza la mia guancia con la sua.
<< Buon compleanno. >> Mi augura David, comportandosi allo stesso modo.
<< Grazie. >> Rispondo in modo freddo.
<< Hai scelto cosa metterai stasera? Io sono in piena crisi! >> Commenta Camilla, come se avessi voglia di chiacchierare con lei!
<< Ha due armadi colmi di roba e non sa cosa mettere! >> La prende in giro David, beccandosi un leggero pugno sulla spalla dalla sua ragazza.
<< Non lo so, ci penserò stasera. >> Rispondo, nel medesimo modo freddo.
<< Silvia, va tutto bene? >> Mi domanda Camilla, notando la mia indifferenza.
<< Sì, ho solo un po’ di sonno. Ma quanto ci mette quest’ascensore ad arrivare? >> Mi domando!
<< Sarà impegnato da altre persone. >> Adduce come ipotesi David.
<< Vabbè, io prendo le scale! >> Decido. Faccio per allontanarmi ma la presa di Camilla mi ferma.
<< Sei sicura che vada tutto bene? >> Mi domanda di nuovo.
<< Escludendo il piccolo particolare che state assecondando Giulio nel suo ridicolo piano di seduzione, sì! Mi meraviglio di te, Camilla. Con quello che ti ha fatto! Anzi, con quello che ha fatto ad entrambi! >> Sbotto. Camilla e David di guardano reciprocamente.
<< Scusa, non capisco! >> Risponde David.
<< Vabbè, fa come se non avessi detto niente. Ad ogni modo lo avrei buttato io nell’immondizia quel ridicolo mazzo di fiori. Anzi, mi sorprende che Giulio lo abbia regatato a te e che non lo abbia riciclato per la sua ragazza! >> Commento per poi intraprendere le scale. Fra mi segue e mi si accosta.
<< Mi vuoi spiegare cos’è successo?! >> Mi domanda. Mi invita a fermarsi e ci sediamo per le scale.
<< Vediamo, da dove comincio? Ieri sera, quando sei uscito per comprare il vino, Giulio è venuto a rendere le uova e stava quasi per convincermi ad uscire con lui. Ma quando è arrivata Lena mi sono sentita così furibonda…! E ho fatto una cosa stupida! In quel momento è arrivato anche Leon e io… bhe, ho fatto credere a Giulio che mi sono messa con Leon! >> Confesso. Francesco spalanca gli occhi e sbatte ripetutamente le palpebre.
<< Io non so perché l’ho fatto! >> Ammetto. Per gelosia? Per farla pagare a Giulio?
<< Ovviamente perché ti sei ingelosita quando hai visto Lena! E per orgoglio. Non volevi essere da meno e hai voluto mortificare Giulio! >> Mi legge nell’anima.
<< Ma David e Camilla cosa c’entrano? Perché sei stata così sgarbata con loro? >> Mi domanda.
<< Questa mattina, quando stavo per uscire di casa, ho sentito Giulio, David e Camilla chiacchierare nella hall del palazzo. Un fattorino stava per consegnarmi dei fiori da parte di Giulio ma quest’ultimo glielo ha impedito. David ha detto testuali parole “mi dispiace che con Silvia ti sia andata male”, e Camilla ha aggiunto che morto un papa se ne fa un altro! Sono stata sgarbata perché mi ha storto che quei due abbiamo assecondato Giulio… E’ evidente che vuole unicamente spassarsela con me! E nel frattempo sta con quella. Questa notte non l’ha passata a casa sua! >> Racconto. Fra si prende qualche istante di riflessione prima di rispondere.
<< Bhe, la frase di David non necessariamente si riferisce al solo atto di andare a letto! Giulio pensa che tu sia fidanzata con Leon e magari è per questo che ha impedito che ti venissero recapitati quei fiori, per non complicare le cose. Tu lo dipingi per forza come un cacciatore ma in effetti non ti sei mai presa la briga di ascoltarlo… >> Mi da contro Fra.
<< Stasera ha passato la notte fuori! Non dimenticare che ieri sera lui stesso ha ammesso che stava uscendo con Lena. E’ normale che io abbia di lui una pessima idea, visto che vuole tenere i piedi più scarpe. Sono appena uscita da un’esperienza simile! >> Gli faccio notare.
<< Vabbè, quello è vero. Comunque ti consiglio di prendere con le pinze le parole che hai origliato. Dubito che Camilla e David abbiamo detto a Giulio “vuoi portarti a letto Silvia per poi scaricarla? Bravo, hai la nostra stima e il nostro supporto”! >> Mi fa notare. Io non riesco a persuadermi del fatto che Giulio sia realmente interessato a me e non solo al mio corpo! Di lui ho visto i lati peggiori! Quella disgustosa conversazione che ho origliato per la scale quando parlava con Lena, suoi approcci da manuale, in più la prima volta che ho incrociato il suo sguardo stava litigando con Camilla alla quale aveva appena rubato un bacio. Mi è stato sull’esofago già in quel momento e lo conoscevo da trenta secondi! Già, i suoi occhi! Azzurri come l’oceano, con qualche pagliuzza verde!
 
 
[Lorenzo]
Ovviamente le segretarie non sono alle loro scrivanie, ma radunate attorno alla scrivania di Annamaria a spettegolare! Non si sono neanche accorte del nostro arrivo.
<< Che storia, ragazze! E lo schiaffo di ieri mattina cosa significava? Cosa gliene frega se Lorenzo inizia una nuova relazione se lei adesso sta con Leon? >> S’interroga Annamaria. Roby ed io ci scambiamo uno sguardo. Leon e Silvia?!
<< Magari quella con Leon non è una cosa seria! Oppure non ha ancora dimenticato completamente Lorenzo! >> Da l’imbeccata Sandra. Tossisco per richiamare la loro attenzione e trasalgono tutte.
<< Oddio! >> Esclama Berta.
<< B-buongiorno! >> Balbettano le altre.
<< Ci mettiamo subito al lavoro! Voi siete i primi dirigenti ad arrivare questa mattina, per questo eravamo qui riunite! >> Si giustifica Annamaria.
<< A parlare di cosa? >> Domanda Roberta, interessata. Che sia gelosa di questa nuova storia di Leon?
<< Non so se quest’argomento potrebbe suscitare il vostro interesse, dottori! >> Balbetta Mariana.
<< Magari è proprio il contrario! Qual’era l’argomento? >> Insisto. Le segretarie si guardano l’un l’altra.
<< Bhe, stavamo parlando di questa telenovela in cui, guarda caso, i protagonisti si chiamano come voi, guarda un po’! >> Inizia a inventare Berta. Questa l’ho già sentita!
<< QUESTA SCUSA DELLA TELENOVELA HA Più ANNI DI MIO PADRE, CREDETE CHE NON L’ABBIA MAI SENTITA? VI HO FATTO UNA DOMANDA! >> Inveisco contro di loro.
<< Bhe, pare che Silvia e Leon abbiamo iniziato una relazione! >> Confessa finalmente Berta. Avevamo sentito bene! Roberta ed io ci scambiano un altro sguardo. Cosa prova? E’ gelosa? Infastidita?
<< E voi come avete fatto a saperlo? Ve l’ha detto lei? >> Domanda Roberta.
<< No, non ce l’ha detto lei. Ho sentito una conversazione tra Lena e una modella! Tra le altre cose hanno detto che Giulio Valencia questa notte è stato a casa dei suoi genitori! >> Mi racconta Berta. Aggrotto le sopracciglia.
<< Sei sicura di aver capito bene? >> Domanda Roberta.
<< Certamente! Il mio udito è infallibile! >> Ci assicura. Prendiamo tutti posto sulle poltroncine, compresi Roby ed io.
<< Lena ha detto che la sua “rivale” è fuori dai giochi, dato che Silvia ha iniziato una relazione con Leon! >> Ci spiega Berta. Era come credevo, Giulio è Silvia si piacciono! Allora per quale motivo si è messa con Leon?
<< Silvia e Giulio si piacciono?? >> Domanda con un certo stupore Annamaria.
<< E’ quello che si evince da quest’affermazione! Lena ha poi aggiunto che Giulio questa notte è andato a cercarla a casa di Armando e Betty. Lena era al settimo cielo! >> Racconta Berta. Bhe, ho ottenuto quello che volevo! Quest’improvvisato club del pettegolezzo viene interrotto dall’arrivo di Silvia, accompagnata da Francesco. Non sembra molto contenta!
<< SONO IL VOSTRO ARGOMENTO PREFERITO?! POSSIBILE CHE OGNI VOLTA CHE MI AVVICINO VI SENTA PARLARE DI ME?! >> Afferma con veemenza, prima di allontanarsi verso la toilette. E’ incazzata nera.
<< Ma che succede? >> Domanda Camilla, la quale è appena uscita dall’ascensore in compagnia di David.
<< Bhe… Silvia ci ha beccati a spettegolare su di lei e non l’ha presa molto bene! >> Spiego. Non è certo da biasimare!
<< Spettegolare a proposito di cosa? >> Domanda David.
<< Silvia e Leon hanno una relazione! >> Spiega loro Roberta. Camilla e David si scambiano uno sguardo.
<< Poi stavamo parlando di Giulio e Lena… Sapevate che Giulio questa notte è stato a casa di mamma e papà? >> Domando.
<< Come minimo Armando avrà svuotato il flaconcino di pillole per sopportare questo avvenimento! >> Osserva la mia ragazza.
<< Sì, lo sappiamo, visto che siamo andati noi questa mattina a prelevare Giulio a casa dei vostri genitori. Perciò Silvia ha sentito che stanotte Giulio era insieme a Lena? >> Domanda David. Perché, ciò costituisce un problema? Annuiamo.
<< Le parlo io! Ci vediamo dopo amore! >> Si offre Camilla, raggiungendo Silvia nel bagno. Roberta e io ci scambiamo uno sguardo. Non ci sto capendo un cazzo! Tra Silvia e Giulio c’è qualcosa oppure no?!
 
 
[Camilla]
Quando accedo al bagno sorprendo Silvia che cerca di eliminare dal suo volto i segni del maquillage sbavato, in seguito al pianto. Mi guarda attraverso lo specchio.
<< Cosa c’è? >> Mi domanda, con il tono freddo che aveva di sotto!
<< Vorrei spiegarti come stanno realmente le cose, e vorrei sapere da te se stai o non stai con Leon! >> Affermo fuori dai denti.
<< Perché l’argomento suscita il tuo interesse? >> Mi domanda, lanciandomi sporadiche occhiate attraverso lo specchio.
<< Perché se fosse una bugia sarebbe una bugia stupida, visto che sta facendo soffrire una persona! >> Ammetto. Un ghigno compare sul suo viso.
<< Già, sappiamo tutti che Giulio ha un cuore grande! >> Ironizza. Mi avvicino e le strappo la matita e la trousse dalle mani costringendola a prestarmi attenzione.
<< Rendimi subito le mie cose! >> Mi ordina.
<< Non prima di essere ascoltata! E’ vero, non sono una fan di Giulio Valencia e vorrei non aver mai avuto a che fare con lui per i motivi che sai! Ma di quello che è accaduto questa notte e di quello che lui sente per te ti sei fatta un’idea tutta tua, ed è un’idea sbagliata! >> Affermo.
<< E da quando l’attrazione sessuale sarebbe un sentimento? Camilla, sappiamo entrambe che è questa l’unica cosa che Giulio sente per me! Ed io non sono interessata! >> Afferma con veemenza.
<< E allora perché stai piangendo se non ti piace? Non sarà perché poco fa hai sentito che Giulio ha passato la notte a casa dei miei, dove alloggia anche Lena? >> Le domando per notare la sua reazione. Stringe i pugni che tiene appoggiati al piano in marmo attorno al doppio lavandino.
<< Non me ne può fregar di meno di dove passa le notti Giulio! Piango perché mi da fastidio che per un motivo o per un altro io sia il pettegolezzo preferito qui, di recente! >> Afferma. Cerca di convincere sé stessa o me?
<< Senti, a me non interessa se stai con Leon o se ti piace Giulio… Vorrei solo spiegarti come stanno le cose. Penso che tu piaccia veramente a Giulio e sicuramente c’è rimasto male ieri sera quando ha scoperto che stai con Leon! >> Le spiego. Attiro la sua attenzione dato che mi fissa. Si prende qualche istante per riflettere.
<< Ma, se è vero che gli piaccio davvero, perché avrebbe passato la notte con lei? C’erano dei testimoni ieri sera quando ha ammesso che sarebbe andato a ballare con lei! >> Mi fa notare. Scuoto il capo.
<< Lo avrà detto per orgoglio! Ti posso assicurare che Lena è arrivata a casa alle 20 in punto e non è più uscita di casa fino a stamattina. Mio padre non le avrebbe permesso di andare a ballare! >> Le spiego. Sopraggiunge David.
<< Questo è il bagno delle signore! >> Le fa notare Silvia, mordace.
<< Se mio fratello ti piace o meno sono affari tuoi. Ma non andare in giro a dire cose non sono vere! E’ vero, non è uno stinco di santo e tra lui e Lena c’è stato qualcosa. Ma ti posso assicurare che questo qualcosa è concluso e che mio fratello sta cercando di allontanarla in tutti i modi. E’ lei ad essersi attaccata a lui come una zecca! >> Spiega anche David.
<< E com’è che sapeva il suo nuovo indirizzo? E’ davvero difficile immaginare chi glielo abbia dato! >> Ironizza Silvia, convinta dell’idea che sia stato Giulio a darglielo.
<< Ti posso assicurare che Giulio si sta chiedendo la medesima cosa e ha giurato e riempirà di botte questo qualcuno quando lo scoverà! Ieri sera Giulio è uscito a bere, da solo. E’ stata una mazzata per lui scoprire che ti sei messa con un altro. E’ vero che è andato a casa Mendoza a cercare Lena ma lo ha fatto per disperazione e sotto l’effetto dell’alcol. Magari sperava di cancellarti dai suoi pensieri andando a letto con un’altra donna! >> Illustra David. Certo che Silvia ha la testa dura!
<< Riguardo a quello che hai sentito stamattina, anche lì ti sei fatta un’idea sbagliata! Non stavo dimostrando compassione per Giulio perché non è riuscito a portarti a letto ma perché non è riuscito a sciogliere il tuo cuore di ghiaccio! Ripeto, ci è rimasto molto male per questa storia di Leon. Se non ci credi dovresti semplicemente prenderti la briga di ascoltarlo davvero! >> Aggiunge David.
<< Io non ho cuore di ghiaccio. >> Replica Silvia offesa.
<< A me sembra di sì! Ad ogni modo il nostro dovere lo abbiamo fatto. Pur di assicurarti che Giulio è veramente interessato a te e non vuole solo portarti a letto, anche se lo dimostra a modo suo, non possiamo fare nient’altro. Andiamo amore! >> M’invita David. Usciamo dal bagno mano nella mano.
 
 
[Francesco]
<< Avanti! >> Esclamo, per invitare chi che sia a bussare ad accedere al mio ufficio. Silvia fa il suo ingresso e, dalla faccia che ha, devo dedurre che il colloquio con Camilla non dev’essere andato tanto bene! Si siede al di là della scrivania, su una delle due sedie designate per i visitatori.
<< Tutto ok? >> Le domando.
<< Non so più se devo credere al mio istinto o alle parole di Camilla e David! >> Esordisce.
<< Cosa ti hanno detto? >> Le domando, per cominciare.
<< Che l’interesse di Giulio è genuino e sincero. Che non ha passato la notte con lei, ha detto che uscivano a ballare solo per ferirmi. Hanno aggiungo che non è stato lui a dare a Lena il nostro indirizzo, e che ieri sera era talmente scosso dalla falsa notizia che mi sarei messa con Leon da ubriacarsi e andare in cerca di Lena per dimenticarsi di me! >> Mi spiega.
<< Non riesci proprio a considerare l’idea che tu a Giulio piaci davvero? Che non sei solo un nome su una lista? >> Le faccio notare.
<< Io ho una paura folle di incappare in un’altra delusione, in “un altro Lorenzo”! >> Ammette.
<< E così ti racconti la bugia che Giulio è un soggetto terribile! Invece ti piace, e anche molto, non è così? >> Le domando. Annuisce.
<< Cosa devo fare? >> Mi domanda.
<< Prima di tutto dovresti mettere a tacere questa voce di te e Leon. E devi parlare con Giulio! Prima che si metta con quella per dimenticarti! >> Le consiglio.
 
 
[Olga]
Sto per entrare all’ospedale quando il mio cellulare squilla. E’ un numero che non conosco.
<< Voi andate avanti, rispondo a questa chiamata e vi raggiungo! >> Comunico alla mia famiglia, a Michael, alle sue zie e a Calderon.
<< Pronto? >> Domando.
<< Ciao, sei Olga? Sono Ryan, l’amico di Alex. >> Si presenta, guadagnandosi tutta la mia attenzione.
<< Ciao! Dove hai trovato il mio numero? >> Gli chiedo.
<< E’ su facebook! >> Mi fa notare. Mi dimentico sempre di toglierlo!
<< Se sei interessato a venire a trovare Alex è ricoverato al Memorial, io sto entrando all’ospedale in questo momento! >> Gli comunico.
<< Mi sembri piuttosto calma per essere una con il ragazzo soggetto ad amnesia e che deve pure sciropparsi la sua ex ragazza sgualdrina! >> Interviene.
<< Bhe, farsi prendere dalla disperazione non migliorerà le cose. Ma perché dici che è una sgualdrina? A me sembra una ragazza tanto simpatica… >> Mento!
<< Hai battuto la testa? Alexander non ti ha mai parlato di lei? Scusa la finezza, ma ha visto più uccelli lei di una porno diva! Ha messo corna ad Alex a destra e a manca! E si permette di ronzargli ancora attorno? >> Mi racconta. Sapevo che quella lì è solo una poco di buono!
<< Sfortunatamente Alexander non ricorda nulla di tutto questo e nessuno tranne te è in grado di raccontagli questa storia! >>
<< Ma io sono in vacanza in Italia. Riuscirò a tornare al massimo per Venerdì mattina! >> Spiega. E’ fra tre giorni!
<< Bene. Il mio numero ce l’hai, avvisami per favore quando starai per tornare. >> Lo prego.
<< Certamente. E, comunque, Alexander ti ama davvero e se lo ricorderà! Un saluto, non vedo l’ora di conoscerti. Alex mi ha parlato tanto di te. >> Mi saluta ponendo fine alla conversazione. Ma ha detto che Alexander mi ama?
 
 
[Isabella]
Passiamo davanti a un cancello dopo l’altro, cercando il numero civico giusto. Mi sento sempre più agitata!
<< Eccolo, è questa la sua casa! >> Esclama Diego, quando abbiamo trovato la giusta villetta. Osservo il campanello ed esito.
<< Ci ho ripensato, amore! Non posso piombare così nella loro vita e sconvolgerla! >> Ci ripenso. No, non ce la farei se qualcuno mi dovesse rivelare particolari orrendi sulla vita di Diego. Non ho alcun diritto per rovinare la vita di questa donna e l’immagine che lei e il figlio hanno sempre avuto del loro marito e padre.
<< Se non lo vuoi fare possiamo girare sui tacchi e tornare verso la macchina. Ma non pensi che non riusciresti più a vivere serenamente sapendo che esistono una matrigna e un fratellastro che non conosci? >> Mi fa notare. Abbasso lo sguardo.
<< Me ne farò un ragione. Quell’uomo ha già rovinato la mia vita, non l’aiuterò a rovinare anche la loro! >> Sentenzio. Ci voltiamo per tornare da dove siamo venuti quando notiamo una donna che, a qualche metro da noi, ci guarda. La donna riprende a camminare e ci si avvicina. Ha i capelli biondi legati in una treccia che le cade sulla spalla destra. E’ vestita in modo sportivo.
<< Buongiorno, posso esservi utile? >> Ci domanda.
<< Buongiorno. No, grazie! Mi sa che abbiamo sbagliato indirizzo! Buona giornata. >> Risponde Diego. Quando stiamo per allontanarci la donna ci richiama.
<< Chi state cercando? >> Ci chiede.
<< Una certa Ines. Sappiamo solo che ha un figlio di nome Asier e che suo marito Juan è morto da poco. >> Risponde il mio Diego. Solo quando la signora aggrotta le sopracciglia e scruta prima me poi Diego ci rendiamo conto che si tratta proprio di lei! Stringo più forte la sua mano.
<< Voi chi siete? >> Ci domanda guardinga.
<< Diego Armando Mendoza, e la mia fidanzata… >> Diego sta per presentarmi ma l’interrompo, facendo da me.
<< Isabella Carissi Foscarin. >> Mi presento guardando dritto negli occhi azzurri della donna. Lo sguardo viene ricambiato.
<< Sei Isabella? Quella Isabella? >> Mi chiede conferma balbettando. Annuisco.
<< Isabella non sapeva che suo… che Juan si fosse risposato. Non appena lo ha scoperto l’ho aiutata a rintracciarla… Voleva conoscerla… >> Mi supporta Diego. Io non avrei saputo come introdurre il discorso! Sono del tutto paralizzata!
<< Perché non entriamo in casa? Vi piacciono le mandorle? Questa mattina ho sfornato dei biscotti alle mandorle. >> C’invita cordiale. Ci accodiamo a lei ed entriamo in casa. Per tutto il tempo non lascio mai la mano del mio Diego.
<< Permesso. >> Sussurro quando entro nella sua abitazione.
<< Permesso. >> Mi imita Diego.
<< Il salotto è sulla sinistra. Vado in cucina a prendere i biscotti. Preferite del thè, latte o succo di frutta? >> Ci domanda.
<< Non si deve disturbare tanto. >> Balbetto dopo non aver detto una parola, a parte nome e cognome. Lei mi rivolge un sorriso cordiale, prima di sparire all’interno della cucina. Non ci permettiamo di sederci senza il consenso della padrona di casa per ciò osservo l’ambiente circostante: la prima cosa che noto è un angolo con una scrivania con sopra del libri di scuola, quaderni impilati e dei portapenne pieni di matite colorate e pennarelli. Su uno scaffale c’è un barattolo trasparente pieno di macchinine e i vari soprammobili sono per di più fotografie di Ines e Asier. Curiosamente, non c’è neanche una foto di Juan.
<< Non trovi strano che non ci sia neanche una foto di Juan? >> Chiedo al mio ragazzo.
<< Sì, un po’ strano lo è! >> Conferma Diego, quando Ines fa il suo ingresso reggendo un vassoio con latte e bicchieri e nell’altra mano il piatto con i biscotti.
<< Accomodatevi ragazzi! >> C’invita. Diego ed io ci sediamo sul divano, vicini. Lui afferra la mia mano e la stringe. Ines si accomoda sulla poltrona.
<< Asier è a scuola? >> Ipotizzo.
<< Sì, frequenta la terza elementare. Vi posso chiedere come avete fatto a trovarmi? >> Domanda con curiosità.
<< Inizialmente tramite Facebook. Abbiamo cercato Juan sul social network, scoprendo così che si era risposato e che aveva avuto un figlio da lei. Poi abbiamo pagato un investigatore privato perché rintracciasse il suo indirizzo. >> Illustra Diego. La donna aggrotta la sopracciglia.
<< Qualcosa non va? >> Le chiede Diego.
<< Solo che Asier non è figlio di Juan, non potrebbe essere! Asier è nato dal mio precedente matrimonio. >> Ci spiega. Osservo il pavimento un po’ spiazzata e delusa da questa rivelazione. Asier ed io non siamo fratelli!
<< Un secondo… Cosa vorrebbe dire che Asier non potrebbe essere figlio di Juan? >> Domanda Diego, il quale è più attento di me a cogliere i particolari di questa conversazione! La donna sposta lo sguardo da me al mio ragazzo.
<< Credevo lo sapeste… Poco fa, fuori, stavi chiamando Juan con l’appellativo di “padre” quando hai cambiato idea. Mi sono persuasa che lo sapessi! >> Afferma la donna, rivolgendosi a me sul finale della frase.
<< Cosa dovrei sapere? >> Domando in un sussurro e con il cuore in gola.
<< Isabella, io dopo aver sentito quella frase poco fa ho creduto che lo sapessi. Tuo padre, cioè Juan, non poteva avere figli! >> Rivela. Trattengo il respiro di fronte a questa rivelazione e gli occhi mi si gonfiano di lacrime. Juan Carissi non era mio padre!
<< Amore… >> Interviene Diego, accarezzandomi la nuca, per sincerarsi che io stia bene. Lo so, Juan era un padre di merda perciò cosa me ne importa se in realtà quell’uomo non è mio padre? Tanto meglio, no? Ma questo significa che la mia vita fino ad ora è stata solo un’enorme bugia! Il cognome che porto non è il mio. A venticinque anni mi ritrovo a chiedermi chi io sia!
<< Forse è meglio che ti porti dell’acqua. E’ ora che tu ascolti ciò che mi ha rivelato tuo padre prima di morire! >> Interviene Ines allontanandosi. Quando ha abbandonato la stanza inizio a piangere e Diego mi stringe forte.
 
 
[David]
<< E lei vi ha creduto? Si è convinta che non mi interessa Lena ma è lei che voglio? >> Mi domanda Giulio, ansioso, dopo che gli ho riportato il resoconto della conversazione avuta con Silvia nel bagno.
<< Non lo so! >> Rispondo. In effetti non si è capito!
<< Abbiamo piantato un seme, vedila così! Vedremo se germoglierà! >> Gli faccio notare. Lo sento sospirare.
<< E immagino non abbiate capito se sta o non sta con Leon…. >> Interviene a mo di domanda.
<< Non abbiamo capito neanche quello. Quello che è sicuro è che non le sei del tutto indifferente! >> Di questo per lo meno mi sono persuaso. La conversazione telefonica viene interrotta quando sento bussare alla porta del mi ufficio.
<< CHI E’? >> Strillo.
<< Sono Silvia! Posso entrare, David? >> Mi domanda.
<< Un secondo, concludo una telefonata, Silvia! >> Strillo in risposta.
<< E’ lei? Mettimi in viva voce e appoggia il cellulare in un cassetto aperto, per esempio, così che possa sentire! >> Mi ordina David.
<< Ok, ma non fiatare e non fare alcun tipo di rumore o potrebbe sentirti. Zitto a partite da ora! >> Sussurro a mio fratello. Aziono il viva voce e poso il cellulare in un cassetto aperto.
<< Entra pure Silvia! >> La invito. Entra con calma nel mio studio e richiude la porta alle sue spalle. Se ne sta in piedi e si tormenta le mani.
<< Accomodati e dimmi come posso esserti utile! >> La invito. Lei accetta il suggerimento e prende posto in una delle due sedie posizionate di fronte alla scrivania.
<< Prima, nel bagno, dicevate sul serio quando avete detto che Giulio è sinceramente interessato a me? Non vuole solo portarmi a letto? >> Mi domanda.
<< Secondo te ti mentirei su una cosa del genere?! Procurare amanti di letto a mio fratello non rientra nei miei hobbies! Sì, io credo che tu piaccia davvero a mio fratello. Io non ti posso biasimare se ti fa una brutta impressione, specialmente con le cose che avrai sentito dire su di lui. Ma ti ricordo che ogni essere umano è un agglomerato di pregi e di difetti! E’ vero, a Giulio piace la movida, ama divertirsi e ha avuto molte ragazze. Ma non ha mai mentito riguardo i suoi sentimenti, non ha mai fatto a nessuna promesse a vanvera e non ha mai tradito! Se ha avuto molte amanti lo ha fatto quando era single, e se era stanco di una relazione l’ha sempre chiusa con sincerità! E, fidati, lungi da me parlare bene di quel bastardo di mio fratello che me ne ha combinate di cotte e di crude in venticinque anni che è al mondo! >> Le spiego.
<< E’ proprio questo il punto… Se Giulio si stancasse di me? Io sono stufa di essere presa e lasciata! Cerco una vera relazione, una relazione duratura! >> Mi spiega.
<< Se avessi una palla di vetro ti potrei aiutare! L’amore è questo: rischio! Nessuno ti garantisce che mio fratello si innamorerà di te alla follia ma è anche vero che nessuno ti può dire che questo non possa avvenire. >> Le faccio notare. Silvia abbassa lo sguardo, meditabonda.
<< Ti posso fare io una domanda? Se sei qui a chiedermi di mio fratello significa che tra te e Leon non c’è niente? >> Chiedo conferma. Lei scuote il capo.
<< E’ una palla che ho detto su due piedi quando ho visto che Lena era venuta a trovare Giulio. Ieri sera stavo per accettare l’invito di tuo fratello quando è arrivata quella e mi sono sentita presa per il culo. >> Confessa.
<< Giuro sul mio amore per Cami che Giulio non ha dato il suo nuovo indirizzo a Lena! Lena è stata… un incidente! Lei è sempre un incidente. Te lo garantisco! Giulio ha ceduto alle sue avances un paio di volte e non riesce più a scollarsela di dosso, nonostante le abbia ripetuto fino alla nausea che qualunque cosa ci sia stata tra di loro è conclusa per sempre! >> Le assicuro.
<< Mi dispiace per aver frainteso le tue parole di questa mattina nell’androne del mio palazzo… >> Si scusa. Mi alzo, aggiro la mia scrivania per andarle incontro. Anche lei si alza.
<< Non importa! Vorrei che riflettessi sulle mie parole. Per lo meno che concedessi una possibilità a mio fratello. Se sei qui a parlarne evidentemente non ti è poi tanto antipatico! >> La punzecchio, dopo esserci scambiati un amichevole abbraccio.
<< No, non mi è troppo antipatico. Oddio, lo prenderei volentieri a schiaffi quando sul suo volto compare quel sorrisetto sbruffone e compiaciuto. Ma quanto se la tira?! >> Mi domanda. Ridacchio.
<< Diciamo che sa di piacere. Saremmo tutti contenti se fossi tu quella che farà capitolare mio fratello! >> Sogno ad occhi aperti. Diventerebbe più facilmente sopportabile!
<< Non correre troppo! Lo farò galoppare per essere sicura di non incappare in un’altra cocente delusione. Ti lascio lavorare, a dopo! >> Mi saluta.
<< Silvia, ancora tanti auguri! >> Le auguro. Ci scambiamo un guancia a guancia. Non appena abbandona il mio ufficio chiudendo la porta torno verso la scrivania e afferro il cellulare.
<< Ci sei? >> Chiedo a mio fratello.
<< Eccome! In ascolto e in debito con mio fratello! >> Esclama. E’ tutto contento!
<< Sì, ma adesso non la pressare. Aspetta che sia lei a chiamarti! >> Gli consiglio. Non vorrà far capire a Silvia che ha sentito tutta la conversazione!
<< E’ logico! Vuoi darmi consigli sulle donne?! >> Domanda tutto baldanzoso. Sembra un bambino il giorno di Natale!
 
 
[Alex]
<< Perciò ripartirai oggi? >> Chiedo a mio cugino.
<< Sì, questo pomeriggio, questa sera c’è una cena di compleanno a cui ho promesso di presenziare. Ma tornerò il prossimo week end insieme ai miei genitori. >> Mi risponde Michael.
<< Olga non è venuta? Le vorrei parlare. >> Domando, notando che non c’è.
<< Si è fermata di sotto per rispondere ad una telefonata! Paige è passata? >> Domanda mia madre, con poco entusiasmo, sperando in una mia risposta negativa. Infatti scuoto il capo.
<< Passerà questo pomeriggio o stasera, con ogni probabilità. >> Aggiungo.
<< La persona da cui non voglio visite invece è papà! E’ solo uno stronzo! >> Esclamo.
<< Se dovete parlare di cose di famiglia vi concediamo un po’ di privacy! >> Interviene il signor Mora.
<< No, Nicola. Mio marito mi ha tradita e per di più con la nipote del cui presente Mario. C’è poco da dire sull’argomento tranne che concordo con mio figlio! >> Interviene mia madre.
<< Marcella, mi dispiace molto! >> Interviene la signora Mora.
<< Grazie Leonora, ma niente atteggiamenti di pietà per favore. Come sapete ho già affrontato situazioni simili e se sono sopravvissuta ad Armando sopravvivrò anche a Russell! >> E’ uno schifo che una donna devota verso l’uomo che ama come lo è mia madre venga tratta così! E’ lo scotto da pagare per essere troppo buoni e innamorati. Vieni tradito senza ritegno!
<< Mamma, lui chi è? >> Chiedo.
<< Lui è Mario Calderon, un mio vecchio amico e azionista di Ecomoda! >> Lo presenta mia madre.
<< Ciao Alex, è bello vedere che ti stai rimettendo. Ci eravamo incontrati all’aeroporto, anche se non te lo ricordi! >> Interviene Calderon. La porta si spalanca e nella stanza entra Olga. Trattengo il fiato. Mi sento agitato perché so che ha ragione mia madre: è meglio avere con lei un confronto sincero per chiare la situazione tra di noi.
<< Ciao Alex, come stai? >> Mi saluta.
<< Molto meglio. Mi chiedevo dove fossi. Vorrei parlare con te, in privato! >> Spiego. I presenti si scambiano un’occhiata prima di decidere di abbandonare in gruppo la stanza.
<< Siamo qui fuori! >> Interviene suo fratello, il quale abbandona la stanza per ultimo e si chiude la porta alle spalle. Olga resta in piedi e si tormenta le dita.
<< Senti, non so da che parte cominciare per ciò andrò dritto al punto. Sul mio cellulare ho letto tutte le nostre conversazioni e ho visto le nostre foto… >> Esordisco.
<< P-perciò sai che tu ed io prima del tuo incidente…? >> M’interrompe. Annuisco.
<< In quelle foto sembro molto felice e da quei messaggi si capisce quanto tenessi a te. Lo so che tu vorresti che io come per magia recuperassi la memoria, ma questo non accadrà! Dentro di me campeggia la più totale confusione! Ci sei tu che sei molto bella, sembri dolce e simpatica e in un certo senso sei la mia ragazza… Ma c’è anche Paige che io considero la mia ragazza perché nella mia testa io fino a ieri la baciavo e la presentavo come la mia fidanzata… >>
<< A proposito di Paige… >> M’interrompe.
<< Vorrei finire il discorso o ne perdo il filo, per favore. >> La prego.
<< Ma devi sapere che… >> Cerca di dire mentre i suoi occhi si velano di lacrime.
<< Mi dispiace, ma io sono innamorato di lei! So che ferirti enormemente… Mi dispiace… >> Ripeto, dopo averle confessato brutalmente ciò che sento. I suoi occhi s’inondano di lacrime e abbandona di fretta e furia la stanza senza replicare.
<< MI DISPIACE! >> Urlo, sperando il meglio per lei. Che si dimentichi di me e della sofferenza che le sto infliggendo!
 
 
[Diego]
Cerco di fare il possibile per non mettermi a piangere, devo essere l’uomo forte in grado di consolarla e aiutarla. Se mi mettessi a piangere anch’io sarebbe la fine! In questo momento Isa ha bisogno di qualcuno che possa essere la sua roccia e questa persona non posso che essere io! Il bicchiere che regge in mano trema e lo afferro per posarlo sul tavolino al posto suo, prima che l’acqua fuoriesca.
<< Ti senti meglio? >> Le chiedo, accarezzandole il capo. Lei annuisce. No, non sta meglio!
<< Mi dispiace che tu lo abbia dovuto scoprire in questo modo e da me… >> Interviene la signora. Isabella è incapace di proferire parola!
<< Non deve sentirsi in colpa. Lei è l’unica in questa dannatissima storia che sta dicendo la verità! >> Intervengo.
<< Io non capisco… Chi è mio padre? >> Farfuglia Isabella, ancora sconvolta. Ines fa spallucce, desolata.
<< Io questo non lo so, cara. Juan mi disse quello che gli aveva detto tua madre, ovvero che aveva avuto un’avventura alla festa di addio al nubilato di una sua amica! >> Ci rivela. Che sia vero?
<< Cos’altro le ha detto Juan? Le ha raccontato tutto quello che faceva alla mia Isa? >> Domando fuori dai denti a questa donna. Lei abbassa le palpebre e annuisce.
<< Abbiamo notato che non compare in nessuna delle foto esposte. E’ come se lei lo avesse cancellato dalla sua vita! >> Le faccio notare.
<< Lasciate che vi racconti dall’inizio come sono andate le cose con Juan. L’ho conosciuto in una gelateria un mese dopo il divorzio dal mio precedente marito. Stavamo ordinando nello stesso istante, dato che eravamo entrati insieme nel locale, e così abbiamo attaccato bottone. Lui mi cedette il posto e ordinai per prima! In seguito consumammo insieme quel gelato e iniziammo a conoscerci. Quando conobbe Asier vedevo nei suoi modi di fare qualcosa di strano, era piuttosto freddo con lui! Fu allora che mi raccontò di questa figlia che a 14 anni scappò di casa per stare con un ragazzo, ovvero tu. Io rimasi talmente colpita da questa storia che proprio quella notte mi concessi a lui! Un anno dopo quella notte ci sposammo. E’ stato un matrimonio normalissimo, anche se lui continuava a rimanere freddo e distaccato con Asier. Pensai che gli serviva del tempo, occuparsi di un figlio gli faceva tornare alla mente il fatto che sua figlia era scappata privandolo di tante gioie genitoriali! Consolarti per la prima delusione d’amore, festeggiare il tuo diploma, cenare insieme a Natale, festeggiare i vari compleanni, e cose così… Ma il suo atteggiamento verso Asier non cambiò mai! Lo tenne sempre a distanza. Inoltre mise subito in chiaro che non voleva avere dei figli da me. >> Inizia a raccontare. Ascoltiamo molto interessati e con il fiato sospeso, aspettando che arrivi alla parte di storia in cui quel farabutto le racconta la verità.
<< Lui ha… ha… >> Tenta di dire Isabella.
<< No! Lo avrei ammazzato con queste mie mani! >> Afferma perentoria la donna.
<< Juan è cambiato lo scorso Luglio. Una sera è tornato a casa e non era più lo stesso! Ricordo perfettamente quella sera perché decise di non cenare: afferrò una birra e l’unica bottiglia di Montenegro presente in casa, che conservavamo per gli ospiti, e si chiuse in camera. Quella notte fui costretta a dormire sul divano nonostante bussai con vigore per costringerlo ad aprire, chiedendomi cosa fosse accaduto! La mattina dopo lo affrontai a brutto muso. Si scusò con me, dicendo che aveva passato una brutta giornata perché un suo conoscente gli aveva riferito di averti avvistata. Ovviamente era una bugia inventata di sana pianta, ora lo so! >>
<< Perché dice che era una bugia? >> Domando.
<< Adesso ci arrivo! Da quella notte è cambiato tutto, vi posso solo dire che fui costretta a trovarmi un terzo lavoro per introdurre in casa i soldi che lui dilapidava saltando da un bar all’altro. Iniziò a fare tardi ogni sera. Fino che una sera dei primi di Dicembre mi arriva questa telefonata: “suo marito è rimasto coinvolto in un frontale con un auto articolato, è in condizioni gravi, era molto ubriaco”! Ci vollero dieci giorni affinché si svegliasse. Era ridotto male, e sapevo che non sarebbe sopravvissuto. Ne prese coscienza anche lui per ciò un pomeriggio mi raccontò tutta la verità. Mi raccontò che tu non eri affatto scappata di casa ma che tua nonna Eva ti aveva portata con sé in Italia per sottrarti ai suoi maltrattamenti, mi disse che con la sua ex moglie aveva provato invano ad avere dei figli dopo di te, e dopo molti mesi di tentativi si era rivolto a un centro specializzato dove gli avevano diagnosticato la sterilità. Quando accadeva tutto questo tu avevi circa sette anni e fu in quell’occasione che iniziò tutto… Le percosse e la dedizione all’alcol. Come ho già raccontato, tua madre raccontò a Juan che ebbe un’avventura durante questa festa di addio al nubilato. >> Siamo scioccati di fronte a tutta questa storia!
<< E per quale motivo non mi ha semplicemente abbandonata? >> Si domanda Isabella, con gli occhi colmi di lacrime e disperazione.
<< Juan ti aveva cresciuta con amore per sette anni. Quando ricevette quella notizia dentro lui crebbe un demone! Ti vedeva come il frutto di quel tradimento, il frutto di un inganno ma nel contempo ti amava. Non cerco così di difenderlo, spero che possa bruciare all’inferno nel settimo cerchio! Ti sto solo riportando ciò che mi disse quel pomeriggio in ospedale. >> Chiarisce.
<< Vai avanti! >> La sprona Isabella.
<< Mi raccontò che quella famigerata sera di Luglio incontrò la sua ex moglie. Lo chiamò quel pomeriggio per dargli appuntamento. Tua madre era tornata da poco dall’Italia dov’era stata al capezzale di sua madre, tua nonna. Tua madre disse a Juan che tua nonna aveva intenzione di rivelarti tutta la verità prima di morire… >> Merda! Poca puttana, sua nonna lo sapeva?
<< Mia nonna lo sapeva? >> Domanda con il cuore in gola Isabella.
<< A quanto pare. Juan e tua madre litigarono barbaramente quella sera! Si vede che quell’incontro con tua madre fece riemergere in Juan il ricordo di essere stato ingannato e deriso, per ciò tornò nella spirale dell’alcol. Al suo capezzale Juan mi rivelò anche che quella famosa sera quando si chiuse nella sua stanza scrisse una lunga lettera indirizzata a te. >> Spiega Ines. Si alza dalla poltrona per raggiungere uno scaffale e da un libro estrae una busta bianca. La porge ad Isabella la quale l’afferra con le mani tremanti.
<< Come vedi è sigillata, esattamente come l’ho trovata nel suo ufficio! Non l’ho letta. Magari lì dentro c’è il nome del tuo vero padre. Ormai non possiamo escludere che Juan mi abbia mentito quando mi ha detto di non sapere la sua identità. Magari voleva che fossi tu a saperlo per prima. >> Ipotizza Ines. Quella lettera mette una certa paura anche a me!
<< Quando tornai a casa dall’ospedale, quel giorno, strappai tutte le foto che lo ritraevano insieme a me o insieme ad Asier. Quell’uomo aveva picchiato per anni la figlia che diceva di amare! Mi aveva mentito per anni, con che razza di uomo mi ero sposata? >> Si domanda Ines, anche lei con le lacrime agli occhi.
<< Isabella, tutto bene? >> Le domanda Ines. Isa fissa la busta che tiene in mano.
<< So che ti dovrei fare mille domande! Ma non me ne viene in mente nessuna. >> Sussurra frastornata. Ines annota il suo numero di telefono personale su un post-it e glielo passa.
<< Non appena avrai ordinato le idee chiamami. Farò quello che mi sarò possibile per aiutarti a capirci qualcosa di più! >> Si offre la donna. Afferro io il numero.
<< Grazie. >> La ringrazio.
<< L’unica cosa che vorrei capire adesso è chi io sia! Non sono una Carissi, vale a dire che Leon e Antonella non sono i miei cugini, che i miei zii in realtà non sono i miei zii…. >> Sproloquia con gli occhi colmi di lacrime.
<< Ehi, amore! Loro non smetteranno di vederti come cugina o come nipote dopo questa rivelazione! Leon non smetterà di adorarti. Quanto al misterioso promotore della tua nascita, ci daremo subito da fare per trovarlo! Domani stesso parlerò con Pereira! >> Sentenzio.
<< Non hai sentito? E’ un pinco pallo qualsiasi che mia madre ha incontrato ad una festa. Persino un esperto come Pereira avrebbe difficoltà a trovare un punto di partenza per rintracciarlo! NON SAPRò MAI CHI E’ MIO PADRE! >> Sbotta piangendo senza controllo. L’abbraccio forte.
<< No! Ammesso che questa sia la verità, faremo ugualmente un tentativo! >> Cerco di rincuorarla.
<< Dovreste, come prima cosa, parlare con Ingrid! >> Suggerisce Ines.
<< E’ la prossima della nostra lista. Sappiamo già dove rintracciarla! >> Le spiego.
<< Se in questa storia c’è una persona che merita il premio per la stronzaggine, quella è lei! Ha ingannato suo marito e anche sua figlia, rovinando la sua infanzia! >> Sentenzia Ines. Ho sempre considerato Ingrid quasi come una vittima di Juan ma dopo aver saputo tutto questo la colloco sullo stesso gradino di quel grandissimo stronzo, per quanto mi riguarda!
 
 
[Olga]
No, no, no! Non può averlo detto, non può essere vero! Ha deciso che non vuole neanche tentare di conoscermi nuovamente per capire se mi ama o no! Quando chiudo la porta della stanza appoggio la schiena ad essa e mi porto una mano alla bocca.
<< Figliola, cosa succede? >> Mi domanda sconvolto mio padre.
<< Amore, dì qualcosa! >> Mi prega mia madre. Io prendo e fuggo via: mi precipito giù per le scale e scappo verso l’uscita, seguita da tutti.
<< OLGA!  Che è successo? >> Mi domanda Michael che, essendo il più atletico tra di noi, mi ha raggiunta senza difficoltà.
<< Ha detto che ama lei! Mi ha lasciata! >> Singhiozzo. La mamma mi abbraccia e coccola il mio capo.
<< Olga mi dispiace così tanto! Io mi sento colpevole perché ho pregato mio figlio di essere sincero con te, qualunque sarebbe stata la sua decisione. Speravo cambiasse idea! >> Interviene Marcella.
<< Nessuno ce l’ha con lei, signora Marcella! >> Interviene mio fratello.
<< Ma non mi arrendo tanto facilmente. Lei non ce l’avrà vinta, con tutte le malattie veneree che avrà raccattato in giro e con le sue bugie di merda! >> Affermo con veemenza.
<< Tesoro, mi stai spaventando! >> Interviene mia madre.
<< Sarà lo shock a farla straparlare? >> Interviene mio padre.
<< Non sto straparlando! La telefonata di prima era da parte di un certo Ryan Cross, un amico di Alex! >> Spiego.
<< L’ho sentito nominare! >> Interviene la madre di Alex.
<< Mi ha detto che quella lì è peggio di una porno diva e che ha ripetutamente tradito Alex, per questo si sono lasciati. >> Spiego. La madre di Alex si gonfia.
<< Maledetta! Facevo bene a non fidarmi! >> Interviene la madre di Alex, arrabbiata.
<< Ryan tornerà a Miami Venerdì. Lui è l’unico a cui Alex darà ascolto. Di me non si fiderebbe, penserebbe che sia in cerca di una rivalsa o di un modo per screditare quella. E a te Marcella direbbe che parli così di lei perché non ti sta simpatica! >> Intervengo.
<< Perciò? Stiamo con le braccia incrociate per i prossimi tre giorni aspettando il ritorno di questo tipo?! >> Si chiede Marcella.
<< Parli del diavolo… >> Interviene Cèsar.
<< E spuntano le corna! E’ proprio in caso di dirlo! >> Completa la frase colui che, stando agli ultimi sviluppi, è il padre biologico di Alex, quando vediamo Paige avvicinarsi. Ma pensa di essere in un centro benessere o in spiaggia? Indossa un minidress senza spalline, dei sandali e un capello di paglia enorme! Quanto vorrei picchiarla! Marcella sta per intervenire e affrontarla ma la fermo.
<< No! >> Le ordino.
<< Salve a tutti! >> Ci augura quella tutta contenta.
<< Sarai contenta, hai vinto! Alex è tutto tuo! >> Intervengo. I membri della mia famiglia mi guardano stupefatti. No, non sto abbandonando il terreno di gioco! E’ tutta tattica! Sul volto della squillo compare un sorriso compiaciuto.
<< Ma và? Non dirmi che speravi il contrario! Tu per lui sei come un ricordo… Anzi, non sei neanche quello! >> Interviene prima di allontanarsi. Stringo i pugni fino a farmi diventare le nocche bianche e mi sforzo per non reagire.
<< Ma sei diventata matta?! Vai su, di tutto ad Alexander, picchiala e riprenditelo! >> Interviene mio fratello.
<< Avresti dovuto lasciare che l’affrontassi! L’avrei costretta a dire la verità ad Alex! >> Mi rimprovera mia suocera.
<< No, datemi retta! Non le darò la possibilità di essere sincera con lui. Quando Ryan gli parlerà Alexander la odierà così tanto che la cancellerà dalla sua vita per sempre per averlo tradito, per avergli mentito e per aver approfittato della sua amnesia! >> Faccio notare loro. Inizia il conto alla rovescia… mancano più o meno 72 ore al ritorno di Ryan!
 
 
[Isabella]
E’ buffo: non volevo parlare con Ines perché mi sentivo in colpa al solo pensiero di sconvolgere la sua vita, invece è lei che l’ha sconvolta a me! Siamo in auto da 10 minuti e Diego non ha ancora messo in modo la vettura.
<< Faremo tardi in azienda. >> Sussurro.
<< Non andremo in azienda. Dopo tutto quello che è successo voglio solo portati via, lontano! >> Lo guardo con amore abbozzando una specie di sorriso. Accarezzo la sua guancia.
<< Ti amo tantissimo. Ma questa situazione non cambierà se snobbiamo il lavoro… E poi lo sai che non voglio dare alito a voci di corridoio… >> Gli ricordo.
<< Io sono il presidente perciò ti concedo un giorno di ferie! C’è un posto in cui voglio portarti! >> Decide. Inizia a toccare i comandi sul display dell’auto per chiamare Lorenzo.
<< Ciao Diego! >> Esordisce. La sua voce occupa tutto l’abitacolo della macchina.
<< Ciao. Senti, quest’oggi non verrò in azienda! >> Annuncia Diego.
<< Isabella sta ancora poco bene? E’ qualcosa di grave? >> Domanda Lorenzo.
<< Cosa succede ad Isabella? >> Domanda Roberta, in allarme.
<< E’ una lunga storia. Vi assicuro che le nostre ore di assenza sono giustificate! Se qualcuno ha da ridire di loro di chiamarmi! Ti dispiace sostituirmi anche oggi? >> Chiede Diego.
<< Nessun problema, spero solo che non sia successo niente di grave. >> Risponde Lorenzo.
<< Grazie fratello. Mi dispiace lasciare Roberta senza segretaria! Dille che può affidare i compiti di Isabella ad Annamaria, dato che io non ci sono! >> Propone Diego.
<< Non c’è problema Diego. E’ andata dal medico? >> Domanda Roberta.
<< Sì. Deve riposarsi un po’! Ci vediamo domani! >> Li liquida Diego, mentendo.
<< Ciao, a domani! >> Ci salutano, ponendo fine alla telefonata.
<< Non mi piace che tu debba dire delle bugie e venir meno al tuo lavoro… I tuoi contano su di te! >> Gli faccio notare.
<< Già, i miei contano sulla mia presenza in ufficio e sul fatto che non faccia cose stupide come comprare stoffe da gente poco raccomandabile. Ma non si può avere tutto dalla vita! Tu conti più di tutto. >> Risponde. Afferra la mia mano, se la porta alla bocca e ne bacia il dorso. Intreccio le mie dita alle sue, tenendo le mani sul pomello del cambio. Osservo la città oltre il vetro del finestrino e non riesco a trattenere qualche lacrima.
<< Lo troveremo! >> Mi assicura Diego.
<< Ormai ha poca importanza! Le persone che credevo mi amassero, almeno un po,’ mi hanno mentito. Mia madre ha finto che io fossi figlia di Juan, è colpa sua se lui si è comportato così con me! E mia nonna ha tenuto per lei questo segreto. Lei, l’unica persona di cui mi sia mai fidata! >> Mi lamento. Prendo un fazzoletto dal cruscotto e mi soffio il naso.
<< Forse voleva proteggerti. Voleva evitarti tutto questo! Amore, tua nonna ti ha portata via da quell’inferno, ti ha cresciuta e amata, grazie a lei hai potuto vivere un’adolescenza normale e ti sei rifatta una vita. No, io non penso che ti abbia tenuto nascosta questa verità per ferirti! >> Cerca di farmi ragionare.
<< Avrebbe dovuto dirmelo prima di andarsene. Avevo il diritto di sapere. >> Sussurro amareggiata. Di chi mi posso fidare?
 
 
[Lorenzo]
Poso il telefono con un’espressione dubbiosa. Spero non stia accadendo niente di grave ad Isabella.
<< Di cosa stavamo parlando? >> Chiedo alla mia ragazza, scartando il filoncino comprato al bar dell’azienda. Cotoletta, zucchine e salsa rosa… Il mio preferito! La mia sexy e formosa ragazza mi conosce troppo bene!
<< Del triangolo Giulio-Silvia-Leon, ovviamente! >> Mi ricorda la mia ragazza. Del rombo, semmai. Grazie a me è coinvolta anche Lena!
<< Ma non eri sicuro al cento per cento che Silvia fosse attratta da Giulio? >> Mi domanda.
<< A questo punto inizio a non capirci più niente! >> Intervengo.
<< Bhe, se sta con Leon tanto meglio. Significa che abbiamo scampato il rischio che chiacchieri troppo con Giulio durante una cenetta romantica! E significa che si è dimenticata del mio ragazzo! >> Esclama gelosa, mentre addenta il suo hamburger con bacon, pomodoro e insalata.
<< Il discorso è ambivalente allora. Vuol dire che anche Ken ha smesso di pensare a te! >> Intervengo.
<< Gelosone! >> Mi prende in giro.
<< Senti che parla! >> Rispondo. Mi avvicino a lei e catturo le sue labbra in un bacio. Qui, nel suo studio, non rischiamo di essere interrotti da Diego e Isabella o da chi che sia. E comunque, anche se fosse, non siamo più costretti a porre fine alle nostre effusioni e a nasconderci!
<< Annuncerò che ho lasciato Gonzalo per stare con te! >> Interviene lasciandomi di sasso.
<< Non se ne parla. Non permetterò che ti additino come una poco di buono. Costringeremo Martinelli ad ammettere l’errore non appena avemmo in mano qualcosa! >> La conversazione viene interrotta dallo squillo del telefono fisso aziendale.
<< Roberta Mora, direttore finanziario di Ecomoda. >> Si presenta con la formula professionale la mia donna, dato che non sta rispondendo al suo telefono personale.
<< Buongiorno signorina Mora. Sono Urbano Santos, l’Avvocato di Samuel Martinelli. Oltre a rappresentarlo personalmente rappresento la redazione del suo blog e giornale scandalistico. Le telefono per proporre a lei e al signor Torres un accordo! >> Sento dire, dato che accosto l’orecchio al ricevitore. Ci scambiamo uno sguardo.
<< Di cosa sta parlando? >> Chiede la mia ragazza.
<< Diciamo che quanto accaduto è stato uno spiacevole equivoco, una situazione di cui il mio cliente non ha tutte le colpe, dato che questa presunta relazione l’avete annunciata voi stessi ad una festa affollata! >> Che bastardo, tenta di scaricare la colpa su di noi!
<< Lei cosa propone? >> Chiede la mia donna.
<< Apra la sua casella e-mail. Il mio accordo consiste in una smentita, in cambio voi eviterete di sporgere querela per diffamazione, immaginiamo che vi siate già mossi in tale direzione. >> La mia ragazza ubbidisce e apre la posta elettronica. L’avvocato, pochi minuti fa, ha inviato una copia di quello che sarebbe l’articolo di smentita.
 
Verità o… penitenza?
 
I rumors erano chiari: Roberta Mora, direttore finanziario di Ecomoda e Gonzalo Torres, figlio del multimilionario Marcus Torres, e proprietario dell’azienda Auto Parts, hanno annunciato la loro relazione ad un cocktail che si è tenuto lo scorso 29 Gennaio presso l’azienda Ecomoda. Eppure, a distanza di tre giorni, voci affidabili dicono che si sarebbe trattato solo di un bluff, di una burla! Che si sarà trattato di questo? Di uno scherzo tra giovani, di una penitenza tra amici? Quel che è quasi sicuro è che tra di due non c’è alcun tipo di relazione sentimentale.
 
  • Samuel Martinelli “
 
Chiunque sia l’informatore di Martinelli è ben informato. Questo prova che si tratta del padre di Gonzalo! Solo lui poteva sapere che si trattava di una bugia! L’articolo è scritto in modo attento: smentisce la notizia senza far passare Martinelli come un menzognero!
<< Il signor Martinelli è disposto ad aggiungere una cospicua somma di risarcimento, ovviamente come transazione privata! >> Aggiunge l’avvocato.
<< Non voglio i suoi soldi. Accetto l’accordo ad una sola condizione: che venga cambiato il titolo! Dev’essere scritto a chiare lettere che si è trattato di un invenzione. Potreste scrivere “Nessuna relazione”! >> Suggerisce Roberta.
<< Sarei lieto di accontentarla, ma credo di non poter farlo per questioni pratiche. Se vuole che l’articolo venga letto serve un titolo così… Come avrà capito attira l’attenzione, è spiritoso! >> Le fa notare l’avvocato. Roberta esita di fronte alla risposta dell’avvocato. Afferro una penna e un foglio dove scrivo “Tu e Gonzalo di detestate dai tempi del liceo… faglielo aggiungere all’articolo”.
<< E sia, potete tenere il titolo. Ma vorrei che l’articolo terminasse in un altro modo! Gonzalo ed io ci conosciamo dai tempi dei liceo e ci detestiamo da allora, vorrei che questo fatto venisse menzionato! >> Suggerisce Roberta.
<< Bene! Possiamo accettare questa richiesta. >> Accetta l’avvocato Santos.
<< Ovviamente firmerò qualsiasi cosa solo quando l’articolo verrà pubblicato, in bella vista e quando sarò certa che sarà letto da moltissime persone. >> Precisa la mia donna.
<< Mi accerterò personalmente che diventi virale. Sono contento che abbiamo trovato un accordo privato! Buona giornata signorina Mora! >>
<< Arrivederci! >> Saluta Roberta. Quando posa il cordless l’abbraccio d’impeto.
<< Non ci posso credere. Smentiranno la notizia! Ti amo amore mio! >> Esclamo colmo di gioia. La costringo ad alzarsi dalla sua sedia per sedersi sulle mie ginocchia.
<< Ti amo tesoro! Mi sembra incredibile che sia stato lo stesso Martinelli a fornisci una via d’uscita. >> Risponde. Ci scambiamo un bacio.
<< Dovremmo festeggiare. Le piacerebbe, signorina Mora, uscire a cena con il qui presente Lorenzo Mendoza? >> Le chiedo. Mi sorride.
<< Vuoi dire un vero appuntamento? In un verso ristorante, solo io e te? >> Chiede conferma. Annuisco e per tutta risposta vengo travolto dal suo bacio. Che equivalga ad un sì?
 
 
[Silvia]
La mano mi trema mentre l’avvicino al piccolo bottone rotondo, sotto la targhetta con il suo nome, applicata al muro accanto alla porta. Calma, Silvia! Stai calma! Sembrano anni gli istanti che trascorrono da quando premo in campanello all’attimo in cui Giulio, sorpreso di vedermi, apre la porta. Sento il cuore in gola quando incrocio i suoi occhi azzurri. Non posso più mentire a me stessa!
<< Ciao, posso entrare? >> Gli domando, di fronte al suo silenzio. Lui si sposta e lo prendo come un sì! Chiude la porta senza dire una parola. Attorno a me c’è il caos più totale! Scatoloni ancora da aprire, molti dei mobili sono spariti e ci sono scale, secchi di vernice e pennelli.
<< Vedo che stai per trasformare questo posto! >> Osservo. Non so bene cosa dire, non mi sono preparata alcun tipo di discorso mentre venivo qui!
<< Hai rinunciato alla tua pausa pranzo per venire qui e darmi consigli sul colore da usare per ridipingere le pareti? >> Mi domanda ironico.
<< No, certo che no. Non ho preparato un discorso perciò non so bene cosa dire! Ma potrei cominciare con il dirti che non è vero: non sto con Leon. Non sto con nessuno! >> Gli rivelo. Mi prenderà per pazza. Sbatte le palpebre e scuote e leggermente il capo.
<< Sono un po’ confuso! Perché avresti detto una balla simile? Lo hai baciato davanti ai miei occhi. >> Mi fa notare. Divento tutta rossa.
<< Bhe, tanto starai già pensando che io sia pazza perciò ti dirò la verità. Quando ho visto arrivare Lena ho sentito il sangue ribollirmi e la prima cosa che mi è venuta in mente è stato fingere di avere un nuovo ragazzo, in questo caso Leon, visto che era a portata di mano. Ora puoi anche chiamare la neuro se lo credi necessario! >> Ammetto con lo sguardo basso. Alzo lo sguardo verso di lui e, anche se copre la bocca con una mano, si vede che sta sorridendo divertito!
<< La cosa ti diverte, razza di idiota? >> Gli domando. Sposta la mano palesando il suo sorriso. Un bellissimo sorriso!
<< Scusa! Non vorrei ridere, ma non riesco ad evitarlo! Magari rido perché sono un po’ confuso! Ho passato una notte di merda perciò vorrei che mi aiutassi a capire! Mi hai tenuto a distanza in tutti i modi, insultato in tutte le lingue conosciute, hai perfino finto di stare con un altro ma sei gelosa di Lena? >> Mi domanda fuori dai denti. Avvampo.
<< A mia discolpa posso dire che ho realizzato di recente che tu… che tu… >> Balbetto.
<< Che io? >> Mi domanda, con un sorrido compiaciuto e divertito.
<< Che tu mi piaci, Giulio! Anche se sei un pallone gonfiato, se sei borioso, arrogante, anche se detesto questo tuo sorriso compiaciuto… >> Sproloquio. Il mio blaterare viene interrotto dal suo gesto inaspettato (ma neanche tanto): mi attira a sé posando una mano sul mio collo e cattura le mie labbra in un bacio mozzafiato. Nessun ragazzo prima d’ora mi aveva mai baciata in questo modo! Accarezzo la sua schiena e ricambio il suo bacio, rendendomi conto che lo desideravo eccome! Le sue labbra sono morbide e sanno di sensualità! Un brivido mi pervade la schiena. Ci separiamo solo per prendere fiato. Ho il cervello in stato di black-out!
<< Non sai da quanto desideravo baciarti! Anche tu mi piaci, mi piaci da impazzire, più di quanto mi sia piaciuta qualunque ragazza da tanto tempo! Sei il mio chiodo fisso, il pensiero che mi tiene sveglio la notte! >> Sussurra contro le mie labbra, premendo la sua fronte contro la mia. Questa volta sono io ad interrompere il suo discorso: azzero la distanza tra le nostre bocche gustando per la seconda volta le sue provocanti labbra.
 
 
[Giulio]
Datemi un pizzicotto! Solo ieri sera ho dato tutto per perduto, ero devastato per la notizia ricevuta, avevo perduto ogni speranza di abbattere il muro che lei stessa aveva innalzato tra di noi. E a distanza di poche ore eccoci: ci siamo appena scambiati il nostro primo bacio (e pure il secondo) e ci siamo confessati questo reciproco interesse. Le sue labbra hanno un sapore che non avevo mai gustato prima d’ora. Non è il primo bacio che scambio con una ragazza ma questo ha un sapore diverso da tutti gli altri! Sorridiamo entrambi quando separiamo le nostre labbra. Poso un bacio sulla punta del suo naso. Le sue mani accarezzano le mie spalle, la mia schiena, il mio petto… Un brivido mi percorre la schiena. Mi specchio nei suoi occhi verdi.
 
 
[Silvia]
Bacia dannatamente bene! Si vede che ci sa fare! Mi stacco da lui e lo guardo torvo quando con la mano si spinge troppo in basso fino ad accarezzare le mie natiche! Avvampo.
<< Non fammi pentire di essere venuta qui! >> Lo rimprovero con divertimento. Non è che queste sue provocazioni mi offendano!
<< Non hai sentito quando ho detto che mi piaci? Non è chiaro? Mi piace tutto di te! I tuoi riccioli, i tuoi occhi verdi, il tuo sorriso, le tue labbra rosse, l’espressione che hai quando dici che di me non ti importa e, ultimo ma non meno importante il tuo corpo! Quello non guasta! >> Mi confessa sorridendo languidamente prima di assaggiare nuovamente le mie labbra. No, quello non guasta! Giulio ha due spalle larghe, degli addominali da urlo e due braccia possenti… Per poco non svenivo quando l’ho visto senza maglietta! No, mi devo togliere quest’immagine dalla testa o finirò per cedere troppo presto, bruciando un momento che voglio godermi insieme a lui.
<< Avrei una certa fame! Dopo tutto sono in pausa pranzo. >> Intervengo, separandomi bruscamente da lui. Appoggio la borsa sul divano e il giubbino lo segue a ruota.
<< Visto che hai millantato grandi doti di cuoco… sorprendimi, Valencia! >> Lo sfido.
<< In questo caso… Si accomodi qui signorina, e si lasci sedurre… cioè, volevo dire, stupire! >> M’invita. Mi mordo il labbro inferiore e mi accomodo al tavolo mentre lui apre il frigo e lo osserva portandosi pollice e indice al mento.
 
 
[Paola]
<< Ohhhi? Terra chiama Paola? >> Mi riporta alla realtà la mia amica Kelly, sventolando la mano aperta davanti al mio volto.
<< Scusa, cosa stavi dicendo? >> Le domando. Sì, ero su un altro pianeta! Con la mente ferma a quel bacio che ci siamo scambiati lì, in mezzo alla strada tra fischi e applausi!
<< Che ti succede? Hai l’aria trasognata e non hai toccato la tua insalatona! >> Mi fa notare. Il mio stomaco è in subbuglio!
<< Il fatto è che non ho molta fame. Ho lo stomaco in subbuglio! >> Le confesso. La forchetta di Kelly regge in mano e che stava per portare verso la sua bocca si ferma a mezz’aria.
<< Hai avuto le mestruazioni, vero? >> Mi domanda. La fulmino con gli occhi.
<< Ovviamente sì. Il rischio di essere rimasta incinta di quel fedifrago l’ho già corso ed evitato, grazie al cielo! Ho le farfalle allo stomaco. >> Preciso.
<< C’è qualcosa che non mi hai detto, signorina?! Nascondere così un’informazione alla tua amica… ma non ti vergogni? >> Mi riprende. Sposo la mia insalatona da una parte, tanto non mi và di mangiarla, e mi sporgo verso di lei incrociando le braccia sul tavolo.
<< Stamattina ho incontrato Alec. L’ho visto in un bar con una tizia e mi è andato il sangue alla testa! Ho fatto una vera e propria scenata… Ho anche dato a quella ragazza della sgualdrina, invece era solo la moglie di un suo amico! Lui mi ha inseguita fuori dal locale e ci siamo baciati, in mezzo alla strada! Le persone si sono anche messe ad applaudire… E’ stato così strano! >> Confesso. Non mi è mai capitato di provare niente del genere! E’ tutto così inaspettato!
<< Brava ragazza, è proprio questo che intendevo quando ti ho detto di buttarti! >> Commenta Kelly elettrizzata. La conversazione viene interrotta dal mio cellulare,il quale emette il classico suono impostato per l’arrivo dei messaggi su whastapp. Alec mi invia una foto del cappuccino che sta consumando, sulla schiuma c’è disegnato un cuore.
 
Alec: La barista mi ha fatto un cuore sul cappuccio. Che fai, ti invio l’indirizzo così vieni a picchiarla?
Paola:  Ehi, non ci fare l’abitudine! E bada bene perché ci metto poco a fare retromarcia se continui a prendermi in giro!
Alec: Questa mattina al lavoro non ero in grado di collocare i jack negli appositi alloggiamenti nelle casse! Non mi era mai successo prima.
Paola: Mmmmh, che sia demenza precoce?
Alec: Quest’ironia è il tuo tentativo di ignorare l’argomento? Non faccio che ripensare al nostro bacio. Per quel che vale baci dannatamente bene!
Paola: Io non riesco a mangiare, chi sta messo peggio?!
Alec: Facciamo che ci baciamo di nuovo, poi di nuovo, poi di nuovo per superare la cosa? 
Paola: Dici che funzionerebbe??
Alec: Io un tentativo lo farei! Questa sera al bar di questa mattina?
Paola: …
Alec: ??
Paola: Stasera mi sono già impegnata con due amiche (prima del nostro sublime bacio!)… Sorry...
Alec: Mi fai passare una notte in bianco??
Paola: Sì, ti sto mandando in bianco! :-P
Alec: -_-“
Paola: Domani a colazione allo stesso bar?
Alec: Ok, sette e trenta al nostro bar! XOXO
Paola: Buon lavoro. Concentrati o invece di farli ballare farai venire loro l’emicrania!
Alec: E tu mangia!
 
Sorrido come un ebete mentre ci scambiato tutti questi messaggi che per alcune persone potrebbero essere senza senso, ma non per noi!
<< Quel bel pezzo di manzo ti mangia con gli occhi! >> Mi fa notare Kelly. Guardo nella direzione che lei m’indica. Ci mancava il cerebroleso!
<< Non mi sta mangiando con gli occhi. Mi guarda perché mi conosce. Quello è Gonzalo Torres, un amico di Diego! >> Le spiego.
<< E’ carino! >> Apprezza. Se prima non avevo fame adesso ho la nausea!
<< No, non è carino, è un cretino patentato! >> Cerco di dissuaderla.
 
 
[Gonzalo]
Mi chiedo come abbia fatto Diego a lasciare una come quella. E’ una bambolona, un bocconcino succulento! Mi pulisco la bocca con il tovagliolo, lo poso sul tavolo, chiedo scusa ai miei colleghi e raggiungo il loro tavolo.
<< Paola! >> Esclamo a mo’ di saluto.
<< Gonzalo. >> Risponde lei, con poco entusiasmo.
<< Mi chiamo Kelly Smith! >> Si presenta la sua amica. Non è male neppure lei! Afferro la sua mano e ne bacio il dorso.
<< Gonzalo Torres, molto piacere. >> La saluto. Riporto la mia attenzione su Paola e sulla sua scollatura leggermente accennata!
<< Ti trovo davvero bene, Paola! Ho sempre sentito dire che dopo una delusione d’amore voi donne rinvigorite! >> Azzardo sfoggiando il mio sorriso migliore. Paola mi lancia un’occhiataccia torva.
<< Sei terribilmente banale e indiscreto! Tu invece appartieni a quella categoria di persone che proseguono con la loro discesa verso il fondo con l’avanzare degli anni! Non hai proprio nulla da fare? >> Mi domanda mordace.
<< Paola, come sei sgarbata! Se ti fa piacere puoi accomodarti! >> Squittisce Kelly, alzandosi e sventolando i suoi capelli. Ah mamma santa!
<< Non credo che alla tua amica faccia molto piacere. Inoltre ho un pranzo di lavoro da proseguire. Spero di rivederti Paola! >> La saluto. Che bel bocconcino!
<< Io no! >> Risponde lei sicura di sé. Questo è solo il primo round!
 
 
[Giulio]
<< Allora, ho superato l’esame da chef? >> Le domando, togliendole da davanti il piatto e le posate usate.
<< Direi di sì! Era tutto delizioso. >> Si complimenta. Mi volto e le sorrido mentre avvito la moka e la metto sul fornello.
<< Qui Isabella e Diego si sono innamorati cucinando insieme! >> Mi racconta. Mi guarda per poi abbassare lo sguardo quando si rende conto di ciò che ha detto!
<< Accidenti… La prossima volta cuciniamo insieme allora! >> Rispondo strappandole un sorriso.
<< Il caffè come lo prendi? >> Le chiedo, interrompendo gli istanti di silenzio che si sono creati.
<< Con un cucchiaino di zucchero! >> Risponde. Voglio imparare tutto ciò che la riguarda. Adesso so che bacia divinamente e che prende il caffè con un cucchiaino di zucchero. Sì, voglio conoscere tutto ciò che la riguarda!
 
 
[Isabella]
Solo quando Diego ha intrapreso la rampa d’accesso per la superstrada ho capito dove siamo diretti! Da sopra al cavalcavia vedo il bosco e un pezzetto di lago stagliarsi all’orizzonte. Sorrido perché quel luogo rimarrà per sempre impresso nei miei ricordi. Volto il capo a sinistra e gli rivolgo un sorriso che viene ricambiato. Diego smanetta con i comandi dell’auto e abbassa la capotta dell’auto. Oggi fa più caldo del solito ed è la giornata giusta per sfrecciare senza protezione sopra la testa! Il vento diminuisce quando Diego rallenta e si accinge a imboccare l’accesso ad una stazione di servizio dove sorge un ristorantino.
<< Prima mangiamo qualcosa, cosa ne dici? >> Propone.
<< Non ho molta fame! >> Rispondo.
<< Non hai toccato niente a colazione e non hai assaggiato neanche un biscotto dalla signora Ines! Tu adesso scendi da qui, mi segui dentro e metti qualcosa sotto i denti. Su, e niente capricci! >> Mi ordina. Sbuffo e lo assecondo. Scendo dall’auto mentre lui richiude la capotta.
<< Buongiorno e benvenuti al Lake Restaurant & Stake House! Sala interna o veranda? >> Ci domanda un cameriere, quando entriamo nel locale. Diego ed io ci scambiamo un veloce sguardo.
<< Veranda! >> Esclamiamo all’unisono. Il cameriere ci accompagna e prendiamo posto ad un tavolo da due, accanto al parapetto. Da qui si vede perfettamente il bosco e l’acqua del lago in lontananza sembra mescolarsi con il cielo!
<< Si vede casa vostra! >> Esclamo contenta.
<< Dove? >> Chiede Diego, appoggiando una mano alla fronte a mo di visiera per potersi riparare dal sole.
<< Vedi in mezzo al bosco verso la sua destra? Si distingue un radura! Dev’essere lì! >> Gli faccio notare.
<< Che occhio, amore! >> Esclama. Ci sorridiamo vicendevolmente e prendiamo posto mentre si avvicina a noi un cameriere.
<< Buongiorno. Quest’oggi proponiamo ravioli ricotta e spinaci, costolette di maiale in salsa barbecure accompagnate da insalata mista, verdure grigliate e patate al vapore. Per concludere sorbetto al limone o coppa gelato spagnola! >> Illustra il cameriere.
<< Il primo non mi va. >> Decido.
<< E’ possibile avere solamente le costolette con i contorni, e il dolce? >> Chiedo.
<< Certamente. Preferite sorbetto o gelato? Proponiamo anche cheesecake alle pesche! >> Ci illustra.
<< Vada per la cheesecake. Tutto per due! >> Comunica Diego, trovando il mio consenso nel mio sguardo.
<< Da bere? >> Chiede il ragazzo.
<< Mezza di naturale e mezza di gasata. >> Comunico.
<< Perfetto. Grazie! >> Il cameriere si allontana dopo aver preso nota di tutto.
<< L’unico punto di partenza che abbiamo è quella festa di addio al nubilato. Se tu sei nata a metà Maggio, tua madre dev’essere rimasta incinta l’Agosto precedente. Non sarà così difficile rintracciare questa sua amica che si è sposata in quel periodo. Magari lei sa qualcosa! >> Ipotizza Diego.
<< A me sembra una caccia inutile. Non posso chiedere a tutti i conoscenti di mia madre! Non sono figlia di Juan e non sono figlia di nessuno, e questo è quanto! I miei figli non avranno dei nonni materni e non avrò mio padre ad accompagnarmi all’altare, come tutte le donne di questo mondo. Me ne farò una ragione! >> E questo è quanto! Ho vissuto fino ad ora senza padre, per quanto mi riguarda!
<< Amore mio, all’altare ti ci può sempre accompagnare mio padre! Se non si sposa prima Camilla e gli viene un coccolone! >> Afferma Diego, riuscendo a farmi sorridere.
<< Grazie per avermi portato qui. Avevi ragione, è come se fossi lontana da tutti i problemi! >> Gli accordo ragione. Questo posto è magico!
<< Diego, che piacere rivederla! Non la vedevamo da un po’ di tempo. Auguro buongiorno anche lei signorina. Finalmente la trovo in compagnia! >> Interviene un uomo vestito da cuoco. Diego allunga la mano e l’uomo la stringe.
<< Salve Hector! Le presento la mia fidanzata Isabella. Amore, ti presento Hector, il capo chef e padrone del locale! >> Ci presenta Diego. Stringo la mano al tipo.
<< Piacere di conoscerla! >> Rispondo.
<< Piacere mio signorina. Sono contento di vedere che hai una fidanzata così graziosa. Vede, essendo sempre venuto qui da solo iniziavo a chiedermi se non fosse gay! >> Scherza il cuoco. Diego ridacchia e gli lancio uno sguardo curioso.
<< Quando mi hanno detto che eri qui ho abbandonato la cucina per venire a salutarti, ma ora torno al mio lavoro. Buon proseguimento! >> Si congeda il tipo.
<< Arrivederci! >> Lo saluto.
<< Cosa significa che sei sempre venuto qui da solo? >> Gli domando.
<< Significa proprio che sono sempre venuto a mangiare qui in totale solitudine, senza amici e soprattutto senza donne. A parte le volte in cui sono venuto con la mia famiglia e con i Mora, s’intende, visto che abbiamo una casa a poca distanza! Ho sempre immaginato questo posto come un mondo a sé, circondato da una campana di vetro! Tu stessa hai smesso di piangere e ti sei rilassata non appena siamo arrivati. Questo posto fa questo effetto! Sono sempre venuto qui da solo quando volevo evadere dalla mia vita, specialmente dalla vita opprimete che vivevo con Paola. Per me questo posto era proprio questo: il mio piccolo angolo di paradiso a cui nessuno, tantomeno Paola, potevano accadervi in mia compagnia. Cenare qui con lei non sarebbe stato altrettanto rilassante! Sei la prima fidanzata che porto qui! >> Mi spiega. Stavolta le lacrime agli occhi non sono dovute per l’angoscia derivante dalle scoperte fatte ma perché giorno dopo giorno mi rendo conto di contare davvero per lui!
<< Ed io merito di profanare il tuo piccolo angolo di paradiso? >> Domando. Lui si alza, si avvicina a me e mi porge la mano. L’afferro e mi alzo anch’io. Ci avviciniamo alla balaustra.
<< Isabella senza cognome, ora sei tu il mio piccolo angolo di paradiso. Che sia qui, nell’appartamento dove viviamo in via provvisoria o in azienda! Non mi serve più prendere l’auto e scappare per venire qui per rilassarmi perché lo mi succede ogni mattina quando apri gli occhi e mi auguri il buongiorno, quando litighiamo nel bagno per chi deve usare per primo il lavandino, mi rilasso quando ti schizzo con l’acqua mentre mi faccio la barba e tu ti irriti, mi rilasso quando ti vedo preparare la colazione canticchiando, mi diverto quando ti strappo il telecomando dalle mani per cambiare sul canale che interessa a me e tu metti il broncio… potrei continuare per tutto il giorno ad elencare i motivi per cui non ho più bisogno di venire qui per rilassarmi! >> Mi commuovo di fronte alla sua dichiarazione e sorrido per il suo tentativo di sdrammatizzare con la frase “Isabella senza cognome”. Gli allaccio le braccia al collo.
<< Ti amo, Diego! Sei tutta la mia vita, più che mai in questo momento! Non mi serve un padre perché adesso sei tu la mia famiglia! >> Gli sussurro contro il collo.
<< Ti amo principessa. Mi hai cambiato la vita! Ti amo tantissimo! >> Risponde, prima di catturare le mie labbra in un bacio.
 
 
[Armando]
Ogni ora che trascorre, per me è un agonia! Vivo questa giornata come un condannato a morte: e la cena di questa sera a cui incontrerò Michel Doinel è la mia ghigliottina! Guardo Betty e sembra agitata quanto me. E’ emozionata all’idea di rivedere Michel?
<< E’ carina questa borsetta! Questo colore è un ever green, non avrà difficoltà ad abbinarla! >> Le faccio notare. Dobbiamo ancora comprare il regalo per Silvia!
<< Non saprei! Avrà tantissimi accessori, hai visto che è una ragazza attenta a certe cose, magari rischiamo di regalarle un oggetto identico ad uno che ha già. Non riesco a decidermi! >> Risponde.
<< Mostro, siamo in questo negozio da mezz’ora. Ci sono! E se le regalassimo un set di pennelli per il make-up? Anche se ne è già in possesso è sempre un regalo utile dato che sono sottoposti ad usura! >> Propongo. Mia moglie mi sorride.
<< Armando, sei un genio! >> Le sorrido di rimando e l’attiro a me per baciarla.
<< E’ davvero piccola questa città! >> Esclama una voce femminile. Per poco non mi viene il secondo infarto quando alzo lo sguardo. Il francese! Quel dannatissimo francese! Guardo mia moglie la quale si separa da me e si ricompone, cercando di eliminare le tracce di rossetto sbavato. Diventa tutta rossa. Non vuole che il suo ex la veda baciare il suo legittimo marito?! Il francese ed io ci fissiamo negli occhi. Eh sì, l’ho sposata io brutto ruba-donne!
<< Signora Alma, piacere di rivederla. Michel, sono passati molti anni. >> Affermo a mo di saluto.
<< Michel, ti trovo bene, come stai? >>
<< Salve Armando, ciao Beatrice. Come state? Lasciate che vi presenti i miei figli, Theo e Grace. Loro sono Armando Mendoza e sua moglie Beatrice, i genitori del ragazzo che questa sera ci ospiterà alla cena di compleanno di Silvia! Lei è Alma, la madre di Silvia e la mia compagna. >> Espone il francese.
<< Molto piacere signora. Non so se suo marito glielo ha detto ma ho già avuto il piacere di conoscerlo ieri, in Ecomoda! >> Racconta Alma.
<< Piacere mio, può chiamarmi Betty. Sì, me lo ha raccontato! >> Risponde Betty.
<< Il piacere è stato reciproco! >> Affermo con finto buonismo.
<< Molto piacere. >> Esclamano coralmente i due figli di Michel.
<< Piacere nostro. >> Rispondiamo mia moglie ed io.
<< Noi stiamo cercando un regalo per la festeggiata! >> Esclama mia moglie, rompendo questo silenzio imbarazzante!
<< Questa borsetta mi sembra carina. Un colore come questo lo potrà abbinare facilmente! >> Interviene Alma, designando la stessa borsa che avevo osservato io e con le medesime parole che ho usato io!
<< Regalando una borsa ad una donna si va sempre sul sicuro, ma da quello che mi hai detto tua figlia ne ha bizzeffe, magari ne ha già una uguale! >> Interviene Michel. Mi storco quando interviene esprimendo lo stesso concetto che ha espresso mia moglie poco fa!
<< Abbiamo già scelto il regalo, ho avuto un’idea geniale e stavamo giusto per abbandonare questo negozio visto che qui non hanno quello che cerchiamo! >> Intervengo seccato.
<< E cosa le regalerete? >> Ci chiede curiosa la signora.
<< Lo vedrà questa sera quando lo scarterà. Andiamo amore mio? >> Domando verso mia moglie.
<< Certo. A questa sera. >> Saluta.
<< Arrivederci. >> Saluto infastidito.
<< A stasera. >> Salutano i quattro coralmente. Quanto mi sta sull’esofago! Che croce!
 
 
[Lena]
Sicuramente starà riposando dopo la sbronza di ieri, ecco perché non mi risponde! Afferro il cellulare e gli scrivo l’ennesimo messaggio su whastapp che dice “Spero starai facendo sogni d’oro. Ci vediamo questa sera? Solo una birra, senza pretese!” ed invio. Dato che stasera gli zii saranno alla cena di compleanno della gatta morta e ci sarà mio fratello a controllarmi, spero di riuscire ad andare fuori! Tra poco il mio fratellone sarà qui… non vedo l’ora!
In attesa che riprenda il turno di lavoro (che palle!) mi godo il sole seduta su dei pallet all’esterno del magazzino. Mi nascondo dietro a delle casse poco distante quando sento la voce di Jimmy avvicinarsi. Non ho nessuna voglia di sciropparmi i suoi insulti e le sue filippiche! Esce dal magazzino in compagnia di Massimiliano e si accende una sigaretta.
<< Dovresti smettere di pensare a lei. Non ti merita, come non meritava David e come non merita Giulio! Una persona che tradisce e mente non merita la compagnia e l’amore di nessuno. >> Interviene Massimiliano. Ma stanno parlando di me?! Oltretutto, come si permette quello di parlare così di me?! Nemmeno mi conosce! Tendo l’orecchio.
<< Non riesco a lasciarmi andare con nessuna donna. L’unica volta che mi sono innamorato in vita mia è stato di lei e l’ho presa nel culo! >> Risponde Jimmy con aria affranta. Gli ho davvero rovinato la vita?
<< Io stento a credere che in questi anni tu non abbia mai incontrato un’altra donna con cui valesse la pena costruire qualcosa. >> Replica il ragazzo di Giulia Valencia.
<< Non sono più riuscito a ritrovare quel sentimento! >> Risponde Jimmy. Appoggio la schiena alle casse continuando ad ascoltare. Non credevo che Jimmy ci fosse rimasto talmente tanto male per quella vicenda!
 
 
[Giulio]
Le rubo l’ennesimo bacio, poi un altro e un altro ancora mentre lei è sul pianerottolo ed io dentro il mio appartamento.
<< Devo tornare in azienda! >> Mi ricorda, ridendo, pronunciando le parole tra i baci che le strappo.
<< Ma stasera, dopo la festa, vieni da me? >> Propongo, sollevando un sopracciglio.
<< Vuoi un pugno? >> Mi domanda. Mugugno.
<< In ogni caso devi tornare a casa che, casualmente, è proprio di fronte alla mia! Non puoi scapparmi, Silvia Duarte! Questa sera ti aspetterò al varco! >> Intervengo sorridendo. Poso una mano alla base della sua schiena e l’attiro verso di me fino a far aderire i nostri corpi.
<< Oltretutto devi ancora scartare il tuo regalo! >> Le faccio notare. Regalo che non ho ancora comprato! Il suo regalo dovevano essere i fiori che ho dato a Camilla!
<< Perché ogni cosa che dici suona come un doppio senso? >> Mi domanda.
<< Forse perché mi vuoi più di quanto pensi! >> Ipotizzo, sollevando un sopracciglio e abbozzando un sorriso.
<< Te l’hanno mai detto che sei troppo presuntuoso? >> Mi rimprovera.
<< Spesso, di recente! Dico sul serio. Passerai da me questa sera dopo la festa? >> Rinnovo l’invito. Lei accetta annuendo. Mi avvicino e le rubo un altro bacio.
<< A stasera! >> Mi saluta.
<< A stasera, buon lavoro. >> Le auguro. Le strizzo l’occhio prima che entri in ascensore. David si merita una statua, come minimo! E Camilla un altro omaggio floreale! Estraggo il cellulare dalla tasca dei jeans, in quale non ha fatto che vibrare mentre ero con Silvia. Ci sono otto messaggi di Lena. Che rompi palle! Li leggo per poi eliminare la chat. Dovrò farle un bel discorsetto!
 
 
[Camilla Senior]
Ho gli occhi incrociati e mi sento esausta, complice anche il jet-leg. Stamattina il difficile confronto con tutti i membri della servitù, che sono lealmente al nostro servizio da sempre, poi il colloquio con l’agente immobiliare e la visita alla nostra villa e per finire la corsa in azienda, dove siamo tutt’ora, per consultare bilanci e valutare l’ammanco. Mi tolgo gli occhiali e mi massaggio gli occhi.
<< Non ce la faccio più. >> Intervengo, rompendo il silenzio della stanza.
<< E’ ora di cena ormai. Ti va la pizza? >> Mi domanda Kristoff.
 
<< Senti, dammi la mano! >> Esclamai tutta eccitata. Afferrai la mano di mio marito portandomela al ventre. Lui sorrise.
<< L’ho sentito, ha scalciato! Il mio campione sta dicendo che non vede l’ora di conoscere mamma e papà! >> Esclamò lui, prima di chinarsi per baciare il mio pancione. Sollevai lo sguardo ammirando il piccolo appartamento che avevamo appena preso in affitto.
<< Investire tutti i nostri soldi nel negozio è stata la scelta giusta, fidati! Lo so, questo posto è piccolo, ma ti prometto che prenderemo una casa più grande appena l’attività frutterà! >> Mi giurò.
<< E’ sempre più grande del tugurio dove stavamo prima, comunque! >> Risposi, cercando di vedere il bicchiere mezzo pieno.
<< L’ultimo spicchio non lo mangi, giusto? >> Chiesi, afferrando dal cartone l’ultimo spicchio di pizza.
<< Nostro figlio farà il pizzaiolo, di questo passo! >> Scherzò. Sorrisi con la bocca piena.
<< Non ti farà male tutta questa pizza? Ultimamente non mangi altro. >> Osservò.
<< Dillo a Class! >> Risposi. Mio marito piegò leggermente la testa da un lato. Lo guardai scocciata.
<< Neanche questo ti piace?! Ti avrò proposto nomi su nomi! Ormai manca poco, vogliamo chiamarlo “coso”?! >> Mi lamentai.
<< Class Huber. >> Ripeté a voce alta.
<< Mi piace un sacco! >> Mi accontentò. Con fatica, muovendomi come un elefante, mi sollevai dal cuscino dov’ero seduta e m’inginocchiai per baciarlo. Dopo la mia prima gravidanza se ho mangiato due pizze all’anno, è tanto!
 
<< Camilla, mi ascolti? Ti andrebbe la pizza? >> Mi domanda nuovamente mio marito.
<< Stavo pensando a quand’ero incinta di Class! >> Ammetto. Kristoff abbassa lo sguardo.
<< E a cosa pensavi? Alle promesse che ti ho fatto allora e che non ho mantenuto? >> Mi chiede.
<< Che non avevamo molto ma eravamo felici! >> Ricordo a voce alta con voce rotta. La mia affermazione causa un silenzio carico di imbarazzo ma anche di quesiti, di pensieri che vorticano, di emozioni. Il rumore provocato dalla sedia su cui è seduto mio marito che si sposta infrange il silenzio e l’attimo dopo le sue labbra accarezzano le mie. Chiudo gli occhi. Queste labbra le odio o le amo? Non lo so! A peggiorare il tutto, nella mia mente si palesa il ricordo di quel bacio adulterò che ho rubato a Daniele solo pochi giorni fa. Mi separo bruscamente da mio marito, mi porto le mani al viso e inizio a piangere, evitando di guardarlo negli occhi. Non so più cosa voglio!
<< Mi dispiace, non avrei dovuto. Senti, io vado a casa e mi preparerò un panino lì. Se ti va, raggiungimi così mangiamo insieme. Se vuoi fare almeno questo con me! >> Afferma offeso dal mio rifiuto.
 
 
[Berta]
Silvia è scappata via per andare in pausa pranzo talmente velocemente, che non abbiamo avuto il tempo di parlare con lei. Certo, permalosa è permalosa! Ma è una cara ragazza e fa parte delle nuove proposte della banda, per tanto si merita delle scuse. Ci alziamo tutte quando l’ascensore si apre e lei ne esce.
<< Salve ragazze! >> Esclama felice come un Pasqua! Che si droghi? Le ragazze ed io ci guardiamo reciprocamente.
<< Silvia, noi vorremmo scusarci per il comportamento di questa mattina! >> Ci scusiamo.
<< Già dimenticato. E comunque, non sto con Leon, che sia chiaro! >> Mette in chiaro. Ci guardiamo piene di dubbi e sempre più incuriosite da questa storia!
<< Ma Lena ha detto chiaramente che… >> Interviene Mariana.
<< Dite a Lena, quando la vedete, che farebbe meglio a tagliarsi la lingua, se ci tiene davvero a trovare marito. Secondo me da muta ci riuscirebbe meglio! E ditele anche di andare al diavolo! >> Esclama tutta sorridente, prima di saltellare verso la sartoria.
<< E’ matta… E’ completamente pazza! >> Commento.
 
 
[Class]
Bogotà. La città d’origine della mia famiglia, una città a cui dovrei essere legato ma che ho frequentato per pochissimo tempo nei miei 32 anni di vita. In effetti non mi sento legato a nessuna città, neanche a Vienna, dove ho vissuto per gran parte della mia vita! Sfreccio ad alta velocità tra le strade di Bogotà in sella alla mia moto (non me ne separo mai, nonostante i miei viaggi in giro per il mondo) e, anche se manco da molto, non ho dimenticato la strada che unisce all’aeroporto all’azienda. Quando sto per infilarmi con la moto nell’unico posteggio libero per poco un utilitaria, che evidentemente voleva parcheggiarsi al mio posto, abbozza la mia bella moto!
<< Mettiti gli occhiali! >> Affermo rivolgendomi al pirata della strada.
<< Maleducato! Quel posto è mio! >> Urla da dentro alla macchina il buzzurro.
<< Ti consiglio di cercartene un altro. Ci manca solo questa… pinco pallo che viene a darmi ordini a casa mia! >> Mi lamento, mentre mi tolgo il casco. Mi avvicino al portone d’ingresso reggendo il casco sottobraccio.
<< Buongiorno, si accomodi! >> Afferma il portiere (sempre lo stesso… ma non va in pensione?) che evidentemente non mi ha riconosciuto! Mi avvicino al bancone dove, al posto della receptionist dell’ultima volta, c’è un ragazzo, ed pure carino! Facciamo progressi!
<< Buongiorno. Come posso aiutarla? >> Mi domanda
<< Buongiorno. Sono Class Huber Mendoza! >> Mi presento.
<< Huber Mendoza come Lena Huber Mendoza? >> Chiede il tipo. E’ bello e rincoglionito! Quanti Huber Mendoza frequentano questo posto?
<< Ottima intuizione. Sono il primogenito di Camilla Mendoza e Kristoff Huber! Vorrei fare una sorpresa alla mia famiglia. >> Spiego.
<< Allora sa perfettamente dove dirigersi. Secondo piano, mentre sua sorella si trova al reparto magazzino! >> Mi conferma.
<< Grazie! >> Rispondo, gli strizzo l’occhio e mi fiondo in ascensore.
 
 
 
FINE CAPITOLO 57.
 
 
Ed è finito anche questo capitolo, ricco di evoluzioni sentimentali, colpi di scena e rivelazioni. Lascio a voi i commenti! Cosa ci sarà scritto nella lettera di Juan? E qual è il contenuto del biglietto che era abbinato ai fiori indirizzati a Silvia da parte di Giulio? Per scoprirlo dovrete attendere il prossimo capitolo!
 
 
 
 
   
 
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