Capitolo
12
-
Tu
sei … sua figlia? – ripetè Benjamin,
incredulo.
Ravviò
un riccio color rame, sbuffando.
- Già,
immagino sia un modo di chiamare la cosa. Un altro potrebbe essere:
erede,
rampolla, discendente, frutto dei suoi lombi ocome la vuoi mettere
… ma il
succo non cambia: Nathaniel è mio padre. –
Con le
iridi grigio perla sondò gli sguardi dei suoi compagni di
scuola.
Erano
sorpresi, ma non c’era ombra di giudizio o sospetto nei loro
occhi.
- Non
immaginavi che avremmo reagito così –
constatò Camille.
- No -,
ammise, - non me l’aspettavo. –
- Sei
una di noi da anni e non sei scappata come Dragomir -,
osservò Alaska, - perciò
per me non hai nulla da nascondere. –
- Né di
cui vergognarti -, aggiunse Christopher, - non siamo noi a scegliere i
nostri
genitori, ma sta a noi saper differenziarci da loro. Lo stai
affrontando
insieme a noi, credo che nulla più di questo faccia capire
che tu non sei come
lui, Ruby. –
- Io …
vi ringrazio. –
-
Sei
parte della squadra, non c’è bisogno di
ringraziare … oltretutto non sei poi
così male per essere figlia sua –
scherzò Benjamin.
Gli
occhi del ragazzo però non erano puntati su di lei,
constatò, ma sul ragazzo al
suo fianco.
Alistair
le era rimasto vicino dal primo all’ultimo secondo di quella
breve e imbarazzante
confessione, sembrava quasi che fosse il suo personale angelo custode.
- Tu lo
sapevi, immagino. –
Annuì.
– Sì, sono stato il primo a cui l’ha
detto. Ve lo avrei riferito se avessi
pensato anche solo per un secondo che potesse essere lei la spia, ma
… -
- Ma
sapevi che non poteva esserlo – concluse Ben per lui.
-
Esatto. –
- Bene,
suppongo che in questo caso tu abbia fatto la scelta giusta. –
Rimasero
a fissarsi in silenzio per una manciata di secondi.
- Ben …
-
- Al …
-
Quei
due testoni erano troppo orgogliosi per scusarsi a vicenda in pubblico,
perciò
Ruby scioccò le dita attirando l’attenzione
generale.
-
Signori e signore, lo spettacolo è finito, andatevene ognuno
per la propria
strada. –
Silenziosamente,
uno dopo l’altro lasciarono la stanza.
Alistair
si voltò verso di lei, in un silenzioso sorriso carico
d’apprezzamento a cui
rispose a sua volta.
- Sarò
da Sonya ad aspettare che arrivino i membri del comitato
d’amministrazione.
Immagino che tocchi a me rappresentare la quota di mio padre.
–
- Ti raggiungo
il prima possibile. –
- Non
mi serve la balia, Ryle. –
Sorrise.
– Una balia forse no, ma una guardia del corpo torna sempre
utile. –
Fu
tentata di rispondergli con una frecciatina, ma si trattenne.
Apprezzava
il suo interessamento.
Per la
prima volta si sentiva davvero parte di qualcosa.
- Pensa
a risolvere i tuoi affari … ti aspetto fuori dallo studio.
–
- Ci
sarò. –
Con un
rapido cenno del capo all’indirizzo di Ben, li
lasciò finalmente soli nella
speranza che quei due testoni orgogliosi chiarissero.
*
-
E
così Ruby è nientemeno che la figlia di uno
psicopatico, ci credo che la
chiamavamo “la strana” -, constatò Abby
giocherellando nervosamente con il
braccialetto che portava al polso, - deve aver avuto
un’infanzia di merda. –
- Già
-, convenne Alaska, - e mi sorprende che Alistair fosse
l’unico di noi a
esserne a conoscenza. Insomma, quei due si sono sempre fatti la guerra
a
vicenda da che io ricordi. –
James
inarcò un sopracciglio, con l’aria di chi
constatava la più evidente delle
situazioni. – Beh, immagino che fosse solo tanta frustrazione
sessuale
repressa. –
Scossero
la testa, ridacchiando.
- Sei
sempre il solito -, commentò sorridendo suo malgrado
Christopher, - per te si
riconduce tutto al sesso. –
- In
questo caso certo che sì. Scommetto quello che vi pare che
quei due finiranno
insieme. E poi io me ne intendo, Baizen. –
- Ah,
sì? Non mi sembra che tu sia questo grande esperto in quanto
a relazioni. –
- Non
sottovalutarmi mai, ragazzo. Io sapevo che tu e miss Rowle vi sareste
messi
insieme ancora prima che raccoglieste il coraggio di sbaciucchiarvi in
piena
sala ricreazione. –
Alaska
avvampò, nascondendo il viso tra le mani, mentre Christopher
cercava di
nascondere l’imbarazzo ostentando una certa baldanzosa
sicurezza.
Abby
scosse la testa.
- Sei
sempre un asso nel mettere le persone in imbarazzo. –
-
Sempre. –
Camille
interruppe la conversazione affacciandosi da dietro la robusta porta in
quercia.
- I
membri del consiglio d’amministrazione sono arrivati. Sono
tutti nello studio
di Sonya, immagino che tra poco giungeranno a una decisione ufficiale.
–
Christopher
si raddrizzò, improvvisamente vigile. - Qualcuno
l’ha già detto a Jax? –
Annuì.
– Ho mandato JJ a cercarlo, dovrebbero essere lì
tra poco. –
Saltò
su, tendendo una mano verso Alaska che intrecciò le dita
alle sue, - Allora
immagino che ci siamo, non resta che scoprire come hanno in mente di
agire. –
*
-
Sapevo che ti avrei trovato qui. –
Alzò lo
sguardo, riconoscendo la voce di Jamie.
- Non
sono dell’umore adatto per stare in mezzo alle persone.
Specialmente in mezzo
ad alcune in particolare. –
- La
troveranno e allora le cose tra te e Alistair torneranno normali. Non
ricordo
di avervi mai visti litigare, non può essere una cosa
definitiva. –
Si
passò una mano tra le ciocche corvine, scompigliandole con
un sospiro
rassegnato.
La
verità era che non sapeva neanche lui come sarebbero andate
a finire le cose.
Avevano
avuto la spia sotto gli occhi per mesi interi … persino anni
… e non erano
riusciti a capire chi fosse.
Si
sentiva così maledettamente stupido.
Katherine
era sua cugina, avevano passato l’intera esistenza
praticamente in simbiosi,
eppure lui non era riuscito a proteggerla.
- Non
so se le cose potranno mai tornare normali. –
-
Alphard è un vero mastino, se vuole trovare qualcuno non
c’è niente e nessuno
in grado di fermarlo e credo che nessuno l’abbia mai visto
più motivato di
oggi. –
Già.
Suo zio
sembrava pronto a muovere guerra all’intero mondo
più di ritrovarla.
Aveva
mobilitato decine di Auror, discusso a più riprese con il
Ministro che lo aveva
invitato a muoversi con prudenza, e infine supportato Sonya nella
decisione di
convocare l’intero consiglio d’amministrazione
della scuola.
Se era
la guerra che voleva, Nathaniel l’avrebbe ottenuta.
- Lo
spero. –
Jamie
fece scivolare la mano nella sua, stringendola piano ed esortandolo ad
alzarsi
in piedi.
-
Forza, basta piangersi addosso, è il momento di andare a
prendere a calci il
culo di quel bastardo psicopatico. –
Sorrise
davanti alla luce battagliera nel suo sguardo.
Jamie
poteva capirlo più di ogni altro lì dentro.
Aveva
colto al volo il disperato bisogno di qualcuno che gli dicesse che
nulla era perduto,
che tutto si sarebbe risolto e che sarebbero stati in grado di
annientare
Nathaniel.
- Non
ti facevo così brava a consolare le persone. –
- Bene,
perché non lo sono affatto. Non hai bisogno di essere
consolato, Jax, ma solo
di essere spinto ad agire. Quindi adesso muovi il culo e partecipa
all’azione!
–
*
-
Quindi tu e Ruby, eh? –
Si
accigliò. – Non capisco a cosa ti riferisci.
–
- Sì,
certo -, sbuffò divertito, - è così
evidente che mi domando come abbia fatto a
non arrivarci prima. –
- Sproloqui
spesso, Ben, ma ti giuro che adesso mi preoccupi sul serio. Si
può sapere di
cosa accidenti stai parlando? –
Benjamin
lo fissò dritto negli occhi, quasi volesse costringerlo a
confessare chissà
quale misteriosa verità.
- Lei
ti piace. –
Ruby
era diversa da come pensava, forte e determinata, incurante di
ciò che
pensavano gli altri e decisa a dimostrare ciò che valeva.
Era
stata una curiosa scoperta, una persona capace di tenergli testa e
spronarlo a
mostrare il meglio di sé.
Non ne
sapeva molto di relazioni sentimentali stabili, ma supponeva che quella
fosse
una buona base su cui pensare d’instaurarne una.
- Sì,
credo che Ruby mi piaccia. –
- Wow,
fartelo ammettere è stato più semplice del
previsto. –
- Credo
di averlo realizzato solo ora -, ammise, - prima non mi ero mai
soffermato a
pensarci più di tanto. Insomma, abbiamo ben altre cose per
la testa in questo
periodo. –
Già,
tipo un pazzo deciso a prendere il possesso della scuola e a far fare
Merlino
solo sapeva che fine a tutti coloro che erano decisi a ostacolarlo.
- Sì,
Nathaniel tende a monopolizzare l’attenzione ultimamente. Non
credo però che
sia una buona scusa per lasciar passare il tempo senza chiarire le
cose. –
Adesso
era abbastanza sicuro che Ben non stesse parlando di lui e Ruby
perché gli
occhi dell’amico erano persi nel nulla e la fronte si faceva
sempre più
corrucciata.
- Se
avessi saputo che Katherine sarebbe stata rapita ti avrei riferito
immediatamente ogni cosa. –
- Lo
so. Non sei mai stato un egoista, hai sempre fatto tutto il possibile
per
proteggere i tuoi amici da qualsiasi minaccia si presentasse -, tacque
improvvisamente imbarazzato, - mi dispiace per quel pugno. –
Alistair
gli rivolse un sorriso sghembo.
-
Suppongo che me lo meritassi. –
-
Quindi tra noi è tutto chiarito? –
Annuì.
- Tutto
come prima. –
- Bene
e Al … -
- Sì? –
- Non
perdere tempo, ma fa attenzione. –
*
Il
Consiglio d’amministrazione si era ringiovanito di molto
durante gli ultimi
vent’anni; il membro più anziano aveva da poco
passato i cinquant’anni al
contrario di anni prima in cui l’età media si
aggirava intorno ai sessant’anni.
Indossavano
tutti, uomini e donne indistintamente, abiti eleganti dal taglio
d’alta
sartoria rigorosamente scuri.
- La
minaccia non può più essere presa sotto gamba -,
stabilì con voce grave William
van der bilt, - è il momento di agire in un modo o
nell’altro. –
- Una
studentessa rapita è qualcosa d’inaccettabile,
minerà di molto la reputazione
dell’Accademia nell’ambito del panorama
internazionale. Che figura ci facciamo
se non riusciamo neppure a garantire l’incolumità
dei nostri studenti? –
rincarò la dose Hector Johnson, il membro più
anziano.
- Mi
preoccuperei più della ragazza che della reputazione della
scuola, Hector -,
gli fece notare gelidamente Sonya, - visto che Nathaniel ha ampiamente
dimostrato di essere imprevedibile e altrettanto hanno fatto i suoi
seguaci. –
- Certo,
certo, è ovvio che la salute della ragazza sia importante
– bofonchiò l’uomo.
Ruby
decise all’istante che non lo tollerava e, dal modo in cui lo
guardavano
Alphard e Sonya, non doveva essere l’unica a nutrire quel
sentimento.
- Come
suggerite di agire? L’esperto in questo campo sei tu, Alphard
– intervenne
Baron Ryle, osservando con intensità l’amico ed ex
compagno di dormitorio ai
tempi della scuola.
- Ho
mobilitato la mia intera squadra nella ricerca di Dragomir e Nathaniel.
Quando
li troveranno, perché li troveranno, dovremmo essere pronti
a entrare in azione
senza la minima esitazione. È importante che tutti siano
d’accordo nel
procedere all’azione e nel far fuori Nathaniel
dall’organizzazione e dal
comitato. –
Annuirono
silenziosamente, mentre gli sguardi collettivi si posavano su di Ruby.
Si
sforzò di non tradire il minimo accenno d’ansia.
Prendere
il posto di suo padre era una grande responsabilità e non
serviva essere
Legilimens eccezionali per capire cosa stesse passando per la testa
della maggior
parte dei presenti: una ragazza di diciotto anni appena compiuti poteva
assumersi un incarico di tale responsabilità e prestigio?
- Io
sono pronta a fare tutto ciò che va fatto per tagliare fuori
mio padre e
assicurarlo alla giustizia. Deve pagare per tutto quello che ha fatto
– asserì
decisa.
La mano
di Alphard e quella di Sonya svettarono all’unisono in alto
per appoggiare il
suo voto.
Con la
coda dell’occhio vide che anche quella dei genitori di
Benjamin, del padre di
Alaska e di quello di James alzarsi a sua volta.
Venne
il turno della madre di Christopher e di quella di Abby.
Altri
due voti favorevoli.
William
van der bilt parve esitare solo per una frazione di secondo prima di
dare il
suo assenso.
Mancavano
solo Johnson e il padre di Alistair.
-
Baron? –
-
Dannazione, sì. –
-
Johnson? –
- No. –
Il
silenzio calò tra i presenti.
La voce
di Sonya si fece sottile e gelida, prossima alla furia più
assoluta.
-
Perdonami Hector, ma credo di non aver compreso bene la tua risposta.
–
- Hai
compreso alla perfezione, Sonya. Il mio voto è un no. Non
credo che la giovane
possa prendere il posto di suo padre in modo consono ed efficiente,
è troppo
giovane per ricoprire ruoli con così alte
responsabilità. Forse tra dieci o
quindici anni …. –
- Tra
dieci o quindici anni non ci saranno ruoli da ricoprire, vecchio
rincitrullito!
–
- Sonya
… -
- No,
non dirmi di stare calma e di essere ragionevole –, lo
anticipò, - perché
davanti a un comportamento del genere le cause possibili sono solo due:
o
soffri di demenza senile oppure Nathaniel ti fa comodo … E
francamente, Hector,
ti trovo in perfetta salute quindi delle due l’una.
–
- Ho
affari con Nathaniel da dieci anni ormai e le mie finanze ne sono state
ampiamente risanate. C’è in ballo un grande
acquisto di proprietà; una
ragazzina potrà garantire le entrare finanziarie di cui
necessito per il mio
mantenimento negli ultimi anni che mi restano? –
Ed ecco
che finalmente si scoprivano le carte.
Puro e
semplice opportunismo.
- Non
credo che Ruby sia in grado di garantirti quanto chiedi -,
confermò
candidamente Baron, - anzi lo escluderei con decisa fermezza proprio in
virtù
della sua scarsa conoscenza dell’economia e del mercato. Per
inciso, mio buon
Hector, di che cifra stiamo parlando? –
- Due
milioni e mezzo di galeoni. –
- Un
prezzo ragionevole. Dimmi, Ruby mia cara, disponi di una somma simile?
–
Non
riusciva proprio a capire dove volesse andare a parare, ma decise di
reggergli
il gioco.
- No,
ovviamente. –
-
Eppure la famiglia Ryle può coprire tranquillamente la spesa
dell’acquisto di
queste proprietà. Immagino non faccia molta differenza per
te, Hector, da chi
provengono i soldi. –
Il
sorriso sul volto di Baron si allargò ancora di
più mentre Johnson tentennava
preso alla sprovvista.
-
Nessuna differenza. –
-
Dunque accetti la mia offerta? In tal caso firmerò le carte
all’istante in
cambio del tuo voto ad acconsentire alla richiesta
d’incarcerazione ed
estromissione di Nathaniel. –
Annuì.
-
Accetto. –
Ruby
storse il naso, disgustata da quell’anziano uomo.
Eppure
lentamente emerse dentro di sé la consapevolezza che avevano
ottenuto la
delibera.
Non
restava che agire.
- Ho
fatto la mia magia -, sentenziò Baron compiaciuto, - lascio
l’azione a te,
Alphard. –
- Non
te ne pentirai, Baron. –
- Lo
so. –
Sentì
le iridi verde smeraldo del signor Ryle fissarla insistentemente.
Resse
bene il suo sguardo e lo vide sorridere compiaciuto.
Doveva
ben sapere di essersi appena assicurato, con il suo intervento, un
posto di
tutto rispetto all’interno della gerarchia
d’amministrazione.
Spazio
autrice:
Malgrado
non abbia ricevuto tutte le info richieste ho
deciso di pubblicare comunque. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e,
visto
che ho una certa idea in cantiere una volta ultimata questa fic, volevo
chiedervi se per voi andava bene che inserissi i futuri figli di alcune
delle
coppie che si formeranno nel corso della storia. Per inciso, mi
servirebbe in
particolare l’okay delle autrici di Benjamin e Christopher
visto che ho già
contattato privatamente la creatrice di Alphard e Katherine e mi ha
dato l’okay.
Se avete idee particolari sui prestavolto/caratteri etc contattatemi
pure e
vedremo come aggiustare le cose. Tenete presente che la nuova ff
arriverebbe
tra circa due/tre settimane perché mancano ancora 5 capitoli
alla fine di
Avalon e mi serve un po’ di tempo per buttare giù
una cosetta fatta per bene.
Alla prossima.
Stay tuned.
XO XO,
Mary