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Autore: _Leef    21/04/2017    4 recensioni
Dean Winchester, diciassette anni, è un liceale popolare e ribelle che vive nella piccola Lawrence assieme alla madre e al fratellino Sam.
Castiel Novak, diciassette anni, è un ragazzo semplice, figlio del reverendo e di grande fede, che nel tempo libero fa volontariato ed è appassionato di astronomia.
Pur essendo così diversi, tra i due nascerà qualcosa quasi per caso, ma niente andrà come previsto.
[ Ispirata al romanzo "A walk to remember" :) ]
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Walk TRemember


 

Parte VIII

 

-Tua madre è una donna meravigliosa- è quello che mi dice Cas con un grosso sorriso quando entrambi affondiamo nel divano del mio salotto.

L'ho invitato a cena da me, perché mia madre ha continuato ad insistere affinché glielo presentassi ufficialmente e okay, non è nemmeno stato così imbarazzante quanto mi ero immaginato. Mia madre ha salutato Cas con un bacio sulla guancia e mi ci è voluto poco per capire che era riuscito a farsi adorare fin da subito; sicuramente è molto più avvantaggiato di me, con quegli occhioni blu e lo sguardo da cucciolo smarrito.

Mia madre come al solito ha cucinato per un esercito: il clima che si era creato a tavola era piacevole, si chiacchierava allegramente e quando io me ne uscivo con qualcuna delle mie solite battute spiritose, mamma mi guardava quasi male ed invece Sammy e Cas ridevano, il che era un buon segno.

-Hai fatto colpo anche su di lei- sussurro divertito, appoggiando un braccio sullo schienale del divano, ma non riesco ad evitare di risultare un po' piccato. Per Cas è sempre facile piacere alle persone, ma non tutti siamo dotati di questa sua aura speciale e mi ritrovo ad essere un pochino invidioso.

-Anche Sammy mi piace molto- aggiunge, lanciando un'ultima occhiata alla cucina, dove mia madre sta finendo di lavare i piatti, mentre Sammy è andato di sopra a dormire o a studiare, probabilmente, da un bel po'.

Inarco per un attimo un sopracciglio e poi metto su una finta espressione oltraggiata munita di broncio, incrociando le braccia al petto. -Ehi, pensavo che fossi interessato al Winchester più grande.-

Cas mi guarda con la testa piegata di lato per un attimo, scrutandomi come se cercasse di capire cosa mi passa per la testa, ma poi ride e si passa una mano sugli occhi in una maniera così tenera che ricorda un neonato assonnato. -Tu rimani il mio preferito.-

A quelle parole il mio cuore inizia a tamburellare furiosamente contro lo sterno, ma mi costringo ad ignorarlo e faccio solamente un rapido sorriso soddisfatto. Poi indico con un cenno della testa la mensola su cui sono accuratamente sistemati una miriade di DVD, frutto di anni e anni di collezionismo. -Abbiamo ancora tempo per un film, ti va?-

Gli occhi di Cas si illuminano mentre si alza di scatto, il suo entusiasmo improvvisamente ravvivato: si avvicina alle mensole e lascia scorrere l'indice su ogni singolo DVD, piegandosi ogni tanto per studiare qualche titolo che ritiene interessante. I suoi occhi brillano quando finalmente sembra aver trovato quello perfetto e in pochi secondi me lo ritrovo davanti con tanto di sorriso smagliante e cd in mano.

-Vuoi davvero guardare Anastasia?- chiedo ridendo, dopo aver scrutato per qualche secondo il DVD stretto tra le dita di Castiel. E' un cartone che Sammy ha sempre amato e da bambino lo guardava in continuazione, forse perché le canzoni lo attiravano, e non ho mai smesso di prenderlo in giro per questo. Non pensavo nemmeno di averlo ancora.

Castiel sorride come un bambino e si allontana di nuovo a me, piegandosi di fronte alla tv per infilare il disco nel lettore -offrendomi una perfetta visione del suo fondoschiena in grado di far girare la testa-, poi mi raggiunge sul divano. Si sistema comodamente al mio fianco, accoccola la testa sulla mia spalla, premendo la fronte contro il mio collo e per un attimo mi sembra che stia respirando il mio odore. -Adoro questo cartone animato.-

Scoppio a ridere, senza riuscire più a trattenermi, avvolgo un braccio attorno alle sue spalle e passo le dita tra i suoi capelli, girando appena la testa per premergli un bacio sulla fronte. -Non ti facevo tipo da cartoni animati.-

Le sue dita scorrono sul mio petto in carezze gentili e quasi impercettibili e nonostante la stoffa della maglietta, sento la pelle d'oca, assieme ad una scarica di brividi. -E io non ti facevo tipo da serata film con il tuo ragazzo.-

Tuo ragazzo. Nonostante queste parole continuino a risuonare nella mia testa con il preciso intento di farmi venire un infarto mortale, metto su un sorriso divertito. -Touché.-

Mi sporgo leggermente per prendere il plaid abbandonato su un bracciolo del divano, senza mai perdere nessun tipo di contatto con lui, mentre il film comincia. Lo stendo su entrambi, ma mi assicuro che Cas sia bello coperto perché ultimamente sta soffrendo il freddo più di chiunque altro. E' anche leggermente dimagrito in effetti, adesso che lo stringo me ne rendo conto.

Vengo strappato da queste considerazioni prima di poterci riflettere troppo sopra, perché Cas si stringe di più contro di me, sfregando la guancia contro la mia spalla letteralmente miagolando e sembra sul serio un micio in cerca di coccole; quindi per niente infastidito e con un sorrisetto soddisfatto torno ad accarezzargli i capelli scuri.

Più volte durante il film sono sul punto di addormentarmi con la testa appoggiata contro quella di Castiel, che però si premura sempre di risvegliarmi con una battuta o un commento sulla scena che in teoria dovrei guardare. Verso la fine del film, quando attraverso le palpebre socchiuse mi sembra di intravedere i titoli di coda, sento la voce di Cas che canta sopra a quella registrata.

-We were strangers, starting out on a journey, never dreaming, what we'd have to go through. Now here we are, I'm suddenly standing at the beginning with you.-

La sua voce mentre canta è molto meno roca, più dolce, ed è il suono più bello che abbia mai sentito; mi entra dentro, si scava una nicchia nel mio cuore e ci rimane. Ora sono completamente sveglio, il sonno dimenticato in un remoto angolo del mio cervello, con le orecchie rizzate, mentre continuo ad ascoltarlo cantare a corto di fiato.

-No one told me I was going to find you. Unexpected, what you did to my heart. When I lost hope, you were there to remind me this is the start.-

Piccoli brividi iniziano a rotolare giù dalla mia colonna vertebrale, irradiandosi in tutto il mio corpo sotto forma di pelle d'oca. Cas ha ripreso ad accarezzarmi il petto e queste carezze mai come ora mi sembrano ancora più affettuose, piene d'amore, così come le parole della canzone che escono piano da quelle labbra troppo screpolate.

-And life is a road that I wanna keep going. Love is a river, I wanna keep flowing. Life is a road, now and forever, wonderful journey. I'll be there when the world stops turning. I'll be there when the storm is through. In the end I wanna be standing at the beginning with you.-

Il cuore prende a martellarmi talmente forte nel petto che sono sicuro che dalla posizione in cui è sistemato, lui riesca a sentirlo anche troppo chiaramente: questo perché nel canticchiare l'ultima frase, Cas ha alzato la testa per guardarmi meglio.

Mi scruta per un secondo e poi mi sorride, mentre le sue dita sono salite ad accarezzarmi una guancia. I suoi occhi blu sono limpidi, scuri come non mai, ma questa volta non c'è nessuna traccia di tristezza in essi, sono solamente traboccanti d'amore e Cristo santissimo, darei la vita per essere guardato così da lui per sempre.

Come se fossi il fottuto centro dell'universo.

Cas sorride, come se avesse appena intuito il flusso dei miei pensieri, e in questo momento è bello da mozzare il fiato. Si sporge un po' verso di me per appoggiare le nostre fronti l'una contro l'altra. Istintivamente chiudo gli occhi, aspettandomi un bacio, ma Cas rimane semplicemente in silenzio, immobile come una statua di sale, mentre la canzone continua ad intrecciarsi ai titoli di coda che scorrono pigri sullo schermo.

Riprende a cantare solamente l'ultimo verso e riesco a percepire il suo sorriso contro la mia bocca: -In the end I want to be standing at the beginning with you.-

Poi mi bacia, e questa volta l'emozione è così intensa che sono sul serio sul punto di scoppiare a piangere.

 

Una sera, quando non fa più troppo freddo, Cas mi chiede di accompagnarlo sul tetto dell'orfanotrofio per fargli un po' di compagnia mentre guarda le stelle. C'è una cometa di cui non si vuole assolutamente perdere il passaggio e anche qualcos'altro, ma mentre me lo spiegava ero troppo impegnato a guardare il luccichino nei suoi occhi che appare esclusivamente quando parla di astronomia.

Non è la prima volta che stiamo da soli ovviamente, ma per qualche strano motivo questa sera mi sento nervoso. Non è una cosa che sono in grado di spiegare razionalmente, non è nemmeno una sensazione spiacevole, è quel tipo di ansia che senti sempre quando devi vederti con quella persona speciale, quella che solo guardandoti è in grado di scombussolarti. E okay, dovrei smetterla di pensare come se fossi il fottuto protagonista di un qualche tipo di romanzo rosa, ma questo tipo di pensieri si formano nella mia testa senza che io possa fare nulla per fermarne il corso.

Quando salgo sul tetto, Cas è già tutto preso a sistemare il suo telescopio, trafficando con i suoi attrezzi e aggrottando la fronte quando qualcosa non va come previsto: è semplicemente adorabile, come sempre. Appena mi vede però mi viene in contro con un grosso sorriso felice, mormorando un -Ciao, Dean- carico di dolcezza, con quel suo solito modo di pronunciare il mio nome, come se in realtà stesse dicendo altre milioni di cose.

-Ehi- lo saluto con un sorriso a trecento venti denti, stampandogli un velocissimo bacio sulle labbra per poi sistemarmi la sacca verde petrolio su una spalla. -Che cosa hai detto a tuo padre?-

Okay che il reverendo ha accettato di farlo uscire con me e di farlo venire a cena da me senza opporre troppa resistenza, ma non voglio abusare eccessivamente della sua pazienza. Se mi impedisse di vedere Castiel probabilmente farei la fine di un drogato in astinenza, o qualcosa del genere -terribilmente patetico-, quindi ci tengo particolarmente a non tirare troppo la corda. Inoltre io e Cas dovremmo passare la notte qui sopra e non ci tengo per niente a ritrovarmi alle calcagna il reverendo Novak tutto incazzato, mentre mi accusa di aver carpito la virtù di suo figlio.

-La verità- mi spiega Cas con semplicità, afferrando una delle sue borse e portandole più vicine al telescopio. Poi alza gli occhi su di me e mi lancia un'occhiatina che potrebbe sembrare maliziosa. -Ma non gli ho detto che saresti venuto anche tu.-

Sorrido divertito e appoggio la mia borsa accanto a quella di Cas, inginocchiandomi per frugarci dentro. Sono un po' nervoso perché anche questa sera ho preparato qualcosa per lui: per qualche strana ragione, farlo felice sembra diventata la mia unica aspirazione di vita in questo momento, e non è nemmeno qualcosa di cui mi posso lamentare, alla fine. Cas mi ripaga con dei sorrisi da infarto e baci da capogiro, quindi non ho niente di cui lamentarmi.

-Che cosa vorresti vedere?- chiede lui, mentre apre la sua cartina astronomica e la stende accanto al suo telescopio, sollevandosi gli occhiali sul naso.

Mi mordicchio le labbra e alzo lo sguardo su di lui. -Plutone.-

-Sei sicuro? Si può vedere soltanto all'alba- mi fa notare, piegando attentamente la testa di lato e scrutandomi incuriosito, come se avesse già capito quello che ho in mente.

-Esattamente, motivo per cui ho portato il caffè e una coperta- dichiaro soddisfatto, sfilando gli oggetti dalla borsa. Appoggio il termos di lato a stendo la coperta per terra, sedendomici sopra a gambe incrociate.

-Dean- dice lui risoluto, tentando di nascondere il suo tono divertito, mentre rabbrividisco come al solito al suono del mio nome sulle sue labbra. I suoi occhi sono appena sgranati per la sorpresa, ma le sue labbra sono piegate in un sorrisetto. Stringe le braccia al petto e solleva un sopracciglio, nella solita posizione che assume quando mi sgrida per qualcosa. -Stai cercando di sedurmi?-

Mi lecco teatralmente le labbra. -Tu che dici?-

Inaspettatamente lui scoppia a ridere e si avvicina a me, inginocchiandosi sulla coperta per darmi un bacio sulla fronte. -Non attacca con me, Mister Winchester.-

Gonfio le guance e poi scrollo le spalle, passandomi nervosamente una mano tra i capelli. -E io che ci speravo.-

Cas sorride e mi dà un altro bacio, questa volta sulle labbra: è un tocco rapido, talmente leggero che quasi nemmeno me ne accorgo, l'unico sentore che mi assicura che ci siamo davvero baciati è il sapore di Cas che è rimasto impresso a fuoco sulla mia bocca.

Poi Castiel si alza e torna alla sua cartina astronomica: deglutisco lentamente e improvvisamente il foglio che tengo accuratamente ripiegato nella tasca interna della mia giacca di pelle sembra pesare una tonnellata.

-Mentre aspettiamo l'alba- inizio con cautela, quasi guardingo, come a voler tastare il terreno, schiarendomi la voce. Improvvisamente mi sento nervoso come se gli stessi per chiedere di sposarmi. -Non è che potresti trovare questa stella qui?-

Mi avvicino a lui e scruto sulla sua cartina fino a trovare la stella che mi interessa: la indico e ci tamburello sopra con il polpastrello. Cas annuisce distrattamente, afferra la cartina e appoggia un occhio sul telescopio, sollevandosi gli occhiali sulla testa. -Perché devo cercare proprio questa stella?-

Ecco, Dean, perché? Insomma, fatti forza.

Mi schiarisco di nuovo la voce e mi passo ancora una mano tra i capelli, questa volta nervosamente. Deglutisco, perché la gola mi è diventata improvvisamente secca e poi infilo una mano nella tasca, per tirarne fuori il certificato e sventolarlo davanti a me. -Ecco beh, perché le ho fatto dare il tuo nome.-

Cas alza di scatto la testa e sbatte le palpebre più di una volta in maniera incredula, mentre la sua bocca si schiude leggermente in una perfetta espressione stupita. -Come?-

Arrossisco come una tredicenne, ne sono sicuro, perché sento le guance improvvisamente più calde, mentre Cas si sta avvicinando a me. Prende con delicatezza il certificato dalle mie mani e lo legge con attenzione. -Ecco, è stato un po' complicato, lo ammetto, ma insomma... Ora è nel registro internazionale astronomico, hai la tua stella personale e...-

-Dean- mi chiama lui interrompendomi, in maniera così solenne che per un tremendo istante ho quasi paura che mi mandi a quel paese. Mi infilo le mani nelle tasche posteriori dei jeans e deglutisco a fatica il nodo che mi si è formato in gola, ma poi Cas alza la testa e sta sorridendo così tanto che quel sorriso nemmeno ci sta sulla sua faccia e i suoi occhi sono un po' lucidi e così brillanti da riflettere ogni cosa. -Ti amo.-

Il mio cuore fa un balzo per poi agitarsi proprio come una pallina da flipper all'interno della mia cassa toracica: sbatto le palpebre, la salivazione azzerata e il respiro affannato perché nessuno mi aveva mai detto Ti amo prima di adesso e sentirlo dire proprio da lui, avere la conferma che quello che provo è ricambiato, ha un effetto devastante sulla mia sanità mentale.

Non riesco nemmeno a dire niente, nonostante ci siano mille cose che vorrei dire, perché Castiel si è avvicinato ancora di più, ha avvolto le braccia attorno al mio collo e mi ha baciato. Ed è il bacio più intenso e carico di sentimento che io abbia mai dato in tutta la mia vita, è il bacio di due persone che si amano e che hanno scelto di stare insieme consapevolmente, senza nessun tipo di secondo fine, solo per godere l'uno della presenza costante dell'altro. E' una sensazione magnifica.

Mi sporgo leggermente in avanti per approfondire il bacio intrecciando le nostre lingue assieme, in una specie di danza rovente, e la consapevolezza del corpo di Castiel premuto contro il mio mi si schiaffa dritta in faccia, tanto che lascio scorrere le dita fin troppo fredde sotto al suo maglione.

-Ehi, piano, tigre- è quello che sussurra Cas in maniera divertita contro le mie labbra qualche secondo più tardi, sfregando il naso contro il mio mentre il suo respiro affannato si infrange direttamente contro la mia bocca.

-Scusa- mormoro con voce roca, completamente a corto di fiato, senza però riuscire a smettere di sorridere o lasciarlo andare. -Mi sono lasciato trasportare.-

Cas ride e stringe le mie mani nelle sue, per poi tirarmi verso la coperta. Mi siedo e lascio che lui si sistemi tra le mie gambe, appoggiando la schiena contro il mio petto e sistemando la testa proprio contro la mia spalla. Sembra aver sviluppato una specie di ossessione per il mio collo, perché adora seppellirci il naso ad ogni occasione disponibile.

Senza pensarci lascio un bacio volante sulla sua fronte e poi mi piego per appoggiare le labbra contro il suo orecchio. -Allora, adesso me lo dici qual è la numero uno?-

Castiel sospira, ma è un tipo di sospiro che sentiresti fare soltanto ad una persona che si sente terribilmente bene, e in pace. Poi sfrega il viso contro il mio collo, appunto, come farebbe un gattino pronto a fare le fusa e ci preme un bacio contro. Prima di parlare, mi lancia una rapida occhiata. -Sposarmi. Magari nella chiesa di papà, nonostante il rito civile e tutto il resto. E avere una famiglia, una felice.-

Istintivamente sorrido, perché è un sogno così da Cas, ma allo stesso tempo così semplice ed innocente che forse ci avrei dovuto pensare. Immaginarlo vestito da sposo è una visione che mi lascia senza fiato quindi è meglio accantonarla per un po'. Sistemo la seconda coperta che ho portato addosso a lui, che ha preso un po' a tremare e poi intreccio le nostre dita insieme, chiudendo gli occhi per un breve istante.

-Ancora mi risulta difficile credere che tutto questo sia reale- sussurro con aria sognante, dopo un attimo di silenzio che non è stato per niente pensante, anzi: ascoltare i nostri respiri o il battito dei nostri cuori o l'eco lontano di una macchina che passava in strada è stato decisamente piacevole.

Cas aggrotta la fronte e sposta un po' la testa per guardarmi meglio. -Le cose belle accadono, Dean.-

-Non nella mia esperienza- mormoro amaramente, stringendo più forte la sua mano, come a volermi convincere del fatto che lui, noi due, non siamo soltanto un miraggio, siamo reali e forse siamo anche destinati a durare, non come tutte le altre cose belle della mia vita.

Lo sento irrigidirsi per qualche motivo inspiegabile, ma quando premo il naso tra i suoi capelli, il suo corpo sembra rilassarsi esattamente come prima, mentre si abbandona di nuovo contro di me.

-Sei la cosa più bella che mi sia mai successa, Dean- dice lui con una semplicità disarmante, come se stesse parlando del tempo, facendo letteralmente scoppiettare il mio cuore come uno spettacolo pirotecnico. -Probabilmente sarai la più bella per molto tempo.-

Mi sembra di percepire una punta di amarezza in quello che sta dicendo e nel suo tono, ma sono troppo fottuto da il resto della sua dichiarazione per poterci prestare attenzione. Sospiro e lo bacio sulla fronte, chiudendo gli occhi per un istante.

-Dovresti smetterla di dire queste cose solenni- borbotto imbarazzato, senza però riuscire a nascondere il sorrisetto emozionato che si ostina a piegare le mie labbra.

Cas alza gli occhi per guardarmi e ride, perché probabilmente sono arrossito come una ragazzina innamorata e Dio santissimo, mai come questa volta vorrei sotterrarmi.

Per un attimo la speranza mi invade completamente e mi lascio influenzare dall'idea di Cas, perché in effetti quello che sto vivendo è bellissimo e forse le cose belle succedono, quando meno te lo aspetti, ma alla fine succedono.

Ancora non so quanto mi sbaglio, in realtà.

 

Quando torno a casa la mattina, dopo aver riaccompagnato Castiel, mi ritrovo Benny in piedi davanti alla porta del garage. Immediatamente, il mio primo istinto è quello di irrigidirmi perché non lo avevo più visto se non di striscio a scuola, non dopo tutto quello che è successo con Adam e quello scherzo idiota dell'armadietto.

Scendo dalla macchina e chiudo lo sportello un po' più forte di quanto vorrei, senza riuscire a nascondere la mia irritazione, recuperando la mia sacca dal sedile del passeggero. -Che ci fai tu qui?-

-Ehi, Dean.- Benny stringe gli occhi e poi si mordicchia le labbra e io lo conosco abbastanza bene per dire che si sente in imbarazzo. -Eri con Castiel?-

Mi infilo le mani in tasca e faccio per sorpassarlo, con un'espressione più dura di quella che vorrei effettivamente assumere. -Sì, ma non vedo come questo possa essere affar tuo.-

Il mio amico sospira e si passa le mani sui jeans in maniera nervosa, per poi sistemarsi il solito cappellino che porta quasi sempre in testa. -Perché non me ne parli?-

-Di cosa?- chiedo piccato, mentre apro la porta del garage e mi ci infilo dentro, lanciando la mia borsa con le coperte in un angolo impolverato.

-Di te- spiega lui, stringendosi nelle spalle. Sento il suo sguardo vagare sulla mia schiena e non posso vederlo ma sono quasi sicuro che stia sorridendo. -Di Castiel.-

Prendo un grosso respiro, perché non ho dimenticato quello che è successo, quello che hanno fatto i miei amici, come abbiano mortificato Castiel davanti a tutta la scuola. Forse Benny non è il diretto responsabile, ma lui sapeva cosa provavo per Cas e non aveva fatto assolutamente niente per fermare quel coglione di Adam. Stringo con forza le mani sulla prima superficie orizzontale che riesco a trovare, e anche se sono irritato un piccolo sorriso mi nasce sulle labbra, come ogni volta che parlo di Cas. -Che posso dire. E' la persona migliore che esista.-

Ed è la verità, perché non ho mai conosciuto nessuno come Cas, con un animo così gentile e puro, unico nel suo genere. In una vita precedente doveva essere un angelo, per forza.

-Io non lo avevo capito- sussurra Benny con aria colpevole, incassando la testa nelle spalle. Subito fa un passo verso di me e appoggia una mano sulla mia spalla, stringendo quasi delicatamente, come se avesse paura di un mio rifiuto. -Mi dispiace, Dean, sul serio. Per ogni cosa.-

Sospiro e rilasso immediatamente i muscoli della schiena e delle spalle: se c'è una cosa che ho imparato da Cas, una delle tante insomma, è sicuramente il perdono. Lui mi ha perdonato per essermi comportato come uno stronzo, per averlo trattato male e averlo letteralmente preso per il culo, e anzi, è stato in grado di aprirmi il suo cuore.

-Non importa, amico- ammetto, abbozzando un mezzo sorrisetto divertito e appoggiando a mia volta una mano sulla sua spalla. -E' tutto okay.-

-Quindi voi due...- Benny si massaggia il mento costellato di barba e mi indica poi con un rapido gesto del dito, e posso giurare che quello che mi sta lanciando è decisamente uno sguardo malizioso. -Insomma, state insieme?-

Mi irrigidisco e volto di scatto la testa per evitare di fargli notare il rossore che si è diffuso su tutta la mia faccia. -Ehi, ehi, frena un po', quand'è che mi hai sentito dire di poter affrontare questi discorsi da femminuccia?-

Benny ride e mi rifila una gomitata. -Lo avete fatto?-

-MA CHE CAZZO, BENNY!-

 

Quando dico che le cose belle nella mia vita non esistono, o quantomeno non durano mai abbastanza, ho fottutamente ragione.

Cas questa sera è strano: siamo andati a mangiare di nuovo alla Rodhouse perché Ellen ci teneva a rivederlo, ma lui stranamente ha lasciato l'hamburger quasi del tutto intatto. Era piuttosto pallido, sentiva freddo anche all'interno del locale con tutti i riscaldamenti accesi -tanto che gli ho dovuto dare la mia giaca- e soprattutto, cosa che mi ha preoccupato parecchio, evitava di guardarmi negli occhi.

Sistemo la giacca sulle spalle del mio ragazzo, lanciandogli un'occhiata apprensiva prima di uscire dalla Rodhouse. La mano di Cas è terribilmente fredda, quando intreccio le mie dita con le sue e i suoi occhi sono come velati.

-Fantastico- borbotto all'improvviso, quando Lisa e Andrea escono dal locale e ci scorrazzano davanti, tutte prese nelle loro risate da galline. Mi guardano con sufficienza, lanciano anche un'occhiata quasi disgustata a Castiel, ma poi vanno avanti come se niente fosse e riprendono a ridere più forte di prima. Da quel casino con Adam nemmeno loro mi hanno più rivolto la parola; non che la cosa mi interessi ma insomma, il saluto non si nega nemmeno ad un cane.

-Ora fanno anche finta di non conoscermi- borbotto irritato, ficcandomi la mano libera nella tasca dei jeans mentre le guardo andare via ancora sghignazzanti come due oche. Abbiamo ripreso a camminare, e irritato dalla mancanza di una risposta, alzo lo sguardo su Cas, che però si ostina a rimanere in silenzio anche dopo la mia occhiata; è fisicamente presente, ma continua ad essere assorto, palesemente preso da qualcos'altro.

-Cas, stai bene?- chiedo di punto in bianco, stringendo di più la sua mano quando lui si ferma all'improvviso. Ha lo sguardo fisso sul marciapiede e davvero non ho idea di cosa stia pensando, quindi una sensazione di frustrazione inizia ad irradiarsi dal mio stomaco.

-Dean- dice risoluto dopo aver preso un grosso respiro, con il suo solito coraggio, sciogliendo la presa delle nostre mani come se si fosse appena scottato. -Io sto male.-

Lo guardo confusamente per un po', poi mi avvicino a lui e lo scruto, con un'espressione preoccupata. -Cosa ti senti? Vuoi che ti porti a casa?-

-No, Dean- e ripete ancora il mio nome, con quel suo solito tono e un brivido mi percorre la spina dorsale. Lo vedo chiaramente deglutire e per la prima volta da quando lo conosco, mi sembra quasi in panico, non ha il suo solito aspetto tranquillo e controllato. Mi fissa con i suoi grandi occhi blu inondati dalle lacrime e leggermente rossi. -Sono malato.-

Sono sempre più confuso, perché ancora non riesco a capire che cazzo stia cercando di dirmi, ma poi Cas si guarda le mani, ed infine, dopo quelli che sembrano secoli, parla: -Ho la leucemia.-

Boom. Quelle tre parole mi colpiscono dritte in faccia con la potenza di una granata.

Ed è come se la terra sotto ai miei piedi si crepasse e mi risucchiasse, trascinandomi direttamente all'inferno. La granata mi sfracella il cervello completamente, rimbalza da un lato all'altro della mia scatola cranica come una fottuta pallina da ping-pong.

Non so come reagire. Quando si è così giovani è difficile accettare qualcosa di terribile come la malattia, o la morte o anche solo il dolore. E' difficile da adulti, figuriamoci quando si è così giovani, la morte è qualcosa di lontano, di estraneo. Non ho mai perso qualcuno che amo, non ho mai dovuto affrontare la morte così direttamente e questa verità mi si rovescia addosso come un secchio di acqua gelata.

No. Non Cas. Tutti, io, chiunque, ma non Cas.

Probabilmente sto boccheggiando perché non riesco a parlare, il respiro mi manca e i miei polmoni improvvisamente non funzionano più come dovrebbero.

-No- è tutto quello che riesco a dire dopo un momento interminabile, appoggiandomi le mani sulla faccia, con una risatina nervosa. -Non può essere, hai diciotto anni.-

Castiel si irrigidisce e scuote la testa debolmente, stringendosi nel suo trench spiegazzato. Sta tremando, ma non capisco se per il freddo o per altro e io sono troppo sconvolto per analizzare lucidamente la situazione. -L'ho scoperto due anni fa e adesso non rispondo più ai trattamenti.-

Deglutisco rumorosamente e stringo i pugni, passandomi subito dopo le dita sugli occhi, che pizzicano terribilmente. Sono troppo scioccato per piangere, ma vedere Cas davanti a me, avvolto in questo suo trench sbiadito e con gli occhi gonfi di lacrime fa spezzare qualcosa dentro di me, qualcosa che probabilmente non tornerà più a posto.

-Perché non me lo hai detto?- chiedo quasi con rabbia, dopo momenti interminabili di silenzio, senza riuscire a trovare il coraggio di guardarlo negli occhi.

-Il dottore ha detto che avrei dovuto vivere una vita il più possibile normale e non volevo che le persone si comportassero in maniera pietosa con me.-

Cas adesso sta piangendo. Vedo le lacrime scivolare lente lungo le sue guance e i suoi occhi sono così larghi e blu che ci potrei affogare dentro.

Gli lancio un'occhiata oltraggiata, nonostante il cuore continui a martellarmi nelle orecchie. -Ti riferisci anche a me!?-

-Soprattutto a te!- ringhia lui all'improvviso, tornando a guardarmi e trafiggendomi con il suo sguardo impossibilmente blu. Nonostante il dolore, tutto quello che vorrei fare in questo momento è avvicinarmi a lui, asciugargli le lacrime e dirgli che andrà tutto bene, che affronteremo tutto insieme, che io sarò forte per entrambi, ma non ci riesco. Sono come paralizzato e le mie gambe non vogliono sapere di muoversi.

-Dean, ormai mi ero rassegnato, lo avevo accettato, capisci? Ma poi sei arrivato tu!- Castiel si interrompe un attimo per tirare su con il naso, il petto scosso per un attimo da un singhiozzo. E sembra un bambino indifeso, ed è bellissimo anche così, lo è sempre, e io sono sul punto di crollare. -E io... Io non avevo bisogno di un altro motivo per essere arrabbiato con Dio.-

-Cas- sussurro, ma la mia voce risulta terribilmente spezzata.

-Mi dispiace, mi dispiace così tanto, io...- Non finisce di parlare perché si affonda il viso tra le mani, mentre le sue spalle sono scosse da violenti singhiozzi.

Dovrei dire qualcosa, fare qualcosa, abbracciarlo, toccarlo, ma i miei piedi sono inchiodati a terra. Mi sento vuoto. Un guscio abbandonato e dimenticato da qualche parte, senza più nessuna traccia di vita dentro.

-Scusami, scusami- mugola lui a voce così bassa che quasi stento a sentirlo. Sporgo una mano verso di lui, non so bene per cosa, forse per trattenerlo oppure per abbracciarlo, oppure per aggrapparmi a lui ed evitare di crollare definitivamente a pezzi.

Ma Castiel mi lancia un ultimo sguardo disperato, poi corre via.

E io a questo punto cado. Cado in ginocchio, in mezzo alla strada, poco lontano dalla Rodhouse.

Perché cazzo, lo sapevo, ho sbagliato ad illudermi. Le cose belle non durano.

Mai.


Salve.... 
Non ammazzatemi vi prego, ma questo capitolo mi piace definirlo "Ringo": formato da due parti completamente opposte. Da una parte abbiamo il fluff più assurdo tra i nostri piccioncini (Cas che dedica quella canzone a Dean mi ha fatto venire il diabete, non so se mi spiego, ma era una canzone troppo perfetta per loro per non essere inserita), calcolando specialmente un Dean che è cotto come una pera e continua a fare mosse adorabili per il suo boyfriend; dall'altra abbiamo l'angst più puro perché finalmente (anche no) scopriamo cosa turbava Cas e c'è la dolorosa confessione...
Ho voluto citare qualcuno dei dialoghi più "famosi" tra Cas e Dean, tratti dal loro primo incontro, perché fondamentalmente cosa non è se non sesso? Insomma, la Destiel nasce al primo sguardo, c'è poco da dire.... Quella scena mette i brividi per diverse ragioni, se devo essere sincera. 
Tornando alla storia, Cas ha confessato a Dean di essere malato: siccome siete tutte disperate (lo sono anche io T^T), vi posso dire che il finale di questa storia sarà diverso da quello convenzionale. Non vi prometto niente ovviamente, e prima che scleriate, questo non significa necessariamente quello che pensate....
Insomma, non si capisce una mazza, ma prendete per buono quello che vi dico, mi dispiace vedervi depresse xD
Magari poi scherzo e basta eh......... Chissà!
Credo di aver detto tutto! Un grazie gigante a tutte voi, vi adoro!

Un bacio e alla prossima! :*

   
 
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