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Autore: Noeru    24/04/2017    0 recensioni
"I BladeBreakers hanno un'amicizia in grado di fronteggiare le peggiori avversità, i cinesi sono una famiglia, gli americani si fanno reciprocamente il tifo alle partite e noi? Tentiamo di capire se una ragazza è fidanzata oppure no! è ridicolo!"
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andrew McGregor, Gianni, Nuovo personaggio, Oliver, Ralph Jurges
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ancora non si era abituato del tutto ad allenarsi senza bit-power.
Lanciò e riprese in mano la trottola diverse volte.
Quando si sarebbe avverata la promessa del colto Faust?
Ralf tornò nella biblioteca del castello scosso da profondi turbamenti: il rimorso aveva, insieme ai sentimenti non corrisposti, raddoppiato le sue sofferenze.
Tuttavia meglio avvertire il dolore, ruvido e affilato, piuttosto che essere insensibili.
Quel che non uccide fortifica; L'esperienza gli sarebbe servita, nonostante lo stesse mettendo a dura prova.
Forse la sconfitta contro Takao era solo la punta di un iceberg chiamato Karma: la vita gli stava restituendo uno ad uno i frutti del suo precedente atteggiamento di superiorità nei confronti dei più deboli e dei meno abbienti.
Era andato a dormire stanco, risvegliandosi agitato; troppo triste immaginare il corpo dell'amata e risvegliarsi stringendo un ammasso di piume e stoffa.
In sogno si faceva largo fra quei ragazzini sconfitti a bordo del transatlantico, cercando invano di raggiungere la sfavillante sagoma danzante di Henriette affiancata dall'etereo cigno bianco, ma il sorriso di Jens Christensen gli gelava il sangue nelle vene ed il bellissimo e terribile cigno nero provvedeva al colpo di grazia: "So quello che hai fatto...So quello che hai fatto..."
Le voci si fondevano contrariate e deluse, ma il ghigno trionfante del danese era sempre lì a distogliere l'attenzione dal suo fisico marmoreo.
I suoi occhi parevano avergli già estrapolato il segreto dal cervello.
Si ritrovava a terra, accecato dal contrasto fra l'oscurità e l'alone argenteo intorno a due ombre fuse in una.
Diversamente da Andrew e Gianni era abile a rifugiarsi dentro ad un'armatura a specchio che respingeva qualsiasi tipo di critica; il suo comportamento era altrettanto difficile da decifrare.
Perché ce l'aveva con lui?.
Magari si era lasciato influenzare dai racconti di Vlad, che aveva schierato contro a Ralf la formazione nordica, ancora insoddisfatto e in cerca di vendetta, ma Henriette non occultava secondi fini, candida come il suo cigno opposto alla creatura nel beyblade del ballerino.
Il cigno nero non gli era nuovo, contrariamente al gemello.
Solo uno sforzo mnemonico per ricordare dove lo avesse già visto.
Mentre attraversava di corsa la foresta attorno al maniero, gli venne in mente il ritratto appeso nello studio del padre: cinque uomini fra i più influenti d'Europa, le mani destre tese verso il cielo, dietro le ombre di cinque esseri a lungo considerati puro mito che, per scelta, gli si erano donati giurando di proteggerne le dinastie e i posteri.
Risalì alla torre più alta, dove Leopold Jurgens si richiudeva spesso a lavorare e progredire con le ricerche sulla loro linea di sangue.
Il dipinto spiccava fra tutte le pregiate antichità rimaste intatte al passare del tempo coi suoi vividi colori ad olio sulla tela conservati secondo i suggerimenti dalla moglie di Marcello Tornatore, all'estrema sinistra fiero e sorridente di fianco all'elegante Louis Boulanger.
Dalla parte opposta Sir Stuart McGregor lasciava trapelare la stessa tracotanza di Andrew accanto al serio rappresentante della Germania.
Nel mezzo l'unico pugno sinistro sprigionava una complessa luminosità nera nella forma di un lungo collo ricurvo e leggiadre ali di giaietto attorniate dai bit-power appartenenti ai compagni.
E se si fosse trattato di un altro cigno nero?
Non c'era alcun nesso fra la casata del saggio ed il blader danese; il castello degli Immanuel era ormai un rudere caduto in rovina sullo stretto di Gibilterra e solevano sposarsi fra cugini nella speranza di preservare i loro tratti psicosomatici.
Possedevano la più grande biblioteca privata del continente e, timorosi di vandiali e ladri, ne vietavano l'ingresso agli ospiti.
"Gli amici ti tradiscono" Aveva raccontato malinconico suo padre, alludendo ad uno schizzo a carboncino risalente ai tempi dell'università a Jena.
Sorridevano, lui e Faust, con il diploma in mano.
Risultato di studi e sacrifici nel nome dei quali il saggio aveva rinunciato ai legami umani: dalla lezione introduttiva su Kant, ricordava il signor Jurgens, il già eccelso scolaro non fece che tormentarsi su esistenza e aspetto della dimensione noumenica.
Studiando il mondo greco invece era stato maggiormente colpito dalla possibile esistenza di un mondo abitato dalle essenze di ogni brutta copia.
Trascorreva ore ed ore immerso nella meditazione sull'abbattimento dei confini fra universo fisico e metafisico.
Stava annotandosi ogni particolare utile quando la porta si spalancò, lasciando la gravità gli sottraesse i fogli impolverati.

"Signorino Ralf! La stanno aspettando!" Fortunatamente era solo Johann.
"Gli affari privati tali devono restare!" Era un'altra massima di Leopold Jurgens; da piccolo Ralf poteva addirittura scendere fin nelle segrete, ma la cima della torre rimaneva un divieto.
E le regole non erano fatte per essere dibattute
"Da quanto?" precedette il maggiordomo al salotto.
Migliaia di volti e nomi gli appesantirono il già ingombro cervello: riscontrato lo stato inusuale dei figli, Louis, Marcello e Stuart avevano lasciato i comodi sofà nelle loro ville esigenti di spiegazioni.
Oppure la promessa di Faust si sarebbe avverata? Altrimenti una delle solite visite senza preavviso di Takao e compagnia; dimenticavano spesso di avvisare, scombussolandogli le giornate pianificate anticipatamente nel minimo dettaglio.
Perfino in vacanza teneva un'agenda di posti da vedere, persone da incontrare, orari da rispettare.
"Alla buon'ora!" Per la prima volta, la durezza nella voce di Vlad lo mise al tappeto.
Ralf ricordava ancora la propria superbia incurante delle conseguenze nel comunicargli valeva meno di zero.
Le parole sono olio bollente: una volta versato non torna più nel paiolo.
"Cosa sei venuto a fare?"
"Farti capire in che animale ti stai trasformando!" Sul divanetto vellutato giaceva tremolante il suo amico islandese avvolto in una coperta.
Fra le ciocche scure si notava una macchia violacea sulla carnagione bianchissima e del sangue secco marcava la pelle fra naso e labbro superiore.
Un altro livido gli ricopriva il collo sottile: "E sarebbe per amore?! Guardati! Fai pena! Persino gli alberi sanno che lei ti fa impazzire!"
Stavolta aveva lui il coltello dalla parte del manico.
In effetti la sua abilità nell'occultare le sensazioni stava venendo meno da quando l'aveva vista danzare in televisione: "No, non sono qui per motivarti o altro! Ritieniti fortunato io non abbia allungato mezzo dito su di lei!"
Scaccomatto.
La capacità di parlare si era prosciugata mentre il rivale di un tempo proseguiva con la sua strigliata: "Credevo dopo l'amichevole coi BBA saresti cambiato! Invece degli altri non t'importa un bel nulla!"
Aveva appena composto una frase quando il ferito spalancò le iridi color ghiaccio: "Non ferirmi, ti prego! Non voglio morire e lasciar solo mio padre!" Era troppo debole per muoversi ulteriormente.
In più era fra le persone più vicine ad Henriette.
Come aveva potuto mettere di nuovo sé stesso al primo posto? Desiderava soltanto lei lo amasse e questa brama aveva indirettamente attaccato il più piccolo ed innocente dei suoi amici, ancora sotto shock e terrorizzato dal grifone.
Cos'avrebbe pensato di lui la norvegese a scoprire ciò?
Divorato dal pentimento, Ralf si strinse la trottola al cuore
Non c'era tempo per piangersi addosso.
"Ralf Jurgens" Una voce solenne lo risvegliò dai suoi pensieri: "Puoi ancora riscattarti. Non hai cattive intenzioni: spesso ci si lascia trasportare dalla brama quando il desiderio è forte. Dimostra al tuo bit-power quanto vali!"
Sulla scacchiera dell'anima l'orgoglioso cavaliere stava battagliando contro al ragazzo innamorato senza escludere colpi in una partita priva di squilibri: per ogni bianco mangiato un nero vacillava finché una violenta scossa terrena non disintegrò l'intero terreno di gioco, abbattendo persino le robuste torri e pressando le armature degli alfieri a guisa di fogli d'alluminio.

"Qualunque aspirazione può divenire realtà col duro lavoro!" sentì prima dell'abbandono da parte dei suoi sensi.

Quando riaprì gli occhi avvertì una ruvida roccia bianca contro la schiena.
Non era Stonehenge per certo e come quella ce n'erano diverse, grandi e piccole in perfetta convivenza coi frondosi alberi della foresta.
Lui era sdraiato al centro di una finestra circolare stellata, corolla del diafano plenilunio sotto al quale le pietre brillavano di luce propria.
Sulla più grossa vide una serie di linee curve, spezzate e dritte nere come l'inchiostro sulla superficie lattiginosa.
Concedendo alla mano di corrervi sopra, pian piano diede la ben definita forma stilizzata di un volatile il cui collo prendeva una sagoma ad S mentre il corpo si raccoglieva armonioso nella parte bassa della lettera, presente anche nel disegno dell'ala aperta.
"Ralf Jurgens" Sentì il suo nome per la seconda volta in quella bizzarra giornata: "Hai creduto a lungo di saperla meglio rispetto a qualsiasi altro tuo pari"
"S-sì" Dovette ammettere, timoroso dell'ennesima sorpresa.
A cosa sarebbe andato incontro stavolta?
"Chi ti parla è Sortsvanen" Dietro di lui risplendeva spettrale la figura armoniosa di Jens Christensen, impegnato a fendere l'aria con salti aggraziati e spalancare le braccia muscolose tenendo in fuori i pettorali ben definiti.
Il viso alto verso il cielo non era sfigurato dal solito perfido sorriso, ma concentratissimo. Gli occhi chiusi non lo impacciavano affatto.
Ralf non osò ironizzare sul fatto che sarebbe finito come un frutto maturo a provarci.
Henriette aveva tutte le ragioni del mondo per preferirglielo.
Il cigno nero finalmente si palesò maestoso in una ventata argentea: "Avrai compreso il mio padrone precedente non ebbe una buona condotta...Il sapiente Faust Immanuel incarnava perfettamente la mia indole ribelle ed il suo desiderio di spingersi oltre i confini ci legò insieme diversi anni.
Tuttavia non riuscivo ad ammettere a me stesso quell'uomo stesse sempre più vertendo verso il male; mai mi sarei azzardato a spezzare l'equilibrio fra il mondo fisico e quello metafisico.
Non gli bastò neanche riunirmi al mio gemello uccidendone il legittimo proprietario nonostante fosse la nostra connessione la chiave del Noumeno"
Jens si abbandonò in caduta libera sul suolo erboso, ma inarcandosi all'indietro si risollevò e riprese equilibrio in quattro saltelli.
"Dopo quella notte tornai alla mia dimora d'origine e qui rimasi finché il ragazzo non risvegliò in me un sincero anelito ad un compagno umano in quanto capivo la sua spiacevole sensazione di ingabbiamento e col dottore mai ebbe a che fare. Casualmente conobbe chi al momento è in possesso di mio fratello e..."
"E come lo si può fermare? è tutto perso?"
"Una speranza c'è"

 
   
 
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