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Autore: katyjolinar    25/04/2017    1 recensioni
Nella scienza l'effetto farfalla si riscontra quando, tentando di riprodurre un esperimento, si cambia un particolare apparentemente insignificante, e alla fine si ottiene uno stravolgimento inaspettato.
Noi conosciamo la storia dei nostri eroi. Ma cosa succederebbe se un particolare apparentemente insignificante cambiasse?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino seguente, Moccicoso si svegliò di colpo, a causa di una forte fitta al naso.
Spalancò chi occhi, respirando a bocca aperta per riuscire a limitare le fitte dolorose all'osso nasale, e si guardò intorno.
Era confuso, il giorno prima la medicina di Gothi aveva fatto effetto, facendogli passare temporaneamente il dolore, ma era probabile che fosse stato riscontrato qualche effetto collaterale, perché si era sentito strano, e sicuramente aveva detto o fatto qualcosa di insolito.
Accanto a lui Testa Bruta dormiva ancora. La fissò interdetto per un secondo, ma poi si ricordò che sia Hiccup che Gothi le avevano ordinato di non perderlo d'occhio, per cui era probaile che avesse deciso di farlo dormire con lei.
A quel pensiero gli venne un altro dubbio, che si dissolve subito, appena vide che la ragazza indossava la camicia da notte, inoltre lui aveva ancora addosso i pantaloni. fece un sospiro di sollievo: a differenza di quanto accaduto tra lei e il capo a Snogglethog, con lui non sembrava essere successo nulla di imbarazzante. 
Una dolorosa fitta all'osso nasale lo fece gemere di dolore, e questo svegliò la bionda.
Lo guardò per qualche secondo, strofinandosi gli occhi con il palmo della mano, e si tirò su.
"Devi prendere la medicina." disse, alzandosi e andando al paravento per vestirsi.
"Buongiorno anche a te." la salutò il moro, recuperando la sua casacca "Quella roba non la prendo, piuttosto mi tengo il dolore! È disgustosa, e dopo che l'ho presa mi sono sentito strano, ieri... e non so che cosa sia successo dopo."
Ma quelle parole vennero interrotte da un gemito dovuto all'ennesima fitta dolorosa. Testa Bruta uscì dal paravento, già vestita, e prese dal tavolino la boccetta che le aveva consegnato Gothi.
"Avanti, non fare i capricci, Moccicoso!" insistette la ragazza.
"No, mi tengo il dolore!" esclamò lui, testardo, finendo di vestirsi "Devo andare. Stiamo finendo di organizzare i Giochi del Disgelo, e il capo mi ha chiesto di dargli una mano."
"Vengo con te." disse la giovane, seguendolo giù per le scale e poi fuori, verso la Sala Grande "Gothi ha detto che non devo mai perderti di vista."
Moccicoso borbottò, entrando nella Sala, dove il gruppo di organizzatori dei Giochi era già all'opera vicino al trono del capotribù.
Insieme ai ragazzi c'era anche Astrid; evidentemente Hiccup aveva deciso di non lasciarla più sola, per evitare altre crisi, e l'aveva coinvolta nel lavoro, almeno in parte. Appena vide entrare la Thorston, la bionda strinse i pugni, riservandole un'occhiata omicida, parzialmente sedata da uno sguardo severo del loro leader.
Il moro si sistemò accanto a Skarakkio, ascoltando l'esposizione dell'idea progettata dal vecchio fabbro, ma dovette interrompere il suo discorso perché una fitta al naso gli strappò un urlo di dolore.
Tutti si voltarono verso il giovane, e Testa Bruta gli si avvicinò, porgendogli la boccetta con la dose di antidolorifico.
"Avanti, stupido testone, bevi!" ordinò la bionda.
"Ho detto di no!" protestò Moccicoso, guardandola male.
"Prendi quella medicina." insistette Hiccup "Se Gothi te l'ha data allora devi prenderla."
"Non vuole farlo perché ieri sono emersi degli effetti collaterali." spiegò l'altra "Ma sinceramente lo preferisco strano che urlante di dolore."
"Lo so che quel tipo di medicamenti di Gothi hanno degli effetti collaterali." ammise il castano "Quelle volte che ho dovuto usarle anche io me ne sono accorto. Provocano sonnolenza e sbalzi d'umore. Ma vanno prese, se ce n'è bisogno, quindi non fare storie, cugino!"
Il ragazzo brontolò, ma decise di obbedire e trangugiò d'un sorso la dose di farmaco che gli porgeva Testa Bruta, quindi si avvicinò nuovamente al tavolo e riprese a lavorare.
Ma dopo poco si sentì strano; era intontito, e dovette sedersi, passandosi una mano sugli occhi. Testa Bruta si avvicinò, controllandolo, e si rivolse al capotribù. 
"Lo porto fuori a prendere aria." riferì "Credo che stia iniziando a fare effetto la medicina."
Hiccup annuì, tornando a discutere col resto del gruppo, mentre la bionda portava fuori il giovane, che aveva iniziato a piangere senza alcun apparente motivo, come il giorno precedente.
Tenendolo per un braccio lo trascinò verso una zona tranquilla, su una delle terrazze panoramiche che davano sul porto.
Appena arrivati, il ragazzo prese a ridere, saltellando e ballando con aria euforica. Testa Bruta lo fissò perplessa: il giorno prima non aveva manifestato quel sintomo, per cui non sapeva cosa fare.
"Sta... stai bene?" domandò, indecisa, mentre lui faceva una gira volta attorno a lei.
"Sto benissimo!" esclamò Moccicoso, afferrandole le mani e facendo qualche passo di danza "Mai stato meglio!"
"Sì, ma..." cercò di obiettare l'altra, fermandosi e facendogli mollare la presa "Datti una calmata!"
"Dai, dolcezza, rilassati!" continuò il moro, abbracciandola "La vita è breve, dobbiamo godercela!"
Non le diede il tempo di reagire, la prese in braccio e andò di corsa verso l'albero solitario alle loro spalle, sedendosi sotto la sua chioma, continuando a tenere stretta la ragazza.
Testa Bruta era bloccata, non sapeva cosa fare; si ritrovò a pensare che quella era la punizione più brutta che aveva ricevuto, e tutto per averci provato con Hiccup.
"Moccicoso, non sei in te." disse, cercando di allontanare la mano di lui, che le stava sfiorando il viso, leggero.
"E tu sei stupenda..." sussurrò il giovane, tornando serio, fissandola, con gli occhi lucidi e persi a causa della medicina che ancora circolava nel suo sangue.
Senza dire altro le afferrò il volto con entrambe le mani e la baciò, dapprima con delicatezza, ma diventando mano a mano più audace e possessivo.
La mente della bionda si svuotò non appena le loro labbra si toccarono. Chiuse gli occhi, lasciandolo condurre; lentamente si accorse che le stava piacendo addirittura di più della sera prima. Sapeva che era sbagliato, ma non riusciva a fermarlo, né a fermare sé stessa; decise di lasciarsi andare: Moccicoso non era in sé, e sarebbe stato così per diverse ore, e se quello era l'unico modo per tenerlo tranquillo allora doveva sacrificarsi e lasciarsi andare.
Si sistemò meglio in braccio a lui, un momento prima che il moro interrompesse il bacio per guardarla negli occhi e prendere fiato, poiché la fasciatura che teneva ancora al naso non gli permetteva di respirare bene.
La strinse di nuovo, scoppiando a piangere, ma sorridendo con aria felice.
"La mia bellissima ragazza..." singhiozzò "Sono l'uomo più fortunato del mondo..."
Testa Bruta sospirò esasperata, poggiando la fronte sulla spalla dell'amico.
Sì, quella punizione era davvero orribile, perché presto o tardi sarebbe andata fuori di testa per riuscire a gestire le stramberie di quel ragazzo.
   
 
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