L’anniversario
Winn si mise le mani tra i capelli al limite della
disperazione.
“Cosa facciamo?” Chiese a James che guardava
l’ennesimo infruttuoso tentativo di Mon-El.
“Non lo so!” Ammise l’uomo, preoccupato.
Mon-El si alzò e raggiunse i due uomini.
“Non so cosa fare… se non funziona neppure la
mia faccia buffa…”
“Era andato tutti così bene!” Esclamò
esasperato, Winn. “Se Kara sintonizza il suo
super-udito sulle figlie arriva qua in un baleno e poi chi la sente?” Affermò
sempre più teso.
Kara e Lena gli avevano chiesto se poteva
occuparsi di Lily e Lianne quel giorno:
l’anniversario del loro matrimonio; e lui aveva accettato. Amava le due piccole
e adorava portarle in giro.
Il pomeriggio era stato dei migliori, Lily e Lianne si erano divertite come pazze al parco acquatico,
avevano mangiato una quantità enorme di gelato, non avevano fatto capricci o
disobbedito, un pomeriggio perfetto che avrebbe dovuto essere seguito da una
serata tranquilla a casa di Winn, con James e Mon-El come ospiti, tutti assieme avrebbero guardato un
classico Disney e poi le piccole sarebbero andate a nanna.
Lena, nel consegnarle le bambine era stata
molto chiara con lui: niente zuccheri dopo le cinque, assolutamente niente TV
se non un cartone dopo cena e a letto alle nove. Aveva baciato Lianne e Lily, poi si era alzata e lo aveva guardato per un
lungo istante prima di chiedergli se era sicuro di farcela.
“E se arriva Lena invece che Kara?” Chiese Mon-El, improvvisamente pallido. Aveva sempre conservato
una certa paura della potente Luthor.
James scosse la testa e si voltò verso le
bambine che, sedute sul divano, piangevano disperate.
“Dobbiamo decidere: abbiamo più paura di
interrompere la serata di Kara e Lena o di farci scoprire incapaci di calmare
le loro bambine?” I tre uomini rifletterono un istante, in silenzio.
“E se chiamassimo Alex?” Propose Mon-El. “Lei sa come prenderle.”
“Stai scherzando? Ci divora vivi se il
telefono sveglia Mark!” Proruppe Winn e James annuì
decisamente concorde con il giovane.
“Va bene, allora non ci rimane che cedere.” Si
voltò verso le due piccole che alzarono gli occhi in contemporanea fissando i
tre baby sitter.
“Volete tornare a casa?” Chiese Winn ed ebbe in cambio due decisi cenni di assenso. “Su,
allora, mettete le scarpe, andiamo dalle mamme.” Le lacrime smisero di scendere
dagli occhioni delle due piccole, che obbedirono immediatamente.
Venti minuti dopo erano sotto il grande
edificio della L-Corp. Winn fece una smorfia
preoccupata.
Kara e Lena non avevano molto tempo libero e
ricavare un intero pomeriggio e una serata solo per loro due non doveva essere
stato facile…
Il portiere fece loro un gran sorriso nel
vederli arrivare e chiamò l’ascensore.
“Bentornate a casa, misses
Luthor.” Disse, accorciando il cognome.
“Danvers!” Lo
redarguì Lianne con un sorriso e l’uomo fece una
faccia divertita prima di piegarsi in un inchino e riprovare.
“Bentornate a casa, misses
Luthor-Danvers!” Le due bambine risero e l’uomo fece
loro l’occhiolino.
“Ciao, Ben!” Dissero in coro agitando la mano.
“Si dimentica sempre.” Spiegò poi Lily. Winn annuì, aveva assistito a quella scena quello stesso
pomeriggio, quando era andato a prendere le bambine, il portiere quella volta
aveva, sbadatamente, dimenticato la parte Luthor del
loro cognome per la somma ilarità delle due bambine.
Salirono i piani fino ad arrivare al penultimo
lì cambiarono ascensore. Winn guardò i due amici e
prese un profondo respiro, pronto a suonare all’interfono e a disturbare la
serata di Kara e Lena.
Mentre era distratto, però, Lily si alzò in
volo e premette la mano sullo schermo che si illuminò di verde identificando la
sua impronta e approvandola.
“No, no, no…” Iniziò Winn,
ma era troppo tardi, le porte si chiusero dietro di loro e l’ascensore li portò
in alto, aprendosi sull’enorme appartamento in cui viveva la famiglia Luthor-Danvers.
“Oh… ti prego fa che non stiano festeggiando
in quel modo!” Mugugnò mentre le due bambine si precipitavano avanti. Mon-El lo guardò interrogativo, come sempre un po’ più lento
nel cogliere le cose.
“Pensavano di poter passare la serata da sole…
è il loro anniversario… hanno due bambine piccole che, probabilmente, irrompono
nella loro stanza ad ogni ora del giorno e della notte…” Cercò di fargli capire
James il tono basso e sul viso di Mon-El si disegnò
la comprensione.
Passate davanti al divano, però, le due
bambine si fermarono di netto. Winn, bloccato
nell’ascensore dal timore allungò il collo, ma poteva vedere solo le bambine e
non quello che guardavano.
“Vedete qualcosa?” Mormorò Winn,
James, decisamente più alto di lui si allungò e sul volto gli apparve un ampio
sorriso.
“Direi che Kara e Lena avevano piani diversi
da quelli che pensavamo noi…” Bisbigliò. Poi si fece avanti, con passo felpato.
Winn e Mon-El lo seguirono
e si ritrovarono ad osservare le due donne accoccolate sul divano. Per terra vi
era un gioco di società, due bicchieri vuoti che avevano contenuto del vino
rosso, un cartone per una pizza gigante, vuoto, e delle confezioni di cibo
cinese, altrettanto vuote.
Lianne e Lily fissavano il disordine con occhi
sgranati.
“Mamma non ci lascia mai ordinare il cibo al
telefono, dice che fa male.” Puntualizzò Lianne,
incrociando le braccia in un modo estremamente simile a Lena. “E poi, non si
mangia sul divano, perché poi ci sono le briciole e Mary non è la nostra
schiava.” Questa volta le braccia si spostarono sui fianchi e Lianne fu buffamente simile a Supergirl,
solo che questa volta si trattava di difendere la donna delle pulizie.
Kara aprì gli occhi e lì sbatté, sorpresa nel
vedersi osservata da una folla di persone. Guardò interrogativa Winn che si strinse nelle spalle, poi, Kara, abbassò gli
occhi su Lena che dormiva ancora profondamente.
Senza nessuno sforzo la sollevò tra le braccia
e veleggiò delicatamente fino alla camera da letto.
Un minuto dopo ne uscì da sola e chiuse la
porta alle sue spalle, i piedi a terra adesso che non stringeva più il prezioso
carico.
“Cosa succede?” Chiese, ma prima che potesse
ottenere una risposta si ritrovò le due bambine addosso, per un grande
abbraccio.
Winn scosse la testa, era folle che così piccole
avessero saputo che non dovevano svegliare Lena, lui sapeva quanto poco tempo
la donna avesse per dormire e lei non era come Kara che si ricaricava al Sole,
ma anche Lily e Lianne dovevano averlo imparato.
“Si sono messe a piangere e non riuscivamo a
farle smettere… volevano le loro mamme così… eccoci qui…” Spiegò, stringendosi
nelle spalle.
“Cos’è successo? Avete già dormito lontane da
casa.” Kara guardò le figlie con aria dolce e Winn
sorrise, era sempre straordinario vedere quanto Kara fosse cambiata da quando
era diventata mamma, prima Lena e poi le bambine avevano saputo darle quella
sicurezza e quella forza che prima non aveva saputo di avere, neppure quando
era Supergirl.
Lily tirò su con il naso, di nuovo sul bordo
delle lacrime, mentre Lianne le parlava piano, in un
orecchio. Alla fine Kara alzò gli occhi su di loro.
“Bamby?”
“Sì… perché?” Rispose James e Mon-El annuì soddisfatto.
“L’ho scelto io!”
“Avrei dovuto immaginarlo.” Kara sbuffò tra il
divertito e l’esasperato. “Aspettatemi qua, è tardi e devono dormire.” Indicò
la cucina. “Prendetevi una birra, ce ne sono nel frigo, le teniamo per quando
vengono Alex e Maggie.”
La donna si allontanò tenendo per mano le
piccole e guidandole nella loro stanza.
“Cosa c’è che non va in Bamby?”
Chiese Mon-El con aria afflitta, mentre James gli
passava una birra. Winn si strinse nelle spalle.
“Immagino che il fatto che il cacciatore
uccida la mamma di Bamby… non sia il massimo…”
Riflettendoci era ovvio che non fosse il massimo, Lily e Lianne
avevano solo tre anni e la loro mamma sfidava proiettili un paio di volte al
giorno.
“La prossima volta Dumbo.”
Affermò Mon-El sicuro e James scosse la testa
divertito, mentre beveva la sua birra.
“Se ci sarà una prossima volta… se Lena scopre
che sappiamo qual è la sua idea di serata speciale…” Iniziò Winn.
“Che non include strepitosa attività sotto le
lenzuola, lingerie, champagne, fragole… e tutto ciò che ci si aspetta da una
multimiliardaria sexy come lei… ma una serata di coccole, giochi da tavola e
cibo da asporto…” Continuò Mon-El.
“Ci uccide tutti e tre.” Concluse James.
“Non avevo mai visto Lena in tuta e con i
capelli un po’ scomposti…” Affermò Mon-El dopo un
momento di silenzio.
“Siamo morti.” Decretò Winn.
“Morti stecchiti.” Confermò James.
Note: Dopo l’episodio di ieri ho pensato che un po’ di fluff ci volesse, insomma, povera Lena, dobbiamo coccolarla anche noi.
Cosa ne pensate dei superfriends che badano alle bambine? Vi piacciono Winn, James e Mon-El alle prese con Lily e Lianne?
Fatemi sapere. ;-)