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Autore: Calowphie    26/04/2017    4 recensioni
Raccolta di storie a tema "BTS x reader".
Ogni componente avrà una storia a se, con vari problemi e aspettative che renderanno il tutto un po' più romantico.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il treno in cui Yoongi era comodamente seduto viaggiava velocemente, facendo scorrere rapidamente gli alberi che il ragazzo osservava fuori dal finestrino: i fitti boschi erano intervallati da grandi pianure coperte da candida neve che lasciavano spazio solo per una piccola casa dal tetto rosso in lontananza, in cui qualche famiglia aveva acceso il camino per riscaldarsi durante le fredde giornate di quell’inverno.

Yoongi aveva la testa appoggia alla mano, rimanendo assorto nei suoi pensieri ogni volta che voltava lo sguardo oltre le lastre di vetro che lo separavano dal vento freddo che caratterizzava l’aria all’esterno: aveva ormai perso qualsiasi interesse nel libro aperto che aveva sulle ginocchia, tanto da diventare tutt’uno con la musica che rimbombava incessante nelle sue orecchie. Involontariamente, mentre il suo sguardo si perdeva nel vuoto della campagna imbiancata, muoveva la mano sinistra sul ginocchio come se stesse suonando il suo amato pianoforte socchiudendo, di tanto in tanto, gli occhi scuri beandosi completamente dell’atmosfera calma e rilassata che era riuscito a creare.

Riaprì leggermente gli occhi appena senti il treno rallentare, segno dell’arrivo in una nuova fermata: il ragazzo spense la musica senza però togliere le cuffie dalle orecchie, chiuse il libro e lo ripose nella grande borsa nera che era appoggiata nel posto accanto al suo, per poi stiracchiarsi e sedersi più comodamente sul sedile imbottito; una volta che il treno fu completamente fermo, Yoongi allungò lo sguardo verso tutte quelle persone che attendevano l’arrivo del suo treno per iniziare anche loro un nuovo viaggio: “ chissà a cosa penseranno tutte queste persone” si domandò il ragazzo notando gli sguardi assorti della gente ognuno con il proprio motivo per partire e ognuno con i propri problemi da risolvere.

Una ragazza in particolare però lo colpì: non aveva nessun cellulare in mano e non era sola in quella grande stazione; era assieme a quella che pareva essere sua madre che la salutava tra le lacrime salate che solcavano le rughe del suo viso: caldi abbracci si scambiavano le due, tanto che la giovane si vide costretta a trattenere le lacrime: “più che un arrivederci, assomiglia più ad un addio” pensò tra lui il corvino, continuando ad osservare la dolce scena di una madre consolata dalla figlia. La più giovane asciugò per l’ultima volta le lacrime della madre che trattene la mano della figlia ancora per qualche istante sulla sua guancia, non appena sentì l’incitamento del capotreno a salire: Yoongi cerò di leggere le labbra di lei, intuendo il messaggio solo quando questa era già salita sul treno e cercava il suo posto a sedere, trascinando a fatica la grande valigia che aveva preparato: “ tornerò presto” queste le parole che ritornavano nella mente del giovane appena comprese la voce muta della ragazza.

Il treno ripartì e Yoongi tornò nella sua quiete, fece ripartire la musica e appoggiò la testa allo schienale chiudendo gli occhi sperando che, addormentandosi, il tempo di attesa per arrivare a destinazione passasse più velocemente: “ scusa, potresti aiutarmi con la valigia?” una voce squillante ridestò il ragazzo che si vide costretto a stropicciarsi gli occhi ed annuire leggermente. Prontamente si alzò e aiutò la minuta e giovane ragazza che gli aveva rivolto la parola, notando solo in un secondo momento chi lei fosse: con ancora i muscoli indolenziti, prese il pesante bagaglio dalle maniglie e lo posizionò nella cappelliera posta sopra i loro posti: “scusami se ti ho svegliato, ma mia madre mi ha dato più del necessario” affermò ridacchiando la ragazza, inchinandosi in segno di scuse: “ qual è il tuo posto?” domandò lui con la voce ancora un po’ roca a causa del sonno arretrato: “ il 10D” rispose lei indicando il posto davanti a Yoongi lasciandolo leggermente sorpreso, tanto che si limitò ad annuire più volte.

Il ragazzo tornò comodamente al suo posto e, non curante della nuova presenza femminile davanti a lui, riprese le cuffie e alzò il volume della musica estraniandosi dal chiacchiericcio circostante: la ragazza non fece altro che imitare i gesti di lui lanciandogli un leggero sorriso quando notò lo sguardo sbalordito del ragazzo; in effetti Yoongi si aspettava di inziare una lunga e snervante conversazione con lei, ma molto probabilmente, anche la ragazza aveva tanti di quei pensieri per la testa che non aveva voglia di parlare con il primo che incontrava.

Gran parte del viaggio che seguì fu scandito dal continuo spostamento dello sguardo del ragazzo, il quale non sapeva se soffermarsi sul paesaggio che scorreva veloce fuori dal finestrino o osservare i lineamenti dolci della ragazza che scrutava l’orizzonte tenendo il ritmo della canzone che risuonava nelle sue orecchie, con la gamba e battendo leggermente la mano sul ginocchio: Yoongi non capiva come una ragazza potesse distrarlo così tanto, eppure non stava facendo alcuna azione particolare ma qualcosa in lei aumentava la curiosità di lui: “ ho qualcosa in faccia?” chiese lei quando per l’ennesima volta gli occhi del ragazzo si soffermarono sugli occhi della ragazza: “ oh… no” rispose lui sistemandosi leggermente il cappello nero che scaldava la sua testa.

La ragazza ridacchiò, prese il telefono e spense la musica in modo da togliere le cuffie e iniziare a parlare con quel ragazzo tanto misterioso che le era capitato davanti durante il viaggio: “ cosa stai ascoltando?” iniziò il discorso lei prendendo alla sprovvista il ragazzo, che semplicemente girò lo schermo del telefono verso la ragazza: “ sei di poche parole vedo” continuò lei sorridendogli: “ qual è la tua destinazione?” proseguì accavallando le gambe, incrociando le braccia al petto e inclinando leggermente la testa: “ Daegu” affermò secco lui, spegnendo definitivamente la musica e riponendo nella borsa nera le cuffie bianche, sue vecchie compagne di viaggio: “ torno dalla mia famiglia” incalzò lui cercando di prolungare il discorso iniziato da lei: “ tu?” concluse lui appoggiandosi nuovamente allo schienale imbottito: “ non ci crederai ma sto andando anche io nel tuo stesso posto” rispose con entusiasmo lei appoggiando i gomiti al tavolino che separava i due ragazzi: “ ma mi trasferisco a casa di mio padre, ha bisogno di una mano con il suo negozio” sottolineò: non che al ragazzo importasse sapere la vita di lei, ma questo spiegava il pianto disperato della madre nel lasciarla partire: “ ti piace la musica hip-hop quindi?” proseguì lei, notando come il moro, annuì semplicemente osservandola negli occhi.

La ragazza mise la mano in tasca e estrasse il suo cellulare bianco, lo appoggiò sul tavolino e aprì la sua playlist preferita rigirando il dispositivo verso il ragazzo: “ gusti simili?” pose una domanda sarcastica lei, accentuando il tutto con una leggera risata; gli occhi piccoli di Yoongi si spalancarono più che poterono dalla sorpresa, non aveva mai incontrato una ragazza con cui poteva condividere i suoi stessi gusti musicali: “ non è uno scherzo vero?” chiese lui incredulo di ciò che stava leggendo mentre scorreva la lista delle canzoni della ragazza: “ non lo è” affermò lei sorridendogli avvicinandosi a lui, spostando il volto alla destra del telefono entrano nella visuale del ragazzo: un battito mancò il cuore del moro quando lei gli posò la mano sulla spalla: “ ti prego riprenditi” affermò scherzosa notando solo in un secondo momento come i loro visi fossero pericolosamente vicini. Immediatamente appoggiò di nuovo la schiena al sedile allungando una mano verso il suo telefono estraendolo dalle grandi mani di lui: “ è starno vedere come una ragazza ascolti questo genere di musica” affermò lui schiarendosi leggermente la voce, come se nulla fosse successo: “ già” rispose semplicemente lei, guardando fuori dal finestrino pregando che le sue guance non fossero diventate troppo rosse.

Un imbarazzante e strano silenzio piombò tra i due: lei osservava distratta il cellulare sperando che qualcuno la chiamasse e la salvasse da quell’imbarazzo; lui osservava fuori dal finestrino coprendo con la mano, in cui il mento era appoggiato, la bocca cercando di rimanere indifferente alla ragazza accanto a lui. Nessuno dei due aveva mai provato uno sfarfallio di ali di farfalla nello stomaco per una persona appena incontrata: si sentivano spaesati e fuori luogo “ doveri parlargli? Almeno chiederle come si chiama” si tormentava lui, disegnando sul vetro appannato dei piccoli cerchi che poi cancellava appena l’idea che balenava nella sua testa cambiava; la ragazza  alzava lentamente lo sguardo dal telefono di tanto in tanto, e osservava i movimenti del ragazzo senza dare troppo nell’occhio: gli piaceva perdersi nei piccoli movimenti che compivano le sue mani, gli piaceva osservare ogni dettaglio come i suoi capelli scuri, che avevano dei leggeri riflessi blu che sbucavano dal cappello. Non sapeva ancora come si chiamava ma voleva conoscerlo un po’ meglio: prese coraggio, fece un respiro profondo e si schiarì leggermente la voce attirando l’attenzione di lui che si girò lentamente verso di lei mostrandole il suo sguardo magnetico: “ non ci siamo neanche presentati e già piomba il silenzio” scherzò lei allungando la mano verso di lui: “ sono T/N, piacere” continuò chiudendo gli occhi e sorridendogli il meglio che poteva: “ Yoongi” rispose lui stingendole la mano sorridendole leggermente.

Si lasciarono la mano malvolentieri capendo entrambi che qualcosa stava accadendo in loro: lo strano presentimento che si era palesato poco prima nei loro stomaci era tornato non appena i palmi delle loro mani si erano congiunti: “ mi hai rubato l’idea” affermò Yoongi incrociando le braccia al petto sembrando fintamente offeso: alla ragazza scappò una risata notando il finto broncio di lui e cercò di calmarla portandosi una mano sulle labbra: “ perché ridi? Volevo anche io chiederti come ti chiamavi mi hai battuto sul tempo” affermò il ragazzo perdendo definitivamente lo sguardo arrabbiato e accodandosi alla risata di lei. La risata di T/N scemò non appena notò il sorriso ammagliante di lui: non si aspettava che un ragazzo così tenebroso e riservato, potesse avere un sorriso così caldo : “ quindi sai ridere anche te” lo punzecchiò lei toccandogli dentro il braccio: “ non sono apatico, solo che non sono molto bravo a relazionarmi con la gente” rispose di rimando lui calmando la risata e sedendosi più comodamente sul suo posto.

Il treno iniziò  a rallentare nuovamente e il paesaggio fuori dal finestrino si delineava sempre più calmando anche lui la sua corsa forsennata: “ siamo alla penultima fermata quindi?” affermò lei con un po’ di tristezza nella voce osservano a destra e a sinistra le persone che percorrevano il corridoio adiacente a loro: “ già” affermò Yoongi sottolineando la tristezza nell’aria; nuovamente il ragazzo si vide assorto ad osservare ogni persona fuori da quel treno: ognuna con il volto illuminato dallo schermo dei loro telefoni e assorti nei loro problemi. Stranamente però Yoongi non si sentì più solo come loro , non si sentì più un estraneo in quel mondo di persone asociali: sentì che qualcosa era cambiato e che qualcuno era posto accanto a lui: “ ti piace psicoanalizzare la gente?” domandò lei avvicinando la faccia al vetro osservando il mondo all’esterno di esso; il ragazzo girò lo sguardo di scatto come se fosse stato colpito da un fulmine: “ cerco di capire cosa pensa la gente” affermò quasi bisbigliando lui sorridendo della piacevole apparizione di lei al suo fianco: “ io penso che stiano pensando a quanto sia barboso stare ad aspettare” ipotizzò la ragazza girando lo sguardo verso di lui e lanciandogli un sorriso che colse alla sprovvista il ragazzo, facendo diventare leggermente rossa la punta delle sue orecchie: “ io penso che in realtà siano assorti nei loro problemi e non badano nemmeno a quello che vedono sul cellulare” continuò lui socchiudendo gli occhi e appoggiando nuovamente la schiena al sedile: “ come sei riflessivo” sottolineò la ragazza annuendo leggermente: “ pensa a qualcosa di buffo: ad esempio quel signore secondo me sta cercando dei parrucchini perché si vergogna della sua testa pelata” affermò lei indicando un signore in giacca e cravatta assorto a scorrere il dito sullo schermo del telefono.

Il ragazzo sbuffò divertito e avvicinò nuovamente la faccia al finestrino dopo che la ragazza lo incitò ad avvicinarsi con la mano: “ prova tu” concluse dandogli una lieve pacca sulla spalla; Yoongi osservò svelto la poca gente che era rimasta individuando, in un angolo della stazione, una donna piuttosto ambigua: “ vedi quella signora con lo sguardo cupo?” domandò il ragazzo puntando la falange del dito indice sul freddo vetro: “ no, non riesco a trovarla” rispose lei muovendo la testa a destra e a sinistra scrutando attentamente tra la folla;

dopo qualche minuto di ricerca inutile, Yoongi poso entrambe le mani, leggermente fredde, sulle guance di lei e indirizzò il volto nella direzione opportuna: “ ora l’hai vista?” chiese lui osservando come le sue mani avevano iniziato a scaldarsi sotto il tocco caldo e morbido delle sue guance: “ si, l’ho individuata” rispose lei cercando di divincolarsi dal quel dolce tocco, ed evitare che il ragazzo potesse notare maggiormente il rossore sul suo volto: “ siamo sicuri non sia la protagonista di “Misery”?” osservò lui scaturendo una piccola risata nella ragazza: “ hai paura che ti porti con lei?” domandò lei girandosi verso di lui osservandolo negli occhi: “ no, non scrivo libri io. Il massimo che faccio è scrivere canzoni” affermò serio il ragazzo sbalordendo la ragazza;

il treno ripartì, prima lentamente e poi sempre più veloce fino a giungere la velocità desiderata, la ragazza si era alzata e si era seduta nel posto accanto a quello del ragazzo, spostando sul tavolino la borsa nera non di sua proprietà: “ scrivi canzoni?” domandò entusiasta lei notando un semplice movimento del capo come risposta: “posso leggerne una?” chiese speranzosa, unendo le mani e appoggiando la fonte su di esse in segno di una richiesta disperata.

Il ragazzo spazientito e divertito, sbuffò leggermente e allungò una mano nella borsa frugando alla ricerca del suo fedele quaderno: “ ti prego, non ridere”  concluse porgendole il bloc-notes dalla coprtina marrone e leggermente sgualcita dal tempo e dal frequente uso; sfogliando velocemente le pagine la ragazza si soffermò sulla canzone che, dal titolo, la colpì maggiormente e iniziò a leggerla: “ come posso ridere quando una canzone è così bella?” domandò T/N alzando lo sguardo dal quaderno: “ solo leggendo le prime righe si riesce a intuire il sentimento che hai cercato di esprimere” continuò chiudendo il blocco e porgendolo al proprietario che era rimasto esterrefatto dai commenti sinceri di lei: “ grazie” affermò semplicemente lui riponendo il quaderno nella grande tasca del bagaglio nero: “ dico solo la verità” affermò lei alzando lievemente le spalle per poi tornare al suo posto: una brusca frenata fece barcollare la stabile camminata di lei tanto che Yoongi, si vide costretto a sporgersi ed allungare una mano sulla sua schiena in modo da poterla sorreggere e non farla cadere: “ grazie” affermò lei con un po’ di spavento nel tono di voce, girando il volto verso di lui e notando nuovamente la pericolosa vicinanza: “ figurati” replicò il ragazzo allontanandosi soddisfatto della sua azione, una volta che T/N tornò in piedi.

Dopo essersi accomodata nuovamente al suo posto la suoneria allegra del suo telefono iniziò a squillare e si vide costretta a rispondere immediatamente se non voleva svegliare il povero Yoongi, che stava iniziando ad assopirsi: un “pronto” sussurrato venne pronunciato dalla ragazza che, divertita, notava come gli occhi del ragazzo cercavano di rimanere aperti ma senza successo: “ se vuoi dormire fallo, ti chiamo io quando siamo arrivati” interruppe la chiamata lei accarezzando la spalla di lui facendo accelerare il suo cuore: “ grazie” sussurrò il ragazzo e appoggiò la testa alla mano facendosi cullare dal suo amico Morfeo.

T/N concluse in fretta la chiamata della madre e non si fece scappare l’opportunità di immortalare la faccia rilassata di Yoongi mentre riposava: una risata contenuta si palesò nuovamente sulle labbra rosee di lei dopo che lo scatto fu riuscito; osservò per qualche minuto quella foto delineando i dettagli del viso del ragazzo e osservando le labbra sottili ma allo stesso tempo carnose

 
Stiamo per giungere alla stazione di Daegu, capolinea
 

La voce meccanica della donna fece alzare lo sguardo della ragazza in direzione della cassa che emetteva il suono: “ mi conviene svegliarlo” disse tra lei rimboccandosi le maniche e avvicinandosi al ragazzo scuotendo leggermente la sua spalla: “ Yoongi stiamo per arrivare” sussurrava la ragazza sperando di non donargli un brusco risveglio; di rimando lui aprì lentamente gli occhi beandosi del sorriso della ragazza che gli si palesò davanti: “ grazie  per avermi svegliato” affermò  stiracchiandosi: “ non farti strane idee, avevo bisogno che qualcuno mi tirasse giù la valigia” rispose sarcastica lei, deliziandosi della reazione incredula ma divertita del ragazzo. Una volta presa la valigia e appoggiata sul sedile accanto a quello di lei, Yonngi allungò la mano aperta verso di lei e chiese insistentemente il suo telefono; titubante la ragazza appoggiò l’oggetto richiesto sul palmo di lui e dopo qualche secondo, se lo ritrovò di nuovo davanti: “ chiamami qualche volta” affermò lui appena il treno rallentò.

 Il corvino si alzò dal suo posto con la borsa stretta tra le mani e iniziò ad allontanarsi da lei,  avvicinandosi all’uscita: notando il nuovo contatto aggiunto alla sua libreria, la ragazza si alzò di scatto portandosi le mani davanti alla bocca in modo da amplificare il suono: “ sentirai ancora parlare di me Min Yoongi” urlò creando delle risate nelle persone accanto a lei: “ non urlare tonta” affermò lui girandosi nella sua direzione, sorridendole per poi alzare la mano e salutarla cordialmente: sperava di ricevere quella risposta. 








nota: "Misery" romanzo thriller di Stephen King in cui il protagonista era un popolare scrittore di romanzi. [https://it.wikipedia.org/wiki/Misery_(romanzo)]
 
  
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