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Autore: Lovy91    29/04/2017    2 recensioni
Kaito è alla ricerca di Pandora, la pietra preziosa che è costata la vita a suo padre Toichi. Dopo l'ultimo furto cambia tutto: Saguru sospetta di Kaito e l'organizzazione ha deciso di scoprire se il ladro è veramente Toichi Kuroba. In particolare il rapporto con Aoko comincia a cambiare e il ragazzo si rende conto della delusione enorme che proverebbe se scoprisse che lui è Ladro Kid.
Il più grande ladro del mondo si rende conto di essere in mezzo a un triangolo pericoloso da cui dipende la sua libertà, la vita e l'amore...
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akako Koizumi, Aoko Nakamori, Ginzo Nakamori, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Saguru Hakuba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2° Capitolo


La rabbia della strega


Un mercoledì mattina Kaito era da Aoko a fare colazione. Frequentavano l'uno la casa dell'altra da sempre e per lui non era strano mangiare spesso da lei
La ragazza servì dei toast a tavola e delle uova, fin quando si trattava di pasti semplici Aoko riusciva a mettere qualcosa di buono in tavola.
Kaito sbadigliò e bevve il suo succo. Aoko stava sgranocchiando il suo toast e il signor Nakamori sorseggiava il suo caffè, con profonde occhiaie. Dopo essersi lasciato sfuggire Kid l'ultima volta, il mese prima, non dormiva bene. Inoltre quella mattina avrebbe incontrato il capo per discutere della messa a punto del piano per catturarlo.
<< Papà cerca di riprenderti >>, disse la figlia, dopo averlo visto versarsi un'altra tazza di caffè.
Nakamori emise un lamento. << Quel ladruncolo da quattro soldi non mi sfuggirà in eterno! >>.
Ladruncolo da quattro soldi?!.
Kaito cercò di non mostrare disappunto.
<< Proprio così papà! Lo sbatterai in carcere per il resto della vita! >>.
Il ragazzo inghiottì il boccone ed evitò di guardare Aoko. Quell'odio verso la sua seconda identità cominciava a pesargli
Si recarono insieme a scuola e si buttò a sedere nel suo banco. La scuola non faceva che parlare del colpo della sera dopo, molti avrebbero partecipato.
Saguru entrò in aula e il chiacchiericcio si spense subito. Quel cattivo umore di prima giornata divenne buonumore quando lo vide assorto nei suoi pensieri per acciuffarlo.
<< Saguru! >>.
Alcuni compagni lo circondarono, facendo domande. Saguru dell'attenzione non se ne fece niente, non era come quel ladro. A lui interessava solo catturarlo e fargli pagare il conto con la giustizia. Di recente aveva cominciato a pensare che stesse sbagliando strategia e doveva cambiare punto d'osservazione, Saguru aveva capito dove stava sbagliando.
Per tutti era il ladro gentiluomo dal manto bianco, il grande mago illusionista che rubava gioielli e lo stupore della gente. Ma lui era anche una persona qualunque quando non si esibiva davanti a tutti. Una persona con degli affetti, un'occupazione o degli studi, hobby. Si sentiva invulnerabile quando era Ladro Kid e si sentiva allo stesso modo nella sua vita privata, perché la fiducia in se stesso e l'arroganza smisurata glielo permettevano.
Doveva scoprire la sua identità come persona normale e, a quel punto, anche Ladro Kid sarebbe caduto e il giovedì dopo era la serata perfetta.


Durante la ricreazione Kaito controllò le notizie dell'ultimo minuto e i messaggi di Jii, che stava finendo di preparare il suo arsenale per il grande spettacolo.
<< Cosa guardi? >>. Aoko gli si parò davanti.
<< Nulla >>, rispose, pensando che a volte era veramente una scocciatrice.
<< Con chi ci andrai? >>.
Kaito parve confuso. << Di che parli? >>.
<< Della cena >>.
Kaito nemmeno ci aveva più pensato, il buono doveva essere finito in fondo a uno dei cassetti della sua stanza. Aveva sessanta giorni per usarlo e se Aoko non glielo avesse ricordato probabilmente l'avrebbe fatto scadere.
<< Non ci ho pensato, ultimamente sono un po' impegnato >>, cercò di giustificarsi.
<< Ovviamente ci verrà con me >>.
La voce della bella Akako si fece largo. La strega avanzò verso Kaito e gli passò un dito sul braccio, lentamente. Il ragazzo non sopportava il fare flirtante di Akako, gli piacevano le belle ragazze ma forse proprio perché era una strega e lui un mago le veniva naturale starle lontano. Aveva già fatto qualche magia rossa su di lui e sapeva quanto poteva essere potente, era meglio tenerla buona.
Aoko si sentì schiacciata dalla bellezza e dalla sicurezza della compagna. Portavano la stessa divisa ma il portamento e la naturalezza di Akako erano una botta negativa all'autostima. Lei non avrebbe mai osato il gesto che lei aveva fatto su Kaito, sarebbe morta d'imbarazzo.
<< A dir la verità >>, allontanò la sua mano. << Stavo dicendo ad Aoko che andremo insieme >>.
<< Eh? >>.
Akako sibilò come un serpente. Tutti gli uomini erano disposti a fare di tutto per lei, perfino perdere la vita, se lei l'avesse chiesto. Le streghe rosse facevano quest'effetto ma su Kaito... zero. La bella Akako, nel profondo, sapeva il motivo ma preferiva credere che fosse semplice ostinazione piuttosto che lui preferisse quella bambina di Nakamori.
<< Sul serio? Sei sicuro di non voler cambiare idea? >>, disse, passandosi una mano fra i lunghi capelli e scoccando un sorriso.
<< Sicurissimo >>, disse serio.
Aoko era arrossita mentre Akako era furiosa. Si sporse verso Kaito, vicinissima.
<< Ladro Kid non dovrebbe rifiutarmi >>.
<< Peccato >>, disse superandola. << Che io non sia Ladro Kid >>.


<< Ci vai davvero con Kaito?! >>.
Keiko non riusciva a trattenere l'entusiasmo. Aoko le fece segno di tacere con un dito sulla bocca.
<< E ti ha preferita ad Akako! A-k-a-k-o >>, sillabò.
<< Credo l'abbia fatto solo perché non va d'accordo con lei e quindi sia una sorta di ripicca >>.
<< Uffa Aoko! >>, disse Keiko. << O forse Kaito ti ha invitata perché ti trova carina? >>.
<< Io carina? Per Kaito? >>, domandò perplessa.
<< Cosa ti metterai? >>.
<< Non lo so. Non mi ha nemmeno detto il giorno >>.
<< Meglio ancora! Allora c'è tempo per lo shopping >>.
Shopping? Vestiti? Carina?
Aoko si chiese se non fosse un appuntamento. Lei e Kaito erano amici da dieci anni, da piccoli la prendeva in giro, da grandi pure. L'avrebbe presa in giro tutta la vita? Si fece una piccola autocritica e decise di mettere da parte la timidezza, l'insicurezza e di seguire i consigli di Keiko.
<< Okay! >>, esclamò. << Andiamo a fare shopping! >>.


Ritornato a casa sua, Kaito passò alla sala da biliardo di Jii. La frequentava da quando andava alle elementari e suo padre gli aveva insegnato i primi rudimenti del gioco da biliardo, era bravo però doveva ammettere che lo era di più come mago.
Seduto al bancone scorreva pigramente gli articoli su Ladro Kid dal tablet, una mano sotto il mento. In genere, prima di un colpo, affrontava una parentesi di calma in cui finiva di studiare i dettagli e le riproduzioni su scala degli edifici.
Ripensò alla rabbia di Akako, non sapeva nemmeno perché e sperò che non decidesse di sfogarla su di lui. Poi ricordò l'espressione sorpresa di Aoko e alla luce nei suoi occhi.
Jii stava lavorando a un piccolo oggetto. << Signorino qualcosa la turba? >>.
<< Quanto può essere pericolosa una donna arrabbiata? >>.
Jii rimase sorpreso dalla domanda. In genere il signorino Kaito non gli poneva quesiti come quelli, era segno che stava crescendo. << Molto signorino >>.
Lui lo guardò. << Davvero? >>.
<< Mai far arrabbiare una donna, signorino. Ma perché mi fa questa domanda? >>.
<< Semplice curiosità >>, rispose, finendo di bere la sua bibita e scendendo dallo sgabello. Si avvicinò al plastico posato sul tavolo da lavoro e si mise a studiarlo.


Akako era tornata a casa, stufa. Era scesa nei sotterranei seguita dal suo servitore: un luogo freddo, alle pareti c'erano scaffali di legno scuro pieno di boccette e barattoli in vetro che contenevano liquidi, pezzi di animali e altri intrugli strani. Un pentolone nero ed enorme era al centro della stanza, sotto cui crepitavano delle fiamme arancioni.
La ragazza indossava gli abiti da strega e sfogliava un grosso libro antico. Passeggiava nervosamente.
<< Dopo questo affronto Kaito me la pagherà! Umiliarmi davanti a quella mocciosa! >>.
<< Cosa intende fare? >>.
Akako sfogliò in cerca di una pagina precisa e la trovò, un sorriso minaccioso storpiò il suo bel viso, seguito da una risata fragorosa.
<< Con questo incantesimo Kaito Kuroba dovrà cadere ai miei piedi. Per sempre! >>.


Il giorno dopo c'era educazione fisica. Kaito si era cambiato con i suoi compagni nello spogliatoio, ridendo con loro. Non aveva amici stretti, non perché fosse un tipo solitario, ma forse perché gli era sempre bastata l'amicizia di Aoko. Da quando era Ladro Kid sarebbe stato impossibile stringere amicizie con i suoi coetanei.
Avrebbero giocato a pallavolo, in squadre miste. La sua era al primo turno e vinse. Alla fine della partita aveva una gran sete e si diresse verso il distributore dell'acqua, posto nell’ingresso della palestra. Stava per prendere la bottiglietta quando arrivò Akako. Gli vennero in mente le parole di Jii: una donna arrabbiata è molto pericolosa.
Si era legata i capelli in una coda perfetta e voleva anche lei prendere dell'acqua.
<< Partita intensa eh? >>.
<< L'importante è aver vinto! >>.
Si allontanò, poi un lamento lo fece fermare. La bottiglietta di Akako non scendeva e lei batté una mano sul distributore. Kaito sospirò e da bravo ragazzo ritornò indietro per sbloccare la macchina.
<< Ho una gran sete! >>, lamentò lei.
Kaito poggiò la sua bottiglietta sopra il distruttore e riuscì a far scendere quella della compagna. Gliela riconsegnò
<< Grazie, fanno bene a chiamarti ladro gentiluomo >>.
Alzò gli occhi al cielo e prese la sua acqua. << Non so di cosa tu stia parlando >>.
La strega lo guardò andarsene, molto soddisfatta.


Kaito si sedette sugli spalti, guardando gli altri giocare. Era il turno della squadra di Aoko, quella ragazza era proprio imbranata. Rise, vedendola giocare.
Aprì la sua bottiglia e ne bevve circa metà. Dopo averla richiusa cominciò a sentirsi strano, come se avesse sonno. Si chiese cosa gli prendesse, quella notte aveva dormito il giusto, soprattutto perché c'era un colpo quel giorno e doveva essere in forma. Bevve qualche altro sorso d'acqua e la sensazione peggiorò. Si portò una mano alla fronte, domandandosi se per caso avesse l'influenza ma era freddo.
Aoko aveva sbagliato un altro tiro e la sua squadra perse. Sapeva di essere una matematica migliore di quanto non lo fosse da sportiva. Salì i gradini degli spalti, con un asciugamano sulle spalle.
<< Abbiamo perso >>, disse all'amico. Si voltò a guardarlo quando non ottenne risposta. << Kaito? >>.
Stava per risponderle quando si accorse che non poteva. Formulava la frase nella sua testa, voleva pronunciarla e non usciva nessun suono.
<< Ti senti bene? Ti è andata via la voce >>.
Una risatina stridula lo fece voltare. Akako si stava avvicinando e si sedette al fianco di Kaito, che risultò in mezzo alle due ragazze.
<< Ci hai ripensato Kaito? >>.
<< Sì >>. Il ragazzo rimase sconvolto. Lui non voleva dirle di sì!
<< Quindi porterai me a cena? >>.
Aoko trasalì.
<< Sì >>.
Che mi succede?!
Guardò l'amica, ferita. Aoko si alzò di scatto, cercando di non piangere e se ne andò, senza dire nulla. Kaito voleva dirle che non era come pensava, che c'era uno sbaglio ma dalla bocca non usciva niente. Volse la sua attenzione ad Akako, pronto ad affrontarla.
Lei sorrise, maligna. Agitò la bottiglietta che aveva in mano, divertita, e il ragazzo comprese. Presa la sua, l'osservò e capì.
<< Cos'hai fatto?! >>.
<< Niente. Tu volevi venire a cena con me fin dall'inizio >>.
<< Sì è vero! >>. Si coprì la bocca con la mano.
Akako rise. << Vedi? >>.
<< Mi hai fatto una delle tue fatture da stregaccia! >>.
<< Come osi?! >>. Balzò in piedi. << Nessuno insulta la mia arte rossa! >>.
<< Qualsiasi cosa sia falla smettere >>.
<< Ma tu non vuoi che smetta >>.
<< Assolutamente no! >>. Kaito si rese conto che qualsiasi domanda gli faceva lui rispondeva quello che lei voleva sentirsi dire. Era questa la magia di Akako: quando qualcuno gli rivolgeva una domanda lui era costretto a rispondere quello che la persona desiderava.
Ma allora perché non riusciva a spiccicare parola con Aoko?
Poi un pensiero lo fece impallidire. Se veramente era così era un disastro per Ladro Kid, se avesse incrociato Saguru o Nakamori avrebbe potuto dire qualcosa di scomodo.
<< Akako sono serio, liberami! >>.
Gli si avvicinò, poggiandogli un dito sulle labbra. << Ladro Kid chiacchierone potrebbe essere scomodo >>.
<< Sì >>. Bruscamente gli levò la mano. << Cioè, se Kid avesse questo problema >>.
<< Salvato all'ultimo secondo. Comunque, se vuoi che ti liberi, porta me a cena e decidi di donarmi la tua vita e la libertà >>.
<< Neanche per sogno! >>, rispose Kaito, indignato per quello che aveva fatto. Come le era saltato in mente?
<< Bene >>, Akako gli voltò le spalle con un movimento fluido. << Diverti stasera >>.


Giovedì 26 febbraio mi esibirò per voi nel furto dell'opale arcobaleno, sarà uno spettacolo colorato da non dimenticare! Alle 21 inizierà lo stupore.


                                                                                                                                                                                                Ladro Kid



L'opale arcobaleno era una gemma di coloro rosso fuoco, incastonata dentro una collana, messa a sua volta al collo del busto di marmo di un famoso sculture giapponese. Esso era appena morto e l'opale era un dono del museo di Kyoto, come era desiderio dell'artista, poiché gli aveva donato diverse opere nel corso della vita.
La mostra si teneva nella sala del Cerulean Tower Tokyu Hotel, nel quartiere di Shibuya. La sala più bella, al diciassettesimo piano, aveva una capienza di duecento persone e un bar per le consumazioni. Due pareti su quattro erano ricoperte da finestroni che non si potevano aprire e l'entrata nella sala era solo una, un ampio portone. Quell'hotel era famoso per un'enorme acquario che occupava quasi tutta una parete della sala, alla destra dell'entrata. Conteneva una moltitudine di pesci tropicali, ricostruzioni su scala di due famosi castelli giapponesi e il fondo era formato da pietre colorate.
Nakamori aveva fatto bloccare gli ascensori e pattugliare il tetto. Aveva predisposto degli agenti su tutte le uscite e piazzato un paio di elicotteri all'esterno. Intorno al busto c'erano i suoi quattro agenti migliori, con sguardo attento guardavano ogni curioso che si avvicinava per osservare la splendida gemma.
Per accedere al diciassettesimo piano c'era un solo ascensore che veniva avviato solo ogni volta che c'era un invitato all'evento e all'interno c'era una guardia che controllava che tutto fosse regolare.
Saguru si trovava all'interno del salone, appoggiato al bancone del bar, roteando un liquido analcolico nel bicchiere.
C'era anche Aoko, il padre era riuscito ad avere un invito per lei. La ragazza voleva sostenerlo, seppur con il cuore pesante a causa del comportamento dell'amico. Aveva evitato Kaito per tutta la durata delle lezioni, lui l'aveva ignorata. Non si spiegava il suo comportamento, non dava la colpa ad Akako, lei aveva semplicemente più coraggio di Aoko. Si avvicinò ad osservare la gemma e con la coda dell'occhio notò Saguru avvicinarsi.
<< Aoko, non sapevo saresti venuta anche tu >>.
<< Mio padre ha ottenuto un invito >>.
Il detective notò gli occhi tristi. << Sei sola? Dov'è il tuo amico illusionista? >>.
Il riferimento a Kaito provocò una fitta di rabbia. << Non è venuto e non mi interessa! >>
Saguru comprese che dovevano aver avuto uno screzio e sotto sotto non gli dispiaceva. << Meglio così. Di buffoni illusionisti ne abbiamo già uno di troppo, stasera >>.


Kaito era sul tetto dell'edificio di fronte, il vento faceva svolazzare il suo mantello. Con un potente binocolo spiava la situazione. Jii era già dentro, pronto ad aiutarlo. Non sapeva ancora come gestire la fattura creata da Akako ma avrebbe trovato un modo. Jii avrebbe voluto che annullasse il furto ma Kaito si era opposto: lo spettacolo non si fermava mai.
L'unica via di fuga era la porta principale della sala, sarebbe uscito da lì, poi avrebbe creato scompiglio sul tetto per fuggire con l'aliante.
Non sapeva, però, che Nakamori aveva inventato un trucchetto semplice ma che l'avrebbe messo in difficoltà.


<< Carta d'identità, signore >>.
Kaito diede la carta d'identità di un invitato. Aveva falsificato il documento ed usato la faccia di uno degli invitati che non si era potuto presentare e Kaito aveva intercettato la chiamata in cui annullava la sua presenza. Cercava di non parlare, aveva paura di farsi scoprire.
<< Tessai
Yamashita >>, lesse l'agente, studiandone il volto. Gli riconsegnò il documento. << Salga pure >>.
Il collega dentro il cubicolo lo trasportò fino al diciassettesimo piano. La moquette rossa e le pareti chiare rendevano l'ambiente elegante. Un breve corridoio illuminato da lampade alle pareti e poi il portone della sala, dove c'erano degli agenti. Gli chiesero di nuovo il documento ed entrò.
Subito vide Saguru vicino ad Aoko e una fitta non piacevole l'attraversò. Poi si ricordò del dolore negli occhi della ragazza e della sua incapacità di poterle parlare.

Maledetta Akako!
Camminò un po' per la sala, per guardare il gioiello e per la sorpresa fece quasi un salto indietro.
È falso!
Girò intorno alla gemma e non aveva dubbi. Il bagliore degli opali cambia a seconda della posizione in cui si guarda e nel modo in cui la luce lo riflette. Quell'opale non aveva quella caratteristica, era una copia fatta molto bene.
Ma allora dov'era quello vero?
Guardò per la sala, cercando di capire cosa stesse succedendo. C'erano tre tavoli con un buffet, un angolo bar con due baristi. Nel tentativo di capirci qualcosa finse di voler bene un drink e di essere indeciso, facendo spostare alcune bottiglie ma le gemma non era nascosta lì. Capì che la gemma poteva essere solo in un posto.

Ce l'ha addosso qualcuno. Ma chi?
Nakamori aveva uno sguardo trionfante. Ma quello che più lo lasciava perplesso era Saguru: non era in giro a chiedere agli agenti, a Nakamori, a contare i secondi. Era lì, con Aoko, a bere qualcosa. Forse l'aveva lui?
Fece un rapido calcolo: c'erano 177 persone nella sala, oltre lui. Non avrebbero mai affidato la gemma a una persona al di fuori di quel perimetro quindi si trovava lì. Togliendo il corpo di polizia e i detective erano 160 invitati. Trovava improbabile che avessero affidato una cosa di tale importanza a una persona qualunque.
Quindi ce l'aveva uno degli agenti, Nakamori, il direttore del museo o Saguru.
Il suo sguardo andò a quest'ultimo. Forse era tranquillo perché aveva lui l'opale arcobaleno?


Nakamori era in piedi vicino ad una delle vetrate frontali alla porta d'ingresso, in compagnia del direttore del museo di Kyoto, Eien Itō. Era un uomo corpulento, con pochi capelli grigi e alto, indossava un completo marrone e la catena di un orologio da taschino penzolava da una tasca.
<< Lei è sicuro che funzionerà? >>.
Nakamori esplose in una risata. << Ladro Kid non potrà sfuggirmi stavolta! Voglio proprio vedere come recupererà il gioiello! >>.


Kaito si era avvicinato ai due, vide penzolare la catena dalla tasca e decise che doveva appurare se poteva essere il gioiello. Facendo finta di ammirare il panorama dalle ampie vetrate era vicino alla coppia formata dall'ispettore e dal direttore, per ascoltare.
Erano le 20.30.
Il ladro adocchiò due donne poco distanti, che stavano bevendo un alcolico, dovevano essere almeno al terzo bicchiere perché avevano le guance porpora e ridevano molto. Jii, a qualche metro da loro sotto le spoglie di un arzillo settantenne, fece finta di essere anche lui ubriaco e quando le donne furono troppo vicine al direttore le fece inciampare nel bastone che portava. Il liquido nei bicchieri macchiò l'abito del direttore che imprecò e fu costretto ad estrarre l'orologio per controllare se si era bagnato. Con un'occhiata fulminea, Kaito dovette constatare che non aveva la gemma addosso.
Quella sera si trovava davvero in difficoltà.


Aoko guardava l'acquario, sempre più triste. Saguru l'affiancò, con un bicchiere e glielo porse.
<< Ti ho preso qualcosa da bere >>.
Arrossì. << Grazie >>. Prese il bicchiere e ne bevve un sorso.
<< Posso sapere perché sei così triste? >>.
<< Io posso chiederti perché sei così tranquillo? >>. Aoko cambiò abilmente discorso, non voleva parlare di Kaito.
Il ragazzo fece un largo sorriso. << Perché stasera non è esattamente Ladro Kid che mi interessa >>
Aoko lo guardò perplessa. << In che senso? >>.
<< Vedrai >>.


Kaito si era distratto. Aveva visto il gesto di Saguru, dare il bicchiere ad Aoko e non poteva accettare che tutto questo stava succedendo a causa di quella strega di Akako.
<< Signorino >>. La voce di Jii gli entrò nelle orecchie, dalla piccola ricetrasmittente che aveva nell'orecchio. << La vedo in difficoltà >>.
<< Non sono mai in difficoltà >>, disse, sfruttando la sua sicurezza. Continuava a guardare quei due e, come un fulmine, capì dov'era la gemma.

E bravo Nakamori
, pensò Kaito, scuotendo la testa.
Il piano di Nakamori era semplice ma geniale: la gemma era nell'acquario. Uno dei castelli riprodotti era quello di Edo, Nakamori aveva fatto costruire una riproduzione con dentro la gemma. Sapeva perfettamente che il nemico avrebbe capito dov'era, non consisteva in quello il piano: il problema era prenderla.
L'acquario era talmente grande che ci si poteva nuotare dentro, si sarebbe dovuto immergere per prenderla, si sarebbe bagnato e non avrebbe potuto confondersi con nessun altro invitato. Ma c'era una cosa che Nakamori non poteva sapere e, inconsapevolmente, rendeva il piano ancora più geniale: Kaito aveva il terrore dei pesci. E non poteva rompere il vetro, sarebbero morti: per quanto non li sopportasse, erano pur sempre creature viventi. Si concentrò su un piano alternativo.
Erano le 20.40.


Akako si trovava fuori dall'edificio, seduta su una panchina di fronte al palazzo. Aveva le lunghe gambe accavallate con grazia, indossava un vestito bordeaux scollato e con uno spacco vertiginoso. Non poteva vederlo però, grazie alla sua magia e all'intuito femminile, poteva avvertire il disagio e il fastidio.
<< Cadrà ai miei piedi! >>.


Saguru guardò l'orologio che portava al polso. << Sono le venti e cinquantasette minuti, ventotto secondi >>, si guardò attorno. << Ti aspetto >>.
Nakamori era in piedi di fronte all'acquario, comunicava con i suoi agenti: tutto tranquillo.
<< Papà >>. La figlia si avvicinò.
<< Figliola, ti stai divertendo? >>.
<< Più o meno... Tu invece sembra che ti stia divertendo un mondo >>.
Il padre irruppe in una risata. << Ladro Kid dovrà rinunciare o finirà fradicio! >>.
<< Fradicio? >>, chiese Aoko perplessa.
Buio.
Come arrivò l'oscurità la sala rimase senza fiato e alcune donne gridarono. Nakamori urlò di serrarsi intorno al gioiello, voleva far credere a Kid che quello falso fosse il vero obbiettivo. Dopo un minuto le luci si riaccesero.
Il falso gioiello era ancora lì.
<< Non l'ha rubato! >>.
<< Ispettore Nakamori! >>.
Un biglietto era stato attaccato al vetro dell'acquario, con l'inconfondibile segno di Ladro Kid.


L'opale arcobaleno è in mano mia!

                                                   
                                                                                                                                                                                        Ladro Kid


<< No! >>.
Il coperchio dell'acquario era spostato, gocce sul vetro e l'acqua della moquette suggerivano che Ladro Kid era entrato, aveva preso il gioiello ed era fuggito. Nakamori, fuori di sé, si fece immergere e il castello Edo era stato spostato. Lo sollevò e notò il brillare rosso dell'opale. Riemerse con il gioiello e notò che quello falso era sparito.
Completamente fradicio poggiò sulla moquette e gongolava.
<< Stolto! Ci ha fatto credere di aver rubato il gioiello per distrarci e prenderne uno falso! >>.
Hakuba guardò le tracce d'acqua per terra. Una pozza d'acqua simile a quella di Nakamori si era formata dove Ladro Kid era sceso ma se si fosse emerso per prenderlo avrebbero dovuto esserci tracce d'acqua anche per il resto della sala.
<< Oh no! >>, corse verso Nakamori. << Ispettore rimetta la pietra dov'era! >>.
Troppo tardi.
Un cappello bianco vagò per la sala e l'uomo lo prese d'istinto. Quello esplose e una luce fortissima invase la sala, accecando tutti. Quando riacquistarono la vista, Nakamori cadde in ginocchio e si portò le mani al capo. Aoko si chinò su di lui.
<< L'opale arcobaleno! >>.
<< Grazie ispettore! >>.
<< Maledetto Ladro Kid! >>.
Kaito era in piedi sull'entrata principale. Il primo furto, quello finto, aveva allontanato gli agenti alla porta ed era completamente libera. In mano l'opale, come una fiamma ardente.
Hakuba si avvicinò al ladro ma lui sparò un paio di carte che lo costrinsero ad arretrare.
<< Ingegnoso ispettore ma io detesto bagnarmi >>. Gli fece l'occhiolino.
<< Io detesto te! >>.
Aoko affiancò Hakuba. << Marcirai in prigione! >>, disse, dopo aver assistito ad un'altra umiliazione verso suo padre.
Kaito avrebbe voluto risponderle ma non ci riuscì. Ancora una volta rimase bloccato a causa della magia di Akako.
Il detective notò l'attimo di smarrimento del ladro e inarcò un sopracciglio, non capendo cosa gli stesse succedendo. Kaito se ne accorse e decise che era il momento di sparire.
<< Miei cari spettatori vi lascio con un'ultima magia. Alla prossima! >>. Dal soffitto cominciarono ad esplodere bombe scintillanti di colore diverso, in omaggio all'opale arcobaleno.
Kaito si avvolse nel mantello per confondersi nelle luci ed imboccò la porta, il suo obbiettivo era l'ascensore per arrivare al tetto, l'unico funzionante. Non appena la porta si aprì, l'agente all'interno, confuso, venne stordito dal gas soporifero che Kaito aveva precedentemente preparato e l'appoggiò al muro.
<< Sai una cosa Ladro Kid >>.
Era già dentro quando vide Saguru. Aveva il dito sul pulsante e rimase fermo.
<< Sei un grande illusionista ma sei anche una persona comune >>.
<< Giusto! >>. Kaito si coprì la bocca con la mano.
<< Io scoprirò chi sei, Ladro Kid. Una persona con le sue paure, le sue fobie >>, pronunciò l'ultima parola lentamente. << Cosa temi tu? >>.
<< I pesci! >>. Kaito premette il pulsante in fretta e svanì dalla vista. Quella strana risposta fu il suo vantaggio, perché Saguru pensò lo stesse burlando come al solito. Rimase lì, da solo. Voleva che nascesse nel ladro una punta di paura ed era sicuro di esserci riuscito.


La mattina dopo Kaito si decise ad affrontare Akako. Era appoggiata al muro del corridoio, molto contenta e con occhi luccicanti di malignità.
<< Basta così Akako >>.
<< Che c'è? Hai rischiato grosso ieri? >>. Provò a mettergli una mano sul viso.
Kaito la bloccò con forza. << Sì... cioè, non ho rischiato un bel niente! Mettitelo in testa: io non sarò mai tuo, non ci sarà nessuna magia che mi porterà a scegliere una persona spregievole come te >>.
Akako si morse un labbro, cercando di contenere la furia. A quelle parole aveva assistito anche Aoko e Kaito la vide.
<< Bene >>, si staccò dal muro e si liberò dalla presa. << Sei libero ma io non mi arrendo, sappilo >>.
Akako aveva lasciato perdere per un semplice motivo: se le magie non funzionavano, avrebbe conquistato Kaito in un'altra maniera e il fastidio di vedere la serenità di Aoko era stato uno schiaffo morale.
Kaito si sentì più leggero, come se avesse cinque chili in meno. Prese un lungo respiro e c'era un solo modo per scoprire se si era liberato di quella fastidiosa magia rossa. Si avvicinò ad Aoko, un po' imbarazzato.
Lei gli voltò la faccia, rimanendo però dov'era. Kaito avvicinò una mano al suo viso e lei divenne rossa. Poi un botto di coriandoli l'avvolse e si ritrovò il buono del ristorante svolazzare davanti alla faccia e lo prese.
<< Scegli tu il giorno >>
<< Ma... >>.
<< Non vuoi più andarci? >>.
<< Sì, vorrei >>.
Era talmente felice che Kaito provò un moto di tenerezza verso di lei. Era felice con le piccole cose e adorava questo lato di Aoko.
<< Comunque mio padre è stato umiliato di nuovo... >>, disse, triste. << Ho visto Ladro Kid con i miei occhi >>.

Non era nemmeno quello che cercavo!
<< Il piano di tuo padre era ingegnoso >>.
<< Già... >>. Aoko rise.
<< Perché ridi? >>.
<< Ho immaginato te al suo posto, ad immergerti in una vasca piena degli animali che tu odi di più: i pesci! >>.

C'è poco da ridere! Ero terrorizzato!
Si unì alla sua risata, pensando che, in fondo, era la verità.
Ma Kaito non sapeva che c'era qualcuno ad aver origliato la loro conversazione, l'ultima persona che avrebbe dovuto sentire. Saguru Hakuba si sedette al suo banco, fissando Kaito. Quella strana risposta di Ladro Kid non lo era più.

Ti smaschererò, Kaito Kuroba.

Angolo autrice!

Ciao!
Ecco il secondo capitolo. Ho introdotto Akako, la nominerò altre volte, metterà ancora i bastoni tra le ruote al Ladro Kid! ;)
X Miky2911: Non ho mai partecipato a gare di FF :) Aoko era la presentatrice, era vestita bene ed era molto carina! Grazie per la recensione!
X
SimoErato: Grazie mille per i complimenti! Adoro anch'io la coppia Aoko/Kid!

Alla prossima!

   
 
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