2° Capitolo
La rabbia della strega
Un
mercoledì mattina
Kaito era da Aoko a fare colazione. Frequentavano l'uno la casa
dell'altra da sempre e per lui non era strano mangiare spesso da lei
La ragazza servì dei
toast a tavola e delle uova, fin quando si trattava di pasti semplici
Aoko riusciva a mettere qualcosa di buono in tavola.
Kaito sbadigliò e bevve
il suo succo. Aoko stava sgranocchiando il suo toast e il signor
Nakamori sorseggiava il suo caffè, con profonde occhiaie. Dopo
essersi lasciato sfuggire Kid l'ultima volta, il mese prima, non
dormiva bene. Inoltre quella mattina avrebbe incontrato il capo per
discutere della messa a punto del piano per catturarlo.
Nakamori emise un lamento.
<< Quel ladruncolo da quattro soldi non mi sfuggirà in
eterno!
>>.
Ladruncolo da quattro
soldi?!.
<< Proprio così
papà! Lo sbatterai in carcere per il resto della vita! >>.
Il ragazzo inghiottì il
boccone ed evitò di guardare Aoko. Quell'odio verso la sua seconda
identità cominciava a pesargli
Si recarono insieme a
scuola e si buttò a sedere nel suo banco. La scuola non faceva che
parlare del colpo della sera dopo, molti avrebbero partecipato.
Saguru entrò in aula e il
chiacchiericcio si spense subito. Quel cattivo umore di prima
giornata divenne buonumore quando lo vide assorto nei suoi pensieri
per acciuffarlo.
<< Saguru!
>>.
Alcuni compagni lo circondarono, facendo domande. Saguru
dell'attenzione non se ne fece niente, non era come quel ladro. A lui
interessava solo catturarlo e fargli pagare il conto con la
giustizia. Di recente aveva cominciato a pensare che stesse
sbagliando strategia e doveva cambiare punto d'osservazione, Saguru
aveva capito dove stava sbagliando.
Per tutti era il ladro
gentiluomo dal manto bianco, il grande mago illusionista che rubava
gioielli e lo stupore della gente. Ma lui era anche una persona
qualunque quando non si esibiva davanti a tutti. Una persona con
degli affetti, un'occupazione o degli studi, hobby. Si sentiva
invulnerabile quando era Ladro Kid e si sentiva allo stesso modo
nella sua vita privata, perché la fiducia in se stesso e l'arroganza
smisurata glielo permettevano.
Doveva scoprire la sua
identità come persona normale e, a quel punto, anche Ladro Kid
sarebbe caduto e il giovedì dopo era la serata perfetta.
Durante la ricreazione
Kaito controllò le notizie dell'ultimo minuto e i messaggi di Jii,
che stava finendo di preparare il suo arsenale per il grande
spettacolo.
<< Cosa guardi? >>.
Aoko gli si parò davanti.
<< Nulla >>,
rispose, pensando che a volte era veramente una scocciatrice.
<< Con chi ci
andrai? >>.
Kaito parve confuso. <<
Di che parli? >>.
<< Della cena >>.
Kaito nemmeno ci aveva più
pensato, il buono doveva essere finito in fondo a uno dei cassetti
della sua stanza. Aveva sessanta giorni per usarlo e se Aoko non
glielo avesse ricordato probabilmente l'avrebbe fatto scadere.
<< Non ci ho
pensato, ultimamente sono un po' impegnato >>, cercò di
giustificarsi.
<< Ovviamente ci
verrà con me >>.
La voce della bella Akako
si fece largo. La strega avanzò verso Kaito e gli passò un dito sul
braccio, lentamente. Il ragazzo non sopportava il fare flirtante di
Akako, gli piacevano le belle ragazze ma forse proprio perché era
una strega e lui un mago le veniva naturale starle lontano. Aveva già
fatto qualche magia rossa su di lui e sapeva quanto poteva essere
potente, era meglio tenerla buona.
Aoko si sentì schiacciata
dalla bellezza e dalla sicurezza della compagna. Portavano la stessa
divisa ma il portamento e la naturalezza di Akako erano una botta
negativa all'autostima. Lei non avrebbe mai osato il gesto che lei
aveva fatto su Kaito, sarebbe morta d'imbarazzo.
<< A dir la verità
>>, allontanò la sua mano. << Stavo dicendo
ad Aoko che
andremo insieme >>.
<< Eh? >>.
Akako sibilò come un
serpente. Tutti gli uomini erano disposti a fare di tutto per lei,
perfino perdere la vita, se lei l'avesse chiesto. Le streghe rosse
facevano quest'effetto ma su Kaito... zero. La bella Akako, nel
profondo, sapeva il motivo ma preferiva credere che fosse semplice
ostinazione piuttosto che lui preferisse quella bambina di Nakamori.
<< Sul serio? Sei
sicuro di non voler cambiare idea? >>, disse, passandosi
una
mano fra i lunghi capelli e scoccando un sorriso.
<< Sicurissimo >>,
disse serio.
Aoko era arrossita mentre
Akako era furiosa. Si sporse verso Kaito, vicinissima.
<< Ladro Kid non
dovrebbe rifiutarmi >>.
<< Peccato >>,
disse superandola. << Che io non sia Ladro Kid
>>.
<< Ci vai davvero
con Kaito?! >>.
Keiko non riusciva a
trattenere l'entusiasmo. Aoko le fece segno di tacere con un dito
sulla bocca.
<< E ti ha preferita
ad Akako! A-k-a-k-o >>, sillabò.
<< Credo l'abbia
fatto solo perché non va d'accordo con lei e quindi sia una sorta di
ripicca >>.
<< Uffa Aoko! >>,
disse Keiko. << O forse Kaito ti ha invitata perché ti
trova
carina? >>.
<< Io carina? Per
Kaito? >>, domandò perplessa.
<< Cosa ti metterai?
>>.
<< Non lo so. Non mi
ha nemmeno detto il giorno >>.
<< Meglio ancora!
Allora c'è tempo per lo shopping >>.
Shopping? Vestiti? Carina?
Aoko si chiese se non
fosse un appuntamento. Lei e Kaito erano amici da dieci anni, da
piccoli la prendeva in giro, da grandi pure. L'avrebbe presa in giro
tutta la vita? Si fece una piccola autocritica e decise di mettere da
parte la timidezza, l'insicurezza e di seguire i consigli di Keiko.
<< Okay! >>,
esclamò. << Andiamo a fare shopping! >>.
Ritornato a casa sua,
Kaito passò alla sala da biliardo di Jii. La frequentava da quando
andava alle elementari e suo padre gli aveva insegnato i primi
rudimenti del gioco da biliardo, era bravo però doveva ammettere che
lo era di più come mago.
Seduto al bancone scorreva pigramente
gli articoli su Ladro Kid dal tablet, una mano sotto il mento. In
genere, prima di un colpo, affrontava una parentesi di calma in cui
finiva di studiare i dettagli e le riproduzioni su scala degli
edifici.
Ripensò alla rabbia di
Akako, non sapeva nemmeno perché e sperò che non decidesse di
sfogarla su di lui. Poi ricordò l'espressione sorpresa di Aoko e
alla luce nei suoi occhi.
Jii stava lavorando a un
piccolo oggetto. << Signorino qualcosa la turba?
>>.
<< Quanto può
essere pericolosa una donna arrabbiata? >>.
Jii rimase sorpreso dalla
domanda. In genere il signorino Kaito non gli poneva quesiti come
quelli, era segno che stava crescendo. << Molto signorino
>>.
Lui lo guardò. <<
Davvero? >>.
<< Mai far
arrabbiare una donna, signorino. Ma perché mi fa questa domanda?
>>.
<< Semplice
curiosità >>, rispose, finendo di bere la sua bibita e
scendendo dallo sgabello. Si avvicinò al plastico posato sul tavolo
da lavoro e si mise a studiarlo.
Akako era tornata a casa,
stufa. Era scesa nei sotterranei seguita dal suo servitore: un luogo
freddo, alle pareti c'erano scaffali di legno scuro pieno di boccette
e barattoli in vetro che contenevano liquidi, pezzi di animali e
altri intrugli strani. Un pentolone nero ed enorme era al centro
della stanza, sotto cui crepitavano delle fiamme arancioni.
La
ragazza indossava gli abiti da strega e sfogliava un grosso libro
antico. Passeggiava nervosamente.
<< Dopo questo
affronto Kaito me la pagherà! Umiliarmi davanti a quella mocciosa!
>>.
<< Cosa intende
fare? >>.
Akako sfogliò in cerca di
una pagina precisa e la trovò, un sorriso minaccioso storpiò il suo
bel viso, seguito da una risata fragorosa.
<< Con questo
incantesimo Kaito Kuroba dovrà cadere ai miei piedi. Per sempre!
>>.
Il giorno dopo c'era
educazione fisica. Kaito si era cambiato con i suoi compagni nello
spogliatoio, ridendo con loro. Non aveva amici stretti, non perché
fosse un tipo solitario, ma forse perché gli era sempre bastata
l'amicizia di Aoko. Da quando era Ladro Kid sarebbe stato impossibile
stringere amicizie con i suoi coetanei.
Avrebbero giocato a
pallavolo, in squadre miste. La sua era al primo turno e vinse. Alla
fine della partita aveva una gran sete e si diresse verso il
distributore dell'acqua, posto nell’ingresso della palestra. Stava
per prendere la bottiglietta quando arrivò Akako. Gli vennero in
mente le parole di Jii: una donna arrabbiata è molto pericolosa.
Si era legata i capelli in
una coda perfetta e voleva anche lei prendere dell'acqua.
<< Partita intensa
eh? >>.
<< L'importante è
aver vinto! >>.
Si allontanò, poi un
lamento lo fece fermare. La bottiglietta di Akako non scendeva e lei
batté una mano sul distributore. Kaito sospirò e da bravo ragazzo
ritornò indietro per sbloccare la macchina.
<< Ho una gran sete!
>>, lamentò lei.
Kaito poggiò la sua
bottiglietta sopra il distruttore e riuscì a far scendere quella
della compagna. Gliela riconsegnò
<< Grazie, fanno
bene a chiamarti ladro gentiluomo >>.
Alzò gli occhi al cielo e
prese la sua acqua. << Non so di cosa tu stia parlando
>>.
La strega lo guardò
andarsene, molto soddisfatta.
Kaito si sedette sugli
spalti, guardando gli altri giocare. Era il turno della squadra di
Aoko, quella ragazza era proprio imbranata. Rise, vedendola giocare.
Aprì la sua bottiglia e
ne bevve circa metà. Dopo averla richiusa cominciò a sentirsi
strano, come se avesse sonno. Si chiese cosa gli prendesse, quella
notte aveva dormito il giusto, soprattutto perché c'era un colpo
quel giorno e doveva essere in forma. Bevve qualche altro sorso
d'acqua e la sensazione peggiorò. Si portò una mano alla fronte,
domandandosi se per caso avesse l'influenza ma era freddo.
Aoko aveva sbagliato un
altro tiro e la sua squadra perse. Sapeva di essere una matematica
migliore di quanto non lo fosse da sportiva. Salì i gradini degli
spalti, con un asciugamano sulle spalle.
<< Abbiamo perso >>,
disse all'amico. Si voltò a guardarlo quando non ottenne risposta.
<< Kaito? >>.
Stava per risponderle
quando si accorse che non poteva. Formulava la frase nella sua testa,
voleva pronunciarla e non usciva nessun suono.
<< Ti senti bene? Ti
è andata via la voce >>.
Una risatina stridula lo
fece voltare. Akako si stava avvicinando e si sedette al fianco di
Kaito, che risultò in mezzo alle due ragazze.
<< Ci hai ripensato
Kaito? >>.
<< Sì >>. Il
ragazzo rimase sconvolto. Lui non voleva dirle di sì!
<< Quindi porterai
me a cena? >>.
Aoko trasalì.
<< Sì >>. Che
mi succede?!
Guardò l'amica, ferita.
Aoko si alzò di scatto, cercando di non piangere e se ne andò, senza
dire nulla. Kaito voleva dirle
che non era come pensava, che c'era uno sbaglio ma dalla bocca non
usciva niente. Volse la sua attenzione ad Akako, pronto ad
affrontarla.
Lei sorrise, maligna.
Agitò la bottiglietta che aveva in mano, divertita, e il ragazzo
comprese. Presa la sua, l'osservò e capì.
<< Cos'hai fatto?!
>>.
<< Niente. Tu volevi
venire a cena con me fin dall'inizio >>.
<< Sì è vero! >>.
Si coprì la bocca con la mano.
Akako rise. << Vedi?
>>.
<< Mi hai fatto una
delle tue fatture da stregaccia! >>.
<< Come osi?! >>.
Balzò in piedi. << Nessuno insulta la mia arte rossa!
>>.
<< Qualsiasi cosa
sia falla smettere >>.
<< Ma tu non vuoi
che smetta >>.
<< Assolutamente no!
>>. Kaito si rese conto che qualsiasi domanda gli faceva
lui
rispondeva quello che lei voleva sentirsi dire. Era questa la magia
di Akako: quando qualcuno gli rivolgeva una domanda lui era costretto
a rispondere quello che la persona desiderava.
Ma allora perché non
riusciva a spiccicare parola con Aoko?
Poi un pensiero lo fece
impallidire. Se veramente era così era un disastro per Ladro Kid, se
avesse incrociato Saguru o Nakamori avrebbe potuto dire qualcosa di
scomodo.
<< Akako sono serio,
liberami! >>.
Gli
si avvicinò,
poggiandogli un dito sulle labbra. << Ladro Kid
chiacchierone
potrebbe essere scomodo >>.
<< Sì >>.
Bruscamente gli levò la mano. << Cioè, se Kid avesse
questo
problema >>.
<< Salvato
all'ultimo secondo. Comunque, se vuoi che ti liberi, porta me a cena
e decidi di donarmi la tua vita e la libertà >>.
<< Neanche per
sogno! >>, rispose Kaito, indignato per quello che aveva
fatto.
Come le era saltato in mente?
<< Bene >>,
Akako gli voltò le spalle con un movimento fluido. <<
Diverti
stasera >>.
Giovedì 26 febbraio mi esibirò per voi nel furto dell'opale arcobaleno, sarà uno spettacolo colorato da non dimenticare! Alle 21 inizierà lo stupore.
Ladro Kid
L'opale arcobaleno era una
gemma di coloro rosso fuoco, incastonata dentro una collana, messa a
sua volta al collo del busto di marmo di un famoso sculture
giapponese. Esso era appena morto e l'opale era un dono del museo di
Kyoto, come era desiderio dell'artista, poiché gli aveva donato
diverse opere nel corso della vita.
La mostra si teneva nella
sala del Cerulean Tower Tokyu Hotel, nel quartiere di Shibuya. La
sala più bella, al diciassettesimo piano, aveva una capienza di
duecento persone e un bar per le consumazioni. Due pareti su quattro
erano ricoperte da finestroni che non si potevano aprire e l'entrata
nella sala era solo una, un ampio portone. Quell'hotel era famoso per
un'enorme acquario che occupava quasi tutta una parete della sala,
alla destra dell'entrata. Conteneva una moltitudine di pesci
tropicali, ricostruzioni su scala di due famosi castelli giapponesi e
il fondo era formato da pietre colorate.
Nakamori aveva fatto
bloccare gli ascensori e pattugliare il tetto. Aveva predisposto
degli agenti su tutte le uscite e piazzato un paio di elicotteri
all'esterno. Intorno al busto c'erano i suoi quattro agenti migliori,
con sguardo attento guardavano ogni curioso che si avvicinava per
osservare la splendida gemma.
Per accedere al
diciassettesimo piano c'era un solo ascensore che veniva avviato solo
ogni volta che c'era un invitato all'evento e all'interno c'era una
guardia che controllava che tutto fosse regolare.
Saguru si trovava
all'interno del salone, appoggiato al bancone del bar, roteando un
liquido analcolico nel bicchiere.
C'era anche Aoko, il padre
era riuscito ad avere un invito per lei. La ragazza voleva
sostenerlo, seppur con il cuore pesante a causa del comportamento
dell'amico. Aveva evitato Kaito per tutta la durata delle lezioni,
lui l'aveva ignorata. Non si spiegava il suo comportamento, non dava
la colpa ad Akako, lei aveva semplicemente più coraggio di Aoko.
Si avvicinò ad osservare la gemma e con la coda dell'occhio notò
Saguru avvicinarsi.
<< Aoko, non sapevo
saresti venuta anche tu >>.
<< Mio padre ha
ottenuto un invito >>.
Il detective notò gli
occhi tristi. << Sei sola? Dov'è il tuo amico
illusionista?
>>.
Il riferimento a Kaito
provocò una fitta di rabbia. << Non è venuto e non mi
interessa! >>
Saguru comprese che
dovevano aver avuto uno screzio e sotto sotto non gli dispiaceva.
<<
Meglio così. Di buffoni illusionisti ne abbiamo già uno di troppo,
stasera >>.
Kaito era sul tetto
dell'edificio di fronte, il vento faceva svolazzare il suo mantello.
Con un potente binocolo spiava la situazione. Jii era già dentro,
pronto ad aiutarlo. Non sapeva ancora come gestire la fattura creata
da Akako ma avrebbe trovato un modo. Jii avrebbe voluto che
annullasse il furto ma Kaito si era opposto: lo spettacolo non si
fermava mai.
L'unica via di fuga era la
porta principale della sala, sarebbe uscito da lì, poi avrebbe
creato scompiglio sul tetto per fuggire con l'aliante.
Non sapeva, però, che
Nakamori aveva inventato un trucchetto semplice ma che l'avrebbe
messo in difficoltà.
<< Carta d'identità,
signore >>.
Kaito diede la carta
d'identità di un invitato. Aveva falsificato il documento ed usato
la faccia di uno degli invitati che non si era potuto presentare e
Kaito aveva intercettato la chiamata in cui annullava la sua
presenza. Cercava di non parlare, aveva paura di farsi scoprire.
<<
Tessai Yamashita
>>, lesse l'agente, studiandone il volto. Gli riconsegnò
il
documento. << Salga pure >>.
Il
collega dentro il cubicolo lo trasportò fino al diciassettesimo
piano. La moquette rossa e le pareti chiare rendevano l'ambiente
elegante. Un breve corridoio illuminato da lampade alle pareti e poi
il portone della sala, dove c'erano degli agenti. Gli chiesero di
nuovo il documento ed entrò.
Subito
vide Saguru vicino ad Aoko e una fitta non piacevole l'attraversò.
Poi si ricordò del dolore negli occhi della ragazza e della sua
incapacità di poterle parlare.
Maledetta
Akako!
Camminò
un po' per la sala, per guardare il gioiello e per la sorpresa fece
quasi un salto indietro.
È
falso!
Girò
intorno alla gemma e non aveva dubbi. Il bagliore degli opali cambia
a seconda della posizione in cui si guarda e nel modo in cui la luce
lo riflette. Quell'opale non aveva quella caratteristica, era una
copia fatta molto bene.
Ma
allora dov'era quello vero?
Guardò
per la sala, cercando di capire cosa stesse succedendo. C'erano tre
tavoli con un buffet, un angolo bar con due baristi. Nel tentativo di
capirci qualcosa finse di voler bene un drink e di essere indeciso,
facendo spostare alcune bottiglie ma le gemma non era nascosta lì.
Capì che la gemma poteva essere solo in un posto.
Ce
l'ha addosso qualcuno. Ma chi?
Nakamori
aveva uno sguardo trionfante. Ma quello che più lo lasciava
perplesso era Saguru: non era in giro a chiedere agli agenti, a
Nakamori, a contare i secondi. Era lì, con Aoko, a bere qualcosa.
Forse l'aveva lui?
Fece un rapido calcolo: c'erano 177 persone
nella sala, oltre lui. Non avrebbero mai affidato la gemma a una
persona al di fuori di quel perimetro quindi si trovava lì.
Togliendo il corpo di polizia e i detective erano 160 invitati.
Trovava improbabile che avessero affidato una cosa di tale importanza
a una persona qualunque.
Quindi
ce l'aveva uno degli agenti, Nakamori, il direttore del museo o
Saguru.
Il suo sguardo andò a quest'ultimo. Forse era tranquillo
perché aveva lui l'opale arcobaleno?
Nakamori
era in piedi vicino ad una delle vetrate frontali alla porta
d'ingresso, in compagnia del direttore del museo di Kyoto, Eien Itō.
Era un uomo corpulento, con pochi capelli grigi e alto, indossava un
completo marrone e la catena di un orologio da taschino penzolava da
una tasca.
<<
Lei è sicuro che funzionerà? >>.
Nakamori
esplose in una risata. << Ladro Kid non potrà sfuggirmi
stavolta! Voglio proprio vedere come recupererà il gioiello!
>>.
Kaito
si era avvicinato ai due, vide penzolare la catena dalla tasca e
decise che doveva appurare se poteva essere il gioiello. Facendo
finta di ammirare il panorama dalle ampie vetrate era vicino alla
coppia formata dall'ispettore e dal direttore, per ascoltare.
Erano
le 20.30.
Il
ladro adocchiò due donne poco distanti, che stavano bevendo un
alcolico, dovevano essere almeno al terzo bicchiere perché avevano le guance porpora e ridevano molto. Jii, a qualche metro da loro sotto
le spoglie di un arzillo settantenne, fece finta di essere anche lui
ubriaco e quando le donne furono troppo vicine al direttore le fece
inciampare nel bastone che portava. Il liquido nei bicchieri macchiò
l'abito del direttore che imprecò e fu costretto ad estrarre
l'orologio per controllare se si era bagnato. Con un'occhiata
fulminea, Kaito dovette constatare che non aveva la gemma
addosso.
Quella sera si trovava davvero in difficoltà.
Aoko
guardava l'acquario, sempre più triste. Saguru l'affiancò, con un
bicchiere e glielo porse.
<<
Ti ho preso qualcosa da bere >>.
Arrossì.
<< Grazie >>. Prese il bicchiere e ne bevve
un sorso.
<<
Posso sapere perché sei così triste? >>.
<<
Io posso chiederti perché sei così tranquillo? >>. Aoko
cambiò abilmente discorso, non voleva parlare di Kaito.
Il
ragazzo fece un largo sorriso. << Perché stasera non è
esattamente Ladro Kid che mi interessa >>
Aoko
lo guardò perplessa. << In che senso? >>.
<<
Vedrai >>.
Kaito
si era distratto. Aveva visto il gesto di Saguru, dare il bicchiere
ad Aoko e non poteva accettare che tutto questo stava succedendo a
causa di quella strega di Akako.
<<
Signorino >>. La voce di Jii gli entrò nelle orecchie,
dalla
piccola ricetrasmittente che aveva nell'orecchio. << La
vedo in
difficoltà >>.
<<
Non sono mai in difficoltà >>, disse, sfruttando la sua
sicurezza. Continuava a guardare quei due e, come un fulmine, capì
dov'era la gemma.
E
bravo Nakamori,
pensò Kaito, scuotendo la testa.
Il
piano di Nakamori era semplice ma geniale: la gemma era
nell'acquario. Uno dei castelli riprodotti era quello di Edo,
Nakamori aveva fatto costruire una riproduzione con dentro la gemma.
Sapeva perfettamente che il nemico avrebbe capito dov'era, non
consisteva in quello il piano: il problema era prenderla.
L'acquario
era talmente grande che ci si poteva nuotare dentro, si sarebbe
dovuto immergere per prenderla, si sarebbe bagnato e non avrebbe
potuto confondersi con nessun altro invitato. Ma c'era una cosa che
Nakamori non poteva sapere e, inconsapevolmente, rendeva il piano
ancora più geniale: Kaito aveva il terrore dei pesci. E non poteva
rompere il vetro, sarebbero morti: per quanto non li sopportasse,
erano pur sempre creature viventi. Si concentrò su un piano
alternativo.
Erano le 20.40.
Akako
si trovava fuori dall'edificio, seduta su una panchina di fronte al
palazzo. Aveva le lunghe gambe accavallate con grazia, indossava un
vestito bordeaux scollato e con uno spacco vertiginoso. Non poteva
vederlo però, grazie alla sua magia e all'intuito femminile, poteva
avvertire il disagio e il fastidio.
<<
Cadrà ai miei piedi! >>.
Saguru
guardò l'orologio che portava al polso. << Sono le venti
e
cinquantasette minuti, ventotto secondi >>, si guardò
attorno.
<< Ti aspetto >>.
Nakamori
era in piedi di fronte all'acquario, comunicava con i suoi agenti:
tutto tranquillo.
<< Papà >>. La figlia si avvicinò.
<<
Figliola, ti stai divertendo? >>.
<<
Più o meno... Tu invece sembra che ti stia divertendo un mondo
>>.
Il
padre irruppe in una risata. << Ladro Kid dovrà
rinunciare o
finirà fradicio! >>.
<<
Fradicio? >>, chiese Aoko perplessa.
Buio.
Come
arrivò l'oscurità la sala rimase senza fiato e alcune donne
gridarono. Nakamori urlò di serrarsi intorno al gioiello, voleva far
credere a Kid che quello falso fosse il vero obbiettivo. Dopo un
minuto le luci si riaccesero.
Il
falso gioiello era ancora lì.
<<
Non l'ha rubato! >>.
<<
Ispettore Nakamori! >>.
Un
biglietto era stato attaccato al vetro dell'acquario, con
l'inconfondibile segno di Ladro Kid.
L'opale
arcobaleno è in mano mia!
Ladro
Kid
<<
No! >>.
Il
coperchio dell'acquario era spostato, gocce sul vetro e l'acqua della
moquette suggerivano che Ladro Kid era entrato, aveva preso il
gioiello ed era fuggito. Nakamori, fuori di sé, si fece immergere e
il castello Edo era stato spostato. Lo sollevò e notò il brillare
rosso dell'opale. Riemerse con il gioiello e notò che quello falso
era sparito.
Completamente
fradicio poggiò sulla moquette e gongolava.
<<
Stolto! Ci ha fatto credere di aver rubato il gioiello per distrarci
e prenderne uno falso! >>.
Hakuba
guardò le tracce d'acqua per terra. Una pozza d'acqua simile a
quella di Nakamori si era formata dove Ladro Kid era sceso ma se si
fosse emerso per prenderlo avrebbero dovuto esserci tracce d'acqua
anche per il resto della sala.
<<
Oh no! >>, corse verso Nakamori. <<
Ispettore rimetta la
pietra dov'era! >>.
Troppo
tardi.
Un
cappello bianco vagò per la sala e l'uomo lo prese d'istinto. Quello
esplose e una luce fortissima invase la sala, accecando tutti. Quando
riacquistarono la vista, Nakamori cadde in ginocchio e si portò le
mani al capo. Aoko si chinò su di lui.
<<
L'opale arcobaleno! >>.
<<
Grazie ispettore! >>.
<<
Maledetto Ladro Kid! >>.
Kaito
era in piedi sull'entrata principale. Il primo furto, quello finto,
aveva allontanato gli agenti alla porta ed era completamente libera.
In mano l'opale, come una fiamma ardente.
Hakuba
si avvicinò al ladro ma lui sparò un paio di carte che lo
costrinsero ad arretrare.
<<
Ingegnoso ispettore ma io detesto bagnarmi >>. Gli fece
l'occhiolino.
<<
Io detesto te! >>.
Aoko
affiancò Hakuba. << Marcirai in prigione!
>>, disse,
dopo aver assistito ad un'altra umiliazione verso suo padre.
Kaito
avrebbe voluto risponderle ma non ci riuscì. Ancora una volta rimase
bloccato a causa della magia di Akako.
Il detective notò l'attimo di smarrimento del ladro e inarcò un
sopracciglio,
non capendo cosa gli stesse succedendo. Kaito se ne accorse e decise
che era il momento di sparire.
<<
Miei cari spettatori vi lascio con un'ultima magia. Alla prossima!
>>. Dal soffitto cominciarono ad esplodere bombe
scintillanti
di colore diverso, in omaggio all'opale arcobaleno.
Kaito
si avvolse nel mantello per confondersi nelle luci ed imboccò la
porta, il suo obbiettivo era l'ascensore per arrivare al tetto,
l'unico funzionante. Non appena la porta si aprì, l'agente
all'interno, confuso, venne stordito dal gas soporifero che Kaito
aveva precedentemente preparato e l'appoggiò al muro.
<<
Sai una cosa Ladro Kid >>.
Era
già dentro quando vide Saguru. Aveva il dito sul pulsante e rimase
fermo.
<<
Sei un grande illusionista ma sei anche una persona comune
>>.
<<
Giusto! >>. Kaito si coprì la bocca con la mano.
<<
Io scoprirò chi sei, Ladro Kid. Una persona con le sue paure, le sue
fobie >>, pronunciò l'ultima parola lentamente.
<< Cosa
temi tu? >>.
<<
I pesci! >>. Kaito premette il pulsante in fretta e svanì
dalla vista. Quella strana risposta fu il suo vantaggio, perché
Saguru pensò lo stesse burlando come al solito. Rimase lì, da solo.
Voleva che nascesse nel ladro una punta di paura ed era sicuro di
esserci riuscito.
La
mattina dopo Kaito si decise ad affrontare Akako. Era appoggiata al
muro del corridoio, molto contenta e con occhi luccicanti di
malignità.
<<
Basta così Akako >>.
<<
Che c'è? Hai rischiato grosso ieri? >>. Provò a mettergli
una
mano sul viso.
Kaito
la bloccò con forza. << Sì... cioè, non ho rischiato un
bel
niente! Mettitelo in testa: io non sarò mai tuo, non ci sarà
nessuna magia che mi porterà a scegliere una persona spregievole come
te >>.
Akako
si morse un labbro, cercando di contenere la furia. A quelle parole
aveva assistito anche Aoko e Kaito la vide.
<<
Bene >>, si staccò dal muro e si liberò dalla presa.
<<
Sei libero ma io non mi arrendo, sappilo >>.
Akako
aveva lasciato perdere per un semplice motivo: se le magie non
funzionavano, avrebbe conquistato Kaito in un'altra maniera e il
fastidio di vedere la serenità di Aoko era stato uno schiaffo
morale.
Kaito
si sentì più leggero, come se avesse cinque chili in meno. Prese un
lungo respiro e c'era un solo modo per scoprire se si era liberato di
quella fastidiosa magia rossa. Si avvicinò ad Aoko, un po'
imbarazzato.
Lei
gli voltò la faccia, rimanendo però dov'era. Kaito avvicinò una
mano al suo viso e lei divenne rossa. Poi un botto di coriandoli
l'avvolse e si ritrovò il buono del ristorante svolazzare davanti
alla faccia e lo prese.
<<
Scegli tu il giorno >>
<<
Ma... >>.
<<
Non vuoi più andarci? >>.
<<
Sì, vorrei >>.
Era
talmente felice che Kaito provò un moto di tenerezza verso di lei.
Era felice con le piccole cose e adorava questo lato di Aoko.
<<
Comunque mio padre è stato umiliato di nuovo... >>,
disse,
triste. << Ho visto Ladro Kid con i miei occhi
>>.
Non
era nemmeno quello che cercavo! <<
Il piano di tuo padre era ingegnoso >>.
<<
Già... >>. Aoko rise.
<<
Perché ridi? >>.
<<
Ho immaginato te al suo posto, ad immergerti in una vasca piena degli
animali che tu odi di più: i pesci! >>.
C'è
poco da ridere! Ero terrorizzato!
Si
unì alla sua risata, pensando che, in fondo, era la verità.
Ma
Kaito non sapeva che c'era qualcuno ad aver origliato la loro
conversazione, l'ultima persona che avrebbe dovuto sentire. Saguru
Hakuba si sedette al suo banco, fissando Kaito. Quella strana
risposta di Ladro Kid non lo era più.
Ti
smaschererò, Kaito Kuroba.
Angolo autrice!
Ciao!
Ecco
il secondo capitolo. Ho introdotto Akako, la nominerò altre volte,
metterà ancora i bastoni tra le ruote al Ladro Kid! ;)
X
Miky2911: Non ho mai partecipato a gare di FF :) Aoko era
la
presentatrice, era vestita bene ed era molto carina! Grazie per la
recensione!
X
SimoErato:
Grazie mille per i complimenti! Adoro anch'io la coppia Aoko/Kid!
Alla prossima!