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Autore: Sakkaku    29/04/2017    2 recensioni
Questa storia è ambientata intorno al Medioevo, la protagonista si ritrova a nascondersi in un villaggio dove pensa di riposarsi solo per qualche giorno e ripartire. Le cose andranno diversamente e una parte del suo passato tornerà a galla.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mythological Creatures'
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Capitolo 18

 

Il tempo pareva si fosse scordato di scorrere. Da quando il Cerbero aveva risvegliato gli umani nelle menti delle fiere e il loro incantesimo per farle rimanere dormienti si era spezzato, tutto era rimasto immobile. Elisabeth pensava a mille cose, come fosse possibile una situazione simile e come aveva fatto a non accorgersene, era un fiume di pensieri e questo stava facendo venire mal di testa a Lynn.
Dall'altra parte, neanche Zack se la passava bene. Dirk continuava a farsi mille domande per poi rispondersi da solo, il mal di testa anche per la Chimera era dietro l'angolo.
Lynn si recò alla taverna, aveva bisogno di bere per sopportarla, fu sfortunata. La locanda era deserta, quindi Charlie aveva il tempo per chiacchierare.
Quanto accidenti parla questo?” pensò l'Arpia bevendo un sordo d'idromele “Mi devo concentrare e localizzare Zack. Prima lo trovo meno avrà tempo di architettare e creare trappole.”
Perché pensi a queste cose? Sii gentile con lui! Charlie è sempre stato cordiale nei miei confronti” la rimproverò Elisabeth.
- Devo proprio assentarmi. Ho delle faccende da sbrigare, come ti ho anticipato ieri, a breve partirò dal villaggio.
- Perché? Non ti trovi bene qui?
- Mi piace cambiare aria e non rimanere ferma in un posto per troppo tempo.
- Ti piace molto viaggiare?
- Sì, mi fa sentire libera essere priva di legami con altre persone che tendono solo a ferirti e pugnalarti alle spalle, ignorando tutti i sacrifici che hai fatto per loro - pronunciò quella frase con una nota di delusione nella voce.
Per Lynn la sorella di Elisabeth si era comportata da ingrata scrivendo quella lettera, sarebbe stato meglio se avesse semplicemente smesso di scriverle senza darle una motivazione.
Sei troppo critica” la riprese l'umana, sul pensiero che l'Arpia aveva avuto riguardo sua sorella non disse nulla, ognuno era libero di pensare quello che voleva.
Elisabeth si ritrovò nuovamente dormiente, Lynn era riuscita a trovare l'incantesimo giusto per avere un po' di pace e pensare senza interferenze.
Zack aveva lanciato su se stesso il medesimo sortilegio, sapeva che l'effetto non sarebbe durato in eterno.
Devo trovare quella maledetta Arpia e sistemare la questione una volta per tutte! Col cavolo che rimandiamo tutto a domani, se non risolviamo la questione oggi, potrei impazzire! Almeno dopo questa situazione assurda finirà.”

 

Il Cerbero si riteneva soddisfatto del modo in cui l'Arpia e la Chimera stavano agendo alla sua imposizione di avere i pensieri degli umani udibili nella loro mente.
- Sono acuti, proprio degni di essere...
- Taci Bud! - lo sgridò Bram.
- L'Ofiotauro è in giro e quello che stavi per dire è un segreto che nessuno all'infuori di noi deve sapere!
- Sei sempre il solito stupido - lo prese in giro Bob.
- Stai zitto anche tu! - lo riprese la testa centrale - Direi di far riunire quei due nella foresta e liberare gli umani, senza che abbiano opportunità di zittirli. Inoltre mi assicurerò d'informarli su tutta la faccenda della faida, almeno non si limiteranno a farsi domande a loro stessi! Mi aspetto che diano filo da torcere alle fiere. Ci sarà da divertirsi - tutti e tre sorrisero pregustandosi un bello spettacolo.

 

Lynn e Zack si ritrovarono nella boscaglia. Tutto quello che stava accadendo era sicuramente opera del Cerbero, entrambe le creature mitologiche ne erano certe, così come la strana reazione degli umani e del modo in cui il loro incantesimo si era spezzato prima del previsto.
I loro cuori scalpitavano, come se fossero davanti a due scelte, una peggiore dell'altra. Intorno sembrava esserci silenzio, l'unico rumore era il palpitare del cuore dentro al petto. O almeno, era quello l'unico suono che parevano udire.
Lynn percepiva la sua parte umana ribellarsi. L'Arpia digrignò i denti. Doveva portare a termine la sua missione, la dinastia della specie alla quale apparteneva lo esigeva. Il suo corpo venne percosso da dei fremiti. L'affetto che Elisabeth provava per l'umano posseduto dalla Chimera era profondo, dopotutto era prevedibile. Il periodo dell'infanzia l'avevano trascorso insieme, i ricordi dei tempi passati erano vividi nella mente e nel cuore.
Dall'altra parte Zack era in conflitto come la rivale. Dirk si stava ribellando al suo controllo, lottava contro la Chimera che viveva in lui. L'uomo sapeva che il carattere e i comportamenti della donna che aveva davanti erano diversi da quelli delle sua amica d'infanzia Elisabeth, però era certo che lei stava combattendo come lui, per evitare che si facessero del male a vicenda. I suoi occhi gli mostravano quel altro carattere che a volte prevaleva. Da una parte era contento di non essere lui il diretto assassino, anche se le sue mani erano in egual modo sporche di sangue. La Chimera dormiente prendeva il controllo nel momento in cui il suo spirito era più fragile e vacillava. Stavolta però era diverso. Dirk era consapevole di quello che stava succedendo e di ciò che in passato era accaduto. Le sue amnesie avevano finalmente un senso. Tutto iniziava a schiarirsi anche nella sua mente. Zack notò che Lynn aveva il suo stesso problema, così decise che era il momento migliore per passare all'assalto.
Lo stesso pensiero passò nella mente dell'Arpia, che prontamente si scansò, mandando a vuoto l'attacco dell'avversario. Con grazia spiccò un salto, scavalcando la Chimera, poi andò a colpirlo alla nuca con il ginocchio.
Gli ansimi di entrambi sembravano ringhi.
Insomma, stupida umana, lasciami concentrare! Devo indebolirlo prima di ucciderlo!”
“No” le rispose Elisabeth “Lui ha sofferto per molto tempo, non merita di fare la fine che indendi dargli.”
-
Smettila di curiosare nella mia testa! Stai al tuo posto!! - gridò Lynn stringendo con forza l'impugnatura del pugnale, maledisse il Cerbero per aver mandato all'aria il suo piano.
Quella situazione la rendeva irrequieta e aveva accentuato la sete di vendetta e la creatività malvagia che per natura viveva in lei. Questo le aveva fatto dimenticare del suo lato da mediatore, come lo era inizialmente. Ora era troppo tardi per cambiare, doveva agire se non voleva morire. Una nebbia copriva la sua mente facendole dimenticare come doveva svolgersi realmente il loro scontro. Anche Zack sembrava essersene scordato, altrimenti non l'avrebbe mai attaccata. L'interferenza del Cerbero li aveva mandati fuori controllo. Il suo obiettivo era stato raggiunto.
Ti sbagli” la voce di Elisabeth le rimbombò in testa “Sono sicura che anche Dirk non è d'accordo con tutto questo. Possiamo trovare un compromesso, una soluzione che rende contenti tutti i due fronti. Con il dialogo si può risolvere tutto.”
Lynn scosse la chioma rossa, come per allontanare quel discorso. Lei, in cuor suo, voleva credere a una soluzione senza altri spargimenti di sangue, le sue compagne Arpie la pensavano allo stesso modo, solo per quel motivo erano scese a patti con le Chimere, per evitare di perdere persone care per una battaglia che non sarebbe mai terminata. Entrambe le razze volevano la stessa cosa: la dimostrazione di chi tra le due creature mitologiche fosse superiore e meritava un territorio più ampio. Dopo secoli di rivalità erano entrambe d'accordo di trovare una soluzione evitando in questo modo di uccidersi a vicenda, portando come unico risultato un aumento di cadaveri da entrambe le parti. Liberarsi dei deceduti era il lato più faticoso e straziante della loro faida.
Ora importava solo di portare a termine la missione che era stata a loro assegnata, in fin dei conti erano passati molti anni. Sia Lynn che Zack erano consapevoli dei loro ruoli, lo erano sempre stati, solo che la presenza del Cerbero li aveva resi più determinati a concludere in fretta. Se uno dei due non avesse sovrastato l'altro, un'altra terribile guerra avrebbe avuto inizio.
Lynn si stava calmando e piano piano tornò a pensare lucidamente, diradando la nebbia di ira che fino a poco prima la stava accecando.
Stavo per mandare all'aria l'accordo” pensò scuotendo la testa “Avrei rovinato tutto. Grazie all'intervento di Elisabeth sono riuscita a fermarmi prima che fosse troppo tardi.”
Avanti Zack, lasciami parlare con lei” insistette Dirk “Sono sicuro di riuscire a dialogare in modo civile con Elisabeth. Lo sai bene anche tu che in passato mi ha aiutato, nonostante le divergenze di opinioni. Insomma, guardami! Sono ancora vivo e pensare che le avevo chiesto di uccidermi in modo definitivo. Neanche quello è riuscita a fare.”
La Chimera sapeva che non aveva tutti i torti. La lucidità stava tornando e si era reso conto di aver commesso un altro errore.
Questo dev'essere lo scopo del Cerbero. Farci combattere come animali. Peccato che in questo modo il nostro patto verrebbe spezzato e questo è una cosa che né io né l'Arpia possiamo permetterci” pensò Zack controllando la respirazione e valutando la proposta di Dirk.
La Chimera sospettava che Lynn non avrebbe mai accettato una soluzione presa dagli umani. Le Arpie mai avrebbero sotterrato l'ascia di guerra senza ottenere un risultato definitivo, specialmente in un momento di vantaggio. Inoltre c'era da considerare quanto tempo Lynn avesse atteso per prendere il pieno possesso del corpo dell'umana senza avere una scadenza definitiva. Alla fine lei era stata fortunata, sapeva in anticipo a partire da quando avrebbe avuto il possesso del corpo e quindi quando poteva agire. Invece lui a differenza, poteva solo aiutarsi con le amnesie per coprire le sue tracce quando Dirk riprendeva il controllo. Lynn invece riusciva a cancellare completamente le sue tracce. Zack aveva avuto vita difficile, oltretutto sulla sua strada si erano intromessi Benjamin e Gina che ignoravano la sua vera natura, pensavano di avere tra le mani il figlio di satana da usare per i propri scopi, ritenendolo solo una pedina senza volontà. Per questo motivo gli sarebbe tanto piaciuto usare la sua magia di Chimera per far esplodere il busto a Benjamin e il cranio a Gina, era la punizione più adatta a delle persone del genere.
Elisabeth perseverò “Sul serio lasciami tentare. Se Zack mi impedirà di parlare con Dirk potrai riprendere il controllo e vedertela con il tuo avversario. Ti lascerò carta bianca e potrai agire come meglio credi.
Gli occhi marroni e quelli verdi s'incrociarono. Sia Elisabeth che Dirk capirono di guardare il proprio amico perduto, riconoscendosi si abbracciarono. Quel gesto fece rabbrividire le fiere.
- Mi dispiace per quello che ti ho fatto passare - si scusò subito lui.
- Nel torto ci sono anche io, non sei l'unico ad aver sbagliato - lo rincuorò lei - Sei riuscito anche tu a liberarti?
- Sì. La mia Chimera sta in allerta per controllare come va e se deve intervenire in mia difesa.
- Lo stesso vale per la mia Arpia. A quanto pare appartengono a razze diverse, però si assomigliano - sorrise Elisabeth.
- Chi l'avrebbe mai detto che avremmo parlato in questo modo, di creature mitologiche che vivono dentro di noi come se fossero delle guardie che ci proteggono? - Dirk sorrise a sua volta.
- Vero. A saperlo anni fa, quando eravamo ancora giovani, mai avremmo creduto a una cosa simile. Sicuramente avremmo pensavamo che si trattava di un'altra diceria dello sciamano.
- Parliamo seriamente - disse Dirk, dal modo e tono in cui parlava, dava l'impressione di avere fretta, come se il tempo stesse per scadere e arrivasse la fine del mondo. - Dobbiamo trovare una soluzione.
- A dire il vero, a qualcosa ho già pensato - lo interruppe Elisabeth - Si potrebbe fare una sfida che non comporta l'uccidersi a vicenda. Tipo una gara di chi è più agile a cavallo, oppure chi si arrampica più in fretta sugli alberi - aveva gli occhi marroni che brillavano, orgogliosa di quella che le sembrava una grande idea.
Che razza di soluzione sarebbe?” si lamentò subito Lynn “Il nostro onore di guerriere verrebbe macchiato se mi abbassassi a fare una cosa simile! Indipendentemente dal risultato, sarebbe un affronto vincere o perdere con una sfida simile!!”
Come l'Arpia, pure la Chimera aveva da ridire, sulla soluzione di Elisabeth.
Spero stia scherzando” Zack pareva quasi più irato di Lynn “Tu la conosci da tempo, mi confermi che sta scherzando vero?”
- Alla Chimera veramente non va a genio la tua idea.
- Neppure all'Arpia se per questo - la donna sospirò, l'espressione desolata dipinta sul suo volto, con le sopracciglia corrucciate, ricordò a Dirk un episodio del passato.
Era la festa del villaggio e c'erano le mele ricoperte di cioccolato. Elisabeth aveva cercato di rubarne due, in modo da averne una per lei e una per la sorella. Il capo villaggio l'aveva scoperta, così per punizione l'aveva obbligata a restare in casa. Elisabeth fissava fuori dalla finestra tutto quello che accadeva alla sagra, con le sopracciglia corrucciate e uno sguardo triste. Dirk aveva fatto compagnia alla sorellina dell'amica, facendo sì che, almeno la più piccola potesse divertirsi alla festa. Quando la sera la riaccompagnò Amy a casa, portò a Elisabeth sempre una mela al cioccolato. Fu ricordando lo sguardo luminoso e felice dell'amica in quel momento di addentare la mela che gli balenò l'idea adatta per porre fine alla faida.
- La sfida si potrebbe basare su chi conosce meglio il nemico - propose Dirk - Sono certo che entrambi sappiate quali siano i punti deboli del vostro avversario e per cosa sia temibile. Quello che vi chiedo è di trovare il pregio che caratterizza l'altro e di saper riconoscere cosa desidera di più.
E' insulsa e senza senso” commentarono le fiere.
La donna scosse la testa - Possibile che entrambi rifiutino tutto quello che proponiamo? - brontolò - Vedete di trovare tra di voi una soluzione allora. Lascio la parola a te Lynn.
- Hai ragione - le fece eco Dirk - Faccio lo stesso, almeno Zack può prendere parola.
Le due creature mitologiche si ritrovarono ad avere il possesso del corpo senza averlo ottenuto per una loro iniziativa. Tutto ciò li sorprese, infatti per alcuni minuti rimasero in silenzio sbigottiti su come due semplici umani li avessero comandati e gettati nella fossa.
- Hai qualche idea decente Chimera?
- Per me, seguire il metodo che abbiamo deciso durante l'accordo è il migliore, oltre ad essere il più efficace. Il risultato è evidente, senza rischio che qualcuno da una delle due parti reclami.
- Sono d'accordo - Lynn mosse leggermente la testa in avanti, come per annuire.

 

Gina stava camminando nella foresta.
La donna girò in lungo e in largo, controllando vari nascondigli dove nei giorni precedenti aveva incontrato l'Ofiotauro, senza risultato. La fattucchiera stava per tornare al villaggio quando udì una voce che riconobbe subito.
Cosa ci fa qui tutto solo Falco Nero senza una scorta?” guardando più attentamente notò che era in compagnia della donna viandante. “Perché si incontrano di nascosto? E' impossibile che siano divenuti amanti in così poco tempo! Inoltre Benji mi ha assicurato che lei vuole andarsene dal villaggio, tanto è vero che avevo già provato a cercare una sostituta come sacrificio” rimase immobile, dalla distanza in cui si trovava non riusciva a capire di cosa stessero parlando. “Questa potrebbe essere la mia occasione! Benji mi ha detto che ieri ha fatto somministrare il veleno a Falco Nero, quindi mi obbedirà se gli dirò di ucciderla, con il sacrificio già svolto, potrei riportare in vita Midolf molto prima del previsto... mi mancherebbe soltanto da portare gli oggetti personali, ma quello lo posso fare in qualunque momento, basta che li avrò con me al momento di pronunciare l'incantesimo.”
A passi decisi si avvicinò.
- Oh, Master Falco Nero che sorpresa incontrarla qui! - esclamò fingendosi stupita.
- Vattene - le ordinò Zack guardandola con sguardo furente.
Lei sgranò gli occhi - Perché mi state cacciando? Cosa mi state nascondendo? Perché incontra di nascosto la viandante?
Lynn roteò gli occhi - Ci sta facendo perdere tempo - era infastidita, le interruzioni non le tollerava, specie in un momento così cruciale, inoltre si ricordò dell'avvertimento di Caroline, meno quella donna sapeva riguardo la vera magia meglio era per tutti.
- Come osa parlarmi in questo modo? E' oltraggioso Master Falco Nero, in memoria della nostra amicizia che ci lega, uccidila, seduta stante!
Zack la guardò serio poi iniziò a ridere di gusto - Ahahahahah, questa è decisamente una barzelletta assurda ahahahah.
Lynn cercò di trattenersi dal ridere a sua volta, mentre Elisabeth e Dirk non capivano cosa ci fosse di divertente nelle parole pronunciate da Gina.
- Ascoltami attentamente fattucchiera fallita - disse Zack una volta riuscito a fermare le risate - I tuoi veleni per potermi comandare come una marionetta sono nulli contro le mie difese, per cui scordati che seguirò i tuoi ordini come fa Benjamin, d'accordo? Ora fammi il piacere di toglierti di mezzo immediatamente, prima che ti uccida e sparga le tue budella nel fango.
Gina raggelò, Lynn sogghignò immaginandosi la scena. Zack soggiogò l'umana facendole dimenticare di averli visti nel bosco, ma lasciandole vivido la sua minaccia di morte.
- Questo posto sta diventando troppo affollato per i miei gusti - commentò l'Arpia – Dobbiamo rimandare a domani. Entrambi gli umani devono essere convinti che la nostra è l'unica soluzione e spiegare le conseguenze che ci sarebbero se fallissimo.
- Il mio umano è cocciuto - borbottò Zack - Mi verrà un grande mal di testa.
Lynn lo guardò alzando un sopracciglio - Credi che la mia non lo sia? Però è giusto dar loro delle spiegazioni. Il Cerbero gli avrà raccontato neanche la metà della verità che si cela dietro la nostra faida. Sono umani intelligenti Zack, altrimenti non li avremmo scelti, capiranno e saranno d'accordo con noi sul modo di procedere.
I ragionamenti dell'Arpia qualche volta sorprendevano la Chimera, le sue capacità di valutazione erano perfette, contraddirle era difficile.
- Speriamo che quello che dici sia vero - si augurò Zack - Se opporranno resistenza come prima, la nostra faida sarà compromessa oltre che risultare rischiosa sia per la nostra stessa incolumità che per la loro, se estranei dovessero intrufolarsi mentre ci stiamo sfidando, gli umani potrebbero far traballare le difese e chiunque potrebbe ucciderci entrambi, specie se sarà il Cerbero a intromettersi.
- Speriamo che andrà nel migliore dei modi - si augurò a sua volta Lynn.
Le due creature mitologiche si allontanarono, l'Arpia usò il vento per tornare nella stanza all'interno del castello, mentre la Chimera si fece una passeggiata, una volta arrivato di fronte al portone, le sentinelle gli domandarono sconvolte come avesse fatto a uscire di nascosto, Zack si limitò a soggiogarle per fargli dimenticare di averlo visto arrivare dal bosco.
Le due fiere iniziarono raccontando come secoli fa la loro faida aveva avuto inizio. Dirk e Elisabeth si rattristirono, il loro passato era simile a quello delle due creature, il dolore era presente nei loro cuori oltre alla grande responsabilità che gravava sulle loro spalle. Il loro destino era stato cruento, fin dalla tenera età avevano ucciso per sopravvivenza, l'unico sorriso felice che conoscevano era quello espresso dopo aver ucciso più nemici del amico o dell'amica.

 

Zack osservava il cielo dalla sua torretta privata. Dirk gli aveva chiesto se poteva andare fin lassù per liberare dalle gabbie i corvi, la Chimera decise di accontentarlo, tanto non aveva nulla di meglio da fare. Lo spettacolo che si parò davanti ai suoi occhi fu inimmaginabile. Il cielo colorato di blu notte e le stelle vennero coperte dallo stormo di corvi rendendo il manto celeste maculato e sembrava quasi portassero un messaggio nefasto, eppure nel medesimo istante era qualcosa d'incantevole.
 

Caroline afferrò la sua arpa, ogni tanto le piaceva suonarla di nuovo, sopratutto in una notte stellata e senza nuvole, si avviò in cima alla collina, perché era un luogo isolato e tranquillo.
Charlie aveva appena chiuso la taverna, stava per raggiungere la sua dimora quando udì una voce soave cantare. La riconobbe all'istante, anni addietro aveva sentito la medesima canzone sul ponte della nave. La curiosità di sapere cosa avesse spinto la donna che considerava una sorella a cantare nuovamente, lo portò a cambiare destinazione. Ai piedi della collina incontrò Elisabeth, la quale stava sdraiata sul terreno erboso.

 

Dietro il grande prato, ai piedi della collina Elisabeth si sdraiò. La brezza soffiava calda, la avvolgeva in un abbraccio che la rasserenava.
In cielo risplendeva una luna piena che illuminava tutto il villaggio, mentre le stelle brillavano.
Uno stormo di corvi volarono in circolo, facendo cadere alcune delle loro piume nere. Pareva quasi un presagio di morte.
Alcune stelle sono così luminose, eppure altre mi sembrano così tristi con quel brillio così opaco e flebile” Elisabeth adorava fissare il cielo stellato, il tempo sembrava passasse a rallentatore e lei si perdeva nella sua vastità. L'immensità e l'assenza delle nuvole le fece perdere la cognizione del tempo, in più c'era qualcuno che cantava in modo melodioso e si sentiva come rapita da quel suono.
Charlie sbucò all'improvviso, con il suo solito sorriso cordiale dipinto sul volto.

 

Elisabeth non fece in tempo a salutarlo, perché Lynn prese il controllo, si alzò in piedi e gli stampò un bacio sulle labbra. Lui rimase sbigottito, ma non fu l'unico.
Elisabeth domandò “Si può sapere che diavoli ti è passato per la testa?”
Charlie chiese – Perché?
Lynn fece spallucce - Te lo meritavi per come ti sei comportato alla locanda quando sono entrati Falco Nero e Benjamin - la motivazione non aveva molto senso, ma l'uomo non fece altre domande, era la seconda volta che quella donna lo baciava senza ragione, non che la cosa gli dispiacesse.
Lynn chiese - Tu sai chi sta cantando?
- Certo, è mia sorella Caroline.
- E' davvero molto brava - affermò l'Arpia con ammirazione.
- I marinai la chiamavano la sirena degli arrembaggi, proprio perché incantava tutti e ci permetteva di impadronirci di tesori senza troppi problemi – asserì Charlie orgoglioso.
E' un criminale! Lynn ti rendi conto in che situazione mi stai mettendo?”
E con ciò? E' un gran bel tipo, guardalo bene!”
Elisabeth sospirò e senza sapere bene il motivo, seguì il suo consiglio o forse si trattava di una costrizione da parte della fiera, non lo sapeva per certo. Gli occhi azzurri di Charlie sembravano ancora più intensi del solito, i capelli castani mossi dal vento gli davano un aria diversa dal solito.
Hai ragione Lynn, ma comunque non è una scusante valida! Inoltre tu sapevi che prima era un pirata?”
“Tu pensavi che usasse la balestra solo per delle stupide feste? Non farmi ridere!”

Elisabeth si stava arrabbiando con l'Arpia, forse lei era stata ingenua, però questo non toglieva il fatto che rischiava di passare per quello che non era davanti agli occhi del locandiere.

 

Caroline nel frattempo aveva smesso di cantare, stava per tornare al castello, vedendoli chiese meravigliata - Voi due cosa ci fate qui?
- Stavo per salire sulla collina a parlarti, ma ho incontrato Elisabeth e... beh... - le sue guance diventarono rosse - Ho parlato con lei, le ho detto del nomignolo che ti davano i marinai.
La Delfine dapprima non disse nulla, fissò Lynn che fece spallucce, sospirando disse soltanto – Sai, non è un vanto affermare di essere stati dei pirati. Al villaggio nessuno lo sa.
- Stai tranquilla, sono sicuro che non lo dirà a nessuno, inoltre tra qualche giorno se ne andrà.
- Capisco. Ora vai a casa, ci penso io a riaccompagnare Elisabeth al castello.
- Un gentiluomo... - iniziò a dire Charlie.
- Ahahahah - rise Caroline interrompendolo - Questo discorso non vale, ora è a conoscenza del tuo passato criminale, fidati, vai a casa.
Il locandiere scosse la testa e disse – D'accordo, buona notte a entrambe, fate attenzione- si allontanò come se l'avessero bastonato.
- Spero non stia giocando con lui - si augurò la Delfine.
- No, affatto. Era un dispetto a Elisabeth, se vuoi sai che posso cancellargli la memoria su quanto successo.
Caroline scosse la testa - Va bene così, l'importante è che lui non ne rimanga ferito, è una cosa che non potrei perdonarti
Lynn si fermò fissandola negli occhi, degli occhi dorati ricambiarono il suo sguardo.
- Domani potrei morire, volevo solo che Elisabeth baciasse un bel tipo, tutto qui.
La Delfine annuì - Se il motivo è questo, allora va bene - l'abbracciò - Tu batterai quella Chimera, ne sono certa - aprì la bocca per aggiungere altro, ma sembrò ripensarci. - Quando tutto sarà finito, dovrò dirti qualcosa di molto importante. Spero solo non mi odierai per avertene parlato in ritardo.
- Come se potessi farlo! - esclamò Lynn - Ti sono debitrice per l'aiuto dell'altra volta, quelle Lamie erano davvero furibonde perché mi ero messa in mezzo al loro pasto.
Caroline sorrise - Ti ho aiutato perché non mi ero accorta che ci fossero delle Lamie nella zona e loro stavano puntando a Charlie, probabilmente non l'hai riconosciuto perché indossava il cappuccio.
Lynn fu sorpresa, sorridendo disse - Allora considero quel bacio un premio per averlo salvato. Dovresti dirglielo domani, almeno non si farà strane idee.
- Sei davvero incredibile, come se glielo potessi dire - rise la Delfine seguita a ruota dall'Arpia.

 

La giornata era terminata. Il Cerbero stava lanciando un incantesimo su tutti gli abitanti dei tre villaggi rendendoli completamente privi dei loro sensi, voleva paralizzare i loro arti, ma poi ci ripensò.
– Bob lascia che abbiano almeno l'udito, così avranno più paura quando sentiranno la loro casa crollare e la loro carne lacerata.
- Bud a volte hai delle buone idee – si complimentò Bram.
Quello che sarebbe successo il giorno successivo, il Cerbero voleva che venisse ricordato come un giorno di distruzione e dolore.
Gli unici che il Cerbero risparmiò dal sortilegio furono un uomo e una donna, per loro aveva altri piani, doveva trovare un alleato degno di ricevere una ricompensa. Lo trovò facilmente e la creatura mitologica ne fu entusiasta, avere un pasto gratis senza faticare non capitava tutti i giorni e ricevere un'offerta del genere da parte del Cerbero era un onore immenso oltre al fatto che significava che egli avesse un'alta considerazione di lei e della sua razza.

  
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