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Autore: emmegili    29/04/2017    2 recensioni
- Hai intenzione almeno di dirmi come ti chiami o dovrò tirare ad indovinare?
- Hai intenzione di smettere di interrompermi mentre leggo o devo imbavagliarti?
- D’accordo, tirerò ad indovinare.
- D’accordo, mi toccherà imbavagliarti.
- Sei davvero adorabile, te l’hanno mai detto?
- Sei davvero un rompipalle, te l’hanno mai detto?
--
Ma Oliver... Oliver non muove un muscolo, nemmeno gli occhi. Mantiene lo sguardo fisso nel mio, come un salvagente nel mare in tempesta. Ogni volta che sto per affogare, mi aggrappo alla sua sicurezza.
--
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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I can smell you in the halls
Lord knows I'd cry if I was able
But that won't get me through tomorrow
And no it's not like I was counting
Or thought that we'd run out of days
So I'll be holding onto something
Breathing the air you took away
I, I'll keep a picture of you one the wall, of you on the wall
And choke on the memories

Choke - OneRepublic

 

56.

- Oliver, andiamo via. Non puoi vivere qui dentro. –mio padre mi supplica, inginocchiato davanti a me.
Le mani sulle mie gambe, cerca di convincermi ad alzarmi dalla sedia blu dell’ospedale.
Dietro di lui, mamma si trattiene dallo scoppiare in lacrime, ancora. Stringe Allie a sé e le carezza i capelli per non perdere la lucidità, per rimanere stabile.
Allison non riesce a guardarmi in faccia.
Ma non ce la faccio. Andare via da questo ospedale farebbe troppo male. Qua dentro, sono al sicuro. Ma uscire, ripercorrere le strade che lei aveva percorso, toccare le cose che aveva toccato, mangiare dalla stessa scatola di biscotti con cui lei amava fare colazione, dormire nello stesso letto dove lei ha dormito fino a qualche giorno fa... fa troppo male.
Scuoto la testa, alzando lo sguardo su mio padre. Mamma soffoca un singhiozzo, affondando il viso tra i capelli di Allie.
Papà sospira, passandosi una mano sul viso.
- Figliolo, lei non tornerà. Non puoi lasciarti andare in questo modo. Devi prenderti cura di te stesso. –dice con dolcezza.
Nonostante ciò, le sue parole mi fanno male. Mi alzo in piedi e mi allontano.
Solo quando ho raggiunto le scale d’emergenza, mi fermo. Dove voglio andare?
Mi rispondo automaticamente, dopo aver raggiunto il tetto dell’ospedale. Lentamente, mi avvicino al cornicione. Il cielo è dipinto di rosa, i grattacieli spiccano davanti al mare.
C’è un leggero venticello che mi attacca la maglietta all’addome. Sfioro il cemento del parapetto, in un sospiro.
Sembra tutto così surreale che stento a crederci. Lei, la mia lei, la donna che avrei voluto sposare, lei se n’è andata. Lei.
- E’ meraviglioso, non è vero?
Mi volto di scatto per notare, accanto a me, una ragazza bionda. Mi fa un debole sorriso, alludendo col capo al panorama.
Annuisco, confuso. A guardarla meglio, è l’infermiera che stava portando via il letto. Quella che mi ha concesso di vederla ancora una volta. Lo sguardo mi cade sulla giacca della sua uniforme, e deglutisco.
- Sei... sei un paramedico? –le domando, distogliendo gli occhi dal suo petto e rivolgendoli al suo viso. Ha gli occhi verdi. Come i suoi. Il cuore mi si stringe, come in una morsa.
Lei annuisce, porgendomi la mano.
- Sono Charlotte. –cerca di sorridermi, il vento che le scompiglia i capelli biondi.
Gliela stringo, incerto.
- Oliver. –mormoro, ritornando a guardare le luci di Miami. Mi appoggio con i gomiti al cornicione.
- Lo immaginavo. –sospira Charlotte, infilando una mano in tasca. Ne tira fuori un anello e se lo rigira tra le dita.
La osservo, un sopracciglio inarcato. Lei se ne accorge e sorride, poi me lo porge.
- Non lo voglio. –taglio corto, distogliendo lo sguardo –Non avresti dovuto prenderlo. Ora puoi anche andartene.
Charlotte non dice nulla e, quando mi giro a controllare se c’è ancora, noto il dispiacere nei suoi occhi venire fulmineamente rimpiazzato da pazienza.
- Scusami. Pensavo avresti voluto tenerlo. –si scusa, mortificata.
- E’... era –mi correggo, chiudendo gli occhi –di Rachele. E’ giusto che resti con lei.
La ragazza indietreggia con il capo, come se qualcosa l’avesse colpita. Il suo viso si contorce in una piccola smorfia.
Resto in silenzio, in attesa che faccia qualcosa.
- Non è compito dei paramedici occuparsi dei... dei defunti. –bisbiglia a mezza voce –Sono stata io a soccorrerla per prima. Non volevo... non volevo che andasse in obitorio da sola, come uno qualsiasi degli altri morti.
Le parole che escono dalla sua bocca mi stregano all’istante. Ma non faccio in tempo ad aggiungere nulla, perché all’improvviso lei pare intenzionata a chiudere la conversazione.
Dalla tasca posteriore dei jeans tira fuori una busta bianca e me la tende.
- Mi ha chiesto di dartela, in un momento di lucidità. –spiega –E io le ho promesso che l’avrei fatto.
Stupito, non muovo un muscolo. Lei insiste, tendendomi la lettera. La afferro incerto, sfiorando con il polpastrello il mio nome scritto con dell’inchiostro nero.
Charlotte si volta di scatto e fa per andarsene, lasciandomi lì, da solo.
- Charlotte? –la chiamo, seguendola con lo sguardo.
La ragazza si blocca, le mani in tasca, e mi guarda; la luce arancione del sole la trafigge, donandole un’aurea magica, come quella di un angelo.
- Grazie.
Si sposta una ciocca bionda dietro l’orecchio, abbozza quello che è un sorriso triste.
- Mi dispiace per Rachele. Sembrava una brava persona.
Poi se ne va in silenzio, così com’è venuta.

 
 
 
Penso che sia arrivato il momento di ricominciare con i miei angoli a fine capitolo e con le canzoni all'inizio...
​Mi spezza il cuore leggere le recensioni (mi scuso se a volte non rispondo, ma faccio davvero fatica!). Io stessa sono cresciuta insieme a Rachele, ho scritto di lei per quelli che ormai sono quasi due anni e mezzo.
​Se può consolarvi, non è morta perchè non sapevo più cosa scrivere: sapevo che sarebbe morta dalla prima parola che ho scritto (Autobus).
Per chi è interessato, ecco la traduzione della strofa iniziale:
 
​Posso ancora sentire il tuo profumo nei corridoi
Dio sa che piangerei, se ne fossi capace
Ma questo non mi farà arrivare a domani
E no, non è come se avessi messo in conto
o pensato che il nostro tempo sarebbe scaduto
Quindi mi aggrapperò a qualcosa,
​respirando l'aria che tu ti sei portata via
 
 
 
   
 
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