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Autore: Sakkaku    01/05/2017    2 recensioni
Questa storia è ambientata intorno al Medioevo, la protagonista si ritrova a nascondersi in un villaggio dove pensa di riposarsi solo per qualche giorno e ripartire. Le cose andranno diversamente e una parte del suo passato tornerà a galla.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mythological Creatures'
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Capitolo 19

 

I passeri cantavano felici come ogni mattina, eppure nessuno sembrava accorgersene, troppo occupati a perdersi nella vie della disperazione.
Gli abitanti del villaggio di tutte e tre le fazioni si svegliarono sbigottiti e terrorizzati. Tutti rimasero immobili per molto tempo, cercando di capire cosa stesse accadendo, a tentoni alcuni riuscirono a uscire di casa, altri ad arrivare alle finestre. Tutti provavano a chiedere aiuto, senza ottenerlo perché erano nella medesima situazione e nessuno riusciva a udire il suono della propria voce e ne ignoravano il motivo.
La vista era sparita, così come la voce, solo l'udito sembrava essere rimasto e tutti pensavano che fosse opera di qualche strega.
Benjamin e Gina s'incontrarono subito, evitando gli altri abitanti del villaggio, cosa che risultò facile.
L'uomo le domandò – E' opera tua?
- No – rispose la donna – Potrebbe essere opera di quella creatura che mi sta aiutando per riportare Midolf in vita, forse è per questo che noi due siamo stati risparmiati.
- Perché l'avrebbe fatto?
- Forse è il prezzo da pagare per il suo aiuto - rispose Gina rabbrividendo.
Benjamin cercò di mantenere la calma e disse - D'accordo, ragioniamo. Se ci ha risparmiati vuol dire che avrà qualcosa da dirci, quindi dobbiamo cercarlo e parlarci. Ti accompagnerò.
- Va bene - annuì la fattucchiera.
I due si avviarono verso la boscaglia.

 

Caroline appena si rese contro della gravità della situazione corse da Charlie.
Al villaggio e nei due adiacenti, le persone cercavano di attirare l'attenzione in tutti i modi possibili, sperando di ottenere aiuto da qualcuno. Purtroppo non vedendo dove andavano, rompevano qualsiasi cosa si trovasse sulla loro strada, creando un fracasso assordante.
Il locandiere ignaro di tutto, continuava a dormire beato con un sorriso infantile dipinto sul volto.
Quando finalmente, dopo diversi scossoni, l'uomo si svegliò, si sedette di colpo – Cos'è tutta questa confusione? – chiese sentendo oggetti che cadevano e si rompevano a ogni dove.
A Caroline vennero quasi le lacrime agli occhi, l'abbracciò – Sono felice che la protezione abbia funzionato! – sciogliendo l'abbraccio lo fissò – Muoviti a vestirti, dobbiamo andare nella chiesa, non fare caso a nessuno e sopratutto non fermarti per nessuna ragione! Una volta che sarai al sicuro ti spiegherò tutto – il tono di voce della Delfine era agitato, sapeva che lui stava arrivando.
Quando disperazione e paura arieggiano nell'aria, è il segnale del suo imminente arrivo.

 

Il Cerbero amava arrivare in modo trionfale, distruzione e paura facevano parte del suo habitat naturale, per questo aveva creato tutto quello scompiglio, cosicché potesse sentirsi come a casa, inoltre aveva l'occasione di potersi divertire un po' con degli umani vivi. Avere il controllo dell'entrata degli inferi era noioso, raramente c'era chi tentava di fuggire e oltretutto poteva giocare solo con le anime, le quali avevano una percezione del dolore diverso, perché esso veniva avvertito con minore intensità rispetto a quando erano in vita. Con gli umani vivi, il Cerbero aveva più possibilità di tortura e il trio stava decidendo con quale tipo di tormento iniziare. Per questo avevano deciso di concedere agli umani di nuovo la parola.
Ogni coyote si prese un villaggio per divertirsi. Per primi colpirono i bambini, strillavano troppo e le loro orecchie sensibili non tolleravano grida così acute e fastidiose. Bud ne decapitò alcuni azzannandoli alla carotide, Bob si divertì a strappare le orecchie, mentre Bram lacerava gli arti di netto. I loro musi da coyote furono colorati di rosso intenso e dalla bocca gocciolavano alcune gocce di sangue. Quando furono stanchi di giocare con gli umani decisero di occuparsi della strega e del suo aiutante. Bram pietrificò gli abitanti dei tre villaggi, in modo che nulla cambiasse durante la loro momentanea assenza, così dopo avrebbero potuto continuare a divertirsi indisturbati.
Il Cerbero si avviò alla ricerca dei due umani, passando davanti alla piccola chiesa, percepì qualcosa, gli sembrava che al suo interno ci fosse qualcuno, ma forse si trattava solo di un gatto o qualche altro animale che si era nascosto all'interro della struttura sentendo l'arrivo di una creatura malvagia.
Bram sorrise compiaciuto “Allora soltanto questi passeri canterini sono ingenui.”
Benjamin e Gina si erano nascosti nel bosco, vicino alla tana dell'Ofiotauro, per il Cerbero fu facile trovarli, gli bastò annusare l'aria, poteva distinguere chiaramente l'odore umano e seguirlo. I tre coyote li trovarono nel giro di pochi minuti.

 

Nell'udire le urla strazianti degli abitanti del villaggio attaccati dal Cerbero, Charlie guardò la sorella con uno sguardo terrorizzato - Cosa sta succedendo? Tu lo sai?
Caroline fu sorpresa che non le domandasse perché non erano fuori ad aiutare gli altri.
- Credi nelle creature mitologiche? - chiese a sua volta, dopo averci pensato su per qualche istante.
- Ho solo udito il canto delle Sirene, sai anche tu però che non le ho mai viste. Cosa c'entra con quello che sta accadendo? Ci sono loro dietro tutto questo? E perché solo noi siamo indenni?
- Perché ti ho protetto con un incantesimo e nella chiesa siamo al sicuro. Il Cerbero non entrerà mai in un luogo sacro. Oltretutto ci sono barriere difensive che ci rendono invisibili ai suoi sensi, altrimenti saremmo già morti. Anzi, tu saresti torturato solo perché sei in mia compagnia.
Charlie era confuso - Cosa... mi stai nascondendo qualcosa, di cosa si tratta?
- Le Sirene ti hanno risparmiato per un mio ordine. Sono una Delfine, ovvero una creatura mitologica molto potente perché nel mio sangue scorre quello di un drago. Prima che tu possa chiedermelo, nonostante questo non sono in grado di battere il Cerbero da sola.
- Chiama i tuoi simili! - la esortò l'uomo.
Caroline scosse la testa - Loro non verranno mai. Le ho tradite fuggendo dal mio villaggio natio. Mi ero rifiutata di entrare in collaborazione con qualcuno di un'altra razza, perché lo reputavo ignobile e se non scappavo mi avrebbero uccisa, anche se sono una delle ultime figlie purosangue.
Il locandiere era incredulo, il riassunto che aveva ricevuto sembrava quasi una novella narrata da un cantastorie, ma tutto quello che stava accadendo al villaggio era reale. Sconvolto l'uomo si adagiò sulla panca, prima si grattò la testa e poco dopo si coprì le orecchie con le mani.

 

Dirk ed Elisabeth avevano acconsentito alla battaglia, solo dopo aver scoperto che sarebbe stata psicologica e non fisica. Per i due umani era importante evitare torture e dolore all'altro. La battaglia consisteva in trappole e attacchi mentali, pareti difensive nella propria mente, il primo che avrebbe rotto le barriere avrebbe potuto bloccare il cuore del perdente, uccidendolo senza sofferenze. Il loro problema era trovare un'apertura nella difesa magica, poteva trattarsi anche di un singolo poro presente nel piede o in un braccio, poco importava, se si riusciva a infilarsi nell'organismo della fiera avversaria si otteneva un punto di vantaggio, perché oltre a difendersi, bisognava impedire l'avanzata. La battaglia sarebbe durata molto, perché non era affatto facile sovrastare completamente la creatura mitologica avversaria.
Lynn tranquillizzò Elisabeth - Stai a guardare in silenzio, la minima distrazione può essere letale per entrambe.
D'accordo, me ne starò zitta e farò il tifo per te”
Ti isolerò da tutto. Almeno se Zack dovesse rompere le mie barriere difensive non sentirai nulla, avvertirai qualcosa solo nel caso vincerà lui lo scontro.”
Dopo aver lanciato l'incantesimo e troncato ogni collegamento con l'umana, Lynn pensò “Mi dispiace farti questo Elisabeth, però se ti mettessi a frugare nei miei ricordi mentre sono concentrata su Zack, avresti accesso a troppi dettagli e ricordi che ti ho eliminato dalla mente, non posso permettere che tornino a galla... in fondo è più facile accettare la morte di un amico perso e appena ritrovato, piuttosto che di qualcuno con cui hai un legame profondo.”
L'Arpia chiuse gli occhi esternando la sua aura magica, la sua ombra prese la forma originale di fiera: grandi ali piumate spuntarono dalla schiena e la parte inferiore del corpo terminò con artigli affilati e coda, tutto vagamente simile a quella di un'aquila. In quel modo poteva accedere a tutti i suoi poteri pur mantenendo la propria forma umana.

 

Zack eseguì i suoi rituali pre-combattimento prima di recarsi nel luogo dell'incontro con l'Arpia. L'ombra mutò, divenne come il suo aspetto originale di Chimera: la testa di un leone con una folta criniera, possenti zampe e corpo da felide, un'altra testa di capra spuntava dalla schiena e la coda un serpente. In quel modo avrebbe avuto maggior accesso ai suoi veri poteri, senza restrizioni. Dirk era stato accondiscendente, all'inizio aveva provato a cercare una soluzione alternativa, ma senza risultato. La via scelta dalla Chimera era l'unica che avrebbe messo la parola la fine alla faida tra le due specie.
Ora sarai escluso dalla mia mente, in questo modo evito distrazioni da parte tua e in più il dolore sarai in grado di sentirlo solo quando saremo spacciati. Cosa che non accadrà, nulla mi impedirà di battere l'Arpia una volta per tutte.”
Quindi niente chiacchierate finché tutto questo non sarà finito?”
Esatto” senza aggiungere altro oscurò la presenza di Dirk.
Zack era certo che anche la rivale avesse fatto la sua medesima mossa. Distrattamente toccò la pietra d'ambra intorno al collo.
- Chissà se è solo un caso che entrambi gli umani hanno un pezzo di questa pietra macchiata di sangue... la indossano senza saperne la reale forza magica che racchiude. Probabilmente non sono a conoscenza che riesce a lanciare una protezione a chiunque gli abbia offerto il proprio sangue. Il fato è davvero assurdo.
Zack si avviò pensando alla reazione di Dirk se avesse saputo chi e cosa fosse in realtà Elisabeth per lui. Per fortuna tutto questo non sarebbe successo, perché i ricordi erano cancellati e con l'isolamento mai e poi mai l'umano avrebbe scovato nella mente della Chimera quelle memorie collegate al passato.

 

Il Cerbero esigeva il termine della faida senza interferenze, avvertiva che entrambe le creature si stavano preparando alla battaglia. A suo avviso ci stavano mettendo troppo, decise di mandare un messaggio chiaro, prima però doveva occuparsi dei due umani che aveva risparmiato dal suo incantesimo. La fiera a due passi da loro, quando il coyote marrone partì all'attacco. Benjamin non ebbe il tempo di reagire che Bud spiccò un salto aprendo le fauci e chiudendole nella sua gola. Tutto ciò accadde nel giro di pochi secondi. A Gina le urla morirono ancora prima di raggiungere le corde vocali, il coyote grigio le lanciò un sortilegio bloccandola fisicamente.
- E' inutile che cerchi di parlare o di dimenarti - le disse il coyote bianco - Avevi scoperto un incantesimo indubbiamente interessante, ma avevi intenzione di usarlo per uno scopo banale. La creatura che te l'ha insegnata sta subendo una punizione esemplare per l'errore che ha commesso. Ora è il tuo turno. Dire che sono spiacente di porre fine alla tua vita, sarebbe una bugia, consideralo un gesto di elemosina nei tuoi confronti, credevi di poter comandare il mondo, ma esso ti è crollato addosso con tutto il suo peso.
La donna sentì un bruciore salire dallo stomaco, sgranò gli occhi terrorizzata, aveva capito cosa stava succedendo.
Questo mostro vuole che i miei organi vitali prendano fuoco dall'interno, cosicché per tutti sembrerà una morte naturale e invece sarò carbonizzata... chissà se anche Benji sta ricevendo la mia stessa punizione” voleva girarsi per vedere se anche l'uomo stava soffrendo come lei.
Bram stava leggendo nella sua mente e le chiarì la situazione - Forse prima mi sono spiegato male. Sei tu l'unica a essere un problema. Il tuo amico era fastidioso perché sapeva troppe cose, gli abbiamo concesso una morte veloce, angosciante ma rapida. La tua invece, vogliamo proprio gustarcela e non temere, mi prenderò cura personalmente delle tue spoglie. Sei fortunata, ho già preso la briga di contattare l'Anarada. Lei vive poco lontano da qui, sempre in questo bosco, forse l'avrai vista di sfuggita: è per metà donna, mentre la parte dalla pancia in giù ha zampe e zoccoli da mula. Sai è felice di ricevere un pasto facile, scommetto che è impaziente di conoscerti. Anche se, probabilmente non gradirà la tua cottura interna, di solito preferisce mangiare la carne cruda e l'umano deve essere ancora vivo, almeno il corpo è caldo - sogghignò e Bob e Bud fecero lo stesso. - Appena morirai ti farò tornare in vita, così facendo manterrò la pace con le Anarade e lei avrà la sua cena preferita!
Gina voleva parlare, scappare, fare qualsiasi cosa per allontanarsi da lì, ma era pietrificata dal dolore e dal sortilegio di Bob. Si maledisse per la sua curiosità riguardo la magia, il voler dimostrare di essere la migliore fattucchiera di tutte, di essere sfuggita a vari roghi nel corso degli anni. Ora era lì, incastrata ben peggio delle sue sorelle streghe, per la prima volta pregò. Le sue preghiere non ottennero risposta. Piano piano il suo corpo bruciò completamente.
A quel punto Bram chiamò l'Anarada che contrariata borbottò - Mi avevi detto un buon pasto, non carne carbonizzata.
- Solo un attimo - il Cerbero fece tornare in carne ed ossa Gina. - E' tutta tua. Fai quello che preferisci, purché di lei non ne rimanga traccia.
- Sarò felicissima di accontentarti! - rispose l'Anarada sorridendo estasiata.
I tre coyote si allontanarono, erano certi che la fiera avrebbe svolto quanto le era stato ordinato. La punizione per gli umani troppo curiosi l'avevano portata a termine, quindi potevano finalmente raggiungere la battaglia tra la Chimera e l'Arpia che tardava ad iniziare.

 

Lynn e Zack si fissarono.
- Finalmente è giunto il momento - disse lei.
- E' passato molto tempo. Sembra quasi una beffa del destino: stiamo iniziando il nostro scontro in circostanze completamente diverse rispetto a quelle dell'accordo.
- Basta perdere tempo, iniziate subito!! - tuonò Bram apparendo alle loro spalle.
Uno dei due coyote si avventò contro l'Arpia mordendola sull'addome. Zack rimase fermo, era indeciso su come reagire, da una parte era un vantaggio per lui, dall'altra invece era un inizio impari. Di certo non voleva mettersi contro suo fratello, era il cocco della madre e se lo avesse aggredito anche solo verbalmente, l'Echidna sarebbe accorsa e avrebbe potuto togliergli la magia come punizione. In quella situazione era un rischio che non poteva correre.
L'Arpia espirò cercando di cacciare via il dolore che provava, non funzionava granché, l'unico beneficio erano i muscoli che si rilassavano.
A denti stretti Lynn soffiò - Questa ferita non cambia nulla. Abbiamo deciso che oggi si sarà svolta la conclusione della nostra faida e così sarà! Dobbiamo rendere fede alla promessa fatta ai nostri compagni. Sono passati troppi anni Zack!
- Hai ragione, ma in questo modo mi pare di partire avvantaggiato.
- Questo morso non cambia nulla, combatterò normalmente non mi sarà d'intralcio, te lo posso assicurare.
Zack conosceva l'orgoglio dell'Arpia, eppure gli sembrava fosse scorretto una condizione simile. D'altra parte il Cerbero aveva fatto capire le sue intenzioni e non intendeva rischiare di essere ferito a sua volta. Lynn curò la ferita, il sangue smise di fluire, nonostante questo il morso non si rimarginò del tutto. Entrambe le creature mitologiche respirarono a fondo ad occhi chiusi, per poter distribuire la propria linfa magica in modo omogeneo, riaprirono gli occhi e fissandosi annuirono. Quello era il segnale dell'inizio della loro scontro.
Lynn afferrò il pugnale con l'impugnatura a osso e fissò il proprio riflesso nella lama del coltello. Quel gesto l'aiutava a concentrarsi e non farsi distrarre da ciò che la circondava. Le foglie degli alberi si piegavano al volere del vento impetuoso, che si era andato a creare a causa dell'intensità magica in quel punto del bosco.

 

Caroline rimase in silenzio. Riusciva a percepire nell'aria lo scontro tra la Chimera e l'Arpia, era certa che quest'ultima fosse in difficoltà, perché ferita dal Cerbero. Una sfida impari non era degna di esser portata avanti.
Devo intervenire, nonostante avessi promesso a Lynn che non mi sarei intromessa. Visto come stanno andando le cose, a questo punto è impossibile evitarlo. E' giunto il momento che quei due sappiano la verità e pongano fine a questa faida. Oramai ha perso di significato” la Delfine si era decisa sul da farsi.
Si alzò in piedi e disse - Charlie, tu rimani qui, tra non molto questa situazione finirà.
- Come fai a dirlo?
- Perché io stessa mi metterò in mezzo tra il Cerbero, Lynn e il villaggio.
- Per me sei come una sorella e lo sai, questa cosa che sei una creatura mitologica per me non cambia le cose. Quindi ti chiederò: è rischioso quello che stai per fare? - il locandiere si era alzato in piedi e la fissava intensamente con i suoi occhi azzurri.
- Ahahah - rise Caroline – Ricordati: tra i due sono io la maggiore. E' ovvio, è pericoloso, ma se rimanessi nascosta qui senza fare nulla sarebbe indegno. Oltretutto lasciare Lynn in difficoltà con tutto quello che ha fatto salvandoti dalle Lamie sarebbe imperdonabile.
L'uomo ammirava il coraggio della donna, da sempre sapeva che era impavida, non a caso in passato era spesso a capo degli abbordaggi e si proponeva di essere in prima linea senza esitazione. Ora sapeva che aveva la magia dalla sua, eppure neanche quella poteva tenerla lontano dalla morte.
Caroline bisbigliò alcune parole.
Lui non sentì chiaramente e chiese - Cos... - si accasciò al suolo.
- Perdonami Charlie. Conoscendoti, so che tenteresti di seguirmi. Questo non è il tuo mondo, devi starne lontano se vuoi rimanere illeso - i suoi occhi divennero dorati. - Ed ora a noi due Cerbero - la sua determinazione fece tremare il terreno.
Stavolta l'avrebbe affrontato senza fuggire.

 

Caroline si stava inoltrando nel bosco quando sfiorò le menti dell'Arpia e della Chimera.
Premetto che le mie intenzioni non sono quelle di mettermi in mezzo o interrompervi. Vi chiedo solo di non schermarmi. Sto per avere una discussione interessante con il Cerbero e vorrei che voi due ascoltaste.”
Le due fiere non risposero perché avrebbero dato vantaggio all'avversario, mantennero comunque il contatto con la Delfine, perché non era pericoloso e non creava aperture che potessero mettere a rischio l'esito della battaglia.
Caroline raggiunse il Cerbero pensando di apparirgli di soppiatto alle spalle. Non fu così, lui si accorse perfettamente di lei.
- E' un piacere rivederti, Delfine purosangue. Immagino sei al corrente che ti ho cercato per molto tempo. Mi devo complimentare con te: hai nascosto bene le tue tracce. Ti sei mimetizzata in mezzo alla feccia umana, non mi ero accorto che ci fossi anche tu in questo villaggio. Se pensavi di cogliermi di sorpresa mi spiace deluderti, ma l'odore del tuo sangue puro ti ha tradita nel momento stesso che hai messo piede nel bosco dentro la mia linea magica di controllo. E' un odore prelibato che è impossibile dimenticare.
- Smettila! Sei nauseante come sempre - cercò di zittirlo lei - Sono qui per ordinarti di smettere subito con tutta questa farsa!
- Credi di avere voce in capitolo? Se avessi accettato la mia proposta secoli fa, forse ti avrei ascoltato e dato retta, almeno in parte. Hai fatto una scelta sbagliata, quindi osserva questo spettacolo insieme a me se vuoi o sparisci.
La Delfine non si fece intimorire e continuò - Sono a conoscenza di quello che hai fatto... pensavi fosse un segreto?
Quelle parole irritarono Bram - Sei l'ultima che può giudicarmi! Tu hai abbandonato la tua stessa razza per una libertà effimera! Guardati! Sembri una misera e comune cameriera umana!
Gli occhi doratati di Caroline scagliarono un fulmine nella sua direzione, prontamente Bob si preoccupò di innalzare una barriera difensiva.
- E' inutile! Oltretutto sei fuori allenamento. Da quanti anni non usi la magia per combattere? Ti ricordo: sei da sola, le tue speranze di battermi sono nulle, nonostante in te scorra del sangue di drago, la situazione attuale ti è sfavorevole.
- Sei davvero un essere spregevole, cosa ti diverte nel vedere due fiere uccidersi? L'Arpia e la Chimera meritano di sapere cosa sia successo ai loro villaggi. Cosa le tue fiamme hanno fatto ai loro simili.
- Sei fastidiosa! La mia ira doveva abbattersi da qualche parte, ero in quella zona per caso ed è capitato a loro. Potevano essere Lamie o Ofiotauri, in quel momento non mi importava! Volevo uccidere e divertirmi per scaricare un po' di rabbia e tensione. Ti ricordo che sono il Cerbero, nessuno può nulla contro di me e le mie decisioni.
- Almeno ferma questa inutile battaglia! Tutto ciò è assurdo! Loro combattono sperando di portare al loro villaggio una vittoria per il bene della propria razza. Entrambi stanno andando incontro a una morte certa solo per la prosperità della propria specie e stanno facendo del loro meglio, non meritano questa fine senza sapere la verità! - Caroline cercava in tutti i modi di nascondere il sorriso che le stava spuntando agli angoli della bocca, al pensiero di essere riuscita a fregare il Cerbero e a farlo confessare.
Sia l'Arpia che la Chimera rimasero immobili. Era difficile capire se la loro battaglia stava continuando o se si fosse interrotta.
Bram notò la Delfine sogghignare - Cosa diavolo hai da ridere?
- Osserva tu stesso! - gli rispose Caroline.
Zack e Lynn si stavano avvicinando.
- Sai è estremamente facile aprire una discussione mentalmente, quando due fiere sono concentrate su un solo obiettivo. Li ho avvisati e per fortuna non mi hanno estromessa. Per me è stata una passeggiata far udire a loro la nostra piccola chiacchierata - si voltò dandogli le spalle. - Vi lascio soli, penso che desiderano parlare in privato con te e non ho nessuna intenzione di interferire - Caroline fece un ampio sorriso - E per essere sicura che nessuno scappi come un codardo, ho creato una barriera per impedire di uscire chi è all'interno e chi è all'esterno di entrare. Forse non è necessario puntualizzarlo, ma è meglio farlo: questo vale solo per te Cerbero.
- Me la pagherai - ringhiò il coyote bianco, mentre gli altri due si concentravano sulla Chimera e sull'Arpia.
Le due fiere presero la loro forma originale e unendo le forze attaccarono il Cerbero, in quella forma era molto più debole. La Delfine gli aveva lanciato un sortilegio che gli impediva di unirsi e di difendersi nella sua forma originale. Bob e Bud riparavano tutti i colpi, loro venivano feriti mentre Bram cercava di rompere la barriera della Delfine, dopo quasi mezz'ora ci riuscì e il Cerbero fuggì tornando nell'Inferno. Si teletrasportò cosicché né la Chimera né l'Arpia l'avrebbero potuto inseguire.
A quel punto entrambe le fiere ripresero sembianze umane.
- A quanto pare ci siamo rincorsi per tutti questi anni per niente. E' tutto sparito... è finita - disse Zack.
- A dire il vero non sappiamo con esattezza quando il Cerbero ha annientato i nostri villaggi - commentò Lynn - Di certo ora la nostra faida non ha più senso.
- Secondo te cosa dovremmo fare?
- Puoi fare quello che reputi meglio per te, non abbiamo più nessun obbligo nei confronti del altro. Per quanto mi riguarda, penso che mi metterò in viaggio in cerca di altre fiere che vogliono vendicarsi del Cerbero. Da come ha parlato presumo che quello che ha fatto a noi non è stata la prima volta. Altri avranno subito il nostro stesso torto, mi metterò a cercare e lascerò Elisabeth in modo che abbia una vita normale.
- Dici che glielo dovremmo dire? - chiese Zack guardandola intensamente.
- No, quello fa parte del passato è giusto così. Se senza la mia influenza le torneranno in mente quei ricordi pazienza, ma non voglio essere io a riportarle in mente quanto ha vissuto in passato.
- Pensi anche te che non è stato un caso se l'ambra si sia macchiata di sangue, vero?
Lynn scosse la testa - Può essere un caso, conosco il potere magico dell'ambra, ma credo che ti stai facendo condizionare dalle leggende. Siamo creature influenti: la vita di repliche che hanno vissuto finora non è solo colpa di quella pietra o del destino. Certi avvenimenti non sarebbero mai capitati se nelle loro vite non vi fossimo mai entrati - era dispiaciuta, abbandonare Elisabeth era qualcosa di doloroso.
Da troppo tempo era stata egoista, alla fine prendere il possesso di un umano per i propri scopi e agendo alle sue spalle era sicuramente qualcosa di egoistico. All'inizio se qualcuno le avesse detto che si sarebbe sentita così non ci avrebbe creduto. In fondo era giusto nei confronti di Elisabeth concederle di vivere un po' di felicità, alla fine le era andata bene, era rimasta viva.
- Se tu lasci libera l'umana dovrò farlo anche io - disse Zack in tono scocciato.
Vivere con Dirk l'aveva divertito molto, sopratutto vederlo reagire dopo le amnesie che gli causava per nascondere le sue tracce. La Chimera era sempre stato consapevole che prima o poi l'avrebbe dovuto abbandonare e tornare al proprio villaggio, nel caso avesse vinto, però ora che era venuto a conoscenza che non esisteva più, gli sembrava sciocco andarsene a zonzo senza meta da solo o tornare da sua madre. L'Echidna si era sempre detta contraria alla sua voglia di circondarsi di altre Chimere con forme differenti dalla sua e crearsi una famiglia a parte.
Mi duole ammetterlo, però l'Arpia ha ragione. E' giusto che questi due umani siano felici, almeno per loro c'è speranza” pensò Zack sospirando.

  
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