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Autore: rocchi68    04/05/2017    1 recensioni
“Marina o pirateria?” Gli chiese quel giorno, sorseggiando qualcosa di alcolico e fissando il nipote.
“Non so.”
“È finito il tempo dei dubbi e se non vuoi diventare mercante, non ti resta che scegliere.”
“Difficile scegliere tra il divertimento e la noia.” Ghignò il giovane, facendo scuotere la testa al nonno che si era rimesso in piedi.
“La legge non è noiosa, se si è nel giusto.”
“Io non sono mai stato nel giusto.”
“Ricorda che il mare è un posto pericoloso, se si naviga da soli.” Borbottò l’anziano, afferrando il bastone e puntandolo contro la schiena del ragazzo, quasi volesse fargli capire che la giustizia aveva molte armi a suo vantaggio e che prima o poi si sarebbe dovuto arrendere.
“Solo perché hai scelto la marina da giovane, non significa che io debba ripercorrere la tua strada.”
“Tuo padre ha fatto la scelta peggiore.” Sospirò l’uomo, riprendendo in mano il bicchiere e portandoselo alle labbra.
“Ti prometto, nonno, che riuscirò a renderti fiero di me.” Continuò il ragazzo, raccogliendo la borsa con le sue cose e avviandosi, quindi, verso il porto.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Com’era prevedibile Mike e il Libro della Pace furono accolti nel porto di Siracusa con i migliori onori.
Tante persone erano accorse per omaggiare il principe del suo coraggio e ovviamente per dare una piccola sbirciatina, seppur da lontano, del volume che proteggeva la loro città.
Un libro che fu subito portato e poggiato su un altare nella miglior stanza protettiva del castello.
La luce azzurra continuava a brillare e illuminava la torre in questione, alimentando la sua fama e la sua importanza.
In ultima, venivano i preparativi per celebrare l’arrivo di una reliquia che avrebbe portato pace e serenità anche alle città alleate.
Era per questo che re Chris aveva organizzato quella festa e si era preparato un bel discorso con tanto di calici da alzare per il brindisi.
“Ricordo che fin da bambino ho sognato questo momento. Il tesoro che per millenni ci ha protetti è ora, finalmente, a Siracusa.” Esordì il sovrano, sollevando il bicchiere, mentre alcuni nobili gli applaudivano di rimando.
“E a voi re Chris e principe Mike.” Ribadì un ambasciatore, venendo interrotto da alcune guardie che correvano incontro a un piccolo gruppetto di pirati.
I 4 in questione, seguiti dal loro cane, furono presto attorniati, con Scott che si girò a fissare il suo vice.
“Lo vedi? Ecco cosa succede quando usi l'entrata principale.”
Nel vederlo in sala con gli altri ospiti e con tutte quelle guardie appresso, il re e Mike si erano avvicinati.
Se quest’ultimo sembrava felice di rivedere l’amico dopo la brutta avventura con il mostro marino, il sovrano non ne era proprio soddisfatto.
Infatti con una smorfia di fastidio si era rivolto all’erede, il quale nicchiò con una semplice scrollata di spalle.
“Che ci fa lui qui?” Chiese, conoscendo la pessima fama che Scott si era costruito.
“Almeno non è in giro a derubare.”
“Perché quelli che vale la pena di derubare sono tutti qui!” Gli fece presente il vecchio.
Il re, quindi, decise di fermarsi, mentre il figlio si avviò verso Scott, liberandolo dall’impiccio di quelle guardie troppo zelanti.
Il pirata nel notare lo sguardo delle guardie, si sforzò di non ridere e ringraziò l’amico con una pacca sulle spalle.
“Non ti vedo per  10 anni e ora due volte in un giorno? Oh! Così mi asfissi, amico!” Ridacchiò Mike, facendolo ghignare.
“So che volevi cogliere l'opportunità di ringraziarmi di nuovo.”
“Ti avranno detto che qui ci sono cibo e bevande gratis.” Lo provocò il moro, facendolo annuire e compiendo qualche passo verso la grande sala.
Scott nell’allontanarsi, si girò verso l’equipaggio che lo aveva accompagnato, sfregandosi inconsapevolmente le mani.
“Sentito ragazzi? Cena e aperitivi offerti dal principe.”
“Vieni, voglio presentarti una persona.” Borbottò Mike, mentre il rosso lo seguiva, salvo poi voltarsi appena e bisbigliare.
“Al lavoro.”
Quell’invito, rivolto alla sua ciurma, era chiaro.
Loro non erano a Siracusa per fare i turisti o per rivedere le famiglie, anche se per alcuni era proprio così.
Dopotutto Duncan, Owen, Noah e gli altri gli avevano chiesto di spendere un giorno per salutare le rispettive metà.
Poi sarebbero partiti per un’ultima avventura e si sarebbero ritirati.
Scott, invece, non provava nulla nel stare per le vie della città.
Al massimo si sentiva etichettare come un farabutto.
Un ladro incapace di un lavoro onesto.
Come se la via scelta da suo padre fosse priva di macchie.
Non era di certo lui il mercante che si arricchiva anche a scapito degli altri.
Quello se ne era andato anni prima in cerca di fortune e non aveva più fatto ritorno.
E Scott era cascato nella pirateria che, a sentire i profeti quando analizzavano le volontà degli dei, era il germe del mondo.
L’unico che teneva alto il loro nome era l’anziano nonno che sedeva spesso nei locali migliori di Siracusa.
Se Scott era sceso dalla Chimera e si era aggirato per la città, era solo per salutarlo, per fargli sapere che lui era ancora vivo e che ben presto avrebbe smesso d’essere l’eterno ragazzo che si rifiutava di crescere.
In ultima, verso il tardo pomeriggio, aveva dato appuntamento ad alcuni della sua ciurma per presentarsi nella grande costruzione che giganteggiava a Siracusa.
Lui era in quel palazzo solo per un motivo: il Libro della Pace da consegnare a Courtney.
Libro consegnato significava denaro e denaro significava Paradiso per sé e per la povera Chimera.
 
Compiuto appena un passo, Duncan, Brick e Lightning si fermarono davanti al blocco imposto dalle stesse guardie di prima.
“Le armi.” Tentò uno di loro, alzando la spada.
Duncan non fece una piega.
Squadrò gli uomini in questione ed estrasse con rabbia i 2 pugnali che portava dietro la schiena.
Appoggiate le armi sul tavolo, passò oltre, mentre anche Brick conficcava le 2 lame sul tavolo.
In ultima Lightning che era sempre armato fino ai denti.
Aveva una collezione di armi che nessuno osava immaginare.
Alcuni affermavano che almeno metà della sua ricchezza era stata spesa per ogni sorta di strumento di dolore.
Coltelli, pugnali, rampini, mazze ferrate: non c’era nulla che gli mancasse.
E mentre lui si liberava di queste armi, gli altri si erano sparpagliati con Scott che era stato portato quasi nel centro della sala.
Guardando Mike sembrava che fossero giunti a destinazione.
Durante il tragitto il rosso afferrò uno dei tanti calici scintillanti e si fermò dinanzi ad una giovane donna.
La dea del caos, a confronto, sembrava una formica orripilante.
Lei, quella graziosa figura, doveva avere all’incirca la sua età.
Certo era un po’ bassina, ma era l’unico difetto evidente che Scott aveva riscontrato.
Tutto il resto andava abbastanza bene per un futuro sovrano come Mike o così il corsaro pensava, conoscendo i gusti del principe.
Di un colorito chiaro, quasi pallido, faceva risaltare ancora di più i suoi capelli biondi, gli occhi color azzurro zaffiro e le labbra di un debole viola che salutavano con cortesia una donna giunta per quella bellissima festa.
Il vestito di un azzurro intenso si sposava quasi alla perfezione sulla sua minuta figura.
Mike la prese quindi sotto braccio, avvicinandosi al loro nuovo ospite.
“Lei è Lady Dawn, ambasciatrice della Tracia.” Cominciò il principe, facendo le dovute presentazioni.
“Così questo è lo scellerato Scott! Ho saputo tutto questa mattina. Prima volevate derubare Mike e poi gli avete salvato la vita.”
“Già.”
“Perciò cosa siete? Un ladro o un eroe?” Chiese, rivolgendosi con un sorriso.
Prima di cadere in una qualche situazione imbarazzante, Mike si era mosso a difendere l’amico, senza che questi gli chiedesse di farlo.
“Scott voleva darmi l’opportunità di ringraziarlo.” Tentò, sollevando lo sguardo e accorgendosi che Scott era già sparito.
Il rosso si era avviato verso il suo equipaggio con Zanna che stava divorando ogni piatto che incontrava sulla sua strada e con Brick che raccontava la loro dieta e le loro storie a un distinto signore.
Vedendo il capitano avvicinarsi, si staccò dal nobile e gli si rivolse, tenendo ancora tra le mani un vassoio carico di cibo.
“La cosa è uno scherzetto…ci sta solo qualche guardia.”
“Non importa. Torniamo alla nave.”
“Così all’improvviso? Il libro è quasi nostro.” Gli fece notare Duncan.
“Ho detto: torniamo alla nave.” Ordinò categorico senza voltarsi indietro, mentre i suoi uomini fissavano da lontano Mike.
Nel studiare la scena, Duncan intuì cosa avesse fatto desistere l’amico.
Non si trattava del principe, ma della donna al suo fianco.
“E quella chi è? Una vecchia innamorata?” Chiese Brick, rivolgendosi al superiore.
“Mi sa che non è così semplice…andiamo.” Lo esortò Duncan, tornando indietro e recuperando le armi che avevano disposto sopra il tavolo.
“Lightning sbaracca.” Gli ordinò subito il vice.
“Ma ho appena finito.” Sbuffò, recuperando tutte le armi e uscendo di corsa, seguendo gli altri, mentre Zanna era riuscito ad arraffare un ultimo cosciotto di carne.
Nel vederli allontanarsi, Courtney comparve sul tetto di un palazzo.
Lei aveva assistito a tutta la scena e già pregustava la seconda parte del suo piano.
“È troppo facile.” Ghignò, sparendo nel nulla.
 
Mentre i pirati si dividevano, chi per andare dalle rispettive famiglie e chi per risalire sulla Chimera, Mike e Dawn si erano diretti verso il terrazzo dove re Chris aveva fatto il discorso sul Libro della Pace.
Da quella postazione potevano osservare sia la torre che custodiva il loro più importante tesoro, sia il mare.
“Ora che Scott è lontano, tuo padre può finalmente rilassarsi e godersi la serata.” Sorrise lei, appoggiandosi al parapetto.
“Lui cerca di non darlo a vedere, ma è così orgoglioso di avere il libro qui a Siracusa.”
“E presto sarà tua la responsabilità.”
“Nostra la responsabilità.” La corresse Mike, appoggiando una mano sulla sua spalla.
Dawn era poi subito tornata a fissare l’orizzonte, fissando il cielo.
“È bellissimo, vero?”
“Mio padre ha passato anni a cercarlo. Ci sono guardie ad ogni livello e se guardi lassù…” Tentò, zittendosi quasi subito.
Aveva intuito dallo sguardo della ragazza che Dawn non stava più parlando del libro.
Infatti lei si era messo a fissarlo con aria furbesca e aveva sbuffato.
“Parlavi del mare, vero?” Chiese il principe, facendola stringere nelle spalle.
“Vorrei solo aver visto più cose. Una volta immaginavo di andare ben oltre le 12 Città a scoprire il mondo. Oh, guarda Mike: ci sono così tante meraviglie!” Sussurrò lei, perdendosi a fissare il mare e immaginando i posti meravigliosi che avrebbe potuto visitare.
Avrebbe tanto voluto sapere se le storie su certe città erano vere.
Se certi templi erano più grandi di quelli di Siracusa.
Se ci fossero animali e piante mai visti.
E invece sarebbe sempre stata destinata a vedere navi salpare, tornare e ad ascoltare le chiacchiere di corte.
Mike intuendo cosa la preoccupava, le prese la mano e la guardò negli occhi.
“Dawn, il nostro matrimonio è stato combinato alla nostra nascita. Se lo aspettavano tutti da noi. Ma la politica non è un buon motivo per sposarsi. Io non voglio che tu lo faccia solo perché è tuo dovere...ora te lo chiedo personalmente. Vuoi sposarmi?”
“Mike, io...” Sussurrò la ragazza, perdendosi nei suoi occhi e venendo interrotta dal re che li aveva raggiunti preoccupato.
All’inizio pensavano riguardasse il libro e quindi la stabilità delle 12 Città, ma il pensiero dell’anziano sovrano era rivolto a tutt’altro.
“Alcuni degli invitati credo vogliano fare un brindisi, ma stanno facendo qualcosa di strano con le ginocchia e mi serve un ambasciatrice.”
“Ma certo maestà.” Riprese Dawn, seguendo re Chris all’interno.
 
E mentre la festa proseguiva senza intoppi, un’ombra furtiva si era arrampicata sulla torre, nascondendosi nell’ombra.
Courtney, approfittando della presenza di un unico soldato, iniziò con lo spaventarlo a morte.
Prima spense una torcia e la guardia tirò fuori la spada, credendo nella presenza di qualche ospite sgradito.
Credendo d’essere solo, rispose l’arma nel suo fodero e si avvicinò al libro per constatare che non gli fosse accaduto nulla.
Questo movimento diede la possibilità alla dea di spegnere altre torce, spaventandolo ancora e facendogli estrarre nuovamente la spada.
“Chi è là?” Chiese, cercando di risultare minaccioso.
Nel mentre, Courtney aveva spento quasi tutte le torce e, da dietro una colonna, aveva creato un fantoccio di Scott, entrandoci dentro come fosse un semplice costume.
Mascherata la sua identità ed estratto uno dei pugnali tipici del corsaro, uscì allo scoperto, facendosi vedere dal soldato.
“Scott!” Tuonò la guardia, attaccandolo senza risultato.
Il soldato infatti lanciatosi contro la dea, restò bloccato e Courtney lo fece crollare con un semplice pugno.
Eliminato quel disturbo e senza alcun testimone, ritornò al suo solito aspetto, lasciando accanto al corpo della guardia l’arma che aveva sfruttato.
Nel farlo si ritrovò a ridacchiare divertita e poi si concentrò verso il libro che lei tanto desiderava.
“Adoro diventare un altro.” Continuò, accarezzando il volume.
Avendo finalmente il tesoro tra le sue mani, alzò il libro al cielo, quasi volesse porlo come dono solenne al potente Zeus.
“Tutti i pezzi cominciano a incastrarsi.” Ghignò, chiudendo il volume e portandolo con sé nel suo mondo.
Quel semplice movimento fece sprofondare il castello nel caos, inscurendo il cielo e facendo tremare la terra, sconquassata dalla pace non più salda.
Ambasciatori, sovrani e nobili nel vedere ciò caddero nel panico, alimentando ancora di più la gioia della dea.
L’intera Siracusa s’ingrigì sempre più, mentre alcune crepe sorsero sui muri, mirando la stabilità e la sicurezza della città.
Dawn e Mike correndo verso il terrazzo da dove si vedeva la torre, capirono che qualcosa di orribile era accaduta alla loro reliquia.
“Mike! Il libro!” Si preoccupò la giovane, mentre il principe cercava di proteggerla da una violenta folata di vento e mentre il mondo sprofondava sempre più nel tanto agognato caos voluto da Courtney.
 


Angolo autore:

Ryuk: Come sempre siamo in ritardo.

Sotto pigri e tartarughe credo ci sia il nostro nome.
Comunque sia...Ryuk vi ringrazia per il vostro supporto.
Anche se...mi vien da ridere.

Ryuk: Taci!

1 sola recensione?
Non avete cuore.
Non pensate alla sofferenza che causate a Ryuk per questo disinteresse.
Non che la cosa mi riguardi, anzi vederlo infelice mi rallegra.

Ryuk: Riuscirò comunque a vincere.

Contento te.
Io non capisco cosa ci provi a essere così docile.

Ryuk: Silenzio che sto pensando.

Vedo infatti il fumo nero che riempie la mia camera.
Credevo fosse opera di una nuova torta di It.
Alla prossima!
   
 
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