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Autore: BowtiesAreCool    07/05/2017    1 recensioni
AU! Gemme Dell'Infinito
Coppie: Phil/Clint - Accenni Steve/Tony - Accenni Thor/Loki
Dal banco dietro Coulson proveniva un sonoro russare: era inconcepibile come un ragazzo dell'età di Anthony Stark potesse avere tanto sonno arretrato, eppure non c'era lezione mattutina che egli trascorresse sveglio, vigile, attento alle parole del professore. Abbandonato sulla superficie costellata di scritte e graffiti, Tony poggiava gli scarmigliati capelli neri sulle braccia coperte di ematomi, chiudeva le palpebre cerchiate di livida insonnia, quindi spalancava la bocca ad un quieto, letargico russare. Persino gli insegnanti avevano perso ogni speranza di vederlo interessato a quel che avevano da dire.
Con un mezzo sorriso, Phil si girò, sistemandosi i capelli castani sulla fronte, gli occhi azzurri posati gentilmente sul viso dell’amico, e lo scosse appena. “Ehi.” Bisbigliò. “Va bene dormire, ma evita di russare, così disturbi tutti.”
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Agente Phil Coulson, Altri, Clint Barton/Occhio di Falco, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nota Autrici: Perdonate l'altalenante pubblicazione dei capitoli. Purtroppo il lavoro ci tiene parecchio impegnate! Pubblicheremo sempre due capitoli a settimana solo che potrebbero arrivare in giorni distanti o uno dopo l'altro, dipende dagli impegni. Purtroppo non abbiamo neanche il tempo di rispondere alle recensioni ma le leggiamo e siamo felicissime che anche questa storia vi piaccia! Ne approfittiamo qui per ringraziarvi (Shavanna, LoreleydeWinter, Nuxla graziegraziegrazie!). Promettiamo di rispondere il prima possibile! Godetevi il prossimo capitolo: le cose cominciano a complicarsi!


 
Capitolo Cinque




 "Ad insaputa di Victoria, vi ho preso la Coca Cola. Mi merito un riconoscimento come si deve, per questo strappo alla dieta ferrea." Isabelle pareva la copia sputata di Lucy Lawless: stesso viso, stesso modo di sorridere, c'era quasi da pensare che l'attrice conducesse una tripla vita, tra set, spionaggio internazionale e madre adottiva. Si sedette sul bracciolo del divano, guardando Phil con un quieto sorriso ad aleggiarle sulle labbra. "Come è andata a scuola?"
"Tutto bene." Il ragazzo sorrise alla donna con gratitudine. Quando era stato affidato alle due donne aveva appena sei anni e, nonostante alcune maldicenze, lui era sempre stato più che fiero di avere due mamm: lo facevano sentire speciale, anche se non lo avessero addestrato come spia da quando aveva otto anni e non lo avessero fatto assoldare dallo S.H.I.E.L.D. "Verrà anche il nuovo ragazzo."
"Oh." Isabelle accavallò le gambe, arcuando le sopracciglia scure in un'espressione eloquente. "Carino?"
Annuì. "Molto. Credo anche che piaccia parecchio a Tony. Ha cominciato ad aprirsi anche con lui."
"Sul serio? Deve essere una persona davvero speciale." La donna si allungò a passare la mano tra i capelli del ragazzo. "Come stai, Phil? Sei così stanco, lo vediamo. Quando sei tornato ieri notte ci si è fermato il cuore."
"Lo so, mi dispiace." Sorrise alla carezza della donna. "I Chitauri diventano più forti e insistenti e io non sono in grado di fare nulla. Se non fosse che Fury mi ha messo a controllare Tony, non mi sarei mai imbarcato in questa cosa."
"Fury ha fiducia in te. E anche noi. Anche se..." Isabelle prese un respiro. "Mi pento di non averti potuto dare una vita normale."
"Chi ti dice che l'avrei voluta?" Il ragazzo le strinse affettuosamente la mano. "Sono felice della mia vita e di avere voi come mamma.”
La donna si avvicinò, per regalargli un forte abbraccio. Era molto più espansiva (a seconda delle vedute) di Victoria, sempre algida, sempre rigida e composta nella figura, negli abiti, nel portamento. Autoritaria nel suo tailleur pantalone, l'unica nota fuori dalle righe era la ciocca colorata che le solleticava orecchio e spalla -Isabelle, al contrario, era un exploit di pantaloni comodi, anfibi e giacche di pelle. Tutte dal taglio femminile, forte e indipendente.
Phil le si strinse contro. "Grazie e mi dispiace farvi sempre preoccupare."
"E io faccio sempre preoccupare te e Victoria e lei me e te. Siamo pari, in fondo."
Ridacchiò. "Si, è vero. Ma lei è in missione? Non mi ha detto nulla."
"Oh, no. Io non ti ho detto nulla, ma potrebbe, potrebbe essere andata a prenderti qualcosa in fumetteria."
Come quando Phil era piccolo e stava male e Victoria, che nonostante l'addestramento aveva il sacrosanto terrore delle malattie infantili, arrivava con qualche gioco o pupazzo soltanto per vederlo sorridere.
Il viso di Phil si illuminò. "Davvero? Ma non sto male!"
"Ritornare tutto ammaccato e con del sangue sui pantaloni è un po'come essere malati."
Inclinò il viso con un sorriso. "Ma il sangue non era mio ed ero solo stanco." Poi poggiò il viso sulle gambe della donna. "Mi dispiace causarvi sempre un sacco di problemi. Sto cercando di risolvere tutto il prima possibile."
Isabelle filò i capelli del ragazzo tra le dita, lentamente, con la punta delle dita che sfioravano piano le tempie. "Non ci stai causando alcun problema, Phil."
Il ragazzo sorrise ma tacque. Sapeva che le donne passavano la notte sveglie ad aspettarlo, preoccupate di non vederlo tornare. Anche per quello aveva voluto che gli amici andassero da lui, per dare un senso di normalità a quella vita che di normale non aveva proprio nulla.


***


Alle sette, il rombo di una moto si spense oltre la finestra, sul ghiaietto che dava accesso alla casa di Coulson. Spiando oltre i vetri Phil poteva vedere il corpo di Tony fin troppo attaccato a quello di Steve e le dita di questi attardarsi un po' troppo nello slacciare il casco dell'altro. "È lui?" Domandò Isabelle, spuntando per poggiare una conca di pop corn sul tavolino dinanzi la tv. "È carino."
"Dici che devo cominciare ad essere geloso?" Provò a scherzare Phil.
"Geloso di chi?" Intervenne Victoria, posando sullo stipite la spalla coperta da una camicetta di lino bianco. "La gelosia porta al lato oscuro." Convenne Isabelle, che ricevette un'occhiata gelida dalla moglie.
"Tony è l'unico amico che ho, non vorrei perderlo perché... Beh… Si è innamorato di un altro."
"Tu sei l'unico amico che ha." Ribatté Victoria. "Non dimenticarlo."
"Ha anche Steve ora. E se si mettono insieme io diventerò superfluo..." Socchiuse appena gli occhi. "Non importa." Sussurrò. Poi aprì la porta con un enorme sorriso. "Ciao, benvenuti!”
Mentre Tony aveva indossato una felpa rossa e dei semplici jeans neri, Steve pareva pronto per una serata in qualche locale vintage, col suo gilet e la camicia carta da zucchero coi polsini alzati appena sotto il gomito. La gamba destra, solo, sembrava gonfia e il ragazzo si sforzava di non mettervi sopra il peso. "Ehi." Lo salutò Tony. "Isabelle ha preso la coca cola?"
"Ovvio." Il ragazzo sorrise ad entrambi, notando i movimenti impacciati di Steve -Cosa che aveva fatto anche a scuola e che destò in lui qualche blando sospetto. "La pizza arriverà a momenti."
"Lode al Signore! Buonasera Isabelle, miss Hand..." E Victoria si permise di arricciare le labbra in un sorriso -In fondo trovava simpatico questo modo di rapportarsi con lei di Tony. Rogers strinse la mano alle due donne, incuriosito dal loro palese rapporto di intimità -Affascinato. Sollevato, quasi.
"Loro sono le mie zie." Le presentò Phil. Sorrise poi a Tony. "Ho scelto i Guardiani della Galassia, spero vada bene. Altrimenti possiamo scegliere altro."
"Io sono Groot." Commentò Tony e Steve, con un sorriso, si limitò ad un. "Per me va bene."
"Accomodatevi sul divano, allora. Io prendo i bicchieri."
"Steve non aveva idea di cosa tu stessi parlando." Lo avvisò Victoria, approfittando del fatto che Phil era entrato in cucina. "Riposo, Agente Hand." La richiamò Isabelle, ma la donna scosse la testa. "E ha la gamba ferita."
"Lo so, me ne sono accorto." Phil afferrò i bicchieri e guardò le due donne. "E' la stessa gamba che si è ferito il Capitano ieri." Bisbigliò. "E neanche lui conosce la tecnologia. E' rimasto stupito dell'auricolare con cui comunico con Tony."
Isabelle divenne attenta, interessata. "Credi che...?"
Scosse le spalle. "Potrebbe esserlo e forse anche per questo Tony è attratto da lui. Le Gemme si chiamano l'un l'altra."
"Ma hai sempre parlato di lui come di un uomo."
"Se avesse la Gemma della realtà, potrebbe manipolare il suo aspetto fisico, no?"
Victoria si sedette dinanzi l'isolotto. "Ma potrebbe alterare la realtà perché voi non possiate vedere la sua ferita."
Phil scosse le spalle. "Deve consumare parecchia energia allora, no?"
"Gli studi sulle Gemme non sono completi." Isabelle tamburellò le dita sull'isolotto. "Potremmo prendere un campione biologico.. "
Phil ridacchiò. "Cosa vuoi fare, tagliargli una ciocca di capelli?"
"Pensavo di tenere il bicchiere in cui beve."
Il ragazzo inclinò in viso. "E' un'ottima idea." Disse, tornando poi dai suoi ospiti. "Ci sono popcorn e patatine e la pizza arriverà a momenti."
Steve, col naso immerso nelle istruzioni del lettore dvd, sollevò la testa e sorrise. Tony gli si era fatto accanto, la schiena contro il suo braccio e le gambe oltre il bracciolo del divano. Stava giochicchiando col cellulare; drizzò gli occhi, schizzando immediatamente in una posizione più composta.
L'altro gli lanciò un'occhiata appena. "Steve, non dirmi che non hai mai usato un lettore dvd!"
"Il mio è... Vecchio."
"Beh, questo ha quasi quattro anni ormai, non direi che è di ultima generazione." Poggiò i bicchieri sul tavolo, recuperò il telecomando e andò a sedersi in mezzo ai due. "Vi dispiace?"
"Certo che no." Steve mise da parte il manuale e sorrise. Stark tossicchiò, per poi annuire. "Naturalmente no."
"Bene." Premette poi il pulsante del play e strinse la ciotola di popcorn tra le dita, in modo che gli altri potessero mangiare a piacimento.
Steve piluccò dapprima qualcosa. Poi con gusto, come se non avesse mai mangiato nulla di simile; gli occhi erano tutti per lo schermo, per i colori, le immagini, lo schermo. "Sai, l’arma di Star Lord si può costruire." Commentò Stark."Un giorno."
"Lo farai tu?" Phil aveva rilassato le spalle, tanto da toccare quella dell'amico. "Perché non costruisci una navicella? Così potremmo andare in giro per lo spazio."
"Potrei davvero."
"Potremmo conoscere altri mondi e incontrare gli alieni."
"Dite sia possibile?" Domandò Steve. "Andare oltre il cielo? E che esistano altre creature?"
Phil ridacchiò. "Beh... L'uomo è già andato sulla Luna e su Marte quindi dico si alla prima domanda e... Credo che si, esistano altre creature nell'universo."
Un cambio di scena oscurò gli occhi sbarrati di Rogers, la sua espressione sgomenta. "Vorrei avere un Groot nella mia vita." Fece Tony. "Lo tratterei bene."
Phil piegò il viso verso l'altro. "Stai bene? Sei impallidito all'improvviso."
"Cosa? Oh, no. No. Sto bene."
"Sicuro? Vuoi un bicchiere d'acqua?"
Il giovane annuì. "Grazie..."
Phil si allungò subito e riempirgli il bicchiere e glielo passò. "Hai caldo? Posso aprire la finestra se vuoi."
Steve negò col capo e bevve in un sol sorso il bicchiere. Tony lo guardava con una nota di preoccupazione negli occhi. "Scusate. È stata la stanchezza."
"Forse è la fame! Chiamo la pizzeria per chiedere dov'è la nostra cena, torno subito." Prese il bicchiere di Steve e lo portò in cucina, affidandolo alle donne e prendendone un altro. "E' davvero un ragazzo strano." Bisbigliò alle due.
Isabelle, attenta a non toccarlo, fece cadere il bicchiere in un sacchetto di plastica. "Presto sapremo quanto." Victoria aveva le braccia incrociate al seno. "Sto cercando informazioni sul database."
"Ha detto che il padre è un soldato ma ora si occupa di lavoro di ufficio. Vive a Brooklyn con lui e la madre." Il citofono poi squillò e Phil afferrò le pizze. "Vedete cosa trovate."
A metà serata, Isabelle fece segno a Phil di venire in cucina; Tony aveva appena lasciato una delle sue ultime fette a Steve, che aveva divorato la propria pizza con un'espressione di pura estasi.
"Vado a prendere il dolce!" Phil sorrise ad entrambi e sparì in cucina, "Che succede?"
"Non esiste niente su di lui."
Sollevò un sopracciglio. "Come scusa?"
Victoria girò il portatile verso di lui. "Niente." Ripeté.
Spalancò occhi e bocca. "Ma è assurdo! Deve esserci minimo un certificato di nascita! Senza contare l'iscrizione alla scuola."
"È contraffatto. E in qualche modo non lo è. Non c'è niente di tangibile su di lui, a parte questo certificato della scuola così... Strano."
"Strano? Fury non avrebbe mai accettato certificati strani. Cosa intendi?"
Victoria scosse la testa. "È plausibile. Tuttavia non esiste altro."
Il ragazzo si morse le labbra. "Domani parlerò con Fury e smaschererò il Capitano. Vedendosi con le spalle al muro magari dirà la verità."
Isabelle annuì. "Stai attento."
Il ragazzo sorrise rassicurante. "Non mi accadrà nulla." Afferrò, poi, un vassoio di brownies. "Spero solo non sia pericoloso. Tony ci rimarrebbe davvero male."
"Avvisalo. Digli di non fidarsi."
"Con quale scusa? Lui non sa dello S.H.I.E.L.D. Pensa che sia solo uno scapestrato con armi comprate su internet!"
Victoria si avvicinò a lui e gli mise una mano sulla spalla. "Allora digli solo che il Capitano può essere pericoloso."
"...Ma a lui interessa Steve, non il Capitano."
"Tu temi siano la stessa persona, no? Si terrà in guardia almeno dal suo alias."
Il ragazzo abbassò appena il viso. "D'accordo, lo metterò in guardia, anche se dubito mi ascolterà." Prese un respiro e tornò nell'altra stanza con il solito sorriso. "Brownies per tutti! Li ho fatti io."
Tony si drizzò, per la seconda volta nella serata, per togliere la testa dalla spalla di Steve. Questi ringraziò con un cenno del capo, appena in imbarazzo per l'essere stato colto sul fatto.
Phil socchiuse appena gli occhi, "Mi state nascondendo qualcosa?"
"No!" Esclamò Stark. "No! Ero solo---Stavo---"
Sollevò un sopracciglio. "Aspetto tu smetta di balbettare e ti rifaccio la domanda, se vuoi."
Steve si concesse una risata, con Tony che brontolava nella conca dei pop corn. "Tony si è soltanto appoggiato a me. Nulla di più."
"Devi essere parecchio stanco, allora." Tornò a sedersi tra i due ragazzi. "Puoi appoggiarti a me, se ti va." Disse, con un sorriso di sfida -Quella situazione cominciava ad infastidirlo non poco anche se non sapeva ancora bene il perchè.
"Ma cosa---?"
"Temo si sia fatto tardi." A Steve non doveva essere sfuggito il cambio di atmosfera. Mortificato, si schiarì la voce. "Meglio che..."
"Ma no, è ancora presto." Phil girò appena il viso verso l'altro, non prima di aver scoccato un'occhiata velenosa a Tony. "E poi non hai neanche assaggiato il dolce."
"Temo che la mia presenza qui sia più un danno, che un piacere."
"Perché mai?" Chiese, allora, finto tonto.
Steve scosse la testa e si alzò in piedi. "Capisco quando la mia presenza è mal tollerata.”
Phil sollevò gli occhi su di lui. "Non capisco perché tu faccia così ora. Se vuoi stare vicino a Tony, basta che lo dici." Rispose, piccato.
 
"Oh." L'uomo dagli occhi viola, nella sua gabbia, sorrise. "Ecco che iniziano i contrasti."
 
"Forse non lo fa perché, beh, la cosa sembra darti fastidio. E sei fastidiosamente geloso." Replicò Tony per lui.
Phil si girò sorpreso verso l’amico. "...Bene. Allora visto che sono così fastidioso ve ne potete anche andare!"
 
"Sprizzano scintille e fiamme."
 
"Vi prego." Steve aprì i palmi delle mani. "Doveva essere una bella serata."
 
"Divisi sono più vulnerabili..." Lingua d'argento comparve davanti la gabbia, un ghigno a piegargli le labbra sottili. "Dobbiamo solo aspettare che si distruggano da soli."
 
Phil strinse le mani a pugno, livido in volto. "Andatevene."
 
"La crepa, Maestro. Bisogna allargarla. Le Gemme si cercano l'un l'altra e chi rimane fuori dal cono del loro potere è roso dalla gelosia."
 
Tony lanciò un'occhiata a Steve. "Ci vediamo domani. A scuola." Quindi si girò verso Phil. "Vorrei rimanere a parlare con te."
 
"Dobbiamo dividere le Gemme e forse chi non la possiede è il passo per avvicinarci... Dimmi cosa vedi."
 
Il ragazzo si morse la lingua e si limitò ad annuire.
 
"Il Senza-Potere. La sua anima è rosa dal senso di inutilità. Si sente futile. Prova vergogna. E rabbia."
 
Stark sospirò e si passò una mano tra i capelli, la porta che si chiudeva alle loro spalle. "Scusami. Non volevo essere un completo idiota."
"Se ti do così fastidio te ne puoi andare, vedrò di non disturbarti più d'ora in poi." Rispose invece l'altro, infastidito.
"Non mi dai fastidio. Ma... Non capisco il perché del tuo comportamento: mi hai consigliato tu di provarci."
 
"Allora useremo la sua rabbia per dividere e trovare le gemme. Forse ha accesso anche all'ultima."
"Bisogna avvicinarlo, Maestro."
"Dobbiamo, si, ma non con i Chitauri. Ci vuole qualcuno che si finga suo amico e lo porti a me..."
"Qualcuno che legga la sua Anima e conosca i suoi desideri..."
Lingua d'argento studiò attentamente l'altro. "Ti stai proponendo?"
"Lascia che ti serva con ogni mezzo che possiedo."
"E mi servirai bene?"

"Con tutto me stesso, Maestro."
"Molto bene, allora." L'uomo sfiorò il viso dell'altro in una carezza leggera. "Sarai il mio asso nella manica."
L'uomo che aveva gli occhi viola sorrise e piegò la testa, per avere maggior contatto con le sue dita. "Sì, Maestro."
 
"Non pensavo l'avresti fatto davvero! E poi lui non mi piace, nasconde qualcosa e tu sei solo uno stupido!"
"Sorvolerò sull'insulto, perché me lo sono meritato." Tony corrugò la fronte. "Ma se stravedevi per lui."
"Mi è concesso cambiare idea?" Il ragazzo sbuffò. "Sta lontano da lui, ti prego. Almeno fino a quando non avrò capito chi è davvero."
E Tony, a quelle parole, divenne guardingo e si mise in allarme. "Cosa intendi?" Gli chiese.
"Non sappiamo nulla di lui, Tony. Ed ha atteggiamenti strani. Hai visto la sua reazione quando ho detto che l'uomo è già andato sulla Luna? Sembra provenga da un altro pianeta o epoca!"
Stark allora aggrottò la fronte -Non era perplesso, era immerso in ragionamenti e pensieri, contatti logici, questo e quello. "È vero. Più di una volta mi è sembrato stupito da... Tutto."
"Non possiamo fidarci." Phil gli si avvicinò e poggiò le mani sulle spalle dell'amico. "Ti prego. Allontanalo per un po'. Dammi il tempo di scoprire chi è."
"Okay, pal." Tony gli diede una pacca sul braccio. "Mi fido di te."
Phil piegò le labbra in un mezzo sorriso e si strinse forte all'altro. "Promettimi che saremo sempre amici, anche se dovessi innamorarti di lui."
"Phil." Stark, restio agli abbracci, ad ogni contatto fisico, lo strinse di rimando e con forza. "Nessuno può essere te. Sarai sempre il mio migliore amico."
"Ma stasera ho avuto la sensazione di non essere così importante e non voglio più sentirmi così. Sei l'unico amico che ho. Senza di te sarei completamente solo."
"Ma tu sei importante."
"E lo sarò ancora, se dovessi stare con lui?"
"Lo sarai sempre."
"Ti voglio bene, Tony." Bisbigliò, commosso.
"Anche io. Ma se lo dici a qualcuno ti strappo i capelli."
Phil gli lasciò un bacio sulla guancia. "Scusa se sono stato fastidioso. Ho solo paura possa succederti qualcosa."
"E tu perdonami se sono stato una persona orrenda." Tony gli passò una mano sulla schiena. "Dai, guardiamoci il film."
"Ne mettiamo un altro e dormi qui?"
"Agli ordini!"

 
   
 
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