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Autore: Rumenna    08/05/2017    2 recensioni
[BOYS LOVE] Ivan studia disegno ed è innamorato di Tina. Tuttavia il suo look lascia molto a desiderare. Si farà consigliare dall'esperto Rosemund. Ma cosa potrebbe accadere se un consiglio dopo l'altro i due si avvicinassero sempre di più?
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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La persona davanti ai miei occhi è Rose, con Alastor tra le braccia. Non riesco a vederlo bene in viso per via dell’oscurità, ma pare che i suoi capelli siano in disordine… è ancora vestito, quindi non credo di aver interrotto qualcosa. Ma ha un’aria strana, cupa… sarà successo qualcosa.
«Perché stai al buio? Che stai facendo da solo?» Scommetto che stava piangendo per il tradimento scoperto… che rabbia!
Esitante, mi risponde: «S-stavo… guardando un film…» dal tono basso e sofferente della voce sembra che stia ancora piangendo.
Rapidamente ho portato il palmo della mia mano destra sulla sua guancia, scoprendola completamente bagnata: a questo gesto, Rose si ritira immediatamente.
«Sei bagnato… dimmi che sta succedendo, Rose!»
«Te l’ho già detto, sto guardando un film… e adesso per favore… se non vuoi sapere altro, faresti meglio ad andartene.»
«Adesso basta, fammi entrare! Io e te dobbiamo proprio parlare!»
Mi sono fatto largo nella stanza dando una rapida occhiata allo schermo del televisore, unica fonte di luce in tutto questo buio: in piena trasmissione vi è la scena finale del film “Ghost”. «É davvero per questo che stai piangendo?»
«Te l’ho detto.»
«E Giulio dov’è?»
«Lo vedi da qualche parte?»
« Cacchio, lo sapevo! L’ho sempre saputo che non era un tipo affidabile! Che scusa si è inventato?»
«Insomma, basta! Non vuoi capire o lo fai di proposito?! Non ti voglio tra i piedi, Ivan!»
«Peccato per te, perché resterò qui quanto mi pare e piace!»
«Allora chiamo i carabinieri.»
Rose ha teso la mano per raccogliere il cellulare appoggiato sul tavolo, ma con una manata molto decisa e ben poco delicata l’ho fermato in tempo: «Ho detto che dobbiamo parlare!»
«Ma io non ho niente da dirti!»
Ero venuto qui con le migliori intenzioni, eppure mi sto soltanto arrabbiando… ma non riesco a non irritarmi con questo suo comportamento: «Ah, no? Peccato, perché ci sono un bel po’ di cose che hai lasciato poco chiare o addirittura tenuto nascoste! Vuoi che te le elenchi tutte insieme o ti va bene una per volta?»
Il riflesso della Tv mostra il suo sguardo turbato ed agitato, come se lo stessi prendendo alla sprovvista: atteggiamento tipico di chi non sa più che scusa inventare.
Tremante e scoppiando a piangere, Rosemund si lascia cadere appoggiando il peso sulle gambe.
«Ehi…» Questa reazione mi ha un po’ spiazzato… ma almeno adesso so che ha fatto crollare la sua maschera, che finalmente è tornato ad essere il vero sé stesso, tutt’altro che freddo ed indifferente. 
Continua a piangere, cercando inutilmente di asciugarsi le lacrime con il dorso della mano già completamente zuppo.
«R-Rose…» avrò esagerato con le parole? Forse sono stato troppo aggressivo. «Ehm… dai, tirati su…»
Scuote la testa, rifiutandosi di tirarsi su. Tutta la rabbia è svanita solo vedendolo in questo stato: mi si è stretto il cuore, sento una profonda tristezza… sta piangendo come un bambino, sta facendo sentire male anche me.
«Non fare così… s-so che stai male per questa storia.» Probabilmente in questo momento si sta arrendendo all’evidenza, dopo che l’ho costretto a guardare in faccia alla realtà. «Sai… anche io sto soffrendo per amore, non sei mica l’unico…»
Si è voltato di scatto a fissarmi, con gli occhi completamente rossi di pianto: ho appena sentito una morsa al petto.
Ho mollato la presa sul tavolo e mi sono accovacciato verso di lui, per dargli un po’ di conforto: «Secondo me ti sei concesso troppo presto. Quello là non valeva mica così tanto.»
«Bugie, bugie… erano tutte delle bugie, Ivan!»
«B-bugie?» L’ho guardato sorpreso: mi ha tenuto altre cose nascoste?
«Non è vero nulla, nulla! Nulla di ciò che ti dico è vero, sono un bugiardo!»
Sono sicuro che si sta riferendo al bacio davanti al suo negozio e, che quella fosse una bugia, ormai l’ho già saputo da Tina.
«…Puoi… p-puoi anche essere un bugiardo, Rosemund Smith…»
Ah… i miei occhi hanno ceduto…
«M-ma… m-m-ma io ti amo lo stesso.»
L’ho detto...
Gliel’ho detto…
Sento come se il mio cuore si fosse appena liberato di un enorme macigno…
«Che… che cazzo stai dicendo, sei impazzito?»
Con la forza di un solo braccio, mi ha colpito al petto, spingendomi via, facendomi cadere sul pavimento con un tonfo.
«Mi sta bene anche passare per pazzo… ma almeno sono riuscito a dirtelo!»
«Sei ubriaco…! Sei ubriaco!»
«Dovresti fare come me, dovresti liberarti di tutto quello che senti!»
Indietreggiando, Rose ha raccolto il cellulare, cercando di comporre un numero: «Devo chiamare l’ambulanza… non stai bene!»
«STO BENISSIMO!»
L’ho raggiunto a gattoni rapidamente, bloccando le sue mani, con cui stringe saldamente  il suo cellulare.
«Non sono mai stato meglio, puoi credermi.»
«Sei ubriaco…»
«Avevo un gran peso proprio qui, al petto… m-ma adesso che me lo sono tolto, puoi anche mandarmi a quel paese.»
«Sei fuori di testa…»
«Sei tu che ti sei comportato da fuori di testa in questo periodo.»
«Mi stai prendendo in giro! Lo stai facendo di proposito per vendicarti, dimmi la verità! Non dovevi uscire con Tina stasera?»
«L’ho fatto, ma non è andata come pensi tu!»
«E come la penso?»
«Non lo so, ma di certo non siamo finiti a scopare come te e Lisbona!» A queste mie dure parole, le dita di Rose, ancora ben strette, sussultano: riesco a percepire agitazione attraverso le sue mani, rigidissime per la tensione.
La mia vista si è ormai abituata alla penombra di questa stanza, così decido di fissarlo negli occhi: sembrano smarriti, completamente smarriti, continuando a fare su e giù lungo il mio viso… non mi dispiace affatto fargli questo effetto. Al contempo dentro di me provo una strana sensazione: sento crescere tanta tranquillità nel mio cuore per il peso appena liberato, tanto quanto sento l’agitazione salire sempre più.
Con questi anomali sentimenti cerco di arrivare al sodo, sperando che questo momento finisca presto: se deve scaricarmi, che lo faccia in fretta. «Tina mi ha confessato di essere innamorata di me e mi ha chiesto di diventare il suo ragazzo, ma io le ho detto di no perché è di te che sono innamorato!»
Da parte sua nessuna reazione, nessuna replica.
«Non hai ancora capito bene? Vuoi che lo dica in inglese? I LOVE YOU! YOU, NOT TINA! UNDERSTAND?» Ma che diamine sto dicendo?
Con un filo di voce, Rose, ignorando la nuova lacrima pronta a solcargli il viso, mi parla: «La scena si è ripetuta...»
«Eh…?» Non ho capito.
«Io… tu… a te, a te è successa la stessa cosa che è successa a me. Io… sniff… io quella sera di capodanno… sono uscito con Giulio e stava andando tutto bene…»
Continuo a fissarlo in silenzio a bocca aperta, facendo fatica a deglutire, senza nemmeno badare a chiudere le palpebre, ormai tremolanti.
«Ma poi lui si è avvicinato a me per baciarmi… era proprio quello che volevo, ma non ce l’ho fatta… non ci sono riuscito e l’ho rifiutato!»
Completamente assorto dalle sue parole rotte dal pianto, inizio a piangere anche io.
«Poi… p-poi ho iniziato a mentire, ad accatastare bugie su bugie, tutto per tagliare i ponti… non volevo più stare male, non volevo più soffrire per un amore non corrisposto! Non volevo più vederti, non potevo più farlo con la stessa spensieratezza! Non ci riuscivo… anzi, non riesco… non riesco a vederti solo come un amico, Ivan…!»

…………
Ho la mente annebbiata.
Non credo di riuscire a capire cosa sta succedendo…
«Ma… io ho visto lui al negozio… e quel segno sul tuo collo…»
«Lui ha continuato a provarci con me, non accettava di essere stato rifiutato… quello stupido presuntuoso! Ero contento di vederti al negozio questo pomeriggio, ci sono rimasto male quando non ti ho visto rientrare e sono andato nel panico quando sei ritornato, notando subito questo brutto segno sul collo!»
Quindi…
«Quel verme ti ha molestato…?» Ho appena sentito una fitta allo stomaco.
«Ha iniziato a baciarmi con avidità, ma l’ho respinto con violenza… credo che dopo quello abbia capito… ma… ma non erano quelle le labbra che volevo, non era quello l’approccio che desideravo! Io… v-volevo… io voglio te…»
Le mie braccia l’hanno raggiunto, circondandolo con estrema cautela. Ho lasciato che poggiasse il capo sul mio petto con dolcezza, stringendoci l’un l’altro con amore, sentendo il forte profumo della vaniglia provenire dal suo corpo inebriarmi le narici e la mente.
Sento il mio cuore martellare fortissimo… ma allo stesso tempo anche un senso di pace… sto morendo? É forse il paradiso questo…?
Forse questo è un sogno… forse sto sognando, forse mi sono addormentato sul tavolo ubriaco insieme a Tina, e presto qualcuno verrà a svegliarci.
«Ivan… non è un sogno, vero?»
Ha appena fatto la stessa domanda…
«Io… i-io non lo so… p-potrebbe… pizzicami.»
Ho sentito la pelle della mia schiena pressarsi e contorcersi in maniera innaturale: «Ahi, mi hai fatto male!»
«Adesso colpiscimi tu.»
Il forte ed assordante suono del campanello ci fa sobbalzare entrambi, facendomi sentire come se il cuore stesse per uscirmi dal petto. Ho premuto una mano sul mio cuore: con questo spavento sono sicuro di non star sognando… ma chi cavolo sarà a quest’ora?
«Sarà la pizza che ho ordinato due ore fa…»
«M-ma lo sai che ore sono?»
Ignorandomi, si è alzato velocemente accendendo la luce, abbagliandomi con infamia, mentre apre la porta al fattorino.
Abbiamo pianto molto entrambi, non voglio che quel tizio si faccia idee strane guardandoci… ho iniziato a correre verso il divano, lanciandomi a sedere con goffaggine, stringendo i palmi delle mani sulle orecchie, fingendo di guardare la tv, ripensando alla conversazione appena interrotta come un’idiota.
Le luci si sono spente una seconda volta, piuttosto velocemente, facendomi tornare alla realtà: sullo schermo della Tv è in corso la pubblicità di uno squallido deodorante per ambienti… il film che stava guardando Rose è già finito, si è perso la scena finale... è un peccato vista la durata del film. A distogliermi dai miei futili pensieri sulla Tv ci pensa il mio senso dell’equilibrio: sentendo improvvisamente il peso del divano sbilanciarsi, mi volto verso destra, finendo intrappolato nello sguardo blu intenso di Rose… con il riflesso ben chiaro delle luci provenienti dalle immagini nel televisore riesco a vedere molto nitidamente il suo viso, che lentamente si sta avvicinando al mio.
Starà per baciarmi…? Cavolo, a che scemenze sto pensando? E tu cuore, calmati… che diamine, sembro una ragazzina delle medie con il primo fidanzatino!
Ma… ma in un certo senso è così. Lui è così bello… questo ragazzo tanto bello quanto gentile è stato il mio primo bacio… e anche il secondo… e anche il terzo. È sempre stato lui… e una parte di me si sente sollevata da questo. Deglutisco a fatica, cercando con la mente vorticosa qualcosa di cui parlare: «Dov’è la pizza?»
«Sul tavolo.»
Molto, molto piano… piano come quando si incrocia per caso un animale selvatico per le strade… Rose si sta avvicinando sempre di più.
«N-non avevi ancora… cenato…?»
«Era la seconda, ma è sopraggiunta troppo tardi, ormai è arrivata qui completamente fredda. Dimmi un po’, Ivan… per noi non è troppo tardi, vero?»
Ho mosso debolmente il capo in segno di negazione, mentre sento il suo profumo sempre più vicino continuare ad ammaliarmi, annebbiando la mia mente, facendo rimbombare rumorosamente i battiti accelerati del mio cuore in ogni centimetro del mio corpo.
E questi suoi occhi stupendi… il pianto li ha resi di un azzurro brillante, con dei piccoli raggi scuri, sfumati di celeste di blu avio… le ciglia bagnate non fanno altro che risaltare la loro stessa lunghezza.
Quasi tremolante, la sua mano raggiunge la mia gota, rendendola immediatamente rovente.
«Da questo momento non saremo mai più migliori amici. Hai qualcosa da dirmi prima di lasciare andare tutto quanto?»
Rosemund… ti ho incontrato e sei diventato il mio consulente d’amore… ti ho conosciuto e sei diventato il mio migliore amico… adesso che ti amo e che so che ricambi i miei sentimenti…
«G-grazie…» Ti sono grato per avermi insegnato ad amare… ma nella situazione attuale, sinceramente, non potrei provare piacere più grande nel lasciarti andare via per sempre, aprendo il cammino verso queste nuove emozioni. «…ma adesso via dalle scatole.»
Il suo volto si distende in un sorriso luminoso e sincero, che gli assottiglia gli occhi e rende il viso una maschera di dolcezza.
Contraccambio, non riuscendo a fare nient’altro in questo momento.
La sua espressione è variata improvvisamente, trasformando il Rose tenero e dolce in un ragazzo incredibilmente affascinante, mentre mi si avvicina a tal punto da riuscire a sentire il suo respiro. Le mie mani stanno tremando, eppure sono incapace di muovermi, rimanendo completamente soggiogato dalla linea sensuale delle sue labbra.
Un momento interminabile, un’amara attesa.
Esita, come se avesse paura di rompermi o di ferirmi… riesco a sentire tutta la sua tensione: il mio cuore è riscaldato da queste premure, ma l’indole animale che ancora alberga nell’essere umano che è in me in questo momento si trova in completa ribellione.
É ora di rompere questi stupidi indugi.
Con uno scatto deciso, riesco a vincere le sue labbra.
Una nuova sensazione sta nascendo dentro di me… per certi aspetti mi ricorda quello che provavo quando ho cercato queste labbra con molte domande dentro di me, eppure riesce ad essere anche completamente differente: arrogante come la consapevolezza di ciò che desidero, piacevole come la conquista, intimorita come la purezza.
Questa volta le labbra di Rose non sono solo calorose e soffici… sono roventi e sensuali.
Ci baciamo ancora, ancora. Ogni bacio è come un marchio inferto da un ferro incandescente... non importa quante volte mi allontani da lui, sento incessantemente la sua presenza su di me.
Le sue mani cercano le mie… mi lascio catturare, in un piacevole intreccio delle nostre dita.
È molto tardi, ma non riesco proprio a smettere per primo. Anna sarà in pensiero per me a quest’ora… decido di allontanarmi lentamente, cercando di evitare il suo sguardo per l’imbarazzo. Cercando smarrito di puntare lo sguardo altrove, sento spingermi nuovamente verso di lui con una manata sulla nuca scoperta. Approfittando delle mie difese abbassate, ne approfitta per marcare un punto critico: sento la punta della sua lingua stuzzicare la mia, come una spada da duello: giocosa… provocante… e letale.
«…Mhhh…»
Non so se è per merito dell’alcol che ho bevuto prima… ma sento terribilmente caldo in tutto il corpo… non riesco a far funzionare il cervello, ho la mente completamente bloccata. Ho le vertigini e non so come far calmare il sangue nelle vene, mentre come un fiume in piena percorre tutto il mio corpo lasciandomi brividi caldi dovunque… Rose, è questo l’effetto che hai su di me…?
Quando l’ho incontrato non volevo averci nulla a che fare… eppure adesso, nonostante il mio bacio inesperto stia gravando su una corretta respirazione, sento come se stessi ricevendo ossigeno vitale, come se lui fosse tutto ciò di cui abbia bisogno per vivere.
Mi avvicino sempre di più a lui, lasciando i nostri corpi in balia delle leggi della fisica, facendoci cadere l’un sull’altro, con la schiena di Rose aderita sul soffice divano, senza rallentare i bollenti spiriti.
«…Ah…mhh…»
Non dovrei spingermi più lontano di così… malgrado ciò non voglio assolutamente lasciarlo andare… mai più.
   
 
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