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Autore: not_clivford    11/05/2017    0 recensioni
STORIA INTERROTTA
Scende la pioggia su Miami, bagnando tutto ciò su cui si posa.
Scende la pioggia su Miami, creando pozzanghere nelle quali ci saltano i bambini e facendo diventare il terreno fangoso.
Scende la pioggia su Miami, bagnando le persone prese alla sprovvista che, senza ombrello, corrono alla ricerca di un rifugio.
Scende la pioggia su Miami, bagnando una giovane coppia che ha appena litigato, portando via, insieme al vento, le parole urlate e le lacrime versate.
Scende la pioggia su Miami e un'altra storia d'amore ha inizio, nata dal nulla, nata da un gesto casuale che ne farà parte fino alla fine di essa.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Michael si aggirava per i corridoi della scuola guardandosi intorno, un sorriso soddisfatto ad incorniciargli il viso e gli occhi verdi che brillavano di felicità. Nonostante tutto quel positivismo, era però tormentato da un pensiero costante. Alexis. L'aveva cercata nei giorni precedenti contattandola più volte, e anche quel giorno l'aveva cercata per tutta la scuola, invano. Proprio dopo aver salutato Jeff, il capitano della squadra di baseball, aveva adocchiato la familiare chioma rossa appartenente alla ragazza da lui cercata, ma la campanella gli aveva impedito di andarle incontro per parlarle. Si diresse dunque verso la palestra dove, solo qualche giorno prima, aveva avuto luogo la festa di halloween. 
Nello spogliatoio maschile, come era sempre stato, regnava il caos più totale; tra l'odore di sudore e quello dei deodoranti spray che venivano spruzzati di continuo, i ragazzi del quinto anno, che avevano appena finito l'ora di educazione fisica, raccattavano le proprie cose ridendo e scherzando, per lasciare il posto a quelli del terzo.
Michael si avvicinò al suo armadietto e lo aprì, poi buttò il suo zaino per terra e iniziò a spogliarsi. Appena si infilò la maglietta della scuola sentì qualcuno dargli una pacca sulla schiena. Si girò con un sorriso sul volto, sapendo che il ragazzo dietro di lui era Justin, il capitano della squadra di nuoto.
«Allora Mick,» disse questo aprendo l'armadietto affianco al suo «Ti vedo bene in questi giorni. Hai combinato qualcosina alla festa dell'altro giorno?»
«Ma va'!» rispose Michael sedendosi sulla panca dietro di lui per allacciarsi le scarpe «Ho solo messo apposto un affare con un'amica»
«Ah, beh!» esclamò Justin con lo sguardo di uno che la sa lunga «Adesso è tutto più chiaro!»
«Ma smettila Jay! Non è successo nulla di che...»
«Come vuoi tu» rispose Justin e la conversazione finì lì.
Michael affrontò la lezione di educazione fisica senza il solito entusiasmo, infatti il coach lo richiamò più di una volta.
«Davis, sei capitano della squadra di calcio per un motivo, quindi vedi di darti una svegliata e smettila di bere tutto quello schifo che piace a voi giovani!»
Il ragazzo non rispose, limitandosi ad annuire, per poi concentrarsi sull'attività che stavano svolgendo. Il professore aveva deciso di fare un allenamento sulla pallavolo, che sarebbe anche stato divertente se non fosse stato per il fatto che aveva deciso di mettere quelli della squadra di pallavolo della scuola contro quelli che non ci avevano mai giocato. Nonostante non amasse la sport in questione, Michael ammirava il modo in cui i giocatori riuscivano a svolgere azioni di quel tipo ad una velocità assurda, decidendo cosa fare in una frazione di secondo. Fra i tanti club della scuola quello di pallavolo era il più forte e il più supportato dagli studenti; quella squadra, dopo l'arrivo di quattro nuovi studenti nel club, era riuscita a risollevare il proprio nome e quello della scuola, riuscendo a vincere, dopo molti anni, la finale del torneo autunnale.
«Asso facci una bella battuta»
La voce del capitano della squadra di pallavolo risvegliò Michael dai suoi pensieri, mentre il battitore si alzava il pallone in aria per compiere la sua giocata. Data l'inesperienza dei ragazzi nella squadra avversaria, egli mise a segno un ace diretto senza che gli altri potessero anche battere gli occhi.
«Michael» la voce di Thomas lo richiamò «Hai visto Alexis oggi?»
Il ragazzo dagli occhi verdi gli lanciò una breve occhiata prima di vedere il pallone passargli sopra e colpire il suolo segnando un altro punto.
«No, ma la stavo cercando» rispose rimettendosi in posizione «Vale lo stesso per te?»
«Yep» rispose l'altro prima di urlare "Corta!" e buttarsi sotto rete per prendere il pallone che aveva toccato il net. Michael, vicino a lui, colpì il pallone in bagger indirizzandolo verso Justin, il quale tentò, senza successo, di eseguire una schiacciata.
«Fa niente, tanto non ha importanza» continuò Thomas alzandosi da terra «Probabilmente la vedremo a pran-» il ragazzo si interruppe per cercare di colpire in qualche modo il pallone che, a una velocità considerevole, stava per atterrare dietro di lui. Il suo salvataggio sarebbe anche stato figo, se non avesse bloccato il pallone.
«Woops,» disse rendendosi conto di quello che aveva fatto «A quanto pare le vecchie abitudini non cambiano». La conversazione finì lì, così come la partita di pallavolo, e gli studenti si affrettarono a smontare la rete su ordine del professore. 
Thomas riuscì ad intercettare Michael solo una volta fuori dallo spogliatoio, e anche lì dovette alzare la voce più volte prima che l'amico si accorgesse di lui.
«Prima mi sono dimenticato di chiederti» disse sistemandosi la camicia «Di dire ad Alexis di chiamarmi il prima possibile»
«Certo, nessun problema»
Michael però era un po' infastidito da Thomas. Per qualche motivo si sentiva costretto a fingere ad andare d'accordo con il nuovo arrivato e, nonostante qualche volta non gli dava fastidio, la maggior parte del tempo si sentiva oppresso dalla sua presenza, come se solamente l'arrivo del ragazzo avesse oscurato Michael e il giudizio degli altri su di lui. Inoltre, il terrore che Thomas potesse allontanarlo dal resto del gruppo lo tormentava da un po' di tempo.
Appena suonò l'ultima campanella della giornata Michael si fiondò in mensa, sperando di riuscire a vedere Alexis. Appena la vide da sola le si avvicinò il più velocemente possibile sperando di non venir intercettetato da eventuali pericoli (vedi Alexandra).
«Hey Alex!» esclamò il ragazzo facendola sobbalzare.
«M-Michael... che ci fai qui?» chiese lei chiudendo il libro che stava leggendo.
«Dovevo parlarti. Dopo la festa non ci siamo più sentiti e... beh, ecco dovevo sapere se stavi bene»
Alexis spalancò gli occhi incredula, senza sapere come replicare. Michael gentile? E quando mai era successa una cosa del genere? E poi il modo in cui lui teneva gli occhi bassi come se avesse fatto qualcosa di sbagliato e se ne pentisse amaramente. Ma lui non aveva fatto niente di sbagliato...
«Io sto bene... è solo che... non sapevo cosa dirti e-»
Michael le si avvicinò di scatto e premette le sue labbra contro quelle della ragazza. Spostò la sua mano delicatamente dietro la testa della chitarrista e aspettò che lei reagisse.
Alexis, in primo luogo, spalancò gli occhi dalla sorpresa, ma poi si lasciò andare e ricambiò il bacio. Ancora non riusciva a provare nessun sentimento, ma tentò di bearsi delle morbide labbra di Michael che, come una dolce tortura, si muovevano lente sulle sue.
E poi si staccarono e si guardarono negli occhi per un periodo che parve interminabile. E no, non si parlarono, perché a volte le parole sono solo d'intralcio, superflue, e non riescono ad esprimere quello che invece un lungo silenzio può raccontare.
E in fondo non avevano bisogno di parlarsi; ormai avevano le risposte a quello che li tormentava da un paio di giorni.

 
~~~

HEY EVERYBODY!
I'M SOOO LATE.
Lo so. Ma sono stata presa in ostaggio da qualche Anime.
In questo capitolo importa solo la parte finale maaaa non potevo scrivere solo quello, quindi ho dovuto creare un po' di narrazione intorno.
Eeee no, Mike non è buono come sembra. Fidatevi.
Non so più che dire, quindi vi saluto :)
See ya!
   
 
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