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Autore: SimbaCourage96    11/05/2017    0 recensioni
Kurt Hummel e Blaine Anderson sono novelli sposi e sono tornati a New York. Kurt frequenta la NYADA e Blaine andraà alla NYU.
Sono felici. Ma c'è una questione lasciata in sospeso e sarà Kitty Wilde a farla riemergere: Vorranno mai avere dei figli?
Uno li vuole al più presto e l'altro teme sia troppo presto
Pareri contrastanti li porteranno poi all'armonia di una decisione comune.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Burt Hummel, Kitty Wilde, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt, Jessie/Rachel
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Cap 10

 
 
Blaine e Kurt erano seduti comodamente sul divano, o almeno, Kurt era comodo, perché si era messo sdraiato lungo il corpo dell’altro, con la testa appoggiata sotto il suo mento, e Blaine gli accarezzava di tanto in tanto i capelli morbidi.

Stavano guardando uno di quei programmi di moda che adoravano commentare e, soprattutto, criticare insieme.

“Ehi, Kurt?” Chiese a un certo punto il moro, attirando l’attenzione dell’altro, che si volse leggermente per guardarlo.

“Si?” Disse, un po’ preoccupato, visto che suo marito gli stava mandando lo stesso sguardo.

“Non ti sei pentito di non aver fatto da padre a nostro figlio? Non che non sia felice, ma vorrei un bambino dagli occhi azzurri e i tuoi capelli…”

Kurt si voltò completamente, appoggiando le mani sulle spalle di Blaine e lo baciò.

“Non mi sono pentito, io voglio un figlio da te, quindi deve assomigliarti, vorrei una bambina che abbia i tuoi riccioli, che tu ti ostini ancora a nascondere con quel maledetto gel…”

“Ehi! Ho ridotto la dose!”

“…comunque… che abbia anche i tuoi occhi, che riescano a farmi sciogliere il cuore, come fai tu.”

“Ma  hai detto che non vuoi altri occhi da cerbiatto, che ti bastano i miei.”

“Certo che mi bastano, ma immagina una bambina piccola con i tuoi occhi dolci.”

Blaine provò a immaginarsela e sorrise, poi rivolse lo sguardo di nuovo a Kurt.

“Ti amo.”

“Anch’io, sciocchino.” Rispose il castano, risistemandosi sul suo petto e Blaine gli cinse la vita, stringendolo a sé.

***

“No, no, no! Blaine, cos’è questo completo?”

“E’… è il completo che indosserò al concerto di stasera.”

“Te l’ho detto un sacco di volte, e come tuo manager dovresti ascoltarmi. Questo tipo di abbigliamento non va bene, lo sarebbe se fosse un evento di gala, elegante… ma
ti esibirai davanti a delle teenager, e quello che vogliono è uno stile più casual.”

Blaine cercò di capire e prima che potesse esprimere la sua idea, fu zittito.

“Non intendo le polo, quei jeans striminziti e i mocassini.”

Gli porse allora una t-shirt, dei jeans un po’ più larghi e delle scarpe simili ai mocassini, ma di cuoio.

“E dovremo lavarti via quelle tracce di gel.”

Blaine annuì, cosa poteva fare? Aveva chiesto lui di diventare un cantante famoso, ma doveva rinunciare a sé stesso?
In fondo, con questi concerti, non poteva stare vicino a Kurt, che in qualsiasi momento poteva essere richiamato davanti al giudice. Cosa sarebbe successo se a causa dei suoi impegni e della sua assenza, avessero perso Katie?

Cercò di scacciare i pensieri e andò a cambiarsi.

Nello stesso momento, Kurt era nel Caveau di Vogue.com e stava finendo di assemblare i vari pezzi di uno dei vestiti, fissandoli con degli spilli.

“Ehi, Kurt” Sentendo la voce di Isabelle, voltò per un attimo la testa per salutarla.

“Come te la stai cavando?” Gli chiese, avvicinandosi ed esaminando il suo lavoro.

“Molto bene, l’ho quasi terminato, poi chiederò a Samantha di cucirlo, io ho altro a cui lavorare.”

Isabelle sorrise, e ammirò il suo ex stagista all’opera. Ma dentro di sé aveva paura di come avrebbe reagito al suo imminente discorso. Il ragazzo aveva ottenuto tutto quello che voleva, un marito che amava, il lavoro dei suoi sogni e presto un figlio, e lei era così orgogliosa e felice per lui, ma era veramente pronto ad affrontare il tutto?

“Volevi dirmi qualcosa, Isabelle?” Chiese Kurt curioso, la donna era rimasta in silenzio di fronte a lui.

Lei gli sorrise e lo prese per mano, portandolo a una delle postazioni per il trucco, facendolo sedere su una delle sedie vicino.

“Kurt… quando arrivasti qui eri un ragazzo pieno di sogni e dedito al tuo lavoro. Hai saputo consigliarmi meglio tu di qualsiasi altro dipendente che ormai lavora qui da anni.”

Il castano cominciò a sentire un nodo allo stomaco e alla gola, Isabelle gli stava per dare una brutta notizia? I suoi vestiti non piacevano?

“E la sfilata è stata un successo, lo sai, ma sei pronto ad affrontare ciò che arriverà?”

“In che senso?”

“Bè, dovrai partecipare ad altre sfilate, anche se non sono le tue, dovrai farti un nome un po’ ovunque, qui, in Europa… e probabilmente dovrai lasciare Blaine da solo con vostro figlio per un po’, lui non voleva fare il cantante e girare il mondo? Sarete costretti a lasciare i vostri figli con una tata o i vostri parenti.”

“Ma dai, Isabelle, non diventerò subito famoso e potrò stare con loro…”

“Kurt, io ti voglio bene, ma non voglio vederti crollare per colpa del lavoro, pensaci, se è questo il lavoro che vuoi fare.”

Kurt annuì.

Quando Isabelle ritornò al suo ufficio, coincidenza volle che Blaine lo stesse chiamando in quel momento.

“Kurt… mi ha chiamato Jesse.”

***

Kurt e Blaine si incontrarono al più presto all’ospedale e col respiro affannoso, si avvicinarono al primo banco informazioni per sapere dove avrebbero potuto trovare Rachel Berry.

Quando entrarono nella stanza, trovarono Rachel seduta sulla poltrona da ginecologo e Jesse al suo fianco che le teneva la mano.

La ragazza voltò lo sguardo su di loro e gli sussurrò un ‘mi dispiace’ .

I due si avvicinarono agli amici, Blaine posò la mano sul braccio di Rachel, massaggiandolo dolcemente.

“Cosa è successo?” Chiese Kurt. Rachel provò a rispondere ma era troppo triste, allora Jesse prese la parola.

“Il dottore ha detto che non è andata a fine la fecondazione, ma non è stato un aborto, quindi ha detto che se volete, potete riprovarci.” Disse, accarezzando la fronte della moglie.

Kurt sfiorò il braccio di Blaine, per fargli capire che voleva parlargli. Uscirono un attimo e Blaine si strinse a lui. Quando si allontanarono, Blaine aveva gli occhi lucidi e

Kurt cercò di tirarlo su di morale.

“So quanto possa sembrare egoistico e brutto da dire, ma forse è stato un segno, voglio dire, forse non siamo pronti a diventare genitori…”

“Kurt cosa stai dicendo? Vuoi rinunciare a questa possibilità e a Katie?” Chiese ancora sconvolto e confuso il moro, che aveva la voce spezzata dal dolore.

“No, lotteremo per Katie, ma lei è già grande e non dovremo stare svegli giorno e notte per badare a lei, mentre a un bambino piccolo servono queste attenzioni.” Spiegò il castano, mentre il marito lo stava guardando come se non lo conoscesse affatto. Kurt ci aveva riflettuto molto nel periodo di tempo che era passato da quando aveva parlato con Isabelle a quando erano usciti da quella stanza.

“No. Non ti voglio nemmeno ascoltare.” Disse solo Blaine, rientrando poi nella stanza dove si trovava l’amica.

Dopo altri accertamenti sulla salute di Rachel, poterono uscire dall’ospedale e Rachel chiese ai due ragazzi un po’ di tempo per stare da sola, ovviamente Jesse sarebbe rimasto con lei e i due si diressero a casa loro.

Blaine non rivolse la parola a Kurt per tutto il tragitto verso il loro appartamento. A Kurt, dopo un po’, diede fastidio tutto quel silenzio e decise di parlare per primo.

“Blaine, è inutile che fai finta di non sentirmi, non ho detto che non dovremo avere un figlio nostro, solo che forse non eravamo del tutto pronti ad essere genitori di un neonato.”

“Ancora non ha senso quello che dici, Kurt.” Gli rispose semplicemente lui, senza degnarlo di uno sguardo, e mantenendolo davanti a sé sulla strada.

Quando l’auto si fermò al semaforo rosso, Kurt si voltò verso di lui e gli prese una mano. “Cosa c’è Blaine?” gli chiese.

“Hanno fatto tutti i controlli a Rachel e se fossi io il problema?”

“Blaine, ti posso assicurare che non sei tu il problema, hai sentito Jesse? Semplicemente non è avvenuta la fecondazione, non ci sono stati problemi con te o Rachel, e quando ci sentiremo pronti, ci riproveremo. Per ora pensiamo solo a Katie, che ha bisogno di noi.”

Blaine non era del tutto convinto sul fatto di aspettare, ma annuì cercando di sorridere e Kurt gli baciò la mano velocemente prima di ripartire.

***

“Cosa significa che lasci?” Sbraitò Vincent in faccia a Blaine.

“Significa che il tour mi è bastato per capire che, sarebbe bello viaggiare e fare musica, ma ciò che voglio ora è stare accanto a mio marito e ai nostri futuri figli, e non potrò farlo se dovrò viaggiare spesso.” Spiegò tranquillamente il moro sorridendo, sarebbe stata una bella sorpresa per Kurt, ma lui proprio non ce la faceva a gestire la vita del cantante. Sapeva che avrebbe dovuto pagare una penale per tirarsene fuori, ma non gli importava, stare lontano da chi amava per mesi non era ciò che faceva per lui.

Ne parlò anche con Santana e Kitty, con Rachel non parlava da un po’ di tempo perché lei e Jesse si erano concessi una vacanza per far distrarre la ragazza e dopo non si erano fatti sentire, ma sapevano che erano tornati grazie a Kitty che l’aveva vista un paio di volte.

“Hobbit, cosa farai ora? Insomma era il tuo sogno o sbaglio?”

“Non infierire Santana.” La riprese la bionda e l’ispanica le fece una smorfia.

“Ragazze per favore, mi ricordate Bas e Kurt.”

“A proposito, la Mangusta, come ama chiamarlo Lady Hummel, dov’è?” Chiese poi, curiosa, la gente sembrava comparire e scomparire come nulla fosse.

“Come fai a insultare più persone in una sola frase?”

“Kitticat, non sto insultando nessuno, ad Hummel piace che lo chiamo così….”

“In realtà no…” cercò di dire Blaine sovrapponendosi alla ragazza, ma lei lo zittì.

“…stavo dicendo, visto che lui si reputa il tuo migliore amico, ora dovrebbe esserci lui a consolarti e non noi due.”

“E’ con Thad, ma li abbiamo invitati per cena, quindi gliene parlerò stasera, comunque ho un altro sogno, io amo i bambini e vorrei insegnare, come Shuester, ma non in un Glee Club, vorrei insegnare musica.”

“Ma casa vostra è un talk show? Metterete due poltrone come da Ellen DeGeneres o con una scrivania come Letterman?”

Kitty e Blaine si guardarono confusi. Era vero, a casa loro c’era quasi sempre qualcuno, ma stava esagerando.

“E’ una cosa bellissima, Blaine. Sarai un ottimo insegnante.” Disse Kitty, sorridendo ampiamente e Blaine la ringraziò.

“Sì,  devo ammetterlo, Hobbit, lo sarai sicuramente.” Blaine ringraziò anche Santana e si abbracciarono.

***

I coniugi Anderson-Hummel passarono una bella serata, mista a frecciatine tra Kurt e Sebastian e Blaine e Thad che provavano a calmarli, e dopo averli salutati, Blaine raggiunse il marito a letto, che aveva appena finito di fare i suoi abituali rituali di bellezza per la pelle.

“Kurt, mentre tu e Thad eravate in cucina, io ho parlato con Sebastian…”

“Parlato? E di cosa?”

Blaine salì sul letto e si mise seduto sulle gambe di Kurt che erano già sotto le coperte, mettendo le sue ai lati di esse e gli prese le mani, che poco prima tenevano in mano un libro.

“Vedi… ieri ho detto a Vincent che la vita del cantante non fa per me, ho provato a fare quel tour che mi aveva proposto all’inizio, sai per farmi conoscere, ma non è quello che voglio davvero… io…”

Kurt vide che Blaine faceva fatica a parlare e così prese a carezzargli le mani, “tranquillo, cos’è che vuoi?”

“I-io… vorrei insegnare musica ai bambini, o ai ragazzi… così potrò starti più accanto, a te e ai nostri futuri figli.”

“Allora hai fatto la cosa giusta, perché non sei pentito, vero?”

“Certo che no! Kurt, io ti amo e voglio essere più presente” Disse, avvicinandosi un po’ di più a lui. Gli disse anche della penale e all’inizio Kurt rimase sorpreso, poi pensò che Blaine era felice ora e se voleva dire fare qualche sacrificio per il futuro, lui non poteva fare altrimenti.

“Va bene.” Annuì Kurt, sorridendo e attirando a sé Blaine, baciandolo con foga, ma anche dolcezza.

Si separarono per un attimo.

“Domani ci sarà il verdetto… nervoso?”

“Un po’… tu?” Chiese il moro, poggiando una mano sulla guancia dell’altro e spostandosi poi al suo fianco, e mettendosi anche lui  sotto le coperte.

“Sì… voglio davvero bene a quella bambina e non può rimanere con la signora Miller.”

“Lo so e saresti un padre fantastico, Kurt.”

“Anche tu, Blaine.”

Si baciarono di nuovo e risero stavolta nel bacio, stringendosi più che poterono per sentire ogni singola parte dell’altro impressa sul proprio corpo.

***

Il giorno  seguente erano in tribunale, con i loro amici sostenerli. La signora Miller li guardava dall’alto al basso e il signor Miller sembrava triste.

Il giudice entrò in aula e si schiarì la voce. “Buon Giorno a tutti i presenti, stamattina verrà decisa la custodia per Katie Miller, la decisione consiste nell’affidarla o ai nonni
materni, o ai qui presenti signori Anderson-Hummel, tutori scelti dalla signorina Miller in punto di morte.”

Kurt e Blaine si strinsero le mani più forte che potevano. Poi sentirono il rumore della porta che si apriva e chiudeva e videro Rachel e Jesse che erano appena entrati e si sorrisero a vicenda.

Prima che il verdetto fosse emesso, entrambi gli avvocati poterono tenere un ultimo discorso.

“Allora, giurati, qual è il vostro verdetto?” Chiese il giudice, voltandosi leggermente.

Una donna, sulla trentina, si alzò in piedi e unì le mani davanti a sé.

“Sì, signor Giudice… il nostro verdetto è che Katie Miller dovrebbe stare con…”

Dopo quel momento il respiro di tutti i presenti si fermò per un attimo.
 
Note dell'Autrice:
Salve  :D
Allora, spero vi sia piaciuto questo capitolo, anche se non so quanti lo abbiano continuato dopo la lunga pausa, scusate ^^"
Come credo che il prossimo sarà l'ultimo, perchè non vorrei rovinare la storia, facendole perdere originalità, ma scriverò qualcosa di nuovo se avrò l'ispirazione :)
Ci vediamo al prossimo e ultimo capitolo ;D
   
 
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