Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: Azaliv87    11/05/2017    3 recensioni
E se Jon avesse la possibilità di riportare in vita una persona importante? E scoprisse di non essere ciò che era? E se anche Dany avesse questa possibilità? Questa è la domanda che mi sono posta, e da quest'idea mi è venuta in mente la storia che vi narrerò. Parto a raccontare le vicende dalla fine della sesta serie televisiva, grosso modo, quindi (avviso chi non ha visto questa stagione) potete trovare degli spoiler. Per il resto è tutta una mia invenzione. Dopo essermi immersa nel mondo di Martin ed essermi affezionata ai suoi personaggi con Tales of Wolf and Dragon, ho deciso di cimentarmi in questo What if e vedere fino a che punto può spingersi la mia fantasia.
Per chi avesse già letto l'altra mia ff, ritroverà conseguenze, personaggi e riferimenti alla prima storia.
Buona lettura e non vi preoccupate se ogni tanto rallento la pubblicazione, non sono mai bloccata, ma ho periodi in cui devo riordinare le idee e correggere ciò che ho già scritto prima di aggiornare!!
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jon Snow, Lyanna Stark, Rhaegar Targaryen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Gli eserciti di Dorne e dell’Altopiano affiancati dall’orda di Dothraki e l’esercito di Immacolati di Daenerys Targaryen avevano sconfitto i Lannister ed i loro alleati. Ora le Terre dell’Oro erano sotto il loro controllo. Kevan Lannister, il loro comandante era stato preso prigioniero e tenuto sotto stretto controllo nelle segrete sotterranee di Castel Granito. Rhaegar non aveva ancora deciso cosa fare di lui, era stato al fianco di Tywin Lannister per molti anni. Aveva eseguito i suoi comandi, ma non aveva prova che si fosse macchiato di veri reati. Indubbiamente la sua unica vera colpa era stata quella di sostenere suo fratello, ma poteva mai condannare un uomo per non aver avuto il coraggio o l’ardore di ribellarsi a colui che lo sovrastava? No, io ho fatto di peggio, non fermando prima un sovrano folle. I suoi pensieri inevitabilmente andarono anche ad un altro leone. Sperava di trovare Jamie Lannister in battaglia, ma il cavaliere; così veniva ancora chiamato quel traditore, era ad Approdo del Re, dietro o sotto le sottane di sua sorella… Arthur Dayne avrebbe certamente pensato una frase del genere e non si sarebbe morso la lingua per esprimere il suo pensiero.
Era tornato in groppa al Rhaegal e sorrise mesto al pensiero del suo amico perduto, ma non aveva tempo per abbandonarsi a quei tristi pensieri. Sua sorella lo aveva riportato indietro per uno scopo e quello sarebbe stato il suo unico scoglio per non affogare nell’oceano della malinconia, che sapeva, un giorno non molto lontano, lo avrebbe travolto.
Ma il suo obbiettivo ora, era arrivare al più presto alla capitale e fargliela pagare a quel traditore.
 
La flotta Tyrell, dei Martell e di Yara Greyjoy avevano sconfitto quella di suo zio Euron, impedendogli così di raggiungere le coste occidentali. Daenerys si era poi premurata di incendiare tutte le navi nemiche ordinando a Drogon e a Viseryon di sputare fuoco dalle loro fauci. Rhaegar poteva ancora vedere alcune navi bruciare e altre immergersi nelle acque nere del mare dove il Dio Abissale reclamava i suoi uomini. La regina Cersei ora non aveva più alcun aiuto dall’esterno. Avrebbe dovuto difendere il trono con le sue sole forze. Si poteva anche attaccare con le dita e le unghie a quello scranno, ma le unghie di un leone quanto possono resistere rispetto a quelle di un drago? Quale delle due bestie avrebbe avuto le fauci più crudeli da strappare a morsi la carne del suo avversario?
Il principe di Roccia del Drago osservava gli stendardi dei Lannister sventolare sulle sommità della Fortezza Rossa e sulle mura della città. Cremisi e oro. Pensò che erano proprio fuori luogo, non si riusciva nemmeno ad immaginare quanto inadatte potessero essere quelle nere e oro dei Baratheon. Quelle pietre torneranno ad esibire il vessillo del drago, mai più permetterò ad un altro di prenderci ciò che era nostro. Guardò sua sorella era appena atterrata al suo fianco. I suoi occhi viola erano direzionati verso la capitale. Ciò che avevano di fronte per lei era del tutto nuovo, e Rhaegar pensò che non avrebbe mai dovuto essere così. Lei avrebbe dovuto nascere lì, tra l’amore della regina, loro madre, le dolci melodie composte dalla sua arpa e le risate allegre di Aegon, Rhaenys e l’altro suo fratello. Se li stava immaginando i quattro bambini, due femminucce e due maschietti, alternandosi tra quei folti capelli scuri e quelli invece più sottili e chiari come la luce della luna e del sole, mentre correvano tra gli androni del Fortino di Maegor con addosso ognuno i colori della propria casata. Gli stendardi che vedeva alle colonne erano quelli Targaryen, esattamente come un tempo. Rosso e nero. Fuoco e Sangue.
Per un attimo il suo cuore mancò un battito al pensiero di quel figlio perduto e mai conosciuto. Lyanna, gli avresti mai permesso di giocare assieme a quei bambini da cui era unito legami di sangue e affetto, con addosso i colori che ritenevi pacchiani?
 
In quel momento i fratelli Targaryen si trovavano sulla cima di una collina di fronte alla capitale in sella ai loro draghi. I loro eserciti stavano raggiungendo l’altopiano da tutti i lati. Approdo del Re era assediata. Nessuno avrebbe lasciato le mura della città senza che loro lo potessero sapere. Ogni porta era controllata e la Guardia Cittadina impugnava archi e spade in attesa che loro attaccassero. Anche se era molto lontano Rhaegar poteva sentire lo stesso la paura di quei soldati terrorizzati.
Dovete sentirvi raggelare il sangue nelle vene dannati leoni. Ora saranno i Targaryen a razziare e depredare i Lannister, come un tempo voi avete fatto con la nostra gente… ma noi non entreremo tra le mura di questa città con un invito! Jamie, ti avevo dato l’ordine di proteggere la mia famiglia… Dovrei anch’io mandare degli assassini a stuprare e uccidere tua sorella. Meriteresti di assistere a questo scempio incatenato e denudato dal quell’armatura che hai macchiato col sangue di mio padre, di mia moglie e di quei bambini innocenti.
Dalla loro postazione potevano inoltre vedere anche l’altra parte della flotta dei Greyjoy, capitanata da Theon, che assediava la capitale sulle sponde della Baia delle Acque Nere. La città era sotto il loro controllo, bastava solo dare l’ordine di attaccare.
-Che dici? – Dany guardò suo fratello e gli sorrise – finalmente tocca a noi fare la nostra mossa? – Rhaegar non le sorrise, ma tornò ad osservare le mura di quella che un tempo era stata la sua città, la sua casa, la sua tormentata infanzia. Tutto ciò che ricordava era proprio lì di fronte ai suoi occhi; le mura, i torrioni, le case del popolo.
Il Tempio di Baelor ora giaceva distrutto, ma lo ricordava ancora in tutto il suo splendore. Il giorno del suo matrimonio con Elia. Le risate della gente che applaudiva la loro unione. Lo sguardo triste di un amico, celato dietro il freddo acciaio; un obbligo al quale entrambi avrebbero preferito rinunciare, ma nessuno dei due poteva sottrarsi.
La Fortezza Rossa e i ricordi di tutta la sua fanciullezza. I mattoni rosati che alla luce del sole sembravano risplendere d’oro. La Torre delle Spade Bianche svettata come la lama di una spada dall’acciaio chiaro. Lui ne aveva conosciuta solo una di quell’aspetto, e ora non sapeva nemmeno dove fosse finita. Avrebbe tanto voluto poter impugnare quella spada in onore del suo più grande amico. Ma io non mi merito quest’onore. Tu sei morto per proteggere la cosa a me più cara. Io avrei dovuto morire nella stessa maniera, invece ho lasciato che le facessero del male. Se ti avessi incontrato qui, non avrei meritato il tuo perdono.
Ripensò anche a suo padre; rigido e inquieto, seduto sul Trono di Spade, con la corona in testa, la sua mania di grandezza e quella pazzia che lo avevano rovinato.
Rammentò il dolce pensiero di sua madre; il suo sorriso spento, la sua eleganza e la sua fierezza, ed il dolore che si era sempre celato nel suo cuore, ma che orgogliosamente cercava di nascondere quando era di fronte alla corte.
Poi gli tornò alla mente ogni volto della guardia reali. Ser Gerold Hightower; austero e fiero, l’elmo dalla forma di toro laccato in bianco. Ser Barristan Selmi, orgoglioso e onesto, mai avrebbe pensato che si potesse inchinare poi ad un ribelle. Ser Oswell Whent col suo umore nero messo a dura prova da alcuni dei suoi confratelli. Ser Jonothor Darry ed il modo spiritoso e allegro di vedere la vita. Il principe Lewyn Martell, gentile, benevolo e gradevolmente paterno. E poi ancora lui, il suo migliore amico, la sua spigliatezza, la sua solarità, la prestanza fisica e quella micidiale maestria con la spada. Era proprio tra quelle mura rosate che aveva conosciuto Arthur Dayne. Era sempre stato come un fratello per lui. Quante volte avevano cavalcato tra le vie di quella città. I loro duelli improvvisati al cortile interno della Fortezza Rossa, come due bambini che si sfidavano per sapere chi dei due avrebbe vinto ogni volta. Le loro lunghe chiacchierate nelle sue stanze. Sorrise al pensiero che ogni argomento con lui prendeva sempre la stessa piega.
-Rhaegar, quando imparerai che nella vita ci sono piaceri che vanno oltre all’odore di pergamene e al suono melodioso di un’arpa? Vai con una donna e poi mi dirai se non ho ragione! – aveva sempre tergiversato su quegli argomenti e molte volte lo aveva anche rimproverato per essere così poco delicato. Ora tutto questo gli mancava. Gli mancava da morire. In quel momento non sapeva perché, eppure avrebbe tanto preferito trovarsi in un bordello a bere del vino con lui fino ad ubriacarsi e sentirlo ancora parlare di donne con quel suo modo scioccante e indecoroso.
Quanto vorrei fossi ancora qui con me a darmi il tuo sostegno… mi sembra di essere tornato quel bambino di un tempo. Solo e col cuore gonfio di malinconia. La luce delle tue stelle era riuscita a far breccia in quelle tenebre che da sempre mi avevano assalito. Un lume flebile e delicato all’inizio come le stelle al tramonto, ma in breve avevano rischiarato quella cupa oscurità come il sole quando sorge dall’orizzonte. Un astro caldo come un sorriso. Il tuo quando hai riottenuto ciò che per cui avevi combattuto per anni, o il mio quando pensavo di aver trovato la mia felicità personale.
 
-A te l’onore sorellina. – la sua voce era roca, la maschera che indossava gli prudeva sulle guance, dove le lacrime erano scese senza che lui potesse fermarle. Probabilmente era l’ultima volta che vedeva ciò che gli si mostrava di fronte, ma forse era meglio così. Tutto avrebbe dovuto avere un nuovo inizio. Tutto ciò che era stato, adesso non c’era e ci sarebbe più stato. Dovevano ricominciare. Sua sorella e lui. I nuovi conquistatori dei Sette Regni. Non potevano sapere se dopo il loro attacco le mura della città avrebbero retto. Il castello poteva anche essere incendiato e gli abitanti e le guardie uccisi nella battaglia. Rhaegar diede un ultimo sguardo al Fortino di Maegor e pregò di non dovervi mai mettere piede.
-Dracarys! – sentì Dany urlare e come risposta i draghi emisero fiamme verso l’alto. Rhaegal prima di rispondere all’ordine puntò il muso verso di lui, come a chiedergli il permesso di prendere parte a quel richiamo. Il principe gli mise una mano sul collo, per dargli la sua autorizzazione e la bestia si unì ai suoi fratelli. Il principe e la regina dei draghi osservarono attraverso le fiamme da loro emesse, il loro esercito avanzare.
 
Un piccolo contingente si imbarcò su una scialuppa, scendendo dalla nave di Theon Greyjoy che si era tenuto al largo e cautamente si stava avvicinando alla capitale. Superarono le due torri dell’argano e risalirono la foce delle Rapide Nere. Le persone che la occupavano avevano i volti celati dai cappucci. Un centinaio di metri proseguendo controcorrente, un uomo avvolto in uno scialle sudicio e infangato li stava attendendo sulla sponda est. L’imbarcazione attraccò e scesero tutti i loro componenti. Theon Greyjoy però rimase a sorvegliare la barca. Daenerys si abbassò appena la stoffa del mantello, per osservare le pietre dal colore rosato. Quando si avvicinò all’uomo che attendeva accanto alle mura della città, fece fatica a riconoscerlo, ma i suoi occhi non sbagliavano: quello era Varys, l’eunuco. Non ti fidare del Ragno Tessitore. Le parole di suo fratello le risuonarono nella mente. Un uomo in grado di mutare il suo aspetto in questa maniera poteva davvero essere un vero alleato? Oppure alla prima occasione mi avrebbe teso una trappola? Dany non sapeva che pensare, ma aveva cominciato a diffidare seriamente della sua lealtà, nel momento in cui si era presentato a Giardini dell’Acqua con Aegon Targaryen.
Costeggiarono per qualche metro la cinta muraria fino a quando l’eunuco non li fece entrare per un piccolo passaggio segreto proprio ai piedi della collina di Aegon. Attraversarono stretti cunicoli bui. Andavano alla cieca seguendo la sagoma dell’eunuco di fronte a loro. L’unica cosa che rischiarava appena qualche suo passo era la fioca fiammella di una candela. Per i resto erano avvolti dalle tenebre più nere. Sperando di non essere finiti in una trappola macchinata da lui, camminarono per minuti o ore, nessuno seppe dirlo, ma alla fine Varys si fermò e indicò loro una porta.
-Quella vi condurrà ad un androne adiacente alla Sala del Trono. Superate la terza colonna e aprite la porta alla vostra sinistra. Entrerete di soppiatto nel lato est ed eviterete le guardie. – consigliò loro.
Ad uno ad uno lo superarono e varcarono il passaggio. L’aria che Dany respirò fu come ossigeno puro. In quei cunicoli tutto sapeva di marcio, umido e fetido. Si guardò attorno. Le mura erano alte. Grandi finestre tutte decorate d’oro e ossidiane. Mancavano alcune gemme notò, suo fratello Rhaegar, le si avvicinò:
-Hanno fatto togliere tutti i rubini. – disse amaramente, sulla mano destra impugnava la sua nuova spada. Indossava un’armatura nera ed il mantello amaranto tenuto da una spilla a forma di drago sulla spalla sinistra. La maschera a nascondere i suoi lineamenti perfetti
-Riporteremo questo luogo al suo antico splendore, fratello. Assieme. Uniti. Per sempre. – e gli strinse una mano.
 
Si erano divisi in due gruppi, quello capeggiato da Aegon avrebbe percorso la strada consigliata da Varys, mentre l’altro comandato da Viserys avrebbe aperto le porte d’ingresso della Sala del Trono, creando così scompiglio al suo interno. Le Serpi delle Sabbie si dispersero per l’intera fortezza e attaccarono tutte le guardie che trovavano nel loro cammino, prima di uscire dalla fortezza e dar l’ordine agli eserciti di superare le mura e saccheggiare la città risparmiando però il popolo o chi implorava pietà e si arrendeva. Come annunciato da Varys, il loro arrivo si dimostrò una vera sorpresa per la regina usurpatrice. Quando Dany varcò la soglia si ritrovò di fronte ad un lungo corridoio. Il tappeto era oro e porpora, era lungo centinaia di metri e collegava la porta d’ingresso col basamento del Trono di Spade. Era un alto scranno dall’aria decisamente inquietante e macabra. Era composto da punte acuminate tutt’attorno. Ricordò quello che le aveva detto suo fratello. Quelle erano le spade dei nemici che Aegon il conquistatore aveva fatto fondere all’inizio del suo regno. Erano le spade degli sconfitti, divenuti poi suoi sudditi. Fuoco e sangue. Anche il suo regno sarebbe cominciato così? Ovviamente sì. Anche lei era una Targaryen e quello era il motto della sua casata. La regina Daenerys vestiva dei pantaloni neri, e un lungo soprabito della stessa tonalità. Aveva il petto protetto da una pettorina di cuoio bollito rossa e sulla spalla sinistra portava un mantello carminio. Una corazza in acciaio smaltata di nero era stretta con delle cinghie sotto le ascelle. Era la prima volta che indossava i colori della sua casata. E ne andava fiera. Suo fratello Viserys con la sua armatura nera, era di fronte a lei. La spada era alta e puntata di fronte a loro, camminava verso il centro della sala. Lei lo seguì, tenendo gli occhi fissi verso la figura seduta sul trono. Quando si fermarono, erano ad una cinquantina di metri da lei.
 
Cersei Lannister. La schiena appoggiata alle lame acuminate poste a raggiera sullo schienale. Di fronte a lei Ser Jamie Lannister, Quiburn il piromante, La Montagna nella sua armatura e alcuni soldati della nuova guardia reale.
-Uccidete questi impostori. – fu l’unica cosa che le sentirono pronunciare, prima che tutto ebbe inizio. I due schieramenti ingaggiarono un combattimento, mentre la regina usurpatrice rimase seduta sul suo scranno a guardare la scena. Dany notò che nel suo sguardo c’era un lieve divertimento in tutto questo. Anche mio padre aveva la stessa espressione quando sedeva su quel trono?
Daenerys si tenne a distanza, non sapeva impugnare una spada. Le sue uniche armi in quegli anni erano stati i suoi cavalieri del sangue, le sue parole e i suoi draghi. Ma ora non voleva usare i suoi figli. Avrebbero incendiato e messo in pericolo un sacco di gente. Era una cosa che voleva evitare. Suo fratello le aveva fatto una domanda prima della loro partenza:
-Una volta che saremo lì, come pensi di attaccare la capitale? –
-Col fuoco e col sangue? – aveva scherzato lei. Rhaegar non aveva riso.
-Parlo seriamente sorellina. – l’aveva rimproverata. Era una cosa che non concedeva a chiunque, ma a lui questo era permesso.
-Non lo so a dire il vero. – aveva il tono mogio ora, lei non era una guerriera. Non sapeva quali strategie adottare durante una ribellione – voglio ottenere il trono e risparmiare delle vite, ma non so se ne valga davvero la pena. –
-Ne vale sempre la pena, Dany. Tu sarai regina dei Sette Regni. Vuoi essere rispettata come tale, oppure temuta dai tuoi stessi sudditi? – quelle parole l’avevano offesa, ma tutto sommato sapeva che suo fratello le stava solo impartendo una lezione che le sarebbe servita. No, lei non era suo padre. Lei era Daenerys Nata dalla Tempesta, prima del suo nome, Khaleese del Grande Mare d’Erba, la Non-bruciata, Madre dei Draghi, Regina di Meereen e Distruttrice di Catene. Ora sarebbe diventata anche Regina dei Sette Regni e Protettrice del Reame, ed il suo popolo l’avrebbe rispettata come la salvatrice del regno, non voleva che la vedesse mai come l’ennesima tiranna. Avrebbero risparmiato chiunque si fosse pentito e poi sotto un accurato processo avrebbe deciso se graziarli o mandarli in esilio. Ser Barristan le aveva raccontato che una volta chi veniva risparmiato, andava alla Barriera, ma ora avrebbe significato ingrandire solo le forze del Re del Nord, e questo non potevano permetterselo.
Alla fine avevano deciso di risparmiare la popolazione e più vite possibili, ogni soldato e ogni spada sarebbero potuti servire per le battaglie avvenire. Come posso cominciare il mio regno, se permetto l’uccisione del mio popolo? Le parole di suo fratello maggiore, l’avevano proprio toccata nel profondo.
Tyrion era ora al suo fianco. Impugnava una spada corta, un’arma adatta a lui e al suo braccio. Erano fermi a metà della sala, Viserys era proprio di fronte a loro, i suoi guerrieri del sangue la circondavano, mentre gli altri erano tutti impegnati nel combattimento. Le due regine si osservavano negli occhi. Le sfere smeraldine di Cersei Lannister la guardavano con un sorriso maligno e minaccioso. Le stille d’ametista di Daenerys Targaryen invece la osservavano con orgoglio e fierezza.
 
Note dell’autore:
Ed eccoci con un altro capitolo sul passato di Daenerys e Rhaegar. Finalmente i Draghi si sono mossi, hanno unito i vari eserciti alleati e hanno attaccato i Lannister. La Grande Battaglia ha inizio. Non sono bravissima a raccontare le battaglie, diciamo che mai mi era capitato prima, per cui spero di aver reso i principali concetti strategici almeno. Ho pensato più che altro di rendere il tutto in piccoli pezzi mostrando solo dei momenti, fino a giungere alla Sala del Trono. Ora le due regine sono una di fronte all’altra. Cosa accadrà? Vi lascio con questo dubbio, ditevi cosa ne pensate, quali aspettative avete e cosa vi piacerebbe leggere. Magari posso prendere spunto dalle vostre idee e aggiungere qualche scena che avevo dimenticato.
Con questo vi saluto e spero di avervi regalato un capitolo interessante e coinvolgente.
Alla prossima Azaliv.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Azaliv87