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Autore: Eilan21    14/05/2017    6 recensioni
Marissa è la giovane novizia di un monastero, destinata ad una vita tra quelle quattro mura, quando una donna misteriosa e bellissima giunge a portarla via, riconoscendo in lei il raro e potente dono della magia. A molte miglia di distanza Damien, ricco e viziato figlio di un mercante, appartenente all'altro capo della scala sociale, si prepara ad affrontare lo stesso viaggio e lo stesso noviziato, con poca convinzione e spinto dalla smisurata ambizione paterna. I due ragazzi, tanto diversi tra loro da essere quasi all'opposto, si ritrovano fianco a fianco per il loro addestramento. Ma qualcuno li osserva da vicino, qualcuno che vuole impedire a tutti i costi che il loro potere si manifesti e possa intralciare i suoi piani... perché Marissa nasconde in sé un segreto, qualcosa che può cambiare il destino del mondo.
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le lezioni entrano ben presto nel vivo, e Marissa si ritrovò catapultata nel suo addestramento senza quasi rendersene conto. Se si soffermava a riflettere su tutti i cambiamenti e le stranezze che aveva vissuto ultimamente si sentiva girare la testa. Lei che per sua natura era timida e schiva non osava quasi rivolgere la parola ai suoi nuovi compagni. Ciononostante, solo ascoltando le loro conversazioni, aveva appreso i nomi di alcuni di loro. Erano tutti più grandi di lei, più grandi perfino di Damien, perché grazie al suo potere innato lei non aveva bisogno di iniziare dal basso l'addestramento. I ragazzi che si addestravano con lei erano solo quattro, tutti con un'età che si aggirava intorno ai diciotto anni. Agli occhi della ragazzina tredicenne, praticamente adulti. E terribilmente consapevoli del loro ceto superiore al suo. C'era Aura, la figlia del marchese di Ubramore, della costa occidentale; Warrach, che apparteneva a un ramo cadetto dei Knigh, la potente famiglia che deteneva enormi interessi nel sud del paese; e poi addirittura due nipoti della regina Shandrel, due ragazzi dai capelli scuri e le aristocratiche sopracciglia arcuate. E poi c'era lei, piccola e di lignaggio insignificante. La prima volta che aveva messo piede nella stanza dove si svolgeva l'addestramento e quattro volti accigliati si erano girati nella sua direzione, Marissa avrebbe voluto che il pavimento si aprisse sotto i suoi piedi e la inghiottisse. Ma oltre alla diffidenza aveva letto qualcos'altro nelle espressioni dei giovani nobili: curiosità. Anche se il suo incidente con l'Airknoril era stato cancellato dalle menti di tutti all'Accademia, ancor più reverenza suscitava la vista di Dracoon, che seguiva Marissa dovunque lei andasse. Dormiva sul suo cuscino la notte e si accomodava sulle balaustre dei colonnati mentre lei seguiva le lezioni. Volava sempre al suo fianco, senza perderla un attimo di vista.

Alle domande che le rivolgevano Marissa non sapeva cosa rispondere, ma era sempre ben disposta a mostrare loro Dracoon, purché non lo infastidissero.

Ma era Damien quello bravo con le parole, e Marissa era grata quando poteva contare sul suo sostegno in quel posto in cui tutti la guardavano come fosse una sorta di creatura bizzarra e incomprensibile. Ed era raro che lei e Damien stessero separati: studiavano perfino insieme, in biblioteca, e si esercitavano insieme, tutti i pomeriggi con puntualità, tanto che mastro Gilbert, nel vederli seduti allo stesso tavolo, giorno dopo giorno, cominciò a sorridere apertamente al cambiamento che Marissa aveva operato su quel giovane scapestrato.

Damien si era aperto con lei, e Marissa aveva intuito che, sotto la sua apparenza di giovane sbruffone, si nascondeva molta insicurezza. Le aveva raccontato della sorella gemella Dorelynn, che si addestrava con le Zarall, di quanto fossero legati e di quanto lei le mancasse.

Anzi, probabilmente è l'unica persona che davvero mi manca di casa mia...” aveva aggiunto con una smorfia.

E tua madre? Non ti manca?”, aveva chiesto Marissa cercando di immaginare cosa potesse significare avere una madre.

Non fraintendermi, le voglio bene... ma non siamo molto legati. Credo che lei non mi abbia mai capito fino in fondo. O forse io non ho capito i suoi sforzi per trasformarmi in qualcuno degno di portare avanti il nome della famiglia.”

Cosa mi dici di tuo padre?”

Damien si era visibilmente irrigidito, e Marissa comprese di aver toccato un tasto dolente.

Io e mio padre”, disse Damien inumidendosi le labbra, “non siamo mai andati d'accordo. Se io volevo una cosa, lui ne voleva un'altra. E alla fine l'ha avuta vinta lui.”

Vuoi dire che ti ha obbligato a venire all'Accademia?”

Il ragazzo annuì. “Non ha ammesso repliche.”

Le aveva raccontato molto di sé, ma per qualche motivo aveva omesso il fatto che era in grado di comunicare con Dorelynn tramite il pensiero.

Marissa a sua volta gli aveva parlato della sua infanzia infelice al monastero, dei soprusi delle monache, delle sue origini oscure.

Damien aveva ascoltato con molto interesse, lanciando di tanto in tanto un'occhiata a Dracoon. Gli aveva raccontato del viaggio intrapreso insieme a Siobhan, e dell'attacco misterioso che aveva subito.

L'unica cosa che non aveva rivelato – ben consapevole delle raccomandazioni di Siobhan – era la sua ascendenza elfica. Le parole della donna e le reazioni del servitore l'avevano spaventata a sufficienza da mettere un freno a qualsiasi rivelazione, anche nei confronti di qualcuno di cui aveva cominciato a fidarsi.

Damien era diventato una presenza rassicurante per Marissa, ma quando era a lezione lui non poteva essere con lei, e lei doveva farsi forza da sola. Siobhan era la sua insegnante e Marissa ricordava le parole che aveva pronunciato il giorno in cui aveva assistito alla sua prima lezione.

Si era seduta timidamente in seconda fila, in cuor suo sperando di non essere notata troppo. La stanza era piuttosto angusta, ma allo stesso tempo ariosa grazie al colonnato che ne sostituiva una delle pareti, e che affacciava su un piccolo fazzoletto d'erba piantato ad erbe aromatiche.

Dracoon era andato ad accomodarsi sul davanzale, le zampe ripiegate sotto il corpo, lo sguardo vigile e attento.

Oggi abbiamo con noi una nuova apprendista”, aveva iniziato Siobhan, unendo le mani in grembo, le lunghe maniche a campana che scendevano fino a terra. Com'era diversa, pensò Marissa, ora che aveva abbandonato i seducenti abiti di cavallerizza per quelli informi di insegnante. “Marissa viene da Itul, e più precisamente dalla foresta di Argoer. Io stessa l'ho condotta qui, come sapete. È giovane, anche se non quanto coloro che, possedendo il potere innato, iniziano il loro cammino di addestramento. Ma non fatevi ingannare dalla sua età: ella possiede un dono che, anche con tutto il vostro addestramento, difficilmente voi riuscirete ad eguagliare. Vi prego però di non serbarle invidia: il suo è anche un pesante fardello da portare, come io stessa ho sperimentato.”

Marissa tacque, arrossendo d'imbarazzo. Dracoon lo notò e fiutò l'aria in cerca di un segnale che la sua padroncina era in pericolo e che doveva aiutarla.

Ogni mattina Marissa esercitava il suo potere insieme ai suoi compagni, preparandosi a farlo con lunghi esercizi di meditazione e concentrazione. Poi occorreva memorizzare le parole che – dette ad alta voce o semplicemente pensate – permettevano il lancio dell'incantesimo.

Le parole non hanno potere”, aveva spiegato loro Siobhan. “La parola è solo il tramite tra l'elemento esistente in natura – che sia l'aria, l'acqua o qualunque altra cosa – e l'energia del corpo, quella che noi tutti possediamo. La parola è il ponte che permette a questa energia di fluire. Se mescoliamo un elemento innocuo con uno pericoloso non accade nulla finché una miccia non viene accesa. E la parola è la miccia.”

Ma Marissa, grazie al suo dono, non aveva bisogno di studiare le formule, le parole che le avrebbero permesso di usare la magia. Il suo addestramento consisteva piuttosto nel domare e indirizzare qualcosa che era pronto a esplodere dentro di lei. Per questo Siobhan la faceva fermare un'ora in più dopo la fine della lezione e le dedicava del tempo esclusivo.

Quando aveva finito correva da Damien che l'aspettava in biblioteca, già tamburellando le dita sulla superficie di legno del tavolo.

Grazie all'aiuto della sua nuova amica, il viziato figlio di Alcaeus era riuscito ad migliorare moltissimo negli studi, evitando così un'espulsione sempre più probabile.


Marissa teneva Dracoon sulle gambe con le piccole zampe anteriori nelle sue mani. Era seduta sull'erba di uno dei guardini interni del castello, e Damien sedeva accanto a lei. Alcuni gruppetti di apprendisti, a una certa distanza da loro, pure sedevano sull'erba, approfittando della bella stagione per studiare all'aperto, o semplicemente godersi il pomeriggio.

Coraggio, chiediglielo tu. Con me non vuole parlare”, disse Damien impaziente.

Marissa lo guardò sbalordita, con una nota di rimprovero negli occhi. “Vuoi dirmi che hai provato a chiederglielo senza dirmi niente?”

Damien si passò la mano fra i capelli, allontanando un ciuffo ribelle dalla fronte. “Più o meno... dai, forza, cosa aspetti?”

Marissa riportò la sua attenzione su Dracoon con un sospiro. Erano giorni che cercavano di porre all'animale la domanda giusta per comprendere cosa lo legasse a Marissa.

Hai detto che ci conosciamo da prima che tu mi salvassi da quella creatura, vero?”

Dracoon annuì.

Forse mi hai vista quando ho lasciato il monastero?”

Dracoon scosse la testa.

Forse quando eri al monastero?” azzardò Damien.

Damien, questo è impossibile”, disse Marissa. “Finché ero rinchiusa lì dentro come può avermi conosciuta? Non ne sono mai usci-”

Si bloccò sgranando gli occhi di fronte al cenno affermativo di Dracoon.

Come puoi avermi conosciuto lì, io...?”

Ha detto sì, non hai visto?” tagliò corto Damien. “Fagli un'altra domanda.”

Va bene”, rispose Marissa tentando di riflettere. “Ero molto piccola?”

Dracoon annuì.

Avevo meno di dieci anni?”

Dracoon annuì ancora.

Oh accidenti!” esclamò Damien frustrato. “Di questo passo ci impiegheremo una vita. Non c'è un sistema più rapido per comunicare con lui?”

Dracoon, che aveva spostato i suoi piccoli occhi neri su Damien, sembrò comprendere lo sfogo del ragazzo, perché sfilò le zampe dalle mani di Marissa e gliele poggiò sulle tempie.

Improvvisamente una visione apparve alla ragazza, nitida come se l'avesse davanti agli occhi. Era una visione dall'alto, e Marissa ebbe l'impressione di stare fluttuando nell'aria. Comprese che ciò stava vedendo, lo vedeva attraverso gli occhi di Dracoon.

Comparve una bimbetta dai capelli rossi, che non poteva avere più di due o tre anni, che trotterellava sulle sue corte gambette. Il luogo Marissa lo riconosceva senza possibilità d'errore: i cupi muri di pietra, la perenne penombra, i lunghi corridoi serpentini... si trovava di nuovo entro le mura del monastero di Argoer.

La bambina si diresse verso una porta chiusa e, senza esitazione, spinse per aprirla. Improvvisamente una bianca luce accecante si sprigionò simile a un tuono silenzioso, invadendo tutto il suo campo visivo. Il monastero e la bambina scomparvero improvvisamente, inghiottiti dalla luce.

Marissa trattenne il fiato e aprì le palpebre. Batté gli occhi più di una volta, prima di rendersi conto di trovarsi ancora una volta nel giardino dell'accademia.

Damien si era inginocchiato di fronte a lei e la scrutava con aria preoccupata.

Stai bene?” chiese. “Sei stata assente per un bel momento. Avevo paura che la bestiaccia ti avesse fatto del male.”

Sto bene”, si affrettò a rassicurarlo Marissa. “Dracoon non mi farebbe mai del male.”

Poi si rivolse all'animale, che aveva riportato le zampe sulle gambe di Marissa.

Quella bambina ero io?”

Dracoon annuì.

Quale bambina?” chiese Damien, confuso. Marissa lo ignorò, troppo eccitata per prestargli attenzione, e si rivolse di nuovo a Dracoon.

E' accaduto al monastero? È così che ci siamo conosciuti?”

Cenno affermativo.

Sai cos'era quella luce bianca?”

Dracoon scosse il capo, con aria mortificata.

Ma è da allora che accade, vero? È da allora che io riesco a vedere con i tuoi occhi e tu con i miei...”

Questa volta Dracoon poté confermare, entusiasta.

Damien non ci capiva più nulla. “Mi vuoi spiegare cosa diavolo sta succedendo?”

Mentre andiamo ti racconto tutto”, rispose lei alzandosi e scrollandosi via i fili d'erba dalla tunica. Dracoon si alzò in volo per seguirla, sbattendo le ali robuste in movimenti misurati.

Andiamo dove?” chiese Damien imitandola e alzandosi a sua volta.

Da Siobhan.”


Siobhan teneva la testa tra le mani e i gomiti poggiati sulla scrivania, davanti a lei una pila di pergamene e tomi ammucchiati alla rinfusa. Il suo servitore le aveva portato dalle cucine un calice di vino caldo, ma neppure quello era riuscito a rinfrancarla. Il consiglio dei delegati si sarebbe tenuto entro pochi giorni, e Lord Arnulf sarebbe stato presente. Siobhan aveva già deciso che non lo avrebbe informato dell'incidente di Marissa con l'Airknoril, ma non poteva esimersi dal raccontargli l'episodio capitato a Waford e la strana creatura che l'aveva attaccati. L'Alleanza doveva essere informata di quel potenziale pericolo, e l'Alleanza, a sua volta, era tenuta a informare la regina Shandrel, entro il cui territorio l'attacco si era verificato. Ciò che la frustrava immensamente era non poter dare praticamente alcuna risposta concreta, né al consiglio, né alla regina. E Arnulf era un uomo che si aspettava risposte e odiava gli enigmi. Al diavolo quel pomposo nobile montato! E al diavolo anche quella ragazzina che da settimane a quella parte le toglieva anche il sonno! Tutto ciò che circondava Marissa era un autentico mistero, e Siobhan non riusciva in alcun modo a venirne a capo. L'aveva interrogata a lungo dopo che si era risvegliata dallo svenimento, ed anche Damien, ma senza risultati. E l'attacco della figura incappucciata era ancora più misterioso. Quale incantesimo poteva avere una tale influenza sulla volontà di una persona? Siobhan era pronta a giurare che non esistesse, eppure Marissa ne era stata soggiogata.

Dei colpi alla porta la strapparono bruscamente alle sue riflessioni e Siobhan alzò lo sguardo davanti a sé.

Avanti”, disse controvoglia.

Fu stupita di vedere comparire proprio Marissa accompagnata da Damien. I due erano ormai diventati inseparabili, e questo non era un mistero per nessuno.

Noi... volevamo parlarti”, disse Marissa, fermandosi al centro della stanza.

Sedetevi”, rispose laconica Siobhan, indicando loro due sgabelli di fronte alla sua scrivania. I suoi lunghi capelli biondi, di solito raccolti in una sobria crocchia, le scendevano in una treccia lungo la spalla. I suoi profondi occhi azzurri scrutavano i due ragazzi con severità. Marissa non poté fare a meno di notare l'espressione ammirata con cui Damien guardava la sua bellissima insegnante.

Di cosa si tratta?” chiese Siobhan, rompendo il silenzio imbarazzato in cui i due ragazzi erano precipitati.

Damien diede a Marissa un colpetto col gomito, incoraggiandola a parlare. Dracoon andò ad appollaiarsi sulla scrivania, prendendo alla sprovvista Siobhan che trasalì nel sentire l'ala pelosa sfiorarle il braccio.

Il tuo amico è sicuramente una novità da queste parti”, commentò la donna. “Avevo sentito parlare dei Dracoon, ma non credevo di riuscire a vederne uno con i miei occhi. È quanto di più simile a un drago incontreremo mai a sud di Valchir.”

E' proprio di lui che volevo parlarti, Siobhan”, disse Marissa. “Sono giorni che cerco di comunicare con lui per scoprire come ha fatto a conoscermi...”

Lui... ti conosce?” chiese Siobhan stupita.

E' stato lui a salvarmi dall'attacco di quella creatura, a Waford. Ma dice di conoscermi da molto prima. E oggi mi ha mandato una visione che riguarda il nostro primo incontro.”

Marissa raccontò nei dettagli ciò che aveva visto, mentre Siobhan ascoltava attenta e incredula. Quando ebbe finito, l'insegnante si alzò in piedi e prese a passeggiare nervosamente su e giù per la stanza, finché Damien, stufo, chiese con l'irruenza che gli era propria: “Allora, puoi aiutarci a capire?”

Siobhan si bloccò di colpo. Non era ancora sicura che quel ragazzino le piacesse, ma almeno dimostrava fegato.

Adesso abbiamo un 'noi' qui?” chiese guardandoli ironicamente.

Marissa arrossì, ma tenne il mento alzato e guardò la sua insegnante negli occhi.

Damien è mio amico. Mi è stato vicino in queste settimane, anche quando tutti gli altri mi guardavano con diffidenza. Merita di sapere quanto me.”

Siobhan si risedette con un sospiro.

La verità è questa, ragazzina. Tu sei un enigma per me. Tutto quello che ti accade – e di cose misteriose te ne capitano un bel po' – sembra inspiegabile. Mi sono scervellata giorni sugli antichi testi, sulle pergamene, sui tomi più dimenticati della biblioteca dell'accademia. E Brithdara e Yseult insieme a me. Fra pochi giorni i membri dell'alleanza si riuniranno a Letha e io dovrò dare una spiegazione sulla creatura che ti ha attaccata. Non ho scelta su quello. Potrò tenere nascosto il resto, ma non quello.”

Ma... non capisco! Che collegamento ho io con l'Airknoril? E perché Dracoon può vedere ciò che vedo io? E quella luce bianca cos'era?”

Siobhan batté la mano sul tavolo, facendo sobbalzare i due ragazzi.

Nessuno può avere a che fare con l'Airknoril in questo modo... nessuno!”

Mai lei sì...” le fece notare Damien, per niente impressionato.

Devo riflettere sull'episodio che mi hai raccontato, quello avvenuto all'Accademia. O forse lui potrebbe mostrarmelo...?” Siobhan guardò dubbiosa Dracoon, che teneva il musetto appoggiato sulle zampe squamose. Ma l'animale scosse la testa deciso, in risposta.

Siobhan sospirò. “Molto bene. Invierò una missiva alla priora Adeliz al monastero. Forse se farà luce sull'episodio che hai veduto, tutto il resto ci apparirà più chiaro.”


***

A molte leghe di distanza...


Non posso crederci, hai miseramente fallito! Idiota!” Il Basorham incappucciato tuonava contro il suo simile che stava inginocchiato di fronte a lui, con la fronte che toccava il pavimento.

Non è colpa mia, Maestro. Ho fatto il possibile, ero quasi riuscito a prendere la ragazza... ma quello stupido animale si è messo in mezzo e me lo ha impedito. Se non fosse stato per lui ci sarei riuscito.”

Quello non era un semplice animale... e per colpa della tua inettitudine ora la ragazza si trova già a Letha.”

Mandatemi di nuovo da lei, Maestro. Mandatemi a Letha... vi giuro che questa volta non fallirò.”

Il Bashoram sospirò stancamente, facendo cenno alla creatura inginocchiata di rialzarsi. “Rabnaz, non ho rovesciato Lysar e il consiglio solo per dare fiducia a degli imbecilli che si lasciano sfuggire una ragazzina.”

E così dicendo agitò la mano ingioiellata in direzione del Bashoram che gli stava accanto. “Andrai tu questa volta, Bulkok. Ed ora che la ragazza è fra le mura dell'accademia c'è un solo modo per raggiungerla...”

Come volete, Maestro”, rispose quello, inchinandosi.

Quanto a te...” disse il Maestro rivolgendosi a Rabnaz. “Non vali nemmeno il mio tempo. Guardie, portatelo via. La pena per il fallimento sarà l'esilio perpetuo nelle Terre Fredde. Se fra un anno sarai sopravvissuto, potrai sempre tornare.”

Rabnaz venne trascinato via urlando, mentre il Maestro lo guardava con disprezzo.

E sono stato anche generoso”, disse fra sé e sé.





Nota dell'Autrice: Ed eccoci con il nuovo capitolo, in cui viene dato qualche indizio in più su ciò che accadde a Marissa da bambina e nel ruolo che Dracoon ha avuto in questo. Mentre ormai dovrebbe essere palese chi ha attaccato la ragazza a Waford... naturalmente loro, i mostruosi Basorham. Siobhan dovrà avere a che fare presto con l'alleanza, e dovrà trovare un modo per imbastire loro la storia. E Damien? Che dite, comincia a riscattarsi un po'?

Grazie a tutti voi che seguite con tanta pazienza. Questa è una storia molto difficile per me, che fin'ora ho affrontato il fantasy solo da lettrice, quindi vi ringrazio infinitamente per l'incoraggiamento che mi date.

Alla prossima

Eilan

   
 
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