Anime & Manga > Lupin III
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Autore: monsieur Bordeaux    15/05/2017    0 recensioni
La passione di Lupin per la F1, o le corse di auto in generale, è stata evidente fin dalla prima puntata della prima serie. E nella seconda stagione aveva corso proprio sul noto circuito di Montecarlo, quindi mi è sembrato giusto "organizzare" un ritorno nel Principato. Ma questa volta non sarà lì per correre, ma bensì per uno dei suoi furti. Chissà cosa si sarà inventato, stavolta...
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4 - Un giro al casinò


Di notte Montecarlo era qualcosa di meraviglioso, le luci che risplendevano sui palazzi principeschi e che poi si riflettevano sul mare formavano un paesaggio quasi magico, chiunque sarebbe rimasto incantato davanti a quello spettacolo.
Quel venerdì l'attenzione di tutti era rivolta al casinò, dove tra gli ospiti spiccavano i responsabili dei team e alcuni piloti, venuti lì per rilassarsi in vista delle qualifiche del giorno dopo, che sarebbero state molto combattute. Per l'occasione il controllo all'entrata era molto rigido, ma per Lupin e Jigen fu un gioco da ragazzi superarlo...
Per non farsi riconoscere i due si erano travestiti rispettivamente da conte di origini francesi e da servitore di quest'ultimo. Molto elegante con il suo frac nero e il papillon bianco, Lupin portava una parrucca bionda, oltre che ad una maschera facciale. Jigen invece indossava un completo composto da giacca e pantaloni blu scuro e da una camicia bianca. Suo malgrado dovette lasciare il suo amato cappello in albergo.
Una volta entrati nel casinò, Lupin si guardò attorno e tra i tavoli da gioco trovò quelli riservati ai responsabili dei team, che erano leggermente in disparte rispetto agli altri. Si notava subito che era una zona riservata perché i tavoli erano circondati da una corda rossa ed era ben sorvegliata da alcuni addetti della sicurezza.
Con passo deciso Lupin attraversò la sala e con un sorriso sulle labbra presentò il suo invito a chi teneva il registro degli invitati. Il biglietto d'orato che Lupin mostrò al responsabile era una copia perfetta degli originali, così facendo i due ladri entrarono senza problemi nella zona riservata.
«E' stato più facile del previsto...» commentò Jigen.
«Essendo questo un torneo di beneficenza, il livello della sorveglianza è più basso del normale» spiegò il ladro gentiluomo. «Ora però cerchiamo Da Rocha!»
«L'ho trovato!»
«Dov'è?»
«Al tavolo del poker.»

Lupin arrivò giusto in tempo al tavolo perché stavano cercando l'ultimo giocatore per iniziare il torneo di poker. All'inizio c'erano cinque giocatori, ma col passare del tempo alcuni ne vennero eliminati finché al tavolo non ne rimasero due, ovvero Lupin e Da Rocha. Entrambi avevano una bella montagnetta di fiches, accumulata vincendo contro gli altri avversari.
La finale tra i due avversari era veramente tosta: nessuno dei due riusciva a sopraffare l'altro e la situazione rimase bloccata per alcuni minuti. Così di comune accordo Lupin e Da Rocha decisero di fare una piccola pausa, per riprendersi dallo stress della partita.
Lupin ordinò qualcosa di fresco da bere e intanto Jigen sottovoce gli chiese com'era messo al gioco.
«Male! Da Rocha è veramente uno che non molla! Di questo passo finiremo domani mattina...» commentò Lupin.
«Potresti anche lasciargli la vittoria, questa volta. Mi sembra inutile proseguire!» suggerì Jigen.
«No, Lupin non è il tipo che si arrende così facilmente! Sarei disposto a dormire qui dentro pur di vincere contro di lui!»
«Lo sapevo che avresti reagito così...» commentò desolatamente Jigen mentre si guardava attorno. Dall'altra parte del tavolo Da Rocha si stava fumando una sigaretta per rilassarsi mentre alle sue spalle un piccolo gruppo di curiosi stavano aspettando la ripresa della partita. Quando i due finalisti vennero richiamati dal croupier, Jigen augurò buona fortuna al suo socio.
I due finalisti visionarono con cura le carte che avevano in mano, ma prima di riprendere la partita Da Rocha invitò Lupin ad avvicinarsi, per dirgli qualcosa sottovoce. Piegandosi un po' in avanti Lupin ascoltò curioso quello che aveva da dirgli il brasiliano.
«Lei è veramente bravo a questo gioco...»
«Merci!» rispose Lupin.
«Ma io sono più furbo di quello che pensa, signor Lupin!»
«Complimenti, mi ha riconosciuto!» affermò Lupin con un sorriso beffardo. Non era per niente preoccupato dal fatto che Da Rocha lo avesse scoperto, era una possibilità che aveva previsto. «Me lo avevano detto che era una persona molto attenta ai dettagli!»
«Già, è vero!» ridacchiò Da Rocha. «Però devo ammettere una cosa!»
«Quale?»
«Questa non è la prima volta che la vedo...»
«Strano! Io di recente non sono stato in Brasile!»
«L'ho vista ieri pomeriggio, si aggirava per le tribune con una macchina fotografica, se non mi sbaglio!»
Quella frase prese di sorpresa Lupin. Improvvisamente si chiese come aveva fatto a vederlo in mezzo alla folla dei tifosi se lui era rimasto per tutto il tempo dentro i box.
«Se si sta domandando come ho fatto a trovarla, devo ringraziare Pedro!» affermò Da Rocha.
«Chi?» domandò sorpreso Lupin.
«Era la persona che ha pedinato lei e il suo socio quando eravate al circuito! Mi ha comunicato la tua posizione via radio...»
La contromisura presa dal brasiliano aveva messo per un attimo in crisi Lupin, che poi riprese la conversazione.
«Se sapeva dov'ero, come mai non ha chiamato la polizia?»
«Perché sennò avrebbero potuto darmi solo fastidio durante il Gran Premio!» rispose Da Rocha con uno sguardo minaccioso. «L'avverto! Se lei si avvicina troppo al mio portafortuna, non sarò responsabile delle azioni di Pedro. E lui non è un tipo ragionevole come me...»
Con quel discorso Da Rocha credeva di aver messo in seria difficoltà Lupin, ma con decisione il ladro rispose al suo tentativo di intimidirlo.
«A questo punto però signor Da Rocha, non posso rinunciare alla sfida... perché sono sicuro di vincere!»
Il brasiliano, cercando di contenere la rabbia che provava per Lupin, chiese al croupier di dare le carte.

Quando vennero distribuite le carte, Jigen si avvicinò a Lupin per chiedergli cosa si erano detti lui e Da Rocha. Jigen rimase un po' sorpreso dalla spiegazione di Lupin, ma almeno adesso sapeva chi era l'individuo che la notte prima lo aveva seguito. Prima di sbirciare le sue carte, Lupin promise a Jigen che avrebbe chiuso la partita in pochi attimi. Il suo compagno in quel momento pensò che l'esaltazione lo avesse fatto impazzire del tutto...
Una volta richiamati dal croupier, sia Lupin che Da Rocha cambiarono due carte e dopo aver nuovamente guardato quello che avevano in mano, il croupier invitò i due contendenti a puntare. A sorpresa Lupin puntò tutte le fiches che aveva e in risposta Da Rocha fece altrettanto. Era la manche decisiva: se avesse vinto Lupin, la finale sarebbe stata sua. La stessa cosa valeva per Da Rocha, anche se Lupin sarebbe rimasto ancora in gioco anche in caso di sconfitta. Però in tal caso sarebbe rimasto con talmente poche fiches in mano che le sue speranze di vincere sarebbero state pari a zero.
Molto lentamente Lupin mise le carte sul tavolo e le aprì a ventaglio, lasciando la mano sul tavolo. Era un tris di dieci e pochi attimi dopo Da Rocha fece altrettanto, ma mettendo giù le carte disse che quello di Lupin era un buon punteggio, peccato che però lui aveva un tris di re...
Sorridendo il brasiliano spinse il pugno in segno di vittoria e spostò versò di sé la montagna di fiches che c'era in mezzo al tavolo, ma Lupin gli ordinò di fermarsi. Da Rocha scocciato gli chiese cosa voleva e Lupin sollevò la mano dal tavolo. Sotto di essa aveva tenuto nascosto un altro dieci, che insieme agli altri formavano un poker! Sotto gli occhi increduli del brasiliano, Lupin aveva vinto il torneo di carte!
Da Rocha protestò vivamente con il croupier perché riteneva che Lupin avesse imbrogliato, ma gli diede torto non aveva notato nessuna mossa "strana" da parte del suo rivale, anche perché era rimasto attento per tutta la durata della partita. Mentre riceveva i complimenti di tutti, Lupin affermò che si era fatto molto tardi e che aveva proprio bisogno di una bella dormita. Salutò tutti i presenti e alla fine ringraziò Da Rocha per la bella partita, ribadendo a bassa voce che quando lui lanciava una sfida, era sempre sicuro di vincere. A fatica quella volta Da Rocha riuscì a trattenersi e a fare buon viso a cattivo gioco.


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