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Autore: John Spangler    15/05/2017    2 recensioni
Alla fine della Ribellione di Robert, Stannis Baratheon salpò verso Roccia del Drago con l'incarico di eliminare gli ultimi Targaryen. Ma prima che lui arrivasse, questi riuscirono a scappare. Ma cosa sarebbe successo se fosse arrivato un pò prima? Scopritelo leggendo questa storia, un AU in cui Daenerys Targaryen è cresciuta sotto la protezione di Stannis Baratheon, e dove suo fratello Viserys è diventato un Guardiano della Notte.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5: Jonelle

 

L'argento del mantello da nubile di Jonelle ondeggiava nel vento mentre lei camminava verso l'albero cuore, mano nella mano con il lord suo padre. Poteva sentire un centinaio di occhi su di sè: signori del nord e lady del sud, cavalieri rinomati e scudieri novelli. I suoi parenti e i suoi futuri parenti. I loro sguardi la attraversavano, esaminando e giudicando, mentre trattenevano il respiro per guardarla fare un errore. Non ho mai voluto questo! avrebbe voluto urlare a tutti loro. Volevo solo diventare Lady di Cerwyn molti inverni in futuro; avere un marito di rango inferiore al mio che avrebbe preso il mio cognome lasciandomi governare. Non ho mai voluto sposare il vostro lord del sud.

 

Eppure Cley aveva rovinato tutto. Jonelle non ce l'aveva davvero con il suo fratellino per essere nato, ma in quel momento tutto sembrava ricondurre a lui: lei non era più l'erede di suo padre, doveva sposarsi al di fuori del nord ed era stata la lady sua zia, non sua madre, ad aiutarla a vestirsi per il suo matrimonio.

 

Madre, pensò disperatamente, lo so che pregavi i Sette, ma adesso, vorrei tanto che tu fossi qui a guardarmi attraverso gli occhi dell'albero cuore mentre pronuncio i voti. Mostrami che hai continuato a vivere anche dopo essere morta di parto. Dammi un segno, qualunque cosa, che mi faccia capire che sei ancora qui.

 

Purtroppo, l'albero rimase in silenzio.

 

- Chi è?- giunse invece. Era l'uomo che in futuro avrebbe considerato come il lord suo marito.- Chi è che giunge al cospetto degli dei?-

 

La sollevava il fatto che Stannis Baratheon non avesse insistito su una cerimonia secondo il rito dei Sette. Sebbene Jonelle fosse stata cresciuta conoscendo entrambe le fedi, quella vecchia e quella nuova, preferiva di gran lunga le brevi cerimonie in un parco degli dei rispetto a quelle complicate in un tempio. Suo cugino Wylis si era sposato davanti a un septon, si ricordò, ed era stata una cosa lunga e frivola. Per rispetto verso la fede della lady sua madre era rimasta in silenzio. Se Lord Stannis avesse scelto un matrimonio come quello di Wylis, sarebbe rimasta zitta lo stesso...ma di certo non le sarebbe piaciuto per niente.

 

Così sarà breve e semplice, pensò Jonelle. Nessuno farà un centinaio di giuramenti diversi che gli uomini, perlomeno, difficilmente rispettano.

 

Suo padre si mosse. Rispose al tono rigido e severo di Lord Stannis con la propria pacatezza.- Jonelle della Casa Cerwyn viene qui per sposarsi.- disse.- Una donna adulta e sbocciata, di nascita nobile e legittima, viene qui per chiedere la benedizione degli dei. Chi la chiede in sposa?-

 

- Io.- annunciò il fratello del nuovo re.- Stannis della Casa Baratheon, Lord Protettore di Roccia del Drago, Erede del Trono di Spade di Westeros. Io la chiedo. Chi la dà in sposa?-

 

Jonelle pensò di doversi sentire fortunata.- Su col morale, cugina.- l'aveva incoraggiata Lady Leona, la moglie di Wylis, mentre si stava vestendo per la cerimonia.- In fondo, non stai mica per sposare un lord qualunque.-

 

Se Robert Baratheon morisse senza figli legittimi, io diventerei regina, questo lo sapeva. Tuttavia, le sue opinioni sull'argomento non erano tanto positive. Jonelle sapeva com'era il mondo al di là dell'Incollatura; si diceva che dessero grande valore alla bellezza e allo sfarzo e a quel che veniva con essi. Lei non aveva niente della prima e mal sopportava il secondo. In qualche modo, sembrava che Approdo del Re non la attirasse molto.

 

Ciò nonostante, quel matrimonio soddisfaceva molto il lord suo padre. E solo per questo, lei aveva acconsentito.

 

- Medger della Casa Cerwyn, suo padre.- disse lui distintamente. Jonelle avrebbe potuto giurare di non averlo mai visto così fiero prima d'ora, neanche quando sua madre aveva scoperto di essere incinta di Cley. Si girò e le chiese: - Lady Jonelle, prendi tu quest'uomo?-

 

Lo farò? Lord Stannis era alto, imponente e soprattutto tetro, con delle borse sotto gli occhi blu che parlavano di un uomo tormentato da un centinaio di fantasmi. La sua fronte era raggrinzita, come se stesse facendo del suo meglio per non aggrottarla, e stava palesemente stringendo i denti. Non era per niente come il sogno di una principessa che si diceva fosse suo fratello maggiore. Invece, era il soldato a cui nessuno pensava finchè la storia non era quasi finita. Aveva ventuno anni e Jonelle diciassette, e nonostante tutto questo, lei si ritrovò a sperare di trovare affinità con lui un giorno.

 

- Prendo quest'uomo.- disse.

 

La presa di Lord Stannis nella sua mano era fredda. Distante, forse. Jonelle non gliene faceva una colpa. Il lord suo padre l'aveva informata della sua vicenda: era stato messo da parte in favore di un ragazzo di otto anni perchè, a quanto pare, il suo regale fratello ce l'aveva con lui per aver protetto gli ultimi Targaryen. Se i suddetti Targaryen avessero avuto un ruolo nella follia della loro famiglia, lei lo avrebbe certamente criticato, ma trattandosi di bambini innocenti, era un gesto del tutto onorevole. I meridionali, tuttavia, sembravano avere poca considerazione dell'onore.

 

Sarebbe stata un'altra delle sue responsabilità come moglie del Lord Protettore, si ricordò. La piccola Daenerys Targaryen, aveva sentito, era nominalmente Lady di Roccia del Drago, e sotto la protezione di Stannis Baratheon. Il fratello della ragazza era tra gli ospiti, e presto sarebbe andato a Grande Inverno, ma di lei si sarebbe occupata Jonelle, oltre ovviamente ad occuparsi di generare gli eredi del lord suo marito.

 

Il lord mio marito, realizzò Jonelle con un sussulto inginocchiandosi per terra al suo fianco, rigida come le foglie dell'albero diga di cui cercavano la benedizione. Sono sposata adesso, ma mi sento come mi sentivo qualche ora fa. Dovrei sentirmi una donna nuova? Oppure succederà dopo?

 

La coppia si alzò dopo un breve attimo di silenzio, la mano di Jonelle ancora stretta in quella di Lord Stannis. Quest'ultimo le rivolse un brave sguardo, intimorendola. Si sentiva...inadeguata davanti al suo sguardo acuto, il suo tocco snervante e il suo atteggiamento rigido. Per un attimo si chiese chi avrebbe sposato se suo zio non gli avesse proposto la sua mano. A quanto aveva capito, era stata scelta innanzitutto perchè era adulta, sbocciata, apparteneva a una casata fedele e di rango sufficientemente elevato. La sua bellezza, non molta a dire il vero, non era stata considerata. Qualunque altra donna fosse stata scelta di certo non sarebbe stata altrettanto scialba, eppure lei continuava a sperare che il suo aspetto non intaccasse il loro matrimonio. Desiderava una cosa difficile, ma la desiderava lo stesso.

 

Mentre nobili che conosceva appena si avvicinavano per farle i loro migliori auguri, tutto quello che Jonelle avrebbe voluto era tornare a Castel Cerwyn, circondata da persone che conosceva da una vita. Quando suo padre aveva cercato di organizzare lì la cerimonia, si era reso conto che non c'era abbastanza spazio per tutti i lord e le lady che avrebbero dovuto essere invitati, essendo quello anche il matrimonio del fratello del re. Il fratello di sua madre, che aveva già aiutato a combinare il matrimonio, era stato più che disposto ad offrire come location Porto Bianco, ed essendo questa un posto più accessibile, all'improvviso la lista degli invitati era esplosa. E sembrava che quante più persone decidevano di andare, tante più volevano farlo. Non poteva incolpare nessuno della sua famiglia per questo. Tuttavia, la irritava il fatto di dover sopportare quello sfoggio di prodigalità, invece del piccolo e intimo banchetto nuziale che aveva sempre immaginato. 

 

Fu solo più tardi, quando le serve apparvero con le prime portate, che Jonelle si rese conto che il lord suo marito la pensava esattamente come lei.

 

Lord Stannis digrignò i denti, osservando con disprezzo le celebrazioni.- Non capisco perchè avete deciso di trasformare il mio matrimonio in un tale spettacolo, Lord Manderly.-

 

- Devo forse ricordarvi, Lord Baratheon, che è anche il matrimonio della nostra cara cugina?- rispose burbero Wendel, il figlio più giovane di suo zio Wyman. Era più vicino a Jonelle come età, e da ragazzo era stato il suo campione preferito.

 

- Pace, Wendel.- intervenne Lord Wyman, per poi dire a Lord Stannis: - Mio signore, dovete perdonarmi se non conosco i vostri gusti, ma noi Manderly amiamo i banchetti più di ogni altra cosa. E poi, mia nipote ha pur sempre sposato il fratello del re.-

 

Lord Stannis sbuffò, nonostante l'aria vagamente offesa. Jonelle lo vide girarsi dall'altra parte, dove il più giovane dei fratelli Baratheon era impegnato in un gioco movimentato con un altro ragazzo della sua età.

 

- Attenti al drago nero! Attenti al drago nero! Corvo di Sangue deve morire!- gridò il giovane Lord Renly.

 

Il non più principe Viserys Targaryen scosse la testa.- No, no, stai sbagliando tutto! Acre Acciaio era con i draghi neri, non Corvo di Sangue! Diglielo, cugino Stannis!-

 

Il giovane Lord di Capo Tempesta, però, si sentì insultato.- No, tu ti sbagli! Ho ragione, vero? Vero, Stannis?-

 

Il marito di Jonelle aggrottò di nuovo la fronte.- Ha ragione Viserys.- disse secco, e distolse subito lo sguardo. Anche Renly aggrottò la fronte, e diede un pugno al braccio di Stannis con tutta la forza di un bambino di otto anni. Quando Lord Stannis non reagì, suo fratello ridiresse la sua rabbia verso il suo compagno di giochi divenuto rivale, e diede un pugno anche a lui. Non gradendo la cosa, Viserys Targaryen restituì il colpo.

 

- Sono il Giovane Drago!- gridò Renly.

 

Viserys ruggì.- Sono Baelor Lancia Spezzata!-

 

Qualche minuto dopo, gli scambi di pugni erano cessati, e i due erano tornati al loro gioco di prima. Lord Stannis continuava a non curarsi di loro, spingendo Jonelle a guardarlo di sbieco. Il suo stesso fratello, e lo trascura. Così distaccato, così freddo...

 

- Hai qualcosa da ridire, mia signora.-

 

Spaventata, Jonelle si girò e si accorse che suo marito la stava osservando, i suoi profondi occhi blu fissi su di lei. Esitò.- Non è così, mio signore, io...-

 

Lord Stannis dignignò i denti.- Apprezzo il fatto che tu abbia le tue opinioni, mia signora, ma non che tu menta al riguardo. Parla, se vuoi. Scoprirai che non amo l'ipocrisia.-

 

In quel momento, si sentì più piccola di quanto si fosse mai sentita prima.- Mi stavo solo chiedendo perchè sembri così contrariato dal gioco dei giovani lord, mio signore.-

 

Jonelle aveva fatto del suo meglio per sembrare forte, ma si accorse di aver fallito. Lord Stannis fece una smorfia.

 

- La farsa non gli farà mai bene.- disse.- Fingere di essere un'altra persona più grande di quello che si è, ignorare la realtà...non gli farà bene, e un giorno lo impareranno a loro spese. E' meglio che quel giorno arrivi presto piuttosto che tardi, mia signora. Oggi, piuttosto che domani.-

 

Quelle parole fecero rabbrividire Jonelle. Il modo in cui Lord Stannis aveva parlato...è qualcosa che è successo anche a te? E' per questo...che sei così?

 

L'arrivo di un uomo con occhi e capelli scuri, vestito nel grigio della sua casa, le evitò di dover rispondere. Eddard Stark, che Jonelle aveva conosciuto da bambina prima che lui partisse per la Valle, aveva quasi la stessa età del lord suo marito, una faccia lunga, una barba corta e un'aria solenne. Sebbene fosse noto per essere un grande amico del nuovo re (che in un'altra vita avrebbe potuto essere suo cognato), non sembrava esserci molta familiarità tra lui e Lord Stannis.

 

- Mio signore, mia signora.- li salutò, baciando la mano di Jonelle e facendo un breve inchino a suo marito. Dopo essersi congratulato per la loro unione e aver espresso dispiacere per non aver potuto portare la lady sua moglie, disse: - Devo ammettere che mi sorprende il fatto che Sua Grazia non sia potuto venire.-

 

Anche lei doveva ammettere che era stata una sorpresa. Suo zio Wyman aveva sperato che Re Robert arrivasse assieme al fratello, senza dubbio per favorire le ambizioni di Porto Bianco presso la nuova corte, ma da Approdo del Re era giunta soltanto una lettera di scuse scritta dal Primo Cavaliere, Jon Arryn.

 

Ma la spiegazione di Lord Stannis fu molto più diretta delle deboli scuse di Lord Arryn.- E' chiaro che il nostro onorevole re considera una caccia nel Bosco Reale più importante del matrimonio di suo fratello, Lord Stark. La vostra sorpresa è irrilevante.-

 

Proprio non ce la fai ad essere cortese, mio signore? Eddard Stark si mosse, chiaramente a disagio per la piega che aveva preso la conversazione.- Di certo il re non aveva intenzione di...di insultarvi, Lord Stannis.-

 

Il marito di Jonelle sbuffò.- Oh, certo.- disse con sarcasmo.- Comunque, intendo parlare con voi domattina, Lord Stark. Se il giovane Viserys dovrà andare a vivere a Grande Inverno, bisognerà presentarlo al suo padre adottivo, come è giusto che sia.-

 

- Naturalmente.- rispose Lord Eddard, in tono più leggero, e si congedò. Jonelle lo vide imbattersi subito dopo in uno dei lontani cugini Grafton della lady sua madre e un uomo basso e magro con un filo di barba sul mento. Si accorse dell'irritazione di Lord Stark nel riconoscere i due uomini, ma prima che potesse scoprirne il motivo, da uno degli altri tavoli giunse improvvisamente un grido.

 

- Bastardo ingrato!- strillò una donna. Da lontano, Jonelle notò che portava le due torri blu della Casa Frey. Rendendosi conto di aver urlato un pò troppo forte, la donna abbassò la voce senza però smettere di affrontare l'uomo che le sedeva accanto, che portava il suo stesso sigillo e aveva un aspetto da donnola. La serva che questi stava palpeggiando fino a poco prima si allontanò di corsa dalla coppia.

 

Jonelle rabbrividì. Incidenti simili erano il vero motivo per cui non amava i grandi banchetti. Nobili e grosse quantità di vino non portavano a buoni risultati.

 

- Edwyn Frey.- mormorò la moglie di suo zio, Lady Areane Manderly. Era l'esatto opposto di suo marito: magra ed elegante mentre lui era corpulento e gioviale.- E la lady sua moglie. Una Florent dell'Altopiano, credo.-

 

Lord Wyman ridacchiò.- Un Frey e una Florent.- disse.- Una buona combinazione, direi.-

 

Che i Manderly detestassero quelli dell'Altopiano non era certo un segreto. Wendel e Wylis, i cugini di Jonelle, erano divertiti quanto il loro genitore. Fu il commento di suo marito a sorprenderla.

 

- Una Tyrell sarebbe andata meglio.- disse con indifferenza.- O magari una Redwyne. I Florent sono dei folli, ma non sono peggiori degli altri.-

 

Silenzio. Jonelle pensò che nessuno si aspettasse che Lord Stannis partecipasse a una conversazione del genere. Poi si ricordò che per un anno aveva difeso un castello dall'assedio dei Tyrell e dei Redwyne. Doveva provare ancora del risentimento, essendo passato appena un anno e mezzo da quando l'Altopiano si era sottomesso.

 

Suo zio si riprese per primo, esplodendo in una risata.- Se solo ci fossero ancora in giro dei Gardner.- disse.- Nessuna punizione sarebbe peggiore dell'essere sposati con un Gardner, sicuro!-

 

Dopodichè il banchetto andò avanti, con solo un minimo di partecipazione da parte di Jonelle e Lord Stannis. Gli invitati arrivavano regolarmente per portare doni o anche solo per dare i loro auguri, e di questi solo alcuni erano degni di nota, gli altri subito dimenticati mentre la sera diventava notte.

 

Due rami della Casa Frey si presentarono a lei e suo marito: Edwyn Frey e la lady sua moglie, l'altera Lady Selyse, vennero per primi, seguiti dal mezzo Lannister Ser Cleos con la propria, Jeyne Darry. Lo zio di Lady Jeyne, Lord Raymun dei Darry, passò più tempo a cercare di far conversazione con Viserys Targaryen che a fare auguri per il matrimonio, cosa che non sfuggì all'attenzione di Lord Stannis. Come Jonelle stava notando un pò alla volta, non gli sfuggiva quasi nulla.

 

- Lord Raymun, se fossi un malfidente, direi quasi che siete venuto fino a Porto Bianco solo per vedere il giovane Viserys.- lo accusò, dopo qualche minuto passato a digrignare i denti e osservare l'ultimo drago interagire con Lord Darry.- E tutto questo nonostante il fatto che il fedele Ser Willem vi scriva regolarmente che sia lui che Lady Daenerys stanno bene.- Il lord lo fissò con astio, e subito dopo se ne andò. Jonelle sperò di non diventare mai il bersaglio delle frecciate del lord suo marito.

 

Per un pò ebbe l'impressione che lui fosse stato davvero cortese solo con gli Estermont presenti al matrimonio. Ser Lomas, zio materno di suo marito, e Lord Eldon, suo nonno, erano entrambi gentili e amichevoli, e le ricordarono suo padre. Dopo aver incontrato Lord Morrigen, però, Jonelle capì una cosa: suo marito non era mai volutamente scortese. Trattava tutti come era consono: aveva trattato Raymun Darry come un ribelle fin troppo zelante, i suoi parenti come suoi parenti, Lord Stark come un grande lord e amico di suo fratello, e niente di più. Allo stesso modo aveva parlato con Lester Morrigen come a un uomo leale e rispettabile; con il bel Ser Ryam Massey e il suo giovane figlio, Justin, come con un ribelle che aveva accettato sinceramente la sconfitta.

 

Jonelle iniziò a vedere persone che conosceva solo quando arrivarono i signori del nord. Suo padre li aveva intrattenuti, un ospite più orgoglioso di tanti, e di certo uno bravo. Perfino Lord Karstark, per quanto fosse antipatico, evitò di rovinare la festa mettendosi a imprecare contro Lord Stannis come aveva fatto la notte del suo arrivo a Porto Bianco.- Quell'uomo ha l'animo di un traditore, Medger.- aveva detto con fermezza a suo padre. Lady Areane, sua zia, aveva subito allontanato Jonelle dal tavolo per impedirle di sentire altro, ma lei aveva scoperto tutto lo stesso, interrogando il nobile Ser Kyle Condon nella stanza della sua cuginetta Wynafryd. Le aveva perfino detto dell'odiosa Barbrey Dustin, la Lady Vedova di Barrowton, e quando questa si avvicinò al tavolo accompagnata da suo padre, Jonelle era preparata.

 

- Io e la lady siamo amiche da molto, mio signore dei Baratheon.- disse Barbrey con finta gentilezza.- Mi ha sorpreso parecchio il fatto che abbia sposato un lord del sud, ma adesso che vi vedo, capisco che il nord non le mancherà.-

 

Io almeno avrò un marito, che è più di quanto tu abbia adesso, avrebbe voluto dire Jonelle, spronata dai ricordi di una giovane, speranzosa ragazza con i colori della Casa Cerwyn che pensava di essere innamorata del bell'erede del suo signore. All'epoca Barbrey portava il cavallo dei Ryswell come sigillo, ma non era meno maleducata.- Sei troppo brutta per lui.- l'aveva derisa, così piena di sè fino all'annuncio del fidanzamento di Brandon con Lady Catelyn. A dieci anni, Jonelle aveva vissuto una vita protetta in quanto unica erede di Lord Medger, e nessuno l'aveva mai chiamata brutta. Fino a quel momento.

 

Ti detesto, Barbrey, pensò Jonelle. E me lo sono tenuto dentro per tanto tempo. Ma non ti permetterò di rovinare il mio matrimonio insultando il lord mio marito.

 

- Mia signora, vedo che indossate i colori della Casa Dustin.- disse Jonelle con freddezza prima che Lord Stannis potesse parlare.- E' un peccato che non siano grigio e bianco, vero?-

 

Jonelle non era mai stata oggetto di un'occhiata così carica di odio, ma non poteva importargliene di meno. Hai distrutto gli stupidi sogni che avevo un tempo, e per questo ti sono grata, Barbrey. Ma ti meritavi questo, per la ragazza che ero un tempo, e per tutto il dolore che le hai causato.

 

La sorella maggiore di Lady Barbrey, Bethany Ryswell Bolton, era una donna molto più discreta; alcuni avrebbero perfino detto remissiva. Però, riflettè Jonelle, essere sposata con Roose Bolton avrebbe reso remissiva perfino una come Lyanna Stark. Il Lord e la Lady di Forte Terrore erano accompagnati dal loro figlioletto, il dolce Domeric, che, come Jonelle scoprì con sollievo, aveva preso più da sua madre che dal padre. Lord Bolton, secondo lei, era una persona di cui il nord poteva tranquillamente fare a meno. Perfino l'allegro e chiassoso Jon Umber, detto il Grande Jon, le stava molto più simpatico.

 

Quando Lady Areane annunciò che i bambini dovevano essere portati nelle loro stanze, Lord Renly e Viserys Targaryen avevano ormai trovato altri compagni di gioco: il figlio del Grande Jon, il Piccolo Jon, e Donnel Locke, di poco più grande di loro. Quando Lady Umber portò via il Piccolo Jon e la sorella di Donnel se ne andò con lui, Viserys accettò con garbo la fine della sua notte, mentre Renly protestò, sperando che Lord Stannis intercedesse per lui.

 

- No, Renly.- ruggì invece suo fratello, interrompendo la conversazione con un uomo dal viso ordinario che si era presentato come Ser Davos. Lord Stannis digrignò rumorosamente i denti.- E' già passata l'ora in cui dovresti andare a letto. Ser Rolland ti accompagnerà nei tuoi alloggi. Non sta bene che il Lord delle Terre della Tempesta si metta a fare i capricci.-

 

Renly gli lanciò un'occhiataccia, mentre un cavaliere sfregiato lo trascinava fuori dalla sala. Jonelle, assieme a buona parte dei nobili presenti, osservò suo marito ricambiare l'occhiata del ragazzo. E' questo che mi aspetta? si chiese. La sua opinione di Stannis Baratheon cambiava di minuto in minuto: un attimo prima le sembrava simile a Roose Bolton, e un attimo dopo pensava "Oh, non è poi così male, in fondo".

 

Jonelle cercò con lo sguardo sua madre tra la folla. Madre, ti prego, ritorna. Ho bisogno che tu mi dica cosa fare. Ho bisogno che tu sia qui per me se mi sveglierò in preda al dolore, piena di odio per l'uomo che ho sposato.

 

Trovò invece suo padre, impegnato in una fitta conversazione con Lady Lynessa Flint. Ho fatto tutto questo per te, Padre. Volevo solo che mi vedessi come una degna figlia, se non una degna erede.

 

E per la seconda volta dall'inizio del banchetto, il lord suo marito la spaventò. Con poco più di un filo di voce, l'espressione infastidita, disse: - Non devi aver timore, mia signora.-

 

Quando poi il Grande Jon invocò la messa a letto e suo cugino Wendel arrivò per portarla in camera senza permettere ad altri di toccarla, sentì un'altra voce nella sua testa. Sei pronta? chiese, più simile alla Jonelle Cerwyn che aveva lasciato la sua casa che alla Jonelle Cerwyn che aveva sposato un uomo che non aveva mai incontrato prima.

 

Lo sono? Stavolta il suo sguardo si posò su Lord Stannis, che una ragazza Grafton aveva iniziato a spogliare, e fu allora che capì. Qualunque cosa accadesse, doveva fare il suo dovere. Sono pronta, pensò. Pronta e affilata.

 

 

NOTA DEL TRADUTTORE: La frase alla fine è un riferimento al motto della Casa Cerwyn, "Pronti e affilati".

  
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