Harry
Pov
Pochi
giorni dopo la prima lezione con Moody mi arrivó la risposta
da parte
di mio padre.
Caro
Harry,
La
mia missione procede bene, anche se devo ammettere che il gufo che mi
hai inviato mi ha causato qualche problema.
Credo
che non potremmo sentirci fino a Natale altrimenti la mia copertura
potrebbe saltare.
Per
le emergenze inviami un patronus precisae, e risponderó allo
stesso
modo.
Non
arrabbiarti, lo sai che il lavoro è lavoro.
Per
natale ti porteró un regalo fantastico per farmi perdonare.
Sì,
in effetti avevo sentito qualcosa riguardo la riorganizzazione del
torneo Tremaghi ad Hogwarts ma non ho voluto anticiparti niente per non
rovinarti la sorpresa.
So
anche del limite di età e la cosa devo ammettere che mi
rassicura.
So
perfettamente che saresti in grado di affrontare le prove del torneo
senza problemi (modestia a parte ti ho allenato io), ma francamente
sarei stato
in pensiero piú di adesso nel saperti da solo in una scuola
in balia di tutto e
di tutti senza poterti vigilare… okok adesso la smetto di
essere sdolcinato e
iperprotettivo.
Riguardo
Alastor Moody stai attento… il suo occhio magico
probabilmente
riuscirá a vedere la tua cicatrice al di sotto del fascino e
ti terrá sotto
controllo. VIGILANZA COSTANTE!
Riguardo
i tuoi amici rossi probabilmente saranno Weasley per la maggior
parte. Sono sei fratelli e una sorella e tutti Grifondoro fino al
midollo,
quindi suppongo che almeno i piú giovani li avrai
giá conosciuti.
Sono
contento che tu sia Grifondoro, ma sappi che anche se fossi stato
smistato in un'altra casa per me non avrebbe fatto alcuna differenza.
Non
essere cosí severo con i tuoi professori e non fare troppo
l'arrogante!
A nessuno piacciono i so-tutto-io e i tuoi coetanei sanno essere
davvero crudeli,
anche se so che saresti in grado di cavartela anche se odiato
dall'intera
scuola.
Ti
voglio bene.
Tuo
padre
Quella
lettera arrivó appena dopo un litigio con un Corvonero che
aveva
avuto da ridire sul fatto che avevo interrotto la lezione del professor
Vitius
con nozioni supplementari mettendolo in difficoltá.
Naturalmente
lo avevo ignorato, anche se la cosa mi aveva dato fastidio, e
pur non capendo la ragione di tante rimostranze per del lavoro in
piú avevo
deciso di seguire il consiglio di mio padre ed attenermi ai programmi
delle
lezioni senza dare piú fastidio né ai professori
né ad altri.
Questi
buoni propositi, tuttavia, svanirono durante la seconda lezione di
Difesa contro le Arti Oscure.
Il
professor Moody aveva appena annunciato che avrebbe scagliato la
Maledizione Imperius su ciascuno di noi a turno, per dimostrare il suo
potere e
per vedere se riuscivamo a resistere ai suoi effetti.
Chiamò
gli studenti uno alla volta e scagliò contro ciascuno la
Maledizione
Imperius.
Rimasi
a guardare i miei compagni di classe con gli occhi di chi sapeva che
il peggio doveva ancora venire mentre, uno dopo l'altro, venivano
obbligati a
fare le cose più straordinarie e nessuno di loro parve in
grado di opporsi.
Vidi
Elizabeth riuscire a respingere a fatica l'intrusione mentale e fui
orgoglioso di lei, ma Moody dovette cogliere il mio sguardo fin troppo
soddisfatto perché immediatamente interruppe l'esercitazione
per avvicinarsi a
me tanto velocemente quanto lo permetteva la sua gamba di legno.
«Evans»
ringhiò Moody, «Visto che tu sai giá
respingere la mapedizione
Imperius avevo pensato ad un test alternativo per te, ti va? Come
difendersi
dalle maledizioni in battaglia… dici di avere una
preparazione superiore ai
tuoi compagni… questa sarebbe una buona occasione per
dimostrarlo non trovi?»
Alzai
un sopracciglio all'indirizzo del professore e lanciai uno sguardo
distratto ai miei compagni di lezione.
I
Serpeverde ghignavano come pazzi, e vidi anche alcuni miei compagni di
Grifondoro
sorridere maligni con la speranza che il professor Moody mi facesse
abbassare
un po' la cresta.
Solo
Elizabeth, Ron, Hermione sembravano preoccupati per la mia sorte.
Avanzai
fino al centro della classe, nello spazio che Moody aveva creato
per lasciare spazio all'esercitazione.
Ghignai.
«Solo
se sono esentato da punizioni nel caso vinca, e se sará
lecito ogni
mezzo nello scontro… ovviamente questa postilla vale per
entrambi. Se per lei
va bene, per me possiamo cominciare.»
Sentii
delle risatine di scherno e fischi da parte degli altri ma il mio
sguardo era fisso sul professor Moody che sembró ghignare al
mio stesso modo.
Ci
avvicinammo lentamente, entrambi con lo sguardo di chi si sente
superiore al suo avversario, e mentre mettavamo le bacchette in
posizione
sentii Hermione trattenere il respiro.
«Ma
non doveva essere un'esercitazione?» la sentii sussurrare
ansiosa ad
Elizabeth, che aveva la sua stessa espressione preoccupata.
L'intera
aula era piombata nel silenzio quando il professore levò la
bacchetta, la puntò su di me e si preparó a
lanciarmi contro una maledizione.
«Uno,
due…»
Al
due Alastor Moody lanció la maledizione obscuro su di me, ed
io immediatamente
reagii.
«Protego!»
Sorprendentemente,
mi resi conto di non essere stato l'unico ad evocare lo
scudo protettivo.
Un'altra
voce aveva aggiunto potere al mio incanto e d'improvviso la
maledizione si infranse contro lo scudo.
Mi
voltai verso la porta e vidi un uomo sui trent'anni straordinariamente
simile a quello della foto in mio possesso.
Solo
che invece dell'espressione dolce riservata alla sua famiglia adesso
ne aveva una severa e combattiva al tempo stesso.
«Te
la prendi ancora con i ragazzini, Alastor? Pensavo fossi cresciuto per
queste cose...» lo prese in giro James Potter.
Alastor
Moody fece una smorfia e ripose la bacchetta.
«In
mancanza di te e Black devo pur arrangiarmi. Il mio ufficio
è ancora
intero o lo avete fatto saltare con uno dei vostri scherzi
idioti?» lo sentii
borbottare trattenendo a stento una smorfia di disgusto appena
percettibile.
Vidi
James Potter sorridere a mezza bocca.
«Spiacente
di deluderti, Alastor, ma quello ormai è diventato il mio
ufficio da quando sei andato in pensione, e mi sento libero di farne
quel che
mi pare.»
Moody
sembró infastidito da quell'uscita e James Potter -non me la
sentivo
affatto di chiamarlo papá, nemmeno nella mia testa-
sogghignó soddisfatto prima
di indirizzarmi un'occhiata incuriosita.
Immaginai
fosse sorpreso dalla sottile, se pur evidente somiglianza tra noi
due, nonostante io avessi il fisico piú sviluppato, i
capelli piú lunghi e non
portassi gli occhiali.
Sorprendentemente,
peró, non fece commenti sul mio aspetto e mi chiese solo
se stessi bene.
«Certamente,
signore, anche se non credo fosse necessario il suo
intervento, sarei riuscito a duellare con il professor Moody senza
problemi. La
nostra era una semplice esercitazione.»
Dissi
tutto questo a testa alta e con un pizzico di arroganza, ma
contrariamente alla ramanzina che mi aspettavo da lui James Potter mi
guardó
sorpreso per un attimo prima di scoppiare sonoramente a ridere.
Vedendo
il mio sguardo offeso e un po' arrabbiato si affrettó a
spiegarsi.
«Mi
ricordi tanto me alla tua etá, ragazzo.» disse
infine con un sorriso,
prima di rivolgersi nuovamente al professor Moody.
«Posso
rubarti mia figlia, Alastor? Tanto la lezione è quasi
finita.»
Al
cenno di assenso di Moody vidi Elizabeth correre tra le braccia del
padre e scoccargli un bacio sulla guancia prima di uscire con lui.
Dopo
qualche secondo suonó la campanella, ed io non mi fermai
né per
parlare con Moody né per aspettare qualcuno.
L'unica
cosa che volevo, era sfogarmi di tutte le emozioni che avevo
accumulato nell'ultima ora.
Elizabeth
Pov
Vedere
mio padre era stato bellissimo.
Non
lo vedevo dalla Coppa del Mondo di Quidditch perché dopo
l'attacco dei
mangiamorte era dovuto partire subito in missione come Auror operativo
e non
era riuscito a tornare a casa nemmeno per accompagnarmi a King Cross il
1°Settembre.
Gli
avevo raccontato tutto quello che mi era successo, come erano le
lezioni con Moody, come ero riuscita a contrastare la maledizione
Imperius (e
lì lo avevo visto davvero impallidire nonostante fosse
orgogliosissimo di me),
il Torneo Tremaghi che ci sarebbe stato al posto del Campionato di
Quidditch (
e lì lo rimbeccai per non avermi avvisata e avermi costretta
ad allenare fino
allo stremo per tutta l'estate), ma soprattutto avevamo parlato molto
di quel
nuovo alunno, Harry Evans.
Papá
era rimasto molto incuriosito da lui, e sinceramente vedendoli insieme
ero rimasta anche io molto sorpresa.
A
casa avevo visto molte foto dei miei genitori ai tempi di Hogwarts, ma
fino all'ultimo non avevo affatto notato la somiglianza di Harry con
mio padre.
Certo,
Harry non portava gli occhiali e aveva i capelli piú lunghi,
ma la
sua corporatura era molto simile a quello di mio padre adesso che
faceva
l'auror e si era irrobustito, piuttosto che alla figura mingherlina di
lui alla
sua etá.
Per
un attimo ero rimasta scioccata dalla somiglianza, e anche mio padre mi
ero resa conto che aveva avuto la stessa mia reazione.
Gli
dissi tutto quello che sapevo di lui, ed era poco, prima di lasciarmi
prendere dall'entusiasmo ed iniziare a parlare del Torneo Tremaghi e di
come
Fred e George volessero partecipare nonostante il limite di
etá e gli
ammonimenti di Harry.
Quando
mio padre se ne andó, ero cosí felice da non
notare come un paio di
occhi, di cui uno finto, mi seguissero senza perdermi di vista un
attimo.
James
Pov
Ero
riuscito a trattenermi a malapena davanti ad Elizabeth, ma le mie
emozioni divennero evidenti quando mi smaterializzai in casa con un
sonoro Pop
che fece sobbalzare Lily, alle prese con una delle sue pozioni
sperimentali.
«James,
non puoi entrare dalla porta come le persone normali?! Mi hai fatto
sbagliare la pozio… ma cosa ti è
successo?»
La
vidi accorrere immediatamente e tastarmi in viso con entrambe le mani,
per cercare di capire se il mio stato di chock fosse dovuto da una
ferita o
altro.
«Elizabeth
sta bene? Cosa è successo, James!»
Io
non risposi facendola preoccupare ancora di piú.
Iniziai
a tremare leggermente e presi ad avanzare verso il primo piano
della nostra villa.
Agitai
la bacchetta contro il muro di fianco la stanza della mia
principessa e feci comparire una porta disillusa con la scritta 'Stanza
di
Harry e Elizabeth'.
La
stanza che aveva ospitato i miei due gemelli per un anno si
manifestó a
me cosí come l'avevamo lasciata tredici anni prima dopo la
scomparsa del mio
Harry.
Accarezzai
la foto dei miei due gemelli in fasce con Elizabeth che
stringeva la manina di Harry.
La
mia principessa non sapeva di avere un fratello gemello e
così doveva
essere.
Vedendo
Harry neonato che spalancava due occhi dello stesso verde della
sorella iniziai ad avere una delle miei crisi isteriche e presi ad
urlare
accasciandomi a terra, sotto lo sguardo preoccupato di Lily stravolto
da
un'unica lacrima.
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
Ciao
ragazzi!
Allora
ecco a voi l'incontro di James con Harry dal quale scopriamo tante
cose.
Elizabeth
non sa di avere un fratello gemello.
James
soffre di crisi isteriche a causa della scomparsa del figlio che si
presentano ogni volta che prova emozioni forti che lo riguardano.
Ovviamente
James non sa che Harry Evans è il suo Harry semplicemente
vedendolo ha immaginato che Harry sarebbe potuto essere come lui se non
fosse
scomparso e l'emozione lo ha sopraffatto perché dopo 13 anni
e piú da auror
l'unico caso che non è riuscito a risolvere è
quello della scomparsa del figlio
e questo non gli permette di superare il trauma della sua perdita.
Lily
lavora nel dipartimento di Pozioni ma si diletta nel creare pozioni
sperimentali di ogni tipo per difesa offesa o ambito medico. Gestisce
meglio le
sue emozioni rispetto al marito anche se anche lei soffre per la
perdita di
Harry ed ha imparato a gestire le crisi del marito quando si presentano.
Nel
prossimo capitolo compariranno anche Sirius e Remus.
Baci,
Mary
Evans