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Autore: MaryFangirl    17/05/2017    0 recensioni
Rick è sul punto di capire cosa Michonne significhi per lui, ma questo nuovo mondo consentirà loro di trovare la felicità insieme? [Ambientata dopo la fine della 5° stagione].
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michonne, Rick Grimes
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Michonne corse giù per le scale con una Judith che piangeva fra le braccia. La bambina era diventata isterica dopo essere stata svegliata all'improvviso. "Lo so, piccola. Mi dispiace" Michonne posò un bacio sulla sua testa. La katana rimbalzava contro la sua schiena mentre dava una rapida occhiata alla cucina e al salotto.
"Carl" esclamò.
Craig arretrò dalla porta d'ingresso da dove aveva visto il caos per strada. "E' uscito poco dopo Rick. Ha detto che doveva aiutare suo padre"
"Dannazione" imprecò Michonne. "Gli avevo detto di rimanere qui ad aspettarmi. Carol è ancora qui?"
"No, è uscita anche lei"
Sasha entrò dalla porta d'ingresso con il fucile fra le mani. "Vado sul tetto. Provo a farne fuori più che posso" esclamò mentre saliva i gradini a due a due.
Michonne si guardò intorno. Sapeva che proteggere Judith era la sua priorità principale, ma non poteva lasciare che la sua famiglia fosse lì fuori a combattere senza di lei. C'erano così poche persone veramente in grado di difendersi nella comunità. A giudicare dalla quantità di vaganti lì fuori, sarebbero stati impegnati tutta la notte.
"Craig, rimani qui con Jessie, i suoi figli e padre Gabriel. Chiudete a chiave la porta e state lontani dalle finestre. Porto Judith a casa di Tara"
"Posso occuparmi di Judith" disse Jessie allungando le mani verso la bambina.
Michonne scosse il capo con enfasi. "Senza offesa, ma devo lasciare Judith con qualcuno che so essere capace di tenerla al sicuro"
Si spostò rapidamente verso la porta. "Non vai lì fuori per combattere, vero?" chiese Craig.
"Certo che sì" gridò lei senza fermarsi.
Per fortuna i vaganti non si erano ancora addentrati in profondità nella comunità, e Michonne riuscì a raggiungere la casa di Tara velocemente. La donna era in piedi insieme a Eugene sulla veranda. Entrambi avevano dei coltelli.
"Tara, devi occuparti di Judith"
"Certo. Abraham, Rosita, Maggie e Glenn sono già fuori"
Michonne le porse la bambina. "Promettimi che la proteggerai sopra ogni cosa"
Tara strinse Judith a sé. "Ne andasse della mia vita, Michonne"
Michonne guardò Eugene. "Sì, signora. Ti assicuriamo che la prole di Rick Grimes sarà al sicuro nelle nostre mani"
 
 
1 ora prima
 
"Quindi tu e questo Rick vivete insieme?" Craig seguì Michonne da vicino mentre guardava la casa, notando l'arredamento; meravigliato che ci fossero ancora case come quelle nel nuovo mondo.
"Mmh?" fece lei posando la bottiglia di vino sul bancone. Rick, ancora in veranda, giunse alla sua visuale mentre si voltava verso la finestra. I loro occhi si incontrarono e lui le porse un mezzo sorriso. Lo sguardo di lei viaggiò fino alle sue labbra, poi rapidamente lo distolse, sentendosi sconvolta. Il calore percorse il suo corpo. Guardò a lungo la bottiglia di vino, bramandone improvvisamente un bicchiere.
"Ho detto, vivi qui con Rick?" Craig la stava guardando con aria curiosa mentre lei iniziò a farsi aria con la mano.
"Oh. sì. Mmh. Io, lui e i suoi figli" Michonne iniziò ad aprire cassetti con ritmo quasi frenetico. "Dev'esserci un cavatappi da qualche parte" borbottò.
"Penso che ne sia uno nel cassetto vicino alla lavastoviglie" disse Carol.
"Grandioso. Grazie" Michonne si tenne impegnata aprendo il vino. Alzò la bottiglia verso Craig, domandandogli silenziosamente se ne volesse. Lui scosse il capo, osservandola prendere un bicchiere. Michonne lasciò la bottiglia a Carol e guidò Craig in salotto. Appoggiandosi al bracciolo del divano, lui la osservò camminare avanti e indietro sorseggiando il vino, poi toccandosi le labbra con un sospiro, per poi ricominciare tutto da capo.
Craig aveva un'eccellente visuale della veranda principale da dov'era seduto. Con la coda dell'occhio poteva vedere Rick muoversi quasi come Michonne, mentre vagava per il portico con una bambina al fianco. Non gli era sfuggito quanto i due si fossero ritrovati vicini quando erano seduti insieme, poco prima.
"Quanti figli ha Rick?" chiese.
"Due. La bimba è Judith, e ha un figlio adolescente, Carl"
"Quindi lo stai aiutando ad occuparsi dei suoi figli?"
"Sì" disse Michonne bruscamente; non aveva davvero voglia di rispondere a delle domande mentre la sua mente era alla rinfusa al momento. "Il nostro gruppo è rimasto insieme per un po'. Siamo una famiglia. Mi sono avvicinata molto ai figli di Rick" immediatamente si sentì in colpa quando vide Craig alzare una mano in segno di difesa. Non era colpa sua se lei stava barcollando per via delle bombe della verità che Rick le lanciava e per averla baciata senza alcun avvertimento.
"Okay, Chonney. Era tanto per chiedere" fece una pausa, assicurandosi che le sue parole fossero le più diplomatiche possibili. "Non penso di piacergli"
Michonne fece un gesto come a scacciare la sua preoccupazione. "A Rick non piace nessuno all'inizio. Avresti dovuto vederci quando ci siamo incontrati la prima volta"
"Mi ricorda Mike"
Lei si fermò, shockata dal paragone. "Che intendi?" I due non avrebbero potuto essere più diversi in quanto ad atteggiamenti. Mike era il simbolo dello scanzonato e disinteressato. Nessuno di quei termini descrivevano Rick.
"L'ho incontrato solo un paio di volte, ma aveva quel modo di comportarsi da maschio alfa notava ogni vibrazione di competizione. È così anche per Rick"
"Stai dicendo sciocchezze adesso" disse Michonne scuotendo il capo.
"Quindi non c'è niente fra voi due? Non che sia affar mio. Però sembrava davvero possessivo verso di te ieri, a casa di Morgan"
"Hai ragione. Non è affar tuo" Michonne riprese a camminare. "Non c'è molto tempo per il romanticismo quando si cerca di rimanere vivi"
Craig notò che lei non aveva negato che ci fosse qualcosa con Rick. Prima di poterlo far notare, Carl entrò in casa con Judith in braccio.
"Ehi, sei a casa" disse Michonne. "Vedo che tuo padre ti ha rifilato Judy"
"Sì, ha detto che si stava facendo troppo freddo per lei"
Michonne lanciò una rapida occhiata alla finestra, ma vide solo la schiena di Rick. Anche lui avrebbe dovuto rientrare visto il freddo.
"Guarda questi nuovi fumetti che mi ha prestato Enid" Carl agitò i volumi che aveva in mano. "Lo sapevi che hanno trasformato Thor in una donna, e Captain America è Sam Wilson? Che figata"
"Decisamente li leggerò dopo di te" Michonne gli accarezzò affettuosamente il capo. "Tua sorella sembra assonnata. Mettila nel lettino. Poi torna giù per cena"
"Davvero devo tornare giù?"
"Sì. Ci sarà Ron e gli sarebbe utile un amico"
"Non siamo amici da quando è successo tutto il casino con papà" fece lui guardando Craig. "Beh, lo sai. Ma se dici che devo venire a cena, lo farò"
"Sì, devi" disse Michonne spingendolo gentilmente verso le scale. Craig osservà Michonne che guardava il ragazzo con amore materno.
"Che è successo alla madre?"
"E' morta partorendo Judith poco prima che io mi imbattessi nel gruppo"
"Un brutto colpo per quei bambini"
"Infatti. Carl ne ha passate molte. Sono felice che abbiamo questa comunità. Se non altro, almeno c'è un accenno di sicurezza"
"Anch'io sono felice che ci sia questa comunità" si avvicinò a Michonne e l'attirò in un abbraccio.
 
 
Rick fissava la strada con le mani sprofondate nelle tasche dei jeans. Dopo finalmente aver avuto un assaggio, le sue labbra bramavano di più da Michonne. L'esigenza di entrare in casa e cacciare tutti stava ribollendo. Aveva bisogno di più tempo con lei. La fiducia che aveva avuto nel mostrare e nel dirle dei propri sentimenti era evaporata. Era preoccupato di aver fatto la mossa sbagliata. Lei era scappata così velocemente, e ora era dentro con Craig. Aggrottò la fronte per la preoccupazione, domandandosi se non si fosse scoperto troppo presto.
Prima di poter meditare più a lungo, Sasha e Gabe svoltarono l'angolo e salirono i gradini.
"Che ci fate qui?" chiese Rick.
Sasha scrollò le spalle, guardando padre Gabriel e poi di nuovo Rick. "Carol ci ha detto di passare per cena. Ha detto che era una riunione di famiglia"
Rick ringraziò mentalmente Carol per essere stata previdente. Pensò che, più gente ci fosse, meno l'evento sarebbe risultato imbarazzante. Sperava anche che la cena sarebbe finita presto così da poter parlare con Michonne.
Rick indicò la porta. "Accomodatemi"
Jessie uscì cercando Rick, domandandosi dove si stesse nascondendo, mentre Sasha e Gabe entravano. "Oh, grandioso" disse sarcasticamente mentre i due nuovi ospiti si facevano strada in casa. "Altre persone. Questo è l'esatto opposto della cena intima che speravo fosse"
Bevendo un altro sorso di birra, Rick osservò Jessie, quasi timidamente, mentre lei gli si avvicinava e posava una mano sulla sua spalla. L'intimità del gesto non gli fu immediatamente chiara, perché notò Craig che abbracciava Michonne dalla finestra. Resistette all'urgenza di correre dentro e fargli levare le mani da lei.
"...quasi vent'anni di matrimonio, eppure mi sento ancora sola"
Rick si voltò verso Jessie, rendendosi conto che lei gli stava parlando. "Mi dispiace. Dicevi qualcosa?"
"Oh mio dio, Rick. Potrei iniziare a pensare che non ti piaccio affatto. Sembra che non ti piaccia ascoltarmi. Tanto vale che parli con il mio gufo scolpito"
"Mi dispiace" disse Rick sinceramente. "E' solo che mi distraggo facilmente" adocchiò di nuovo la finestra e vide Craig che parlava con Gabe. Michonne stava abbracciando Sasha. Emise un sospiro di sollievo. La mano di Jessie era ancora sulla sua spalla. Notò la sua fede nuziale. Erano passate quasi sei settimane da quando aveva ucciso suo marito, e lei ancora non si era tolta l'anello. Ed era a casa sua e cucinare per lui. Era passato quasi un anno da quando Lori si era sacrificata per dare alla luce la loro bambina, e anche lui indossava ancora la fede. Si domandò cosa Lori avrebbe pensato della sua attuale situazione. Si era perso di nuovo perché Jessie gli aveva ricordato di una vita morta molto tempo prima. Il futuro probabilmente era macchiato perché aveva realizzato troppo tardi che Michonne era quella giusta per lui; quella che amava. Un altro uomo avrebbe potuto insinuarsi e risultare il vincitore del suo cuore.
Si passò la mano libera fra i capelli, quasi desiderando ridere per via della sua complicata vita amorosa mentre i morti si rialzavano e camminavano. Voleva dire a Jessie tutto quello che gli passava per la testa ma, "Anche a Lori piacevano i gufi" fu tutto ciò che gli uscì.
Lei gli sorrise "Beh, sembra una donna intelligente"
Lui annuì. "Fu solo per poco tempo. Aveva la fissa per l'osservazione degli uccelli. Me n'ero dimenticato finché non ho visto la tua scultura la prima volta. Mi hai ricordato lei"
"E' piuttosto sorprendente che io ti ricordi di tua moglia. Penso che qualsiasi donna tu abbia scelto di amare debba essere stata decisamente speciale"
Rick guardò la finestra e vide Michonne. "Sì"
"Prima dicevo" disse Jessie avvicinandosi a lui, "che Pete e io siamo stati sposati a lungo. All'inizio andava bene, ma ho trascorso molti anni a sentirmi sola"
Rick si guardò i piedi, sentendosi a disagio nell'averla così vicino. "So cosa significa"
"Avevo vent'anni quando ci siamo sposati. Una sorta di matrimonio riparatore visto che ero incinta di Ron"
"Anche io e Lori eravamo giovani. Suppongo che sia facile allontanarsi quando all'inizio si è praticamente dei ragazzini"
"Ho pensato spesso di lasciare Pete. Tra gli abusi" sospirò, "e il non essere più innamorata. Ma nella mia famiglia, quando ci si sposa si rimane sposati. Poi il mondo è cambiato, e ci siamo ritrovati qui. Non so cos'avrei fatto se non ci fossi stato tu. Ti sono così grata"
Rick non poteva sopportare la sincerità delle sue parole visto che non condivideva gli stessi sentimenti. Tenne lo sguardo fisso sui piedi.
Lei gli afferrò il braccio costringendolo ad alzare gli occhi. "Senti, Rick, so che le cose non sono ideali, ma abbiamo molto in comune. Penso che forse potremmo stare bene insieme"
Il senso di colpa si rovesciò su Rick mentre pensava a come avesse fatto inserirsi nella vita di Jessie, sconvolgendola a causa del casino che lui stesso aveva in testa. Gli occhi di lei erano pieni di speranza e impazienza per quel qualcosa che poteva germogliare fra loro. Sapeva che non poteva permettere che andasse oltre.
"Jessie, io..." iniziò ma si fermò bruscamente quando la vide avvicinarsi ulteriormente. Non comprese a fondo ciò che stava facendo finché non sentì il suo respiro caldo contro la pelle. Poco prima che le loro labbra si toccassero, lui voltò il capo leggermente. Le labbra di lei gli sfiorarono il viso mentre lui indietreggiava involontariamente.
Un "oh" uscì fuori in un sussurro soffocato. Un'accesa tinta rosa prese posto sul viso di lei mentre l'imbarazzo si faceva spazio. Lei rimase lì con la bocca lievemente aperta e una mano appoggiata sul suo petto.
"Sul serio, mamma? Il suo corpo non è nemmeno ancora freddo"
Rick e Jessie si voltarono e videro Ron e Sam di fronte alla casa. Ron afferrò la mano del fratellino ed entrò in casa, sbattendo la porta.
Rick e Jessie rimasero in veranda, un silenzio teso si pose fra loro per qualche istante. Lui si schiarì la gola e si voltò verso di lei. "Jessie..."
Lei alzò le mani per frenare qualsiasi cosa avrebbe detto. I suoi occhi erano lucidi di lacrime. "Non dirlo. Non dire niente. Mi sento un'idiota. Pensavo che-" scosse il capo e rise senza alcun divertimento. "Non so a cosa stessi pensando" fece per tornare in casa. "La cena dovrebbe essere pronta a momenti" disse piano prima di entrare.
Rick si sentì un imbecille. Pensò di andarsene. Di andare nell'ufficio della polizia e di aspettare che Michonne, sapeva lo avrebbe fatto, andasse a cercarlo. Era a metà sulla scalinata quando Daryl giunse con un'altra bottiglia di scotch in mano.
"Ho portato altro liquore. Porta il tuo magro culo bianco in casa così possiamo farla finita".
 
 
 
Rick entrò nell'affollata sala da pranzo alla ricerca di Michonne. Stava apparecchiando la tavola. Tutti erano impegnati nei compiti degli ultimi minuti o nel conversare mentre lui, come un clandestino, si avvicinò a lei e le posò una mano sulla schiena. Lei sobbalzò per la sorpresa al contatto e per il brivido che le scorse lungo il corpo.
"Dobbiamo parlare" le sussurrò all'orecchio.
"Rick, c'è un sacco di gente"
"E allora?"
"Allora, sarebbe maleducato. Parleremo più tardi"
Lui la guardò attentamente, "Stai cercando di evitarmi?"
"No" gli strinse leggermente la mano, "Ma hai fatto abbastanza prima"
Lui le accarezzò la schiena annuendo. "Lo so. Mi dispiace"
"Ehi, Michonne, ci sono altri bicchieri?" chiese Sasha dall'altra parte del tavolo.
"Sì, vado a prenderli" Michonne gli lanciò un'occhiata di scuse, e andò in cucina.
Poco tempo dopo, tutti erano pronti per cena. Carol era seduta alla destra di Rick, nello spazio che lui aveva sperato di Michonne. Invece lei era dall'altro lato del tavolo, fra Craig e Carl. Lui la fissava apertamente mentre iniziava il suo secondo bicchiere di scotch. Finalmente lei lo guardò. Rick sollevò il bicchiere verso di lei in un brindisi privato. Lei sorrise leggermente, scosse il capo, e spostò la sua attenzione su Carl.
"Non preoccuparti, non staremo qui a lungo" sussurrò Carol a Rick. Non aveva esattamente confessato i suoi sentimenti per Michonne a Carol, ma lei aveva un'idea di cosa stesse succedendo fra loro.
"Gabe, perché non dici la preghiera" disse Sasha.
"Okay...uhm...Signore, so che molti dubitano di te adesso, ma è per la tua grazia che, nonostante il mondo stia vivendo un periodo di ombra, abbiamo trovato una casa e una comunità che ci terrà al sicuro e che ci darà il rifugio di cui abbiamo bisogno in attesa della fine di questa guerra dell'umanità. Sappiamo che alla fine giungeremo alla gloria, e per questo ti ringraziamo, Signore. Ti ringraziamo per le persone riunite a questo tavolo, che tu hai riunito come una famiglia. Ti ringraziamo per questo cibo. Sappiamo che provvederai sempre per noi se rimaniamo tuoi umili servitori. Nel nome di Gesù. Amen"
"Amen" disse Carol sorridendo. "Che il Signore sia con tutti noi"
"Dacci un taglio" borbottò Daryl, seduto alla sinistra di Rick. Carol lo guardò con preoccupazione, leggermente ferita.
"E' bello avere un uomo di fede nella comunità. Sembra di essere a casa" disse Craig.
Rick sbuffò ma non disse nulla. Guardò di lato e notò lo sguardo di Jessie. Entrambi distolsero rapidamente gli occhi l'uno dall'altra.
"Sei un uomo di fede, Craig?" chiese Gabe.
"Sì, cresciuto in chiesa. Sia io e Chonney eravamo di servizio ogni domenica e ogni mercoledì per lo studio della Bibbia"
"Solo perché i miei genitori mi costringevano" disse Michonne ridacchiando.
"Chonney. Adorabile" farfugliò Rick fra sé.
Tutti iniziarono a passarsi le pietanze. Suoni di utensili contro i piatti riempirono l'aria. Rick era l'unico a non partecipare. Si versò un altro drink mentre guardava tutti. Il surreale mix di famiglia, sconosciuti e conoscenti lo portò a socchiudere gli occhi, domandandosi cosa ci facesse lui lì. Incontrò lo sguardo di Michonne nuovamente. Non riuscivano a evitare di trovarsi. Lui sillabò, "Andiamocene da qui", inclinando il capo verso la porta. Lei scosse la testa lievemente e a sua volta sillabò, "Non adesso". Lui sospirò e continuò a bere.
"Quindi, sei un dottore, Craig" Sasha ruppe il silenzio.
"Sì, un dermatologo"
"Finalmente non dovremo più preoccuparci dell'acne. So che dormirò meglio adesso" disse Rick mentre tutti lo guardavano, chiedendosi da dove giungesse la sua ostilità. Michonne lo sapeva. Pensava che probabilmente avrebbero dovuto andare a parlare da qualche parte prima che lui implodesse. Notò quando stava bevendo.
"Beh" disse Sasha, "E' comunque bello avere un altro dottore" poi guardò Ron, Sam e Jessie. "Oh, mi dispiace"
Jessie alzò la mano dicendo, "Va tutto bene" mentre Ron diceva, "Almeno a qualcuno importa".
Carl sospirò e lasciò la forchetta sul piatto.
Michonne alzò un sopracciglio e si inclinò verso di lui, sussurrando, "Stai bene?"
"Perché lo stiamo facendo? Tutto questo è strano. Papà si comporta in modo strano"
"Lo so" gli toccò la mano, "mangia velocemente e finiremo presto"
"Stai cercando di tornare di sopra per leggere quei fumetti, ragazzino?" chiese Craig.
"Sì" Carl riprese la forchetta, e spinse la lasagna sul piatto. Pensava che Craig fosse okay, ma era sempre diffidente con gli sconosciuti.
"Sapevi che Michonne una volta creò un proprio fumetto?" disse Craig.
"Non ci credo" Carl alzò lo sguardo entusiasta.
"Me n'ero dimenticata" rise Michonne. "Pensavo che sarei stata la nuova Stan Lee"
"Proprio quando pensavo che non potessi essere più fantastica"
Michonne rise di nuovo. "Ricordatelo quando ti farò fare i compiti"
"Faceva fare i compiti anche a me al liceo" disse Craig.
"Ed è impossibile dirle di no, vero?" disse Carl.
"Impossibile"
"Dovreste essere grati del mio animo premuroso" disse lei mentre tutti e tre ridevano.
"Va tutto bene lì" fece Rick dall'altra parte del tavolo. "Carl, stai bene?" Rick non poteva trattenere la gelosia che gli cresceva dentro mentre osservava suo figlio e Michonne divertirsi con Craig.
"Uhm, sì, papà" Carl sperava che suo padre non fosse di nuovo sul punto di perdere le staffe.
"Cosa facevi prima, Rick?" Craig sapeva che Rick stava cercando di irritarlo, quindi decise di cambiare argomento.
"Non penso che abbia importanza, Craig" Rick si reclinò sulla sedia.
"Il passato fa parte di noi, a prescindere da quello che sta succedendo adesso"
Rick scrollò le spalle. "Ero uno sceriffo" disse. Si versò un altro drink.
"Ad Atlanta?"
"King's County"
"Avevo uno zio che doveva attraversare King's County per lavoro. Diceva che c'erano alcuni poliziotti tra i più razzisti che avesse mai incontrato"
"Devo ammettere che alcuni dei miei ex colleghi non erano le migliori persone, ma io sono sempre stato onesto e giusto"
"Buono a sapersi. Non vorrei che Chonney vivesse con un bigotto"
"Penso che Chonney" Rick strascicò la parola sarcasticamente, "sia più che capace di badare a se stessa"
"Sarebbe bello se voi due la smetteste di parlare di me come se non fossi qui" Michonne era esasperata da entrambi. Rick la guardò e i suoi occhi si addolcirono immediatamente, ma tornarono duri quando tornò su Craig. Nel profondo, sotto la nebbia dell'alcool sapeva che non aveva il diritto di essere arrabbiato con lui, ma non era pronto ad accontentare quel suo lato interiore. "Come sei sopravvissuto da solo così a lungo?"
"Trovai rifugio nell'ospedale dove lavoravo per un po', finché non fu invaso dai morti. Misi su un accampamento con altri medici, ma ci separammo dopo un'altra invasione, poco prima che Daryl e Aaron mi trovassero"
"E non avete trovato nessun altro del suo gruppo?" Rick diresse la domanda a Daryl.
"Nah" disse Daryl mentre si leccava il sugo delle lasagne dalle dita. Non voleva far parte di qualsiasi cosa Rick stesse combinando.
"Suppongo che non siano sopravvissuti" disse Craig.
"Mmh" disse Rick. "Michonne, gli hai fatto le domande?"
"No, non ne ho avuto il tempo" disse lei. "Rick, perché non mi aiuti a prendere altra insalata dal frigo" sapeva di dover attenuare la situazione.
"Certo, fra un secondo" disse Rick. L'offerta, finalmente, di appartarsi da solo con Michonne non fermò la sua ricerca per capire a fondo cos'avesse portato Craig da loro.
"Quali domande?" chiese Craig.
"Quanti vaganti hai ucciso?"
"...un sacco..."
"Quante persone hai ucciso?"
"Nessuna. Non ho ucciso alcuna persona"
"Perché?"
"Perché?" ripeté Craig incredulo.
"Sì, perché? Abbiamo tutti fatto delle brutte cose per sopravvivere così a lungo"
"Mi stai davvero chiedendo perché non ho ucciso una vera persona. Da quello che ho sentito nella comunità, forse dovrei farti io le stesse domande. Ho sentito che ti piace uccidere le persone"
"Solo quelle cattive. Tu lo sei?" l'accento di Rick divenne più pronunciato, la sua voce più profonda.
Craig si voltò verso Michonne. "Lo sai, è fortunato ad averti qui per aiutarlo a occuparsi dei suoi figli, perché ovviamente qualcosa non va in lui. Sono fortunati ad averti come lo era Andre"
La faccia di Rick si deturpò per lo stupore. "Andre? Chi è Andre?"
Michonne si alzo, sconvolta nell'udire il nome del suo bambino gettato lì in sala da pranzo come se la sua memoria non fosse sacra. Come se qualcun altro a parte lei avesse il diritto di pronunciarlo. Prima di poter rispondere, un piatto si fracassò sulla faccia di Rick. Lui avvertì il sangue gocciolare lungo la guancia. Spaghetti, formaggio e sugo gli ricoprivano la camicia.
"Hai ucciso mio padre e a nessuno frega un cazzo. Nemmeno a te, mamma. Eri lì fuori a baciare l'uomo che l'ha ucciso. So che ha fatto delle brutte cose, ma era comunque mio padre" gridò Ron alzandosi e balzando sopra Rick.
"Ron, ti prego, fermati" gridò Jessie.
"Lascia stare mio padre!" Carl abbatté Ron per terra. Un paio di pugni maldestri vennero scagliati prima che i ragazzi venissero separati. Michonne teneva Carl mentre Daryl stringeva un Ron che piangeva.
"Dobbiamo tutti calmarci" disse Michonne. Incontrò gli occhi di Rick e sospirò.
 
 
 
Rick era nel bagno di servizio del salotto, senza camicia e mentre si applicava un po' di alcool sul taglio che aveva sulla guancia. Era fortunato che il piatto non avesse causato ulteriori danni.
Michonne entrò nel bagno, lanciando una maglietta pulita sulla mensola. Fissò il suo riflesso allo specchio. "Insisti nello sfregiare quella tua bella faccia"
Rick la guardò attraverso lo specchio. "Non volevo che le cose sfuggissero così di mano"
"Non lo vuoi mai" disse lei piano.
Rick si voltò. "Quello che Ron ha detto riguardo a me e Jessie che ci baciavamo non è vero. Lei ha provato a baciarmi, io mi sono girato"
"Non devi spiegarmi niente. Non è che siamo una coppia"
"Potremmo esserlo"
Michonne sospirò. "Rick, che stiamo facendo?"
Lui l'afferrò per la vita e l'attirò a sé. "Provi qualcosa per me?"
"Non è così semplice"
"Penso che lo sia. Provi qualcosa per me?"
"Non possiamo permetterci di invischiarci con tutto quello che sta succedendo"
"Come puoi dirlo quando il domani non è mai una certezza?" la supplicò. La baciò di nuovo. Più profondamente. Più a lungo. Le loro lingue si incontrarono come se si fossero cercate per una vita. Lui la strinse contro il proprio corpo. Sentendo la sua eccitazione, lei affondò con le unghie nella sua spalla nuda. Le mani di lui scorsero lungo il suo corpo e sfiorarono il seno. Tornò ad afferrarle il sedere, attirandola ancora di più. Michonne iniziò involontariamente a strofinare i fianchi contro di lui. I suoi sensi erano sovraccarichi, doveva scostarsi per riprendere fiato.
"Rick..." esalò lei in un sussurro.
"Mmh?" fece lui, muovendo le labbra verso il suo collo, carezzandole ancora il sedere.
"C'è ancora una casa piena di gente. E la porta è aperta"
Lui chiuse la porta sbattendola col piede. Lei si divincolò dal suo abbraccio e si appoggiò alla mensola. Prendendo la maglietta pulita che lei aveva portato, Rick decise di adottare una nuova tattica. "Okay, se non vuoi parlare di noi, allora chi è Andre?"
"Cosa?" Michonne si allontanò dalla mensola e fece un passo indietro.
"Chi è Andre? Ho visto la tua reazione quando Craig ha detto quel nome. Ovviamente era una persona importante per te" Rick riempì lo spazio che lei aveva lasciato vuoto contro la mensola e incrociò le braccia.
Michonne iniziò a sfregarsi le tempie con le dita. Non era pronta per quella conversazione. "Rick, non è importante adesso"
"Ho la sensazione che tu sappia così tanto di me, ma sei un tale muro bianco a volte. Chi è Andre?"
Michonne espirò lentamente per evitare di piangere. "Era...mio figlio"
"Merda...Michonne...merda" velocemente lui l'abbracciò.
"Papà, vieni, veloce. Sta succedendo qualcosa. C'è Tobin alla porta"
I due si guardarono e corsero alla porta d'ingresso. Grida e strilli erano udibili dalla strada. Un incendio vicino al cancello era visibile dalla veranda.
"Abbiamo un problema. Uno sfondamento" disse Tobin. 
  
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