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Autore: Jordan Hemingway    23/05/2017    4 recensioni
Scarborough, costruita intorno a una Fiera.
Una città di creature magiche dove la magia è proibita, dove è possibile trovare l'impossibile, dove chiunque può entrare ma pochi possono uscire indenni.
“Dadi truccati?” La domanda fu accompagnata da un calcio tanto violento quanto improvviso.
“Una ragazza deve pur prendere delle precauzioni.” Riuscì a boccheggiare la giovane donna prima di sputare un grumo di sangue sul pavimento sporco.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5
Coperta la chioma bionda con un mantello, Cecilia si mescolò ai visitatori della Fiera.
Una volta lasciato il quartiere del Mercato le strade tornavano a farsi vicoli, i canali riprendevano a intersecarsi sotto i piedi dei passanti che affollavano la Fiera.
 
Per avanzare di qualche metro in un tempo ragionevole erano necessari pazienza e destrezza per sgusciare tra la moltitudine di persone che, ferme di fronte ai banchi, contrattavano i prezzi di questo o quell’articolo.
“Dieci mine sono anche troppe per questo vaso.”
“Tu scherzi? Era parte della collezione della Rhani Varaina, non lo cedo per meno di venti.”
 
Ignorando il baccano Cecilia si inoltrò nella confusione, schivando agilmente coloro che procedevano in senso opposto ed evitando collisioni.
Solo all’ultimo momento si girò e, scansando il flusso di energia diretto alla propria schiena, afferrò il primo oggetto che le capitò tra le mani.
“Che cosa intendi fare con quella?” Le chiese tranquillo Saint-Clare, indicando la casseruola in rame sbalzato.
Cecilia guardò la pentola come se la vedesse per la prima volta.
“Acquistarla, voglio sperare.” Si intromise il venditore spuntando da sotto il banco dove si era rifugiato.
“A che prezzo?”
“Ti dedichi alla cucina?” Il Guardiano avanzò con lentezza, senza staccare gli occhi da quelli della ragazza. “Pensavo che i roghi nelle biblioteche fossero più nel tuo stile.”
 
Prudentemente i passanti si affrettarono a sgomberare la zona, tra le proteste dei commercianti.
“Guardiani.” Sbuffò uno di questi riponendo la merce sotto i tavoli. “Il motivo per cui questa Fiera andrà in rovina.”
 
Cecilia sospirò. “Lo sai che non è stata colpa mia.”
“Come sempre.” La luce inquietante negli occhi di Saint-Clare non accennava a spegnersi. “Non preoccuparti, stai per fare ammenda in modo appropriato.” E così dicendo lanciò un nuovo colpo.
D’istinto Cecilia alzò la casseruola.
 
Il flusso magico, contrariamente ad ogni aspettativa, rimbalzò contro il rame e centrò il balcone del palazzo adiacente, facendolo esplodere in una nube di fumo.
Quando Saint-Clare riuscì a smettere di tossire, Cecilia era già sul tetto dell’edificio danneggiato.
“Non riuscirai a scappare in eterno!”
Per tutta risposta l’altra scrollò le spalle e lo salutò con una mano prima di sparire tra comignoli e altane.
 
“Avete visto? Questa è merce fatta per durare!” Gongolò il proprietario della casseruola, recuperandola da terra e disponendola in bella vista nonostante le ammaccature.
Saint-Clare fu tentato di dare alle fiamme tutto il banco.
 
“Un Guardiano sconfitto da una pentola.” Jaehem frantumò sotto il piede quel che rimaneva di un mattone. “Bambini di tre anni saprebbero usare la magia in modo migliore.”
Gli occhi del Guardiano si assottigliarono. “A che cosa devo l’onore?”
Il Gancanagh esalò una boccata di fumo. “Diciamo che per questa volta potremmo avere un interesse in comune.”
 
 
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