L'aquila e il leone
Testa inclinata, appoggiata
pigramente a una mano,
Alessandro il Grande di Macedonia ascoltava altrettanto pigramente
Antipatro e
gli altri che gli parlavano di… Di… Di cosa,
esattamente?
Non lo
sapeva. L’unica cosa che la sua mente assonnata riusciva a
focalizzare era che
si era dovuto svegliare prestissimo per andare a quella stupida
riunione. Tra
l’altro, non ne vedeva la minima utilità; tanto si
faceva sempre e comunque
come voleva lui, pensò sogghignando. E per giunta, non aveva
potuto aspettare
che il suo Efestione addormentato a pochi centimetri da lui si
svegliasse. Ciò
lo innervosiva più di ogni altra cosa; era sempre lui il
primo a svegliarsi tra
i due, e adorava ammirare il fisico scolpito e fortificato dalle
numerose
battaglie di Efestione, del suo Phai.
E mentre lo
osservava, gli ritornavano alla mente tutti i particolari della notte
passata
insieme, anche i più piccoli. Non l’ennesima
notte, ma LA notte. Ogni notte era
LA notte, sempre diversa. Forse perché Efestione aveva una
fantasia fervida ai
limiti dell’assurdo e riusciva non si sa come a inventarsi
sempre un nuovo
giochetto…
D’un
tratto
il grande re sente decine di occhi puntati su di lui, più
precisamente gli
occhi dei suoi generali riuniti a consiglio. E non sono occhi carichi
di
ammirazione…
“Beh,
che
c’è, che mi guardate tutti così
male?” chiese Alessandro, svogliato.
“Perdonami,
mio sire, se oso farti notare questo. Ma il fatto è che ce
ne siamo accorti
tutti e…” Antipatro viene interrotto in modo
alquanto brusco da Alessandro, che
non ha nessuna voglia di prolungare la sua permanenza in quella stanza.
“Uffa,
Antipatro, come sei prolisso! Vedi di darti una mossa, il tuo re non ha
tutta
la giornata!”.
“ Come
desideri, mio sire.” Risponde il vecchio macedone, facendo
una pausa a effetto.
“ Beh,
stavi
ridendo da solo. “
Alessandro
sgrana gli occhi. Se non fosse un gesto inappropriato per un uomo del
suo rango
di tirerebbe molto volentieri una bella manata in fronte. Quindi si
limita a
massaggiarsi le tempie.
“
Affari
miei, Antipatro. E’ possibile che tu sia più
pettegolo di un’ancella
pettegola?!” sbuffa.
Il povero
Antipatro, che non ha fatto nulla per sentirsi dare
dell’”ancella
pettegola” vorrebbe
replicare, ma sa
perfettamente che non gli conviene. Specialmente oggi che il re non
è proprio
di buonumore.
Un altro
generale, Clito, si fa avanti: “ Sire, veramente…
La riunione…”
“Già,
già,
già. “ lo interrompe Alessandro sovrappensiero.
“ Stavate dicendo?”
-Rumore di
porta che si spalanca di colpo-
“AMOREEE!
SAI PER CASO DOVE HO MESSO I MIEI VESTITI?” urla”
E’ tutta la mattina che li
cerco, ma proprio non riesco a trovarli! Uffi!”
“Ah,
Efestione…” commenta Clito, evidentemente
irritato. E’ di dominio pubblico che
Efestione è il favorito del re.
“Clito…”
risponde il generale, accennando un saluto con la testa come se fosse
per caso.
Clito non gli piace neanche un po’; è viscido. E
mira troppo, decisamente
troppo, ad attirare l’attenzione di Alessandro, del suo
Xandre.
Il re non
apre bocca. Ciò che non ha potuto ammirare stamattina presto
può ammirarlo
adesso: Efestione è completamente nudo, eccezion fatta per
un delizioso paio di
pantofole rosa antico, cucite a mano con un materiale che viene da
lontano (
che noi al giorno d’oggi chiameremmo
“peluche”). E’
impossibile non restare incantati di
fronte a tale bellezza, anche per un’assemblea di soli uomini
che tanto hanno
viaggiato e tante meraviglie hanno visto.
“Per
fortuna
non ci sono ancelle nei paraggi!” pensò Alessandro
sollevato. (E’ infatti
risaputo che per quanto possano essere composte e ubbidienti, nemmeno
le
ancelle del grande re di Macedonia possono resistere a un tale
concentrato di
gnoccaggine, passatemi il termine).
Tuttavia,
Efestione
riesce comunque ad avere molti occhi rivolti verso di lui. Ma sono gli
occhi di
uno solo che gli interessano, i soli in quella stanza di Babilonia che
lo
guardano trasmettendo muto e puro amore: quelli bicolori di Alessandro.
L’azzurro
del cielo, il verde dei fiumi e il blu profondo del mare si mescolano
in quello
sguardo lungo e intenso.
Sorride:
“Allora?
I miei vestiti?”
Primo capitolo di una ff ispirata totalmente e incommensurabilmente a questi due puccissimi gnocchi! Spero che nessuno veda la coppia derisa dalla mie parole, perchè mi spioacerebbe molto che arrivasse questa idea, io li adoro alla follia xD
Spero recensirete in tanti^^
Quella (sempre lei) delle seghe mentali
Quil Ateara's Girlfriend