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Autore: slenderguy93    27/05/2017    2 recensioni
Ormai sono passati due mesi da quando la vita di Dante è stata stravolta.
E' stato costretto ad accettare che nascosto dal nostro, esiste un altro mondo, violento e spietato, abitato da creature antiche e potenti oltre l'umana immaginazione.
Tuttavia sembra che sia riuscito a raggiungere un equilibrio... destinato a spezzarsi nuovamente con l'arrivo di vecchie e nuove conoscenze.
Dal testo:
“La promozione si è esaurita, ed anche il mio BB è al limite.
Inizio a planare verso il suolo, lo sguardo fisso verso terra; non riesco ad incrociare quello degli altri. Ero la carta vincente del piano, ma non sono riuscito a compiere il mio dovere…
“…Ho perso il conto dei complimenti che ho fatto stasera, ma questi sono davvero sinceri e soprattutto meritati. Era da un paio di secoli che non subivo un colpo del genere.” Kokabiel è atterrato poco prima di me, e mi concede il primo sorriso privo di follia e derisione che gli abbia mai visto fare.
Peccato che non me ne freghi un cazzo che provi rispetto per me. Avrei dovuto sconfiggerlo ad ogni costo…”
Seconda parte di DxD Tales. E' consigliato di leggere prima Knocking on Hell's Doors.
Genere: Azione, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Asia Argento, Nuovo personaggio, Rias Gremory, Yuuto Kiba
Note: Cross-over, Lemon, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'DxD Tales'
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Io non possiedo i diritti né di Highschool DxD, né di Dungeons&Dragon. Essi appartengono a Ishibumi Ichiei e alla Wizard of the Coast.  
 
 
 
“Mamma, non ti darò pace finché non me la racconterai.” Un ragazzino castano è incollato al braccio di una donna impegnata a lavorare un morbido impasto bianco.
“Tesoro… se non ti stacchi non riuscirò a preparare la pizza. Non è tutta la settimana che mi ripeti che volevi provarla?”
“Sì, la pizza fatta in casa mi incuriosisce molto… ma lo fa ancora di più la storia della caduta di Galenstein. È stata la prima città fondata dalla nostra specie, e vi ha avuto luogo l’atto finale della Grande Caccia. Però nei libri che abbiamo in casa, né io né Zaldor abbiamo mai trovato un racconto che ne tratti…” per qualche istante, lo sguardo della donna si fa assente.
“…Questo perché quella è una ferita che impiegherà molto tempo per guarire, ed è ancora difficile anche solo parlarne… figuriamoci pubblicarci sopra. Quel giorno arriverà, ma non oggi. E questo vale anche per te: sei ancora troppo giovane.” Lui abbassa lo sguardo.
“Ma ho già 15 anni… e l’anno prossimo…”
“Sai benissimo che il nostro ciclo vitale è diverso da quello umano. Non accampare scuse.”
“…”
“…Facciamo così: preparerò un Cristallo di Memoria con i miei ricordi del giorno in cui la lasciai. Quando sarai abbastanza maturo da trovarlo e riuscire ad attivarlo, vorrà dire che sarai pronto, e potrai decidere se mostrarlo anche al tuo BFF*. Che ne dici?”
“Va bene.” Lui torna a sorridere, mentre sicuro di sé, inizia ad aiutare la madre preparando la teglia ed il forno.
 
Molti anni dopo.
 
Vuoto.
Intorno a lui, non c’è altro che vuoto. Niente luce, niente suoni… niente di niente.
Prova a far scorrere la propria energia, cercando eventuali reazioni nella zona circostante. Ancora nulla.
Sospira. Contava sulla sua comprensione delle energie naturali che aveva ottenuto in questi ultimi anni di addestramento, credendo che sarebbe bastato. E invece…
Trovare il nascondiglio del Cristallo era stato facile. Capire anche solo come interagire con esso, molto meno.
Ha proiettato la propria coscienza all’interno di esso più e più volte, ma ancora non ha cavato un ragno dal buco.
“Forse sto sbagliando approccio. Questi sono i ricordi di mia madre, non dati immagazzinati da un computer.”
Ancora una volta, la sua energia spirituale inizia a scorrere, ma stavolta, non è concentrato sull’esterno, bensì su sé stesso.
Cerca dei cambiamenti nelle proprie sensazioni, mentre lascia che il vuoto lo pervada.
…Freddo. Paura. E… rimorso.
Quindi, come un fiume impetuoso, una coscienza esterna ma familiare lo pervade.
 
Galenstein, 18XX
 
Tuoni. Esplosioni. Urla e ruggiti. L’intera città riverbera di questa cacofonia, mentre corro per le strade con una sacca umida tra le braccia.
Colonne di fumo e di fiamme, e lampi di energia si innalzano fino al cielo, coprendo o illuminando le figure che volano sopra di noi. Sono di ogni forma e dimensione, ma per lo più sono raggruppate in due categorie: umanoidi, di circa 1,5-2 metri, o gigantesche, scagliose, e con due grandi ali.
Stringo i denti, reprimendo senza fatica il flebile desiderio di trasformarmi e raggiungerli per dare una mano… so bene di avere un dovere che non posso delegare. Devo farlo… ad ogni costo.
Mi scosto una ciocca che mi è caduta sugli occhi. Devo essermi lasciata un bel segno nero, visto che ho le mani sporche di fuliggine, ma ovviamente questo è l’ultimo dei miei problemi.
Ormai sono vicina al limitare della zona abitata, quando sopra di me compare un folto gruppo di uomini alati, che mi fissano con sguardo smanioso e crudele. Diavoli.
“Eccone un’altra. Curioso come creature arroganti e vanitose come voi, quando le cose si mettono male, taglino la corda in fretta. E dire che solitamente ve ne andate in giro a sproloquiare di onore e giustizia, professandovi paladini senza macchie né paure…” al discorso del capobanda, il resto di loro scoppia a ridere.
Digrigno i denti, mentre una collera profonda e inestinguibile inizia a pervadermi. Non posso permettermi di lasciarla dominarmi.
Cerco rapidamente possibili vie di fuga, ma ormai sono circondata: mi sarebbero addosso ancor prima che raggiunga l’edificio più vicino…
“Che c’è? Questo sarebbe il momento in cui ti incazzi e ti trasformi. Niente? Un momento… “ osserva la sacca.
“Non è che… lì dentro tieni un bell’ovetto? Questo spiegherebbe perché molti di voi stiano scappando da soli portandosi dietro borse e simili…” il suo ghigno sadico si accentua ulteriormente.
“Sai… credo che il nostro scienziato-capo sarebbe molto felice se glieli portiamo. Chissà cosa ci potrebbe tirare fuori…” …ormai ho superato il mio limite di sopportazione da tempo.
“GROOOAR!”
Dal mio corpo viene rilasciata un’opprimente aura gelida, mentre il mio fisico inizia a mutare.
SLICE!
I diavoli che si trovano alla mia destra smettono improvvisamente di ridacchiare, mentre fissano increduli il cielo. In una frazione di secondo, sono stati colpiti da un avversario tanto rapido da risultare invisibile, ed ora le loro teste stanno cadendo a terra spiccate di netto dal collo.
Rilasciando delle crepitanti scariche elettriche, una donna armata di una lunga katana compare al mio fianco. Ha anche lei delle ali, ma invece che nere sono color bronzo striate di verde.
“…Scema. Stavi per fare il loro gioco: non appena avessi raggiunto il punto critico della trasformazione, quei bastardi ti avrebbero attaccata tutti assieme. È la loro tattica base su nemici solitari, sarebbe stato davvero deprimente se ti fossi fatta fregare così…” lentamente, la mia ira inizia a calare, di pari passo al crescere della sensazione di calore e sollievo nel rivederla. Blocco la trasformazione, e torno nella mia forma umana.
“Ilexia! Ci hai salvati. Se non fossi intervenuta mi sarei scatenata, con ovvie conseguenze. Sono davvero felice che tu sia ancora intera…” lei agita la mano libera.
“Pfff… gli avversari davvero potenti sono quasi tutti o nella piazza principale, o all’entrata della valle a cercare di trattenere il Primo Guardiano. Queste bande vaganti non sono nulla di che.”
“Scusate?! Ci sarebbe un combattimento in corso, sapete? E comunque… ognuno dei diavoli partecipanti a questa epurazione ha raggiunto l’alta classe. Questo vuol dire che ora vi faremo il cul…”
BROOOM!
Prima che finisca di parlare, il diavolo che aveva avuto la pessima idea di interromperci e tutti quelli che si trovano a meno di 10 metri da lui, vengono dissolti da un possente tuono istantaneamente rilasciato da Ilexia.
“Stronzi maleducati! Non vedete che io e la mia amica stiamo parlando?! Un po’ di tatto, e che cazzo!” mi sento le labbra incurvarsi in un mezzo sorriso. Come sempre, le bastano un paio di battute per tirarmi su.
Inizia a concentrare energia elettrica sulla spada, ed a scagliarla contro i nemici in una raffica di fendenti a gittata, che tagliano e disintegrano i loro gracili corpi. Ciascuno di quei colpi è di classe ultima, ed emana un aura in grado di far tremare di terrore ogni diavolo presente.
“Dannazione! Disperdetevi e riunitevi al punto d’incontro, questa è troppo forte!” all’ordine del capo, tutti i superstiti si preparano alla fuga, ma non ne hanno l’opportunità: una piccola meteora sfolgorante compie un giro completo dello schieramento abbattendoli in pochi istanti.
“…Non… è… possibile…” il diavolo che aveva guidato il gruppo rilascia la propria aura senza freni, mentre fissa furioso l’assassina dei suoi sottoposti.
“Ora la pagherai! Anche io ho un potere di classe ultima!” comincia ad evocare numerosi sigilli magici, alcuni chiaramente difensivi, altri con cui sta caricando incantesimi distruttivi.
“Io… di classe ultima? Si vede che sei un ufficiale di quarta categoria…” … inizia ad inspirare, quindi, nel preciso istante in cui il nemico lancia i primi attacchi, rilascia il soffio.
Se i lampi di poco fa erano incanalati all’esterno del corpo, e lanciati tramite un catalizzatore, quello che esce dalla sua bocca ora è una pura manifestazione dell’energia elementare che scorre dentro di lei.
Di conseguenza, paragonare i colpi precedenti con questo, è come mettere a confronto la scintilla di una pietra focaia con una folgore vera e propria. 
I raggi magici scontratosi con esso vengono dissolti all’istante, quindi impatta sulle difese del diavolo travolgendole insieme al suo creatore, che viene polverizzato ancor prima di poter emettere un suono.
“Performance perfetta. Come sempre del resto...”
“Bah. Quelli erano semplici sciacalli: il loro compito era sicuramente attaccare i civili e i nostri amici senza scaglie, e raccogliere tutto il bottino possibile. Credo sia ora che mi unisca agli altri nella battaglia principale.” Sbuffa, osservando il centro città.
“Capisco. Vorrei venire con te ma…”
“Non c’è bisogno che tu dica nulla. E soprattutto non sei nelle condizioni di combattere una vera battaglia: occupati del tuo futuro cucciolo. Il mio ormai sarà già al sicuro…” per un istante, la sua espressione si fa distratta. Poi torna ad essere quella della guerriera più famosa e valorosa della nostra generazione: sfrontata, determinata e attenta.
“Quindi è stato Ramandruk ad occuparsi del vostro ultimo uovo. Devo riferirgli qualcosa, oltre che ti ho vista?” un caldo sorriso le si disegna in faccia.
“Sì: Zaldor. Se è maschio ovviamente, altrimenti mi affiderò a lui.” riprende ad osservare il cuore della nostra città, la piazza centrale. Da qui, si percepisce distintamente l’inimmaginabile quantità di energia e poteri rilasciati in quel luogo.
Proprio in questo istante un potente raggio rosso nerastro disintegra l’ala di un nostro compagno, facendolo precipitare da centinaia di metri d’altezza. 
“…Quindi ci sono anche i Bael. Beh, comunque non sono loro la minaccia peggiore, se i diavoli si fossero presentati qui da soli li avremmo annientati in un lampo. Il problema più grosso sono i giganti e le altre creature che hanno reclutato. Per questa crociata hanno raccattato su la feccia di praticamente ogni mitologia, e dover affrontare una simile esercito  è davvero seccante.”
“KREAAAH!”
Un intenso brivido ci scorre lungo la schiena. Sappiamo entrambe a cosa appartiene quel verso.
“Signore! Da questa parte!” una coppia di umani si avvicinano. Anzi, mi correggo: una praticante di Senjutsu umana, ed un mago elfico.
“Stiamo aiutando con l’evacuazione. Seguiteci!” una mano si posa sulla mia spalla.
“Vai. In questo momento ogni zampa in più può fare la differenza… e la mia di sicuro non può mancare. Voi due, prendetevi cura della mia amica. Io vado ad aiutare il Console.”
“Signora… ci hanno confermato la presenza di numerosi Garuda. Forse…” lo sguardo dell’elfo è esitante.
“Lo sappiamo, li abbiamo sentiti. Ma la presenza o meno di quegli uccellacci è irrilevante: ciò che conta è che teniamo impegnate le forze principali del nemico fino alla completa evacuazione della città. La mia famiglia è al sicuro, perciò occupatevi di Lady Ederia per me.” Ai due non resta che annuire.
Lancio un ultimo sguardo alla mia migliore amica, che mi saluta mostrandosi tranquilla come sempre, quindi li seguo lungo il sentiero che ci avrebbe portati ad un valico sicuro della valle che contiene la nostra città.
Città ormai in ginocchio dall’attacco ininterrotto cominciato il giorno prima… non ci facciamo illusioni. Sappiamo entrambe che molto probabilmente non ci rivedremo più. Ma la speranza è sempre l’ultima a morire.
Seguo le mie due guide lontano da quella carneficina, pregando per un futuro in cui potremo vivere felici insieme ad i nostri figli.
Per tutto il percorso, stringo forte al petto la sacca. È ancora bagnata dei liquidi schizzati dalle uova frantumate dei suoi fratelli. Non sono riuscita a proteggere loro… ma non permetterò a niente al mondo di toccare lui.
 
 
[Asia]
 
 
Intensi crepitii e il suono di lame che tagliano la carne si diffondono per tutto il boschetto, mentre sibili e versi gutturali fanno da sottofondo.
Le urla e le imprecazioni dei ragazzi che come noi detenevano degli SG, e che per qualche motivo si erano ritrovati a darci la caccia, invece erano già cessati da molti minuti... forse mezz'ora.
Nonostante ciò che mi ha raccomandato Tobio, sento l'impulso irrefrenabile di sollevare il capo e sbirciare cosa sta succedendo fuori dal mio rifugio di tenebre.
Ovviamente riesco a immaginarlo, però... voglio vederlo in azione. So che il suo stile è diverso da quello della maggioranza dei combattenti, è più astuto e subdolo... e che lui preferisce evitare di mostrarlo.
Tuttavia non penso possa essere molto più sconvolgente. Un combattimento di questo tipo prevede la morte dell'avversario... che differenza può fare il modo in cui essa giunge?
Un’inquietante cantilena si sta propagando nell’aria.
"—per essere qualcosa di assurdo, il Dio dei deturpati."
La voce di Tobio si spegne dopo essere risuonata per la prima volta dall'inizio dello scontro, sostituita da un agghiacciante ululato.
...Ora o mai più.
Alzo la testa e fisso dritta nella direzione da cui proviene l'aura che genera queste tenebre.
Dopo qualche istante, i miei occhi si abituano alla luce magica emanata dalla fine del tunnel. Perché è così che funziona questa abilità: è come una grande caverna sotterranea, con un unico sbocco in superficie.
Ora sto fissando fuori da questa apertura, e ciò che vedo mi fa spalancare la bocca in un muto grido di orrore...
I campo di battaglia è illuminato a malapena da alcuni fuochi fatui evocati suppongo dai maghi, mentre tutto ciò che è oltre una decina di metri da essi è soffocato da un oscurità opprimente… dal terreno e perfino dagli alberi spuntano invece centinaia di lame di ogni forma e dimensioni. Tutto ciò che resta dei due detentori sono corpi decapitati e impalati, mentre del secondo mago non c'è più alcuna traccia, tranne qualche brandello insanguinato della sua cappa.
Quello che ha dato il via allo scontro fluttua a mezz’aria protetto dalle due mostruose creature (ora entrambe coperte di tagli sanguinanti) che a quanto pare ha reclutato solo per catturare Tobio. Mi sembra li abbia chiamati "asura".
Ma la cosa più terrificante è proprio lui: quello fino a pochi minuti fa era un ragazzo calmo, gentile e premuroso, ora è stato sostituito da una creatura che sembra uscita dal peggiore degli incubi.
È ricoperto da un denso alone nero non dissimile ad una pelliccia, e i suoi unici tratti distinguibili sono gli occhi di un rosso vivido, i lunghi artigli comparsi sulle sue mani, e le fauci affiliate che spuntano dal suo… muso?! Gli sono anche cresciute sei code, e mi pare che pure la forma delle sue gambe sia cambiata…
“Quindi è questo il Breakdown the Beast del Canis Lykaon... impressionante. Ammetto che ora mi è più comprensibile l'ossessione del capo per te... resta da vedere se—" prima che finisca la frase, Tobio si lancia su di lui a braccia protese.
Il primo ad affrontarlo è l'essere di forma umanoide, che si teleporta sulla sua traiettoria e in pochi istanti quadruplica la propria taglia, attivando al contempo un sigillo protettivo che lo ricopre di un’oleosa corazza verdastra.
Con un acuto stridio, gli artigli vengono deviati, lasciando però sull’armatura delle profonde incisioni. Il gigante cerca quindi di afferrarlo, ma Tobio è già balzato addosso al suo compagno squamoso sferrandogli una rapida e violenta sferzata.
SLASH!
Un grido sibilante risuona, mentre degli schizzi di sangue volano in aria. Il naga scivola all’indietro sanguinando copiosamente, ma Tobio lo incalza artigliandolo più e più volte, aprendo sul suo corpo nuovi squarci.
Il rakshasa gli si lancia contro supportato da una raffica di dardi incantati scagliati dal mago superstite, e fa per abbattere il suo enorme pugno su di lui, ma Jin gli balza addosso azzannandogli il polso. Anche lui è ricoperto da quell’alone oscuro, ed anche i suoi occhi rosseggiano incandescenti.
Il demone lo agguanta con l’altra mano e lo stringe brutalmente, quindi fa guizzare la sua lunghissima lingua verso il padrone assorbito dalla caccia.
“MHHUAAARG!!!”
Con uno schiocco umidiccio, la lingua mozzata cade a terra. Una gran quantità di lame sono emerse dal suolo e si sono incrociate intorno ad essa staccandogliela.
Jin approfitta della distrazione per liberarsi, e si fa spuntare una katana sul cranio, iniziando poi a caricarlo come una sorta di inquietante unicorno. Tobio intanto continua ad infierire sull’uomo-serpente ora quasi interamente ricoperto di sangue, che seppure estremamente forte, come testimoniano i crateri creati dai suoi colpi, non riesce a stare dietro alla spaventosa velocità del mio amico.
Distolgo lo sguardo, e mi raggomitolo nuovamente su me stessa.
…aveva ragione: non avrei dovuto guardare.
 
 “…Asia, va tutto bene?” alzo gli occhi. Lui mi sta guardando tranquillo, come se nulla fosse successo.
…possibile che situazioni come queste siano normali per lui?!
“Tobio… mi dispiace.” Lui si limita a scuotere la testa e porgermi la mano.
“In verità me lo aspettavo. Comunque credo sia meglio che andiamo, ora. Restare qui dopo questo macello non è consigliabile…” la barriera è scomparsa, così come l’oscurità emanata dal suo Longinus. Tutto ciò che è rimasto sono i corpi dei nemici sconfitti…
Mi lascio tirare su, quindi ci incamminiamo verso il sito del portale, superando gli ingombranti resti dei due asura. Per qualche istante fisso ipnotizzata il contrasto tra le poche squame ancora bianche con il rosso che ha dipinto la pelle del naga, ma poi seguo il mio amico senza ulteriori distrazioni.
In pochi minuti raggiungiamo il magazzino nascosto che contiene il portale, e una volta entrati lo attiviamo grazie all’amuleto di riconoscimento. Una luce crepuscolare ci avvolge, e pochi secondi dopo ci ritroviamo negli inferi.
 
 
[Lathian]
 
 
Apro lentamente gli occhi. Luce, chiara e intensa.
Mi prendo qualche minuto per riprendermi da quel ricordo che talvolta mi compare in sogno, da quando ho visto il Cristallo. È come se il mio subconscio mi intimasse di non dimenticare, di non mettere da parte quegli avvenimenti.
Sono seduto contro un masso lungo uno stretto sentiero  che si inerpica su una delle montagne più alte del mondo.
Himalaya.
È questo il luogo che ospita la nostra roccaforte, il rifugio in cui la maggior parte di noi si è nascosta per sfuggire alle persecuzioni.
Questa è la terza volta che ci vengo, dopo che mia madre ed io ci siamo trasferiti negli States: sono passato qui solo per l'insignimento a guerriero e la registrazione ufficiale come agente governativo, oltre che per un rapporto qualche tempo fa.
...ho fatto proprio un bel lavoro.
Riprendo a muovermi, seguendo il percorso fin quasi la sommità del monte. Ora mi trovo ad oltre settemila metri, e posso godere di un panorama unico al mondo: fin dove i miei occhi riescono ad arrivare (e grazie all’addestramento decennale nel Senjutsu, arrivano molto lontano), una distesa di rilievi che fanno impallidire qualsiasi altro nel pianeta, tutti ricoperti per buona parte di neve e ghiaccio.
"... è ora di affrontare le conseguenze delle mie azioni." Poco distante da me, si trova l'ingresso di un cunicolo: senza perdere altro tempo, mi ci infilo dentro iniziando ad addentrarmi nel buio.
Possediamo una visione notturna eccezionale, ed anche la completa oscurità non è un problema grazie alla nostra percezione cieca.
Il mio viaggio nelle viscere del monte dura circa un ora, e termina quando raggiungo un'immensa caverna, alla cui fine si trova un gigantesco portale di pietra.
"Lathian figlio di Ederia, di ritorno dalla mia missione." Per qualche minuto non succede nulla, poi con un rimbombo il cancello si apre, facendo uscire due umani incappucciati che fluttuano nell'aria, e un colossale drago dorato.
“Quindi hai già finito, ragazzo. Pare che il Senato  e l'Assemblea dei clan siano molto ansiosi di ricevere il tuo rapporto finale, perciò... buona fortuna." Eseguo il saluto di rito al Grande Dragone Guardiano, quindi mi affretto a seguire uno dei due incantatori, che mi guida fino alla sala conferenze. A causa della magia contenuta nel suo sangue, sono quasi certo che sia uno stregone.
"...c'è stato qualche avvenimento degno di nota, ultimamente?" quello scuote la testa, mentre continua a guidarmi in silenzio attraverso una serie di corridoi abbastanza larghi e alti da permettere il passaggio di un transatlantico.
Lentamente, inizio ad accusare la tensione. Già, credo sia abbastanza normale essere nervosi quando ci si presenta a rapporto dopo una missione durata quasi tre anni... soprattutto se sono stato io stesso a darle inizio, e sono riuscito a concluderla con un auto-smascheramento davanti a dei membri importanti di una fazione nemica.
“Ci siamo. Buona fortuna.” L’incantatore mi fa un cenno di saluto, e si allontana. Ora sono davanti al cancello del salone che ospita le riunioni del Senato.
Lo spalanco, ed entro a passo deciso. Ha la forma di un immenso anfiteatro naturale, con dei normali seggi ai livelli più bassi, e delle piattaforme gigantesche a quelli intermedi e superiori.
I primi consistono in cento posti a sedere, occupati da umani e altre creature umanoidi, le piattaforme superiori invece ospitano quasi un centinaio di Draghi Antichi, Dragoni e Grandi Dragoni.*
Alcuni di essi, con le squame color rame od ottone, erano lunghi una ventina di metri ed alti cinque; ma altri, soprattutto quelli con le squame dorate, arrivavano ad oltre cinquanta metri per dieci come il Guardiano del portone.
I seggi intermedi invece hanno anche dei sedili in pietra, perciò sono occupati sia da draghi in forma originale che in forma umanoide, sia da umanoidi molto anziani. Da quelli in forma naturale si capisce però che sono più piccoli e chiaramente più “giovani” di quelli ai livelli superiori.
“Lathian, agente infiltrato tra gli eredi dei casati Gremory e Sitri, giunge per fare rapporto.” Dichiaro con voce ferma.
Gli occhi di tutti i presenti sono puntati su di me, mentre attendo che qualcuno prenda la parola.
“Ben arrivato. Hai dimostrato capacità e spirito di iniziativa fuori dalla norma, proponendo questa missione… Prego, dacci il tuo rapporto finale… a cominciare dalla spiegazione sul perché tu abbia avuto questa idea.” Ad aver fatto da portavoce è il vice-presidente, un mezzo-drago dalle squame ramate.
“…È stato più che altro merito del caso: mi trovavo a Kyoto per una consultazione con i casati di youkai che gestivano la zona, quando ho notato il nome di un certo albergo. Ho iniziato ad indagare, e ho scoperto numerosi collegamenti con il casato Gremory… alla fine sono riuscito a risalire al nome di Rias Gremory: era iscritta ad una scuola non molto distante dalla vecchia capitale, ed insieme a lei figurava anche il nome dei Sitri. Mi sono reso conto che questa era un occasione più unica che rara: avvicinandomi alle due eredi, avrei potuto raccogliere molte informazioni utili sulle future capoclan, perciò dopo aver opportunamente sigillato i miei poteri e preparato un metodo per coprire aura e odore, ho deciso di iscrivermi alla loro stessa scuola.” Parecchie figure annuiscono impressionate.
“Molto bene. Per quel che riguarda la motivazione che ti ha spinto a concludere con diversi mesi di anticipo?” inizio a sudare freddo.
“Ah, quello… Dunque, dovete sapere che in questi ultimi giorni si è creata una situazione particolare… per i dettagli potete consultare i cartacei, ma per farla breve… uno dei leader dei Grigori aveva intenzione di uccidere quelle due, coinvolgendo nei suoi piani le Chiese dopo aver rubato loro delle spade sacre. Il suo obbiettivo finale era chiaramente far scoppiare nuovamente il conflitto tra le tre fazioni.” Alle mie parole, molti mormorii eccitati si levano dai seggi.
“Ancora non ci hai detto per quale ragione hai deciso di andartene prima che rispondessimo alla tua segnalazione…” deglutisco. Più volte.
“Perché… pensavo che la morte di quelle due ci avrebbe causato un notevole danno. Oltre a rendere inutili la maggioranza delle informazioni che avevo raccolto, i loro successori avrebbero potuto essere meno ragionevoli, cosa che avrebbe causato ulteriori problemi. Lo scoppio di un nuovo conflitto con Paradiso e Grigori, per quanto per noi vantaggioso, avrebbe portato inoltre a molte vittime innocenti, e in quanto drago metallico, questa è una cosa su cui non avrei potuto transigere. Perciò…” lo sguardo del vice-presidente mi sta perforando, quindi prendo fiato per l’atto finale.
“Bè… mi sono visto costretto ad intervenire. Comunque, ad avermi dato la spinta finale è stato  anche il fatto che oltre a quelle due, i loro servitori e le inviate delle chiese, pure un mio caro amico stesse per venire ucciso.” A questa mia ultima affermazione, si odono diversi sospiri e qualche risatina mezza soffocata.
“…direi che può bastare. Lascia al segretario il cartaceo, puoi andare.” leggermente stordito dalla svolta, estraggo un plico di documenti e faccio come mi viene detto.
Ora sono fuori dal cancello, che si chiude alle mie spalle, e cerco di capacitarmi di come abbiano potuto sorvolare così facilmente sul mio colpo di testa.
“Che ti dicevo? Anche il Senato è pieno di gente che non vede l’ora di annientare quelli stronzi. Immagino che ora avrà inizio una caciar… cioè, una discussione sulla linea da adottare per questa nuova situazione. Di certo hanno altre priorità rispetto al dare una tirata d’orecchi ad un giovane agente per una semplice cavolata…”
Appoggiato al muro alla mia sinistra, si trova un giovanotto dai corti capelli biondi vestito da motociclista, con giacca, guanti e stivali borchiati in pelle nera, e pantaloni con catena neri anch’essi.
“Chissà perché mi aspettavo che ti avrei trovato qui pronto a gongolare, vecchio mio.” Iniziamo a camminare tranquillamente, diretti alla caverna centrale.
“Eh, non potevo resistere… comunque è bello rivederti tutto d’un pezzo. Niente pestaggio con qualche Maou?” mentre parliamo, mi tolgo il cappotto e allento la casacca.
“No, solo con un arcangelo dal cervello rimasto fritto nell’ultima guerra… oltretutto è andato giù con un colpo. Anche se in effetti era già abbastanza malridotto….” Lui sbuffa, lanciandomi uno sguardo invidioso.
“Perché immagino che per salvare i tuoi compagniucci di scuola, avrai dato il massimo… in tal caso, non mi sorprenderebbe affatto. Perfino quel vecchiaccio ha sempre detto che hai la mano pesante! Certo però che sprecare così un buon combattimento…” ridacchio.
“Dici? Comunque non è colpa mia se i caduti e i loro leader sono di costituzione deboluccia…” continuando a ciarlare, raggiungiamo la fine del tunnel che porta alla zona centrale.
Zaldor indossa già una giacca incantata, perciò dopo essermi scoperto il busto spalanchiamo entrambi le ali e iniziamo a sorvolare la campagna, diretti verso la città. Superiamo campi coltivati grazie a degli specchi di cristallo che fanno giungere fin qui la luce solare, giganteschi acquedotti di pietra, e numerose fattorie.
Le nostre precedenti visite sono durate solo qualche mese ciascuna, ma comunque la nostalgia si fa sentire. Essendo cresciuti tra gli umani, gli unici individui della nostra specie che abbiamo conosciuto per molti anni sono state le nostre rispettive famiglie (i cui membri erano fin troppo spesso impegnati col lavoro), e nessun altro. Durante i nostri soggiorni qui, abbiamo invece avuto modo di conoscere e frequentare diversi nostri coetanei.
Ormai siamo arrivati ai primi edifici, perciò diminuiamo quota e ci dirigiamo verso l’hotel che utilizziamo di solito. Dopo aver scambiato i saluti con la receptionist, ed aver effettuato la mia registrazione, salgo in camera per mettere giù le mie cose. In un lampo, estraggo dalla mia tasca dimensionale i bagagli e li sistemo alla bell’e meglio.
Una volta tornato all’ingresso, trovo il mio amico intento a scolarsi un paio pinte di birra seduto ad un tavolino.
“Non sprechi tempo, eh?” lui sogghigna, e fa un cenno al barista.
Un minuto dopo, ci stiamo entrambi godendo il sapore del malto.
“…Allora le voci erano vere. Avete un bel coraggio a farvi rivedere da queste parti, dannati vagabondi!” un vocione tonante risuona dalla Hall, raggiungendo il bar senza perdere un singolo decibel.  
Un gruppo eterogeneo, guidato da un enorme omone verde coperto di tribali, si fa strada verso di noi. Dall’aspetto si direbbe che quest’ultimo sia un mezz’orco, ma prestando un po’ di attenzione si capisce facilmente che è solo la forma alternativa che si è scelto.
“Kragnarr! Ancora in giro a far casino eh, brutto bestione?” tutto il pianterreno si riempie di tensione, mentre la receptionist telefona ad un superiore per chiedere istruzioni.
Ormai ci hanno raggiunti: la maggior parte di loro sono nostri simili, ma ci sono anche alcuni esseri di altre specie. In particolar modo, a risaltare grazie alla loro aura sono due youkai: una kitsune ed una yukionna.*
“Avevi qualche dubbio, biker di sta’ ceppa?” Kragnarr avvicina il volto zannuto a quello di Zaldor, fin quasi a sfiorargli la fronte. Lui replica con uno dei suoi migliori sorrisoni killer, mentre abbassa il boccale con deliberata lentezza.
“Devo dire che senza voi due mancano rivali di qualità… che dite, recuperiamo?” mentre tra i loro sguardi volano scintille, mi alzo con calma.
“A me va bene, ma faremmo meglio a farlo fuori di qui. Sarebbe brutto venire arrestato poche ore dopo il mio ritorno… soprattutto considerato che ho appena lisciato una sanzione dal Senato.” Alle mie parole, tutto il campanello attorno al tavolino ammutolisce.
“…Mr. Bravo Ragazzo… che combina casini del genere?!?!” il nerboruto boss mi fissa stralunato. Poi mi si avvicina e…
CRUNCH!
“LO SAPEVO CHE C’ERA SPERANZA ANCHE PER TE!!!” le orecchie ora mi stanno fischiando, mentre questo bestione continua a stritolarmi col suo abbraccio da orso.
“SEI SEMPRE STATO COSI’ TRANQUILLO E RESPONSABILE DA FAR VENIRE L’ANSIA PERFINO AD UN MONACO DI CLAUSURA, E INVECE ANCHE TU PUOI—“ gli serro la bocca silenziando almeno un po’ quel megafono che ha al posto della gola, quindi svicolo via dalla sua stretta.
“Sì, sono felice anche io di rivederti, ma lo sono soprattutto di aver evitato il gabbio; perciò ora faremmo davvero meglio ad abbassare la voce, e magari anche ad andarcene.” Lasciamo i soldi sul tavolino, quindi ce la filiamo insieme a questa gang di spostati.
Pochi minuti dopo abbiamo raggiunto la periferia, ed entriamo in una vecchia arena creata ad uso e consumo di giovanotti che come noi vogliono mettere alla prova le proprie capacità.
“Quasi non mi sembra vero. Quanti sono, tre anni? Ed ancora passate il tempo in questo modo?” al mio amichevole rimbrotto, Kragnarr stringe le spalle, mentre la kitsune invece incrocia le braccia scoccandoci un’occhiataccia. È la prima volta che la vedo, deve essere nuova di queste parti.
“Non è che lo facciamo dalla mattina alla sera. Ci incontriamo solo i week-end e un paio d’orette la sera… e poi…”
“…la maggior parte del tempo lo impieghiamo a studiare ed allenarci. Non credere che siamo dei perdigiorno…” ad aver concluso per il boss, è Mizuki, la giovane yukionna. Durante questo periodo sembra essere diventata molto più forte e… volitiva, direi.
“Ottimo, questo vuol dire che ora credete di avere una possibilità contro di noi?” Zaldor lancia loro un’occhiata smaniosa.
“Certamente! Tutti i presenti hanno raggiunto la classe ultima, e quelli di noi che c’erano già sono diventati molto più potenti! Preparatevi, che a sto’ giro sarete voi ad essere battuti come tamburi!” il gruppo prende le distanze circondandoci, e scatena il suo potere. Gli youkai, e quelli di loro negati nel combattimento in forma umanoide, si trasformano.
Ci troviamo ad affrontare esattamente sei avversari in forma originale guidati dalla kitsune, che ha rilasciato le sue cinque code e li sta organizzando per dei raid di supporto, e un altro gruppo di sei guidato da Kragnarr, che a quanto pare vogliono far parlare i loro pugni.
“Solita tattica: io meno quel mascellone e gli altri cinque, tu ti occupi degli altri. Ahh, che bello essere tornati, eh?” Senza aggiungere altro, il mio partner si lancia nella mischia.
Allo stesso tempo, palle di fuoco, fulmini e lance di ghiaccio iniziano a piovermi addosso.
Già. Questo potrà anche non essere il luogo dove siamo cresciuti… ma è comunque la nostra casa, il nostro porto sicuro.
È DAVVERO bello essere tornati.
 
 
[Azazel]
 
 
“—SPERO DI ESSERE STATO ABBASTANZA CHIARO!” mi fermo a riprendere fiato.
Non mi capita spesso di perdere la pazienza… anzi, quasi mai. Ma stavolta se l’è davvero tirata addosso.
“…Lo sei stato.” Di fronte a me, Vali abbassa il capo contrito. Spero che per una volta gli sia entrato in testa.
“…E va bene, puoi andare.” esce dalla porta senza aggiungere altro.
“…Quel ragazzo è davvero problematico. Forse dovresti mostrare più spesso un simile polso” Shemazai.
“Non ti facevo un fautore della disciplina ferrea…”
“…Non è ferrea. È giusta. Se la sua figura di riferimento si limita a dirgli “non fare cose che potrebbero scatenare l’apocalisse”, e poi gli lascia passare tutto quel che combina, mi spieghi come farà a crescere in modo sano? Capisco che dopo quel che ha passato tu voglia andarci leggero con lui, ma a tutto c’è un limite! Perfino Tobio ci è arrivato, anche se il casino con i Cinque Clan a cui ha contribuito può aver influito parecchio nel suo cambio di atteggiamento...” sospiro. Ha sicuramente ragione, ma…
Non ci riesco.
Oltre a non essere nel mio stile, sarebbe terribilmente ipocrita da parte mia. Insomma, sono il leader degli angeli caduti! Il ribelle per definizione! Che valore avrebbero delle lezioni di moralità e disciplina da parte mia?
Ma il vero motivo per cui non posso farlo è che… non voglio.
Invece voglio che il suo desiderio, il suo vero desiderio, si realizzi. Perché questo succeda però, deve seguire la sua strada fino alla fine, senza che gli vengano tarpate le ali; e una volta compresi i propri errori, potrà andare avanti.
“Ci sei ancora?”
“…Sì. Scusa, stavo… pensando.”
“Ad un modo per dare una raddrizzata a Vali, spero.”
“Beh, qualcosa del genere.”
“…Non è ammissibile che facciamo due volte lo stesso errore. Senti—“ una comunicazione di un mio sottoposto ci interrompe.
“…Pare che sia tornato anche Tobio. Mi chiedo perché abbia tardato così tanto…” il mio vice decide di prendere alcune pratiche, ed inizia ad esaminarle. Dopo un paio di minuti, il nostro agente raggiunge l’ufficio.
“Avanti.” La porta si apre, e da essa fanno capolino Slash/Dog e la giovane ex-suora. Quest’ultima mi pare un po’ traumatizzata.
“Felice di vedervi sani e salvi. Ho appena finito di ricevere il rapporto di quello zuccone di Vali, voi invece… siete per caso stati trattenuti?” ho notato che Tobio ha il respiro un po’ pesante, nonostante in teoria dovesse aver combattuto molto poco.
“Direi di sì. Pare che una vecchia conoscenza e la Fazione Eroi, che a quanto sembra non apprezza il nostro curiosare sui loro affari, si siano messi d’accordo. Ci hanno teso un’imboscata vicino al portale… davvero, dovremmo cambiare le locazioni, ormai le conoscono cani e porci!” Sospiro. Se i nostri nemici cominciano già fin d’ora a stringere collaborazioni…
“…Ciò che riguarda Kuoh Town d’ora in poi dovrà essere trattato con i guanti di velluto. Come avrai capito, io e Sirzechs Lucifer stavamo lavorando ad un accordo di pace, ma gli ultimi avvenimenti… diciamo che non erano previsti, non così presto almeno. Gradirei che tenessi un assoluto riserbo fino a quando non avremo stilato una linea ufficiale da seguire. A parte questo… niente di particolare da segnalare?” lui socchiude gli occhi.
“Beh, a parte lo smascheramento e la morte sfiorata del nostro infiltrato, e il coinvolgimento di un drago metallico esperto di Senjutsu di classe Maou, direi… che tra i nostri assalitori ci fossero altri due asura. È una coincidenza davvero incredibile che a così poco tempo da quell’altro incidente, altre creature di quel tipo si siano fatte vive… potrebbe avere a che fare con quella disputa in corso nel mondo buddhista?” stringo i denti fino a farli quasi stridere. Mi gioco le ali che c’entrano quei due dannatissimi guerrafondai… e dire ci siamo appena liberati di uno della loro risma!
“…Possibile. Spero che non diventi una costante… li hai eliminati tutti?” lui scuote il capo.
“Negativo. I detentori di SG, il naga ed uno dei due maghi che guidavano l’attacco sì… ma l’altro e il rakshasa sono riusciti a sfuggirmi—” La sua compagna gli lancia uno sguardo incredulo.
“—anche se quest’ultimo si è lasciato dietro diversi pezzi.”
“Capisco. Beh, l’importante è che voi siate ancora tutti interi. Potete andare, ora come potrete immaginare, avremmo parecchio lavoro da fare.” I due annuiscono, quindi lasciano l’ufficio.
 “…ci aspettano intense giornate sulle scartoffie e di brainstorming, eh?”
“…Già. Ma tu comincerai da domani pomeriggio. Il resto della nottata e la mattina, lo passerai a casa con Ana.” Shemz si blocca per qualche istante.
“A questo proposito… ormai le voci si saranno diffuse.” agito la mano noncurante.
“Lascia fare a noi. Barachiel ormai avrà finito di spiegarlo agli altri quattro, anche se scommetto che Tamiel e Penemue ci erano già arrivati. Ora il posto in cui devi stare è al suo fianco, su come gestire la faccenda coi nostri sottoposti ce ne occuperemo noi.” Lui annuisce.
“…Grazie.” Senza aggiungere altro, lascia la stanza.
Proprio così, ci aspettano una marea di casini e un lavoraccio infame.
…Direi che è arrivato il momento che mi rimbocchi le maniche.
 
 
[Kuoh Town]
 
 
Il mormorio quieto dell’acqua è l’unico rumore udibile nell’intero parco, che a quell’ora della notte solitamente è deserto.
Solitamente.
Una figura solitaria è seduta sulla panchina più vicina all’enorme fontana. Anzi, più che seduta pare abbandonata: il suo braccio sinistro è stretto attorno al petto, mentre quello destro è disteso lungo lo schienale con il palmo rivolto verso una specie di piccolo velo semitrasparente.
Da esso fuoriesce un lievissimo ma costante flusso di aura, che viene convogliata in lei dritta nella luce cristallina che le brilla dentro il petto.
Con la testa reclinata all’indietro osserva stancamente il cielo stellato, come in cerca di risposte a domande che non sa più a chi porre.
È in quella posizione da oltre due ore, e non dà segni di vita. Sembra non avere alcun interesse che possa spingerla a alzarsi.
Passano molti altri minuti, poi finalmente inizia a muoversi. Abbassa il capo, e con un cenno della mano sigilla lo spazio separato, recidendo il filo di energia che fluiva da esso.
Rimane seduta, entrambe le braccia strette attorno a sé. Sta tremando.
In modo appena percettibile, ma ininterrottamente. Prende dei profondi respiri, quindi finalmente si solleva. Il semplice atto di alzarsi in piedi le è più difficile di qualsiasi combattimento mai affrontato finora.
Passando accanto alla vasca piena d’acqua, vede il proprio riflesso illuminato dai lampioni: un volto tirato, dalle pesanti occhiaie che le incorniciano gli occhi dorati vuoti al punto dal sembrare quelli di un cadavere.
Distoglie bruscamente lo sguardo, mentre paura e vergogna bruciano in lei. Sa di essere l’ombra di se stessa, si sente una spada smussata e senza padrone.
Accelera il passo come a fuggire da quel riflesso crudele, ma improvvisamente si blocca: ha notato un’altra presenza nel parco. Qualcuno che la sta osservando attentamente dall’ingresso.
Mentre la ragazza lo guarda impassibile, questi inizia ad avvicinarsi con passi calmi e misurati, fino a quando, a pochi metri da lei, non lo riconosce.
“…sembri stare bene.” mormora in modo appena percettibile.
“...ho la fortuna di avere un amica molto gentile e capace. E anche il fatto che sia una taumaturga aiuta.” Dante la sta fissando attentamente. Il crocifisso d’argento che indossava è sparito, e il segno rossastro di una catenella le è comparso attorno al collo.
“…mi hanno detto che i tuoi compagni se ne sono andati. Ha a che fare con ciò che ha detto quel pazzo?” il suo tremore si accentua, e si morde le labbra.
“……………………………..Sì.” lui attende pazientemente alcuni minuti, fino a che dopo un profondo sospiro, lei non riprende parola.
“…Dopo aver preso in consegna Irina, le Excaliburs, e il cadavere di Galilei, se ne sono semplicemente andati via dicendo che “i miei servizi non erano più richiesti” …eppure glielo avevo detto che erano gli sproloqui di un folle… che io non ci credevo davvero a quel che aveva detto… ma continuavano a guardarmi in quel modo… come se fossi diversa… un estranea.” Lui rimane in silenzio, osservandola neutro mentre finalmente iniziava a dare voce ai suoi tormenti.
“…Non l’hanno accettato. Ma… è così grave aver dubitato anche solo una volta? E se quel che ha detto fosse vero? Io… cosa devo fare? A cosa dovrei credere— ” più andava avanti con il discorso, più anche la sua voce si faceva insicura e tremante.
Alla domanda finale, la voce le si spezza. Sta ansimando come una fiera braccata.
“…Tu… ora sei un diavolo.” Il suo sguardo si fa febbrile. E la sua voce si vena di astio, mentre stringe i pugni.
Dante scatta istintivamente in allerta. Anche se dalla sua reincarnazione talvolta l’idea gli è balenata nella mente, non aveva mai creduto che si sarebbe trovato ad affrontarla sul serio… neanche quando si sono incontrati nell’aula del club.
“Che cosa senti? I dubbi che avevi su cosa fare della tua vita sono spariti? Tentare e contrattare le anime umane… è in grado di colmare quel vuoto?” le domande che invece pone lo lasciano di stucco. E all’improvviso, comprende.
L’odio non era diretto verso di lui, ma verso se stessa.
“…Davvero ti stai colpevolizzando per quel che è successo?” la replica secca del ragazzo la fa sussultare.
“Come potrebbe non essere così?! Tra gli insegnamenti della nostra fede, gli avvertimenti su diavoli, caduti e le altre creature del male vertono proprio su questo. Ma io ho fallito: mi sono lasciata fuorviare e corrompere dalle sue parole. E peggio ancora, ho cercato di scaricare questa corruzione anche sui miei compagni! Questa deve essere la punizione di Dio per la mia debolezza… COME HO POTUTO DUBITARE DI LUI?!?!” L’urlo finale fa sobbalzare Dante, ormai esterrefatto da quello sfogo.
“Ormai… tutto ciò che mi resta da fare è accettare la mia punizione. Sono un eretica dopotutto, oppure… posso anticipare la mia caduta all’Inferno. Se alla tua padrona avanzassero degli evil pieces—” prima che riesca a finire la frase, il ragazzo si fa avanti e le posa l’indice sulle labbra.
“…Cielo. Non riesco a credere a quel che sento… tu sei davvero Xenovia Quarta?” lei spalanca gli occhi, ma non fa nulla per spostare la mano. Che si abbassa qualche secondo dopo, prendendo lentamente la sua.
“Mi spiace dirtelo, ma hai ragionato molto meglio con queste. Ricordi il nostro primo incontro?” il diavolo abbozza un sorriso, mentre le sfiora delicatamente le nocche.
“Io non lo dimenticherò mai. La mia faccia, in particolar modo, non lo farà. Dopo quel giorno, ho pensato: “quella è il tipo di persona che non dubiterà mai delle proprie scelte, e che non si arrenderà mai di fronte alle difficoltà”. E quel pensiero, col passare dei mesi, è divenuto una certezza. Mentre io mi rompevo la testa sulla possibilità di sigillare o meno per sempre il mio Longinus, tu ti addestravi per diventare una protettrice dell’umanità. Ora so per certo cosa facevi quelle volte che sparivi per giorni interi, e l’origine di quelle ferite con cui spesso tornavi. Ed ora, per le parole del primo stronzo che passa, mi vai in crisi così? Non puoi essere seria. Abbandonare ciò in cui credi per così poco non è da te. Non può esserlo.”
“…come puoi avere tutta questa fiducia… e questa considerazione di me? Cosa ho mai fatto oltre al riempirti la testa di propaganda religiosa e di pugni?” il suo respiro è ancora affannato, ma sta lentamente iniziando a rallentare.
“Sei riuscita a cambiarmi. Non me ne sono reso conto all’inizio, ma dopo averti conosciuta ho cominciato lentamente a prendere in mano la mia vita. Fino ad allora non avevo fatto altro che lasciarmi trascinare dalla corrente: i miei genitori, la scuola, gli psichiatri, ed infine il Don. Ognuno di loro mi ha detto cosa avrei dovuto fare per il mio bene, ma alla fine sei stata tu ad avermi dato una smossa. Se non ti avessi incontrata dubito molto che avrei mai anche solo considerato, tutte quelle belle idee da eroe che mi sono venute da quando mi sono trovato nei casini dopo essermi trasferito.” Continua a fissarla con determinazione dritta negli occhi.
“ “Avvicinarmi all’esorcista più testarda e manesca del pianeta e riuscire a farla aprire, e interessare a qualcosa che non riguardi la Chiesa.” Era questa la richiesta che mi ha fatto il Don quando gli ho chiesto cosa potessi fare per ringraziarlo del suo lavoro. Sappi che non ho intenzione di tirarmi indietro: è palese che il mio lavoro sia ancora incompleto.”
“Quindi era per questo… in effetti, come avresti potuto avvicinarti ad una come me se non su richiesta di qualcun altro?”
“Ti sfugge il punto. Ammetto che i primi giorni ho pregato di non averti mai incontrata, ma… credi che un’amicizia possa formarsi se imposta a forza? Il mio rapporto con Rias e gli altri ne è la prova: anche se ho cercato di farmeli piacere, non ha funzionato, visto che alla fine ho continuato a vederli nell’ottica di spia e non di amico. Ad avermi spinto all’ultima resistenza contro Kokabiel è stato il tuo rifiuto di accettare la sua offerta, altrimenti, per quanto mi disgusti ammetterlo, sarei rimasto in disparte accettando il fatto che non potevo fare nulla per fermarlo. Questo perché ti considero un amica preziosa che mi ha mostrato una determinazione tale, da darmi la spinta necessaria a diventare qualcosa di più di un nerd misantropo e complessato. Come potevo deludere qualcuno a cui dovevo tanto, o ancora peggio, lasciare che venisse uccisa davanti i miei occhi?” Ora  è la ragazza ad ammutolire.
Il suo sguardo mostra un turbinio incessante di emozioni, ma lei lo allontana bruscamente dal giovane diavolo puntandolo invece sul getto della fontana.
“Ho capito… e vorrei davvero poterne gioire. Tuttavia il problema rimane. Tutte le certezze, o forse dovrei dire convinzioni, della mia vita sono appena crollate come un cartello di carte. Il Dio a cui abbiamo consacrato la nostra esistenza o è morto, oppure se ne è andato abbandonandoci in questo mondo crudele. Io ho abbandonato la mia unica amica, con cui ho condiviso molti dei momenti migliori della mia vita, condannandola ad un orrendo supplizio, e per cosa? Una missione in cui ci hanno incastrate come pedine sacrificabili, in nome di un Dio scomparso, che è stata tutta parte del piano di un mostro che ci valuta utili al massimo per qualche ora di sesso violento?!” esteriormente ora sembrerebbe calma, ma la sua voce contiene un’amarezza tale da causare un dolore fisico al suo interlocutore.
“Sei sicuro che sia giusto avere tutta questa considerazione nei miei riguardi? Tutta la mia vita non è che una menzogna, perciò… non sarebbe meglio se mi facessi reincarnare? Così almeno—” lui le si accosta e la abbraccia delicatamente.
“Prima di discutere di questa tua ultima idea, c’è una cosa che va messa in chiaro definitivamente. È GIUSTO. Tu hai fatto quello per cui sei stata addestrata al meglio delle tue capacità, prendendo le decisioni più consone alla situazione. Non hai NULLA di cui rimproverarti. Errare ed avere dubbi è umano, come lo è accettare l’aiuto degli altri quando si è in difficoltà.” Lei è rimasta impietrita dal suo gesto, ed alle parole successive riprende a tremare, molto più forte di prima.
Dante raggiunge la panchina trascinandola gentilmente con sé, quindi si siede facendola accomodare al suo fianco.
“…C’è una cosa che voglio tu sappia: piangere è doloroso, ma lo è molto di più farlo da soli e senza nessuno che conosca o capisca la tua sofferenza. Inoltre… non è necessario che tu sia sempre e comunque forte e controllata. Nessuno lo è, e tu hai già dimostrato di essere tra le migliori.” Xenovia, con aria leggermente stordita, appoggia il capo sulla sua spalla, e il suo sguardo torna a posarsi sull’acqua gorgogliante.
Dalle sue labbra non esce un singolo suono, tranne il suo respiro concitato e pesante.
Tuttavia Dante, dopo alcuni minuti passati in quella posizione, sente che le spalline della sua giacca si sono inumidite.
“…Non ho ancora capito se sei un vero amico oppure un vero stronzo.” Xenovia si sta asciugando gli occhi, mentre l’altro sorride sereno.
“Mah, chissà? Forse entrambe le cose?” lei sbuffa, e si allontana un po’.
“Comunque… non hai risposto alla mia domanda. Se mi facessi reincarnare potremmo stare insieme, ed io avrei una nuova causa a cui votarmi. Non sarebbe meglio per tutti?” lui sospira scuotendo la testa.   
“Continui a partire dal presupposto che la tua vita sia stata inutile e senza valore. Non ricordi ciò che ho detto a quel bastardo? Il Paradiso e le chiese hanno continuato ad esistere… perciò non è una menzogna. Non ci vedo nulla di sbagliato nel portare avanti ciò che un genitore ha cominciato, a maggior ragione se lui non c’è più. Ma soprattutto… come diavola non potresti più pregare, leggere la Bibbia… insomma, rinunceresti definitivamente alla tua fede. Così facendo rinnegheresti VERAMENTE ciò che sei: solo perché i tuoi colleghi ti hanno allontanata, non vuol dire che ciò sia necessariamente anche la volontà del Paradiso. Ma questo dovrai essere tu ad deciderlo: come ben sai, le parole assumono potere su una persona solo se questa le accetta.” Lei è rimasta assorta ad ascoltarlo, mentre fissava l’incessante flusso d’acqua salire e poi ricadere nella vasca.
“……………….Non è qualcosa che possa decidere così su due piedi. Non sono nelle condizioni adatte, e da qui l’ultimo aspetto del problema: non— beh, ne riparleremo domani.” Sospira con aria sfinita.
“Grazie per avermi cercata, per aver sopportato il mio sfogo e per… qualunque cosa fosse quella roba di poco fa.” Sposta lo sguardo verso la chiesa abbandonata sulla collina, quindi si alza e si mette in cammino.
“Ferma. C’è un altra questione che volevo porti.” Lei si blocca un istante, ma subito riprende a muoversi.
“Ti ho detto che parleremo domani. Ora avrei davvero bisogno di farmi una dormita.”
“Appunto. Ho provato le brande di quel posto, ed anche se ti fossi portata dietro un sacco a pelo, dubito riuscirai a riposarti a dovere, lì. Che ne dici invece di venire a casa mia? Avrei una stanza degli ospiti vuota, e c’è pure la colazione compresa nel servizio…” questa volta si è fermata sul serio.
“…ne sei sicuro? Non—”
“Non ci sono problemi. E se per qualche motivo ne dovessero sorgere, li farò sparire. Il Dante Nandini che si lasciava trasportare dalla corrente, anche grazie a te è cresciuto. O meglio, è quello che voglio credere. …………………..Avanti, non tenermi sulle spine!” alla fine, lei gira lievemente il capo ed annuisce riluttante.
“Perfetto! Forza, seguimi. Ormai sarà quasi l’una e domani ho, indovina un po’ …la scuola. Sul serio, Sona ogni tanto potrebbe anche farlo, uno strappo alle regole.” I due attraversano il parco, puntando verso il quartiere residenziale ovest.
Dopo un po’ però, il ragazzo prende a ridacchiare.
“…Che diavolo ti prende?” Xenovia lo fissa basita dal marciapiede davanti cancello.
“…Mi è venuta in mente una cosa buffa: non avrei mai pensato di provare nostalgia per le nostre disquisizioni teologiche, né tantomeno…”
“…che i ruoli si sarebbero invertiti. In effetti che tu, il “Signore degli Scettici”, abbia difeso il lato dei credenti, è davvero assurdo.” Incredibilmente, anche a lei spunta un mezzo sorriso.
“Quindi pare che ti abbia battuto anche in questo.”
“…che vuoi dire?”
“Che non sei l’unico a cui Don Vincent abbia chiesto di svolgere un compito come compenso. Ed io l’ho già svolto, a differenza tua.”
“E quale sarebbe?”
“Fare in modo che un certo nerd complessato e misantropo trovasse il modo di “credere”. Ovviamente ritenevo si riferisse al renderti un fervente cristiano, ma inizio a pensare che volesse solo che tu guadagnassi un po’ di fiducia in te stesso…” lui strabuzza gli occhi.
“Quindi… tutte quelle prediche… e quelle persecuzioni in Ignazio di Loyola* style… sono state causate da una sua trollata?!?! All’anima dello stronzo!!!” il ragazzo, imbestialito, impreca per gran parte del tragitto rimanente, ma alla fine si calma.
“E va bene. Visto che Sua Eminenza la Convertitrice ha dimostrato per l’ennesima volta la Sua Eccellenza, non mi resta che lodarLa e riverirLa opportunamente.”
Dante la distanzia e, sfoderando un sorriso a 32 denti, le indica l’edificio davanti al quale si è fermato accennando un inchino a mo’ di maggiordomo.
Per poi mettersi, meno di un minuto dopo, a correre come un dannato su per le scale quando esasperata dalle sue buffonate, Xenovia fa scrocchiare le nocche ed inizia ad inseguirlo con uno sguardo predatorio ed un ghigno minaccioso dipinto sul volto.
 
 
 
1 BFF: Best Friend Forever
2 Le categorie di età e stazza dei draghi si possono trovare nei manuali di D&D Manuale dei Mostri I e Draconomicon, reperibili online. Vi anticipo solo che raggiungono la maggior età a 51 anni, e vengono chiamati Dragoni dopo i 1000.
3 Youkai: spiriti e creature soprannaturali giapponesi.
4 Kitsune: letteralmente “Volpe” o “Spirito Volpe”, può indicare degli youkai con i tratti di quell’animale, e dai grandi poteri magici. Alternano la forma ferina con quella umana, e a causa della loro natura tendono ad essere capricciosi ed ingannatori. Sono legati all’elemento fuoco oppure al fulmine.
5 Yukionna: letteralmente “Donna delle nevi”, è una youkai che secondo molte leggende nasce da donne morte assiderate. Sono ovviamente legate al gelo, e le loro abitudini e perfino l’aspetto fisico variano da storia a storia; nel prossimo capitolo inserirò un descrizione della versione da e scelta.
6 Ignazio di Loyola: Santo fondatore dell’ordine dei Gesuiti, che è specializzato nella conversione dei pagani e dei senzadio. Per capirci, erano i migliori amici dei conquistadores, in ciascuna delle loro spedizioni era presente almeno un membro dell’ordine. 
 
 
NdA
 
Salve!
Come promesso, ecco un megacapitolo sui misteriosi draghi metallici, provenienti direttamente dal GdR Dungeons&Dragons; maggiori dettagli arriveranno nel prossimo capitolo per bocca di un personaggio “abbastanza” importante. Avvertimento: io seguo la versione 3.5, quindi tutti i contenuti proverranno dai manuali corrispondenti.
Vi ho anche dato un assaggio delle vere capacità di Tobio, che pur mantenendo un ruolo di supporto come nella novel, nella mia opera riceverà lo spazio che merita.
Ed arriviamo alla crisi esistenziale di Xenovia: Ishibumi l’ha fatta spuntare nel club come un fungo senza dare uno straccio di spiegazione sul perché avesse fatto una scelta cazzata simile… perciò mi sono visto costretto a psicanalizzarla per poter trovare una motivazione vagamente sensata per la sua decisione di farsi reincarnare. Cosa che Dante non poteva lasciare accadere, vista la propria esperienza in quel campo.
Annuncio che dovrò fare una breve pausa(un mese credo) per prendermi avanti ed organizzare meglio il volume 4, visto che oltre ad essere composto da almeno 8 capitoli, mi sta dando qualche problema nel gestire (cronologicamente e non) tutti gli avvenimenti. Dopotutto ora ci sono più protagonisti e schieramenti a cui stare dietro… e vi anticipo che il summit delle tre fazioni sarà un vero bordello.
Bene guys, al mese prossimo!
 
 
 
   
 
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