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Autore: NotEvenChip    27/05/2017    1 recensioni
Mr. Gold possiede la maggior parte di Storybrooke, oscuro, tenebroso, con un passato turbolento, quasi tutta la città lo teme, tranne il figlio Neal.
Belle French è giovane, spensierata, determinata, ambiziosa ed in cerca di pace e tranquillità, grazie anche al suo nuovo lavoro.
Praticamente Rumbelle AU :)
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Belle, Jefferson/Cappellaio Matto, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire, Ruby/Cappuccetto Rosso, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il lunedì vide Gold indaffarato come non mai nel suo negozio, rinchiuso nel retro ad aggiustare ingranaggi di vecchi orologi che gli erano stati commissionati da settimane, che non aveva mai trovato il tempo di aggiustare, Neal quella mattina aveva fatto i capricci per andare a scuola, Gold lo aveva trovato molto strano, non era da lui.

Probabilmente aveva a che fare con il fatto che avrebbe passato il pomeriggio con Emma e si sentiva nervoso. Neal come il padre, tendeva a scappare dalle responsabilità, proprio come in questo momento, riempirsi di vecchi lavori da recuperare solo per giustificare il fatto che non trovava il coraggio di andare a parlare con Belle. Aveva deciso che oggi le avrebbe chiesto di uscire, non trovava le parole e quindi aveva deciso di riempirsi di lavoro per non pensarci.

Ad un certo punto sentì la campanella del negozio, lentamente si alzò e si stropicciò gli occhi e raggiunse la parte anteriore del negozio.

“Jefferson” sospirò sollevato. Per qualche secondo aveva pensato di trovarsi davanti Belle, non si sarebbe mai perdonato se lei avesse trovato il coraggio di affrontarlo prima di lui, dopo gli avvenimenti di qualche sera prima.

“Robert Gold, sempre chiuso nella sua tana ad ammazzarsi di lavoro! Dov’è il teppista?”

“A scuola, come tutti i giorni… Oggi passerà il pomeriggio dai Nolan, con Emma… Sai, loro due…”

“Ma è il mese dell’amore per gli uomini Gold! Che cosa stupenda!”

Gold fece finta di non sentire e prese il pacco dalle mani dell’amico.

“E’ il mio ultimo completo?”

Jefferson annuì compiaciuto.

“Certo caro, ci ho messo tutto me stesso, come sempre, spero ti calzi a pennello, ormai conosco a memoria tutte le tue misure…” Gli disse malizioso, facendogli l’occhiolino.

“Potresti… Semplicemente, smetterla?” Chiese Gold infastidito.

“Hai dimenticato il tuo caffè stamattina, tigre?”

“No, no, è che… Scusami.” Gli sorrise distratto, avvicinandosi al bancone per scartare il pacco ed ammirare il suo vestito.

In quel momento Belle entrò nel negozio con due tazze ed un enorme sorriso sulla faccia. Vide Gold e Jefferson di spalle, intenti a scartare un pacco.

“Allora…Hai chiesto alla tua principessa di uscire a cena?”

Gold girò la testa verso la porta e vide Belle. 

“B-Belle! Ciao, cosa ci fai qui?”

Jefferson spalancò gli occhi e fissò un imbambolato Gold.

“Ciao Robert, Signor Hatter!” Annuì Belle.

“Buongiorno Miss French… Gold… Mi sono ricordato che sono in ritardo per un’altra consegna, fammi sapere se va tutto bene, se hai bisogno, sai dove trovarmi!” disse dileguandosi il più in fretta possbile.

Belle sorrise a Jefferson mentre usciva. Era arrivata con l’intenzione di chiedergli di uscire, passare del tempo insieme, ma poi, la frase di Jefferson…

Il cuore le si spezzò e tutto ad tratto si sentiva fuori posto. “Hai chiesto alla tua principessa di uscire a cena?” All’improvviso tutto il nervosismo, l’attesa, le farfalle nello stomaco, le aspettative, scomparvero in un battito di ciglia. Gold aveva un’altra donna. Non un’altra, semplicemente una donna, che ovviamente non era lei. Ora si sentì nuovamente quella stupida adolescente innamorata dell’uomo più vecchio, si sentì mancare il terreno sotto ai piedi, a cosa pensava? Che lui avesse voglia di perdere tempo con una stupida ragazzina? Che lei potesse essere la persona giusta per lui ed anche per suo figlio? In un istante tutto le fu chiaro, il prestarle soccorso più di una volta, la gentilezza che le aveva riservato fino a quel momento, non era altro ciò che lei desiderava vedere, Gold in realtà era solo gentile, non provava un bel niente per lei.

“Belle?” 

“Mmmh, si?”

“Beh, ecco… Avevi bisogno di qualcosa?” Chiese Gold gentilmente, fissandola negli occhi.

“Beh si ecco, ero venuta a portarti del the caldo, e a ringraziarti nuovamente per l’altro giorno e… niente, tutto qua.” Doveva andarsene al più presto, aveva sbagliato a venire qui con il cuore leggero, sperando che tutto andasse bene. Un pensiero unico le martellava la testa: “Ha una donna che non sei tu, vattene!”

Gold annuì ed allungo una mano per prendere il the.

“Non dovevi disturbarti Belle, come ho già detto più volte, nessun problema, insomma, siamo amici no?” Provò a sorriderle pateticamente. L’umore di Belle sembrava essere cambiato da quando era entrata nel negozio ad ora, la stava forse mettendo in soggezione? Calmati e chiedile di uscire!

“Amici, si, ma certo! Solo che dovevo eccome! Dopo tutto quello che hai fatto!” Sorrise ed abbassò lo sguardo. Amici.

 

Ed ecco nuovamente quel modo bellissimo di arrossire.

 

“Neal come sta?”

“Oh, bene! Oggi passa il pomeriggio con Emma, la sua amica…del cuore… Questa mattina era così agitato che non voleva nemmeno andare a scuola, ma l’ho caricato in macchina con la forza!” Di cosa stai parlando, Gold? 

“Ehm, si beh… Insomma, una giornata un pochino strana!”

“Oh, si, sicuramente! Domani inizio il trasloco, visto che i tuoi uomini mi hanno detto che l’appartamento è in perfette condizioni…”

Gold sorrise. “Perfetto!”

“S-si.”

Gold annuì. La conversazione era morta, che ne era stata di tutto il suo entusiasmo di avere una conversazione con lui? Gold non sapeva come affrontare la situazione, tutto quello che gli riusciva era sorridere ed annuire e prendere qualche sorso del suo the.

“Belle…tu…” Iniziò Gold con non poca difficoltà.

“Ora devo andare…” Tagliò corto lei, consapevole di aver interrotto un suo tentativo di essere civile. “Grazie ancora Signor Gold, a presto!”

In un lampo era fuori dalla porta e Gold rimase intontito in mezzo al negozio, con il bicchiere di the in mano, in preda alla confusione. Cosa le era capitato? E come mai era ritornato il Signor Gold? Qualcosa doveva essere successo se era entrata con un sorriso stupendo ed uscita così di fretta… Oh no… E se avesse sentito… No, non poteva essere… E se avesse sentito le parole di Jefferson e avesse pensato male? 

Gold scosse la testa, non poteva essere, questo avrebbe implicato il fatto che anche lei provasse qualcosa per lui, cosa assolutamente impossibile. Tutto si aspettava oggi ma non questo. Ad un certo punto il telefono squillò, era Jefferson.

“Cosa diamine vuoi, mi stalkeri adesso?”

“Ho solo notato che la signorina French è uscita parecchio presto e parecchio arrabbiata dal tuo negozio, hai bisogno di un bicchierino?”

“E’ ancora mattina Jeff. Devo lavorare.”

“Uhm, è andata così male eh?”

“Non gliel’ho chiesto. Non ce l’ho fatta. Sono un codardo. Poi era di un umore così strano. Penso che abbia sentito quello che…”

“Vai. Da. Lei.”

“Ma”

“Robert Gold. Quanti anni hai?”

Questa domanda fu più che sufficiente, doveva smetterla di comportarsi come un ragazzino alla prima cotta, cosa c’era di differente tra la sua reazione e quella di Neal? Neal aveva dieci anni, lui molti di più.

Riagganciò il telefono in faccia a Jefferson, prese le chiavi, chiuse il negozio ed attraversò la strada in direzione della biblioteca.

Entrò. Belle era lì. Al bancone della reception che gli dava le spalle, seduta, probabilmente a leggere. Si fece coraggio e fece qualche passo avanti.

“Belle?”

Belle si sorprese e si voltò verso di lui, non fece in tempo ad asciugarsi le lacrime che le rigavano il volto.

No, no, no. Perché piangeva? Era stato lui? 

“Belle? Cos’è successo?”

Belle sorrise e si asciugò le lacrime. “Oh, niente di che, solo un libro, mi sono emozionata tutto qua.”

Mentiva. Ma cosa avrebbe potuto dirgli? Pensavo ci fosse qualcosa tra di noi? Il fatto che mi hai quasi baciata l’altra sera, mi ha fatto stare sulle nuvole per tutto il weekend? Hai mai ripensato a quell’abbraccio tanto quanto l’ho fatto io? Tanto che mi sembrava tutto un sogno?

“Oh. M-mi dispiace.”

“Fa niente. Hai bisogno di me?”

Gold si avvicinò, Belle fece il giro del bancone e gli si mise di fronte. Come poteva essere così bella anche con gli occhi lucidi dalle lacrime?

Deglutì, il panico si impossessò nuovamente di lui.

“Hai bisogno di aiuto con il trasloco domani?” Stupido. Stupido idiota che non sei altro.

“Oh, no grazie. Gentile da parte tua ma ho tutto sotto controllo… Ora se vuoi scusarmi, devo lavorare…” E gli voltò nuovamente le spalle, per la seconda volta nel giro di quindici minuti. Gold chiuse gli occhi in una smorfia di dolore.

“Vuoi… Vuoi una mano?”

Belle si voltò e lo guardò negli occhi. C’era qualcosa di strano in Robert stamattina, ma a quegli occhi non poteva proprio dire di no. Annuì e gli passò una pila di libri.

“Quelli vanno lì in alto, visto che… Visto che io non posso più salire su una scala senza il permesso del mio amico e padrone di casa…” Gli disse, facendogli la linguaccia. Per quanto delusa fosse della sua mancata opportunità, poteva almeno provare ad essere sua amica.

Gold le sorrise e la aiutò a sistemare tutti i libri negli scaffali più alti. Verso mezzogiorno erano seduti per terra, appoggiati ad uno scaffale con una busta di take-away di Granny in mano.

Gold si era tolto la giacca, slacciato il panciotto, addolcito il nodo della cravatta e sbottonato i primi due bottoni della camicia. Belle si perse ad osservarlo, non lo aveva mai visto così poco vestito, nonostante fosse ancora pieno di strati, in pubblico non si faceva di certo vedere in quelle condizioni.

“Mmmh, Granny fa i migliori hamburger della città dobbiamo dargliene atto” mugolò di piacere Belle al secondo morso.

Gold la fissò e rise. “Non sapevo avessi questa… cosa per gli hamburger, mia cara”

Belle arrossì e per poco non le andò di traverso il boccone. 

“Ma quale cosa! Apprezzo sempre il buon cibo!” 

“Oh, certo, degli hamburger. Chissà come reagiresti ad una vera cena, un vero ristorante, con del vero cibo.” Gold la fissava negli occhi, impaurito, impressionato.

Belle prese un sorso della sua coca-cola e gli sorrise. 

“I-io dico per davvero Belle…”

Belle spalancò gli occhi… Era…

“Cosa? Cosa dici per davvero? Che gli hamburger in realtà ti fanno schifo? Che lo dici solo perché odi Gran….”

“Esci con me.” Così. Dopo una mattinata intera a provarci, gli era uscito dalla bocca tutto d’un fiato. La mattinata trascorsa con lei, l’avergli dato una mano con la biblioteca, l’aver riso, scherzato, l’essersi presi in giro, l’aver condiviso storie, l’aveva messo a suo agio, gli batteva il cuore all’impazzata e sarebbe diventato pazzo se non glielo avesse chiesto.

Belle si immobilizzò all’istante. Esci con me. Quelle tre parole che rimbombavano nella sua testa da quando le aveva sentite pronunciare. Belle si fermò ad osservare Gold, con i vestiti stracciati, il suo hamburger in mano, i suoi occhi nocciola pieni di paura e insicurezza, la sua bocca leggermente spalancata che le faceva voglia di avvicinarsi e baciarlo per ore,  i capelli che gli coprivano una porzione di viso e che sembravano così morbidi da accarezzare. Aveva sentito veramente quella domanda o era solamente frutto della sua immaginazione?

“Uscire”

“Si”

“A cena”

“Si”

“Con… Con te”

“Beh, si,” Disse Gold con un’alzata di spalle ed una smorfia.

“Come un appuntamento?”

“Se tu vuoi che sia un appuntamento, allora sarà un appuntamento”

“Tu vuoi che lo sia?”

Gold si prese qualche secondo per pensarci, posò l’hamburger nella sua confezione, si pulì le mani e cominciò a giocherellare con l’anello che portava sempre all’anulare destro.

“Io… Si, Belle. Mi piacerebbe molto portarti fuori a cena, per un appuntamento”

Silenzio. Belle studiò ancora Robert, che ora era visibilmente nervoso.

“S-se non ti va non c’è nessun probl…”

“Si”

“Cosa?”

“Si, Robert. Mi piacerebbe tantissimo uscire a cena con te.”

Gold sorrise ed abbassò le spalle espirando. Evidentemente si era tolto un peso.

Ma allora, prima con Jefferson nel suo negozio, possibile che stessero parlando proprio di lei?  Un sorriso enorme le sfuggì dalle labbra.

“Mercoledì sera, può andare bene?” Disse mentre riprendeva in mano il suo hamburger.

Belle annuì. “Mercoledì sera è perfetto!”

“Dopo questi orrendi hamburger ti porterei fuori anche questa sera stessa, ma mi serve del tempo tecnico per sistemare Neal e…”

Belle allungò una mano e la mise sopra a quella di Gold.

“Va benissimo Robert, non c’è nessun problema. Se non riesci a trovare nessuno per Neal, possiamo spostare o lui può uscire con noi… A me non dispiace..”

Gold sorrise. “Sarebbe un primo appuntamento un pochino strano… Io, te e… Mio figlio, non credi?”

Belle rise, si in effetti sarebbe stato molto strano ma il piccolo Gold le piaceva veramente. Primo appuntamento.

Finirono il pranzo, riprendendo le loro chiacchiere del più e del meno, ad un certo punto Gold si scusò e tornò al suo negozio, effettivamente aveva anche lui una sua attività da mandare avanti.

Belle estrasse il cellulare dalla tasca e digitò un sms per l’amica Ruby: 

 

  • Indovina chi mi ha chiesto di uscire per un appuntamento?

 

  • CHI? SPARA.

 

  • Robert Gold :)

 

  • NON POSSO CREDERCI BELLE! PIù TARDI TI CHIAMO, DEVO SAPERE TUTTO. xx

 

Belle quella sera si ritrovò a fissare fuori dalla finestra il paesaggio di Storybrooke. 

Esci con me. Quelle tre parole non le avevano dato tregua per tutto il giorno. Ancor un paio di giorni e sarebbe finalmente uscita con Robert Gold.








**Rieccomi!! Ed ecco anche i nostri sfigati preferiti che.... CE L'HANNO FATTAAAAAA!
   
 
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