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Autore: Morgana89Black    30/05/2017    3 recensioni
E se Lily Potter avesse avuto un secondo figlio, poi dato in adozione?
Dal capitolo 2:
"Ti lascio queste poche parole, nella speranza che quando le leggerai non mi odierai per essere stata codarda e non aver avuto la forza di tenerti con me. Purtroppo temo che non vivrò comunque abbastanza per vederti raggiungere i tuoi undici anni, il perché forse un giorno lo scoprirai da sola, per ora ti basti sapere che io e tuo padre siamo una strega ed un mago".
Dal capitolo 22:
“Draco... Draco... svegliati”. Le ci vollero diversi minuti per convincere il ragazzo ad aprire gli occhi ed inizialmente lui parve non notarla neanche mentre sbatteva ripetutamente le palpebre nella vana speranza di comprendere cosa fosse successo.
“Nana...”, la ragazza sorrise della sua voce impastata dal sonno. Era quasi dolce in quel momento e sicuramente molto diverso dal solito Malfoy, “è successo qualcos'altro?”. Parve svegliarsi di colpo, al sentore che doveva essere accaduto qualcosa di grave se lei lo svegliava nel pieno della notte.
Dal capitolo 25:
Prima che attraversasse l'uscio per scomparire alla sua vista, udì poche parole, ma sufficienti a gelargli il sangue nelle vene, “lei è un mangiamorte”.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry, Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Incontri e scontri.

 

21 agosto 1994

 

Quella mattina Morgana si era svegliata con una strana inquietudine, che non aveva compreso appieno. Le ci erano voluti diversi minuti per comprendere che l'ansia che la pervadeva era dovuta solo alla consapevolezza che da lì a poche ore avrebbe rivisto suo fratello.

Si erano salutati tranquillamente dopo quell'incontro alla stazione, ma non poteva certo pensare di aver chiarito le cose. Le sembrava più che altro di aver raggiunto una sorta di tregua, in nome del sangue che li accomunava.

La sera precedente il signor Weasley le aveva chiesto se voleva unirsi a lui ed alcuni dei ragazzi quando sarebbero andati a prendere Harry a casa degli zii. Una parte di lei avrebbe voluto rifiutare quell'invito, l'altra, quella curiosa, quella che desiderava conoscere la zia aveva accettato. Si era pentita subito di quell'assenso, ma ormai non poteva più tornare indietro.

Ed ora era sveglia di prima mattina in una calda domenica d'agosto, ed in ansia. L'idea di vedere per la prima volta alcuni dei pochi parenti di sua madre ancora in vita le procurava uno strano disagio. Inoltre era consapevole del fatto che suo fratello non si trovava affatto bene con loro e questo la faceva sentire ancora peggio. In un certo senso, forse un po' assurdo ed incomprensibile, era come se avere il desiderio di conoscerli, fosse una sorta di tradimento nei confronti di Harry, che avrebbe tanto preferito evitare.

Con quei pensieri ancora in mente ed attenta a non svegliare Ginevra, che aveva scoperto adorava dormire sino a tardi in vacanza, si era diretta in cucina, dove aveva trovato solo i coniugi Weasley intenti a discutere davanti alle loro colazioni.

Non appena aveva fatto il suo ingresso nella piccola stanza affollata, Molly si era precipitata a riempirle il piatto di ogni leccornia preparata personalmente. Ormai aveva capito che l'intento della donna era di farle venire una forte indigestione, perché tentava sempre di imbottirla di cibo, convinta fermamente che la sua magrezza fosse un insulto all'umanità. Inizialmente aveva cercato di farle capire che lei non riusciva ad ingurgitare quella quantità industriale di cibo, ma la donna non l'aveva neanche ascoltata.

“Sei agitata per l'incontro con Harry?”, le parole del sig. Weasley la colsero di sorpresa. Inizialmente aveva pensato che lui fosse a conoscenza del loro rapporto, ma dovette ricredersi presto, quando vide quel luccichio malizioso nei suoi occhi.

“Abbiamo delle questioni in sospeso da risolvere... e temo un po' lo scontro”, sorrise a quell'uomo che la faceva sentire parte della famiglia. Era così strano essere accolta in quel modo da persone che neanche la conoscevano.

Certo anche Narcissa Malfoy era stata molto gentile con lei, l'anno prima, ma era stata una gentilezza cordiale ed educata, almeno inizialmente. Solo col tempo si era trasformata in una sorta di tiepido affetto, quasi materno in certi momenti.

Molly ed Arthur, invece, erano completamente diversi. Sembravano aver deciso di accoglierla come membro permanente di quella loro stramba famigliola, senza porsi alcun problema, senza chiedere, senza remore. Essere amica di una Weasley dava una sorta di lascia passare per entrare in quella che, bonariamente, aveva ormai soprannominato “la gabbia di matti”. Si trovava bene là. C'erano amicizia, affetto, dolcezza, ma anche divertimento, ironia, ed un pizzico di regole, che ovviamente la signora Weasley cercava di far rispettare.

“Vi dispiace se vado a fare una passeggiata? Andremo a prendere Harry alle 17, giusto?”, al cenno di assenso dei coniugi si diresse verso la porta, varcandola con ansia. Aveva bisogno di camminare. Non le sfuggi, però, appena uscita dall'ambiente, la signora Weasley che si lamentava della circostanza che non aveva mangiato quasi nulla.

Adorava il cibo di quella donna, era veramente un'ottima cuoca, ma non era mai stata una gran mangiona. Non era da lei riempirsi di cibo e di leccornie. Lei mangiava per sopravvivere, quel tanto che bastava a farla stare in piedi per il resto della giornata. Era sempre stato così.

Sapeva di essere troppo magra e quello la faceva sentire inadeguata ed anche un po' bruttina talvolta. Le venne in mente l'incontro con Astoria Greengrass, qualche mese prima. Si era sentita così infantile in confronto alle curve ben formate di quella bambina, che sembrava una bambola di porcellana.

Al confronto con le altre ragazze si sentiva sempre inadeguata. Non era bella e non era così sciocca da credere di esserlo. Non si curava neanche di esserlo, ad esser sinceri. I suoi capelli erano un cespuglio nodoso, e non come quelli della Granger. Quelli della grifondoro lo erano per natura, perché erano crespi e folti. I suoi lo erano perché non si curava di tenerli curati. Non era vanitosa. Non lo era mai stata e preferiva di gran lunga l'intelligenza alla bellezza. Solo che quando pensava a tutte quelle ragazze perfette, con le curve al punto giusto e con i capelli sempre in ordine e ben pettinati, lei si sentiva piccola ed indifesa.

Anche Ginevra, che pure non si truccava e non si preoccupava troppo del suo aspetto, era sempre più bella e sempre più donna, coi suoi folti capelli lisci e ramati. Avevano un colore che sapeva ammaliare, come i suoi occhi nocciola, così profondi ed intriganti che più di una volta aveva notato qualche ragazzo perdervisi incantato.

Immersa in quei pensieri non si rese conto che ormai era più di un'ora che camminava e si stava avvicinando ad un villaggio di babbani. Indecisa se proseguire o meno, si fermò qualche minuto ad osservare quel paesaggio quasi medievale. Doveva essere un paese molto antico e, per lo più, ancora manteneva la struttura di una volta. Certo c'erano macchine, semafori ed insegne luminose, però le piccole case erano ancora in pietra e ad un piano e sopra a tutte spiccava il vecchio campanile, come un nonno che veglia sui propri nipoti.

Ansiosa di perdersi nelle vite di altri si spinse sino a percorrere le stradine strette e diroccate di quel luogo. Ancora, qua e là vi erano piccole viuzze che sarebbe stato impossibile imboccare in macchina. Si guardava intorno, meravigliandosi di tutto e di tutti.

“Morgana... sei proprio tu?”, distratta ad osservare quel posto incantato, ci mise qualche minuto prima di accorgersi di essere stata chiamata da qualcuno.

Si volse in tempo per ritrovarsi davanti, nuovamente, quegli occhi d'ambra che la scrutavano con ammirazione, e, cercando di non sembrare sgarbata e sbuffare impertinente, si decise a rispondere al saluto.

“Non pensavo di incontrarti qui, Cedric”, si compiacque con se stessa per la propria abilità, per aver rammentato il nome del ragazzo e per essere riuscita ad evitare di sembrare infastidita dalla presenza di lui. Infondo lui non le aveva fatto nulla di male, solo che lei non riusciva proprio a sopportarlo. Era sempre stata incapace di giudicare in modo ponderato e ragionevole le persone. O le piacevi o ti odiava. Non aveva vie di mezzo.

Suor Anna una volta, dopo averla rimproverata per la propria maleducazione, le aveva detto di ricordare che, oltre al bianco ed al nero, non solo esisteva il grigio, ma anche un'innumerevole serie di altri colori. Ci aveva provato, per anni, ma era inutile. Lei tutti quei colori non riusciva a vederli.

“Non sapevo abitassi da queste parti”.

“Non abito qua. Io sono cresciuta in un orfanotrofio inglese. Sono qui ospite dai Weasley. Stavo solo facendo una passeggiata”.

“Ospite dei Weasley?”, eppure Ginevra ne parlava come di un ragazzo intelligente. Ed allora che bisogno aveva di ripetere ogni frase da lei pronunciata? Non gli rispose neanche, limitandosi ad un leggero cenno del capo, “ma da quanto tempo stai camminando Morgana?”.

La ragazza continuò a guardarlo scetticamente e chiedendosi se fosse davvero necessario impicciarsi così dei fatti suoi.

“Sarà un'oretta più o meno”, cogliendo l'occasione al volo riprese, “ora però devo andare, sai... Molly mi aspetta per pranzo e mi ucciderebbe se facessi tardi”.

“Se torni indietro a piedi non arriverai mai per pranzo...”, lo disse indicandole l'orologio sul campanile. E lei rimase ad osservarlo a lungo chiedendosi se funzionasse bene. Era uscita di casa che non erano neanche le nove ed ora le lancette segnavano le undici e venti del mattino. Possibile che avesse camminato così tanto?

“Vieni con me...”, non le lasciò neanche il tempo di replicare che si era già avviato lungo una di quelle stradine sottili e tortuose. In pochi minuti furono fuori dal villaggio.

“Ehm... Cedric?”, cercò di richiamarlo, ma lui si limitò a voltare il viso per assicurarsi che lo stesse seguendo, “dove mi stai portando?”.

“A casa mia...”, alle paralo del ragazzo lei si bloccò di colpo. Indecisa se continuare o meno a camminare continuò ad osservare il tassorosso, finché lui non si accorse di non essere più seguito e si voltò tornando indietro.

“Da là potrai entrare in uno dei camini e tornare a casa Weasley in tempo per il pranzo. Così la signora Weasley non si preoccuperà e tu non farai tardi...”, la vide ancora scettica, perciò continuò a parlare nel tentativo di rassicurarla e di farsi seguire, “non ho intenzione di aggredirti Morgana. È solo che da qui alla Tana ci vogliono ore. Non riuscirai ad arrivare in tempo altrimenti. Ci vogliono solo pochi minuti per arrivare a casa mia. E ci sono i miei genitori in casa, quindi puoi star tranquilla. Non ho intenzione di attentare alla tua virtù...”, quell'ultima parte la sussurrò guardandola negli occhi, “salvo che non lo voglia anche tu...”, a quel punto la sua mano andò a sfiorarle la guancia, ma quella della ragazza la fermò a poco meno di un centimetro dal suo viso.

“Vengo con te solo perché non voglio che i Weasley si preoccupino. Sono stati molto gentili con me. Non accetterò mai questa tua proposta. Sappilo. Io non sono interessata a te, Cedric. Non so perché per te sia il contrario, visto che ci conosciamo appena, ma non ho intenzione di approfondire la nostra conoscenza”, pronunciò quelle ultime parole tutte d'un fiato, guardandolo negli occhi e sperando che non cambiasse idea e l'accompagnasse comunque a casa sua.

“Ti convincerò prima o poi... ora seguimi”, era più testardo di quel che avrebbe mai immaginato.

Lo aveva seguito, più per timore di far infuriare Molly che per desiderio di assecondarlo. Aveva scoperto che abitava in una bella villetta immersa nella natura ed in un bosco. Elegante ed indice sicuramente di una disponibilità economica non indifferente, ma per qualche ragione le parve scialba e sinonimo di media borghesia desiderosa di mostrare la propria ricchezza.

La casa, ovviamente, non aveva nulla a che fare con Malfoy Manor, ma la sua mente perversa le aveva rimandato immediatamente alla mente l'immagine dell'immenso maniero che, per qualche assurda ragione, le era sembrato meno opulente e più discreto.

Erano due edifici completamente diversi. Draco viveva nel lusso, senza ostentazione, senza necessità di mostrare la propria ricchezza. Era evidente che quel castello era antico e pieno di magia e di tesori, ma che si considerava troppo superiore agli altri per mostrarlo.

Villa Diggory, al contrario, era la classica abitazione di chi non era avvezzo a vivere nel lusso e dopo averlo ottenuto, desiderava in tutti i modi rendere edotti tutti gli altri della portata dei propri possedimenti. I dettagli la rendevano... troppo. Troppo sfarzosa, troppo ricca, troppo evidente.

Entrarono in silenzio e Cedric si diresse verso il salotto. Le aveva detto che i suoi genitori si trovavano in casa, ma nessun adulto era presente in quel momento.

“Immagino tu voglia andar via subito”, aveva pronunciato quelle parole con una sorta di malinconica tristezza nella voce. Non ne capiva le motivazioni, ma Morgana ebbe un fremito a quel suono, quasi di avvertimento.

“Sì, credo sia meglio. Molly si starà già chiedendo dove sono finita.

Cedric le porse un vasetto pieno di polvere volante e prima che lei potesse prenderne un pizzico ed entrare nel camino si avvicinò alla sua guancia e la sfiorò con le labbra.

Non disse nulla, la guardò semplicemente andar via, ma per qualche assurda ragione, quelle labbra scottarono sulla pelle della ragazza per tutto il resto della giornata, quasi l'avesse ustionata col suo respiro.

La sfuriata di Molly l'accolse non appena mise piede all'interno della cucina della Tana. Non era mai stata sgridata, neanche dalle suore del convento in cui era cresciuta. Si sentiva mortificata per il dispiacere che aveva arrecato alla donna, che con tanto affetto l'aveva accolta in casa propria. Era stata sciocca a non rendersi contro del trascorrere del tempo, perciò rimase in silenzio ad aspettare che la donna si sfogasse.

Rimase in silenzio per il resto del pranzo, pronunciando solo le poche parole necessarie per non risultare maleducata e scortese, cercando di ignorare i gemelli Weasley che tentavano in ogni modo di coinvolgerla nelle loro battute e nei loro scherzi, probabilmente anche con l'intenzione di tirarla su di morale.

Dopo pranzo si rifugiò in giardino, sotto un albero e con un libro di pozioni, l'unico che riusciva a farla stare un po' meglio quando era triste. Si perse nella lettura di una pozione complessa, che ancora non avevano imparato, ma di cui stava cercando di memorizzare i passaggi, quando sentì dei passi avvicinarsi.

“Morgana, è tutto a posto?”, il signor Wealsey, col suo viso rubicondo e solare le si era avvicinato ed ora si stava sentendo sul prato accanto a lei.

“Certo, signor Weasley, è tutto a posto”.

“Sai... Molly a volte si arrabbia molto, ma solo perché si preoccupa facilmente. Si è affezionata a te in queste settimane e ti considera come uno dei ragazzi. Ed in più si sente responsabile. Tu le sei stata affidata e non hai dei genitori. Non è cattiva, è solo molto ansiosa”.

“Non penso affatto che sia cattiva. Al contrario, sono certa che avesse ragione. Ho sbagliato. Sarei dovuta stare più attenta e tornare prima. Mi dispiace tanto per averla fatta preoccupare. Non era mia intenzione”.

“Sei una ragazza molto responsabile. Lo sappiamo bene che è stato solo un errore. E siamo felici che tu abbia incontrato il figlio di Amos Diggory e che lui ti abbia aiutata a tornare a casa”, alle parole dell'uomo Morgana avvertì di nuovo quelle labbra calde sulla sua belle, che parve scottare come infuocata. Dovette anche arrossire, perché vide un sorrisino malizioso dipingersi sul viso dell'uomo.

“Ora che ne dici di andare a cambiarti? Così partiamo per andare a prendere Harry? Pensavamo di usare la metropolvere e dobbiamo essere là fra quaranta minuti circa”. Le sorrise di nuovo, questa volta più dolcemente e dopo un lieve cenno d'assenso la ragazza si alzò per seguire l'uomo sino all'interno della Tana dirigendosi poi nella stanza che attualmente divideva oltre che con Ginevra anche con Hermione.

Dopo pochi minuti era tornata di sotto, vestita e pronta per andare insieme al signor Weasley.

“Verranno anche Ronald ed i gemelli, Morgana. Io direi che vado prima io, poi mi seguite voi, va bene?”.

Ad un cenno affermativo di tutti, il signor Weasley buttò un po' di polvere magica nel camino, da cui immediatamente scaturirono delle fiamme verdi, “ho chiesto momentaneamente di collegare il camino con quello della casa degli zii di Harry”, sorrise incoraggiante a tutti prima di sparire nelle fiamme.

Uno dopo l'altro anche gli altri si accinsero a seguirlo. Morgana rimase per ultima, un po' titubante. Non era sicura di voler davvero conoscere la verità sulla sua famiglia. Aspettò qualche minuto prima di seguire gli altri, sempre più incerta ed ansiosa. Quando trovò il coraggio di seguirli si ritrovò catapultata per terra in un salotto che aveva l'aria di essere stato oggetto della seconda guerra mondiale. Vi erano calcinacci ovunque ed un gran polverone ancora riempiva l'aria.

“Ehm... abbiamo dovuto far scoppiare la parete, perché il caminetto era murato”, le parole di George le arrivarono come un sussurro, mentre il ragazzo l'aiutava ad alzarsi dal pavimento, sul quale era ancora accovacciata.

Ancora sbalordita ed un po' frastornata, non appena si fu rimessa in piedi, decide di guardarsi intorno. Individuò immediatamente gli occhi del fratello, che, sorridendo la raggiunse e l'avvolse in un caldo abbraccio.

Da sopra le spalle del fratello vide il viso di quella che doveva essere sua zia contrarsi in una smorfia di disgusto. I loro occhi s'incontrarono e, per un momento, ebbe la netta impressione che quella donna l'avesse in qualche modo riconosciuta.

Harry la prese per mano, e senza darle il tempo di pensare si avvicinò al centro della stanza e si rivolse ai tre babbani che li fissavano tra il terrorizzato e l'orripilato.

“So che non te ne frega assolutamente, zia Petunia, però volevo presentarti Morgana...”.

“Se pensi che ci importi qualcosa della tua fidanzatina deviata sbagli di grosso, ragazzo...”, l'uomo che era intervenuto (il marito di sua zia sicuramente), sembrava un tricheco con i baffoni. Era disgustoso, grasso e sudaticcio, ma la ragazza dovette metterci tutta se stessa per non prenderlo a calci... o peggio.

Sentiva la magia che cercava di scoppiare fuori dal suo corpo, ma non poteva lasciarla andare. Non poteva permettersi di farsi scalfire da quelle persone.

“Non è la sua fidanzata, giusto?”, l'intervento della zia colse anche Harry di sorpresa. Non si aspettava che lei avrebbe detto qualcosa. Pensava che non si sarebbe minimamente preoccupato di dargli retta. Invece sembrava quasi interessata.

Tutti i Weasley, intanto, seguivano la scena senza perdersi un solo attimo di quello che, a tutti, seppur inconsapevoli, sembrava un momento degno di nota e da ricordare a lungo negli anni seguenti.

“No, zia... Morgana è mia sorella. È figlia di tua sorella...”, se si era aspettato una qualche reazione da parte della donna si era sbagliato di grosso. In compenso il momento di panico seguente fu quasi comico.

Zio Vernon proruppe in un'esclamazione decisamente poco elegante e che sarebbe meglio non ripetere, Duddly cadde a terra, come un sacco di patate, guardando la cugina sconvolto, i tre Weasley (quelli che non conoscevano la verità) guardavano la ragazza con occhi fuori dalle orbite.

“Somigli molto a tuo padre...”, le parole della donna, atono, senza alcuna inclinazione, furono quasi inudibili nel caos della stanza. Morgana volse lo sguardo verso la donna, guardandola negli occhi, cercando di scorgervi qualche altro commento, ma non ebbe null'altro da lei.

La baraonda venne solo amplificata dal fatto che al cugino intanto era spuntata un'orribile lingua viola e nei minuti successivi non ci fu più modo di parlare, anche se probabilmente non avrebbe ottenuto altro dalla donna.

Eppure quelle poche parole le risuonarono in mente anche mentre, su richiesta del signor Weasley, si infilava nel camino, per ritornare a casa. Era sempre stata convinta che quello somigliante al padre fosse Harry. Lei da quando si era scoperta membro della sua famiglia, in realtà, aveva pensato di essere completamente diversa da tutti loro, se non per gli occhi identici a quelli della madre e del fratello.

Ritornare alla Tana fu un sollievo. Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto entrare in quella casa. Infondo le persone che l'abitavano era, in qualche modo, la sua famiglia. Eppure erano stati attimi difficili. E se non fosse stato per quel fratello che ormai aveva imparato ad amare, probabilmente, non avrebbe desiderato conoscere la famiglia di sua madre.

“E' vero?”, George si era voltata a guardare lei ed Harry non appena avevano fatto ritorno a casa. Ed ora continuava ad osservarli attento, come il fratello di fianco a lui.

“E' vero cosa? Ragazzi che succede?”, l'intervento della signora Weasley permise a Morgana di staccare le iridi da quelle del ragazzo che continuavano ad osservarla insistenti.

“Morgana non è la fidanzatina di Harry... almeno questo è un sollievo”, Fred era intervenuto per placare la curiosità della madre.

“Che significa che è un sollievo?”, suo fratello, probabilmente fraintendendo le parole del ragazzo, era subito passato in assetto da guerra e fissava minaccioso i due ragazzi.

“A giudicare dal suo atteggiamento direi che è vero George!”, Fred non aveva perso tempo per deridere l'amico.

“Amico... da fratello... a fratello... dovresti tener d'occhio quel damerino di tassorosso!”, alle parole del gemello Morgana era arrossita violentemente. Ci mancava solo che insinuassero nella testa del fratello certe sciocchezze.

“Di chi stai parlando?”, ovviamente lo sguardo assassino di Harry non si fece attendere ed il ragazzo si voltò repentinamente verso la sorella, chiedendo tacite spiegazioni.

“Parla di Cedric Diggory... ma sta solo esagerando. Tra noi non c'è assolutamente nulla...”.

“Come no... certo... proprio nulla”, ovviamente mancava solo la sua migliore amica. O per lo meno lei si spacciava per tale, perché in quel momento avrebbe desiderato solo prenderla a schiaffi. Lei cercava di tenere a bada la tigre infuriata che aveva davanti e Ginevra decideva di peggiorare la situazione.

“Non vedo come la cosa possa interessare ad Harry, ragazzi. Certo, Morgana è ancora una bambina e non dovrebbe avere interesse per alcun ragazzo, soprattutto uno più grande, come il figlio di Amos”, parlando Molly si era voltata a guardarla, quasi desiderasse ammonirla per un comportamento sbagliato, che, in realtà lei non riteneva di aver tenuto, “in ogni caso se tra lei ed Harry non c'è una relazione affettiva, non vedo come la cosa possa riguardarlo”.

Arthur Weasley era arrivato giusto in tempo per ascoltare le parole sagge, seppur errate in quel contesto, della moglie, e, continuando ad osservare i due ragazzi, entrambi evidentemente imbarazzati, aveva deciso di intervenire, per chiarire la situazione.

“Pare, Molly cara... che, in effetti, Morgana abbia una relazione affettiva con Harry. Solo che non del tipo che immaginavamo noi”, allo sguardo sconcertato della moglie rispose con pochi e semplici parole, “sono fratello e sorella”.

Lo sguardo della signora Weasley rispecchiò a pieno quello dei figli e del marito poco prima. Guardava i due ragazzi allibita e sconcertata, come se li vedesse per la prima volta e desiderasse cercare conferma di quanto detto dal marito nei loro visi. Il suo sguardo si fermò, implacabile, sulle iridi identiche dei due ragazzi, che non potevano mentire in relazione al rapporto esistente fra essi.

Al sorriso della donna Harry si sentì sollevato da un peso che, sino a quel momento, non aveva immaginato di avere. Non desiderava nascondere la sua parentela con Morgana con nessuno, ma soprattutto non tollerava di farlo con quella che per lui, ormai, era divenuta una famiglia a tutti gli effetti.

Si lasciò abbracciare dalla donna, commossa dalla novità ed osservò questa stringere fra le braccia anche un'impacciata Morgana che, ancora, faticava a comprendere come, una persona che neanche la conosceva, potesse essere così affettuosa con lei. 


 

***


 

Capitolo nuovo, per farmi perdonare della mia assenza in questo periodo. Il nuovo computer mi fa scrivere molto più velocemente, quindi spero di aggiornare presto.
Attendo come sempre i vostri commenti.

   
 
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