Film > Thor
Segui la storia  |       
Autore: tixit    02/06/2017    1 recensioni
Dopo Teoricamente Theoric, una storia brevissima su inganni, baci sotto la luna, cose che non si dicono e cose che non serve dire.
[Pre-Thor]
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sigyn
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Luce ed ombra

Wili rise e diede una manata sulla sedia accanto a sé. “Era ora, Riccioli D’Oro.”

Allungò anche al lui un bicchiere colmo e poi parlò senza fretta “Loki è stato punito, come ben sai.”

“Non abbastanza!” brontolò Thor.

“Da quando ti interessa tanto il colore dei capelli di una femmina che non vuole nemmeno essere trattata come una femmina? Hai deciso che vuoi fare il parrucchiere da grande?” Wili lo guardò aggrottando le sopracciglia.

“Tu non sai cosa è successo!” esplose Thor pieno di rabbia, la voce un ruggito “Per sistemare il maleficio di Loki capelli le sono diventati completamente neri!.”

“Se avesse lasciato perdere, il maleficio sarebbe svanito da sé in un paio di giorni, ma non è stata coerente.” ribatté Loki, in tono acido.

“Secondo me così è più carina,” disse Wili conciliante, “I capelli neri le danno un’aria molto meno banale: qui intorno è pieno di teste bionde e lei non è una donna come le altre.”

“Loki deve essere punito!” Thor afferrò il bicchiere ancora pieno e lo scaraventò contro il muro.

“Adesso basta.” il pugno di Wili si abbatté sul tavolo ed i due giovani sobbalzarono. “Questo, qui non lo accetto. Nella sala di un banchetto puoi fare come ti pare ma qui, dove si parla di cose serie, no.”

Loki si stupì del cambiamento di Wili, rispetto al vecchio che parlava a ruota libera di solo pochi minuti prima.

“Te lo dico una volta, Fatina Bionda, e non lo ripeto la seconda, la Fatina Mora è già stata punita e non per quello che ha fatto prima, ma per le conseguenze che probabilmente ci sarebbero state, secondo il parere di Odino, il mio, quello di Lady Eir, che è il Guaritore del Re e che sa cosa è una conseguenza per mestiere ben prima di vederla. E, se mi permetti, lo pensava pure quella cosetta graziosa che trotterella sempre appresso a Loki.”

Thor sbuffò, ma non osò replicare.

“Riccioli d’Oro, vedi di svegliarti e pensa bene: Odino poteva fermare Lady Sif, ma l’ha lasciata libera di ficcarsi nella trappola di quello stronzetto di Loki.”

“Grazie per lo stronzetto.”

“Prego, Loki. Perché, Riccioli d’Oro? Trovami una ragione.”

“Perché è troppo buono!” rispose Thor furibondo, cercando di non alzare troppo la voce.

Wili si produsse in una grassa risata, “Come tutti i cuccioli non abbastanza cresciuti credi che il tuo vecchio ormai si sia rimbambito. Certo, mio fratello deve entrare nel Sonno di Odino, lascerà dello spazio per qualcun altro, una buona opportunità per mostrare cosa si è davvero, ma ha ancora qualche colpo da giocarsi. Prova ancora e forse sfiorerai il bersaglio. Allora?”

Thor si mosse a disagio sulla sedia, ma non disse nulla, mentre Loki osservava con stupore suo zio.

“Forse tuo padre ha ritenuto che era ora che Lady Sif si scontrasse con qualcosa che non è … cattivo… ma difficile. Ha esercitato molto i muscoli delle braccia e molto bene. Come dicevi tu poco fa, ha fatto nero tuo fratello molte volte. E ora è stato lui a farla nera!“ Wili rise di cuore alla sua stessa battuta “E’ finalmente arrivato il momento che la Guerriera impari ad esercitare anche il cervello.”

Thor sbuffò alzando gli occhi al cielo, mentre Loki stringeva le labbra irritato.

“Oggi mi avete fatto pensare a Weha, che il suo spirito sia felice nel Valhalla,” Wili aggrottò la fronte “Weha era un uomo fin da ragazzino. Voi no. Mi aspettavo qualcosa di più dal primogenito della Casa dei Borson. Hai il sangue di Odino, che non è un imbecille, e hai quello di Frigga, una guerriera ed una testa pensante. Eppure i tuoi pensieri scattano veloci come una anguilla finita nella sabbia! Una pena!”

Loki non riuscì a trattenere un sogghigno quasi impercettibile, ma non abbastanza: Wili lo intercettò e con occhi di fuoco sibilò “E da te qualcosa di meno!”

Poi riprese con tono severo, “Oggi discuteremo davanti ad Odino e ad alcuni membri della hird e della Althing, in modo informale di un mio piccolo progetto: le Dimenticate e cosa farne. Lo scopo è che partecipiate al dibattito delle idee. Tu Loki non fare la mezza merda che riesci benissimo ad essere quando ti ci metti e cerca di aiutare tuo fratello: le persone hanno un nome ed un passato e non sempre dicono tutto quello che pensano o lo dicono chiaramente. Riempi i buchi per lui.”

“A me delle Dimenticate non interessa molto.” disse Thor con tono scontroso.

“Nemmeno di fogne, di magazzini e della produzione dell’orzo, ma alla hird non gliene frega nulla se ti interessano, ma guarda un po’!” Wili si alzò irritato e si versò di nuovo da bere. Poi rabboccò quello di Loki. “Se ne vuoi anche tu, Fatina,” brontolò diretto a Thor, “alza il culo e raccogliti il bicchiere.”

Mentre Thor obbediva, incerto, Wili riprese “Tu verrai alle riunioni mentre il principe cadetto degli stronzi, qui, è in punizione come se fosse uno studentello ancora appresso al precettore. Tu ascolterai. Se non capisci puoi chiedere - sei il figlio di tuo padre e ne porti il diritto nel sangue. Magari la prossima volta prendi carta e calamaio e ti segni tutto quello che non hai capito e che non hai voglia di chiedere.
Loki faceva così quando turnava sotto i funzionari da ragazzetto. Puntiglioso come una zitella ancora vergine.
Con te cominciamo con qualcosa di facile, che non dovrebbe essere un argomento astratto, mi auguro, perché conosci almeno una Dimenticata.”

“Sigyn?” chiese Thor incerto.

“L’Ancella che ha capito quello a cui la Guerriera non è arrivata.”  


Lei lo aveva baciato, ma i baci per lui erano sempre il preludio a qualcosa d'altro, lo sapeva, ma lei no, non lo sapeva, così, razionalmente, aveva deciso di allontarla da sé - gli era pesato, non voleva essere Theoric il corretto, anche se quello era il suo ruolo, che si era scelto tutto da solo. E non era nemmeno Theoric l'eunuco,  ma se questa storia doveva finire - doveva - non poteva prendersi più di quello che gli spettava.
Così le aveva detto, con tatto "Avevo capito che volevi parlare, conoscerci meglio... hai cambiato idea?"

Lei era arrossita e si era riallacciata in fretta il grembiule. "Smettiamo un momento, va bene?"

"Va bene. Ti va di fare un giro della casa?"

Erano entrati, e lui aveva goduto delle reazioni di lei - aveva adorato il giardino interno,  peccato che fosse impossibile accedervi.

"Ci sono due meli!” Sembrava una ragazzina. Lo era, in effetti. Le aveva cinto  la vita con il braccio attirandola a sé.

“Come lo vedresti questo giardino?" Lo aveva abbracciato anche lei.

"Dipende, i meli sono stupendi, l'edera pure, c'è tanto spazio per riempirlo di piante." le aveva baciato i capelli, mentre lei snocciolava un lungo elenco di erbe medicinali in ordine di preferenza. 

"E poi?"

"E poi? Dipende... se fosse la casa di un vecchio scapolo? Se questa fosse la casa di una coppia? Perché cambia..."

"Se fosse la casa di una coppia."

"Giovane o anziana?"

"Giovane."

“Bambini”

A quel punto si era irrigidito. Quello era escluso. Avrebbe potuto comprare quella casa, metterci dentro il cucciolo, e piantare erbe di ogni tipo, munite anche del loro cartellino, rifornirla di libri e di barattoli di miele e di noci, e infilarci pure un telaio di quelli coi pesi e matasse di filo colorato, ma i bambini erano esclusi. Un principe, figlio di un Re, non semina in giro figli illegittimi. 


La riunione fu lunga. Loki cercò di spiegare a suo fratello chi fossero quelle persone - gente di buonsenso e di modi tranquilli, vestita in modo informale, come per sottolineare che quella non era una riunione ufficiale, ma un incontro preliminare tra amici.
Wili a volte perdeva la bussola e vagava in labirinti di pensieri e ricordi che sapeva solo lui, ma non era un imbecille. Loki capì che tutto era stato pensato per non mettere a disagio Thor, perché non scattasse, rovesciasse tavoli o sedie, o litigasse con qualche vecchietto fragile, perché, insomma, non facesse la figura del coglione la prima volta che assisteva a qualcosa in vita sua.
Wili poteva anche parlare con lui di Weha a ruota libera, dirgli cose senza senso che lui poteva essere il Mjolnir di Thor, ma alla fine era chiaro che stava dalla parte di Thor, o che ci stava provando con tutto il cuore.

L’idea di Wili era assurda, secondo Loki: il gruppo di Dimenticate era stato ospitato a Palazzo, qualcuna se ne era andata, ma ora stavano crescendo e si poneva il problema di cosa fossero giuridicamente. Erano donne libere? A che Casa appartenevano? Il capo di una Casa era il primo mediatore tra l’esterno ed i suoi membri. Difensore e punitore.
Loki ripensò alla notte di Snorre Ulfson e a Sigyn che gli chiedeva se lei era libera - gli venne da vomitare, se Snorre avesse messo in dubbio lo stato giuridico di Sigyn... lui aveva pagato una moneta d'oro per il privilegio di mollargli un pugno, cosa avrebbe pagato Snorre per il privilegio di scoparsi una thrall del Palazzo di Odino? Sarebbe bastata offrire un guidrigildo e la faccenda sarebbe finita lì.

Furono discussi dei problemi tecnici. C’era ancora tecnologia e qualcuno che la conosceva e conosceva la magia a sufficienza e l’osservatorio di Heimdall funzionava anche con un sistema simile per il riconoscimento. Loki fece una serie di domande - gli sarebbe piaciuto partecipare al progetto. A Thor si chiusero gli occhi e Loki gli diede una gomitata nelle costole, ma in modo discreto - voleva bene a quella specie di pentapalmo e ci teneva anche lui che facesse una buona figura.

Parlarono di problemi giuridici: le Dimenticate erano nate tutte nel Campo degli Elfi Neri. Erano da considerarsi figlie legittime? Illegittime? Avrebbero dovuto chiedere alle persone anziane che erano tornate di rivivere quel periodo di vergogna? Gli Aesir prigionieri non potevano più sentirsi dei veri Aesir.

Se erano legittimi si ponevano dei problemi ereditari. Non erano tante, per fortuna, ma tecnicamente erano tutte orfane. Ci sarebbero stati dei casi difficili su cui decidere.

Odino era abile, ascoltava e poneva le domande in modo corretto, prudente nel rispondere non fece trapelare nulla di cosa stava pensando - Loki lo ammirò sinceramente e lo apprezzò: non era solo furbizia diplomatica, stava anche lasciando liberi questi uomini di sviscerare la questione per lui senza tentare di compiacerlo. Le riunioni della hird gli sarebbero mancate, decise, erano i soli momenti in cui si sentiva davvero figlio di suo padre. Ed erano anche le sole volte in cui gli sembrava che suo padre lo apprezzasse, anche se non glielo diceva mai - ma Odino era fatto così, di poche parole. Non avevano mai parlato della sua presenza alla hird. Nemmeno del buon lavoro che aveva fatto con Fensalir - strano che proprio Wili Pugno nell'Ombra se ne fosse accorto.

Ma suo padre non faceva complimenti su queste cose. Era fatto così. 

Thor fece qualche domanda pratica e chiese che gli venissero spiegate alcune cose a grandi linee, senza entrare nel dettaglio. Loki si stupì dell’ingenuità di alcune affermazioni - si capiva che Thor non aveva mai amministrato nulla e non si era mai dovuto scontrare con i dettagli di un progetto, con i laghmann e con i conti da far tornare. Dagmar la cuoca con cui aveva fissato i termini del loro accordo per la mensa giù al porto, gli parve molto più accorta. Decise che le avrebbe mandato un regalo. Ozioso si chiese se ad ogni cuoca piacessero le poesie d’amore elfiche, o se avrebbe preferito qualcosa di più tangibile.

Poi, ricordando le parole di Wili, si mise a bisbigliare alcune spiegazioni per Thor, comprendendo che suo fratello aveva troppo orgoglio e troppa poca fantasia per fargli le domande giuste.

 

Quando la riunione fu sciolta, i partecipanti sciamarono tutti fuori dalla stanza. Odino passò da Thor e gli strinse il braccio, così come avrebbe fatto per complimentarsi con un Guerriero nell’Arena.

“Bravo figliolo,” lo sentì dire, “So che per te non è stato facile - non ci sei abituato - ma te la sei cavata molto bene. E poi sei così giovane... Sono davvero orgoglioso di te e di come prendi sul serio le cose. Mi farà davvero molto piacere vederti ancora ad un'altra riunione, credimi.”

Loki sentì una punta di gelosia, come una spina di ghiaccio conficcata proprio dentro il cuore.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Thor / Vai alla pagina dell'autore: tixit