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Autore: tigrotta87    03/06/2017    0 recensioni
Nella quotidianità e nella pace che ha raggiunto Berk,Astrid e Hiccup arrivano lentamente ad una ulteriore fase del loro rapporto. E nel mezzo c'è tutto il resto.
“quando un vichingo vuole fare diventare una donna sua moglie, le fa un dono, qualcosa di bello e di unico..." [Cap 6. The Gift]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti, Valka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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THE DAY AFTER

Un profumo buonissimo risvegliò i suoi sensi. Era pane e qualcosa che non sapeva definire. E si riscoprì affamata. Ancora un minuto però.

Si mosse nelle coperte e lentamente la coscienza si fece strada nella dormiveglia, e quello che era successo il giorno prima le ritornò alla mente. Mosse la mano nell’altra parte del letto e sentì che era vuota, aprì un occhio pigramente. No, hiccup non c’era.

Ormai definitivamente sveglia si volse con il viso verso il soffitto e improvvisamente provò un acuto imbarazzo e insieme una gioia incontrollata, erano una faccia della stessa medaglia, quando tornava sui quei ricordi che le si erano subito fatti vividi. Non aveva fatto nulla per richiamarli ma erano lì prepotenti. Semplicemente non riusciva a non pensarci. Si morse un labbro.

Le spalle ampie e cosparse di lentiggini che si muovevano sopra di lei. Le spinte decise, la sua bocca ovunque, in ogni parte del suo corpo. Le sue mani così abili a suscitare in lei reazioni quasi primordiali. E suoi occhi che la guardavo come se non fosse mai sazio di quello che vedeva.

Sfregò le cosce tra loro, non si sentiva la solita ma non aveva fastidio. Aveva fatto male, però era stato…

Si girò di scatto e affondò il volto nel cuscino.

Hiccup era stato gentile ma non solo quello…e si scoprì felice perché sapeva che quel lato di lui era un qualcosa di unico che nessun altro avrebbe mai visto, anzi nessun’altra. Era diventata pure possessiva, andava di bene in meglio…

Ad ogni modo quello era una aspetto che era solo per lei. Sorrise in maniera incontenibile, come quando le avevano regalato la prima cotta di maglia,solo sua e così desiderata.

C’era qualcosa di totalizzante nel vedere quel ragazzo di solito così ingenuo o pensieroso, che sfornava piani e progetti e rideva come un bambino, lasciarsi trascinare dall’istinto e ricercare con sicurezza e senza imbarazzo, come lei invece si sarebbe aspettata, quelle sensazioni che entrambi avevano così tanto anelato. E quando il lieve dolore era finito…Sospirò beata.

L’odore diventò più corposo e la fame si fece di nuovo sentire. Era l’ora di vedere cosa produceva quei profumi così invitanti, si sollevò sui gomiti e fece una rapida ispezione della stanza, il vestito celeste era ancora nell’esatto punto nel quale l’aveva fatto cadere la sera prima, completamente dimenticato. Ma non se la sentiva di rimettere un vestito così poco abituale per lei, per quanto fosse stato bello voleva tornare in fretta alla normalità. A piedi nudi si avviò verso l’armadio e l’apri speranzosa. Perfetto!

Qualcuno, probabilmente sua madre, aveva trasportato tutti i suoi abiti li e li  aveva riposti con cura. Prese il necessario e se lo infilò in fretta dopo di che si spostò verso la lastra decorativa e lucida che ritraeva un drago accanto al grande armadio e per quanto poté si specchiò e sistemò i capelli nella sua solita treccia. Infine si sciacquò il viso nella catinella rialzata e sostenuta da un contenitore in ferro battuto che era evidente per lei, ce n’era un'altra più scura nella parte opposta della stanza.

Poi annui soddisfatta, molto meglio! Ora poteva affrontare un po’ di novità.

 

Scese le scale e una volta scesa vide il camino acceso e la porta dell’altra camera aperta, perciò si affacciò e vide hiccup riverso su un pianale pieno di foglie e altro. Ecco dove aveva spostato le sue cose.

Inoltre i due draghi stavano nei loro giacigli nell’altro lato della stanza,tempestosa fece un verso felice nel vedere la padrona e hiccup si voltò incuriosito.

“Buongiorno dormigliona” il sorriso sbilenco che non recava traccia del ragazzo della sera precedente.

Sembrava sempre puro come la neve. E astrid provò l’immediato desiderio di lasciare un segno in quel candore, esattamente come quando si trovava davanti alla porta di casa quello strato intatto e candido.

Si riscosse da quei pensieri “saranno appena le dieci…”si avvicinò “piuttosto cosa è questo buon odore non ho controllato bene”

Il sorriso si fece dolce “lieto di saperlo, volevi compagnia più del cibo”   le poggiò le labbra in un tocco delicato sulle sue.

 “ora però gradirei mangiare davvero” lo trascinò in cucina senza chiedere se voleva accompagnarla o meno. Non era  un opzione.

Le spalle di hiccup stavano sussultando per le risate “si ok, non importa tirare”

Una volta avvicinati al camino vi che varie pentole erano sistemate per essere scaldate e c’erano diverse pagnotte sul tavolo.

“uh! Quante cose!! Quelle pagnotte sono le mie preferite”

Gli occhi del ragazzo si volsero su di lei senza sorpresa “ già, me li ha dati Asteria infatti, tutto ci è stato procurato a dire il vero..” corrucciò un po’ la fronte “da solo non saprei dove iniziare”

Si questo perché hiccup più che mangiare si nutriva, quello che passava il convento andava più che bene, mangiare era un intramezzo tra le cose che doveva o voleva fare.

“infatti di queste cose me ne occuperò io sennò moriamo di fame..” Astrid voleva essere ironica ma ricevette in risposta un altro sorriso tenero.

Senza volerlo arrossì lievemente. non c’era niente di strano, era sua moglie no?

“anche papa’ mi diceva lo stesso” il sorriso si allargò e la invitò a sedersi “infatti credo di aver ereditato il talento in cucina da mia madre”

“senza dubbio!” si ricordava benissimo che avevano deciso di togliere gran parte dei turni in cucina di hiccup alla riva perché mangiare quello che provava a fare era un atto da veri vichinghi.

Ridacchiò “potremmo fare una prova di coraggio…mangiare tutto quello che il capo e sua madre faranno senza conseguenze” prese una pagnotta e la spezzò, era croccante al punto giusto “sicuramente invoglierebbe i giovani ad apprezzare di più le doti culinarie dei parenti”

“ahahah! Perché idee così brillanti non ti vengono mai quando si tratta di allenamenti veri?”

Un pezzo di pane lo colpi sulla guancia “le mie idee sono brillanti!”

Hiccup raccolse il pezzo di pane rimbalzato sul suo viso rilanciandolo da dove era venuto, raggiunse il naso “sicuro!per uccidere le leve ancora prima che abbiamo cavalcato un drago come si deve”

Astrid non se la prese e andò a togliere dal fuoco uno dei pentolini “sei troppo morbido con loro” dall’odore pareva buonissimo. La risposta fu uno sguardo molto poco convinto.

“allora oggi facciamo un giro sulle isole a sud?” poter gestire il tempo in libertà tra loro era così raro

Hiccup annui “avevo avuto la stessa idea, dobbiamo completare la mappa” e lei era brava quasi quanto lui a disegnare le terre “ci lasceranno in pace per almeno altri due giorni secondo quanto mi ha detto mia madre”

Le sopracciglia di astrid si sollevarono  “davvero? Con il mese alla riva pensavo che una volta tornato domani saresti tornato da skariccio e al villaggio”

il verde degli occhi si fece scuro, e il sorriso malizioso “diciamo che anche dopo il matrimonio ha la sua importanza avere tempo…ho contrattato”

ah ecco, aveva ragione naturalmente, solo non ci aveva sperato, aggirò il tavolo e lo raggiunse.

“lo apprezzo davvero” gli circondò le spalle si sedette su di lui e lo baciò con calma, hiccup la strinse sui fianchi, poco dopo lei si staccò di pochissimo e sorrise con le sue labbra a pochi millimetri “di nuovo buongiorno…”

Hiccup non rispose ma le sue dita la accarezzavano languidamente sulla vita e la portò un po’ piu vicina

“hai raccolto di nuovo i capelli” e tirò con delicatezza la treccia.

Il bacio che la raggiunse iniziò in modo più intimo del previsto visto che aveva le labbra già schiuse per comunicargli che avrebbe sciolto i capelli ogni volta che voleva, a casa loro.

Pane, latte e il sapore di lui le risvegliarono i sensi, i seni le pungevano come se le mancasse un qualcosa che solo lui poteva darle…

Poi sentì che i riccioli venivano liberati e le cascarono di nuovo sulle spalle. Hiccup la squadrò un attimo e fece un sorriso soddisfatto “così va meglio”

Riprese a baciarla partendo dal collo stavolta. Astrid richiuse gli occhi strettamente. E mise le mani alla rinfusa nei suoi capelli.

“Potremmo risalire in camera mia signora?” la voce arrochita poco pìù di un sussurro. Un movimento con la testa positivo come risposta e si alzò poco sicura di stare eretta sulle gambe in maniera stabile.

Hiccup continuava a guardarla intento e si mise in piedi a sua volta.

In quella sentirono chiaramente il campanaccio fuori dalla porta suonare. Astrid si sentì come portare di nuovo alla realtà.

Hiccup aggrottò in modo deciso le sopracciglia volgendosi verso la porta “ma non è possibile…” la voce aveva un tono irato che poche volte gli aveva sentito. anche lei era attonita ma il campanello si fece sentire fastidioso un'altra volta e la voce di moccicoso aggiunse “ehi piccioncini aprite!”

Hiccup si avviò di scatto e il suo viso non prometteva niente di buono, perciò astrid lo segui cercando di sistemarsi i capelli come meglio poteva.

Aprendo la porta si ritrovarono tutto il gruppo al completo davanti e c’era anche il padre di moccicoso

“cosa c’è?” il tono di hiccup era così’ deciso e poco felice che per un attimo ci fu solo silenzio.

Poi gambadipesce prese la parola “una delegazione da Golraha, l’isola a nord del grande freddo, si è presentata al porto stamani e vogliono parlare con il capovillaggio” lo disse velocemente e tutto di un fiato poi aggiunse più mite “ci dispiace tanto Hiccup, ma sembrano non avere intenzioni molto amichevoli…”

Un forte sbuffo si fece sentire, testabruta interruppe l’amico “ insomma c’è poco da scusarsi! Quei tipi hanno dato in escandescenza quando hanno visto dei draghi al villaggio e volevano fare di rutto e vomito un borsa di pelle!!” le narici le si allargarono e se avesse potuto avrebbe sbuffato fumo “sono due idioti!”

“già!”  testa di tufo ribadì “che te ne fai di una borsa di pelle di drago? E molto più utile per qualcosa per coprirsi!una coperta per esempio” testabruta colpì il fratello con un calcio ben assestato

Hiccup fece un gesto con la mano come per farli smettere di parlare  “aspettate!..e da quanto sono qui?”

Questa volta fu lo zio a parlare “da stamattina all’alba nipote,Valka è riuscita a tenerli buoni fino ad adesso ma se il capo villaggio non si presenta potrebbero prenderla come un offesa”

“gia mio padre a ragione! Quindi vedi di muoverti!” moccicoso aveva una faccia davvero soddisfatta

“hiccup quel villaggio è il maggior produttore di navi corrazzate. Non possiamo prenderlo alla leggera” era stata astrid a parlare

Hiccup annui lentamente. “lo so” guardò la ragazza bionda che lo squadrava serio. Era anche per questo che l’amava. Berk veniva prima di tutto per entrambi.

Nel loro villaggio c’era freddo, gente cocciuta, cibo poco saporito e villaggi ostili sempre pronti a guerreggiare. In molti, temeva, non avrebbero mai accettato il loro stile di vita. Ma era delle testacce dure e poi avevano i loro draghi!

Perciò chiamo sdentato “bello andiamo!” avrebbe fatto capire a quei tizi con chi avevano a che fare.

Fare l’ingresso cavalcando una furia buia faceva sempre un certo effetto.

Sali velocemente su sdentato “bene andiamo” e tese una mano verso astrid

lei lo guardò poco convinta. “eh? anche io?”  gli occhi azzurri riflettevano tutta la sua perplessità.

“ma certo! da oggi sei la moglie del capovillaggio, e questi ospiti vanno accolti come si deve” prese la mano che astrid aveva sollevato restia e la fece salire dietro di lui “e poi resti sempre la nostra miglior guerriera!”

Astrid si appoggiò grata alla schiena di hiccup. “va bene”

Il drago si levò in volo deciso.

La luna di miele era finita, quella era Berk, un povero ragazzo da poco diventato capo non poteva sposarsi e sperare di avere giorni tranquilli. Quell’ammasso di rocce dove le case erano costruite centimetro per centimetro contendendo il terreno alla natura selvaggia richiamava sempre la sua attenzione prima che avesse anche solo il tempo di pensare di rilassarsi.

Ma, pensò stringendo la mano della ragazza che amava e cavalcando in groppa del suo miglior amico, non avrebbe cambiato niente della sua terra per nessun motivo al mondo. 

-----FINE----

 

  
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