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Autore: dekembrios    05/06/2017    0 recensioni
La macchina sfrecciava veloce sulla strada appena asfaltata di non sapevamo quale paese. Era una strada immersa nelle campagne, circondate dalle alte spighe di grano che ondeggiavano al vento in una danza soave che veniva disturbata e talvolta interrotta da noi che cercavamo di toccarle, allungandoci fuori dal finestrino. Il vento che entrava nell'auto dai finestrini era caldo, secco; un’aria che non avremmo trovato a Milano quell'estate.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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L’odore delle varie grigliate si diffondeva per tutta la spiaggia assieme alle risate e alla musica proveniente da qualche cassa bluetooth. Il tramonto era la cornice perfetta per un perfetto primo giorno di mare. Di quel pomeriggio rimanevano i bei ricordi, le battute e la stanchezza derivante da un lungo viaggio e da sfiancanti partite a beach volley. Non pensavo che sarei rimasta sveglia per vedere il tramonto, ero convinta che mi sarei addormentata prima di cena. La sorpresa e la gioia nello scoprire che il sonno stava via via svanendo fu tanta e come premio per la mia perseveranza ricevetti un meraviglioso momento da sola, seduta su uno scoglio, ad osservare l’orizzonte. I colori del tramonto mi rapirono completamente e riuscivo solo a sentire il rumore del mare e dei miei pensieri; tutto il resto sparì. La mente tornò indietro nel tempo, a settembre. Ripensai ai miei primi giorni di università, all'ansia della matricola, alla paura di aver sbagliato strada, di capire che quello non sarebbe stato il mio futuro, di rimanere da sola per tutto il resto dell’anno… La preoccupazione era tanta, ma fortunatamente nessuna delle mie paure si concretizzò. La passione per la chimica e la voglia di far diventare tutto ciò che stavo studiando un lavoro cresceva ogni giorno di più e quella passione la stavo condividendo con delle persone fantastiche, che speravo sarebbero rimaste nella mia vita per ancora molto tempo. Se da una parte potevo considerarmi la persona più felice del mondo, dall'altra c’era un fattore, che fino a quel momento era sempre stato oggetto di poca considerazione da parte mia per via degli effetti che aveva su di me, che mi aveva fatto soffrire e mi stava facendo soffrire molto: l’amore. Questo aspetto è sempre stato per me un argomento complicato; un tasto dolente. Non avevo mai avuto esperienze, mai un ragazzo, mai il primo bacio e soprattutto mai ero stata innamorata di qualcuno. Sapevo che andare all'università mi avrebbe sconvolto l’esistenza e che sarebbero cambiate molte cose, ma non credevo che tutto ciò comprendesse anche innamorarsi. Nella mia esistenza ho sempre avuto il bisogno di controllare tutto ciò che mi riguardasse, di tenere le redini della mia vita in qualsiasi modo e amare non era proprio l'esatta definizione di controllo e forse è proprio questo il motivo per cui l'ho sempre respinto, fino a quel momento. Sono sempre stata convinta del fatto che nessuno potesse innamorarsi di me e di conseguenza che, per non soffrire, avrei dovuto imparare a non innamorarmi a mia volta, ma evidentemente tutto ciò non era destinato a funzionare: ho trovato l’amore, sì, ma ero comunque convinta che nessuno avrebbe mai provato questo sentimento per me; era come se avessi messo in atto un’opera di autodistruzione per venti lunghi anni che mi aveva portato alla quasi inesistente stima per me stessa. I flusso di pensieri continuò su questa linea per tanto tempo, fino ad arrivare alle lacrime; da molto non pensavo più a questo lato della mia vita e non ero pronta ad affrontarlo di nuovo. Cercai in tutti i modi di smettere di piangere, per paura che qualcuno mi scoprisse, ma tutto fu inutile. Fui sorpresa in un momento di enorme debolezza dalla persona che non sarebbe mai dovuta venire a conoscenza delle mie turbe e dei miei disagi, tanto meno in una situazione del genere: Francesco.
  
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