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Autore: heliodor    07/06/2017    7 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Il re è ferito

"Il re è a terra" sussurrò Vyncent con un filo di voce. La battaglia era ancora in corso ma ormai era segnata.
Gli attaccanti erano ridotti a poco meno di una decina, circondati dai membri del circolo di Valonde. Si limitavano a difendersi senza tentare di rispondere ai colpi che venivano scagliati contro di loro.
"Arrendetevi" disse Erix sospendendo l'attacco. "E avrete salva la vita."
Uno degli attaccanti, un uomo vestito da guardia, prese la parola. "Lui sta per tornare" disse ad alta voce.
Erix si accigliò. "Lui?"
"Il signore di tutti gli stregoni, il grande Malag."
Quel nome risuonò nella sala nonostante la confusione e le grida. Joyce l'aveva già sentito, più volte sussurrato che pronunciato ad alta voce. Malag era il nemico giurato di ogni circolo di stregoni del mondo. C'era stata una guerra un secolo prima, quando l'arcistregone supremo aveva cercato di prendere il potere. Molti erano morti per sconfiggerlo e ora quell'uomo stava riaprendo una vecchia ferita.
"Malag è morto" disse Erix. "Mio nonno fu tra quelli che gli diedero la caccia e lo uccisero."
L'uomo non sembrò ascoltarla. "Lui sta per tornare, questa è l'unica verità. Le notizie sulla sua morte sono solo menzogne."
"Dimostralo" lo sfidò Erix. "Dacci una prova."
"Presto avrete una dimostrazione della sua forza" annunciò l'uomo. "Per ora vi basti sapere questo. Malag sta per tornare e si vi metterete contro di lui sarete schiacciati come vermi. Sottomettetevi, giurate fedeltà al signore supremo degli stregoni e avrete salva la vita" urlò con voce piena di esaltazione.
Erix stava per dire qualcosa quando l'uomo sollevò le braccia al cielo. Qualcosa brillò sopra la sua testa.
"Sigillo di morte!" gridò qualcuno.
Ci fu un'esplosione di luce abbagliante, seguita da un calore intenso che Joyce non aveva mai provato. Un ruggito spaventoso le assalì i timpani, seguito dall'ululato del vento. Qualcosa le sfiorò la spalla ma lei non la vide arrivare. Aveva serrato gli occhi.
Quando li riaprì vide che Vyncent aveva evocato il suo scudo magico. Era stato quello a proteggerli dall'incantesimo.
Lo stesso avevano fatto i membri del circolo di Valonde per proteggersi dall'esplosione. Dei nemici non vi era più alcuna traccia, se non dei resti carbonizzati.
"Quei pazzi hanno scelto di morire" disse Vyncent.
Joyce si aggrappò al suo braccio per rialzarsi.
"Tutto a posto? Sei ferita?"
Scosse la testa. Ricordò che suo padre era a terra. Lasciò il braccio di Vyncent e scese i gradini della scalinata.
Una dozzina di persone si trovavano attorno a re Andew.
"Lasciatelo respirare."
"Chiamate un guaritore."
"Portiamolo al sicuro. "
Le voci si mischiavano e si confondevano.
Joyce si accorse che nessuno badava a lei. Tutti sembravano avere un posto in cui andare, qualcosa da dire o da fare.
Solo lei si guardava attorno disperata, in attesa che qualcuno le dicesse di andare via, di mettersi al sicuro o di restare dov'era.
Roge la scosse con uno strattone violento. "Che ci fai qui? Vai subito in camera tua."
Era quello che Joyce stava aspettando. Un ordine che le dicesse che cosa andava fatto.
Ubbidì allontanandosi di corsa da tutto l'orrore che si trovava nella sala.
Quando raggiunse la sua stanza la trovò tranquilla e immersa nel buio. Sbarrò la porta e la finestra, gettandosi sul letto dove esplose in un pianto sommesso.
Ore dopo, il sole sorse sul castello riempiendo la sua stanza di luce.
Joyce, gli occhi gonfi di lacrime, trovò il coraggio di alzarsi e uscire dalla stanza. Il corridoio era vuoto, fatta eccezione per un paio di guardie che sorvegliavano il piano.
Si fece coraggio e raggiunse la sala in cui poche ore prima si era svolta la battaglia.
I corpi erano stati rimossi ma c'erano ancora tutte le tracce lasciate dal combattimento. I vetri erano tutti in frantumi, le decorazioni strappate, le colonne erano state scheggiate da centinaia di dardi magici che avevano mancato il bersaglio. Lì dove i nemici si erano fatti saltare in aria il pavimento era ancora annerito.
Vyncent era lì. Indossava il vestito della sera prima. Era strappato in più punti e sanguinava da un taglio. "Non dovresti essere qui" disse a Joyce con tono cupo. "Meglio se torni nelle tue stanze."
"Bryce?"
"E al consiglio di guerra con il circolo di Valonde."
"Guerra?"
Vyncent annuì grave. "Questa è stata solo la prima battaglia di tante, temo. Se Malag è davvero tornato..." non riuscì a completare la frase.
Sopraggiunse Roge che era diretto chissà dove. "Ti avevo detto di andare in camera tua" disse brusco alla sorella.
Joyce aveva quasi le lacrime agli occhi. "Come sta papà?"
"Se la caverà" disse Roge. "Ora è nella sua stanza con i guaritori. Ha la pelle dura il vecchio."
Roge non aveva mai tenuto in gran conto il protocollo.
"Lo voglio vedere" disse Joyce col tono capriccioso di una mocciosa. Sapeva che era sbagliato assumere quell'atteggiamento, soprattutto in una situazione come quella, ma non poteva farne a meno.
Roge sospirò rassegnato e le fece cenno di seguirlo. "Vieni. Ci andremo insieme."
Non c'era molto da vedere. Il re era stato adagiato sul letto e quattro guaritori, tre uomini e una donna, controllavano le ferite e parlavano tra di loro a voce bassa. Indossavano lunghe tonache di un bianco immacolato, ma Joyce notò che del sangue era colato sui vestiti.
Sua madre, la regina Marget, era al capezzale del marito. "È stato ferito per proteggermi" disse a Roge. "Il mio scudo stava per cedere, così lui si è messo tra me e un dardo magico."
Anche Vyncent mi ha protetta con il suo scudo, pensò Joyce. Senza il suo aiuto sarebbe morta. Era così debole e patetica...
Uscì dalla stanza senza dire una parola e tornò di corsa nella sua, chiudendosi la porta alle spalle.

 
  
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