Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: ___Page    07/06/2017    8 recensioni
«Iva tu… non l’hai già acquistata vero?» chiedo in un soffio e un angolo della sua bocca si contrae in un tic.
«A chili» conferma.
«Se non dovessimo trovare un’utilità per questo prodotto, il danno ammonterebbe a una cifra considerevole.»
«Ci serve più tempo!»
«Non lo abbiamo. Ci serve che la questione si riveli un affare entro Settembre o qualcuno del consiglio potrebbe… contrariarsi, diciamo. E la presentazione è programmata per Luglio. E deve essere l’affare dell’anno.»
***
Grazie alla geniale trovata di Iva ora mi ritrovo con il mio migliore amico che si sposa tra sei settimane, Sabo da gestire, un matrimonio da aiutare a organizzare e un progetto assurdo, impossibile, irrealizzabile dal cui successo dipende il futuro lavorativo mio, dei miei due collaboratori/amici, di un’altra buona fetta di colleghi e del mio capo.
Fantastico! Sono al settimo cielo!
***
«Ehi non mi piace che si usi quel termine per me!» protesta.
«Cosa?! Mestruato?!» domando con sfida, ma lui scuote la testa «Irritante?» riprovo, sollevando le sopracciglia, ma lui nega di nuovo «Gay?!» chiedo ancora. Incredula, lo guardo annuire solenne.
«Precisamente.»
No, io non ce la posso fare.
«Izo tu sei gay!!!»
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Koala, Nami, Nefertari Bibi, Trafalgar Law, Usop | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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La ghiaia scricchiola sotto le ruote della mia Mikan arancione, mentre parcheggio con una manovra larga e spengo in ordine, radio, luci e motore. Lancio uno sguardo verso di lui, che è stato inusualmente silenzioso per tutto il tragitto. È perso nei suoi pensieri e io trattengo a stento un sospiro quando mi accorgo che è teso. So benissimo cosa non va e vorrei poterci fare qualcosa. In teoria potrei fare qualcosa, io più di chiunque altro, ma questi hanno smesso di essere affari miei in senso stretto, anzi in realtà non lo sono mai stati se non per il fatto di essere amica di tutti e due.
«Usopp, stai bene?!» gli domando, cauta, posandogli una mano sulla spalla.
Sobbalza e si gira a guardarmi, sorpreso, come se neppure si fosse accorto di essersi assorto nei suoi pensieri. «Uh?! C-come?! Oh, s-sì, sì, Nami! Sto benissimo!» risponde con un sorriso nervoso e un poco convincente entusiasmo che mi fa piegare le labbra in una smorfia scettica. Lo guardo scendere dalla macchina, rischiando di inciampare nella portiera a conferma che no, non sta affatto bene. Usopp avrà tanti difetti ma anche parecchi pregi e l’agilità è di certo uno di questi.
Libero finalmente un sospiro e lo seguo, chiudendo la mia piccola e comoda vettura con il telecomandino a distanza e affiancandomi a lui per entrare nel locale. Gli afferro un braccio per confortarlo, sicuramente non per necessità di un sostegno. Ho cominciato a indossare i tacchi a quindici anni, non è certo un po’ di ghiaia il problema.
Usopp mi sorride grato ma la sua espressione si trasforma in puro panico quando un suono prolungato e vocalico, che fende l’aria e aumenta di intensità esponenzialmente, ci raggiunge seguito a ruota dalla sua fonte.
«Rufy no!!!» esclama Usopp, cercando inutilmente di scansarlo.
«Usopp!!!» esulta entusiasta lui mentre gli salta in braccio tipo scimmia e lo schianta a terra sotto di sé.
Gli lascio il braccio appena in tempo, ondevitare di venire trascinata a terra a mia volta e vedermi costretta a pestarli selvaggiamente per avermi coinvolta nei loro poco discreti festeggiamenti.
«Ru…fy… non… spiro…» mugugna Usopp, che sta già diventando cianotico e mi preparo a intervenire in caso di necessità ma per fortuna Rufy lo libera prima che io debba sporcarmi le mani.
«Ehi Nami!» esclama poi, lanciandosi verso di me per abbracciarmi con altrettanto slancio, incurante dei pugni che rischia di guadagnarsi se dovesse farmi cadere «Tutto bene?»
«Benissimo! E tu?» gli scompiglio la zazzera, libera dal suo inseparabile cappello di paglia che gli ricade sulla schiena. Per tutta risposta, un suono cavernoso fa vibrare l’aria intorno a noi, la cui provenienza non è difficile da individuare. «Hai fame.» constato con tono piatto.
«Entriamo?» propone Usopp, spazzolandosi i pantaloni. «Prima che Rufy attenti alla salute di qualcun altro. Magari cercando di mangiarlo stavolta.» aggiunge con un’occhiataccia a Rufy.  
Ci avviamo tutti e tre verso l’ingresso della sede dell’All Blue, il catering di Sanji. Si tratta di un ampio locale, usato per preparare le pietanze, tenere corsi di cucina e ospitare di tanto in tanto una serata tra amici come questa. Facciamo giusto in tempo a mettere piede sul piccolo patio di cemento davanti alla porta che una voce roca ci ferma.
«Ehi ragazzi!»
«Pensavo di trovarvi già qui!» fa notare Usopp mentre ci voltiamo verso di loro.
Sono ormai a pochi passi, lui le mani infilate nelle tasche dei bermuda e l’andatura sbragata, lei, impeccabile nel suo vestitino nero e ciliegia, gli occhi truccati alla perfezione, la frangetta rosa senza un difetto, le mani saldamene strette al suo gomito, come se lasciarlo andare fosse semplicemente inconcepibile.
«Indovina?! Si è addormentato!» spiega Perona con un sospiro rassegnato.
«Ehi dai! Sono migliorato ultimamente!» protesta Ace, sempre sorridente, accarezzandosi la nuca.
Incrocio le braccia sotto il seno e scuoto il capo prima di commentare spigliata: «Spero che non ti capitino attacchi narcolettici in momenti poco opportuni Ace.»
«È capitato solo una volta e mi è bastato.» commenta Ace, sollevando una ciocca che gli ricade sulla fronte a mostrare una piccola cicatrice che so benissimo avere ben altra origine, una caduta quando era bambino.
«Ehi!» lo picchia Perona, indignata.
Ace la evita e scarta per abbracciarla da dietro. «Dai piccola, scherzavo!».
«Certo figuriamoci.» s’imbroncia lei, ma non riesce a trattenere un sorriso quando Ace si piega a baciarla sotto l’orecchio, continuando a sghignazzare.
Io e Usopp ci scambiamo un’occhiata e sorridiamo tanto sono dolci insieme, contagiati dall’atmosfera romantica con sottofondo lo stomaco di Rufy che arriva puntuale a rovinare il momento. Sospiro e roteo gli occhi, rassegnata.  «Allora!» prendo in mano la situazione. «Gli altri ci staranno aspettando!»  
Io e Perona rimaniamo indietro e lasciamo che i ragazzi ci precedano nel locale. E, come da copione, non appena anche noi superiamo la soglia un’ondata di cuori ci investe.
«Nami-swaaaaan!!! Perona-chwaaaaan!!! Mie principesse la vostra presenza qui è come un soooogno!!!» ulula Sanji, vorticando e provocando un piccolo tornado intorno a noi.
«Imbecille.» mormora Usopp, con un sospiro.
«A chi hai dato dell’imbecille, Nasolungo?!»
«Sanji ho fame!» si intromette Rufy, saltandogli addosso mentre io e Perona sgusciamo via e avanziamo nel grande salone. Sono sinceramente indecisa se scoppiare a ridere, scappare o picchiarli tutti per riportarli all’ordine.
È.un.delirio!
Brook sta suonando la chitarra, sporgendosi verso Robin, che si accarezza dolcemente il pancione, per sapere il colore delle sue mutandine, ottenendo solo un serafico sorriso in risposta, Rufy sta attentando alla vita di Sanji nella foga di chiedergli del cibo, Franky sta ballando in piedi sul tavolo rotondo, dimenando il sedere con addosso un paio di mutande eccessivamente attillate e sventolando il suo apparato in faccia a…
Un brivido freddo mi percorre la schiena quando vedo Chopper comodamente seduto e con le braccia incrociate al petto, ridere senza ritegno per l’esibizione di quell’idiota di un gigante. Scatto come un fulmine lo raggiungo in due falcate e gli copro gli occhi con le mani, da dietro.
«Ehi!!! Pervertito!!! Smettila di agitare la tua chiave inglese davanti alla faccia di mio fratello!!!» protesto ad alta voce per farmi sentire ma Franky mi ignora.
«Dai sorella!!! Vieni anche tu!!!» urla euforico in risposta, incurante del mio sguardo assassino. Si gira, mostrando il deretano anziché il pacco, cosa che chiaramente non migliora la situazione ai miei occhi di sorella maggiore ma a quelli di Chopper sembra proprio di sì.
«Dai Nami! Non mi scandalizzo per certe cose!» ride, sempre più forte e di gusto.
«Sono sicuro che vede di peggio all’ambulatorio proctologico, Nami-ya.» s’intromette una voce un po’ strascicata che riconosco subito anche se non la sento da due anni. Mi giro verso Law, felice, e mi avvicino per abbracciarlo, un lusso che mi concedo perché è veramente troppo che non ci vediamo.
«Ehi come stai?»
«Non male.» risponde, ricambiando brevemente l’abbraccio prima di dare la mano a Chopper, mentre io ne approfitto per schioccare un rapido bacio tra i capelli castani di mio fratello.  So che è adulto ormai, anche più della sua età anagrafica, ma resta sempre il mio fratellino anche se ha ventun anni, è legalmente un genio e sta per laurearsi in medicina. Ed è precisamente questo mio istinto da sorella maggiore che mi fa schiacciare contro la sedia dov’è seduto, spingendola in avanti quel poco che basta per levarlo dalla traiettoria d’impatto.
«Toraooooo!!!»
Tre sedie volano via quando Rufy e Law ci si schiantano sopra in un groviglio di arti avvinghiati che Ace e Sabo raggiungono tempestivamente per districare.
«Fratellino, perché non ti dai una calmata?»
«Visto che è appena tornato, non facciamolo già pentire della sua scelta.» lo rimproverano con un sorriso e Sabo lo lascia andare per allungare una mano verso Law e aiutarlo a rimettersi in piedi. Si abbracciano fraternamente, dandosi un paio di energiche e goliardiche pacche sulla spalla, un’immagine che scalda il cuore.
Sento un movimento accanto a me e Chopper, ancora stretto tra le mie braccia, e mi giro verso Koala, che osserva la riunione dei due migliori amici/fratelli con le mani sui fianchi e un sorriso sul volto. Segue attenta con gli occhi Law che si avvicina a Rufy per salutarlo come si deve, senza rischiare l’osso del collo, onestamente felice di vederlo. Per quanto Law possa essere distaccato, non è difficile accorgersi di questo. Piego appena il busto verso di lei, osservandola con la coda dell’occhio. 
«Allora lo hai colpito?» le domando sottovoce.
Il modo in cui si irrigidisce e il sorriso che le si congela sul volto mi bastano come risposta. Sorrido bastarda e mi sfrego mentalmente le mani con soddisfazione, al pensiero dei cinquanta berry che Usopp ha scommesso con me e che ho appena vinto.  
«A tavola!!!»
La voce di Sanji sovrasta tutto il resto e c’è un nuovo picco di confusione mentre prendiamo posto.  
«Mie deeeee, vi ho preparato tutti i vostri piatti preferiti!» volteggia Sanji, attento a non far cadere le pietanze.
«Sanji ti diamo una mano.» si offre subito Koala.
«Sì Sanji, ti diamo una mano!» le fa eco Rufy, quasi con la bava alla bocca.
«Fogna ambulante non azzardarti ad avvicinarti alla cucina.» lo fredda omicida, prima di tornare tutto mieloso e sdolcinato. «Oh Koala-chwan, sei così dolce, gentile ed educata, ma non potrei mai permettere a una così delicata creatura di sporcarsi le mani!» smoina, e posa due piatti colmi di pesce e tempura di verdure sotto il nostro naso. Studio il contenuto del mio piatto, che ha un aspetto così invitante che sembra di sentire già il sapore in bocca solo a guardarlo. Quando riconosco il tipo di pesce è più forte di me cercare Koala con gli occhi per vedere se anche lei ci ha fatto caso. E anche lei ci ha fatto caso e, complici, ridacchiamo e ci giriamo verso Usopp, seduto alla mia sinistra.
«Luccio eh?» mormoro con malizia.
Usopp sobbalza e si volta, quasi spaventato e lievemente rosso sulle guance.
«I nostri piatti preferiti.» rincara la dose Koala.
«B-bhe… io… n-non… non…»
«Scusate!» Perona giunge inconsapevolmente in suo soccorso. «Ora che ci siamo tutti ci sarebbe una cosa che vorrei dirvi.» comincia con un profondo respiro.
«Tu e Ace vi sposate?!» domanda Rufy, con un misto di eccitazione e semplicità disarmante. Ace si strozza con l’acqua e Franky gli batte una manata tra le scapole, rischiando di incrinargli un paio di vertebre.
«Tieni fratello, un po’ di cola e passa tutto.»
«Rufy… Come ti viene…» protesta con voce strozzata, tossicchiando e sputacchiando, tutto rosso in faccia. 
«Non ci sarebbe niente di strano.» insiste Rufy, stringendosi nelle spalle.   
Perona è bordeaux in faccia, uno strano contrasto con i suoi capelli. «N-no Rufy! Non è quello!» mette in chiaro, mortalmente imbarazzato. 
«Perché no?» s’imbroncia lui.  
«Perché non è ancora il momento!» taglia corto Ace, lasciando uno spiraglio di speranza che basta per mettere a tacere le rimostranze di suo fratello.
«Ah…» mormora infatti Rufy, deluso, ma solo per pochi istanti. Torna a sorridere radioso prima di domandare: «Franky, Robin perché non vi sposate voi?! Aspettate pure un bambino!»
Una vena sulla mia fronte comincia a pulsare e mi maledico per essermi seduta così distante da lui ma Sanji non perde tempo e supplisce alla mia lontananza, incastrandogli la testa nel legno del tavolo con un poderoso calcio.
«La fai finita con sta storia?!»
«Ma io voglio un matrimonio! Si mangia bene ai matrimoni!»
Il mio cellulare vibra contro la sedia e io lo estraggo dalla tasca esterna apposita della mia borsa. Sblocco lo schermo ed entro su Whattsapp, senza smettere di prestare un orecchio alla conversazione in sala, mentre leggo il messaggio di Nojiko che si rivela essere un meme. Stringo le labbra per trattenere una risata.
Ma che scema!
Le rispondo rapidamente, scuotendo la testa divertita.
«…mangeresti anche il fango se potessi, quindi piantala di essere molesto e lascia parlare la bella Perona-chwan!»
«Grazie Sanji!» gli sorride Perona, facendogli uscire un rivolo di sangue dalla narice.
Riporto gli occhi sullo schermo e leggo la risposta di mia sorella, mentre Perona si schiarisce la gola.
Ma cosa le prende stasera con tutte queste battute idiote?!
«Quello che volevo dirvi…»
Inoltro velocemente le due immagini al gruppo che ho con Usopp e Koala.
«…Zoro torna a Raftel.»
Una dolore lancinante mi percorre il nervo del collo quando sollevò la testa con troppa enfasi, gli occhi sgranati per lo shock.
«Definitivamente.» aggiunge Perona, guardando dritto verso di me.
Un attimo di interminabile silenzio precede gli applausi e le grida di giubilo di tutti. Tutti tranne me. Io sorrido tirata e falsa prima di distogliere gli occhi da Perona, che nonostante il dispiacere per me, è giustamente felice della decisione di suo fratello di tornare.
Rispondo a Nojiko con mani tremanti. Qualsiasi cosa pur di ritrovare la calma ed evitare gli sguardi di Koala e Usopp puntati su di me.
Torna a Raftel.
Tornano a Raftel.
E io… io non sono pronta, io… Dovrei già essere ben più oltre di così eppure…
«Nami a chi scrivi?!»
È di nuovo Rufy a parlare. Rufy con la sua assoluta ingenuità e totale mancanza di discrezione. Rufy con la sua curiosità che dovrebbe essere un reato perseguibile dalla legge. Rufy che ora mi darà il tormento finché non gli darò una risposta.
Lo guardo di sottecchi e mi accorgo che non solo lui mi sta osservando. Quasi tutti mi stanno fissando e, anche se so bene che non è l’identità del mio interlocutore ciò che attira così i loro poco discreti sguardi, resta il fatto che mi sembra di essere appena diventata l’ultimo grande affare di stato.
«Allora chi è?» chiede di nuovo e io faccio schizzare gli occhi da lui, a Perona, a mio fratello a Koala.
Tutti in attesa.
«Nami?!»
«Il mio ragazzo»
Cosa?! Cosa ho detto?!
È il turno di Usopp di affogarsi nella sua aranciata e Koala si concede un’espressione incredula solo un decimo di secondo prima di posare il mento sulla mano con il preciso scopo di coprirsi la bocca per non scoppiare e domandarmi se sono per caso impazzita.
Perché, vedete, il fatto è che io non ce l’ho un ragazzo.
«Hai un ragazzo?! Da quando?! Non ci hai detto niente!» protesta Rufy.
«Sì infatti!» si aggrega mio fratello, più indignato che mai.
«Suuuuper! E chi è il fortunato, sorella?»
«Non lo conoscete!» mi affretto a rispondere, realizzando lentamente quello che sto facendo.
Santo Roger, cosa sto facendo?!
«Yohohohohoho! Credi sarebbe disposto a dirmi il colore delle tue mutandine?»
Perché mi sono inventata una cosa del genere?!
«Nami ma che bella notizia!» esclama Perona, sinceramente felice e io vado a fuoco.
Sì, sono impazzita.
Zoro torna a Raftel e io… Io non volevo fare la figura della patetica. È questa la verità.  
Il sangue mi si gela nelle vene quando noto le occhiate di Law, Robin e Sanji.
Sanno. Loro sanno che sto mentendo spudoratamente.
«Va bene ora datevi tutti una calmata! Non mi sembra così inconcepibile che la bella Nami-swan abbia trovato qualcuno che la ama e idolatra, anche se non sono io…»
«Sanji ha ragione. E poi il protagonista della serata dovrebbe essere Law. Voglio proprio sentire se ha qualche novità da raccontarci.» gli da manforte Robin e io non so dire quanto sono grata a entrambi per il loro tempestivo intervento. Tiro il fiato quando l’attenzione di tutti si sposta due posti più in là.
Law si appoggia allo schienale della propria sedia con noncuranza.  
«Beh a dire la verità…» abbassa un istante gli occhi sul proprio piatto prima di tornare a guardarci con sguardo fermo e convinto. «…Io mi sposo.» 
  
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