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Autore: Emmastory    10/06/2017    4 recensioni
Dieci anni. Questo l'esatto lasso di tempo trascorso dall'ultima battaglia contro i famigerati Ladri, esseri ignobili che paiono aver preso di mira la bella e umile Aveiron, città ormai divenuta l'ombra di sè stessa poichè messa in ginocchio da fame, miseria, dolore e distruzione. Per pura fortuna, Rain e il suo gruppo hanno trovato rifugio nella vicina Ascantha, riuscendo a riprendere a vivere una vita nuova e regolare, anche se, secondo alcune indecisioni del suo intero gruppo, tutto ciò non durerà per sempre. Come tutti ben sanno, la guerra continua, e ora non ci sono che vittime e complici. (Seguito di: "Le cronache di Aveiron: La guerra continua)
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Le-cronache-di-Aveiron-VI-mod
 
 
Capitolo XXXV

Navigare in acque mosse

La fortuna sembrava essere tornata ad assisterci, e da circa una settimana, tutto pareva andar bene. Rose e Isaac avevano da poco festeggiato i loro rispettivi compleanni, e cosa ancor migliore, avevano dichiarato il loro amore l’uno all’altra, formando una coppia che definirei di rigido ma scintillante acciaio. Inutile è dire che sia felice per entrambi, ma nonostante questo, c’è ancora qualcosa, o meglio, qualcuno che mi preoccupa. Siamo tornati a casa dal campo di Lady Bianca ormai da tempo, e sin da allora, Terra mi appare sempre stanca e giù di tono. Ho provato a parlarci, e lei mi ha dato più volte la stessa e identica risposta. “Trace.” Il nome del suo fidanzato, che non vede dal giorno in cui ha ricevuto quella sua toccante lettera, dove diceva che lui e la madre si stavano nascondendo da qualche parte qui ad Ascantha, unicamente per sfuggire alla violenza dei Ladri. Ricordo che quando arrivammo al campo, lei ne era ben felice, poiché convinta di poter ritrovare il suo ragazzo, ma purtroppo così non è stato, e ancora una volta, mia figlia è piombata in un vortice di tristezza. Provando pena per lei, soffro in silenzio, e in qualità di madre prima e moglie poi, so benissimo cosa sta provando. Non controllo la sua vita né le sue emozioni, chiaro, ma la capisco, e vorrei davvero fare qualcosa per lei. Ora come ora, non ho idea di come agire, ed è leggendo il mio diario che tento di riordinare il caos che ho in testa. Pagine su pagine piene di neri caratteri, che formano parole, frasi e pensieri, e che una volta rilette, riportano alla mia mente migliaia di ricordi, fra cui ne spicca uno, ora più che mai importante. L’avevo quasi dimenticato, eppure avevo dedicato alcune pagine all’amore che Drake era riuscito ad accogliere nel suo cuore, trovandolo in Tanya, la madre di Trace. In quel momento, ebbi un vero e proprio lampo di genio. L’alone di mistero che li avvolgeva era fitto, ma la risposta stava proprio nel diario da cui non mi separavo mai. In fondo, era semplice. Non avrei dovuto far altro che trovare Drake e chiedergli della sua amata, così che forse sarei riuscita a trovarla. Detto fatto. Uscendo subito dalla mia stanza, non dissi nulla a Terra, ma andai comunque in cerca di Stefan. “Sai dov’è Drake? Devo parlargli.” Dissi soltanto, sperando ardentemente che potesse aiutarmi. “Certo, andiamo.” Mi rispose, facendosi più vicino e affiancandomi nel violare l’uscio di casa. Di lì a poco, il nostro viaggio ebbe inizio, e poco dopo, eccola. La casa dei suoi genitori, dove lui aveva scelto di vivere. Una volta arrivati, ci fermammo entrambi, ma mentre io decisi di fare un passo indietro, Stefan bussò educatamente, aspettando che la porta venisse aperta. Ad accoglierci fu sua madre Janet, che pur salutandoci, chiese subito il perché della nostra visita. “Siamo venuti per Drake.” Spiegai, in tono calmo ma serio al tempo stesso. “Sono qui.” Rispose lui, muovendo alcuni passi in avanti e guardandoci entrambi negli occhi. “Dobbiamo parlare.” Continuò Stefan, sempre calmo e tranquillo ma serio almeno tanto quanto me. “D’accordo.” Fu invece la risposta di Drake, che incredibilmente, non percepì il nostro volere come un attacco alla sua persona, dimostrando di voler cooperare. “Vogliamo solo sapere di Tanya. Dove si trova?” chiesi, scivolando poi nel silenzio in attesa di una sua risposta. “Ve lo direi, ma ho promesso il contrario, e non posso farlo.” Ci disse, cogliendoci entrambi alla sprovvista. “Cosa? Ma perché?” non potei evitare di chiedere, incredula. “La Leader dice che Loro attaccheranno, e Tanya ha preferito nascondersi per evitare il peggio. Suo figlio è con lei, ma non posso dirvi dove. Se lo facessi li scoprirebbero, e per entrambi sarebbe la fine!” replicò Drake, ora sinceramente preoccupato per il figliastro e colei che amava. A quelle parole, rimasi di stucco. Sembrava incredibile, eppure li amava davvero, tanto da non rivelare a nessuno dove si erano nascosti, e tutto questo solo per evitar loro la morte certa. “Diccelo, di noi puoi fidarti.” Lo rassicurò Stefan, che in qualità di fratello maggiore, sapeva bene come prenderlo e convincerlo a parlare. In quel momento, Drake ammutolì, e abbassando il capo in segno di vergogna, si decise a parlare, facendolo tuttavia in tono decisamente mesto. “Sono andati oltre il bosco. Ora quello è l’unico luogo sicuro di Ascantha.” Ammise, conscio di aver rotto la promessa fatta alla donna che amava e sapeva di amare. “Credi di poterci portare da loro?” gli chiese Stefan, sempre facendo uso di quel tono inequivocabilmente serio. “Sì, ma prima che cali la notte. Attaccano sempre con il favore del buio.” Questa la frase che pronunciò, e che fece suonare come una sorta di avvertimento. Limitandoci ad annuire, Stefan ed io restammo in silenzio, e una volta fuori di casa, eccoci pronti ad un secondo viaggio, stavolta oltre la verde e rigogliosa selva. Camminavamo vicini, e i nostri passi erano lenti ma decisi. L’imbrunire ci appariva tetro, e ad essere sincera, avevo davvero paura. In fin dei conti, Drake aveva ragione sui Ladri, e temevo per la nostra incolumità. Intorno a noi non c’era che il silenzio, disturbato e rotto solo dal suono del vento che intanto aveva preso a fischiare. Poi, qualcosa parve muoversi proprio dietro di me, e voltandomi, scoprii che era un semplice sasso spostato proprio dal vento. Rinfrancata dalla totale assenza di pericoli, continuai a camminare, e poco dopo, sentii un latrato fin troppo conosciuto. Incuriosito, Drake si fermò per indagare, e fu allora che anch’io lo vidi. Chance. Il nostro tanto amato cane, che sembrava non essere affatto solo. Terra era con lui, e aveva il fiato corto per lo sforzo unito alla corsa che l’aveva portata fino a noi. “Mamma! Papà!” ci chiamò, attirando conseguentemente la nostra attenzione. “Terra! Che ci fai qui? Sai che può essere pericoloso!” la sgridò lo zio, notandola a sua volta, e scorgendo in quei suoi verdi occhi la stanchezza ormai palese. “Non m’importa. Perfino Chance ha capito tutto, ed io non abbandonerò il mio ragazzo in questa situazione. Rispose lei a muso duro, non curandosi dei pericoli a cui avrebbe potuto andare incontro. “Terra, ascolta, noi ti capiamo, ma…” biascicò il padre al suo indirizzo, non riuscendo però a terminare quella frase. “Niente ma. Sappiamo entrambi che faresti lo stesso per la mamma.” Un’altra risposta netta e concisa, contenente una verità ormai conosciuta da tutti. Alle sue parole, Stefan mi guardò con aria sconfitta, e muovendo un singolo passo in avanti, mi arresi alla sua innata testardaggine. “Va bene, ci hai convinti.” Dissi soltanto, facendole poi cenno di seguirci. Non facendoselo ripetere due volte, Terra iniziò a camminare al nostro fianco, e così anche Chance, che neppure morto avrebbe osato lasciare il fianco della padrona. Così, il nostro cammino riprese, e con l’ingresso in scena della luna, arrivammo a destinazione. Quel che restava da fare ora era trovare il loro orma   i famoso nascondiglio, ma per Drake fu estremamente facile. Ricordava benissimo dove il figliastro e l’amata si erano nascosti, e bussando alla porta di una casa apparentemente disabitata, fu felice di vederli ancora sani e salvi. Alla nostra vista, Tanya ci strinse tutti a sé indistintamente, non riuscendo però a credere ai propri occhi. Difatti, era così contenta da piangere, e la stessa cosa accade non appena Terra incrociò lo sguardo del suo Trace. L’abbraccio che seguì quell’istante fu fortissimo, e il bacio che unì le loro labbra casto e dolce allo stesso tempo. “Grazie al cielo sei qui.” Gli disse lei, continuando a baciarlo e non volendo assolutamente lasciarlo andare. “Credevo di averti persa.” Le rispose lui, mostrandosi del suo stesso avviso. “Non mi perderai mai.” Fu l’ultima risposta di mia figlia, indice di tutto l’amore che provava per lui. Senza neanche darle il tempo di respirare, Trace la baciò ancora, e quella sera, fummo tutti invitati a restare. Dopo una veloce cena, mi addormentai spossata e piena di paura, poiché come Drake ci aveva dato modo di capire, non facevamo che navigare in acque mosse.
   
 
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