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Autore: katyjolinar    11/06/2017    0 recensioni
Nella scienza l'effetto farfalla si riscontra quando, tentando di riprodurre un esperimento, si cambia un particolare apparentemente insignificante, e alla fine si ottiene uno stravolgimento inaspettato.
Noi conosciamo la storia dei nostri eroi. Ma cosa succederebbe se un particolare apparentemente insignificante cambiasse?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Qualche settimana dopo, finalmente, arrivò il momento, per i bambini e i ragazzi di Berk, di competere ai Giochi del Disgelo.
Hiccup si svegliò presto, quella mattina. C'erano ancora le ultime cose da preparare, e voleva essere presente.
In silenzio si vestì, indossando i soliti vestiti, e guardando indeciso il mantello in pelle di yak che aveva ereditato dal padre, e che lo identificava come capotribù, nelle occasioni importanti; alla fine lo afferrò e lo posizionò, con cautela, sulle sue spalle, prima di scendere le scale per andare a svegliare Astrid.
La ragazza, però, era già in piedi, intenta a finire di indossare l'alta uniforme; le si avvicinò e la aiutò a stringere i lacci del corsetto, guadagnandosi un'occhiataccia da parte della bionda.
"Propongo una tregua, fino alla fine dei Giochi del Disgelo." suggerì il giovane, in risposta all'occhiata "È un periodo di festa, cerchiamo di non rovinare il morale della gente di Berk."
Astrid ci pensò su. Era ancora arrabbiata con lui, e lo sarebbe stata finché lui non si fosse dimostrato degno di fiducia; ma aveva ragione, non poteva rovinare il morale di tutta Berk per una lite che c'era stata tra loro. Annuì, aspettando che lui avesse finito di stringerle i lacci, dietro la schiena, poi si voltò per guardarlo negli occhi.
"Però devi stare alla larga dalla birra." lo ammonì.
"Berrò solo il minimo indispensabile durante il banchetto alla fine dei Giochi." la rassicurò "E tu non picchiare nessuna ragazza che si avvicini a me, non ce ne sarà bisogno."
"Ho picchiato solo quella con cui sei stato a letto mentre ne illudevi un'altra." ringhiò, guardandolo nuovamente male.
"Ancora con questa storia? Non sono andato a letto con Testa Bruta! Sì, okay, c'è stato qualche preliminare, lo ammetto, ma ero ubriaco e pensavo fossi..." si fermò, notando lo sguardo di fuoco dell'amica. Le prese la mano, facendola avvicinare per guardarla negli occhi "Ascolta, so di aver sbagliato, ma non pensi che abbia espiato abbastanza le mie colpe? E poi sono certo che Testa Bruta non lo farà più."
"Cosa te lo fa credere? I Thorston sono imprevedibili."
"L'ho vista ieri mentre aiutava Moccicoso con la nuova casa."spiegò il giovane capo "Ha preso seriamente quella punizione, e ora si sta prendendo cura di lui, sopportandolo nonostante gli effetti collaterali della medicina che mio cugino deve prendere. E, credimi, da quello che ho visto su di lui quella medicina ha effetti molto... particolari."
"In che senso?" domandò la bionda, incuriosita, aggiustandogli distrattamente il mantello in pelo.
"Lo ha reso più aperto, più incline a tirare fuori i suoi sentimenti più nascosti." continuò Hiccup, andando verso la porta "La tratta come se fosse la sua ragazza, li ho anche visti baciarsi, e non mi è sembrato che a lei dispiacesse."
La bionda annuì, pensierosa, lasciando che lui la prendesse per mano e la conducesse verso l'arena, dove si sarebbero svolte le competizioni.
Anche Moccicoso e Testa Bruta si erano svegliati presto.
Avevano passato tutto il giorno precedente a mettere in ordine la casa che Stizzabifolko aveva fatto costruire per il figlio e il suo drago, a seguito della parziale distruzione della dimora di famiglia a causa di un colpo di testa di Zannacurva.
La Thorston aveva passato la notte lì, dormendo accanto all'amico, poiché sapeva che la punizione non era ancora finita e avrebbe dovuto seguire il ragazzo fino a completa guarigione, anche se già dal giorno precedente non aveva più bisogno di prendere le erbe contro il dolore, con gran sollievo della bionda, che stava iniziando ad andare fuori di testa a causa delle stramberie del giovane.
Si prepararono in silenzio e uscirono di casa, dirigendosi verso l'Arena. Dovevano raggiungere il resto della famiglia Jorgenson per tenere calmo il capofamiglia: da quando Moccicoso aveva superato l'età per gareggiare sua sorella Adelaide era diventata l'unica a poter tenere alto il nome del clan; ma la ragazzina non era ancora mai riuscita a vincere una competizione, rompendo, da due anni a quella parte, il record di vittorie. E poiché anche lei stava per raggiungere l'età massima per partecipare ai Giochi, Stizzabifolko era diventato particolarmente severo, e le metteva ansia da un mese.
Per questo il fratello maggiore doveva essere lì: conosceva bene la pressione a cui era sottoposta la brunetta e doveva cercare di limitare i danni.
Salirono fino al loro posto, accanto al resto della famiglia di Moccicoso, e si sedettero, in attesa che il loro giovane capotribù aprisse le competizioni. 
Hiccup raggiunse il sio posto, restando in piedi, fece un breve discorso e, finalmente, diede inizio alle competizioni.
Ci furono diverse sfide per i giovani berkiani, divisi per età, e per Adelaide non fu affatto semplice, anche perché Gustav, suo coetaneo e quindi avversario, le dava parecchio filo da torcere.
Stizzabifolko urlava e si dimenava, incitando, a modo suo, la figlia, ma di fatto mettendola in soggezione e non facendola concentrare sulle prove da superare. Moccicoso cercò di farlo ragionare, senza successo. Guardò Testa Bruta, che fece spallucce, tornando a guardare la competizione; il moro sospirò, prendendole distrattamente la mano e volgendo lo sguardo verso il palco del capotribù.
Anche Hiccup seguiva le gare, scambiando qualche parola con Astrid, seduta accanto a lui. Sembrava che le loro divergenze fossero finalmente state appianare, ma Moccicoso capì che non era così, non del tutto almeno: il giovane capotribù afferrò distrattamente la mano della sua guardia del corpo, e lei la ritirò di scatto, lanciandogli un'occhiataccia veloce. Moccicoso sospirò, tornando a guardare i giochi; tutti sapevano quello che era successo, e non poteva biasimare Astrid, perché effettivamente Hiccup aveva pensato un po' troppo con i gioielli e troppo poco con la testa.
Quando la giornata finì tutti uscirono, per prepararsi per il giorno dopo, che sarebbe stata un'altra lunga giornata di competizioni.
Il sole era ancora alto, così il moro decise di farsi un giro prima di tornare a casa, e Testa Bruta lo seguì, silenziosa, come ormai la vedeva da quando era diventata la sua infermiera. Sembrava rassegnata, e questo lo rattristiva un po'; in fondo non voleva vedere i suoi amici così, nemmeno lei.
Le passò un braccio attorno ai fianchi e salì verso la terrazza panoramica, per godere di un po' di tranquillità.
Ma Testa di Tufo sbarrò loro la strada, sembrava allegro e particolarmente su di giri, ed eseguiva, da solo, una demenziale danza.
"Hai di nuovo mangiato quei funghi strani, fratello?" chiese la bionda, fissandolo scocciata.
"No, ho finalmente preso l'attestato!" rispose il giovane, facendo una piroetta.
"Quale attestato?" domandò l'altro, sperando che dopo quella risposta li avrebbe lasciati in pace.
"Quello di celebrante, non ricordi che ho fatto il corso?" riferì il rasta, assumendo una postura e un tono più solenne "Finalmente potrò dire 'Per il potere conferitami dagli Dei, dichiaro che tu, Testa Bruta Thorston, e tu, Moccicoso Jorgenson, siete uniti in matrimonio.'"
I due ragazzi erano shockati, e non proferirono parola, dando modo a Testa di Tufo di sparire dalla loro vista, con un sorriso malefico in viso, tipico di quando gioca qualche scherzo divertente a qualcuno.
Testa Bruta si riprese subito, strinse i pugni e fece per seguire il fratello, ma Moccicoso la trattenne.
"Io lo ammazzo!"ringhiò.
"Stai calma!" esclamò l'altro, senza mollarla.
"No! Hai idea di quello che ha fatto? Quelle parole, dette da un celebrante, le rendono effettive! Quella testa di montone di mio fratello ci ha sposati!" insistette lei, agitandosi.
"Ti ho detto di stare calma!" ripeté il ragazzo "Sono sicuro che c'è una soluzione, appena finiscono i giochi ne parliamo con mio cugino. Lui è il capo, sicuramente saprà cosa fare, ma ora torniamo a casa, dobbiamo riposare."
La ragazza non era convinta, ma si lasciò portare a casa.
Teneva ancora i pugni stretti quando entrarono in camera da letto, e litigò con la camicia da notte, tanto era nervosa, ma alla fine si mise a letto, raggiunta subito dal padrone di casa.
"Ehi, rilassati..." la rassicurò di nuovo, passandole un braccio attorno alle spalle e lasciando che la bionda poggiasse la testa sul suo petto "Si risolverà tutto, vedrai."
"Non lo so! Giuro che lo uccido, appena posso!" esclamò lei, irosa, ma Moccicoso la zittì, posandole un dito sulle labbra, per poi sollevarle il mento e guardarla negli occhi.
"Fidati, si risolverà tutto." ripeté lui, sorridendo.
La Thorston non disse altro, non riuscì a replicare, ipnotizzata da quegli occhi color ghiaccio. Ebbe di nuovo la sensazione di stare per impazzire, come i giorni precedenti, quando il moro faceva qualcosa di strano che la destabilizzata. Moccicoso la strinse, facendola avvicinare di più, senza abbassare lo sguardo; doveva farla stare tranquilla, e si fece guidare dall'istinto.
Vide che stava funzionando, e non la mollò, carezzandole la schiena, finché l'istinto non gli fece venire un'idea che cozzava con la sua ragione.
Esitò, soppesando le varie possibilità, ma alla fine decise di mettere da parte la ragione e lasciarsi andare.
Si avvicinò ancora, sfiorando le labbra di lei con le proprie; Testa Bruta chiuse chi occhi, in un gesto istintivo, e socchiusa la bocca, accogliendo e ricambiando il bacio che ne seguì.
La giovane perse il controllo del proprio corpo. La sua mente ormai non aveva più il comando, e si ritrovò a cercare un altro bacio, e un altro, mentre le sue mani lo trascinavano sopra di lei ed esploravano i muscoli torniti del giovane. Sì, forse era davvero impazzita...
Dal canto suo, Moccicoso decise di assecondarla. La baciò a lungo sulle labbra, poi si spostò sulle guance, sulla mascella e sul collo; questo ultimo bacio strappo alla bionda un leggero sospiro di piacere, un sospiro che convinse il ragazzo a spingersi ancora più in là.
Poco dopo gli abiti da notte di entrambi erano stati abbandonati sul pavimento, e altri sospiri riempivano l'aria della stanza... e se ancora aveva qualche dubbio, il ragazzo ebbe una conferma ulteriore sul fatto che aveva detto la verità sulla notte di Snogglethog: non c'era stato nulla con Hiccup, Testa Bruta era vergine.
La baciò ancora, guidando quella danza antica, senza fretta. Assaporò ogni sensazione, dedicandosi completamente alla ragazza che aveva tra le braccia.
La mente di lei si svuotò del tutto, nel momento in cui le labbra di Moccicoso toccarono la pelle del suo collo, e l'istinto prese il sopravvento. Non ebbe un attimo di esitazione, nemmeno quando si ritrovò nuda tra le braccia del giovane, e quasi non sentì il dolore quando i loro corpi si fusero. Si sentiva quasi protetta, al sicuro tra le braccia di quel giovane uomo, nonostante tutto.
Insieme terminarono la danza, scambiandosi un ultimo bacio. I respiri si fecero più regolari e le menti tornarono a funzionare. 
Si resero conto entrambi di quello che avevano fatto, e un lampo di paura passò sugli occhi della bionda.
Come erano finiti così? Non avevano bevuto, e nessuno dei due era sotto strane droghe... Come poteva essere successo? Perché avevano fatto l'amore?
Anche Moccicoso sembrò farsi le stesse domande, ma sembrava in qualche modo più sereno. Le prese il volto tra le mani e la guardò negli occhi.
"Risolveremo tutto. Fidati di me." disse. La ragazza annuì, ancora scombussolata, e non distolse lo sguardo, nemmeno mentre lui la libera va dal suo peso e si stendeva accanto, girato su un fianco, verso di lei.
I pensieri ripresero a scorrere, ma sembravano aver preso la rincorsa. Tutto quanto successo venne ripercorso nella mente di Testa Bruta, in loop. E ogni volta di più il ricordo del piacere provato si faceva più forte, più intenso, e si scoprì pensare di volerlo fare ancora.
Sì, doveva essere proprio impazzita, non poteva essere sana di mente. Se fosse stata sana di mente non avrebbe mai ceduto alla falsa sensazione di essersi innamorata di quel nano idiota.
E mentre quell'ultimo pensiero le passava per la mente, il suo corpo chiese un ultimo bacio, che assaporò in tutta la sua dolcezza mentre scivolava nel mondo dei sogni.
   
 
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