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Autore: Carly03    14/06/2017    5 recensioni
Ciao! Eccomi con una nuova storia appena sfornata. Vi avviso subito che a quelli a cui non piace la notte tenebrosa, il sangue e soprattutto i vampiri...beh, questa storia non fa per voi. Sì, avete capito bene...vampiri. Spero vi piaccia e mi raccomando recensite. Buona lettura!
***
Silenzio. Questo è quello che regna nella mia camera da letto. Un silenzio traditore che ti culla dolcemente, invece di tormentarti spaventandoti a morte. All'improvviso un suono. No, un rumore agghiacciante. Quello di un vetro in frantumi.
Spalanco gli occhi intimorita alzandomi a sedere sul letto ormai sfatto, mentre il cuore inizia a battere all'impazzata. Un ladro, penso.
Con coraggio prendo la mazza da baseball che tengo nascosta sotto il letto e appoggio i piedi a contatto con il pavimento freddo. Impugno con forza la mazza dirigendomi a passo felpato verso il soggiorno, il luogo da cui è arrivato il rumore. Ho le mani sudate che tremano, mentre il cuore batte sempre più veloce.
Tum tum tum tum.
Arrivo in soggiorno e alzo la mazza sopra la testa per poter colpire il ladro, ma mi blocco appena poso lo sguardo sul pavimento. Perdo un battito.
C'è sangue...troppo sangue.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy, Zeref
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Red blood
​-L'inizio di tutto...-
 
 
Mi sveglio all'improvviso con un urlo. Prendo grandi boccate d'aria, cercando di regolarizzare il battito del mio povero cuore che batte all'impazzata. Piccole goccioline di sudore percorrono i lineamenti del mio viso mentre stringo forte tra le dita una porzione delle lenzuola bianche. Erano anni che non facevo più quest' incubo e adesso è rivenuto dal profondo della mia memoria a galla. Un incubo di cui preferisco non parlarne mai con nessuno, è un vero e proprio tormento, è terrificante rivedere la morte dei miei genitori. Sì, esatto io Lucy Heartphilia ho perso i miei genitori. Quando sono morti avevo si e no quattro anni, ero ancora piccolina per capire che i miei genitori erano morti.
 
Io, mia mamma e papà, abitavamo in una piccola villa, molto carina e accogliente, quando un giorno all'interno della casa scoppiò un incendio. Io mi trovavo nella mia stanzina con mia madre quando mio padre entrò sbattendo la porta, invitandoci ad uscire dalla casa immediatamente. Dei mobili però, erano crollati davanti all'uscita così mio papà pur di farci uscire provò a scaraventare via i mobili dall'ingresso, ma facendo questo un pezzo del soffitto gli crollò addosso. Io iniziai a piangere, provando a correre incontro a mio padre sotto le macerie, ma mia mamma mi prese tra le braccia bloccandomi a sè in un abbraccio. Mi accarezzò i capelli, finché le forze l' abbandonarono e cadde a terra. Io la scossi a lungo, con le lacrime a gli occhi, ma lei era già morta. Non so spiegare come sono riuscita a sopravvivere, l'unica cosa che so dirvi è che la mattina dopo mi sono ritrovata in un lettino dell'ospedale e i pompieri mi hanno raccontato che un uomo era arrivato con me in braccio dicendo loro di curarmi.
 
Avrei pagato oro per conoscere il mio eroe e dirgli semplicemente grazie per avermi salvato la vita. Torno bruscamente alla vita reale, grazie alla sveglia che suona alle sette in punto. Mi tappo le orecchie con le mani, prima di prendere il cuscino e nasconderci sotto la testa, pur di non sentire quel maledetto aggeggio chiamato sveglia. Provo ripetutamente a chiuderla con la mano, ma la maledetta non ha proprio voglia di spegnersi!
Anche questa maledetta sveglia mi vuole torturare! Penso.
Alla fine decido di alzarmi di scatto, prendere la sveglia e lanciarla contro la parete della stanza. E così fu, la sveglia andò in frantumi sul pavimento.
Cavoli! Adesso ne devo comprare una nuova. Stupida Lucy...
Mi alzo dal letto con uno sbuffo, oggi si va a lavoro. Mi dirigo in cucina prendendo una fetta biscotta con sopra burro e marmellata e me la mangio accompagnata da un buon caffè. Mi dirigo alla svelta verso il bagno per lavarmi i denti e farmi una bella doccia.
 
Lavoro al fianco del più ricco e più grande imprenditore di tutta New York, Zeref Dragneel. Beh, ovviamente tutti pensano "Ma che bello quindi tu sei una sua socia?" io rispondo loro con un sospiro, magari essere sua socia e invece lavoro letteralmente al suo fianco, io sono la sua segretaria. Come sanno tutti, ogni uomo d'affari che si rispetti ha una segretaria e anche il signor Dragneel ne ha una, io.
Mi spoglio del mio pigiama ed entro dentro al box doccia, giro la manopola e lascio che il getto d'acqua fredda mi investa.
Sono da un paio d'anni che lavoro per il signor Dragneel e ora posso ammettere che lavorare per lui è veramente sfiancante. Tutti i dipendenti della grande impresa Dragneel mi conoscono, perché sono l'unica che non riposa mai, ho sempre qualcosa da fare.
Chiudo la manopola e mi avvolgo con l'asciugamano per lavarmi in fretta i denti e correre a cambiarmi. Indosso velocemente l'intimo e mi metto una camicia bianca, gonna nera a tubino fino alle ginocchia, una giacchetta nera e delle scarpe nere con il tacco. Pettino i capelli biondi con le mani e vado al bagno per guardarmi allo specchio per controllare che sia in ordine. Mi fisso allo specchio.
Sono una ragazza formosa e proporzionata, capelli lunghi un'po oltre le spalle e biondi, mentre gli occhi sono color cioccolato e molto vivaci.
Bene, sono in ordine...è ora di andare!
Sbuffo buttando fuori tutta l'aria presente nei polmoni e prendo la mia adorata borsa chiudendo la porta dell'appartamento subito dopo di me.
 
Chiamo un taxi e salgo su di esso, più veloce della luce. Mi siedo comodamente sul sedile di pelle nera e do l'indirizzo all'autista che vista la mia fretta, parte immediatamente. Il mio sguardo vaga per tutto il taxi, prima di posarsi sul finestrino e guardare il paesaggio frenetico della città di New York. Ogni giorno è una sfida contro il tempo per arrivare a lavoro puntuale. Ogni giorno miliardi di persone camminano per città per andare a lavoro, ma è terribilmente difficile arrivare puntuali su lavoro! Troppa gente, troppi semafori, troppo traffico...insomma troppo!
Effettivamente non è divertentissimo svegliarsi un'ora prima per arrivare a lavoro puntuali quando l'edificio è qui accanto!
​Esatto svegliarsi un'ora prima per arrivare a lavoro e l'edificio è proprio a due isolati da casa tua, non è strano? Beh, per New York no.
Arrivo a destinazione e scendo velocemente dal taxi per poter pagare l'autista e correre subito all'interno dell'edificio per arrivare all'ascensore. Corro velocemente o perlomeno quanto mi permettono i tacchi, verso gli ascensori. Le porte si aprono e io mi tuffo all'interno con un gridolino vittorioso. Guardo l'orologio. 
​Mancano cinque minuti, fiuuu che fortuna!
Le porte dell'ascensore si aprono e io sgattaiolo fuori, dirigendomi verso la mia scrivania. Appoggio la borsa sul ripiano e attendo due minuti, prima che le porte dell'ascensore si aprano e rivelino il mio capo.
Ed ecco a voi in tutto il suo splendore, Zeref Dragneel.
La mia tortura
Anche se, ammetto che è un uomo veramente affascinante. Ha un fisico da foto modello, capelli neri cenere, occhi color pece molto intensi e un sorriso disarmante. Molte donne gli vanno dietro, ma io non sono una di queste.
 
 
Mi saluta con un cenno della mano e un sorriso che io ricambio e dopo mi metto a lavoro. Inizio a fare telefonate per sistemare i suoi impegni pomeridiani e metto a posto alcuni documenti importanti e non mi accorgo che il tempo è volato ed è già ora di andare a casa, ma non prima di aver finito di mettere a posto questi documenti.
Improvvisamente, le porte dell'ascensore si aprono e rivelano una figura minuta che conosco molto bene, è Levy. Levy è una ragazza minuta dai capelli azzurrini che le arrivano fino alle spalle ed occhi color cioccolato che sprizzano energia da tutti i pori.
Levy mi si avvicina con un sorriso sulle labbra e una tazza di caffé ancora fumante in mano. Lei è una dei tanti dipendenti di questa impresa e qualche volta mi viene a trovare. La saluto con un sorriso.
-Ciao Levy- dico rivolta alla turchina.
-Ciao Lu! Vedo che hai ancora da fare- dice la turchina appoggiando la tazza fumante sulla scrivania, indicando i documenti di cui mi sto occupando. Le faccio un sorriso tirato.
-Già. Credo che resterò qui ancora per un paio d'ore- dico con uno sbuffo che fa ridere Levy.
-L'avevo intuito così ti ho portato una tazza fumante di caffé, ti terrà sveglia- dice Levy sorridendomi cordiale. Ricambio la sua dolcezza, alzandomi in piedi per abbracciarla.
-Grazie Levy, ora però vai a casa da tuo marito. Ti starà attendendo con ansia- dico facendole l'occhiolino e lei arrossisce leggermente, al ricordo del marito che l'attende.
-Ne sono sicura. Sai com'è Gajeel, lui mi vuole tanto bene. Ora vado Lu! A domani!- mi saluta la turchina entrando nell'ascensore.
-Ciao Levy!- la saluto con un cenno della mano e torno subito ai documenti.
Sarà una nottata moooolto lunga...
 
Salgo le scale, aiutandomi con il corrimano mentre cerco di riprendere fiato e cercare di arrivare alla porta del mio appartamento senza svenire dal troppo sonno.
Sono le due di notte!
Finalmente arrivata davanti alla mia porta infilo la chiave e apro la porta gettandomi immediatamente all'interno dell'appartamento e appoggio le chiavi sul mobile in ingresso, dirigendomi barcollante, verso la mia camera da letto. Mi privo dei miei vestiti quotidiani e indosso una maglia a maniche corte grigia un paio di pantaloni per casa neri e una felpa anch'essa nera. Mi lego i capelli in una coda alta e chiudo la luce infilandomi sotto le lenzuola.
Chiudo gli occhi ed inizio a rilassarmi.
Silenzio. Questo è quello che regna nella mia camera da letto. Un silenzio traditore che ti culla dolcemente, invece di tormentarti spaventandoti a morte. All'improvviso un suono. No, un rumore agghiacciante. Quello di un vetro in frantumi. Spalanco gli occhi intimorita alzandomi a sedere sul letto ormai sfatto, mentre il mio cuore inizia a battere all'impazzata.
​Un ladro
​Con coraggio prendo la mazza da baseball che tengo nascosta sotto il letto e appoggio i piedi a contatto con il pavimento freddo. Impugno con forza la mazza dirigendomi a passo felpato verso il soggiorno, il luogo da cui è arrivato il rumore. Ho le mani sudate che tremano, mentre il cuore batte sempre più veloce.
Tum tum tum tum tum tum
Arrivo in soggiorno e alzo la mazza sopra la testa per poter colpire il ladro, ma mi blocco appena poso lo sguardo sul pavimento. Perdo un battito.
C'è sangue...troppo sangue.
Il respiro si fa affannoso e mi copro la bocca con la mano, mentre con l'altra tengo ancora la mazza. 
​Che ci fa del sangue sul pavimento di casa mia?
Un respiro affannoso alle mie spalle, a lato del mio orecchio mi distrae e per un' attimo tutto si ferma o sono io che trattengo il respiro?
Una mano gelida mi strappa di mano la mazza e mi fa cadere a terra in uno scatto rapidissimo con violenza, facendomi trattenere un gemito di dolore, povera schiena!
Non vedo il suo viso, ma so che è un essere umano ed è a cavalcioni sopra di me che mi tiene i polsi in una stretta ferrea, così ferrea che mi stanno iniziando a fare male.
-C-chi sei? C-cosa vuoi?- chiedo sperando di non essere tradita dalla mia voce e invece balbetto.
​Maledizione! Stupida voce traditrice!
L'uomo a cavalcioni su di me emette una risata che mi spaventa e non poco.
-Cercavo un luogo dove alloggiare- dice l'uomo. Questa voce...mi sembra di conoscerla, ma non so a chi appartiene. Volgo lo sguardo verso la pozza di sangue.
-E quel sangue? Sei ferito? Vuoi andare in ospedale?- gli chiedo, ma questo peggiora le cose difatti lui stringe la presa sui miei polsi.
-Quel sangue è mio. Non ho bisogno di andare in ospedale. Le ferite si rimargineranno entro un paio di minuti- dice sicuro l'uomo. Sgrano gli occhi.
​Rimargineranno da sole in un paio di minuti? Ma è fuori di testa questo?!
Lui ride, sembra quasi aver letto I miei pensieri. Mi lascia un polso e porta una mano sul mio collo.
-Voi umani siete così stupidi- afferma lui, passando con l'indice su una mia vena. Aggrotto le sopracciglia.
-Noi umani? Anche tu sei un essere umano!- ribatto io.
-Neanche per sogno, stupida umana. Ma non ti devi preoccupare per me, dovresti preoccuparti per te stessa perché non ti sei accorta di chi hai davanti- dice lui serio.
-E chi avrei davanti? Una pop star?- rispondo sarcastica con una risatina.
-No. Un ​Vampiro ​. Non preoccuparti per il sangue, tanto ora ci sarà ancor di più, il tuo. Se non l'hai ancora capito io sono il predatore e tu la mia preda- dice l'uomo spalancando la bocca. In questo preciso momento un raggio lunare mi mostra ciò in cui non avrei mai creduto, zanne bianche latte, terribilmente appuntite che brillavano alla luce lunare.
​Aiuto
​Lui si avvicina al mio collo, ma io non mi arrendo così facilmente. Prendo la mazza che trovo a terra e colpisco in testa il vampiro che dolorante si prende la testa tra le mani e lascia una via di fuga a me.
 
 
Corri 
L'unico mio pensiero. Sto correndo a perdifiato con i miei piedi nudi sull'asfalto nero, con ancora la mazza in mano. Solo qualche volta mi volto per vedere dove si trova il vampiro. Per fortuna non mi sta seguendo, ma io non mi voglio fermare, perché ho paura che il vampiro mi attacchi in un imboscata e mi uccida a mani nude. Mi iniziano a bruciare i polmoni e quindi sono costretta a fermarmi. Mi nascondo in un vicolo buio e scivolo a terra contro il muro per riposarmi.
​I vampiri esistono
Appoggio disperata, la testa sulle ginocchia e la nascondo con le braccia. All'improvviso sento un suono particolare, come se qualcuno stesse...bevendo. Volto leggermente il capo e impallidisco all'istante.
C'è una ragazza con la schiena contro al muro con gli occhi chiusi completamente inerme, mentre un ragazzo è calato su di lei, più precisamente sul suo collo. Sgrano gli occhi.
​Un'altro vampiro. Fantastico! Oggi è la giornata "Ammazza Lucy"!
Mi alzo in piedi e inizio ad indietreggiare impaurita, senza volere colpisco una lattina e un rumore metallico si disperde per tutto l'isolato. Il vampiro si stacca dalla giovane ragazza e la lascia cadere a terra, mentre lui si volta verso di me.
Ha un fisico muscoloso e asciutto, capelli rosati che sembrano morbidi al tatto ed occhi verdi strabilianti che quasi quasi sembrano ipnotizzarmi. Ma il mio sguardo viene catturato da una goccia di sangue sulle sue labbra che scivola lentamente sul suo mento, per poi infrangersi al suolo. Deglutisco, sentendomi la gola improvvisamente arida.
-Beh, arrivederci- dico frettolosamente, facendo dietro front, ma appena lo faccio me lo ritrovo davanti che mi fissa negli occhi, occhi da predatore.
-Dove vai così di fretta. Dimmi un po' cosa hai visto?- mi chiede lui in un sorriso a trentadue denti che mette in evidenza i suoi canini appuntiti. Mamma, che paura!
-Niente- rispondo cercando di allontanarmi, ma lui mi prende per il polso e mi blocca.
Stupido. Cosa vuoi che ti dica? Che ti ho visto che succhiavi del sangue a una povera ragazzina?
​Lui ride di gusto, facendomi un gran sorriso.
-Non insultarmi, biondina. E quindi hai visto qualcosa...- dice lui divertito. Io spalanco la bocca.
-Ma come?...- dico e lui sorride di nuovo.
​Porca miseria! Che sorriso.
​Lui mi sorride malizioso.
-Quindi...ti piace il mio sorriso, eh?- dice lui avvicinandosi pericolosamente al mio viso. Divento paonazza.
-Sta zitto, vampiro!- gli grido in faccia. Lui ride della mia reazione e poi mi porge la mano. Ed adesso questo vuole che gli stringa la mano? Ma guarda te sto qua... Ma involontariamente, la mia mano stringe la sua, anche se il mio cervello non ha mandato nessun ordine di stringere la mano a questo vampiro.
-Io mi chiamo Lucy- dico anche se diffidente dal vampiro, dopotutto loro succhiano sangue!
-Piacere, io mi chiamo Natsu e da oggi in poi tu mi appartieni ed ora sei la mia preda- dice lui con un sorriso. Sobbalzo, c'era da aspettarselo. Mollo la sua mano e cerco di svignarmela, ma lui mi prende i polsi e mi fa guardare i suoi pozzi verdi. Perché improvvisamente mi sento così stanca? Inizio con calma a chiudere gli occhi e l'ultima cosa che vedo prima di chiuderli completamente sono i suoi occhi verdi smeraldo, gli occhi del mio predatore.
 
 
 
 
 
Angolo autrice:
Ciao! Come va? Beh, dopo questo primo lungo capitolo credo male, ma dovevo chiederlo. Allora...che ne pensate? Vi piacciono i vampiri? Beh, altrimenti non l'avreste letto, comunque secondo voi cosa accadrà a Lucy? Natsu la ucciderà? E chi lo sa tranne me? Ebbene vi saluto, non vedo l'ora di andare a dormire. Alla prossima!
Bye!
 

 
   
 
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