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Autore: Alexiochan    18/06/2017    1 recensioni
La storia di Fubuki Shirou è tra quelle che certamente piú colpiscono l'animo del lettore. Piú e piú volte ci siamo chiesti cosa ne sarebbe stato della sua vita se non fosse mai avvenuto quell'incidente. Sicuramente, l'oggetto di interesse della Raimon diverrebbe suo fratello Atsuya ed anche i legami con i compagni sarebbero totalmente stravolti. Ma in questa storia Shirou ha perso i suoi genitori, l'incidente è avvenuto. Atsuya non è morto e i due fratelli si fanno forza a vicenda in questa spirale di avvenimenti che sembra non avere fine: alieni, nemici, Absolute Royal Accademy, la pietra Alius. Per non parlare della situazione sentimentale con Gouenji, Someoka ed Afuro.
C'è peró da dire che il problema piú grande è la maledizione che nasconde il nostro Shirou. Per questo dettaglio importante mi sono ispirata a Frozen, potete ben immaginare di cosa si tratti :)
Buona lettura ai coraggiosi che oseranno aprire questa scheda
Alexiochan
Genere: Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hayden Frost/Atsuya Fubuki, Shawn/Shirou, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Atsuya si rigirava tra le mani una palla di neve non propriamente sferica, lo sguardo perso verso un angolo remoto del bosco. Era ormai una buona mezz'ora che se ne stava lì in silenzio, attendendo che suo fratello si sentisse abbastanza meglio da parlare. Dopo l'incidente con Someoka non aveva piú spiccicato parola; si era lasciato condurre al riparo tra gli alberi a capo chino. Atsuya si voltò alle sue spalle e trovò il fratello seduto sopra ad una roccia, la testa affondata nelle ginocchia. Non voleva nemmeno sedersi sulla neve e come dargli torto? Eppure ad Atsuya la neve piaceva ancora, nonostante tutto ciò che era successo a causa sua. Si accigliò improvvisamente e sentì il bisogno di distruggere la palla di neve; affondò le dita nel fresco bianco e ridusse la piccola sfera in tocchi granulosi e freddi. Poi, non contento, li schiacciò con le scarpe. Prese un bel respiro e chiuse gli occhi, espirando lentamente. Se la neve gli piaceva ancora perchè l'aveva aggredita in quel modo? Probabilmente stava impazzendo, chi non sarebbe ammattito con tutta quella faccenda? 
< Shirou > la sua voce si perse fra i pini ma non ricevette risposta. Riaprì gli occhi ed osservò la figura raggomitolata del gemello. Anche se erano pressoché identici, Shirou era piú esile, piú fragile. I suoi genitori avevano ragione a chiedergli di proteggerlo e stargli vicino. Tutto nell'albino ispirava una triste dolcezza, come se il suo sorriso piú sincero fosse solo una smorfia di dolore. Guardando Shirou provavi l'irrefrenabile istinto di proteggerlo, di abbracciarlo e tenerlo stretto, con delicatezza per paura che quelle ossicina potessero spezzarsi da un momento all'altro. Infatti Atsuya si avvicinò e lo abbracciò nuovamente. Subito Shirou gli circondò il collo con le braccia, lo accolse come se non l'avesse mai abbracciato nessuno. Forse perchè aveva bisogno di essere abbracciato spesso, forse perchè i momenti felici sembrano svanire sotto il peso di quelli tristi. Atsuya gli cinse la vita con le braccia ed aumentò la stretta, solo per bearsi dell'amore del fratello un altro po'. 
Rimasero lì, accoccolati, sopra alla roccia. Non serviva parlare, bastava la presenza dell'altro concreta e palpabile, vicina. 



< Fubuki! Dove siete stati? Ci siamo preoccupati per voi, state bene? > subito Haruna li travolse di domande e rimproveri sulla loro "fuga". Atsuya la ignorò, tenendo il fratello per mano mentre lo guidava a sedere in uno dei divanetto davanti al camino. La ragazzina si zittì dopo pochi secondi, limitandosi a guardare le sagome dei due fratelli alla luce del fuoco. 
< Haruna-san, perdonaci se siamo andati via. Ho avuto un mancamento e Nii-san mi ha aiutato a riprendermi > spiegò pacatamente Shirou, voltandosi verso la ragazza con un piccolo sorriso carico di gentilezza e rammarico. La ragazzina arrossì e balbettò parole confuse per comunicargli che era tutto a posto e non doveva preoccuparsi. Atsuya incrociò le braccia al petto mentre guardava il fuoco ardere la legna con aria persa.
< Haruna-san, come... Come sta Someoka-kun? > chiese infine l'albino, sussurrando l'ultima parte, lo sguardo fisso sul bracciolo del divano. La bluetta tornò seria, come suo fratello Kidou quando doveva dire cose importanti. 
< Sta bene, per fortuna. Il suo braccio non era troppo grave e si è ripreso senza grandi problemi > 
Shirou chiuse gli occhi e ringraziò mentalmente i suoi genitori e tutti i Kami per questo. Atsuya si alzò in piedi e gli occhi degli altri due ragazzi gli furono addosso. 
< Oggi durante l'allenamento ho visto che i ragazzi mancano di velocità. Devono imparare ad essere un tutt'uno con il vento se vogliono avere chances di vittoria contro la Gemini Storm > distolse lo sguardo dal camino e guardò Haruna dritta negli occhi, facendola nuovamente arrossire < Domani io e mio fratello vi faremo vedere come aumentare la velocità dei giocatori facendo un allenamento speciale. Dillo agli altri > si interruppe qualche secondo, tempo che il pensiero di Shirou gli entrasse in testa, poi aggiunse un borbottato "per favore" e si imbronciò.


< Per poter sconfiggere la Gemini Storm avrete bisogno di maggiore velocità > spiegó Shirou ai nuovi compagni di squadra < E per avere maggiore velocità avrete bisogno di essere un tutt'uno con il vento > 
L'albino aspettò strategicamente qualche secondo prima di riprendere il discorso, lasciando il tempo ai compagni di digerire la cosa. Si focalizzò nuovamente su un punto immaginario in mezzo al gruppo di ragazzi, spostando lo sguardo per enfatizzare il fatto che fosse rivolto a loro: una sedia vuota in fondo alla stanza, la bandana arancione di Endou, una piccola crepa sul muro di legno della sala comune della Hakuren. 
< Io e mio fratello abbiamo pensato di proporvi un allenamento speciale per raggiungere questo traguardo > 
Endou sorrise e fece un cenno d'intesa con la testa, era impaziente di cominciare. Quel ragazzo era come una spugna, entusiasta di assorbire qualunque cosa gli potesse servire per migliorare. Un carattere da invidiare, pensò Shirou con innocenza e ammirazione. 
< In cosa consiste questo allenamento? > domandò Kazemaru, quello forse piú interessato a raggiungere una maggiore velocità. 
< Lo vedrete > rispose Shirou, sorridendo come a volersi scusare per la suspence appena creata. Il blu si limitò ad annuire, il volto teso. Nel frattempo, Someoka non si perdeva nemmeno un dettaglio di Shirou. Continuava a spostare nervosamente lo sguardo da lui ad Atsuya e viceversa. Quello che era successo in campo il giorno prima lo aveva segnato, non solo perchè stava per rimetterci il braccio, ma anche perchè non se lo spiegava e tutto ciò lo faceva sentire tremendamente insicuro. Shirou lo spaventava addirittura piú del suo fratello imperatore, ora che aveva capito con chi aveva a che fare. Era un diavolo travestito da angelo. 
Anche Kidou teneva d'occhio i gemelli, ma piú discretamente, limitandosi ad osservare prima il ramato e poi L'albino senza farsi notare grazie ai suoi modi riservati ed ai suoi occhialini che nascondevano completamente lo sguardo. 



Kazemaru sbuffò scocciato e si accinse a recuperare il proprio snowboard dalla neve per riprovare la discesa. Era oramai il ventesimo tentativo che faceva, ma appena cominciavano le curve perdeva il controllo e finiva irrimediabilmente fuori pista. Sbuffò nuovamente, ripensando a quanto i Fubuki fossero veloci, addirittura piú dei giocatori della Gemini Storm. Piú di lui. Per lui la velocità era tutto: il suo gioco, il suo stile erano basati su di essa. Se non era abbastanza veloce tanto valeva rimanere in panchina. 
< Kazemaru-san, va tutto bene? > 
Il blu si voltò di scatto verso la voce, il volto accigliato di chi è stato bruscamente strappato ai propri pensieri. Rilassò immediatamente i muscoli del viso quando riconobbe la figura minuta di Shirou Fubuki. 
< Sì, Fubuki, non ti preoccupare > 
Shirou sembrò sul punto di dire qualcosa ma si morse il labbro inferiore e spostó lo sguardo a terra, rispettando la sua riservatezza. Kazemaru lo apprezzó, quel ragazzino era abbastanza sveglio da capire quando parlare e quando tacere. 
< Beh, a dire la verità l'allenamento non procede molto bene > borbottò dopo qualche secondo, guardandosi i piedi con evidente imbarazzo. Non gli piaceva affatto chiedere aiuto, piuttosto era lui ad assistere gli altri quando ne avevano bisogno. Eppure Shirou era così dolce e gentile che non gli dispiaceva piú di tanto lasciarsi aiutare da lui. L'albino gli sorrise comprensivo, senza alcuna traccia di divertimento o ironia nello sguardo. 
< È normale, hai appena iniziato, Kazemaru-san. Posso darti qualche consiglio, se vuoi, ma una volta salito sullo snowboard sarete solo tu e lui > 
< Vorrà dire che dovremo accordarci al piú presto, io e lo snowboard, se voglio evitare di assaggiare ancora la neve > ribatté Kazemaru con un sorriso di rassegnazione e ironico divertimento stampato sul viso. Shirou rise leggermente e all'altro sembrò tanto un bambino, un piccolo bambino innocente. Era piacevole vederlo ridere, gli sembrava che Shirou ne avesse bisogno. 
< Vieni, ti faccio vedere la postura che devi assumere > disse Fubuki, posizionando le mani sui fianchi di Kazemaru per spostarlo nella giusta posizione. 
< Così? >
< Sì, così. E alle curve ti pieghi un pochino in avanti > 
< In avanti, okay > 
Forse, pensò Kazemaru mentre raggiungeva finalmente la fine della pista, potevano davvero riuscire a sconfiggere gli alieni con l'aiuto dei due gemelli. Insomma, l'unione fa la forza, no? 






Tana del disagio 

Eeeeeee shiao a tutti! 
È davvero tardissimo per pubblicare e chiedo perdono a tutti i lettori, ma la notte è l'unico momento libero che ho per potermi dedicare alla scrittura...
Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguita fino a qui, soprattutto DolceZeref che è sempre pronta a sclerare assieme a me e a darmi tanti consigli utili :) 
A presto, 

                                   Alexiochan
   
 
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