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Autore: MaryFangirl    18/06/2017    0 recensioni
Rick è sul punto di capire cosa Michonne significhi per lui, ma questo nuovo mondo consentirà loro di trovare la felicità insieme? [Ambientata dopo la fine della 5° stagione].
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michonne, Rick Grimes
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"E' un dannato ragazzino. Non possiamo piantargli un proiettile in testa" Daryl sollevò gli occhi stretti verso Carol.
"Non andrò lì ad estrarre la mia pistola, ma dobbiamo riflettere sulle opzioni. Ha sparato a Carl. È un pericolo" Carol incrociò le braccia ma non incontrò lo sguardo di Daryl. Quello che aveva dovuto fare a Lizzie aveva perseguitato Tyreese fino alla tomba, e aveva intenzione di portarsi quell'azione fin dentro alla propria. Non sapeva se gli altri avrebbero compreso quanto fosse pericolosa quella bambina visto che non l'avevano sperimentato di persona. Lei e Daryl arrancavano su un terreno scivoloso ultimamente. Non c'era bisogno che qualcos'altro fosse da impedimento al loro rapporto.
"Se Nicholas è stato rilasciato dopo quello che ha fatto a Glenn, allora Deanna non butterà il ragazzino per strada" disse lui.
"Beh, bisogna fare qualcosa"
"Aspettiamo Rick. Facciamo quello che dice lui" Daryl si grattò la peluria che cresceva selvaggiamente sul suo mento.
"Rick è accanto a Carl giorno e notte. E se Carl non si riprende, che Rick avremo? Ricordi com'era dopo Lori"
"Sì, ma Michonne non gli permetterà di lasciarsi andare di nuovo. Ci pensa lei"
"A proposito..." Carol indicò Michonne che attraversava la strada e si dirigeva verso di loro, davanti alla casa che faceva da prigione per Ron.
"Ehi, ragazzi. Che succede?" disse Michonne.
"Jessie e Sam sono dentro a visitare Ron. Stiamo qui per consentire loro un po' di privacy" disse Carol.
"E per assicurarci che il piccolo cecchino non tenti di scappare" disse Daryl.
Michonne si portò una mano dietro il collo e scosse il capo. "Non so ancora cosa dovremmo fare con lui. Non possiamo esiliare un ragazzino, ma non mi sento a mio agio all'idea di lui che se ne va liberamente in giro"
"E' ciò di cui stavamo parlando" disse Carol. "Pensi che Rick dirà la sua su cosa dovremmo fare?"
Michonne scosse nuovamente la testa. "Penso che non sia ancora mentalmente pronto. Ron è chiuso in quella casa. Questo deve bastare per ora"
"Inoltre abbiamo altre cose di cui preoccuparci" disse Daryl. "Quello che è successo l'altra sera non è una coincidenza. Dobbiamo scoprire chi ha lasciato entrare i vaganti. Oggi io e Aaron usciremo per investigare intorno all'area"
"Sembra una buona idea. Non abbiamo mai avuto quella riunione per pensare alle strategie. Perché non ci incontriamo a casa nostra questa sera. Pensate di riuscire a tornare per allora?" chiese Michonne a Daryl.
"Dovremmo farcela"
"Stai attento là fuori" gli disse Carol.
Daryl urtò la sua spalla con la propria. Un po' delle loro vecchie celie stavano lentamente tornando. "Sì".
Sam si gettò fuori per correre giù dagli scalini verso Carol. L'abbracciò con le sue piccole braccia e appoggiò il capo sul suo ventre. Lei gli accarezzò i capelli e gli sorrise. Per quanto ci provasse, non resisteva al prendersi cura dei bambini feriti.
Daryl si affrettò a raggiungere la porta e a chiudere la serratura di sicurezza per accertarsi che il loro giovane prigioniero fosse al sicuro dentro.
"Ehi, Michonne" disse Jessie docilmente, "Carol, gli è piaciuto quello che hai preparato"
"Bene" disse Carol.
"Mamma, posso andare con Carol?" chiese Sam.
Jessie abbassò lo sguardo sentendo di nuovo il dolore dovuto al fatto che suo figlio cercasse un'altra donna. "Certo. Se per la signora Peletier va bene"
"Vieni. Andiamo a fare i biscotti" Carol e Sam si avviarono lungo la strada. Daryl fece un cenno a Michonne e andò nella direzione opposta lasciando le due donne da sole.
Jessie si sedette sul primo gradino. Michonne rimase in piedi con un piede su uno scalino e la mano al fianco.
"Come sta Carl?" chiese Jessie.
"Stabile. Stiamo aspettando" disse Michonne.
"Pensavo di andare da Rick per dargli supporto, ma non penso che voglia vedermi. Probabilmente mi odia per quello che ha fatto Ron"
"Rick non ha il tempo di odiare nessuno adesso. Tutta la sua energia è per Carl"
Jessie guardò in basso. Quando tornò a guardare Michonne aveva le lacrime agli occhi. "Rick è davvero una persona buona"
"Già"
"Ron me l'ha detto" Jessie fece una pausa, insicura sul dover dire a Michonne quello che aveva in mente. Sembrava sciocco farlo viste le attuali circostanze, "mi ha detto di aver visto te e Rick che vi baciavate alla cena dopo quel casino. Voi due...? Non so cosa sto dicendo. Sto farfugliando"
"E' davvero questo su cui vuoi concentrarti al momento?" chiese Michonne.
Jessie scosse il capo e si asciugò le lacrime. "So che non dovrei, ma è stato così gentile con me fin dall'inizio. Era una cosa che non avevo mai sperimentato. La mia famiglia non è mai stata molto di supporto. Pensavano che avrei dovuto sopportare gli abusi ed essere grata di aver sposato un dottore. Pete mi aveva alienato da tutti i miei amici. Deanna chiudeva gli occhi. Quindi Rick è stato...come il mio salvatore. Pensavo che potessimo avere qualcosa. Suppongo sia difficile rinunciare a una fantasia del genere, anche dopo averlo visto rifiutare il mio bacio" disse piano. "Ma no, hai ragione. Devo concentrarmi sui miei figli. Sai cosa faranno a Ron? Ho cercato di andare da Deanna, ma rifiuta di vedere chiunque"
Michonne guardò Jessie con comprensione. Non poteva immaginare cosa significasse sopportare gli abusi che lei aveva vissuto per anni. "Non lo so, ma non cacceremo un ragazzino. Però qualcosa verrà fatto. Ron potrebbe non essere più libero per un po'"
"Finché è vivo possiamo sopportare qualsiasi cosa"
Michonne annuì e distolse lo sguardo. -Anche Carl è vivo, ma chissà per quanto.- Rapidamente allontanò quel pensiero dalla mente. "Sì, sei molto fortunata ad avere entrambi i tuoi figli vivi e in salute"
Jessie iniziò a balbettare una scusa quando si rese conto di cos'aveva detto. "Voglio dire che anche Carl starà bene. Ne sono sicura"
"Sì, è vero" disse Michonne. "Prenditi cura di te, Jessie" si voltò per andarsene.
"Aspetta" disse Jessie. Michonne si girò aspettando che parlasse. La donna improvvisamente sembrò esitante.
"Sì?"
"Dì a Rick...digli solo che mi dispiace"
"Lo farò" disse Michonne prima di lasciarla da sola sotto il portico.
 
 
 
"Ricordi la festa del tuo ottavo compleanno al Party Palace? Giuro, quel ristorante esisteva fin da quando ero bambino, il vecchio Johnson era ancora a capo di quel posto. I bambini lo amavano. C'era una tale baldoria con tutti i tuoi amici. Penso che tua madre dovette prendere un paio di aspirine in più quella sera. Tutto il caos dei giochi e dei bambini la faceva impazzire, ma non lo dava a vedere perché era felice nel vederti felice..."
Deanna si sentì in colpa nell'ascoltare Rick che parlava al suo incosciente figlio in un momento privato di abbandonamento ai ricordi, ma non voleva interromperlo. Quando ci fu una pausa, bussò leggermente sulla porta mezza aperta. Rick si voltò per vedere Deanna con aria apprensiva. Lanciò una rapida occhiata a Carl, poi si alzò e andò verso di lei.
"Deanna" disse. Notò che lei sembrava di nuovo se stessa con una bella camicia e pantaloni morbidi. I suoi capelli erano ben sistemati.
"Ciao Rick. Non volevo interrompere"
"Va bene"
"Volevo tornare a vedere come sta Carl"
"Nessun cambiamento"
"Nessun genitore dovrebbe vedere il proprio figlio ridotto così" sospirò. La sua voce iniziava ad essere tremula mentre tratteneva le lacrime. "Devo scusarmi con te, Rick. Ho fatto un grave errore nel non ascoltarti sul fatto di tenere al sicuro la comunità. Mi dispiace che tuo figlio abbia dovuto pagare il prezzo della mia testardaggine"
Rick ammorbidì il suo duro sguardo. "Nessuno avrebbe potuto immaginare cosa sarebbe successo. Devo prendere la mia parte di responsabilità nell'averlo provocato. Non è tutta colpa tua"
"Quando sarai pronto, voglio discutere su come possiamo rendere più sicuro questo posto. Non sono più adatta ad essere il leader. Perlomeno non da sola. Mi serve il tuo aiuto, Rick"
"Ce l'hai" disse Rick. "Io, Michonne e chiunque altro lavoreremo al massimo per proteggere quello che abbiamo" si fermò prima di proseguire, "Mi dispiace per Aiden e Reg. Non penso di averti porto le mie condoglianze. Anche tu ne hai passate molte"
"Pensavo di aver capito tutto. Avevamo dei lutti di tanto in tanto, ma non pensavo che questo tipo di tragedia avrebbe mai colpito la mia famiglia. La mia superbia ha costato la vita della metà della mia famiglia"
"So qualcosa sul vivere col senso di colpa ed essere tormentato dai morti. Può mangiarti lentamente se glielo consenti"
"Userò il dolore per cambiare tutto. C'è la speranza che possiamo prevenire che accadano altre cose simili" Deanna esitò a posare una mano rassicurante sul braccio di Rick prima di andarsene.
Rick tornò in stanza sperando di vedere gli occhi del figlio aperti che lo guardavano, ma Carl era ancora nel suo ininterrotto sonno. Si avvicinò alla caraffa del caffè posta su un fornellino portatile. C'erano bustine di zucchero dappertutto, ma si limitò al caffè nero. Si voltò e vide Craig che camminava lungo il corridioio con un libro in mano.
"Nessun cambiamento?" chiese Craig versandosi quello che rimaneva del caffè.
"Nessun cambiamento" confermò Rick. "Voglio ringraziarti per tutto quello che stai facendo per salvare Carl. Ti vedo mentre lavori senza sosta. Lo apprezzo più di quanto tu sappia. Solo che..." Rick scosse il capo.
"Solo che non sai perché non si sveglia. Lo so, ma tutti i suoi organi vitali sono in buono stato. A volte quando il nostro corpo sperimenta questo tipo di trauma, va in ibernazione per riposare e riabilitarsi. Michonne mi ha detto che tu ne sai qualcosa"
Rick si appoggiò alla mensola. "Sì, tale padre, tale figlio. Vorrei che avessimo in comune trofei della Little League e non ferite da proiettile"
Craig studiò l'uomo che aveva di fronte e notò le borse sotto gli occhi, i vestiti spiegazzati, e come il suo sguardo continuasse ad atterrare sul figlio. "Quando sono arrivato nella comunità non mi piacevi molto, e dannazione, sono sicuro che la cosa fosse reciproca"
Rick ghignò. "Beh, all'inizio non mi piace quasi nessuno. Non prenderla sul personale"
"Michonne mi ha detto anche questo. Voi due sembrate avere la stessa mente a volte"
"Fortunatamente la sua mente funziona più della mia. Non so cosa farei senza di lei" disse Rick. Quasi sussultò al pensiero di non avere Michonne al suo fianco.
Craig rimase sospreso dalla sincerità nella sua voce. "Una volta lo pensavo anch'io. Poi mi mollò. Sono andato avanti. Ho avuto altre relazioni significative, ma parte di me ha sempre pensato a come sarebbe stato se fossimo rimasti insieme. Una parte di me l'ha sempre amata. Probabilmente lo farà per sempre. Lei ha quell'effetto. È speciale"
"Già" disse Rick. "Dice che sei una brava persona, e ne sono testimone io stesso". Rick tese la mano. "Benvenuto in squadra"
Craig guardò il suo braccio teso, poi lo guardò negli occhi. "Trattala bene"
"Se non lo faccio, sarà lei la prima a prendermi a calci. Fidati" disse Rick e i due si strinsero la mano.
 
 
 
Rick uscì a prendere un po' d'aria. Sorseggiava il suo caffé guardando le mura della comunità. Le mura che dovevano tenere la sua famiglia al sicuro. Era così perso nei suoi pensieri che sobbalzò leggermente quando sentì una mano sulla spalle. Voltandosi rapidamente, in all'erta, il suo atteggiamento da guerriero si addolcì quando vide Michonne. Il suo braccio scivolò intorno alla sua vita mentre lei si appoggiava a lui. Da quando avevano parlato qualche giorno prima, una profonda intimità si era sviluppata tra loro.
"Dove hai preso il caffè? Ne volevo un po' stamattina, ma non ne abbiamo a casa" disse lei.
Rick le porse la tazza senza parlare. L'osservò sorseggiare e assaporare il tiepido liquido prima di ridarglielo.
Lei guardò il suo profilo notendo i suoi capelli ingrigiti sulle tempie. "Jessie voleva che ti dicessi che le dispiace"
Rick la guardò, annuì, e tornò con gli occhi sulle mura.
"A cosa pensi?" chiese lei.
"Mi sto domandando per quanto quelle mura ci terranno al sicuro. Non riusciranno a tenere fuori chiunque vuole davvero entrare qui"
"No, infatti" concordò Michonne. "Come ti ho già detto, succederò qualcosa. Dobbiamo solo essere preparati. Ricreare alcune misure di protezione come avevamo fatto intorno al perimetro della prigione sarebbe un buon inizio"
"Deanna è passata da me. Penso che finalmente stia vedendo le cose come noi. Forse possiamo salvare questo posto"
"Ho preparato una seduta strategica a casa nostra questa sera"
"Vuoi che venga?" chiese Rick.
"No, rimani qui con Carl. Posso pensarci io"
"Okay" disse lui leggermente grato che fosse lei a occuparsi di tutto quando lui non poteva. "Posso condividere con te una follia?"
Lei gli spostò alcuni ricci ribelli che erano scappati sulla sua fronte. "Con chi altro puoi condividere le tue follie?"
Lui sorrise prima di tornare serio. "A volte mi manca essere lì fuori. Nonostante tutto. Stare fuori così a lungo mi ha cambiato. Ho assorbito un po' di aspetto selvaggio. Non posso eliminare quell'istinto animale"
"Istinto umano e istinto animale sono insieme. Torniamo a essere gli animali che siamo sempre stati. Il mondo moderno ci ha solo addomesticato un po'"
"Quindi siamo tutti semplici animali, eh?"
"Possiamo essere animali civilizzati" Michonne emise un ringhio e finse di muovere la mano a mo' di artiglio. Rick rise leggermente e si abbassò a baciarla sul naso. Lei appoggiò il capo sulla sua spalla mentre continuavano a guardare le mura.
"Stavo pensando" Rick ruppe il silenzio, "a come potrei andare avanti se Carl non ce la facesse". Ammettere che Carl avrebbe potuto non svegliarsi lo lasciò quasi senza fiato.
"Carl riuscirà-"
Rick sollevò la mano per fermarla. "So che nessuno di noi vuole ammetterlo, ma c'è la possibilità che il nostro bambino muoia"
Lo sguardo di Michonne si focalizzò sulle crepe nel cemento del marciapiede mentre un'unica lacrima le scappava dall'occhio. Rick aveva ragione. Non poteva pensare a uno scenario in cui Carl non sopravviveva.
"Ma devo andare avanti" continuò lui. "Judith ha bisogno di suo padre"
Michonne si divincolò dall'abbraccio di Rick e si parò di fronte a lui. "Anch'io ho bisogno di te"
"E' più vero il contrario" disse lui circolandole la vita.
"Smettila di denigrare il tuo valore, Rick" fece un piccolo passo avanti così che non ci fosse spazio tra loro. "Ho bisogno di te. Ti amo"
Rick scosse il capo, quasi non credette al fatto di udire quelle parole dalla sua bocca. Le aveva sognate, le aveva attese prima di ammettere a se stesso come si sentiva. La realtà di avere l'amore di Michonne era sufficiente a schiacciarlo per l'emozione. Appoggiò la fronte alla sua prima di trovare le sue labbra e di baciarla profondamente. Il calore del suo corpo sapeva di casa accanto al proprio. Michonne si separò dal bacio e appoggiò il capo sul suo petto. Rick arrotolò uno dei suoi dread intorno al dito mentre disegnava cerchi sulla sua schiena con l'altra mano. Entrambi rimasero abbracciati finché non sentirono delle grida.
"Rick!" Craig giungeva correndo dall'infermeria. "Grandioso Michonne, ci sei anche tu. Venite, svelti"
Rick e Michonne corsero nell'edificio, temendo il peggio. Entrambi si fermarono all'entrata della stanza dove videro due brillanti occhi blu che li fissavano. Si guardarono con le lacrime che iniziarono a rigare i loro volti. Rick si avvicinò al letto per primo. Gentilmente prese una mano di Carl fra le proprie.
"Papà. Sei qui" la voce di Carl era un sussurro rauco.
"Ehi, figliolo. Non potrei essere da nessun'altra parte" Rick sentiva di star per esplodere dalla felicità. Posò un bacio sulla mano di Carl. Carl si voltò per guardare Michonne che era dall'altra parte del letto e gli teneva l'altra mano.
"Ehi Michonne" Carl sorrise più luminosamente che poteva.
"Ehi, ragazzino. Ci hai spaventato parecchio" disse Michonne ridendo e piangendo. Era così piena di gioia per il fatto di rivedere il suo ragazzo.
"Mi dispiace" si mise a tossire. La gola era secca per essere stato privo di sensi tanto a lungo. Craig gli porse un bicchiere d'acqua e lo aiutò a bere.
"Non c'è nulla per cui dispiacersi" disse Rick quando Carl tornò a stare comodo. "Siamo felici che tu sia tornato da noi"
"Ehi, papà?"
"Che c'è, Carl?"
"Sono in vantaggio rispetto a te"
"In che modo?"
"Tu sei sopravvissuto solo a una ferita d'arma da fuoco. Io sono sopravvissuto a due"
Rick rise tra le lacrime. "Ci hai preso, figliolo".

 

  
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