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Autore: Blackberry23    19/06/2017    4 recensioni
Ichigo aveva capito che poteva farcela benissimo da sola e che non aveva bisogno di lui. Non le serviva un uomo che decidesse ogni aspetto della sua vita, non voleva diventare una semplice casalinga come sua madre. Così, il “per sempre” le era sembrato una minaccia. E aveva osato: aveva rifiutato la sua proposta di matrimonio, lasciandolo. A nulla erano valse le sue proteste, lei era stata irremovibile. Era cresciuta. E aveva voglia di ricominciare a vivere.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Mia Ikumi e Reiko Yoshida. Questa storia non ha alcuno scopo di lucro.


Lui è qui.

Ti ha vista.

Corri.

Ti grida di fermarti.

Corri.

Lo senti vicino, ti sta raggiungendo.

Corri più forte.

Il cuore ti batte a mille, i rovi si impigliano ai tuoi vestiti, li strappano e ti feriscono la pelle.

Non importa, ormai non c’è più tempo. Pensa solo a correre.

Sei stanca, hai il fiatone. Provare a nasconderti tra la vegetazione più fitta non servirebbe a niente, c’è la luna piena. 

E lui è sempre più vicino.

Laggiù c’è un ponte sospeso nel vuoto. È pericolante. Esiti. Hai paura. Ti senti in trappola.

Perché non buttarsi?

È tutto inutile, la sua mano ti afferra il braccio. È finita.

È finita.

 

Ichigo si svegliò di soprassalto. Era solo un sogno...  e la sveglia sul comodino segnava le tre del mattino. La ragazza si massaggiò le tempie, sospirando.                                                                                                                         

« Maledetto tormento! » pensò.                                                                                                                                                                   

Da giorni, precisamente da quando era rientrata a Tokyo, era perseguitata dallo stesso incubo: scappare dal nemico che la inseguiva in una foresta buia. Ma chi era questo nemico? Non lo sapeva: si svegliava sempre prima di voltarsi verso il suo aggressore. E completamente sudata, come se avesse corso all’impazzata davvero. Decise di andare in bagno per sciacquarsi la faccia. Si guardò allo specchio.                                                                      

Ichigo Momomiya, 23 anni, lunghi capelli rossi arruffati e una laurea in veterinaria conseguita a Londra. Tornata a casa per proseguire gli studi, per mettere in pratica quanto imparato e per ricominciare senza Masaya Aoyama.
« Soprattutto per ricominciare senza Masaya Aoyama... » si corresse ridendo.
Già, Aoyama-kun... per lui, il suo cosiddetto grande amore, si era sacrificata per salvare la Terra. Per lui, aveva studiato con fervore l’inglese. Per lui, si era trasferita nel Regno Unito, lasciando la squadra Mew Mew a tempo indefinito. Ma non bisognava dare tutto il merito al suo ex: se aveva ottenuto a pieni voti il Bachelor of Veterinary Medicine, lo doveva solo a se stessa. Dopo la fine del Progetto Mew, infatti, si era responsabilizzata, trasformandosi da pasticciona ritardataria a studentessa modello. Certo, Masaya aveva contribuito a tirar fuori il meglio di lei, però era stata la sua grande passione per gli animali unita al suo passato da “angelo protettore della Terra custode” a spingerla a compiere quel tipo di studi. All’epoca, pensava di aver trovato l’Amore e di non poter vivere senza di lui… ma era amore? Lei era solo un’adolescente cresciuta nella logica di un Paese maschilista. D’altronde, che ne sapevano due ragazzini della vita e del facile crollo dei castelli in aria?                                                                                                                                                      

Lui era sempre così tranquillo, ligio al dovere, conservatore, protettivo all’eccesso. Lei invece era impulsiva, sognatrice, ribelle… e libera. Sì, libera. I geni del Gatto Selvatico di Iriomote si erano fatti sentire, un po’ come nel film Catwoman. Per quanto Masaya fosse importante, Ichigo aveva capito che poteva farcela benissimo da sola e che non aveva bisogno di lui. Non le serviva un uomo che decidesse ogni aspetto della sua vita, non voleva diventare una semplice casalinga come sua madre. Così, il “per sempre” le era sembrato una minaccia. E aveva osato: aveva rifiutato la sua proposta di matrimonio, lasciandolo. A nulla erano valse le sue proteste, lei era stata irremovibile. Era cresciuta. E aveva voglia di ricominciare a vivere.

Dopo aver trascorso il resto della nottata insonne, Ichigo decise di fare una passeggiata. Sebbene fosse rientrata in Giappone da una settimana, non aveva avuto ancora modo di rivedere tutta la squadra Mew Mew. Zakuro risiedeva ormai negli Stati Uniti, dove alternava la carriera di modella a quella di attrice, Purin era tornata in Cina dal padre e Retasu era partita con un’associazione di ambientalisti per un progetto di osservazione e censimento della fauna marina in Sudafrica. Solo Minto era rimasta a Tokyo: un brutto incidente di qualche anno fa l’aveva costretta alla sedia a rotelle e ad abbandonare il sogno di diventare una grande ballerina. Tuttavia, la passione le era rimasta e l’aveva portata ad aprire la propria scuola di danza classica. Quella sera si sarebbe svolto il saggio di fine anno, ovvero uno spettacolo basato sul romanzo di Lewis Carroll “Alice nel Paese delle meraviglie”, a cui Ichigo era stata invitata ad assistere.

– Vedrai come sono brave le mie allieve! Non avrebbe potuto essere altrimenti! – aveva declamato a gran voce Minto, quando erano uscite insieme.                                                                                                                                                                                                    

Sommersa nei propri pensieri, Ichigo non si era accorta di essere giunta nella via in cui le era stato rubato il primo bacio. L'alieno l'aveva presa alla sprovvista e in quel momento lei era troppo stupita per opporsi. Senza volerlo, si passò la lingua sulle labbra, che strinse brevemente l’una contro l’altra come per far ritornare il sapore di quel bacio che ormai le sembrava surreale, quasi come se fosse stato tutto un sogno. Ma non aveva sognato. Era successo davvero ed era passato così tanto tempo da quel giorno… chissà che fine aveva fatto Kisshu! Lui e i suoi fratelli erano tornati sul loro pianeta? L'Acqua Mew era bastata a salvare la loro gente? E lui si ricordava di lei?
La ragazza tirò un lungo sospiro.
« Non bisogna che mi faccia delle illusioni: mi considerava solo come un giochetto, era un’infatuazione momentanea da adolescente » si disse risoluta, scuotendo la testa. Però… però l’aveva svegliata dal sonno incantato provocato dal Chimero, si era dichiarato più volte e soprattutto… soprattutto aveva sacrificato ogni cosa per lei. Ed era inutile negarlo: lui aveva fatto esattamente quello che lei aveva fatto per Aoyama. Pensando che fosse amore… ma era amore?

 

***​
 

– Capitano, ci siamo! Quella laggiù è la Terra!

Non gli sembrava vero. Dopo tutti quegli anni… stavolta le cose sarebbero andate diversamente. Avrebbe vissuto ogni istanteavrebbe compiuto la sua vendetta.

– Finalmente! – esclamò il capitano della navicella spaziale con un ghigno. – Tutti ai propri posti! Prepararsi all’atterraggio in 10… 9… 8…

   
 
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