Videogiochi > Overwatch
Segui la storia  |       
Autore: imdreaming_saffo    23/06/2017    1 recensioni
Quando Overwatch si riunisce, dopo la chiamata di Wiston, Lena 'Tracer' Oxton sa che vuole tornare a combattere per il bene e la giustizia. Non sa che le attenderà un futuro che metterà a dura prova la fede in tutto ciò che credeva. Il passato riaffiora insieme ad un nuovo avvenire, con un'inaspettata conoscenza...
[ Widowtracer ]
Genere: Azione, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Yuri, Crack Pairing | Personaggi: Amélie 'Widowmaker' Lacroix, Lena 'Tracer' Oxton, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Widowmaker

In quel momento eravamo qualcosa di indistinto. Un miscuglio di corpi e suoni affannati, godenti. Sotto di me l'inglese aveva il viso arrossato, gli occhi languidi con le palpebre lievemente calate. Il suo corpo, completamente nudo, era caldo e rovente nonostante il mio tocco gelido. Pareva che ogni mia terminazione nervosa fosse saltata a quel piacere che stavo provando in quell'istante. 
Con una mano le avevo afferrato i capelli per costringerla a inclinare il capo di lato, in modo da avere il collo completamente scoperto. Affamata vi passai la lingua e i denti, lasciandole un morso ad ogni gemito. 
Quella sciocca e folle ragazza mi avrebbe fatto impazzire, prima o poi. 
Però, mi resi conto che il collo era diventanto appena più robusto e salendo più su incontravo la peluria della tipica barba incolta da un paio di giorni. Le mie mani andarono a circondare quel collo, stringendolo con forza, decisione.
Gerald boccheggiò, alla ricerca di aria, mentre afferrava i miei polsi.
Le mie unghie penetrarono nella sua carne per non staccarsi da quel corpo che si dimenava. 



Flettei la schiena, sollevandomi di scatto. La stanza era sarebbe stata perfettamente buia se non fosse per la luce luna che filtrava dalle finestre del loft. 
Il cuore mi batteva forte nel petto, ma mano a mano iniziò a rallentare quando il mio essere si rese conto che si era trattato di un incubo, un semplice sogno.
Mi scostai alcuni capelli dal viso, portandomeli dietro la schiena mentre voltavo il capo verso la figura che giaceva accanto a me. Lena dormiva tranquillamente a pancia in su, il respiro era così leggero che a stento si percepiva nella stanza. La luna faceva scintillare la sua schiena nuda appena striata dal segno delle mie unghie.
Non riuscivo a capacitarmi di quello che era successo. Ogni volta che in passato avevo lottato contro di lei avevo sentito eccitazione e adrenalina e la sera precedente tutte quelle sensazioni avevo preso il sopravvento. La mia ragione sapeva che fare sesso con lei era stato un errore ma ovviamente il mio corpo, ancora capace di provare piacere sessuale, non poteva esserne più felice. Sentivo le labbra gonfie, piene della lussuria che ci aveva travolte e mi sentivo rilassata, stanca ma appagata. Stranamente Lena mi aveva stupito di nuovo, dato che non l'avevo considerata capace di soddisfarmi abbastanza. 
Alla fine, quella sciocca aveva mandato a monte ciò che dovevo fare. 
Lentamente mi sollevai dal letto, posando i piedi nudi sul pavimento. Silenziosa come mio solito mi allontanai, cercando di recuperare i miei vestiti e la mia attrezzatura sparsa per la stanza. Dovevo star attenta a non far rumore, dato che se si fosse svegliata sarebbe stato un problema.
Avevo un piano da attuare e gli intoppi non erano contemplati.






Contattare Sombra e farmi dare le informazioni fu semplice, dato che sapevo che mi teneva d'occhio. In quel momento, come un fantasma nel cuore della notte, me ne stavo in allerta.
Dal tetto vedevo gli agenti di Overwatch attraverso le finestre del loro rifugio, un vecchio hotel nella periferia di Londra per non dare nell'occhio. Il visore termico calato sugli occhi mi permetteva di osservare la scena con attenzione, individuando la posizione di ognuno. 
Jack Morrison sembrava avere una discussione con la figlia di Ana Amari, datele loro secondo il linguaggio del corpo. Tirai su il fucile, sollevando il mirino pronta a sparare. 
Uccidere Morrison poteva rivelarsi un grande errore, data la sua figura, ma la figlia di Ana... a nessuno sarebbe importato. Bastava solo che facesse un passo avanti e sarei riuscita a trapassarla da tempia a tempia, in una morte rapida e indolore. Un avvertimento. Mi serviva un modo per tenerli lontani da Lena e portare avanti il  mio piano. 
Un colpo.
Un morto.
Ed eccola, l'eccitazione della caccia, il sapore della soddisfazione di togliere la vita che mi inebriava come una droga. L'unico modo che conoscevo per sentirmi viva.
La donna Egiziana si alzò dal divano su cui era seduta e l'indice mi formicolò, pronto a sparare...
Di scatto  abbassai  l'arma storcendo le labbra, proprio nell'esatto momento in cui quel passo venne compiuto. 
Indietreggiai, allontanandomi dal cornicione irrequieta. Mi bastava un morto, solo un morto. Un escamotage per tenerli lontani.
Chiusi gli occhi, puntando di nuovo il fucile verso la finestra e questa volta sparai
Il vetro si ruppe, incrinandosi dopo il colpo e andando in mille pezzi.

« Cecchino! State giù! »

Aveva urlato Angela Ziegler, gettandosi immediatamente dietro al divano. Ognuno di loro, ne ero certa, aveva già la propria arma in pugno e guardava attraverso la finestra. 
Mi sporsi dal cornicione, il fucile di precisione abbassato. 

« Provate a seguirmi e l'ammazzo! Provate ad intralciarmi e l'ammazzo! Statemi lontana e non farò nulla a quella mocciosa. » intimai, alzando quanto bastava la voce per farmi sentire. 
Forse quello sarebbe bastato a tenerli lontani da lei. 
Mentre mi allontanavo in fretta, per sparire nella notte, sentivo qualcosa afferrarmi la bocca dello stomaco, una tremenda sensazione di malessere che quasi mi faceva soffocare. 
Per la prima volta avevo disobetito ad un ordine chiaro.
Per la prima volta avevo lasciato vivere il bersaglio a me assegnato.
Avevo esitato e sapevo che appena la Talon, appena scoperto l'accaduto, mi avrebbe punita per infliggermi la lezione. Quasi sentivo la loro delusione aleggiare intorno a me. 
Adesso però non potevo tornare indietro, il danno era fatto. Potevo solo prepararmi per il prossimo passo da compiere.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Overwatch / Vai alla pagina dell'autore: imdreaming_saffo