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Autore: Mr Lavottino    26/06/2017    7 recensioni
STORIA AD OC
"Un'altra giornata lavorativa stava per iniziare per Chris, autista di un pullman, che, invece di essere contento ed eternamente grato a una qualche divinità per il lavoro trovatogli, in maniera piuttosto miracolosa, si lamentava con se stesso, sbattendo le palpebre più volte per via del sonno.
Erano a malapena le sei e lui, come di consueto, doveva eseguire il, noiosissimo, giro degli isolati per caricare gli studenti che sarebbero andati a scuola."
Un autista e alcuni studenti rimangono bloccati su un autobus per "cause sconosciute", riusciranno a salvarsi o soccomberanno per via delle entità?
*STORIA IN REVISIONE*
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altro personaggio, Chris McLean, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti, Furry | Contesto: Contesto generale
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Il pullman emise degli strani rumori, come se si rifiutasse di accendersi.
Chris tirò nuovamente la frizione finché, dopo qualche secondo, il bus finalmente decise di partire. Schiacciò con lentezza l'acceleratore e proseguì per la strada che avrebbe dovuto portare i ragazzi a scuola.
Sollevò nuovamente lo sguardo ma questa volta con lentezza. La paura che quell'ombra potesse nuovamente palesarsi lo avvolgeva nel panico.
Però gli sarebbe stato del tutto impossibile distinguere tale figura poiché, non appena puntò i suoi occhi verso il vetro, si accorse che la nebbia copriva totalmente la strada. Nemmeno utilizzando gli abbaglianti riusciva a vedere qualcosa.
Rallentò, cercando di muoversi con cautela al fine di evitare incidenti, e riprese la corsa, spaventato più che altro dalla possibile reazione che avrebbe potuto avere Drake.
Ma proseguire era del tutto impossibile. Non vedeva nulla. Quella sostanza bianca offuscava completamente la sua visibilità, tanto che non era in grado nemmeno di vedere le macchine davanti a lui.
- Sentite, temo di dover interrompere la corsa. C'è troppa nebbia.- disse poi, cercando di controllare la sua voce il più possibile, senza però riuscire nell'intento.
- E perché mai?- la voce di Valeria lo fece voltare in sua direzione.
- Beh, tu riesci a vedere qualcosa? Io personalmente no. È pericoloso.- tagliò corto, per poi osservare anche gli altri ragazzi che, a dirla tutta, non sembravano nemmeno così dispiaciuti.
- E secondo te noi come facciamo ad andare a scuola?- controbatté quella, poggiando una mano sul fianco.
- Non ne ho idea e, detto francamente, non mi interessa. Non posso guidare in queste condizioni.- per un attimo riacquistò quella sua vena egoista ed ironica che lo caratterizzava, tanto da lasciare quasi stupita la ragazza.
- Beh, oggi abbiamo un test per l'esame, dobbiamo andare per forza.- fece notare Lazaro, il quale si intromise nella conversazione con il suo solito modo di fare perfetto.
- Se è per questo io avrei un compito di matematica. E ieri ho sprecato il pomeriggio a studiare come una pazza, quindi gradirei farlo.- anche Sasha si aggiunse alla conversazione, sempre parlando dalla sua "postazione", dando man forte ai due.
- Comprendo i vostri problemi da adolescenti complessati ma io non posso rischiare di fare un incidente per il vostro compito di matematica o la vostra prova d'esame.- ribatté Chris, assumendo un tono stanco e annoiato.
- Quindi? Cosa dovremmo fare adesso?- chiese un'altra voce, precisamente quella di Pitch.
- Scendere. Fatevi accompagnare dai genitori.- rispose seccamente, aiutandosi anche con un gesto della mano.
I ragazzi lo guardavano sbalorditi mentre si alzavano dalla proprie postazioni per scendere dal mezzo. Però, improvvisamente, un rumore pervase il mezzo.
Guardando fuori dai finestrini si accorsero di come, grazie ad una ventata piuttosto forte, la nebbia fosse sparita. I tredici osservano l'autista che, sospirando, si diresse verso la sua cabina per riprendere la guida.
- Perfetto, quindi ora possiamo andare?- esclamò, con tono piuttosto alterato, Sasha, per poi sospirare violentemente.
- Sì, possiamo.- tagliò corto l'autista, sussurrando qualcosa che però la ragazza non riuscì a sentire.
Schiacciò l'acceleratore e partì senza problemi. Giunse quindi alla seconda fermata nella quale accostò con cautela.
Guardo fuori dal finestrino notando che un solo individuo era seduto sulla panchina assestante alla fermata. Non appena intravide la figura del ragazzo si spaventò talmente tanto che l'ombra nera che aveva visto prima al confronto sembrava soltanto un essere carino e docile.
 Premette il tasto e lo osservò entrare quasi con un groppo in gola.
Matthew Sanx. Sedici anni. Seconda superiore. Letteralmente un idiota con la "i" maiuscola.
Questo aveva i capelli biondo paglia spettinati, gli occhi celesti ed una corporatura esile. Indossava una maglietta verde acqua ed un paio di jeans strappati, ovvero il suo solito vestiario che ormai conosceva bene.
Perché Matthew era l'acerrimo nemico di Chris. Era solito fare "scherzi" all'autista, quale schiacciare ripetutamente il tasto per prenotarsi le fermate o comporci addirittura delle canzoncine, che ovviamente accompagnava con la voce, infastidendo tutti.
Ogni mattina l'autista era costretto ad ascoltare i discorsi del biondo, il quale parlava con tutti allo stesso modo, attaccando discorsi anche con il primo che capitava.
Ma la sua voce.
La sua voce era quello che Chris odiava di più. Alta e squillante. Se la sognava la notte.
Nemmeno rispose al suo saluto, ovviamente urlato, e ripartì, grattandosi la testa con fare disperato.
Intanto il biondo si era seduto vicino a Skarah cercando, come suo solito, di attaccare bottone nelle maniere più improbabili. E la cosa che sorprendeva tutti era che la mora non cercava di mandarlo via, ma bensì conversava con lui.
- Buongiorno Skarah, come te la passi? Suppongo bene. Sai, oggi ho un compito di inglese e sono molto preoccupato perché ieri non ho studiato.- mentre parlava con lei si muoveva tutto, come in preda ad un tic nervoso.
- E perché scusa, cosa avresti fatto?- domandò lei, voltando la testa verso di lui.
- Beh, ho giocato ai videogiochi. Per tre ore. - sorrise e si grattò la testa, cercando di evitare una sgridata che, sapeva, sarebbe sicuramente arrivata da parte di quella. Ma una voce interruppe il loro discorso.
- Potreste smetterla? Vorrei ascoltare la musica in pace. - Ronaldo si era voltato verso di loro, intimandoli con voce poco carina di fare silenzio.
- Oh, scusami Rex, non pensavo di darti così tanto fastidio, cercherò di essere meno rumoroso.- si giustificò il biondo, facendo irritare ancora di più l'altro, che decise però di lasciar perdere.
Nel frattempo Chris era ripartito. Erano a circa venti minuti dalla scuola e, molto probabilmente, avrebbero fatto tardi, ma a lui poco importava, infondo aveva la scusa della nebbia da usare a suo favore.
Abbassò lo sguardo per controllare l'orologio e quando lo rialzò per poco non ebbe un infarto. La nebbia era tornata.
Talmente fitta che era impossibile vedere qualcosa.
Lasciò il suo posto per andare ad avvisare i ragazzi dell'accaduto.
- Signori, la nebbia è tornata. E stavolta è più fitta di prima. Scendete.- indicò l'uscita con il pollice, mentre i ragazzi sospiravano all'unisono.
- Cazzo. Che palle.- urlò Drake, colpendo con forza un sedile rischiando quasi di romperlo - Apri le fottute porte prima che le spacchi io. - guardò l'autista negli occhi con uno sguardo arrabbiato, motivo per cui quello scattò rapidamente verso la sua postazione.
Chris premette il tasto ma non accadde nulla. Lo schiacciò diverse volte ma sempre con lo stesso risultato.
- Non si apre.- sussurrò quasi tra se e se, spaventato per ciò che quel pazzo avrebbe potuto fargli.
- Ma che cazzo dici. Levati.- Drake scattò verso di lui, spostandolo con un uno spintone. Anche lui cliccò il tasto, senza riuscire però ad aprire la porta - Apriti fottuto affare!- strillò, colpendolo sempre con più forza, finché non venne fermato da Lazaro.
- Ehi, se lo rompi la porta non si aprirà più per davvero.- esclamò, afferrandogli un braccio.
- E cosa dovremmo fare?- chiese di rigetto, liberandosi dalla presa con la forza.
- Aspettare.- il rosso spalancò le mani, facendo intuire che fosse l'unica cosa da fare.
Intanto Chris si era messo a sedere su un sedile per riprendere un po' fiato. Quella giornata lo stava uccidendo.
Fece per alzarsi ma in quell'istante sentì il pullman muoversi.
- Autista, potrebbe gentilmente avvisarci prima di partire?- la voce, candida e pura, di Miranda gli entrò nelle orecchie, facendolo voltare verso di lei.
- Scusami, ma io sono qui.- il suo sguardo incrociò quello della ragazza che, dopo averlo effettivamente visto seduto sul sedile, deglutì rumorosamente.
Si alzò di scatto ed andò alla sua postazione per capire che avesse fatto partire il pullman che, in quel momento, era in movimento.
- Questa cosa è illegale. Chiunque tu sia esci subito dalla...- le parole gli si troncarono in bocca.
Nella cabina non c'era nessuno.
Il volante, così come l'acceleratore e il cambio, si muovano da soli.
- Ehi, che succede?- Gabriel si avvicinò all'autista, poggiandogli anche una mano sulla spalla - Ma cosa diavolo...- anche lui rimase senza parole non appena vide il pullman prendere una curva in maniera completamente autonoma.
Il volto del turco, che solitamente era abbastanza scuro, divenne bianco di colpo.
Drake si avvicinò ai due cercando di capire perché si fossero bloccati là e non appena vide la scena fu quasi colto da un infarto.
- Che cos'è questo? Uno scherzo? Non è divertente!- urlò, per poi colpire con violenza la cabina creandovi una crepa.
- Non ne ho idea. - Chris non diede nemmeno un minimo di importanza a ciò che aveva fatto il moro. Era troppo preso ad osservare quello strano fenomeno che non riusciva a spiegarsi.
Fece un respiro profondo e poi tentò di entrare nella cabina ma, non appena toccò la porta, questa si chiuse, sbattendo forte. Tentò di fare pressione per aprirla finché sentì un rumore. La serratura era stata chiusa dall'interno.
- Ehi, che succede?- Matthew si alzò dalla sua postazione e corse incontro ai tre, ovviamente con il suo solito sorriso beffardo in volto.
- La porta. La porta è stata bloccata dall'interno, non possiamo più entrare nella cabina.- sussurrò Chris, completamente spaventato.
- Lascia fare a me. - esclamò Drake. Si scrocchiò le dita e poi, concentrando tutta la sua forza nel pugno, colpì la porta proprio nel centro.
Un bagliore di luce illuminò il punto colpito e, dopo qualche attimo, il moro si ritrovò scaraventato contro uno dei seggiolini del pullman. Fece fatica a rialzarsi, tanto che per un po' rimase a sedere, ancora stordito.
- Si può sapere che diamine sta succedendo qui?!- un urlò, proveniente dal dietro del bus attirò l'attenzione di tutti. La voce era quella di Katherine. La ragazza era visibilmente spaventata, cosa intuibile dal suo tremolio e dal tono della sua voce, decisamente irrequieto.
- Sarebbe bello avere una risposta.- anche Ronaldo si aggiunse alla conversazione, togliendosi persino le cuffie per sentire un'eventuale spiegazione fornita dall'autista.
- Quindi? Niente da dire?- perfino Aiden si unì, incrementando ancora di più il panico all'interno dell'autobus.
- Mi state dicendo che siamo bloccati qua dentro?- Katherine iniziò a respirare rumorosamente, mentre con la mano si toccava il cuore, il quale stava battendo decisamente troppo forte.
- Da quello che ho capito sì. - il commentino di Ronaldo non aiutò, poiché diversi bisbigli, che pian piano divennero urla, si levò dalla folla.
Diverse erano le voci udibili: o di chi cercava di calmare gli altri, maggiormente Gabriel e Lazaro, o di quelli che semplicemente urlavano per il panico, ovvero la maggior parte dei restanti. E poi c'era chi aveva preso tutto come un gioco ed urlava per divertimento, come Matthew, peggiorando solo la situazione.
- State calmi e in silenzio!- una voce rimbombò per tutto il pullman. Era quella di Lazaro che utilizzando il trasmettitore vocale, che solitamente veniva utilizzato dai controllori, era riuscito a sovrastare le urla di tutti - Non sappiamo cosa sta accadendo, ma stiamo cercando di risolvere il problema. Urlare non servirà a nulla ma farà solo che peggio. Quindi state calmi ed attendete. Grazie.- detto questo staccò l'altoparlante e si diresse verso Chris e Gabriel.
- Qualche idea?- sussurrò il turco, ancora tremante.
- Ti sembra una cosa da chiedere?- domandò l'autista, visibilmente irritato dal modo in cui il ragazzo aveva preso la cosa.
- Innanzitutto dobbiamo mantenere la calma all'interno del pullman. Poi penseremo ad una soluzione tutti insieme.- Lazaro, come suo solito, prese la situazione in mano, impartendo ordini che, per quanto Chris odiasse ammetterlo, erano giusti.
- Proviamo a chiedere aiuto con i cellulari.- propose Gabriel, schioccando anche le dita per dare più enfasi alla sua proposta.
- Ottima idea, Gab!- urlò Lazaro, imitando il gesto del turco - Ragazzi cercate di chiamare aiuto utilizzando i telefoni.- urlò il rosso, attirando l'attenzione di tutti.
Subito i ragazzi estrassero i propri cellulari ed iniziarono a telefonare numeri a caso.
- Da "errore di chiamata".- rispose Valeria, tentando di non urlare per il nervoso e la paura che stava provando in quel momento.
- Strano. La connessione ad Internet c'è ma non riesco ne ad andare online ne a telefonare.- disse Lazaro, senza distogliere lo sguardo dallo schermo del telefono.
Così, dopo poco, l'entusiasmo, per quanto fosse stato minimo, si spense lasciando posto all'ansia e alla paura.
Chris, che aveva notato tale cambiamento di atmosfera, sollevò lo sguardo verso le altre tredici persone presenti nel mezzo ma una in particolare attirò la sua attenzione: Kristine.
La bionda aveva appena estratto una sigaretta dalla borsa e se la stava per mettere in bocca, pronta ad accenderla.
- Ehi, qui è vietato fumare. Togli subito quella sigaretta.- sputò fuori con acidità Chris, reso ancora più nervoso dall'attuale situazione.
- Non mi frega, io devo fumare. Al massimo aprite i finestrini.- rispose quella, senza degnare l'autista nemmeno di uno sguardo. Prese l'accendino e accese la sigaretta, osservando il fumo che lentamente tendeva verso l'alto, bloccandosi.
- Mi stai prendendo per il culo? Spegni subito quella merda.- Chris si avvicinò in sua direzione a falcate, strappandole la cicca di bocca con arroganza. Osservò l'oggetto, ancora fumante, per un istante e poi lo schiacciò con foga, il tutto davanti agli occhi agonizzanti di Kristine.
- Ma sei impazzito? Che cazzo ti prende!- urlò, spingendolo lontano da lei - Merda, ora me ne sono rimaste solo tre.- sussurrò, sbattendo il pugno contro il vetro.
- Qua dentro si rispettano le mie regole. E una di queste è che non si fuma.- nemmeno la guardò, lasciandola lì, con uno sguardo arrabbiato in volto e tanta voglia di picchiarlo.
- Non pensi di essere stato un po'... rude?- domandò Matthew, che intanto si stava arrampicando su un sedile come una scimmia.
- Stai zitto.- lo seccò, fulminandolo con un'occhiata.
- Ah, che palle c'è puzza di fumo!- strillò Sasha, mentre muoveva la mano per scacciare quell'odore nauseabondo da sotto il suo naso.
- Apri il finestrino, no?- le propose Aiden, il quale era seduto accanto alla mora e che si era già stufato delle continue lamentele a stava assistendo.
Sasha si girò controvoglia e allungò la mano verso il finestrino. Provò a spostare la leva per aprirlo senza tuttavia effetto.
- È bloccato.- disse semplicemente, gettando gli occhi sul ragazzo con una smorfia sul viso.
Questo si alzò lentamente per raggiungere la postazione dell'altra, la quale si scansò per evitare il contatto con il ragazzo. Tentò diverse volte di tirare la leva senza, tuttavia, non riuscendoci.
- Ma cosa cazzo sta succedendo?- bofonchiò, mentre scuoteva con forza il finestrino per cercare di aprirlo in qualche modo.
- La situazione si sta facendo piuttosto preoccupante. Potremmo sapere con esattezza cosa sta accadendo?- domandò Pitch, sempre con tono svogliato e disinteressato.
- Non sappiamo cosa sta accadendo, ma stiamo provando a risolvere il problema.- rispose Gabriel, sorridendogli come suo solito, seppur un po' irritato dato che quella domanda era stata posta tante volte.
- Wow, questa tua risposta è stata molto utile.- commentò con sarcasmo il moro, mostrando anche i denti affilati con una smorfia che, secondo lui, doveva essere una specie di sorriso ironico.
Seguendo l'esempio della mora, tutti provarono ad aprire i finestrini senza però riuscire a spostare la leva nemmeno di un millimetro.
- Ehi, Manuel, prova ad aprire il finestrino vicino a te. - il turco decise di sorvolare la provocazione afflittagli, pensando a cose più importanti.
- Cosa io? Non credi sarebbe meglio farlo fare a qualcun altro?- domandò a bassa voce, facendo emergere tutta la sua insicurezza.
- Su, muoviti. Non obiettare.- Drake, che nel frattempo si era ripreso, guardò il ragazzo con fare sprezzante, abbastanza da spaventarlo.
- Okay, va bene, controllo.- rispose velocemente, così da far spostare l'attenzione al di fuori di se. Si alzò e cercò di aprire il finestrino tuttavia fallendo.
- Allora? Niente nemmeno lì?- chiese Gabriel, ricevendo solo un cenno negativo come risposta.
L'autobus stava continuando a muoversi in mezzo al traffico ad una velocità elevata riuscendo però a compiere ogni manovra senza causare nemmeno il minimo incidente. Soltanto qualche sbandata ogni tanto.
Chris sospirò rumorosamente e si incamminò verso l'uscita di emergenza. La guardò per un attimo e poi, con un gesto rapido della mano, puntò il pulsante che aveva questa alla sua destra. Dopo averlo cliccato si aprì un piccolo spazio dove prima c'era il bottone e lì trovò un martello.
- A cosa ti serve nascondere un affare come quello su un pullman?- domandò Ronaldo sgranando gli occhi.
- Mai sentito parlare di "martello d'emergenza"?- rispose con tono sarcastico, dimenticandosi completamente con chi stesse conversando - Serve a spaccare i vetri in caso di necessità.- spiegò brevemente, per poi dirigersi verso la vetrata.
Respirò profondamente e colpì il vetro il quale si crepò completamente senza però rompersi. Provò nuovamente ma con scarsi risultati.
Tentò persino di cambiare finestra ma si rivelò completamente inutile.
- Ehi, autista, meglio se ti fermi, se li spacchi tutti non riusciremo a vedere fuori.- commentò con fare sarcastico Pitch, ricevendo solo un grugnito come risposta.
- Tanto non vedremmo nulla lo stesso. C'è troppa nebbia.- gli rispose Skarah, espirando rumorosamente.
- Non ho chiesto la tua opinione. Stai zitta.- non degnò la ragazza nemmeno di uno sguardo, limitandosi a fare quello che faceva sempre, ovvero insultarla senza nessun motivo.
Per i dieci minuti successivi si susseguì un continuo tentare di aprire porte o finestrini, ovviamente accompagnato da bestemmie ed imprecazioni da parte di chi non riusciva nell'intento.
Lazaro passava tra i sedili controllando il lavoro di ognuno, come un capo che controlla i suoi operai, e forniva consigli e dritte.
- Rex prova dando dei colpi secchi e forti. Sasha se scendi la lì avrai sicuramente una presa migliore. Gabriel tenta di spaccarlo se necessario.- e, quasi come per magia, tutti obbedivano, come se avessero riconosciuto nel rosso il massimo leader.
Nel frattempo Chris si era seduto su un sedile e pensava, ovviamente con poco lucidità e razionalità, a cosa stava accadendo.
Era spaventato, irritato, scosso e voglioso di sfogarsi. Respirava affannosamente, chiudendo gli occhi per cercare di concentrarsi meglio, senza riuscire nell'intento, e si lamentava sottovoce chiedendosi come mai proprio lui fosse finito in quella bizzarra situazione.
Picchiettava ansiosamente con una gamba mentre con un braccio si afferrava ad un palo di ferro e con l'altro colpiva, con dei colpetti leggeri, il vetro, provocando un rumore sordo che rimbombava in tutto il mezzo.
I ragazzi non erano da meno. Tentavano, inutilmente, di mantenere la calma sfogandosi in atti isterici contro gli oggetti dell'autobus.
L'unica che sembrava non preoccuparsi era Miranda.
La ragazza giocava tranquillamente con il suo telefono, canticchiando una canzone sottovoce.
- Ti sembra normale comportarsi così? Per caso sei fusa?- Katherine attaccò la bionda con aggressività, osservandola con gli occhi sgranati, quasi come se stesse per piangere. Dal canto suo Miranda nemmeno le rispose, facendola irritare ancora di più.
- Ehi, rispondi!- strillò, facendo voltare tutti in sua direzione. Si avvicinò minacciosamente alla ragazza e le strappò il telefono di mano, lanciandolo via.
- Ti sembra un atteggiamento civile?- la risposta della bionda fu calma e spiazzante. Ricambio lo sguardo della castana, che dovette abbassare il suo, e poi si alzò per riprendere il suo telefono, sperando che non si fosse crepato, cosa che, sfortunatamente accadde.
- Ah, guarda qui! Hai rotto il vetro!- sussurrò a bassa voce, toccando il taglio sulla superficie con un dito.
- Non capisco perché vi stiate facendo tutte queste domande, è ovvio ciò che sta succedendo.- continuò poi, questa volta parlando di un argomento più serio, alzando le spalle e scuotendo la testa.
- Vuoi dire che sai perché siamo bloccati qui?- chiese Drake assottigliando lo sguardo e cercando di esaminare bene la ragazza.
- Ovviamente.- usò lo stesso tono di superiorità di prima e, quando si fu assicurata di avere tutti gli occhi verso di se, espose la sua teoria - Un demone si è impossessato dell'autobus.-
 
 
 
 
ANGOLO AUTORE:
Eccomi!
Questo è il secondo capitolo della storia!
Sicuramente avrete notato che sono piuttosto corti rispetto a quelli che scrivevo tempo fa, ma essendoci una sola ambientazione è più difficile far interagire i personaggi.
Nel prossimo chappy verranno aggiunti due nuovi personaggi! Cosa che è già successa in questo, tra l'altro.
La storia inizia a farsi sempre più cupa e i ruoli dei personaggi iniziano a delinearsi eheheh.
Vi invito a lasciarmi una recensione per dirmi cosa ne pensate e come sta andando e vi ringrazio se avete anche solo letto questo capitolo.
Ah, volevo avvisarvi che ho fatto richiesta per cambiare il mio nome da "Mr Lavottino" a "Grechoes", così da tornare agli albori , ovvero quando mi iscrissi per la prima volta a questo sito con un mio caro amico. Quindi tenete d'occhio il nome!
See you next week!
Lavottino.
   
 
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